SILENT RAGE
"Don't touch me there"
1989/2001 Z Records/Le Energie
***** 10 *****
Per chi ama le aperte rock songs da arena allora non può certo lasciarsi sfuggire questo disco, stampato nel 1989 dalla BMG e ripreso oggi, in versione originale, dall'attenta e fervida Z Records.
E.J. Curse (E.J. Curcio), Jesse Damon (Timmy James Reilly), Bryan James (Jerry Grant) e Mark Hawkins, si muovono con estrema abilità nei rispettivi strumenti (bs, vc, bt, ch) sfoggiando un Hard Rock americano con strofe accattivanti e cori da stadio, avendo anche l'apporto produttivo di Paul Sabu e Gene Simmons. Anche Joe Lynn Turner ci mette del suo, scrivendo a sei mani il secondo pezzo dal titolo "I wanna feel it again" che ripercorre fedelmente le coordinate del rock sanguigno, mischiando riff settantiani a melodie di fine anni ottanta. Belle prove anche "Running on love" e la lenta ed elettrica ballad "Tonight you're mine". Inno da ascoltare a tutto volume rimane "Rebel with a cause", ripresa dall'omonima canzone dell'87, riarrangiata con più "sentimento" mantenendo una linea più al passo coi tempi. Stivali a punta, panta-attillati, capelli cotonati, voce roca ai massimi livelli, chitarre roboanti e batterie come treni sono le caratteristiche dell'intero album. Chi di Voi ha dimenticato l'aria che si respirava a quei tempi, allora questo cd è una buona occasione per prendere una fresca ed energetica boccata d'aria!
Marco Paracchini
MAC
"Remembering The Past 1995 - 1999"
Self Produced 2001
**** 7.5 ***
Compito difficile quello di recensire il lavoro di MAC (Marco Paracchini, nostro writer e vocalist dei White Sand N.D.A.), perché qualcuno potrebbe riassumere il mio giudizio positivo in un semplice: "per forza siete amici!", ma invece questa "raccolta" di 5 brani che riassume le tappe fondamentali della carriera del singer di Novara, mi mostra le sue buone capacità vocali e di songwriter e difficilmnte potrei bocciarla. Si parte con l'heavy ottantiano di "No More Tears", pezzo cantato all'epoca degli Acrofobia nel 1995, si prosegue con il mio pezzo preferito, "Time" classico yankee hard rock interpretato qualche anno fa con i White Sand.
"Don't Bretray Your Ideals" e "No Hesitation" arrivano dal repertorio Majestic 12, la prima una semi power ballad di scuola heavy metal, la seconda a metà strada tra '70 e '80, mentre "The Battle Hymn Of the Republic" è un dolce inno dedicato alle vittime dell'11 settembre. Per i miei gusti musicali tendo di più ad apprezzare i brani di matrice hard rock, ma il giudizio sarebbe troppo soggettivo e non darei il giusto valore agli altri pezzi, percui promuovo il lavoro del "nostro" Mac con la speranza che continui la sua attività con i White Sand!
mazinga.mac@libero.it
Moreno Lissoni
TOLERANCE
"Tolerance"
1997/2001 Midnight Records
*** 6 ***
Dall'est Europa arriva questa interessante proposta di melodic rock, incentrata sulla figura di questo sconosciuto singer dal nome di Alexey Nelidov. Dieci tracce interminabili, suonate discretamente bene e personalizzate in modo particolare sino al raggiungimento di un livello compositivo distante dai soliti cliché. Il problema è proprio questo.
Strana scelta di posizione dei brani, particolari arrangiamenti paralleli ai seventies' con melodie vocali molto epic, in voga a metà anni ottanta Sinceramente, la pubblicità di questo disco, ha poi colto impreparata la mia attenzione a questo prodotto; nulla di più errato metterlo a paragoni coi WHITE SNAKE, poiché distante anni luce da qualsiasi livello di uguaglianza con la band di Coverdale. Molto bella la intimista e lenta "To the son" che ha risvegliato strane emozioni nel mio animo. Per altro, nulla di più, bei testi accompagnati da pronunce particolarmente "eccentriche" con soli di tutto rispetto ma in contesti troppo deboli. So che scrivere canzoni non è la cosa più semplice, dunque ammiro comunque la proposta di Alexey, sebbene non la condivida pienamente. Riprovaci ancora Nelidov!
