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BRASS KITTEN
"Across America"
Nightmare Records - 2001
**** 8.5 ****
L'idea di mettere su CD questo lavoro datato 1992 è a mio giudizio favolosa perché anche se 10 anni fa di questo genere di pop metal bands ne avevano le scatole piene, al giorno d'oggi un prodotto del genere mi fa letteralmente saltare dalla sedia e mi fa ringraziare la cortesia e la disponibilità della Nightmare Records che ci ha "buttato" su dei soldini.
Mi viene inevitabile l'accostamento con gli SKID ROW pre-esordio, infatti il singer Steve Philbrook sembra la copia carbone di SEBASTIAN BACH e nella stupenda opener "Crossfire" mi sbalza indietro negli anni all'epoca del demo dell'88 della band di "18 & Life". In "Can't Hold Back The Young" si incontrano i WILD SIDE del primo album e i JULLIET, mentre lo slow "Too Far Gone" mi ricorda i lenti dei FAIR WARNING, ma con un'interpretazione più street regalataci dal bravissimo Philbrook che, in "Bite The Bullet" si avvicina a certe tonalità care a Steve Lee dei GOTTHARD.
"Fit To Be Tied" richiama i TUFF, invece la campagnola "Country Song" pesca dal repertorio dei BRITNY FOX di "Boys In Heat" e dai TIPSY WIT, mentre "Can't Get Enogh" è riconducibile al pluriplatinato disco d'esordio dei TRIXTER. "Want Another Day" è un'altra hair metal song che sa di già sentito, ma che vi contagerà dopo il primo ascolto mentre la conclusiva "Quit Your Bitchin'" è leggermente più dura rispetto agli standard del gruppo, una sorta di SVEN GALI prima maniera. Che dire?! ...se come me siete degli appasionati di questo genere, allora non potete fare altro che correre a ordinarlo dal vostro negoziante di fiducia o contattare direttamente la Nightmare Records: 7751 Greenwood Drive, St. Paul, MN 55112 (USA)
www.nightmare-records.com
orders@nightmare-records.com
Moreno Lissoni

BEN JACKSON
"Here I Come"
Jaxhammer Records - 2001
*** 6/7 ***
Proviene da Sarasota, Florida questo singer/chitarrista/songwriter conosciuto per aver militato nei prog metallers CRIMSON GLORY negli anni 80 e per aver formato nel 1995 i PARISH, un'hard rock band con sonorità vicine a Damn Yankees, Slaughter e Winger.
Nel 1998 ha iniziato a lavorare alla realizzazione del suo disco solista, ma fu interrotto l'anno successivo perché Jackson fu richiamato alla reunion dei Crimson Glory (usciti lo stesso anno con l'album "Astronomica"), e solo ora possiamo ascoltare il suo solo-CD con il titolo di "Here I Come". In questo disco troviamo spazio per un classico hard rock chitarristo o se preferite un class metal che vede i suoi punti di forza in track come "Feel Me", "Touched" e nella title-track.
NIGHTMARE RECORDS - 7751 Greenwood Dr. St. Paul, 35112 (USA)
www.nightmare-records.com
www.benjacksongroup.com
Moreno Lissoni

MIKE TRAMP
“Recovering the wasted years”
2001 Ulftone Music/Frontiers Rec.
* S.V. *
Il nostro vecchio “amico” del rock che fu, si ripresenta oggi in una veste attuale, più o meno la stessa che ricoprì in “Capricorn” nel 1997. Quindi Rock melodico attualizzato e molto più intimista con sguardi introspettivi molto più incisivi rispetto al passato coi WHITE LION o con i FREAK OF NATURE.
Dodici pezzi di rock influenzato dalla vita stessa di Tramp, come ci segnalano l’iniziale “Falling down”, “Endless highway” e la bella ma cruda “Mr. Death”. Tutto sotto un segno un po’ “cupo” quasi a dimostrazione che il tempo degli anni ottanta è stato davvero un passaggio storico di tanto tempo fa e nulla più, inserito comunque nell’anima di Mike, come ci dimostra la bella e ritmata “Don’t take my rock ‘n’ roll” (già il titolo la dice lunga) e la suadente “Take it easy”. Insomma, un disco che può accompagnarci dentro la sensibilità ed il nuovo modo di scrivere e vivere la musica del pluripremiato Mike Tramp, ormai segnato dall’età che avanza per tutti e da una sensazionale dedizione al mondo a lui più congeniale:il rock sincero e lontano da ogni tipo di cliché trendy.
Dodici pezzi di rock sentito, vissuto e creduto. Pezzi che rappresentano al meglio questo suo modo di rivedere la sua vita artistica, cimentandosi in queste sonorità che seguono un po’ (a livello di paragoni e nulla più) quelle che sono state chicche del recente passato, come SPRINGSTEEN, JOEY TEMPEST solista, JON BON JOVI solista e qualche spruzzatina del singer ROD STEWART. Un disco prodotto egregiamente e suonato con l’anima dai suoi compagni di viaggio attuali, Emil Bendixen (bs), Kasper Damgaard (ch), Kasper Foss (bt), Dan Hammer (all’hammond) e Guillermo Pascual (piano).
Una persona ed un prodotto che possono essere rispecchiati con alcune frasi del pezzo “If ain’t gonna rock”: “[…]I am the one, you can’t replace. The memories you won’t erase […] This ain’t no fashion, it’s a way of life and if you fake it you won’t survive […]”.
www.miketramp.com
www.ulftone.com
Marco Paracchini

