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www.massrocks.com
www.massmusic.biz
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MASS
"Final Circle"
Forereel Records - 2002
Un genere che non è
mai definitivamente morto è il christian rock
(o white metal) che ebbe il suo periodo di maggiore
splendore proprio negli Eighties con gruppi come Stryper,
Whitecross, Guardian, Jerusalem e questi Mass
attivi dal 1984 e con alle spalle una serie di album
tra cui "Voices Of The Night" prodotto
da Michael Sweet.
Dopo il "The Best" di due anni fa
ecco uscire la band con questo "Final Circle",
un demo-CD di 8 brani in cui il four-pieces americano
si cimenta con un sound aggressivo e a passo con i
tempi, attenzione, con ciò non voglio dire
che ci troviamo di fronte ad un disco grunge o nu
metal, ma bensì ad un class metal tosto che
da poco spazio ai coretti per mettere in evidenza
la chitarra di Gene D'Itria e l'ugola di Louis D'Augusta.
"The Maze" è
il brano che apre il lavoro, un heavy rock di scuola
DOKKEN-iana, invece in "Justify"
si contraddistingue per il maggior uso della melodia
e per le lyrics scritte apposta per gli eventi dell'11
settembre, mentre la title-track è un improbabile
incrocio tra gli ultimi TNT e gli SKID ROW.
Alla traccia numero 4 troviamo il mio brano preferito,
"Coming Home", la canzone più melodica
del disco che nel coro centrale sembra di star a sentire
gli EUROPE, mentre in "Crumble" sono
le doti di Michael Palumbo (al basso) e Joey Vadala
(alla batteria) a primeggiare!
Lavoro onesto e senza troppe pretese che lascia ben
sperare per il genere in futuro.
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www.talonrocks.com
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TALON
"Talon"
Frontiers Records 2002
Gli
statunitensi TALON nascono dalle ceneri dei semisconosciuti
VOXEN che, nel 1995, diedero alla luce un cd
prodotto celermente e quindi carente di una produzione
ottimale. Oggi, grazie alla Now&Then e alla partenopea
Frontiers, Kory Voxen (chitarre e fondatore del gruppo
- nda) dà alla luce il suo secondo cd, con
qualche cambio di line-up.
Il cambiamento più evidente è la scelta
del nuovo singer, Michael O'Mara, anziano rocker californiano.
Al di là della scelta del nuovo singer e della
parte d'accompagnamento, i TALON portano comunque
un cambiamento strutturale e compositivo in tutto
il loro lavoro.
A differenza del cd precedente
i riff appaiono più pesanti e meno coinvolgenti
e il nuovo singer, in sparuti momenti, non pare essere
stato un acquisto del tutto appropriato. I pezzi presenti
sono abbastanza ben distribuiti ma alcune songs annoiano
da subito portando il dito a premere spesso e volentieri
sul tasto "avanti". Undici tracce rockeggianti
che portano alla mente i rinati PRAYING MANTIS
associati al sound dei teutonici BRANDED.
Niente
di più e niente di meno, un cd ascoltabile
ma non all'altezza del prezzo proposto dai circuiti
distributivi
ma, non per difendermi, tutto ciò
rimane comunque frutto dei miei gusti personali
A Voi la scelta se acquistarlo o meno dopo un ascolto
vivamente consigliato.
Marco Paracchini
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www.Escape-Music.com
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MECHANIX
"Regenerator"
Escare Music/Frontiers Records 2002
Finalmente
anche la Escape Music, dopo qualche passo falso, sembra
essere tornata in pista con alcuni progetti abbastanza
validi. Uno di questi è sicuramente l'uscita
del combo statunitense MECHANIX che, senza problemi
di sorta, si impegnano a riesumare ciò che
fu il rock di quindici anni fa. Infatti i dodici brani
proposti, pur non brillando di originalità,
si accorpano fedelmente a ciò che band quali
WINTER ROSE e/o DIRTY RHYTHM han fatto
nella loro carriera. Il sound è corposo e diretto
quindi anche la voce acuta del singer John D'Angelo
non sfigura affatto in tutto il contesto, portandoci
quasi ad un perfetto incrocio canoro tra Joey Tempest
(EUROPE) e Tony Harnell (TnT).
Le
sonorità pop-metal esaltano le qualità
di questi personaggi. E' così che Dave Gundaker
(ch), Danny Pisano (bs), Eric Monroe (bt) e Scott
Anderson (ts) riescono a far brillare di luce propria
questi dodici brani dal sapore retrò, riuscendo
in pieno nelle loro e nostre aspettative.
Non conoscendo i curriculum vitae dei sopraccitati,
posso solo dire che i cinque capelloni ci sanno fare
e che, sicuramente, avranno più di una chance
per proporre al pubblico una seconda release.
In attesa dunque di un nuovo full-lenght, continuo
nell'ascolto di questo grazioso cd.
Per amanti del genere.
Marco Paracchini
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TONY MILLS
"Cruises"
Z Records 2002
Gli
anni passano per tutto e tutti e quindi anche certe
icone del rock possono essere prede della mancanza
di autostima e autorazionalità che forse, vengono
meno quando sotto il naso si ha un contratto discografico
regalato. Nel mentre della produzione del nuovo lavoro
degli SHY, la Z Records ha pensato bene di
oliare il terreno dando, secondo me erroneamente,
in uscita un mini-cd dei sopraccitati e il disco solista
di Tony.