Marco Paracchini
EVERY
MOTHER'S NIGHTMARE
"Deeper Shade Of Grey"
Perris Records - 2001
*** 6 ***
Mi ero illuso che con l'ultima compilation di pezzi inediti, "Back Traxx", la band americana stesse ritornando alle origini, e invece ecco questo "Deeper Shade Of Grey", giusto seguito di "Smokin' Delta Voodoo" che mi lascia un pò l'amaro in bocca. "Done To Me" sembra la versione "stradaiola" degli ALICE IN CHAINS o STONE TEMPLE PILOTS, mentre solo la title track, "Fly Away", "Carbon" e "Solid Ground" superano degnamente la sufficienza, ma per il resto non ci vedo proprio nulla che possa farmi alzare il giudizio.
Non fraintendetemi, il CD non è brutto, ma sinceramente mi aspettavo molto, ma molto di più, perché incomincio ad essere stufo di questo connubio tra atmosfere cupe e pseudo southern... se non li conoscete ancora, andate alla ricerca dei primi lavori o vi farete un brutto giudizio su di loro!
Moreno Lissoni
TEN
"Far Beyond The World"
2001 Frontiers Records
**** 8.5 ****
E come ogni anno, le sorprese da parte del buon Gary Hughes, non mancano. Giunto oramai a quasi un cd all'anno, senza contare le produzioni fuori dai TEN, Gary ha fatto più dischi dei Bon Jovi (nella metà degli anni!!!) e le sue tinte forti e determinate, dedite sempre e solo al sound roccioso ma melodico degli eighties, non sono mai cambiate, anzi.
Questa volta, per i suoi "dieci" l'uscita è stata preannunciata dall'abbandono (pare) di Vinny Burns e dal ritorno a sonorità meno complesse dei precedenti due lavori. Infatti le sonorità quì presenti portano direttamente ai primi due lavori, senza tenere conto della ricercatezza e della composizione marcata degli ultimi due dischi che, sinceramente, avevo molto apprezzato. Che dire di più? Non saprei, in fondo loro hanno il LORO modo di suonare e chi li conosce sa a cosa va incontro. Chi ancora non li conoscesse posso solo dire che i sei rockers anglosassoni cercano di darci dentro a più non posso, con riff potenti di chiara matrice statunitense degli '80, con giusto e dosato spazio alla melodia, soprattutto nei cori e nelle parti vocali. Gary Hughes purtroppo non ha una grande "disponibilità" vocale essendo, ahinoi, un monocorde esemplare ma, il fatto suo lo da a vedere e... sentire! Gli undici pezzi del cd lo dimostrano e le potenzialità di questa band non ha parti deboli. Forse, parere del tutto personale, il fatto che Hughes scriva tutte le songs dei TEN e dei suoi dischi solisti, finirà con lo stufare; si sente che pecca di originalità, soprattutto se ha questa "mole" di produzione annuale. Forse una pausa non guasterebbe.
Vedremo se per il Natale 2002 ci sarà un'altra uscita della "premiata ditta" rockettara inglese. per ora lasciatevi scorrere nelle vene il
gustoso e sanguigno rock proposto da questi inglesi duri a morire.
Marco Paracchini
PRETTY
BOY FLOYD
"Live at The Pretty Ugly Club"
Perris records - 2001
**** 7 ***
Davvero inatteso e forse senza senso questo album live dei glamsters hollywoodiani PBF, perché non mi sembra che a questo punto della loro carriera la cosa che serva di più sia un disco dal vivo, ma bensì qualche altra perla da regalare ai loro fan che in questi anni si erano persino stufati di seguirli (me compreso!). Detto questo, da vecchio fan del gruppo, non riesco prorpio a dare un giudizio negativo al CD, perché mi ha fatto veramente piacere risentirmi in versione ufficiale un loro live, con uno Steve Summers in splendida forma e un Kristy Majors a sfornare i riff che hanno fatto diventare famosa la band: "R'N'R Outlaws", "Leather Boyz With Eletric Toyz", "48 Hours", "Set The Night Of Fire", ...
