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MASS
"Final Circle"
Forereel Records - 2002

Un genere che non è mai definitivamente morto è il christian rock (o white metal) che ebbe il suo periodo di maggiore splendore proprio negli Eighties con gruppi come Stryper, Whitecross, Guardian, Jerusalem e questi Mass attivi dal 1984 e con alle spalle una serie di album tra cui "Voices Of The Night" prodotto da Michael Sweet.
Dopo il "The Best" di due anni fa ecco uscire la band con questo "Final Circle", un demo-CD di 8 brani in cui il four-pieces americano si cimenta con un sound aggressivo e a passo con i tempi, attenzione, con ciò non voglio dire che ci troviamo di fronte ad un disco grunge o nu metal, ma bensì ad un class metal tosto che da poco spazio ai coretti per mettere in evidenza la chitarra di Gene D'Itria e l'ugola di Louis D'Augusta.

"The Maze" è il brano che apre il lavoro, un heavy rock di scuola DOKKEN-iana, invece in "Justify" si contraddistingue per il maggior uso della melodia e per le lyrics scritte apposta per gli eventi dell'11 settembre, mentre la title-track è un improbabile incrocio tra gli ultimi TNT e gli SKID ROW. Alla traccia numero 4 troviamo il mio brano preferito, "Coming Home", la canzone più melodica del disco che nel coro centrale sembra di star a sentire gli EUROPE, mentre in "Crumble" sono le doti di Michael Palumbo (al basso) e Joey Vadala (alla batteria) a primeggiare!
Lavoro onesto e senza troppe pretese che lascia ben sperare per il genere in futuro.



www.talonrocks.com



 

TALON
"Talon"
Frontiers Records 2002

Gli statunitensi TALON nascono dalle ceneri dei semisconosciuti VOXEN che, nel 1995, diedero alla luce un cd prodotto celermente e quindi carente di una produzione ottimale. Oggi, grazie alla Now&Then e alla partenopea Frontiers, Kory Voxen (chitarre e fondatore del gruppo - nda) dà alla luce il suo secondo cd, con qualche cambio di line-up.
Il cambiamento più evidente è la scelta del nuovo singer, Michael O'Mara, anziano rocker californiano. Al di là della scelta del nuovo singer e della parte d'accompagnamento, i TALON portano comunque un cambiamento strutturale e compositivo in tutto il loro lavoro.

A differenza del cd precedente i riff appaiono più pesanti e meno coinvolgenti e il nuovo singer, in sparuti momenti, non pare essere stato un acquisto del tutto appropriato. I pezzi presenti sono abbastanza ben distribuiti ma alcune songs annoiano da subito portando il dito a premere spesso e volentieri sul tasto "avanti". Undici tracce rockeggianti che portano alla mente i rinati PRAYING MANTIS associati al sound dei teutonici BRANDED.

Niente di più e niente di meno, un cd ascoltabile ma non all'altezza del prezzo proposto dai circuiti distributivi… ma, non per difendermi, tutto ciò rimane comunque frutto dei miei gusti personali…
A Voi la scelta se acquistarlo o meno dopo un ascolto vivamente consigliato.
Marco Paracchini


www.Escape-Music.com



 

MECHANIX
"Regenerator"
Escare Music/Frontiers Records 2002

Finalmente anche la Escape Music, dopo qualche passo falso, sembra essere tornata in pista con alcuni progetti abbastanza validi. Uno di questi è sicuramente l'uscita del combo statunitense MECHANIX che, senza problemi di sorta, si impegnano a riesumare ciò che fu il rock di quindici anni fa. Infatti i dodici brani proposti, pur non brillando di originalità, si accorpano fedelmente a ciò che band quali WINTER ROSE e/o DIRTY RHYTHM han fatto nella loro carriera. Il sound è corposo e diretto quindi anche la voce acuta del singer John D'Angelo non sfigura affatto in tutto il contesto, portandoci quasi ad un perfetto incrocio canoro tra Joey Tempest (EUROPE) e Tony Harnell (TnT).

Le sonorità pop-metal esaltano le qualità di questi personaggi. E' così che Dave Gundaker (ch), Danny Pisano (bs), Eric Monroe (bt) e Scott Anderson (ts) riescono a far brillare di luce propria questi dodici brani dal sapore retrò, riuscendo in pieno nelle loro e nostre aspettative.
Non conoscendo i curriculum vitae dei sopraccitati, posso solo dire che i cinque capelloni ci sanno fare e che, sicuramente, avranno più di una chance per proporre al pubblico una seconda release.
In attesa dunque di un nuovo full-lenght, continuo nell'ascolto di questo grazioso cd.
Per amanti del genere.
Marco Paracchini

 




 

TONY MILLS
"Cruises"
Z Records 2002

Gli anni passano per tutto e tutti e quindi anche certe icone del rock possono essere prede della mancanza di autostima e autorazionalità che forse, vengono meno quando sotto il naso si ha un contratto discografico regalato. Nel mentre della produzione del nuovo lavoro degli SHY, la Z Records ha pensato bene di oliare il terreno dando, secondo me erroneamente, in uscita un mini-cd dei sopraccitati e il disco solista di Tony.

"Cruiser" è una sorta di raccolta di ciò che Mills ha scritto negli ultimi anni e che, stranamente, non è mai riuscito a dare ai fans (…forse un "perché" c'era!).
Il lavoro fatto non è male ma col passare delle tracce è sensibilmente presente una "distanza" produttiva tra un brano e l'altro e, in alcune songs, le composizioni sono meno godibili grazie al mixaggio non appropriato e alla batteria elettronica non sempre all'altezza. Alcune sbavature di Tony rendono certi pezzi ancora meno apprezzabili ma, tutto sommato, non si può dire che manchino belle canzoni. Quelle che mi sento di citare sono le prime tre; "Only love knows why" dove il sound degli AIRBORNE si mischia perfettamente a ciò fatto dai nuovi BARON, "Keep the faith" ove l'aor dei WALLS OF SILENCE fuoriesce da ogni arrangiamento e la lenta e pianistica "As sure as the river runs" dove il chorus appare geniale e di facile rimembranza.

Un passaggio senz'altro storico per questo singer che non ha mai avuto una fama degna di nota ma comunque un disco che poteva essere assemblato come bonus-cd in qualche nuova uscita degli SHY o, perché no, in qualche lavoro davvero nuovo di questo cantante che pare duro a morire (musicalmente, intendo - nda). Se siete amanti dell'Aor e delle note altissime che Mills riesce a raggiungere allora mettete mano ai portafogli, in caso contrario lasciate i soldi dove stanno, sono certo che ci saranno tempi migliori.
Marco Paracchini

 




 

ARJIEN LUCASSEN'S STAR ONE
"SPACE METAL"
2002 INSIDEOUT MUSIC

Messo in standby il progetto AYREON l'ex Vengeance Lucassen dà alle stampe questo "Space metal" sotto il monicker Star one. L'idea del progetto nasce dalla passione dellì Ayreon Master per i film di fantascienza, ed infatti ogni song contenuta nel cd trae ispirazione da un preciso fanta movie, ma dato il mio totale disinteresse per questo genere cinematografico non sono in grado di potervi sgnalare le precise fonti di ispirazione da cui nascono le composizioni di "Space metal".
Ben più interessante invece è il parterre di musicisti che accompagnano Arjien Lucassen in questa sua nuova avventura tra i tanti nomi illustri non posso non segnalarvi il grandissimo Russell Allen dei Symphony X e il versatile Dan Swano alle voci; le pelli sono magistralmente picchiate da Ed Warby (Lana Lane, Ayreon) mentre possiamo godere delle special gues appearances dei Keybords Masters Jens Johanson e Erik Norlander.