"Cruiser" è
una sorta di raccolta di ciò che Mills ha scritto
negli ultimi anni e che, stranamente, non è
mai riuscito a dare ai fans (
forse un "perché"
c'era!).
Il lavoro fatto non è male ma col passare delle
tracce è sensibilmente presente una "distanza"
produttiva tra un brano e l'altro e, in alcune songs,
le composizioni sono meno godibili grazie al mixaggio
non appropriato e alla batteria elettronica non sempre
all'altezza. Alcune sbavature di Tony rendono certi
pezzi ancora meno apprezzabili ma, tutto sommato,
non si può dire che manchino belle canzoni.
Quelle che mi sento di citare sono le prime tre; "Only
love knows why" dove il sound degli AIRBORNE
si mischia perfettamente a ciò fatto dai nuovi
BARON, "Keep the faith" ove l'aor
dei WALLS OF SILENCE fuoriesce da ogni arrangiamento
e la lenta e pianistica "As sure as the river
runs" dove il chorus appare geniale e di facile
rimembranza.
Un passaggio senz'altro
storico per questo singer che non ha mai avuto una
fama degna di nota ma comunque un disco che poteva
essere assemblato come bonus-cd in qualche nuova uscita
degli SHY o, perché no, in qualche lavoro
davvero nuovo di questo cantante che pare duro a morire
(musicalmente, intendo - nda). Se siete amanti dell'Aor
e delle note altissime che Mills riesce a raggiungere
allora mettete mano ai portafogli, in caso contrario
lasciate i soldi dove stanno, sono certo che ci saranno
tempi migliori.
Marco Paracchini
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ARJIEN LUCASSEN'S STAR ONE
"SPACE METAL"
2002 INSIDEOUT MUSIC
Messo in standby il progetto
AYREON l'ex Vengeance Lucassen dà
alle stampe questo "Space metal" sotto il
monicker Star one. L'idea del progetto nasce dalla
passione dellì Ayreon Master per i film di
fantascienza, ed infatti ogni song contenuta nel cd
trae ispirazione da un preciso fanta movie, ma dato
il mio totale disinteresse per questo genere cinematografico
non sono in grado di potervi sgnalare le precise fonti
di ispirazione da cui nascono le composizioni di "Space
metal".
Ben più interessante invece è il parterre
di musicisti che accompagnano Arjien Lucassen in questa
sua nuova avventura tra i tanti nomi illustri non
posso non segnalarvi il grandissimo Russell Allen
dei Symphony X e il versatile Dan Swano alle
voci; le pelli sono magistralmente picchiate da Ed
Warby (Lana Lane, Ayreon) mentre possiamo godere
delle special gues appearances dei Keybords Masters
Jens Johanson e Erik Norlander.
Differentemente dai capitoli
targati Ayreon viene in questo caso messo da parte,
non del tutto intendiamoci, l'aspetto più propriamente
progressive che carartterizzava lavori come "Electric
Castle" ad esempio, a favore di un hard rock
più diretto che paga non pochi tributi a Rainbow,
Purple e Black Sabbath su tutti.
Evito di esaminare ogni song contenuta in "Space
metal", vi basti sapere che pur non trovandoci
di fronte ad un capolavoro il cd si distingue tuttavia
per un'esecuzione ad altissimi livelli e per una proposta
musicale che farà felici tutti gli amanti dell'hard
rock anni 70/80.
Umberto Sartini
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THE RASMUS
"Into"
2002 Playground A
Devo dire che questi 4
ragazzi scandinavi mi hanno davvero piacevolmente
colpito, riuscendo a far convivere in maniera più
che egregia del buon punkn roll alla Backyard
Babies con un pop da classifica che non guasta
mai, ed è infatti con il singolo"f f f...falling"
che i The Rasmus stanno spopolando su MTV e VIVA Television.
Degna di nota è
la seconda traccia "Bullet" dal flavour
molto Manic Street Preacher, mentre la poppy
"Chill" emerge per le sue atmosfere sognanti,
con "Madness" si spinge laccelleratore
su un power pop molto intrigante e divertente ma è
con "f f f...falling", appunto, che i The
rasmus ci regalano un piccolo gioiello che ha tutte
le carte in regola per fare di questo combo di giovani
rocker nordici unimportante realtà dellhard
rock contemporaneo.
Acquisto consigliato a tutti.
Umberto Sartini
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www.a-communication.com
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A
"HI-FI SERIOUS"
2002 LONDON RECORDS
Gli A rappresentano per
il sottoscritto la vera rivelazione del 2002, infatti
dopo aver visto il video di "Nothing" sono
rimasto un quarto d'ora a bocca aperta davanti allo
schermo, erano anni che non ascoltavo una band con
una grinta del genere, supportati tra l'altro da un
singer incredibile che può essere considerato
una sorta di incrocio tra Steve Perry, Sting
e John Waite. L'ulteriore sorpresa è
giunta dall'ascolto dell'intero cd, infatti sebbene
"Nothing" si avvicini, pur molto lievemente,
a certe sonorità nu-metal, il resto del platter
è un autentico concentrato di hard rock diretto
e graffiante, laddove per hard rock intendo acts quali
Backyard Babies; Slash's Snakepit, Offspring....