WICKED SENSATION
“Reflected”
2002 MTM/Frontiers Rec.
**** 7 ***
Ammetto di non conoscere nulla del passato di questo combo rockettaro composto da : Michael Klein (ch), Sang Vong (ch), Bjorn Gref (bt), Bernd Spitzner (ts), Martin Mannhardt (bs) e Robert Soeterboeck (vc) ma alcune fonti dicono che il gruppo ha nel suo passato un demo-cd ed un cambio di line-up.
Mi limiterò quindi a riassumere quello che mi è sembrato un interessante acquisto da parte della MTM. Il pezzo d’apertura, “Magic Moments” mi porta alla mente gli ultimi lavori di PINK CREAM 69, proprio per le strofe con liriche avvolgenti e riff taglienti ma, rimane solo questo “stralcio” a ricordarmi il gruppo di Dennis Ward (tra l’altro qui in veste di produttore –nda-), poiché subito dalla seconda traccia, l’abile ugola di Robert mi porta alla mente il nome di un certo David Coverdale. Accostarli ai WHITE SNAKE non è comunque possibile poiché il loro modo di muoversi a livello compositivo è differente ma, è vero anche che, dietro al microfono in questo ed altri esempi, la voce dei W.S. sembra proprio del Maestro succitato. Le particolari linee barocche e piene di riff al fulmicotone mi portano alla mente i MILLENIUM e i lavori di JOHN SYKES (vedi anche BLUE MURDER) facendomi dunque apprezzare l’intero lavoro, tranne nella speed song “Highspeed chase” che sembra essere una canzone del repertorio IRON MAIDEN.
La produzione risente di suoni un po’ ovattati ma comunque chiari e definibili anche per un popolo esigente quale noi rappresentiamo. Hard Rock nostalgico portato avanti nobilmente in tutte le dodici tracce presenti nel cd. Forse, dopo l’abile Steve Grimmet (Lionsheart) e Jorn Lande (Millenium, Ark, The Snakes), abbiamo trovato un altro ottimo singer-fotocopia dell’indimenticabile Coverdale.
Chi non ha mai apprezzato i gruppi sopraccitati allora è meglio che ne stia alla larga, altrimenti una sbirciata nel proprio salvadanaio si può fare.
www.wickedsensation.com
Marco Paracchini

BAD AMBITION
"Daydream"
Midnight Records - 2001
**** 7.5 ***
Bella sorpresa davvero quella dei BAD AMBITION, band italiana dedita ad un hard rock di buona fattura. L'impressione ascoltando questo esordio è che nella band convivano almeno due anime diverse, una più strettamente legata all'hard rock e l'altra influenzata da un certo neo classicismo di fondo. Ben evidente la seconda nel pezzo che apre l'intero lavoro, "Never Again", giocato su un giro di tastiere alla Symphony X e ben assecondato dalla voce di Matteo Babini. Ma è nei due brani successivi, "Winter Night" e "Love is an Illusion", che prepotentemente si fa largo il vero trademark della band, un hard rock di classe con particolare cura per gli arrangiamenti, particolare questo che emerge anche nella successiva "Power Of Time".
"Tears in the Night" è sicuramente uno dei miei pezzi preferiti, con un ritornello da Highway americane che qualche annetto fa avrebbe potuto mietere vittime al di là dell'oceano. Vi segnalo inoltre la ballad "Secret Rendez Vous" con un Matteo Babini sugli scudi e ancora una volta dotata di un ottimo arrangiamento, particolare questo che va sicuramente rimarcato così come l'ottimo lavoro di Mirko Guerra alla chitarra per tutta la durata del cd, dotato di un tocco sicuramente molto tecnico ma al servizio comunque delle canzoni.
Chiusura del cd affidata alla doppia cassa di "Wild White Wolf" ( molto metal nell'approccio ) e all'accoppiata "To feel Lonely" e "See You in Heaven" in cui è ancora la melodia a farla da padrona. In definitiva un esordio più che promettente per una band che potrebbe piacere sia agli amanti delle sonorità più melodiche che a chi solitamente predilige un approccio più metal.
PS. Leggendo la recensione di questo cd su varie riviste del settore ho visto tirare in ballo bands come Bon Jovi e Whitesnake... a mio modestissimo parere c'é una band che si potrebbe accostare tranquilamente ai Bad Ambition... e sono i TEN di Gary Hughes di album come "Spellbound" e "Babylon"... ma si sa... come diceva il grande Clint Eastwood... le opinioni sono come le palle... ognuno ha le sue.
Federico Martinelli

HUMANIMAL
“Humanimal”
2002 Z Records
**** 7.5 ***
Jeff Scott Soto torna sulle scene dell’underground rockettaro con un valido prodotto discografico con, l’handicap però, di un “ensemble” un po’ insipido e mancante di spessore. Le dieci performances presenti non segnalano un ritorno in grande stile e non denotano sicuramente un miglioramento stilistico e tecnico, sì, forse un po’ più moderno del solito cliché…ecco. Ormai il buon vocalist (in passato con TALISMAN, MALMSTEEN e TAKARA) sa donare energia e linee melodiche in tempi e modi giusti ma rimane sempre incollato al “suo” modo di essere, come è giusto che sia, rovinando in parte sorprese e pezzi che potrebbero essere qualcosa di più; come inizia la canzone si ha già la certezza di come Jeff continuerà con le sue doti vocali ad intrattenerci. Insomma, anche lui risente del tempo che passa e, come tanti, non ha molte chances a disposizione per riciclarsi al meglio. Lui scrive e canta così, punto e basta. Lontani dunque da originalità, seppur immesse con prepotenza segnalazioni di attualità, come drum machine o filtri sonori qua e là, gli HUMANIMAL non mi convincono.
Tra riff veloci e confusionali parti di accompagnamento, si parte con “R u 4 real” passando per la scialba “Again 2 b found” per giungere ad un’altra veloce e confusa song dal titolo pragmatico “License to kill”. Eccoci al tocco di classe (lo dico ironicamente…) con “Find my way home” dove i nostri quattro rockettari iniziano a ragionare con la testa dei RED HOT CHILI PEPPERS, passando però al ritornello con melodie più orecchiabili al popolo che se li cagherà, cioè solo noi. Ma non finisce qui perché vocals sentite e strasentite accompagnate da riff heavy al limite del plagio segnalano la quasi rappettara “Feel the burn” seguita a ruota dalla moderna “Road 2 4giveness” strutturata secondo i canoni attuali del comporre musica. Ma si torna a rockare con la semplice “I” che riporta però le teste all’head-banging e ad una speranza vaga che almeno alla settima traccia si inizi a ragionare un po’ di più. Ma i nostri simpaticoni non smettono di sorprenderci con melodie al passo di RICKY MARTIN proponendoci una “Turn away” spagnoleggiante e latin quanto basta per essere fondamenta dell’ultimo SANTANA o del sopraccitato in versione rock. Che tristezza anche “Who do u think u r” prolissa e noiosa nel contesto in cui si muove per non parlare di “Way 2 deep” che fortunatamente chiude questo album un po’ troppo fuori dai miei gusti personali e dalla Via che la Z Records aveva intrapreso. Rock, rock e rock, inflazionato dai tempi che corrono e dalle manie di stare al passo coi tempi. Ma credo che tutti questi gruppi debbano accorgersi di una cosa: producono per la Z Records, non per la Warner Bros. …certe cose dovrebbero essere scontate…chi ha orecchie per intendere, intenda…
www.zrecords.net
Marco Paracchini