Differentemente dai capitoli targati Ayreon viene in questo caso messo da parte, non del tutto intendiamoci, l'aspetto più propriamente progressive che carartterizzava lavori come "Electric Castle" ad esempio, a favore di un hard rock più diretto che paga non pochi tributi a Rainbow, Purple e Black Sabbath su tutti.
Evito di esaminare ogni song contenuta in "Space metal", vi basti sapere che pur non trovandoci di fronte ad un capolavoro il cd si distingue tuttavia per un'esecuzione ad altissimi livelli e per una proposta musicale che farà felici tutti gli amanti dell'hard rock anni 70/80.
Umberto Sartini





 

THE RASMUS
"Into"
2002 Playground A

Devo dire che questi 4 ragazzi scandinavi mi hanno davvero piacevolmente colpito, riuscendo a far convivere in maniera più che egregia del buon punk’n roll alla Backyard Babies con un pop da classifica che non guasta mai, ed è infatti con il singolo"f f f...falling" che i The Rasmus stanno spopolando su MTV e VIVA Television.

Degna di nota è la seconda traccia "Bullet" dal flavour molto Manic Street Preacher, mentre la poppy "Chill" emerge per le sue atmosfere sognanti, con "Madness" si spinge l’accelleratore su un power pop molto intrigante e divertente ma è con "f f f...falling", appunto, che i The rasmus ci regalano un piccolo gioiello che ha tutte le carte in regola per fare di questo combo di giovani rocker nordici un’importante realtà dell’hard rock contemporaneo.
Acquisto consigliato a tutti.
Umberto Sartini



www.a-communication.com



 

A
"HI-FI SERIOUS"
2002 LONDON RECORDS

Gli A rappresentano per il sottoscritto la vera rivelazione del 2002, infatti dopo aver visto il video di "Nothing" sono rimasto un quarto d'ora a bocca aperta davanti allo schermo, erano anni che non ascoltavo una band con una grinta del genere, supportati tra l'altro da un singer incredibile che può essere considerato una sorta di incrocio tra Steve Perry, Sting e John Waite. L'ulteriore sorpresa è giunta dall'ascolto dell'intero cd, infatti sebbene "Nothing" si avvicini, pur molto lievemente, a certe sonorità nu-metal, il resto del platter è un autentico concentrato di hard rock diretto e graffiante, laddove per hard rock intendo acts quali Backyard Babies; Slash's Snakepit, Offspring....

Ascoltate "Something going on" o la spettacolare "The distance" dal break centrale scaturito direttamente dagli eighties, oppure la title track dal mood trascinante ed irresistibile.
Non mancano momenti più rilassati e trendy, se vogliamo, come la "Policeiana" "6 'o clock.." o la ficcante "Going down".
Se cercate dunque una band di cui innamorarvi in attesa che Sua eccellenza Axl ci renda partecipi circa i suoi progetti , gli A fanno al caso vostro.
Umberto Sartini



www.jadedheart.de



 

JADED HEART
"The Journey Will Never End"

MTM/SPV/Frontiers Rec. - 2002

Il viaggio che non finirà mai è proprio l'ascolto di questo cd. Michael Bormann è ormai divenuto un'icona del classic hard rock di vecchio stampo, con la fortuna di avere talento compositivo e vocale, degno di pochi sopravvissuti della scena rockettara (europea, in questo caso - nda). La MTM ha così voluto premiare i fedelissimi fan di questo genere, dando spazio meritato a questa band che, sono certo, piacerà ai molti che non li hanno ancora saputi apprezzare nel loro passato.

A due anni di distanza dal loro "come back" (più che altro alla qualità di produzione…) questo full-lenght risente non poco dell'influenza incisiva del possente vocalist europeo che sa ammaliare chiunque con la sua calda ugola d'oro. Per chi non avesse mai ascoltato questa band, posso solo dire che, acquistando questo cd, sarete presi di mira dall'energia positiva e devastante che esso porta in grembo. I riff taglienti ricordano i GOTTHARD ed i DAMNED NATION di qualche anno fa e, la loro produzione, risente dell'abile ed esperta figura di Tommy Newton (VICTORY), che ne fa un capolavoro nel "piccolo mondo" dell'underground musicale.

I pezzi, che sono dodici, hanno tutti un'eccentrica voglia di uscire come single quindi, cari lettori di SLAM!, posso affermare senza mezzi termini che, i JH, ci sono riusciti in pieno, mantenendo salda la loro tradizione al sound ottantiano. L'unico pezzo che esce dai canoni è "We'll drag you down" che si presenta come una sorta di cross-over melodico ma che, parola di rocker, non mette infamia ne disdegno ai nostri occhi… anzi, devo ammettere che è un pezzo talmente carico che mi ha esaltato al limite del possibile, riascoltandomelo ad altissimo volume nelle orecchie!
Non c'è molto da dire ancora… loro sanno suonare, sanno esprimersi al meglio, hanno un'ottima produzione alle spalle… che volete di più dalla vita? Fossi in Voi andrei a prenotarmene una copia dal negoziante di fiducia!
The journey will never end…Hard Rock will never die!
Marco Paracchini


www.bonfire.de



 

BONFIRE
"Strike Ten"

BMG / 2002 Z Records - 2001

Ricordo come se fosse ieri quando, per la prima volta, fui sorpreso dalle note memorabili del disco "Point Blank". Era il 1989 e, mai avrei immaginato che, proprio loro, potessero continuare a sfornare dischi sino ad oggi. Non avendo così mai perso nessuna loro uscita, l'anno scorso ero incazzato nero poiché non riuscivo a trovare un importatore di questo rockeggiante "Strike Ten".
Oggi, grazie alla solita ed affidabile Z Records, la ristampa è stata così distribuita in tutta Europa mentre in Germania e in Giappone ci hanno già pensato quelli della BMG…

Ascoltato e riascoltato prima di mettermi di fronte a questa grigia tastiera, debbo ammettere che sono fenomenali. Certo non hanno scoperto l'acqua calda e nemmeno vogliono far apparire questo ma hanno quel "timbro" di fabbrica che meraviglia sempre, per la loro dannata coerenza ed il loro coraggio. Hanno ancora la forza di mettersi di impegno e donarci riff scontatissimi ma sempre pieni di carica ed energia che spaccano i muri. Certo, Lessman (vc) non ha più l'ugola di un tempo e il fidato Ziller (ch) non propone chissà quali virtuosismi ma io non posso fare a meno di apprezzare i loro sforzi nel dare degli inni a questo genere. "Strike back", "Good time rock 'n' roll" e "Too much Hollywood" sono solo alcuni esempi di questo bell'album, per non menzionare le altre nove chicche piene di sudore ottantiano e "maledetta" malinconia e le due belle bonus tracks che la Z Rec. ha voluto donarci, quasi in cambio della nostra pazienza durata più di dodici mesi.