Ascoltate "Something
going on" o la spettacolare "The distance"
dal break centrale scaturito direttamente dagli eighties,
oppure la title track dal mood trascinante ed irresistibile.
Non mancano momenti più rilassati e trendy,
se vogliamo, come la "Policeiana" "6
'o clock.." o la ficcante "Going down".
Se cercate dunque una band di cui innamorarvi in attesa
che Sua eccellenza Axl ci renda partecipi circa i
suoi progetti , gli A fanno al caso vostro.
Umberto Sartini
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www.jadedheart.de
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JADED HEART
"The Journey Will Never End"
MTM/SPV/Frontiers Rec. - 2002
Il
viaggio che non finirà mai è proprio
l'ascolto di questo cd. Michael Bormann è ormai
divenuto un'icona del classic hard rock di vecchio
stampo, con la fortuna di avere talento compositivo
e vocale, degno di pochi sopravvissuti della scena
rockettara (europea, in questo caso - nda). La MTM
ha così voluto premiare i fedelissimi fan di
questo genere, dando spazio meritato a questa band
che, sono certo, piacerà ai molti che non li
hanno ancora saputi apprezzare nel loro passato.
A
due anni di distanza dal loro "come back"
(più che altro alla qualità di produzione
)
questo full-lenght risente non poco dell'influenza
incisiva del possente vocalist europeo che sa ammaliare
chiunque con la sua calda ugola d'oro. Per chi non
avesse mai ascoltato questa band, posso solo dire
che, acquistando questo cd, sarete presi di mira dall'energia
positiva e devastante che esso porta in grembo. I
riff taglienti ricordano i GOTTHARD ed i
DAMNED NATION di qualche anno fa e, la loro produzione,
risente dell'abile ed esperta figura di Tommy Newton
(VICTORY), che ne fa un capolavoro nel "piccolo
mondo" dell'underground musicale.
I pezzi, che sono dodici, hanno tutti un'eccentrica
voglia di uscire come single quindi, cari lettori
di SLAM!, posso affermare senza mezzi termini che,
i JH, ci sono riusciti in pieno, mantenendo salda
la loro tradizione al sound ottantiano. L'unico pezzo
che esce dai canoni è "We'll drag you
down" che si presenta come una sorta di cross-over
melodico ma che, parola di rocker, non mette infamia
ne disdegno ai nostri occhi
anzi, devo ammettere
che è un pezzo talmente carico che mi ha esaltato
al limite del possibile, riascoltandomelo ad altissimo
volume nelle orecchie!
Non c'è molto da dire ancora
loro sanno
suonare, sanno esprimersi al meglio, hanno un'ottima
produzione alle spalle
che volete di più
dalla vita? Fossi in Voi andrei a prenotarmene una
copia dal negoziante di fiducia!
The journey will never end
Hard Rock will never
die!
Marco Paracchini
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www.bonfire.de
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BONFIRE
"Strike Ten"
BMG / 2002 Z Records - 2001
Ricordo
come se fosse ieri quando, per la prima volta, fui
sorpreso dalle note memorabili del disco "Point
Blank". Era il 1989 e, mai avrei immaginato
che, proprio loro, potessero continuare a sfornare
dischi sino ad oggi. Non avendo così mai perso
nessuna loro uscita, l'anno scorso ero incazzato nero
poiché non riuscivo a trovare un importatore
di questo rockeggiante "Strike Ten".
Oggi, grazie alla solita ed affidabile Z Records,
la ristampa è stata così distribuita
in tutta Europa mentre in Germania e in Giappone ci
hanno già pensato quelli della BMG
Ascoltato e riascoltato
prima di mettermi di fronte a questa grigia tastiera,
debbo ammettere che sono fenomenali. Certo non hanno
scoperto l'acqua calda e nemmeno vogliono far apparire
questo ma hanno quel "timbro" di fabbrica
che meraviglia sempre, per la loro dannata coerenza
ed il loro coraggio. Hanno ancora la forza di mettersi
di impegno e donarci riff scontatissimi ma sempre
pieni di carica ed energia che spaccano i muri. Certo,
Lessman (vc) non ha più l'ugola di un tempo
e il fidato Ziller (ch) non propone chissà
quali virtuosismi ma io non posso fare a meno di apprezzare
i loro sforzi nel dare degli inni a questo genere.
"Strike back", "Good time rock 'n'
roll" e "Too much Hollywood" sono solo
alcuni esempi di questo bell'album, per non menzionare
le altre nove chicche piene di sudore ottantiano e
"maledetta" malinconia e le due belle bonus
tracks che la Z Rec. ha voluto donarci, quasi in cambio
della nostra pazienza durata più di dodici
mesi.
Un disco prodotto
molto bene, senza intoppi, senza eccessi, senza ipocrisie.
I BONFIRE sanno fare solo questo e, credetemi, sono
anni e anni che lo fanno bene
questo non è
altro che il loro ultimo esempio di "grandezza"
nel proporre un Hard Rock senza troppe pretese. Chi
avesse voglia di farsi un giro nel loro mondo, oltre
a consigliarVi il disco sopraccitato, penso che anche
questo full lenght non sia da meno
ovvio, contando
che hanno 13 anni in più
Marco Paracchini
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nobodysfool.cjb.net
nobodyfool@mbox.com.au
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NOBODY'S FOOL
"EP - 2002"
Sel Produced - 2002
Dal paese dei canguri
arrivano questi quattro rockers (già presentati
lo scorso anno nella sezione "New Bandz"
con il loro CD intitolato "II") con
questo mini di quattro brani che segna i progressi
fatti dalla band. Come è facile intuire gruppo
non si è per nulla disconstato dalla musica
proposta in passato e continua a creare trame di melodic
hard rock con sonorità ampiamente collaudate
dai maestri sacri del genere, ma alla fine, nonostante
la mancanza di originalità ho apprezzato il
poker di canzoni grazie anche al buon lavoro alla
sei corde di BK, offrendoci delle buone performance
come nell'hard rock melodico di scuola LILLIAN
AXE di "Hold On".