Fortunatamente i quattro rockers propongono anche pezzi meno noti al pubblico come "Shock The World", "Shut Up" e "7 Minites In Heaven", mentre la chicca del CD sono i due brani inediti: "Don't Save Your Love" (che proprio nuova non è!), e "Its Still R&R To Me". Dal momento che esistono decine di loro pezzi inediti sparsi tra bootleg e demos, magari sarebbe stato meglio fare una raccolta con quei pezzi, ma per il momento mi accontento di questo disco dal vivo che per lo meno ci dimostra che forse nella scena hollywoodiana qualcosa sta cambiando.
Moreno Lissoni
BAD AMBITION
"Daydream"
Midnight Records 2001
**** 7 ***
Salutiamo con piacere un'altra etichetta che si presenta sul mercato odierno con la "specializzazione" in distribuzione di gruppi dediti all'hard rock del decennio ottanta o, almeno, sino ad ora. Gli italianissimi B.A. si presentano sul mercato con dieci pezzi freschi ed energetici dal sapore davvero retrò. Se i cinque rockettari del BelPaese volevano accostarsi agli eighties non potevano azzeccarci meglio. L'album si presenta come un vero e proprio omaggio all'heavy rock mid-80 tanto che, nell'ascolto, mi sono venuti in mente gruppi come WHITE WOLF, STRANGERS (quelli tedeschi) e MADISON. Sebbene siano un pò distanti dai sopracitati, i B.A. colpiscono per la loro caratteristica rivisitazione di quegli anni e di quel genere oramai sparito. Il singer Matteo Babini, scrive bei testi ma alle volte pecca in una pronuncia non eccelsa e in melodie vocali non sempre all'altezza. Mirko Guerra (ch) scrive e compone quasi tutti i brani con l'aiuto di Alex Crini (bs), Andrea Palli (bt) e Alessio Mosconi (ts) cimentandosi in riff al fulmicotone o ritmiche veloci ed affilate. Il loro sound spazia dall'aor di "Secret rendez vous" al class rock di "Winter night", sino alle esplosive e veloci "Wild white wolf" e "To feel lonely" quasi presa dai primi due capitoli degli EUROPE. Insomma, un disco che non ha molte pretese e da cui non dovreste aspettarVi grandi cose. Essendo comunque in giorni di festa, fateci un pensierino. Ascolto consigliato prima dell'acquisto.
Marco Paracchini
WINE
SPIRIT
"Bombs Away"
Perris Records - 2001
**** 8.5 ****
Raggiunto il contratto con la texana Perris Records, il trio italiano è uscito con questo ottimo album che farà la felicità di tutti gli amanti dell'hard rock/class metal. Prima la batteria di C.C. Nail e poi il riffaccio di Il Conte introducono l'hard'n'roll di "Off My Head", dove è inevitabile sbattere il piedino, segue il bel class metal LYNCH-iano di "Voyager" e la MOTORHEAD-iana "Tail Gunner". Dopo l'acustica "Freedom" e la trascinante "Wine Spirit" arriva "Short Hair Rocker" in cui sono evidenti le influenze VAN HALEN-iane, che a mio avviso sono uno dei gruppi più incidenti sul sound della band nostrana.
"Orangut-Angus" è un classico hard rock a stelle e strisce così come "Damned Clockstrokes (You'd Better Get Off)", mentre i virtuosismi al basso d'El Guapo ci conducono alle conclusive "Proud To Be Loud" e all'hidden track strumentale che troviamo alla fine della traccia numero 13. Gran bel disco, molto appetitoso per gli amanti degli 80's, un cocktail tra ROUGH CUTT, BADLANDS e DOKKEN.