Un disco prodotto molto bene, senza intoppi, senza eccessi, senza ipocrisie. I BONFIRE sanno fare solo questo e, credetemi, sono anni e anni che lo fanno bene…questo non è altro che il loro ultimo esempio di "grandezza" nel proporre un Hard Rock senza troppe pretese. Chi avesse voglia di farsi un giro nel loro mondo, oltre a consigliarVi il disco sopraccitato, penso che anche questo full lenght non sia da meno…ovvio, contando che hanno 13 anni in più…
Marco Paracchini



nobodysfool.cjb.net
nobodyfool@mbox.com.au



 

NOBODY'S FOOL
"EP - 2002"
Sel Produced - 2002

Dal paese dei canguri arrivano questi quattro rockers (già presentati lo scorso anno nella sezione "New Bandz" con il loro CD intitolato "II") con questo mini di quattro brani che segna i progressi fatti dalla band. Come è facile intuire gruppo non si è per nulla disconstato dalla musica proposta in passato e continua a creare trame di melodic hard rock con sonorità ampiamente collaudate dai maestri sacri del genere, ma alla fine, nonostante la mancanza di originalità ho apprezzato il poker di canzoni grazie anche al buon lavoro alla sei corde di BK, offrendoci delle buone performance come nell'hard rock melodico di scuola LILLIAN AXE di "Hold On".

Lo slow "Forever" e il classico lentone che nonostante il bel solo di chitarra non presenta niente di nuovo, mentre l'opener "Inside Out" e la traccia di chiusura "Bye Bye" sono altri due episodi carini, ma nulla di più.
Moreno Lissoni


www.hanoirocks.com



 

HANOI ROCKS
"People Like Me"
Akashic Rocks - 2002

Gli angeli maledetti dicono sempre la verità, anche quando mentono. Signore e Signori, raccogliete i frammenti di un sogno infranto, levate un calice al cielo e fottetevene di tutto: il ROCK'N'ROLL è tornato! A me solo a leggere quel nome lassù (HANOI ROCKS, ragazzi, HANOI ROCKS!!!!) vengono i brividi, e giuro che la prima volta che ho sentito questo singolo (biglietto di lusso per il full length previsto per quest'estate) quasi tremavo dall'emozione. Andy McCoy e Michael Monroe sono l'incarnazione cristallina del rock, anime che il destino ha voluto perdenti e fiere, menestrelli ubriachi e puttaneschi della sfortuna. Gente fottutamente vera.

"People like me" suona da subito perfetta, con quel testo (chi ha visto Real McCoy si vada a rivedere una delle scene iniziali del film per scoprire la scintilla di questa canzone!) che non può non essere stato scritto dalla penna intrisa di fuck you attitude di un Mike ispirato e sarcastico, mentre la chitarra di Andy arriva a incorniciare i versi sussultando in modo inconfondibile, e se al primo chorus non vi scappa una lacrimuccia di gioia siete solo degli schifosi bastardi. "Lucky" ricorda molto le ultime cose di Monroe solista, ed è impreziosita da un sax à-la Oriental Beat, mentre chiude il singolo "Winged Bull", scritta da Daryl Hall, una slow song oscura e evocativa, da ascoltare con gli occhi chiusi e il cuore aperto. Nel singolo è presente anche il video di "People Like Me", roba da leccarsi i baffi, garantito al limone!
Welcome back Muddy Twins, we need people like you!
Simone "11th street kid" Parato


Jussi Rasanen -
Oppipojantie 8B, 00640 Helsinki (FINLAND)

listen.to/aurorak
jr_aurora@surfeu.fi



 

AURORA K
"11th Hour"

Soundmen Records - 2002

Già presentati lo scorso anno nella sezione "new bandz" ecco che ritornano i finlandesi Aurara K che, dopo la dipartita dell'originale sezione ritmica hanno preso tra le loro fila nuovi membri: Santtu Kujala, Joachim Silberstein e Suvi Salo che si vanno ad aggiungere ai due veri pilastri della band, la bella vocalist Katriina e al chitarrista Johnny A.

Lo scorso aprile è uscito questo "11th Hour" primo vero singolo ufficiale del gruppo prodotto da una piccola label del posto che gli ha dato l'opportunità di registrare due tracce e il video (inserito anche nel CD) della title-track che vi consiglio di vedere perché è veramente ben fatto nonostante il basso budged a disposizione. Il primo dei due brani, "11th Hour" è un vigoroso hard rock impostato sul buon lavoro alla chitarra di Johnny A e sull'interpretazione "cattiva" della vocalist di Helsinki, mentre le tastiere in "The Hopeless" mi portano a pensare ad una versione al femminile degli HIM (meno gothici).

Ancora presto per dare un giudizio completo al gruppo, ma se come stanno facendo punteranno sull'immagine e la presenza di Katriina, credo che potranno ottenere dei riscontri molto positivi.
Moreno Lissoni


www.avispamusic.com



 

GOLDEN FARM
"Angel's tears"
Avispa Music / Frontiers Records 2001

La caliente Spagna sta avendo una crescita spaventosa per ciò che concerne le bands dedite all'Adult Oriented Rock e, dopo interessanti uscite e/o ristampe, tocca ora ai bravi G.F.
I cinque personaggi propongono un gustoso assaggio di melodie old-style, rispolverando tutte le coordinate compositive della metà degli anni ottanta.

SURVIVOR ed AVIATOR sembrano essere le muse ispiratrici del combo ispanico. Riff di chitarra sostengono le tastiere di Sergi che hanno sempre un ruolo fondamentale in tutto il full-lenght. Loren firma tutte le tracce di chitarre nell'album mentre l'ugola di Tony Menguiano fa assaporare ai vecchi fans dell'AOR, tutta la carica e l'incisività vocale che serve in progetti come questi. Graziosa ed esaltante è la tirata "I can't tell you" che apre le danze, mentre calda e rovente è la seconda traccia dal titolo di "Tears of loving". Il class rock entra prepotente in "Fire and ice" mentre altra melodia eighties' style giunge con "Everything sometimes" dove sembra ci sia un mix tra GIANT e BAD ENGLISH. La pomposa "I need your love" lascia poi spazio a "Time after time" dove il piano copre un ruolo forte ed intenso in questo incrocio tra ALIAS e RICHARD MARX.Gli HOUSE OF LORDS sembrano incedere più che mai nella successiva "All night long" dove ci sono ombre che riportano alla mente le forme sinuose di un "Serpente bianco". Un riff prepotente subentra con "Why these years" facendo contenti tutti i fans del class rock di vecchia data. "I want to know" sa di già sentito ma non riesco ad indovinare a chi essi sembrano aver copiato note e melodie vocali…

Altra chicca decisiva è "They say" dove pare che i TEN si siano incrociati con i nordici HUSH. Quasi pop giunge "All I want" che lascia poi spazio alla ballata malinconica finale sorretta da una chitarra acustica niente male.
Un album pieno di sorprese ma tutte decisamente sopra ciò che fu fatto e scritto venti anni fa. Quindi se siete amanti di quei tempi e vi manca un nuovo dischetto AOR per accompagnarvi in viaggi o storie d'amore, allora questo Cd fa veramente per Voi…
Sentire per credere.
Marco Paracchini





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www.nine24.com



 

NINE24
"6-pack"
Kivel Records / Frontiers Records 2001

Strano ed esuberante album infarcito di chitarrone pesanti e melodie ottantiane, tutte scritte (testuali parole della band) per divertirsi nei momenti "down" della vita, va assolutamente ascoltato ad alto volume. Peccato che i pezzi siano solo otto e che l'intro sia qualcosa sì di spiritoso ma di dubbiosa utilità.
Il rock 'n' roll storpiato e riproposto quasi in chiave WARRANT, dona per alcuni attimi belle sensazioni e voglia di far casino. Convincenti a metà, questi scanzonati rockettari hanno proprio voglia di divertirsi e far divertire, proponendo così quasi una sorta di demo che può solo essere una colonna sonora di qualche rock-party da spiaggia, con fiumi di birra, naturalmente (il titolo rappresenta proprio il pacco da sei delle lattine di birra -nda).