BISS
"Biss"
Barfly Music - 2002
**** 7.5 ***
Cosa ci si potrebbe aspettare da un duo composto da Fernando Garcia (VICTORY) e da Doc Heyne (TANNER/MAD MAX)? ...bravi, avete azzeccato: puro ed incazzato hard rock!
Ebbene si, questi due rockers ci sbattono in faccia undici tracce di heavy rock, dove doninano incontrastate i riff di chitarra di Heyne e la voce di Garcia, regalandoci begli episodi come nella massiccia "Circle Of Time" oppure nella teutonica "Warzone", canzoni che ricordano le ultime produzioni dei MILLION o se vogliamo, i BONFIRE dei primi album o gli stessi VICTORY. Ci sono anche episodi come "Intoxication" o come nelle power ballads "Agony" e "Religion" dove il sound si prende una piccola pausa, seguendo territori più melodici e ricercati.
Un album capace di offrire momenti di granitico hard rock, con contenuti per nulla banali a-là MASQUERADE e una simpatica cover conclusiva di "Rock Me Amadeus" che esce dal concept dell'album per avvicinarsi ad un suono più moderno.
www.b-i-s-s.com
j.mayer@barflymusic.de
Moreno Lissoni

COMPANY OF SNAKES
“Burst the bubble”
2002 SPV/Frontiers Rec.
* S.V. *
Beh, produzioni come queste lasciano sempre un segno, positivo o negativo che sia.
Da perfetto fanatico dei WHITE SNAKE non potevo farmi sfuggire tale acquisto ma, non avendo la fortuna di avere promo o sconti particolari su ciò che acquisto per ciò che faccio (recensire…), debbo dire che a volte mi viene il voltastomaco e la voglia matta di prendere in mano la cornetta del telefono, chiamare le labels e dire: “Fuck off!”.
Why? Mi sembra assurdo che centinaia di gruppi (in questo e in altri generi –nda-) siano con la merda sino al collo per continue autoproduzioni poiché nessuna label se li caghi, mentre Bernie Mardsen, Micky Moody e Neil Murray possano avere chance per altro REGALATE a caro prezzo per i Nostri portafogli! Abbiamo cominciato con i THE SNAKES (dove Jorn Lande cominciava a fare i primi passi) nel 1998, con “Once Bitten”, poi con i THE COMPANY OF SNAKES con “Here they go again” l’anno passato ed oggi con questo “Burst the bubble” che non è altro che una rivisitazione dell’80% dei pezzi presentati sui due dischi sopraccitati con una spruzzatina di novità (quattro songs???) che rubano strofe e riff a destra e a manca dal loro, sempre e comunque, rispettabile passato. Per fregare bene ci aggiungono un intro di 50 secondi ed un outro di un minuto, che fanno numero e che non servono, fondamentalmente ad un CAZZO! Personalmente produzioni inutili come queste mi fanno ridere da una parte ed incazzare dall’altra. Se prima avevo dubbi sulle male-voci su Coverdale (per l’abbandono nel 1985/86 dei musicisti succitati), dico che ha fatto bene ad abbandonarli; in quasi venti anni (senza Coverdale) hanno scritto solo 17 canzoni? 17?…mi pare un po’ poco, mi pare davvero un po’ poco e soprattutto mi pare davvero scandaloso che ripropongano sempre la solita minestra ri-registrata e ri-arrangiata per le occasioni speciali. No, a me queste cose non sono mai piaciute. Torni COVERDALE e solo COVERDALE, il resto è storia, solo storia…grande storia…
www.companyofsnakes.com
Marco Paracchini

A.A.V.V.
"Lord Of Karma - A Tribute to Vai/Satriani"
Versailles Records - 2002
**** 8.5 ****
Fuori per la Versailles Records questo tributo a due dei più grandi chitarristi degli ultimi 20 anni: Steve Vai e Joe Satriani. Il tributo si divide in due parti, la prima presenta i pezzi che hanno reso celebre Satriani e a suonarli troviamo gente che sa cosa significa "suonare": BRUCE KULICK, credo non abbia bisogno di presentazioni, si cimenta nella tranquilla "Always With Me, Always With You", mentre un'altro mostro delle sei corde, JAKE E LEE si esalta con "Surfing With The Alien".
L'accoppiata JIMMY CRESPO/DAVE RAGSDALE ci prova con "Echo" caratterizzata dal violino di quest'ultimo, mentre BRAD GILLIS e NEIL ZAZA chiudono la cinquina dedicata Satriani con le bellissime "Summer Song" e "Friends".
Dalla sesta traccia in poi incomincia la parte dedicata a Vai: gli ENUFF Z' NUFF con la voce irriconoscibile di Donnie Vie si esibiscono con una delle più belle song del repertorio Vai/Roth, "Yankee Rose", mentre un inedito terzetto composto da GEORGE LYNCH alla chitarra e TONY HARNELL e JASON McMASTER alla voce danno un pò di energia con la stellare "Shy Boy". Decisamente sopra la media anche le esecuzioni delle strumentali "The Attitude Song" (RICHARD KENDRICK) e "Tender Surrender" (TONY JANFLONE Jr) che ci conducono verso la decima ed ultima traccia "Tobacco Road", suonata e cantata da COREY CRAVEN.
www.versaillesrecords.com
Speedynumb@versaillesrecords.com
Moreno Lissoni