Lo slow "Forever"
e il classico lentone che nonostante il bel solo di
chitarra non presenta niente di nuovo, mentre l'opener
"Inside Out" e la traccia di chiusura "Bye
Bye" sono altri due episodi carini, ma nulla
di più.
Moreno Lissoni
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www.hanoirocks.com
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HANOI ROCKS
"People Like Me"
Akashic Rocks - 2002
Gli angeli maledetti dicono
sempre la verità, anche quando mentono. Signore
e Signori, raccogliete i frammenti di un sogno infranto,
levate un calice al cielo e fottetevene di tutto:
il ROCK'N'ROLL è tornato! A me solo a leggere
quel nome lassù (HANOI ROCKS, ragazzi, HANOI
ROCKS!!!!) vengono i brividi, e giuro che la prima
volta che ho sentito questo singolo (biglietto di
lusso per il full length previsto per quest'estate)
quasi tremavo dall'emozione. Andy McCoy e Michael
Monroe sono l'incarnazione cristallina del rock, anime
che il destino ha voluto perdenti e fiere, menestrelli
ubriachi e puttaneschi della sfortuna. Gente fottutamente
vera.
"People like me"
suona da subito perfetta, con quel testo (chi ha visto
Real McCoy si vada a rivedere una delle scene iniziali
del film per scoprire la scintilla di questa canzone!)
che non può non essere stato scritto dalla
penna intrisa di fuck you attitude di un Mike ispirato
e sarcastico, mentre la chitarra di Andy arriva a
incorniciare i versi sussultando in modo inconfondibile,
e se al primo chorus non vi scappa una lacrimuccia
di gioia siete solo degli schifosi bastardi. "Lucky"
ricorda molto le ultime cose di Monroe solista, ed
è impreziosita da un sax à-la Oriental
Beat, mentre chiude il singolo "Winged Bull",
scritta da Daryl Hall, una slow song oscura
e evocativa, da ascoltare con gli occhi chiusi e il
cuore aperto. Nel singolo è presente anche
il video di "People Like Me", roba da leccarsi
i baffi, garantito al limone!
Welcome back Muddy Twins, we need people like you!
Simone "11th street kid"
Parato
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Jussi
Rasanen -
Oppipojantie 8B, 00640 Helsinki (FINLAND)
listen.to/aurorak
jr_aurora@surfeu.fi
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AURORA K
"11th Hour"
Soundmen Records - 2002
Già presentati
lo scorso anno nella sezione "new bandz"
ecco che ritornano i finlandesi Aurara K che, dopo
la dipartita dell'originale sezione ritmica hanno
preso tra le loro fila nuovi membri: Santtu Kujala,
Joachim Silberstein e Suvi Salo che si vanno ad aggiungere
ai due veri pilastri della band, la bella vocalist
Katriina e al chitarrista Johnny A.
Lo scorso aprile è
uscito questo "11th Hour" primo vero singolo
ufficiale del gruppo prodotto da una piccola label
del posto che gli ha dato l'opportunità di
registrare due tracce e il video (inserito anche nel
CD) della title-track che vi consiglio di vedere perché
è veramente ben fatto nonostante il basso budged
a disposizione. Il primo dei due brani, "11th
Hour" è un vigoroso hard rock impostato
sul buon lavoro alla chitarra di Johnny A e sull'interpretazione
"cattiva" della vocalist di Helsinki, mentre
le tastiere in "The Hopeless" mi portano
a pensare ad una versione al femminile degli HIM
(meno gothici).
Ancora presto per dare
un giudizio completo al gruppo, ma se come stanno
facendo punteranno sull'immagine e la presenza di
Katriina, credo che potranno ottenere dei riscontri
molto positivi.
Moreno Lissoni
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www.avispamusic.com
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GOLDEN FARM
"Angel's tears"
Avispa Music / Frontiers Records 2001
La caliente Spagna sta
avendo una crescita spaventosa per ciò che
concerne le bands dedite all'Adult Oriented Rock e,
dopo interessanti uscite e/o ristampe, tocca ora ai
bravi G.F.
I cinque personaggi propongono un gustoso assaggio
di melodie old-style, rispolverando tutte le coordinate
compositive della metà degli anni ottanta.
SURVIVOR ed AVIATOR
sembrano essere le muse ispiratrici del combo ispanico.
Riff di chitarra sostengono le tastiere di Sergi che
hanno sempre un ruolo fondamentale in tutto il full-lenght.