Grazioso e curato molto bene anche nella cover, i Nine24 non vanno presi sul serio ma ascoltati proprio nelle occasioni sopraccitate. In attesa di un loro album più "ampio", mi godo il resto della giornata ascoltando questo dischetto niente male.
Marco Paracchini



www.perrisrecords.com



 

SAHARA STEEL
"Sahara Steel"

Perris Records / Frontiers Records 2001

Incredulo sino al midollo che questo cd sia dei giorni nostri, continuo allibito a riascoltarmelo proprio per rendermi conto di quanto tempo sia passato tra i gloriosi giorni del Class Rock a quelli odierni. I Sahara Steel sanno il fatto loro e, se è vero che il loro prodotto è del 2001, tanto di cappello a chi, come loro, continua a credere nei riff al fulmicotone e alle melodie rockettare degli ottanta. Perfetto incrocio tra quello che sono stati i VICTORY di Garcia e quelli che sono stati i primi SKID ROW, questo album decreta la power-way scelta dai quattro statunitensi. Niente modernismi, niente patti col music-biz, solo sano e potente hard rock a stelle e strisce.

Profondamente radicati a quegli anni, Jack Klunder (vc), Patrick Sheppard (ch), Bryan Eckhart (bt) e Mark Moore (bs) ci deliziano con dieci tracce inverosimilmente legate a tutto ciò che rock star del passato hanno fatto. Verrete capovolti dai riff delle prime due tracce "Fatal Heartbreaker" e "Back in trouble" per poi cadere nella malinconica power ballad "Heart of fire" che ricorda proprio le coordinate dei teutonici VICTORY. Si prosegue sempre e comunque con pezzi forti e lanciati a ritmi serrati con rock 'n' roll e street rock d'altri tempi…la dice lunga anche la quinta canzone "Booze, Tattoos & rock 'n' roll" che in fatto di malinconia se la canta proprio bene.

Un piatto condito da diversi spunti, sempre sotto il segno di bands quali Motley, Skid, Ratt, SteelHeart e compagnia bella. Un cd immancabile ai fans di questo genere, un cd che non sfigurerebbe affatto accanto agli altri, se non fosse per la solita mancanza di info e booklet. E a proposito di questo vorrei continuare la mia "lotta" contro quelli della Perris che non si sbattono mai abbastanza per fare copertine quantomeno accettabili…eccheccazzo fratelli…un po' più di fantasia per piacere!
Marco Paracchini




FastLane Records
1029 Cambridge
Oklahoma City, Ok 73160

www.fastlanerecords.com



 

LAZARUS
"Lazarus"
Fast Lane Records - 2002

La band dell'Ohio nasce alla fine degli anni 80 e debuttando nel 1988 con "Greased'n'Primed", ma dopo una serie di cambi di formazione il gruppo realizza nei primi anni 90 "Miss B. Haven" e "Bombz Away" che sono i 2 dschi raccolti in questo doppio CD prodotto dalla FLR Fast Lane Records.

I veri punti cardini del combo americano sono il vocalist Jimmi Migliozzi (autore di tutte le lyrics) e il chitarrista Ronnie Williams, mentre a completare il quintetto troviamo Garry Palcisco al basso, Mick Rispoli alla chitarra e Mike "Thumper" Young alla batteria che grazie alle loro radici prettamente ottantiane ci regalano delle ottime rock tunes di hard rock a stelle e strisce, dove fondono egragiamente gli insegnamenti dei primi VAN HALEN, TESLA e se vogliamo anche MOTLEY CRUE ("provate ad ascoltare "Miss B. Haven").

Il primo CD, "Bombz Away" datato 1994 si fa apprezzare in brani come "Bedroom Eyes", nella title-track e in "Down N Dirty", ma i brani sono tutti ben oltre la sufficienza e accontenteranno tutti gli appassionati dell'arena rock. Stesso discorso per "Miss B. Haven" dove chitarre quasi DOKKEN-iane si fondano ad atmosfere più sleazy, come nella glammy "Mama Didn't Raise No Fool" dove la band mi ricorda i TUFF. La ballata "Haunted" e "Too Far Gone" sono altri due pezzi molto validi e mi fanno ben sperare per il loro imminente ritorno.
Moreno Lissoni


www.thepeawees.com


 

PEAWEES
"Dead End City"
Stardumb Records - 2001

Come può non piacermi un disco che si chiama così?? Come può non piacermi una band che ha un immaginario 50's oriented, con bella mostra di ES-335, hair grease, pin ups, un mega ritratto di ELVIS e il vinile di "London Calling" (uno dei 5 dischi che mi porterò dietro all'inferno) appoggiato al Marshall??

I PEAWEES vengono da Las-Pezia e "Dead End City" è il loro terzo full lenght, 11 songs + 1 cover di creeper-soiled brand-punkabilly di ottima fattura e classe. "Road To Rock'n'Roll" romba sparata a 90 mph, liriche graffianti e un coro-manifesto innodico, pura dinamite! Tutte le song sono davvero accattivanti e trasudano 110% lover's rock attitude, un ideale cocktail a 5 stelle di CLASH, SOCIAL DISTORTION & CHUCK BERRY. Vocals rabbiose e melodiche, clappin' hands, guitar riffs che si rincorrono a mo' di cromate custom cars e una sezione ritmica ficcante e indiavolata: impossibile trovare un difetto, impossibile resistere, impossibile non agitare il vostro fottuto corpo!!
Simone "Ball n Chain" Parato




FastLane Records
1029 Cambridge
Oklahoma City, Ok 73160

www.fastlanerecords.com



 

THE EROTICS
"21th Century SOB"
Fast Lane Records - 2002

Finalmente ho l'opportunità di ascoltare questo quartetto di New York che da qualche anno gironzola per gli States con il loro abrasivo glam rock'n'roll. Il gruppo nato ascoltando
Dead Boys, New York Dolls, Alice Cooper, Motley Crue, Guns 'N' Roses e KISS, riflette in questo "21st Century S.O.B." tutte quelle influenze aggiungendogli però quel tocco punkeggiante che va molto in questi ultimi anni risultando una specie di NEW YORK DOLLS o una versione più glammy dei RAMONES.