Moreno Lissoni
SHANGAI
"Bombs away"
2001 Metal Mayhem Music
***** 9 ****
Dopo questi ultimi anni, con cd fatti da gruppi simbolo della decade ottantiana che fanno riflettere su come il tempo e le mode cambino il loro modo di esistere e suonare, ecco invece una gradita sorpresa, portata dai dimenticati Shangai. Band americana mai stata sulla vetta e mai apprezzata più di tanto,torna ancora sotto l'attenta produzione del buon vecchio James Christian (House of Lords), ben dieci anni dopo il loro esordio. Questo disco mi ha realmente sorpreso perchè è, indubbiamente, un "ritorno" che tutti ci saremmo aspettati da altre ragionevoli bands quali Guns, Poison, Warrant o Firehouse che, purtroppo, ci hanno invece dato ripetute delusioni in questi ultimi anni. Non è certamente il disco dell'anno e nemmeno un cd da avere assolutamente ma, questo è da apprezzare e valutare, come uno dei pochi esempi di bands americane che ancora fanno HARD ROCK. O forse l'unica.
Jayde (vc), Ron Kramer (bt), Tony Scialla (ch) e Jodi Reese (bs) ci donano dieci pezzi non entusiasmanti ma pieni di energia e scintillante vivacità. Ripeto, questo cd va veramente apprezzato per essere un vero successore, non solo del loro stradaiolo esordio ma proprio di tutta la "carrozza" rock che si fermò nei primissimi novanta. Pezzi come la trascinante "Life ain't easy" e la penultima "Promised land" sono songs al fulmicotone dove il sound fa smuovere avanti e indietro la nostra ormai statica testa. L'energia ha ruolo egemone come anche nella sesta e brillante "Pleasure and pain", senza contare l'introduttiva "Show me the way" che sembra uscire da "Whipped!" dei FASTER PUSSYCAT. Insomma, la forza a questi americani non manca di certo ma anche la dolcezza non viene eliminata del tutto, dandoci prova che le ballate rockettare hanno ancora valore e peso anche ai nostri giorni. Quindi via al duetto con la brava e dimenticatissima Robin Beck in "Through these eyes", proseguendo nella settima traccia con "Love has its reasons", una ballad che dodici anni fa avrebbe sicuramente assunto una posizione nelle top ten. E James Christian ci mette lo "zampino" vocale nell'ultima e malinconica ballad pianistica "Empty garden", facendo da corista in un pezzo struggente che spero, segnali solo, un malinconico arrivederci al prossimo album. Mi auguro solo di non dover aspettare altri dieci anni!
Marco Paracchini
SAHARA
STEEL
"Sahara Steel"
Perris Records - 2001
**** 7 ***
Paragonati a DOKKEN, BULLETBOYS e STEELHEART questi quattro rockers del Michigan sono riusciti a ben impressionarmi grazie al loro sound a metà strada tra l'heavy rock americano e lo street metal. Sono soprattutto le prime due band a lasciare il loro segno nell'opener "Fatal Heartbreaker" e in "Back In Trouble", in quest'ultima la voce di Jack Klunder si avvicina molto a quella del più noto MARQ TORIEN. Per un momento in "Save Your Prayers" mi è sembrato di risentire i grandi McQUEEN STREET, un heavy rock d'altri tempi e poi via senza troppe pretese e cali di tono per tutta la durata dell'album.
Disco che segue tutti gli standard del genere e che sicuramente non sarà il fenomeno del 2002, ma comunque rimane il fatto che si tratta un lavoro onesto, ma decisamente fuori moda... quindi vi potrà piacere!
Moreno Lissoni
DREAMTIDE
"Here comes the flood"
2001 Frontiers Records
***** 10 *****
PREFAZIONE: per chi legge le pagine di SLAM! sa che sono pochi i dischi da me recensiti con voti alti ma, per questa volta, credo che il 10 sia più che meritato. Sotto gli occhi ho una copia di HM dell' 87 dove "1987" dei WHITESNAKE veniva recensito con un voto, sì positivo ma non col massimo dei voti. Qualche mese fa, la riedizione masterizzata di "1987" e "Slip of the tongue" è stata segnalata da tutti (e dico tutti) i colleghi della carta stampata, dando 100. Mancano pochi giorni al 2002... non so quanti anni ancora dischi come questo verranno prodotti; so solo che i DREAMTIDE meritano davvero una chance in questo nuovo millennio.