Loren firma tutte le tracce di chitarre nell'album
mentre l'ugola di Tony Menguiano fa assaporare ai
vecchi fans dell'AOR, tutta la carica e l'incisività
vocale che serve in progetti come questi. Graziosa
ed esaltante è la tirata "I can't tell
you" che apre le danze, mentre calda e rovente
è la seconda traccia dal titolo di "Tears
of loving". Il class rock entra prepotente in
"Fire and ice" mentre altra melodia eighties'
style giunge con "Everything sometimes"
dove sembra ci sia un mix tra GIANT e BAD
ENGLISH. La pomposa "I need your love"
lascia poi spazio a "Time after time" dove
il piano copre un ruolo forte ed intenso in questo
incrocio tra ALIAS e RICHARD MARX.Gli
HOUSE OF LORDS sembrano incedere più
che mai nella successiva "All night long"
dove ci sono ombre che riportano alla mente le forme
sinuose di un "Serpente bianco". Un riff
prepotente subentra con "Why these years"
facendo contenti tutti i fans del class rock di vecchia
data. "I want to know" sa di già
sentito ma non riesco ad indovinare a chi essi sembrano
aver copiato note e melodie vocali
Altra chicca decisiva
è "They say" dove pare che i TEN
si siano incrociati con i nordici HUSH. Quasi
pop giunge "All I want" che lascia poi spazio
alla ballata malinconica finale sorretta da una chitarra
acustica niente male.
Un album pieno di sorprese ma tutte decisamente sopra
ciò che fu fatto e scritto venti anni fa. Quindi
se siete amanti di quei tempi e vi manca un nuovo
dischetto AOR per accompagnarvi in viaggi o storie
d'amore, allora questo Cd fa veramente per Voi
Sentire per credere.
Marco Paracchini
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1.888.sex.w924 (hot line)
www.nine24.com
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NINE24
"6-pack"
Kivel Records / Frontiers Records 2001
Strano ed esuberante album
infarcito di chitarrone pesanti e melodie ottantiane,
tutte scritte (testuali parole della band) per divertirsi
nei momenti "down" della vita, va assolutamente
ascoltato ad alto volume. Peccato che i pezzi siano
solo otto e che l'intro sia qualcosa sì di
spiritoso ma di dubbiosa utilità.
Il rock 'n' roll storpiato e riproposto quasi in chiave
WARRANT, dona per alcuni attimi belle sensazioni
e voglia di far casino. Convincenti a metà,
questi scanzonati rockettari hanno proprio voglia
di divertirsi e far divertire, proponendo così
quasi una sorta di demo che può solo essere
una colonna sonora di qualche rock-party da spiaggia,
con fiumi di birra, naturalmente (il titolo rappresenta
proprio il pacco da sei delle lattine di birra -nda).
Grazioso e curato molto
bene anche nella cover, i Nine24 non vanno presi sul
serio ma ascoltati proprio nelle occasioni sopraccitate.
In attesa di un loro album più "ampio",
mi godo il resto della giornata ascoltando questo
dischetto niente male.
Marco Paracchini
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www.perrisrecords.com
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SAHARA STEEL
"Sahara Steel"
Perris Records / Frontiers Records 2001
Incredulo sino al
midollo che questo cd sia dei giorni nostri, continuo
allibito a riascoltarmelo proprio per rendermi conto
di quanto tempo sia passato tra i gloriosi giorni
del Class Rock a quelli odierni. I Sahara Steel sanno
il fatto loro e, se è vero che il loro prodotto
è del 2001, tanto di cappello a chi, come loro,
continua a credere nei riff al fulmicotone e alle
melodie rockettare degli ottanta. Perfetto incrocio
tra quello che sono stati i VICTORY di Garcia
e quelli che sono stati i primi SKID ROW, questo
album decreta la power-way scelta dai quattro statunitensi.
Niente modernismi, niente patti col music-biz, solo
sano e potente hard rock a stelle e strisce.
Profondamente radicati
a quegli anni, Jack Klunder (vc), Patrick Sheppard
(ch), Bryan Eckhart (bt) e Mark Moore (bs) ci deliziano
con dieci tracce inverosimilmente legate a tutto ciò
che rock star del passato hanno fatto. Verrete capovolti
dai riff delle prime due tracce "Fatal Heartbreaker"
e "Back in trouble" per poi cadere nella
malinconica power ballad "Heart of fire"
che ricorda proprio le coordinate dei teutonici VICTORY.
Si prosegue sempre e comunque con pezzi forti e lanciati
a ritmi serrati con rock 'n' roll e street rock d'altri
tempi
la dice lunga anche la quinta canzone "Booze,
Tattoos & rock 'n' roll" che in fatto di
malinconia se la canta proprio bene.
Un piatto condito
da diversi spunti, sempre sotto il segno di bands
quali Motley, Skid, Ratt, SteelHeart e compagnia bella.
Un cd immancabile ai fans di questo genere, un cd
che non sfigurerebbe affatto accanto agli altri, se
non fosse per la solita mancanza di info e booklet.
E a proposito di questo vorrei continuare la mia "lotta"
contro quelli della Perris che non si sbattono mai
abbastanza per fare copertine quantomeno accettabili
eccheccazzo
fratelli
un po' più di fantasia per piacere!
Marco Paracchini
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FastLane
Records
1029 Cambridge
Oklahoma City, Ok 73160
www.fastlanerecords.com
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LAZARUS
"Lazarus"
Fast
Lane Records - 2002
La band dell'Ohio nasce
alla fine degli anni 80 e debuttando nel 1988 con
"Greased'n'Primed", ma dopo una serie di
cambi di formazione il gruppo realizza nei primi anni
90 "Miss B. Haven" e "Bombz Away"
che sono i 2 dschi raccolti in questo doppio CD prodotto
dalla FLR Fast Lane Records.