Si parte con il glam punk della title-track, si prosegue con le stesse coordinate in "Banged Up" e poi uno dei miei pezzi preferiti dell'intero album, "Anxiety 101", un r'n'r trasandato e sculettante. Stranamente alla traccia numero sei troviamo la semi acustica "Girls On Drugs" che per un momento placa un pò gli animi, ma già dalla traccia seguente, "Public Enemy #1" si ritorna a rockare e ci fa capire quante generazioni hanno influenzato Sixx & Co. Un'altro gran pezzo è secondo me "Teenage Drag Queen" con la corrosiva voce di Michael Trash e la chitarra di Uzi a farla da padrone, uno di quei brani che dal vivo spaccano mentre a chiudere la formazione ci sono il bassista Jett Damage e il batterista Eric Stathis. Lavoro discreto che pur non facendo fare il salto di qualità al gruppo mantiene viva e calda la scena americana.
Moreno Lissoni


www.robzombie.com


 

ROB ZOMBIE
"The Sinister Urge"
Geffen - 2001

So già a cosa state pensando… che diavolo c'entra Rob Zombie su un portale come Slam! Ho indovinato eh? Ebbene: se vi dicessi che ascoltando "The sinister urge", ultima fatica del mefistofelico Rob, non facevo altro che pensare ai Motley Crue?….
Comunque… dopo la mezza delusione avuta con il primo solo-album dell'ex White Zombie, "Hellbilly de-luxe", eccessivamente votato a certe sonorità "Marylinmansoniane", non posso far altro che esultare di fronte ad un cd del genere in grado di riportarmi ai tempi in cui bands come Wasp, Alice Cooper, e i sopracitati Crue davano un gran da fare al PMRC di Tipper Gore (a proposito, chi si ricorda "Ode to Tipper Gore" degli Warrant? Ovvero 1000 modi per mandare a fxxxxxo una persona).

Per farvi capire che tipo di sonorità troverete in "The sinister urge" immaginatevi Alice Cooper cantare nei Pantera che fanno le cover dei Motley Crue…. Non male no? Rendetevene conto voi stessi ascoltando senza soluzione di continuità le prime 4 tracce, escludendo l'intro, e vi renderete conto di quello che sto dicendo. Come non riconoscere d'altronde lo stesso Tommi Lee in veste di special guest picchiare come non mai le pelli su "Iron head" mentre Ozzy duetta con Rob Zombie?
"(Go to) California" sembra uscita direttamente dal sottovalutato "Generation Swine", mentre in "Bring her down (to Crippletown)" l'influenza di Zio Alice si fa sentire prepotentemente, lo troviamo tra l'altro nella thanx list. Si chiude con la scialba ed eccessivamente prolissa "House of 1000 corpses" che a quanto ho capito dovrebbe far parte della colonna sonora di un non ben specificato progetto cinematografico che vedrebbe Rob debuttare dietro la macchine da presa.
A tutto ciò aggiungete un'immagine da film horror di serie b, atmosfere malate tipo "Freaks" o "Bad taste" ed un macabro divertimento è assicurato
Umberto Sartini



www.gluecifer.com


 

GLUECIFER
"Basement Apes"
SPV - 2002

Puntuali come il mal di schiena dopo una notte passata sdraiato su un materasso di eightballs (?!) riecco i tortelloni svedesi, ormai arrivati al quarto album. I Gluecifer non sono mai stati i favoriti nelle mie fave-bands charts, sarà per via della loro attitudine un po' cazzona, e anche per la colpevole mancanza di lustrini glamour... ma devo ammettere che ai loro live acts mi sono sempre divertito e che i loro dischi non sono niente male da ascoltare sparati nelle cuffie mentre siete sull'autobus e pensate che sì, dovete fare vostra una rarissima shirt degli STIKKI FIKK da cui siete letteralmente ossessionati.

Vaneggiamenti a parte, questo "Basement Apes" si ascolta davvero volentieri, non ci sono rilevanti novità rispetto allo scorso "Tender Is The Savage" (dunque bye bye scan-scum rock, e meno male!!), eccezion fatta per una migliore prestazione vocale e delle belle sonorità vintage (mah, però 'ste cose le hanno fatte pure ' copters e 'superstars...). 12 pezzi di hard rock venato a tratti di irruenza punk, una eco puzzolente di seventies, ascoltate la trascinante opener "Reversed", la punkadelica "Brutus" o il bel singoletto "Easy Living" per credere! "Losing End" mi sembra la "solita" slow-sad-song à-la "Deadend Beat", per intenderci... insomma sa un po' di deja-vu, mentre mi ha davvero sorpreso "Little Man", non tanto per virtù sonore (un giro minore un po' metallozzo) ma perché i Collaciferi sembrano i TIAMAT sputati (a scanso di equivoci la band di Johan Eglund mi piace assai!!), ma in fondo ci pensa la veloce "Not enough For You" a rimettervi in moto valvole e culo.
L'edizione capitalista in mio possesso è una digipack-limited-edition, con tanto di foto sceme e una chiccosa patch ottima da attaccare sul vostro giubbottino da puttanella. Ops, dimenticavo, c'è pure la video-track di "Easy Living" - invero il video rock più brutto che abbia visto negli ultimi tempi...
Simone 'Deadend' Parato




FastLane Records
1029 Cambridge
Oklahoma City, Ok 73160

www.fastlanerecords.com



 

BANG GANG
"Vanity Kill"
Fast Lane Records - 2002

Dop un decennio di silenzio ritornano Jet Silver, Scott Earl, Scott Stevens, KJ Kristoffersen e The Kit ovvero i Bang gang che nel lontano '91 pubblicarono un divertente album intolato "Love Sells" in cui le infuenze di MARC BOLAN si scontravano con quelle del glam rock più patinato di fine anni '80. Nel 1992 pronti con un nuovo album furono scaricati dalla loro etichetta prima che il lavoro fosse finito per via di quel movimento chiamato grunge, ma fortunamente la Fast Lane Records ha ripescato quelle tracce che più fortunati avranno già
"Vanity Kills" non fa altro che seguire la strada sonora intrapresa con l'esordio discografico e si possono riscontrare notevoli assomiglianze con act tipo T-REX e STAR STAR come nell'opener "Junkyard Tank" o in "Back Ta Groovy", mentre "Love Comes Around" mixa i primi TUFF con gli ENUFF Z' NUFF.

La sensuale "Exotic Lover" è il classico pezzo che 15 anni fa avrebbe scalato le charts americane, infatti in esso si fondono (nuovamente!) la band di MARC BOLAN, STAR STAR e i FASTER PUSSYCAT del debut-album, così anche la semi power-ballad "Long Way From Home" non avrebbe fatto molto fatica a trovare spazio nelle classifiche rock a statunitensi.
Se vi è piaciuto il primo disco allora non farete fatica ad apprezzare anche questo, perché oltre ad avere delle buone composizioni sa farsi apprezzare anche per l'artwork ...
Moreno Lissoni


www.brunorock.com


 

BRUNOROCK
"X-Over"
Target Records - 2002

Dopo anni di gavetta passati con NIGHTPRIDE e DARK SKY, un album datato 1994 e molti concerti, il singer trentino torna sul mercato con questo "X-Over" distribuito dalla tedesca Target Records, etichetta specializzata in rock melodico e si mette a confronto con i più blasonati aor acts.

Il risultato è un melodic rock raffinato, ma con questo non voglio dire che ci troviamo di fronte ad un palloso disco di pop tunes, ma bensì un aor elettrico dove il cantante nostrano ha l'opportunità di mettere in mostra le proprie doti di strumentista e songwriter (infatti lo troviamo alle prese con chitarre, tastiere e basso), ad esempio "Born Winner", "Anyone But You", "I Am Me" e "Silhoutte" a tutti gli effetti risultano canzoni molto intense e ben interpretate. Le armi del singer di Bolzano sono la melodia e le keyboards che danno al disco un sound fresco ed arioso schierandosi al fianco di artisti come FREDDY CURCI, FIORE e STAN BUSH.