GIANT
"III"
2001 Frontiers Records
**** 8 ****
In questi mesi in cui le reunions dei vecchi grupponi della scena pop metal si fanno sempre più massiccie, riecco apparire un nome di cui pensavamo non esistesse che un fievole ricordo. I fratelli Huff ed il loro fido amico Brignardello, riprendono quanto lasciato nei loro due ultimi ed unici capitoli: un aor di classe, reso potente da riff taglienti con una batteria viva e sensazionale.
Certo, si parla di GIANT, non di una band qualsiasi ma, è anche vero che alle volte si vuole il massimo da questi nomi e, spesso e volentieri, si ottiene sempre il contrario. Non è il caso di "III", nato per la verità quasi nove anni fa ma reso "vivo" solo da pochi mesi, dopo la fatidica firma con la partenopea Frontiers. Mi aspettavo, con tutta sincerità più "sbattimento", anche solo come pezzi proposti. Possibile che dopo dieci anni di silenzio se ne escano con solo 9 canzoni ed un intro di chitarra? Beh, questo è e questo deve essere accettato anche da un fan come me. Nove pezzi fortemente debitori del tempo che fu.
La firma dei GIANT si sente anche da lontano, quindi sappiate che melodia, sentimento e tecnicismo sono gli ingredienti principali di questa rinascita. Scarso solo il booklet e le foto... dopo dieci anni mi aspettavo anche qualche foto in più ma, sono solo aspetti personali. Se a Voi queste cose non interessano,beh, che aspettate ancora? Correte a cercarlo, Vi sembrerà che i GIANT non si siano mai dimenticati di noi e... dei loro strumenti!
Marco Paracchini

RICHARD KENDRICK
"Murder And The F-Word"
Versailles Records - 2002
**** 8 ****
Veramente bravo questo chitarrista americano che dopo essersi fatto le ossa suonando con Dark August e Straittjacket Smile e aprendo per gruppi molto noti come Reo Speedwagon, Babylon AD, Cheap Trick, Cinderella, Firehouse, ecc... è ora alle prese con la propria carriera solista.
La bio di presentazione presenta Kendrick come un incrocio tra DREAM THEATER, WHITESNAKE e QUEENSRYCHE, ma a mio giudizio solo i primi sembrano influenzare il sound del CD che si apre con il mid tempo di "I Know Why" in cui fanno capolino gli EXTREME, invece "Start Again" potrebbe essere un fantastico connubio tra la band di JAMES LABRIE e SANTANA. "Share This Tender Moment" mi ha riportato alla mente il lavoro solista di GEORGE LYNCH, mentre "Laughin' Myself Goodbye" è un veloce heavy rock sullo stile degli STREAM o dei VANDAL.
Il lavoro presenta ben diciasette tracce e tra le varie intro e pezzi strumentali, ci troviamo anche la cover di STEVE VAI "The Attitude Song" a chiudere l'album che sono sicuro accontenterà tutti gli amanti del class metal più ricercato e ricco di virtuosismi.
Ricordo che Kendrick ha recentemente partecipato ai CD tributo di CULT e VAI/SATRIANI sempre stampati dalla Versailles Records.
www.richardkendrick.com
www.versaillesrecords.com
Moreno Lissoni

91 SUITE
"91 Suite"
2002 Vinny records/Frontiers Rec.
***** 9 ****
Quando parlo di un acquisto andato a buon fine, intendo proprio acquisti come questo dischetto degli sconosciuti 91 Suite. Spagnoli di nascita, sbalordiscono per come sembrino americani al 100% o, almeno, americani dediti alla Bad Hair Era! 12 canzoni che non peccano neanche un minuto. Arrangiamenti degni di nota, accordi scontati ma efficaci, voce D.O.C. e pronuncia impeccabile.
Il sound è particolare e l'opener "The day she left" dà già l'intro a ciò che ci aspetta per tutto l'album: un hard aor senza tante pretese ma registrato e suonato come si deve. A guardarli, questi baldi giovanotti della vicina Spagna, non gli si darebbe molta fiducia, eppure, chiusi gli occhi e dimenticate le loro facce sembra di ascolatre un album del 1988 con Mike TRAMP ai testi, Neal Schon alle chitarre e David Bryan alle tastiere. Insomma, se BAD ENGLISH, NELSON, BON JOVI, WHITE LION, e LEGEND SEVEN rientrano nei Vostri gusti preferiti, questo progetto ispanico fa al caso Vostro. Jesus Espìn (vc), Ivàn Gonzàléz (ch), Paco Cerezo SanMartìn (ch), Dani Morata (ts) e Mario Martinéz (bt) sanno e conoscono come accontentare le orecchie dei pochi rockettari rimasti: tutte le canzoni e dico tutte, sono incredibilmente trascinanti e la melodia assume ruolo egemone in tutti i contesti.
La potenza non manca e ne sono esempi lampanti "Hurt and pain" vicina al sound dei WHITE SISTER e "Hard rain". Il resto si muove vicino ai territori dei NETWORK e dei nuovi e già dispersi TERRANOVA. Chi non ama le tastiere allora è meglio che stia lontano chi, invece, ama le aperte melodie e le voci stridule ma acute allora questo cd non può sfuggirVi. Lo consiglio vivamente. Ce ne fossero di giovani così... altro che i Five!
Marco Paracchini

ALYSON AVENUE
"Presence of mind"
2000 AOR Heaven/Frontiers Rec.
**** 7.5 ***
In ritardo (almeno nella distribuzione nazionale) questi A.A. giungono anche nelle nostre case, donandoci sonorità ed emozioni oramai lontane.
Questi nordici ci danno dentro e la voce squillante di Annette Blyckert riporta alla mente i DANTE FOX e le HEART più incazzatelle. Assente del tutto la creatività della copertina e dell'interno, quello che a prima vista sembra un demo di una qualsiasi band della provincia lombarda, è in realtà un bel dischetto dalle forti tinte ottantiane, sia nel guitar work che nell'impostazione delle liriche. Tutti assorti nel loro compito, gli A.A. non sembrano voler cedere alla dura e grigia realtà (come faccio io del resto...) e si prodigano nell'eseguire veloci riff della sana e buona scuola SYKES (vedi WHITE SNAKE 1987 e/o BLUE MURDER) nell'opener "Free like the wind", sino a raggiungere melodie più AOReggianti con la scialba "Tell me you love me(or leave me)" dove il pop à là HEART appare egoisticamente presente.
Per il resto, mid-times ben eseguiti e convincenti passaggi vocali in quasi tutte le songs, come nell'arena rock song "Without your love" dove pare che le VIXEN siano ritornate in vita! Ben arrivati Alyson Avenue, avete portato una ventata di fresca energia ed allegria nella mia autoradio... oramai le Vixen non torneranno più... continuo con l'ascoltarmi questo dischetto...
http://listen.to/alysonavenue
Marco Paracchini