I veri punti cardini del
combo americano sono il vocalist Jimmi Migliozzi (autore
di tutte le lyrics) e il chitarrista Ronnie Williams,
mentre a completare il quintetto troviamo Garry Palcisco
al basso, Mick Rispoli alla chitarra e Mike "Thumper"
Young alla batteria che grazie alle loro radici prettamente
ottantiane ci regalano delle ottime rock tunes di
hard rock a stelle e strisce, dove fondono egragiamente
gli insegnamenti dei primi VAN HALEN, TESLA
e se vogliamo anche MOTLEY CRUE ("provate
ad ascoltare "Miss B. Haven").
Il primo CD, "Bombz
Away" datato 1994 si fa apprezzare in brani come
"Bedroom Eyes", nella title-track e in "Down
N Dirty", ma i brani sono tutti ben oltre la
sufficienza e accontenteranno tutti gli appassionati
dell'arena rock. Stesso discorso per "Miss B.
Haven" dove chitarre quasi DOKKEN-iane
si fondano ad atmosfere più sleazy, come nella
glammy "Mama Didn't Raise No Fool" dove
la band mi ricorda i TUFF. La ballata "Haunted"
e "Too Far Gone" sono altri due pezzi molto
validi e mi fanno ben sperare per il loro imminente
ritorno.
Moreno Lissoni
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www.thepeawees.com
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PEAWEES
"Dead End City"
Stardumb
Records - 2001
Come può non piacermi
un disco che si chiama così?? Come può
non piacermi una band che ha un immaginario 50's oriented,
con bella mostra di ES-335, hair grease, pin ups,
un mega ritratto di ELVIS e il vinile di "London
Calling" (uno dei 5 dischi che mi porterò
dietro all'inferno) appoggiato al Marshall??
I PEAWEES vengono da Las-Pezia
e "Dead End City" è il loro terzo
full lenght, 11 songs + 1 cover di creeper-soiled
brand-punkabilly di ottima fattura e classe. "Road
To Rock'n'Roll" romba sparata a 90 mph, liriche
graffianti e un coro-manifesto innodico, pura dinamite!
Tutte le song sono davvero accattivanti e trasudano
110% lover's rock attitude, un ideale cocktail a 5
stelle di CLASH, SOCIAL DISTORTION & CHUCK
BERRY. Vocals rabbiose e melodiche, clappin' hands,
guitar riffs che si rincorrono a mo' di cromate custom
cars e una sezione ritmica ficcante e indiavolata:
impossibile trovare un difetto, impossibile resistere,
impossibile non agitare il vostro fottuto corpo!!
Simone "Ball n Chain"
Parato
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FastLane
Records
1029 Cambridge
Oklahoma City, Ok 73160
www.fastlanerecords.com
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THE EROTICS
"21th Century SOB"
Fast
Lane Records - 2002
Finalmente ho l'opportunità
di ascoltare questo quartetto di New York che da qualche
anno gironzola per gli States con il loro abrasivo
glam rock'n'roll. Il gruppo nato ascoltando
Dead Boys, New York Dolls, Alice Cooper, Motley
Crue, Guns 'N' Roses e KISS, riflette in
questo "21st Century S.O.B." tutte quelle
influenze aggiungendogli però quel tocco punkeggiante
che va molto in questi ultimi anni risultando una
specie di NEW YORK DOLLS o una versione più
glammy dei RAMONES.
Si parte con il glam punk
della title-track, si prosegue con le stesse coordinate
in "Banged Up" e poi uno dei miei pezzi
preferiti dell'intero album, "Anxiety 101",
un r'n'r trasandato e sculettante. Stranamente alla
traccia numero sei troviamo la semi acustica "Girls
On Drugs" che per un momento placa un pò
gli animi, ma già dalla traccia seguente, "Public
Enemy #1" si ritorna a rockare e ci fa capire
quante generazioni hanno influenzato Sixx &
Co. Un'altro gran pezzo è secondo me "Teenage
Drag Queen" con la corrosiva voce di Michael
Trash e la chitarra di Uzi a farla da padrone, uno
di quei brani che dal vivo spaccano mentre a chiudere
la formazione ci sono il bassista Jett Damage e il
batterista Eric Stathis. Lavoro discreto che pur non
facendo fare il salto di qualità al gruppo
mantiene viva e calda la scena americana.
Moreno Lissoni
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www.robzombie.com
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ROB ZOMBIE
"The Sinister Urge"
Geffen
- 2001
So già a cosa state
pensando
che diavolo c'entra Rob Zombie su un
portale come Slam! Ho indovinato eh? Ebbene: se vi
dicessi che ascoltando "The sinister urge",
ultima fatica del mefistofelico Rob, non facevo altro
che pensare ai Motley Crue?
.
Comunque
dopo la mezza delusione avuta con il
primo solo-album dell'ex White Zombie, "Hellbilly
de-luxe", eccessivamente votato a certe sonorità
"Marylinmansoniane", non posso far altro
che esultare di fronte ad un cd del genere in grado
di riportarmi ai tempi in cui bands come Wasp,
Alice Cooper, e i sopracitati Crue davano
un gran da fare al PMRC di Tipper Gore (a proposito,
chi si ricorda "Ode to Tipper Gore" degli
Warrant? Ovvero 1000 modi per mandare a fxxxxxo
una persona).