Buone alle le due composizioni cantate in italiano, "Luna" e "Century", la prima un bell'esempio di aor tastieristico, mentre la secondo leggermente più robusta con l'ottimo lavoro di Peter Fisher alla chitarra e Marius Goldammer al basso. Insomma, un buon lavoro che conferma una delle realtà più solide e valide del panorama aor italiano e europeo!
Moreno Lissoni


www.zitter.nu


 

ZITTER
"Happy Fools Parade"
Self Produced - 2002

Tradizionale hard rock quello proposto dal duo di Stoccolma Fred e B. Gustaf che ha dalla sua parecchi anni di esperienza alle spalle che gli ha portati a produrre il primo album nel 2000 ("Swansong 11") e ora questo "Happy Fools Parade" composto da 11 tracce di scolastico e a tratti noioso rock cristiano.

Tralasciando commenti sulla mancanza di suoni originali, quest'albul risulta scialbo e trovo difficile riuscire a salvare qualche composizione, forse solo "Personal Hero", "Souless Man" e "King Of Fools" raggiungono la sufficienza, ma il resto si fa fatica ad ascoltare.
Forse è un disco che ha bisogno di più ascolti per essere percepito al meglio, ma in questo momento l'unico mio desiderio è quello di cambiare cd dal mio stereo...
Provate ad ascoltare la loro song nella sezione audio e se vi piacciono contattateli!
Moreno Lissoni


www.haremscarem.net


 

HAREM SCAREM
"Weight Of The World"
Now & Then / Frontiers - 2002

Gli Harem Scarem sono il mio gruppo preferito in ASSOLUTO! Che sia chiaro!
Bene, premesso ciò devo confessare che non so proprio come pormi di fronte a "Weight of the world", poichè ad esser sincero tutte le voci che assicuravano che il nuovo cd di Harry Hess e soci avrebbe segnato un ritorno alle sonorità di "Mood Swing" non mi avevano entusiasmato poi così tanto, giacchè reputo "Voice of reason" e "Believe" l'apice della carriera della band Canadese, a tutto ciò va aggiunto che in "Weight.." non ho riscontrato che un parziale riferimento al classico sound degli esordi degli Harem Scarem, emergendo dunque un songwriting "antologico", nel senso che in "Weight of the world" possono essere riconosciuti tutti gli stili musicali affrontati dai nostri durante la loro carriera musicale: con la pomposa title track siamo di fronte alle atmosfere cupe tipiche dell'immenso "Voice of Reason" stemperate dall'american rock del tanto osannato "Mood swing", "Killing me" è un riuscitissimo ibrido tra le sonorità del debut album e "Big Bang Theory", "Charmed life" a mio avviso il momento più interessante dell'intero lavoro, mischia il modern rock di "Big Bang Theory" con il camaleontico "Believe"mentre "If You" risulta essere una versione vitaminizzata dell'era RUBBER.

La voce di Harry Hess sembra migliorare sempre di più sebbene sia leggermente penalizzata da un missaggio non eccezionale mentre la prestazione di Pete Lesperance risulta eccellente, soprattutto se paragonata allâeccessiva minimalità che caratterizzava i due episodi targati RUBBER. Un come back dunque più che riuscito (al contrario dei GIANT. nda) sebbene avrei preferito una maggiore sperimentazione da parte di una band che ha saputo evolversi in maniera spettacolare album dopo album.
Umberto Sartini


www.glennhughes.com

www.joelynnturner.com


 

HTP
"Glenn Hughes & Joe Lynn Turner Project"
MTM/Frontiers Records - 2002

Grande ed atteso ritorno dei due mostri sacri del Rock (Hughes e Turner appunto) che già avevano duettato nel progetto NOSTRADAMUS di Nikolo Kotzev. La riuscita dell'album è, di per sé, già solo nei nomi dei protagonisti e degli strumentisti chiamati al loro cospetto; Paul Gilbert, John Sykes e Akira Kajiyama.
Registrato in quel di Los Angeles, l'album gode di buoni suoni, di un bel mixaggio e di sonorità strong molto seventies, come l'opener "Devil's road", "Missed your name", "Run run run" e "On the edge". In sparuti momenti la vena creativa dei due interpreti fa riflettere la loro vitalità compositiva, come in "Better man" dove la mano funky-rock di Hughes si sente lontano un miglio o come in "Mystery of the heart" dove l'approccio compositivo è molto vicino a ciò fatto ultimamente da Turner. La mano "caliente" di Sykes è rintracciabile solo dall'udito: "Heaven's missing an angel" segna il ritorno di un Sykes mai cambiato così tanto da non poterlo riconoscere.

Il resto è Storia. I due vocalist di talento si rincorrono in chorus settantiani sorretti da tastiere tipiche di quel periodo oppure si cedono il cambio in pezzi dove si cimentano dietro ai microfoni in veste solista. Un album carico di energia à là DEEP PURPLE e RAINBOW che rincuorerà sicuramente i fans più accaniti di questi due personaggi che resteranno per sempre legati alla Storia del Rock.
Da ascoltare.

Marco Paracchini



www.frontiers.it


 

THE JEFF AUSTIN PROJECT
"Go big or stay home"
Frontiers Records - 2002

…e come un fiume in piena, questo cd, mi ha travolto inaspettatamente…
Un cd di Pomp AoR che spazza via qualsiasi depressione e che riporta in auge tutti i nostri sentimenti legati alla decade degli ottanta. So che posso sembrare ripetitivo ma, sinceramente, non capita spessissimo di avere tra le mani un cd di questa portata…certo, non si parla del disco del secolo, ne tanto meno di quello dell'anno ma ciò che Jeff Austin ci propone in nove canzoni, è proprio il sapore schietto e profondo del Rock Melodico di buona fattura, suonato senza troppi problemi ma con grande abilità. Già la prima song mi ha fatto capire che il volume andava alzato senza ipocriti compromessi coi vicini e che il mio cuore si sarebbe dovuto aprire a ciò che mi avrebbe aspettato in tutte queste songs.

Le sonorità tra i GIUFFRIA e i TWO FIRES mi hanno dato un regalo emotivo in questo grigiore che è la dura realtà. Riff semplici ma coinvolgenti, ritornelli dal facile ricordo e soli di tutto rispetto portano una ventata di freschezza nei meandri polverosi della mia memoria e mi sembra di aver acquistato un cd datato 1988! Le tastiere, suonate dall'abile Mike Severns (qui in veste anche di chitarrista solista - nda), si mischiano perfettamente all'ensemble di questo full-lenght. Anche Jeff si cimenta nelle tastiere (oltre che alla batteria, suo strumento principale - nda) dando ampio respiro alle composizioni e facilitando così anche gli ascoltatori rimasti "indietro" come il sottoscritto. John Albani (Lee Aaron) compare come guest musician rimanendo in una schiera di personaggi di tutto rispetto come anche Jimi Jamison (Survivor) che scrive a quattro mani "I'm a fighter".
E dal Canada, anche questi rockettari duri a morire, lasciano il segno. Aspettando altre novità, finisco col gustarmi tutte le songs presenti.
(L'unica pecca è che nove canzoni paiono un po' poche…ma se sapete superare questo ostacolo allora mettete mano ai portafogli!)
Marco Paracchini



www.mtm-music.de/


 

LOUD & CLEAR
"Disc-connected"
MTM - SPV - Frontiers Rec. - 2002

Felice che ancora l' America sforni gruppi validi di Rock Melodico, inizio la recensione dicendo che i L&C mi hanno saputo interessare al loro prodotto, poichè innovativo ma, allo stesso tempo, legato alle forti tradizioni melodiche statunitensi.
Incrocio pressoché perfetto tra quello che furono i DEF LEPPARD e ciò che sono i nuovi portabandiera dell'AoR europeo, i BAD HABIT questo "Disc-connected" è davvero una bomba che non vedeva l'ora di "esplodere" nei nostri stereo! Tredici opere musicali dedite ad un solo tema, un sentimento che non smetterà mai di cessare nel mondo (o almeno, me lo auguro!): l'amore! Usciti dai ranghi della fetida Los Angeles, sono riusciti ad accalappiarsi la simpatia dei giornali e delle radio del settore che li hanno votati come best musicians del Rock Melodico dei giorni nostri.