RELAZIONE: Il gruppo interamente tedesco non è altro che la nuova e rivisitata formazione degli ex FAIR WARNING. Il talentuoso chitarrista Helge Engelke, riforma una band veramente in forma e in grado di dare la merda ai molti gruppi di oggi, sia nell'ambito rock che metal. In questa sua nuova creazione le sonorità, arricchite comunque da nuovi spunti e geniali collegamenti al mondo degli Indiani, si rifanno molto di più al suo primo gruppo (ZENO) che non alle ultime produzioni dei F.W. E' proprio ai fans degli ZENO che mi rivolgo; questo disco fa per Voi. Dodici perle di roccioso hard rock europeo infarcito di cori e melodie veramente ricercate e arrangiate con gusto e reale devozione al genere. I soli di chitarra sono stupendi e taglienti sebbene, a volte, Helge esageri nell'essere troppo prolisso nei riff solisti, facendo distogliere per alcuni attimi la magia del viaggio di "here comes the flood". Inutile la dettagliata trasposizione scritta di ogni song presente nell'album. Non certo per motivi di svogliatezza, tuttaltro, credo che questo album debba essere realmente ascoltato ed apprezzato per l'energia e alcuni "inni" melodici che fanno mozzare il fiato.
EPILOGO: Dodici canzoni, un pezzo strumentale che chiude l'album, uno dei migliori chitarristi europei, un buon cantante, una ricca sezione di accompagnamento credo possano bastare come ingredienti per un disco da avere e, a cui donargli un sereno "10" per determinata coerenza e sensazionale devozione alla ricercatezza di alcune melodie davvero atipiche in questi ultimi periodi. Buy or Die.
Marco Paracchini
COLOURBLIND
"Forever Lost"
Self Produced 2001
**** 7 ***
Chi l'avrebbe mai detto che anche a Malta si suona rock duro?! Ebbene si, questi 5 ragazzi oltre a saperci fare con i propri strumenti, hanno realizzato questo 4 tracks di rock progressivo: brani lunghi, frequenti cambi di tempo, solos e melodia sono gli elementi che contraddistinguono questo lavoro. Apre le danze "Colour Blind", un progressive melodic hard rock decisamente bello, seguita dalla title track "Forever Lost", 8 minuti e 19 secondi in puro DREAM THEATER style.
La lenta e melodica "Time (To Change)" evidenzia le buone capacità della band composta dal vocalist Paul Cassar, dal chitarrista Alistair Galea, dal tastierista Etienne Scicluna, dal batterista Shaun Galea e dal bassista Adriano Azzopardi, mentre negli oltre 10 minuti di "Devil Dance" possiamo riscontrare nuovamente del classico progressive rock, quello che ha fatto la fortuna della band di James LaBrie.
www.colourblind.ws
Moreno Lissoni
FACE FACE
"Childhood Dreams"
Self Produced 2001
**** 7.5 ***
Il quartetto svizzero degli Face Face non è altro che il side project del vocalist George Miller, già leader dei melodic rocker PURPLE CROSS. Il CD a mio avviso è molto bello e il voto non va al di la del "7.5" solo perché peccano un pò di originalità, ma vi assicuro che vi farete travolgere dalle suadenti melodie di questo "Childhood Dreams".
"Up To You" è un aor d'altri tempi con la voce di Miller e le keyboards in primo piano, "Angel In My Heart" pesca dalla scena scandinava degli ottanta, un mix tra DA VINCI, DALTON e TREAT. "It's Magic" e "Screamin'" sono altri due brani dove regna incontrastata la melodia e dove si possono avvertire le influenze a stelle e strisce della band, ricordandomi cult band come GENE WALK GROUP e qualcosina dei primissimi BON JOVI. Chiude il cd il melodic hard rock strumentale di "Human Touch" che suggella la buona prova della band elvetica.
www.purplecross.ch
Moreno Lissoni
WARRANT
"Under the influence"
2001 Downboys Records
*** 5 **
Alè, pacco dopo pacco, cerco di non voler credere a tutto ciò che le mie orecchie stanno ascoltando e ciò che i miei occhi vedono! Altro "capolavoro" inutile, scialbo, privo di personalità e pieno di cattive situazioni sonore.