FREDDY LYNXX & THE CORNER GANG
“ Bloodied Up”
1999 Julie Records
***** 9 ****
Mea culpa !! Conosco Freddy Lynxx fin dagli esordi di Trash’n’Crash e mi ha sempre trattato da amico, scrivendomi di suo pugno lettere con annessi vari gadget anche quando non mi sentiva da tempo, magari solo per chiedermi come stavo.... Capirete quindi come mi possa spiacere non aver presentato tempestivamente questo piccolo gioiello (a cominciare dalla stupenda confezione in Digipak ltd.ed.), recapitatomi all’indomani dell’uscita del nr.6 di T’n’C’, l’ultimo a cui ho collaborato a causa di problemi vari. Come si suol dire, meglio tardi che mai.... Chiarisco subito che il “recupero” di questo CD è doveroso non perché un bel giorno l’ho trovato nella posta (come J.Dahl penso che una Fan-Zine debba contenere solo ciò che aggrada il suo curatore, non tutto quello che passa il convento grazie a sponsorizzazioni varie!!), ma perché è veramente bello, il migliore di Freddy solista, anche se si potrebbe considerare l’opera di una All-Star Band, dato che 6 delle 11 songs sono composte a più mani e che la Corner Gang riunisce alcuni personaggi di spicco come la Kevin K. Band, Mr.Ratboy, Wild Bill Thompson e Phil Marcade dei Senders ed altri personaggi più o meno noti della scena Newyorkese. Ma bando alle ciance, it’s time to Rock’n’Roll’.....
Apre le danze la strumentale “Corner Gang” ed è subito grande N.Y.Killer R’n’R’ (introdotto da un’esecuzione mafiosa a colpi d’arma da fuoco), seguito a ruota da “Junction”; ritmiche serrate , solista a briglia sciolta e veramente un ottimo sound: immaginatevi i primi G’N’R, vissuti all’ombra dei putridi vicoli della down-town e ben lontani dalle luci di L.A, con un certo J.THUNDERS alla solista e vi farete un’idea ..... ohh baby, yeah... gli ultimi 14 anni sono un brutto sogno e mi risveglio nell’87!!! Con “Reflections”, composta con i K.Bros. si torna ai bei tempi dei ROAD VULTURES ed il quarto brano “Too Many Hearts”, dopo un inizio di stampo “glitter” si evolve in un grande R’n’R’ dominato dalla slide guitar mentre un’armonica suonata in modo magistrale ricorda il miglior M.MONROE.
E’ lo spirito di J.THUNDERS a farla da padrone in “Still The Only One”, suonata in puro stile JET-BOYS, seguono due brani di trascinante N.Y.City Trash R’n’R’che hanno già visto la luce come 7”: “Dead Boys Runnin’Scared” e “Street Values”, intercalati da “Some Kind of Friends” che per l’arpeggio iniziale ed il riff “sbilenco” parrebbe scritta da ANDY McCOY. Ancora ottimo R’n’R’ con “No Room for You” ed “Hard to Live” (composta con Jyrki 69). Infine un’altro brano strumentale (l’unico inciso in Francia) che, già dal titolo “Viale Glorioso”, sembra estrapolato da “Once Upon a Time in America” di Sergio Leone (grande passione di Freddy) chiude degnamente ed in modo “solenne” questo piccolo capolavoro sleazy/trash . Da avere.
Contatti: Julie Production – 4, Rue de L’Imprimerie, 34070 Montpellier - FR – julie.prod@worldonline.fr
Gaetano Fezza

SUGARCULT
"Star Static"
Ultimatum Music - 2001
**** 8.5 ****
Direttamente dalla soleggiata Santa Barbara arriva questo combo composto dal vocalist Tim Pagnotta, dal drummer Ben Davis, dal bassista Airin e dal chitarrista Marko 72 con all'attivo tre lavori indipendenti per la Cooler Records e ora fuori con questo "Start Static" prodotto da un certo Matt Wallace.
Il sound del gruppo risente delle influenze di gruppi come CHEAP TRICK, ELVIS COSTELLO e WEEZER, ma se vogliamo entrare nel dettaglio ecco i MARLVELOUS 3 in "You're The One", "Daddy's Little Defect" e "How Does It Feel", gli AMERICAN HI-FI in "Stuck In America" e "Lost In You", e i LIT in "Hate Every Beautiful Day" e in "Pretty Girl (The Way)".
"Bouncing Off The Walls" è un power pop trascinante e sicuramente sarete catturati dal suo incedere punkeggiante, "Saying Goodbye" mescola bene LIT e AMERICAN HI-FI, mentre chiudono questo superbo album la tranquilla "Changed My Name" e un'hidden track d'"atmosfera" piazzata alla numero 12, quasi non li riconoscevo! Per i più curiosi, volevo segnalare la presenza del chitarrista Marko 72 in band come Section 8, Fizzy Bangers, Rat Pack, Destruction Derby, ecc...
www.sugarcult.com
www.ultimatummusic.com
Moreno Lissoni