Jess Harnell (vc), Chuck Duran (ch e bs) e Alex Track (bt) sfornano così canzoni orecchiabili al 100% non tralasciando del tutto alcuni effetti in voga in questi tempi ma senza esagerare.
Chicche come "Tell me why", "When I feel like that", "Dangerous Immagination" e "You gotta dance" vi faranno venire voglia di scapottare la macchina, accendervi una sigaretta e sfrecciare su una lunga strada deserta. E, se invece, quello di cui avete bisogno è la tranquillità e/o l'atmosfera adatta per stare in perfetta sintonia con la Vostra amata, allora sparate a tutto volume le ballate che portano il nome di "Fly away", "Time to let go" (che ruba un po' dai nuovi BON JOVI) e "You take me higher" perfetta clonazione tra i geni di TEN e WESTWORLD nei momenti più delicati e, se ancora non vi basta…beh, sono certo che in 13 tracce, quella giusta la troverete anche Voi. Io l'ho trovata, porta il nome di "Take another look" e mi esalta che è un piacere…poi fatemi sapere, ok?
(p.s.: …ancora sorrido per ciò che l'abile Chuckie ha scritto nei ringraziamenti…è inutile, tutto sommato i rockettari ci sono ancora…per fortuna!)

Marco Paracchini



www.kivelrecords.com


 

BARON
"Love Valley"
2002 Kivel Records / Frontiers Rec.

Positiva l'entrata in scena della NewYorkese Kivel Records che, dal 1999 ad oggi ha sfornato valide bands (non sempre sotto l'aspetto produttivo) dando filo da torcere alle nostre etichette europee perché, a differenza di esse, cura sempre e bene l'aspetto grafico dei membri della propria "scuderia" e non solo. E così è anche per i bravi ed energici BARON che sfoderano un'arma perfetta, con chitarre roventi, batteria dirompente, tastiere e sezioni fiati di non poca importanza, dando a volte l'impressione che dietro alle loro composizioni ci siano i seminali AEROSMITH.

Ed infatti "Run from your love" e "Everybody needs a boost" sembra siano state scritte ed interpretate da Tyler e soci. La voglia di fare non manca e questi rockettari, di cui, ahimè, non ho mai sentito parlare, sanno portare avanti un discorso compositivo che può far entrare in sintonia diverse "fazioni" di pensiero. Diciamo che c'è n'è per tutti i gusti; in "In the rain" sembra che gli WARRANT ed i WHITE LION si siano rimessi in pista, in "Fallen in love again" pare che POSION, CINDERELLA e GREAT WHITE abbiano messo in piedi una song da godersi a pieni polmoni mentre nella bella "All I want is you" il mix pare nascere da un incontro tra le sonorità di ADRIAN GALE e DEF LEPPARD. Beh, le differenze ci sono e si sentono ma è anche vero che siamo nel 2002 e non più a cavallo della fine degli eighties e l'inizio dei novanta quindi penso possa bastare questa spiegazione per calmare gli animi dei molti che leggono queste righe.

La forza non manca e l'arte di rifarsi a ciò che fu mi sembra sia stata ampiamente dimostrata in tutte le dieci canzoni. Spazio dunque ai sentimenti e alla gloria con l'undicesima traccia, dedicata alle vittime delle stragi dell'11 settembre 2001: l'inno "Star Spangled" con chitarre prepotenti e tastiere mirabolanti.
Troy Russek (bs) Marty Brasington (bt), Greg Wolfe (ch) e Mario Piazza (ts) segnano l'ampia e meritevole parte tecnica e strumentale del progetto mentre Peter Baron segna, con la sua voce, un'ulteriore interessante proposta vocale in questo nuovo modo di rivisitare l'Hard Rock di altri tempi.

Marco Paracchini


www.friction-uk.com


 

FRICTION
"Friction"
Z Records / Frontiers Rec. - 2002

Brutta, snervante ed inaspettata fu la reazione che ebbi al primo ascolto di questo album che segnava la rinascita di Steve Grimmet (Lionsheart) e, tuttora, nonostante i ripetuti ascolti, non posso che dare un'insufficienza a quanto deciso di produrre dalla Z Records.

Album che assume tonalità pressoché ridicole, con suoni al pari di un demo registrato in analogico, con una batteria elettronica impertinente e di buon grado fuori da ogni portata di credibilità come nel pezzo "Forgive & Forget". Insomma, se le idee erano buone (qualcuno le avrà trovate tali per promuovere questo progetto) i suoni e lo scarso mixing denotano un insuccesso quantomeno solo sotto l'aspetto produttivo. Deciso a rivenderlo, ho atteso sino ad oggi per vedere se magari, con qualche ascolto in più mi sarei ricreduto ma, non successomi, colgo occasione per riprendermi qualche euro speso troppo celermente per un progetto che spero non abbia futuro. Ma non dico questo per loro, anzi, che abbiano un futuro pieno di soldi e successo ma che non ci bidonino con progetti al limite dell'inverosimile come questo. Unica segnalazione spetta al lento austico "Misery" che raccoglie un po' più di consensi dal mio animo ferito (ma che t'è successo, Steve?) ma che non può portare ad una segnalazione positiva all'intero album.

In attesa che la Z Records ritorni sui suoi passi più mirati (come sempre del resto) non mi resta altro da dire che Grimmet e soci ci riprovino, magari con un batterista vero e con un mixaggio più curato.
Marco Paracchini


Sunset Records
Götzentor 16 – 75417 Mühlacker (GERMANY)


 
MAXIMUM
“Just For Kicks”
Sunset Records - 2002

Quando ho saputo che un’etichetta tedesca avrebbe stampato un CD dei MAXIMUM ho quasi avuto un’orgasmo! …beh, forse sto esagerando, ma con questo paragone volevo solo rendere giustizia a questo gruppo che nei primi anni novanta sarebbe dovuto uscire per l’Enigma, che gli diede picche per dedicarsi maggiormente ad un altro genere: il grunge! Ad essere sincero ho avuto la fortuna di recuperare il loro materiale qualche anno fa grazie ad un canadese che mise i loro demo su CD con l’aggiunta di una cover, “Saturday Night’s…” di ELTON JOHN, che ahimé, in questo prodotto non compare. Non disperate perché i 14 brani presenti sono dannatamente 80’s style, ed entrano direttamente nel vostro reparto “hair metal” perché ci troviamo di fronte ad un classico esempio di “party L.A. band” cresciuta ascoltando MOTLEY CRUE, SKID ROW, POISON e RATT ma che sfortunatamente si è schierata al fianco di quelle band sfigate che non sono mai riuscite a sfondare come PENNY LANE, VAUDVILLE, STRIKE TWICE, PRETTY VACANT, ecc…