Per farvi capire che tipo
di sonorità troverete in "The sinister
urge" immaginatevi Alice Cooper cantare
nei Pantera che fanno le cover dei Motley
Crue
. Non male no? Rendetevene conto voi
stessi ascoltando senza soluzione di continuità
le prime 4 tracce, escludendo l'intro, e vi renderete
conto di quello che sto dicendo. Come non riconoscere
d'altronde lo stesso Tommi Lee in veste di
special guest picchiare come non mai le pelli su "Iron
head" mentre Ozzy duetta con Rob Zombie?
"(Go to) California" sembra uscita direttamente
dal sottovalutato "Generation Swine",
mentre in "Bring her down (to Crippletown)"
l'influenza di Zio Alice si fa sentire prepotentemente,
lo troviamo tra l'altro nella thanx list. Si chiude
con la scialba ed eccessivamente prolissa "House
of 1000 corpses" che a quanto ho capito dovrebbe
far parte della colonna sonora di un non ben specificato
progetto cinematografico che vedrebbe Rob debuttare
dietro la macchine da presa.
A tutto ciò aggiungete un'immagine da film
horror di serie b, atmosfere malate tipo "Freaks"
o "Bad taste" ed un macabro divertimento
è assicurato
Umberto Sartini
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www.gluecifer.com
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GLUECIFER
"Basement Apes"
SPV - 2002
Puntuali come il mal di
schiena dopo una notte passata sdraiato su un materasso
di eightballs (?!) riecco i tortelloni svedesi, ormai
arrivati al quarto album. I Gluecifer non sono mai
stati i favoriti nelle mie fave-bands charts, sarà
per via della loro attitudine un po' cazzona, e anche
per la colpevole mancanza di lustrini glamour... ma
devo ammettere che ai loro live acts mi sono sempre
divertito e che i loro dischi non sono niente male
da ascoltare sparati nelle cuffie mentre siete sull'autobus
e pensate che sì, dovete fare vostra una rarissima
shirt degli STIKKI FIKK da cui siete letteralmente
ossessionati.
Vaneggiamenti a parte,
questo "Basement Apes" si ascolta davvero
volentieri, non ci sono rilevanti novità rispetto
allo scorso "Tender Is The Savage" (dunque
bye bye scan-scum rock, e meno male!!), eccezion fatta
per una migliore prestazione vocale e delle belle
sonorità vintage (mah, però 'ste cose
le hanno fatte pure ' copters e 'superstars...). 12
pezzi di hard rock venato a tratti di irruenza punk,
una eco puzzolente di seventies, ascoltate la trascinante
opener "Reversed", la punkadelica "Brutus"
o il bel singoletto "Easy Living" per credere!
"Losing End" mi sembra la "solita"
slow-sad-song à-la "Deadend Beat",
per intenderci... insomma sa un po' di deja-vu, mentre
mi ha davvero sorpreso "Little Man", non
tanto per virtù sonore (un giro minore un po'
metallozzo) ma perché i Collaciferi sembrano
i TIAMAT sputati (a scanso di equivoci la band
di Johan Eglund mi piace assai!!), ma in fondo ci
pensa la veloce "Not enough For You" a rimettervi
in moto valvole e culo.
L'edizione capitalista in mio possesso è una
digipack-limited-edition, con tanto di foto sceme
e una chiccosa patch ottima da attaccare sul vostro
giubbottino da puttanella. Ops, dimenticavo, c'è
pure la video-track di "Easy Living" - invero
il video rock più brutto che abbia visto negli
ultimi tempi...
Simone 'Deadend' Parato
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FastLane
Records
1029 Cambridge
Oklahoma City, Ok 73160
www.fastlanerecords.com
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BANG GANG
"Vanity Kill"
Fast
Lane Records - 2002
Dop un decennio di silenzio
ritornano Jet Silver, Scott Earl, Scott Stevens, KJ
Kristoffersen e The Kit ovvero i Bang gang che nel
lontano '91 pubblicarono un divertente album intolato
"Love Sells" in cui le infuenze di
MARC BOLAN si scontravano con quelle del glam
rock più patinato di fine anni '80. Nel 1992
pronti con un nuovo album furono scaricati dalla loro
etichetta prima che il lavoro fosse finito per via
di quel movimento chiamato grunge, ma fortunamente
la Fast Lane Records ha ripescato quelle tracce che
più fortunati avranno già
"Vanity Kills" non fa altro che seguire
la strada sonora intrapresa con l'esordio discografico
e si possono riscontrare notevoli assomiglianze con
act tipo T-REX e STAR STAR come nell'opener
"Junkyard Tank" o in "Back Ta Groovy",
mentre "Love Comes Around" mixa i primi
TUFF con gli ENUFF Z' NUFF.
La sensuale "Exotic
Lover" è il classico pezzo che 15 anni
fa avrebbe scalato le charts americane, infatti in
esso si fondono (nuovamente!) la band di MARC BOLAN,
STAR STAR e i FASTER PUSSYCAT del debut-album,
così anche la semi power-ballad "Long
Way From Home" non avrebbe fatto molto fatica
a trovare spazio nelle classifiche rock a statunitensi.