WHITE DIAMOND
"The Lost Demos 1988 - 1990"
Self Produced - 2001
***** 9 ****
Sono passati parecchi anni dalla nascita di questa hair metal band che alla fine degli anni ottanta raggiunse un tale livello di notorietà che li portò ad aprire gli show di gruppi come Ratt, Poison, Warrant, Winger, Slaughter, ecc... Ora il bassista Jack Michaels ha deciso di ristampare quelle tracce, lasciate ingiustificatamente nel cassetto per troppo tempo, infatti il melodic rock proposto da questo five-pieces riassumeva in se tutta la freschezza compositiva e la vivacità spensierata di un sound che andava per la maggiore in quell'epoca.
Mi sembra superfluo aggiungere che le radici della band sono da ricercare nei gruppi di quel periodo: "Symbol Of Love" racchiude in se RED DAWN, TOUR THE FORCE e AIRKRAFT, la seguente "American Dreamer" mi ricorda i NETWORK con un tocco di TYKETTO, mentre in "It's Just Another Day" sono impressionanti le somiglianze con i MASQUERADE del primo album.
Alla traccia numero cinque troviamo uno dei primi hit degli WARRANT, "Heaven" egregiamente interpretata dal singer Rob Rose, la successiva "All My Love" è uno splendido esempio di hard rock a stelle strisce dove gli EYES sposano i BLACK 'N BLUE, invece "It's So Funny" arriva direttamente dal repertorio di RICK SPRINGFIELD e "My Girl" da quello dei THE TEMPTATIONS. Alla nona ed ultima song "Man Of God", un bel class metal che non fa altro che farci rimpiangere quel decennio!
WHITE DIAMOND FILM PROJECT - P.O. Box 628 N. Hollywood, CA 91603 (USA)
www.whitediamond-demos.com
lemmon@yougottareadthis.com
Moreno Lissoni

HAZE
"Demo"
Mardi Gras Records - 2001
*** 6 ***
Dopo il sette pezzi intitolato "Let Me Be Your Snake!" riecco i toscani Haze con questo 2 tracks CD dove il gruppo si cimenta con il cantato in spagnolo riproponendo due lenti: "Angel" e "Detras de la Mascara".
Il prodotto destinato esclusivamente al mercato sudamericano e spagnolo risulta così una sorta di MANA, che in questo periodo stanno avendo degli ottimi responsi anche dalle nostre parti, ma credo che per poter dare un giudizio più completo dovrei sentire altri pezzi perché le due ballad presenti sono molto carine, ma non offrono niente di originale. Aspetto con fiducia l'evoluzione di questo progetto perché credo che la band di Alex Moschini saprà darci altre piacevoli sorprese.
http://hazenet.tripod.com
alexmidnight@libero.it
Moreno Lissoni

LIX
"Lix"
Lixicle Records - 1998
**** 7 ***
Dal Texas arriva questo progetto partorito dal cantante Paul "Turk" Henry uscito originariamente nel 1988, ma solo ora facilmente reperibile grazie alla disponibiltà del vocalist ora entrato a far parte degli Hobbit.
I Lix erano un quintetto che non faceva altro che offrirci un delizioso misto tra KISS e KEEL, inserendosi di diritto in quella fascia occupata da acts come ROUGH CUTT, HEAVEN'S EDGE e BLACK 'N BLUE: potenti chitarroni, una tosta sezione ritmica e melodia quanta ne basta. Il riff dell'opener "Out On The Street" ci sbalza indietro nel tempo di almeno 15 anni, così come nelle KISS-iane "On Hold" e "Witchlein (Tommyknockers)" dove è palese l'influenza della band del periodo "Crazy Nights/Lick It Up". L'anthemica "Angelaine" e la power ballad "All the Way" sono delle classiche tunes che andavano di moda quando RATT e simili riempivano il Sunset di gente con i capelli cotonati e i pantaloni in pelle! Contattare.
Paul "Turk"/LIX - 2838 Emily Ln. Tyler, TX 75701 (USA)
www.geocities.com/lixrocks
paulsal@gower.net
Moreno Lissoni

SCOTT SUDBURY
"Demos"
Self Produced - 2001
**** 8.5 ****
8 tracks demo per il bravissimo rocker di Memphis che dopo il fortunato esordio di un paio di anni fa, sta per terminare le registrazioni del suo nuovo album e viste le premesse fremo dalla voglia di sentirmi l'intero lavoro.
Le prime tre canzoni del demo dovrebbero essere le più recenti, perché il suono è ancora un pò rozzo e si allontana leggermente dalle sonorità a-là BRYAN ADAMS del passato per avvicinarsi ad un robusto e divertente power pop, con song dirette e dal groove irrestibile come "I'm Her Freak" e "Just Fine".
"Give A Damn" segna definitivamente la svolta stilistica, una sorta di MELLENCAMP meets CHEAP TRICK, mentre con "You'll Come Through" e soprattutto con "It Must Be You" si ritorna alle sonorità dell'esordio perché quest'ultima sembra arrivare dal background musicale del BRYAN ADAMS più incazzato. Il pop rock di "I've Heard It All Before" ci dirige verso le conclusive "Good Enough For Me" e "If You Still Loved Me", la prima ancora influenzata dall'artista canadese, mentre la seconda è un lento rockettino da classifica dal tocco "campagnolo". Grande!
Scott Sudbury - 5281 Twinwoods, Memphis TN 38134 (USA)
www.scottsudbury.com
scott@scottsudbury.com
Moreno Lissoni