E’ la title-track ad apreri il lavoro, seguita da “Strictly Sexual” in cui la band di Stephen Pearcy si incontra con quella di Bret Michaels, mentre “Lil’ Liar” e “Dancer” arrivano direttamente dal sound del Sunset Strip di fine anni ottanta. L’acustica “Pennies From Heaven” è un grazioso slow ben interpretato dal vocalist Jim Gray, (sarà un caso ma l’arpeggio iniziale è identico a “Epilogue” degli HOLLYWOOD TEASZE!), ma con “Live it Up” e “Missin’ You” si ritorna a sculettare e canticchiare, perché anche queste sono due songs… d’altri tempi! Forse è il caso che mi fermi qui perché se no dovrei citarvi tutte le composizioni, allora mi limito a consigliarvi l’acquisto di questo strepitoso prodotto che pur non avendo nulla di originale ha saputo farmi rivivere quei primi anni novanta…
Moreno Lissoni

www.gilbyclarke.com


GILBY CLARKE
“Swag”
Spitfire Records 2002

Presentatomi dal mio fidato negoziante come buon hard-rock-oriented album, mi sono gettato subito sull’acquisto dell’ultimo lavoro dell’ex chitarrista dei Guns ‘N’ Roses, senza pensarci due volte. Sapevo che nei lavori precedenti, il buon vecchio Gilby, aveva snaturato un po’ il suo sound ma speravo in un ritorno al passato, senza troppe strizzatine d’occhio al modernismo.
Beh, sono stato accontentato a metà. Il sound è fresco, elettrico al punto giusto e legato ad una scia molto old-style, sebbene i segni dei tempi correnti si sentano abbastanza frequentemente, rimanendo comunque sulla scia intrapresa dal “risveglio” di alcuni gruppi quali RATT, GREAT WHITE, PRETTY BOY FLOYD e L.A. GUNS. Un rock schietto e sparato a mille ma sempre e comunque sotto l’egida regola di stare al passo coi tempi e fornendo tracce dal sapore moderno come “Crocodile Tears”, “Broken down car” e “Heart of Chrome”, molto in sintonia col nu-rock degli HARDCORE SUPERSTAR.
Un lavoro non proprio sensazionale, a volte carente di spinte emotive e “riempito” di spazi troppo deboli e non convincenti che portano, anche dopo ripetuti ascolti, all’idea che il cd sia stato registrato molto celermente, in un ritrovo di amici di vecchia data. Ed infatti troviamo degli ospiti di tutto rispetto, come Tracii Guns, Eric Singer e Tim Karr, rockettari di una certa fama nel “nostro” passato. Un album che riempirà il già rinomato curriculum del chitarrista ma che, sicuramente, non regalerà emozioni forti ai fan dei Guns e neanche del Rock che fu. Un disco rigidamente inclassificabile e nemmeno troppo commerciale per gli adolescenti di oggi. Comunque auguro a Gilby di vendere il più possibile, sebbene rimanga molto incerto sul futuro di questo artista.
Marco Paracchini

Firesign – PO Box 1303
79303 Emmendingen (GERMANY)
www.firesignrockshard.de



FIRESIGN
“Wheelin’N’Dealin’”
Self Produced - 2001

Fondati dal chitarrista e singer Steve Heyden e dal drummer Klaus Enderlin nel 1998, i tedeschi Firesign sono usciti lo scorso anno con questo album in cui sono evidenti le influenze e l’amore per i KEEL e Mark Ferrari da parte di Heyden, che non a caso ha riinterpretato “Stay” dei MEDICINE WHEEL.

Come avrete capito il sound del gruppo è un class metal a stelle e strisce che non disdegna pezzi un po’ più aggressivi come nell’heavy rock di “Where Them Angels Dwell”, un po’ più lenti come nelle semi power ballad “Everyday It’s Colder” o “If It Wasn’t For Your Love” e strumentali come “Freight Train Race” o “Az Downgrade”. La chitarra di Schlichting apre le porte alla TALISMAN-iana “The Receptionist” forse il miglior episodio del CD che pur non esaltandomi, mi ha fatto passare piacevolmente quasi quarantacinque minuti.
Moreno Lissoni



RAIL
“Arrival” “Adio”
Dynasty Records 2000/2001

Ristampati tre autentici gioiellini di hard rock pomposo targato seventies raccolti in due CD per questo four-pieces di Seattle che festeggia i 20 anni di carriera, che gli ha visti protagonisti agli inizi degli anni 80 quando giravano il mondo in compagnia dei Van Halen o Ted Nugent e con frequenti passaggi su MTV con i video di “Fantasy”, “Hello”, e “1-2-3-4”.
“Arrival” presenta ben sedici tracce (di cui sette sono bonus track) e il sound rispecchia un po’ quello che andava a cavallo tra 70 e 80: un hard rock a tratti sinfonico e pomposo (“Hello”), ma soprattutto basato sui riff di chitarra di Rick Knotts e Andy Baldwin come nella TRIUMPH/TWISTED SISTER-iane “Yes I Am” o “You’ve Got A Lot To Me”. “Cheater” è il classico pezzo da college-movie, mentre l’hit della band, “Gangbusters”, è un hard rock vigoroso abbastanza scontato il quel periodo.

“Adio” contiene i due mini LP datati 1984/1985 dove sono più evidenti a mio parere le influenze “glam metal” della band, un cockatail tra la band di Dee Snider e i primi LONDON, ma con una grossa percentuale di class metal, tastiere e melodia, come nelle due song d’apertura “1-2-3-4 (Rock’n’Roll)” e “Fantasy”. Altri brani degni di nota sono “Her Majesty” e “Don’t Take Your Love Away” che mi fanno preferire di gran lunga questo secondo prodotto, a causa del mio background prettamente 80’s. …Concludo dicendo che non sono affatto soddisfatto dei paragoni fatti, perché mentre scrivo, li sto ascoltando e mi fanno venire in mente qualcun’altro, ma non ricordo chi!!!!
www.railonline.net
Moreno Lissoni

www.weirdorama.net



WEIRDORAMA
“II”
Self Produced 2002

Passo in avanti per il five-pieces finlandese dei Weirdorama che dopo il CD di 3 pezzi di quest’autunno escono con questo “II” caratterizzato dalla voce Mike e dalla chitarra di Juha Bandit che, i più assidui lettori di SLAM! Potranno ricordare negli street rockers SILVER CITY BANDITS. Il four-track CD presenta sonorità di heavy rock decadente, dove si possono intuire le influenze portate da altri acts scandinavi come THE 69 EYES e HIM.

“For Real” è il pezzo che preferisco, un semplice incazzato r’n’r che non ha nulla a che vedere con la darkeggiante “Ginger”, mentre “Torn Apart” e “Gotta Get Away” sono altri due bei esempi di rock incazzato e movimentato, ma che non offrono particolari spunti. Band in crescita, ma non ha ancora quel “non-so-che” per farli uscire dalla massa.
Moreno Lissoni

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