Nove covers più o meno celebri del passato, partendo dagli AEROSMITH di "Toys in the attic" arrivando al sound dei QUEEN, con ""Tie your mother down". Ma non finisce qui, la lista comprende altri titoli quali "Hollywood" (Thin Lizzy), "Dead jail or r.'n'r." (Michael Monroe), "Hair of the dog" (Nazareth), "Suffragette city" (Bowie), "Surrender" (Cheap Trick), "Down payement blues" (Ac/Dc) e "Come and get it" (McCartney). Al di là delle opinioni prettamente personali sulla strana scelta effettuata, voglio invece accanirmi contro i due pezzi inediti "Sub human" e "Face" che dovrebbero, in qualche modo, definire una volta per tutte la nuova direzione dei WARRANT. Beh, se Warrant significa Garanzia qui non siamo molto distanti dal dire che io sono Coverdale! Quale fottuta "garanzia" dobbiamo aspettarci da dei cazzoni come loro? Dopo "Ultraphobic" ed il disgustoso "Belly to belly" se ne arrivano freschi freschi con due pezzi assolutamente fuori da ogni clichè o canone a me conosciuto. "Sub human" non dista molto dalle songs di ULTRAPHOBIC mentre la ballad "Face" (scritta a quattro mani con Kery Kelly nda) non è così grandiosa da farmi dimenticare le 42.500 £ire (21,95 Euro) spese per l'importazione dagli States! Quindi, da un incazzato vecchio e stanco rocker quale ancora mi definisco, posso solo dirVi, una volta per tutte, che l'hard rock dei vecchi gruppi è davvero morto. Speriamo nelle valide, seppur piccole bands europee, che ripropongono senza ipocrisie, il vero e maestoso sound degli Eighties'!
E anche dopo quest'altra delusione esco a farmi un aperitivo molto alcoolico... per dimenticare!
Marco Paracchini
KING KOBRA
"Hollywood trash"
2001 MTM Music/SPV/Frontiers Rec.
*** 5 **
Vorrei cogliere questa occasione per lanciare una domanda: ma che cazzo di senso ha far uscire questo tipo di album? Se qualcuno tra Voi me lo sa spiegare, ben venga. Trentasei mila lire buttate nel cesso con annesso tiro di sciacquone.
Tutto ciò che sta intorno all'uscita di questo come-back sembra ottimale; personaggi da urlo quali CC DeVille, Earl Slick, Jack Ponti, copertina à là White Snake, 13 pezzi di hard rock...ma dove? perchè? Dove cazzo è "Subway train" in cui suona CC DeVille? Non c'è! Quali sono le due bonus tracks del four pieces originale? "take it off" e "here comes the night"? Bello sforzo! L'ultima poi, è stata proprio uno scarto del passato e se ne capisce il perchè! Uno scialbo e stonato kelly keeling (ma che gli è successo? nda), un arrugginito Carmine Appice alle pelli, le chitarre poco incisive e scarsamente suonate da Mick Sweda e Steve Fister, sono il combo chiamato, per l'occasione (ma quale, poi?), col vecchio nome incisivo di KING KOBRA! Beh, cari vecchi fans dei K.K., sappiamo tutti dei loro continui cambi di sonorità e di musicisti ma, finire così è veramente una tristezza. Deludente per tre quarti dell'opera, le uniche canzoni che si lasciano ascoltare sono "Jesse" e "Ready to strike" un pò in sintonia (alla lunga) con il passato. Il resto? Canzoni rock senza capo ne coda, mal registrate e mal interpretate, prodotte dagli stessi Appice&Keeling.
Fossi in Voi ne starei alla larga. Una bella fregatura coi fiocchi, con annessi filtri vocali trendy e stoner rock furoi sintonia con tutto il loro passato. Cari KING KOBRA, andate in pensione e lasciate spazio a giovani un pò più in gamba! Se proprio volete far baccano, sceglietevi un altro nome... non sputtanate il passato... almeno quello!