The SLASH CITY DAGGERS
"Backstabber Blues"
2001 Unity Squad Rec.
***** 9 ****
Recensione ostica questa, continuo ad ascoltare questo secondo CD dei Daggers , ma che dire ?… Non vorrei essere frainteso, è veramente un bel CD, a cominciare dalla veste grafica, di quelli che ascolti tutto d’un fiato e più volte, nessuno dei 12 brani è sotto tono e scorre via che è una meraviglia.
L’intoppo principale è sostanzialmente questo: basterebbe una sola parola per parlarvi di questa band, una parola che potrebbe entusiasmare la metà di voi che ha i miei stessi gusti ma potrebbe anche allontanare l’altra metà avvezza a sonorità più elaborate e ricercate, mentre i Daggers meriterebbero davvero una chance da parte di tutti i Glamster del pianeta; senza contare il rischio che questi ragazzi vengano considerati – in modo riduttivo ed errato – dei cloni…già, ma qual è la “parolina” magica? Eccola siori e siore….New York Dolls!!
Sissignori, proprio le famose Bambole sono il loro punto di riferimento principale, tanto che alcuni brani, come “T.V. & Pills”, “Feels Good”, “Daggers Rule”e “Jailhouse Lover” sembrano delle out-takes dei due mitici album che hanno tramandato ai posteri, anzi, l’impressione che se ne ricava è che se i Dolls esistessero ancora, suonerebbero proprio così. Devo confessarvi che io mi sono esaltato fin dalle prime note, in effetti negli ultimi anni poche Band hanno messo in prima linea una Doll-Addiction così accentuata, di solito il riferimento è più il J.Thunders del periodo Heartbreakers o quello solista, ugualmente grande ma con un’impronta Glam meno marcata.
A completare il quadro, si possono captare qua e la leggere influenze Punk ’77, in particolare in “Backstage”, che ricorda i Dead Boys più Rock’n’Roll, ed un’atmosfera blueseggiante pervade tutto il CD, ricordando in qualche modo i primissimi Aerosmith, quando ancora erano figli della strada.
Non semplicemente dei cloni, i Daggers sono dotati di una forte personalità, e compongono brani che nonostante mostrino palesi influenze (ma, in fondo, non è così per tutti..?), brillano di luce propria. Questa secondo me è prerogativa di Bands veramente valide, se non grandi…
Per chiudere, un plauso a Jeff Dahl che in veste di produttore ha svolto il compito in modo superbo, e che, come sempre, si occupa della promozione di Bands promettenti come questa, anche includendone il materiale nel suo mail-order, dove potete trovare questo CD alla modica cifra di $.10.
Per contatti: Slash City Daggers, Formula 13 P.O. Box 7385, Tempe, AZ 85281 – U.S.A. www.slashcitydaggers.com
Unity Squad Records P.O.Box 1235, Huntington Beach, CA 92647 – U.S.A. www.unitysquadrecords.com
Jeff Dahl – Ultraunderground P.O.Box 1867, Cave Creek, AZ 85327- U.S.A. dahldtk@aol.com
Gaetano Fezza

SONS OF ANGELS
"Slumber with the lion"
2001 Z Records/Le Energie

***** 9.5 ****
E sempre dalla fervida e ben avviata ZRecords ci arriva il grande ed inatteso ritorno dei S.O.A. che, forse, per alcuni, suoneranno veramente nuovi. In effetti, questo gruppo nord europeo se ne è stato buono buono e zitto zitto per ben dieci lunghi anni ma, in questi ultimi mesi, dopo il ritorno degli SHANGAI, il ritorno degli SHY e l'atteso come back degli HOUSE OF LORDS, pure loro han deciso di tornare alla ribalta con un prodotto ben registrato e dinamico al punto giusto.
Undici canzoni dal sapore retrò ben più grezze e rockeggianti dell'esordio, accompagnate da una bonus track dal titolo "Baby wanna ride", esclusiva del mercato Europeo. Si parte in quarta con l'agitata "Burning childhood" passando alla bluesy "No sorrow", dando esempio di melodia alla FIREHOUSE con la terza "Fire". Ecco la song che dona il titolo al cd "Slumber with the lion", unica traccia intrisa di chitarre prepotenti e con ombreggiature un pò troppo heavy e dark, fuori un pò dal resto del cd.
"Hopeless kind" fa partire la melodia tipica degli ultimi eighties' con chitarre acustiche, voce provata e melodie al passo con quei tempi, per dare poi il passo alla bella e trascinante "Lazy Stacy", ottantiana al 100% con rieccheggi di BON JOVI, RENEGADE e SCORPIONS. Si continua a stare in lande rocciose e determinanti e quindi la class rocker "Love you too much" riporta un DOKKEN sound, infarcito di cori e bridge class and melody, facendoci far andar la testa e il piedino. La dolcezza torna con "Gimme Lovin'", esempio di una ballad che dodici anni fa avrebbe fatto la fortuna di qualsiasi gruppo. Tra DIVING FOR PEARLS, GIANT e BAD ENGLISH, la voce di Solli fa letteralmente rabbrividire e il coro finale che ampia la melodia e la maestosità di questa song faranno la felicità di tutti i "vecchi dinosauri" come il sottoscritto.
Più adolescenziale appare "Talk about girls" e, il titolo, la dice già lunga...mentre con la decima canzone "Stranded" si ritorna alla chitarra acustica ed alla roca voce di Solli, che regalano attimi in perfetta sintonia con quanto fatto in passato da SWEDISH EROTICA e TREAT. La batteria irrompe con "Hunger for love", sempre parallela alle produzioni dei due gruppi sopracitati, finendo con la bonus track che, sempre tra linee bluesy e west coastiane, fanno divertire con un testo divertente ed un tempo particolarmente vicino al rock 'n' roll.
Per Torstein (ch), Lars K. (ts), Staffan Williams (ch) e Geir Digernes (bt) il tempo sembra si sia fermato proprio al tempo del loro esordio, avvenuto proprio dieci/undici anni fa. Ben tornati, dunque!
Marco Paracchini

FIRST SHOT
"From the hip"
2001 Escape Music/Frontiers

**** 7.5 ***
Sebbene la Escape metta bene in vista l'anno di produzione (2001, appunto), le mie orecchie e, credo, quelle di tutti gli appassionati di questo genere, non verranno certo ingannati da questa "svista" voluta o meno. Il prodotto di questa super band risale a più di 15 anni fa dove, Marc LaFrance (amico di un certo Jon Bon Jovi e voce dei dimenticati Blackstone), Doug Edwards (ch e ts), Dave Pickell (ts) e Peter Clarke (bs)si cimentano in un Pop-AoR in voga a quei tempi, deliziando le orecchie degli ascoltatori con canzoni pre-bad hair era, caratterizzate da suoni molto elettronici e "incerti" se appoggiarsi di più al lato rock o al lato pop. Dodici brani piuttosto insipidi ma basilari per alcuni che vogliano riscoprire il sound popolare dell'America dell'epoca 1980/1984 quando, Billy Joel, Survivor e Bryan Adams erano nelle hit parade. Note e sonorità simili a territori dei MR MISTER, BILLY JOEL, AIRPLAY e primissimi SHY, fanno di questo cd un dischetto piuttosto "originale" in questo periodo ma, credo, assolutamente inutile per le tasche dei distributori. Aspettando qualche novità dalla Escape Music, continuo a rilassarmi ascoltando queste canzoni che sembrano essere state scritte cento anni fa!
Marco Paracchini