Marco Paracchini
DEMON
DRIVE
Rock And Roll Star
Barfly Music - 2001
**** 8 ****
Dopo le delusioni avute dal loro ultimo disco, rieccomi qui di fronte il nuovo lavoro dei tedeschi DD capitanati da una vera leggenda per i melodic hard rockers teutonici: Michael Voss (Mad Max, Bonfire, Casanova e Silver). Il lavoro composto da 11 tracce inizia con "The Other Side", brano già presente su Heroes dei CASANOVA e con la bellissima cover "Sure Know Something" firmata Stanley/Poncia, una vera chicca per tutti gli amanti dei KISS.
"Do Ya?" e "In My Room" sono due coinvolgenti r'n'r, mentre nella title track il four-pieces va alla ricerca delle proprie radici con una track che profuma molto di Seventies. Il picco più alto dell'intero album viene raggiunto nella cover di SUZY QUATRO "She's In Love With You" dove Voss duetta con la bravissima LEE AARON... sensazionale! L'ultimo pezzo è un vero e proprio tributo di Voss alla Los Angeles della "hair metal-era", un heavy rock'n'roll riconducibile ai primi BONFIRE che chiude un CD molto bello fatto per chi ha sempre amato il "melodic krauti'n'roll"!
www.demondrive.com
Moreno Lissoni
NEXX
Nexx
Promo - 2001
**** 8 ****
Nati nell'autunno del 1999 hanno iniziato la loro attività suonando nei pub di Madrid proponendo covers dei Bon Jovi, Whitesnake, Toto, Journey, Mr. Big, Europe, Van Halen, Treat, Stryper, ecc... e supportando i connazionali Elyte e Mitch Malloy. Il quintetto composto da Oscar, Jose, Bernardo, Fran e Patricia, ha nella voce di quest'ultima il vero asso nella manica, ricordandomi molto da vicino quella di Sue Willets dei DANTE FOX. Il promo di 5 brani si apre con il melodic hard rock di "Get Fire", potente e melodica e facilmente riconducibile alla band di Miss Willets, segue "Consciously" altro hard rock melodico con chitarre e tastiere in evidenza.
Un piano introduce lo slow "One More Day" con l'interpretazione di Patricia davvero da brividi e poi ancora un'intrecciarsi di chitarre, tastiere e sezione ritmica in "After The Storm" che ci porta verso la conclusiva "Time To Fly" che riselte molto della scuola aor scandinava.
Nexx - Villa De Marin 18, 9°B Madrid 28029 (ESPANA)
www.galeon.com/nexx
nexxcorreo@yahoo.es
Moreno Lissoni
SURE
CONVICTION
Blind
Promo - 2001
**** 7 ***
Alla fine del 1991 i fratelli Matt e Paul Liffengren registrarono il loro album d'esordio intitolato "Fightin' The Battle", un cocktail tra arena rock, pop e aor, ma il vero apice della loro carriera lo raggiunsero nel 1993 con "Get Ready", distribuito dalla Giant Records a cui parteciparono personaggi illustri della scena rock mondiale come John e Dino Elephante, e membri della band di Elton John e Idle Cure. Dopo un CD registrato nel 97 sono tornati con questo "Blind" dove la band abbandona in parte le sonorità aor per avvicinarsi verso un più attuale pop rock da classifica, quello che sta facendo la fortuna dei vari MATCHBOX 20 e TONIC.
Sono infatti i primi che caratterizzano songs come "She Said" e "Benediction", mentre "Reality" mi sembra la versione rallentata di "You Oughta Know" di ALANIS MORISSETTE. Oltre ai pezzi già citati mi ha ben impressionato il power pop di "The Past" e la lenta "Don't Cry" che mi ha ricordato i christian rocker BRAVE. Album consigliati ai palati più soft perché qui abbandano le chitarre acustiche e le melodie da top charts.
www.sureconviction.com
Moreno Lissoni
DARE
"Belief"
2001 Legend Records/SPV/Frontiers
**** 8.5 ****
Darren Wharton non si ferma e non ha intenzione di farlo nel prossimo futuro. Dopo aver dato l'impronta ultramelodica con "Before the storm" di due anni fa, ritorna con un album ancora più intimista e dolce, circondato da nuove parti strumentali, caratterizzate da violini, cornamuse, flauti e pianoforte. Undici canzoni dal sapore malinconico che rendono "materiale" l'idea che Darren ha della vita: Felicità, relax e tanta, tanta dolcezza.