DR SIN
"Shadows of light"
2001 Melodic Mahyem Music

**** 7 ***
Acquistati senza neanche sapere chi cazzo fossero e che cazzo suonassero, sono stato ingannato dalla scritta "Melodic Mayhem Music" che, invece, per prodotti come questi, utilizzava la dicitura "Metal Mayhem Music". Semi-inculato da questa "svista" mi sono imbattuto nel nuovo lavoro del mitico e mai dimenticato Mike Vescera, conosciuto dai molti per essere stato il singer di MALMSTEEN, sebbene la sua voce sia stata un'etichetta sicura e determinante per il combo nipponico LOUDNESS in due bei capitoli della loro storia. Dopo i fiaschi subiti con il MVProject, il sud americano Mike ci riprova in compagnia di astuti e bravi musicisti, sfornando un heavy metal vecchio stampo, in linea con quanto fatto proprio in passato. Accompagnato dai fratelli Iuan e Andria Busic (rispettivamente drums and bass)e dal virtuoso e sconosciuto Eduardo Ardanuy alla sei corde, si avvale pure dell'europeo ROLAND GRAPOW in "Time after time" e di Sergio Buss in "Same old story".
Progetto nato nella madre-patria di Vescera (Brasile) e registrato negli USA, i Dr SIN ci deliziano di potenza à là METALLICA, senza dimenticare il passato targato LOUDNESS con accenni (alle melodie vocali) ai GUNS 'N' ROSES. Insomma, un disco senza molte pretese, ben suonato e mixato come Dio vuole, incentrato tutto sulla persona di Mike che, abbandonate le spoglie di singer metal dell'anno (correva il 1989), si era perso un pò in diversi progetti poi non andati mai a buon fine. Tutto sommato la mia iniziale "inculata" si è rivelata cmq un bell'acquisto...
Marco Paracchini

SCRITT SCRAT
"Undecover - a tribute to GLAM!"
Self produced - 2001
**** 7 ***
Undici brani incisi così così per questo trio anglosassone con già all'attivo un demo CD intitolato "Psychotica" e ora qui a "tributare" i loro idoli e le loro principali influenze coverizzando nove songs di altrettante (cult) glam bands.
Gli Scritt Scrat mi piacciono molto, perché nonostante il periodaccio per il bubblegum glam, continuano là dove gli HEART THROB MOB, TRASH BRATS e HOLLYWOOD TEAZSE si erano fermati, e sembrano non aver nessuna paura di farlo. Oltre alle tre band appena citate, il terzetto riprende i brani di gruppi che, in questi anni bui, hanno sempre tenuto vivo l'underground come BOMBPOPS, PEPPERMINT CREEPS, PROM QUEEN STARZ, ANDII VAMP AND THE ROMEOS, FOXY ROXX e ORPHAN PUNKS e ci ri-regalano momenti di spensieratezza e divertimento, caratteristiche molto rare alle canzoni dei gruppi odierni.
Chiudono il CD due brani inediti degli S.S.: "In Your Arms" e "High School Teaze" entrambe decisamente bubblegum, ma ritengo che la seconda abbia qualcosina in più, percui... non mi rimane che consigliarvi di contattarli ad ogni costo, se non altro vi farete una cultura sul genere anche se mancano alcune band come ZEROS, TRYX e QUEENY BLAST POP che a quanto ne so dovevano entrare nella track list, ma per motivi di spazio sono state cancellate!
www.geocities.com/scritt_boyz
Moreno Lissoni

BEAUTIFUL CREATURES
"Beautiful Creatures"
Warner Bros - 2001
***** 10 *****
Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui acquistai questo CD, era lo scorso agosto e mi trovavo al Tower Records di Santa Monica e finalmente i miei occhi videro due autentici gioielli: "Time Bomb" dei BUCKCHERRY e questo B.C. che era diventato ancora più appetitoso visto il prezzo (7.99 dollari!!!!!). Ad essere sincero non ricordo da quanto tempo è che non do un bel "10" ad un CD, ma credo che in questo caso sia strameritato e senza alcun dubbio entrerà nelle prime posizioni della mia top ten annuale come miglior disco. Anche se il lavoro è uscito da parecchi mesi solo ora mi sento di recensirlo perché ho notato che le riviste specializzate non sempre ci hanno azzeccato e qualcuno non ha saputo neanche riconoscere una vecchia volpe come Joe LeSte ex singer dei BANG TANGO.
Visto che sono entrato nell'argomento ne approfitto per citare gli altri membri della band: DJ Ashba, Anthony Fock, Kenny Kweens e Glen Sobel, musicisti che si sono fatti le ossa in vecchie clorie locali come JONES STREET, TOMMI GUNN e SHAKE THE FAITH, quest'ultimi secondo me hanno lasciato una traccia non indifferente nel sound del gruppo insieme ai fantasmi della band di Joshua Todd. Si parte a 200 kmh con l'incazzata "1 A.M." (comparsa anche nella colonna sonora di "Valentine") e poi "Wasted", uno street rock con la voce di LeSte molto vicina a quella di Steven Jack (ROCKHEAD), "Step Back" e la devastante "Ride". Arriva "Wish" e si calmano un pò le acque, stupenda power ballad con l'ispirata interpretazione del vocalist americano, mentre un bel riff ed un coro ipnotico caratterizzano il r'n'r di "Kick Out" seguita da altri due brani vulcanici come "Blacklist" e "Kickin' For Days".
Alla traccia numero 11 arriva "New Orleans", pezzo che 15 anni fa non avrebbe fatto nessuna fatica a scalare le charts statunitensi, chiude "I Got It All" ennesima song potente e diretta. Il quintetto californiano ha ereditato alla perfezione gli insegnamenti di AC/DC, KISS e GUNS N' ROSES e si pone di diritto come uno dei migliori gruppi nel genere, disco che dovete avere ad ogni costo!
www.beautifulcreatures.net
Moreno Lissoni

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