E buttandosi ad occhi chiusi in questo viaggio musicale, non si può non incontrare le dolci atmosfere che caratterizzano questo album e credo non si possano non amare le coordinate di questo intero capolavoro di melodia. Certo, del Darren del passato non c'è nulla, se non la voce caratteristica, calda e roca che ne dà l'impronta fondamentale in tutto questo contesto. Richard Dews (Acoustic Guitars), Andrew Moore (electric guitar) e Julian Gardner (drums) accompagnano darren e noi, in un insieme di paesaggi delle Highlands, circondati da una folta nebbia e dal rumore delle onde contro gli scogli... Per chi vuole rilassarsi allora questo è proprio il disco giusto.
www.darrenwharton.demon.co.uk
Marco Paracchini
PINK CREAM 69
"Endangered"
2001 Massacre records/Self
**** 7.5 ***
Non sapendo come buttare via i soldi, il caro e vecchio bassista Dennis Ward, produce, per l'ennesima volta, il suo combo oramai collaudato nell'arco di tutti questi anni, i P.C.69 appunto.
Un intro corale e dieci pezzi al fulmicotone, rappresentano questo nuovo lavoro dei nordici inclini al sound roccioso dei primi nineties. Qualquno li ha paragonati ad un nuovo gruppo portabandiera dell'hard rock degli eigties...probabilmente, chi l'ha scritto, l'hard rock degli anni ottanta non l'ha mai ascoltato e, permettetemi, amato! certo, questi quattro personaggi ci danno dentro di brutto e non sembrano voler approcciare col modernismo attuale anzi ma, da qui a dire che suonano eighties ce ne passa di acqua sotto i ponti... David Readman, già coi Pink dal secondo album, non assume più estrema energia vocale nei pezzi, coinvolgendo a metà anche un loro fan come me. Kosta Zafiriou (bt) e Alfred Koffler (ch) rendono pienamente idea che dietro ai loro strumenti ci sanno fare. Un pò retorici e troppo simili ai loro stessi pezzi del passato, consiglio l'album solo agli appassionati del combo crucco ma, agli altri, consiglio vivamente l'ascolto prima dell'acquisto. Ottima la produzione.
www.maikel.de
Marco Paracchini
LE MANS
"Le Mans"
1986 Sony/2001 Sony Music Special Products
***** 9 ****
E chi se li ricordava più questi grandi del passato statunitense? I poco fortunati LE MANS hanno, nel loro piccolo, fatto follie e, molti di loro hanno trovato poi fortuna in gruppi più o meno famosi. Pensate che nei tre album che la sony produsse, i L.M. cambiarono, per ogni disco, formazione. Tra i tanti che passarono sotto il nome strano ma efficacie di LeMans, ricordiamo Derek Frigo (poi con Enuff Z Nuff), Mickey Thomas (Deep Purple, Big Bad Wolf), Josh Ramos (Velocity, Two Fires)e Johnny Johnson (tastierista in diverse performances live di svariati gruppi). Insomma, questo combo americano ci sapeva fare e i loro bei dischetti li hanno venduti. Questo episodio omonimo risale al 1986 ed il sound proposto da Peter marrino (vc), Brett Bloomsfield (bs), Derek Frigo (ch) Kenny Stravoupolos (bt) e Johnny Johnson (ts) rappresenta al meglio le coordinate rock-pop del decennio ottanta.
L'aor pomposo e originale, ripercorre fedelmente i clichè del sound "cinematografico" e da "hit" dei bei tempi andati. Ci sono dieci canzoni che credo soddisfino tutti, dalle ballads malinconiche a pezzi di puro e schietto Hard AoR come "Don't wanna work" accompagnato da un solo di sassofono che fa venire i brividi. Un disco senza enormi pretese, un disco che deve essere ascoltato e digerito tenendo conto dell'anno in cui questo prodotto fu registrato e messo in vendita.
Un hip-hip hurrà a quelli della Sony che ci stanno dando dentro con 'ste ristampe! Hip Hip Hurrà!
Marco Paracchini