Se vi è piaciuto il primo disco allora non
farete fatica ad apprezzare anche questo, perché
oltre ad avere delle buone composizioni sa farsi apprezzare
anche per l'artwork ...
Moreno Lissoni
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www.brunorock.com
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BRUNOROCK
"X-Over"
Target
Records - 2002
Dopo anni di gavetta passati
con NIGHTPRIDE e DARK SKY, un album
datato 1994 e molti concerti, il singer trentino torna
sul mercato con questo "X-Over" distribuito
dalla tedesca Target Records, etichetta specializzata
in rock melodico e si mette a confronto con i più
blasonati aor acts.
Il risultato è
un melodic rock raffinato, ma con questo non voglio
dire che ci troviamo di fronte ad un palloso disco
di pop tunes, ma bensì un aor elettrico dove
il cantante nostrano ha l'opportunità di mettere
in mostra le proprie doti di strumentista e songwriter
(infatti lo troviamo alle prese con chitarre, tastiere
e basso), ad esempio "Born Winner", "Anyone
But You", "I Am Me" e "Silhoutte"
a tutti gli effetti risultano canzoni molto intense
e ben interpretate. Le armi del singer di Bolzano
sono la melodia e le keyboards che danno al disco
un sound fresco ed arioso schierandosi al fianco di
artisti come FREDDY CURCI, FIORE e STAN
BUSH.
Buone alle le due composizioni
cantate in italiano, "Luna" e "Century",
la prima un bell'esempio di aor tastieristico, mentre
la secondo leggermente più robusta con l'ottimo
lavoro di Peter Fisher alla chitarra e Marius Goldammer
al basso. Insomma, un buon lavoro che conferma una
delle realtà più solide e valide del
panorama aor italiano e europeo!
Moreno Lissoni
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www.zitter.nu
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ZITTER
"Happy Fools Parade"
Self Produced - 2002
Tradizionale hard rock
quello proposto dal duo di Stoccolma Fred e B. Gustaf
che ha dalla sua parecchi anni di esperienza alle
spalle che gli ha portati a produrre il primo album
nel 2000 ("Swansong 11") e ora questo
"Happy Fools Parade" composto da
11 tracce di scolastico e a tratti noioso rock cristiano.
Tralasciando commenti
sulla mancanza di suoni originali, quest'albul risulta
scialbo e trovo difficile riuscire a salvare qualche
composizione, forse solo "Personal Hero",
"Souless Man" e "King Of Fools"
raggiungono la sufficienza, ma il resto si fa fatica
ad ascoltare.
Forse è un disco che ha bisogno di più
ascolti per essere percepito al meglio, ma in questo
momento l'unico mio desiderio è quello di cambiare
cd dal mio stereo...
Provate ad ascoltare la loro song nella sezione audio
e se vi piacciono contattateli!
Moreno Lissoni
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www.haremscarem.net
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HAREM SCAREM
"Weight Of The World"
Now
& Then / Frontiers - 2002
Gli Harem Scarem sono
il mio gruppo preferito in ASSOLUTO! Che sia chiaro!
Bene, premesso ciò devo confessare che non
so proprio come pormi di fronte a "Weight of
the world", poichè ad esser sincero tutte
le voci che assicuravano che il nuovo cd di Harry
Hess e soci avrebbe segnato un ritorno alle sonorità
di "Mood Swing" non mi avevano entusiasmato
poi così tanto, giacchè reputo "Voice
of reason" e "Believe" l'apice della
carriera della band Canadese, a tutto ciò va
aggiunto che in "Weight.." non ho riscontrato
che un parziale riferimento al classico sound degli
esordi degli Harem Scarem, emergendo dunque un songwriting
"antologico", nel senso che in "Weight
of the world" possono essere riconosciuti tutti
gli stili musicali affrontati dai nostri durante la
loro carriera musicale: con la pomposa title track
siamo di fronte alle atmosfere cupe tipiche dell'immenso
"Voice of Reason" stemperate dall'american
rock del tanto osannato "Mood swing", "Killing
me" è un riuscitissimo ibrido tra le sonorità
del debut album e "Big Bang Theory", "Charmed
life" a mio avviso il momento più interessante
dell'intero lavoro, mischia il modern rock di "Big
Bang Theory" con il camaleontico "Believe"mentre
"If You" risulta essere una versione vitaminizzata
dell'era RUBBER.
La voce di Harry Hess
sembra migliorare sempre di più sebbene sia
leggermente penalizzata da un missaggio non eccezionale
mentre la prestazione di Pete Lesperance risulta eccellente,
soprattutto se paragonata allâeccessiva minimalità
che caratterizzava i due episodi targati RUBBER.
Un come back dunque più che riuscito (al contrario
dei GIANT. nda) sebbene avrei preferito una
maggiore sperimentazione da parte di una band che
ha saputo evolversi in maniera spettacolare album
dopo album.
Umberto Sartini
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www.glennhughes.com
www.joelynnturner.com
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HTP
"Glenn Hughes & Joe Lynn Turner Project"
MTM/Frontiers Records - 2002
Grande ed atteso
ritorno dei due mostri sacri del Rock (Hughes e Turner
appunto) che già avevano duettato nel progetto
NOSTRADAMUS di Nikolo Kotzev. La riuscita dell'album
è, di per sé, già solo nei nomi
dei protagonisti e degli strumentisti chiamati al
loro cospetto; Paul Gilbert, John Sykes e Akira Kajiyama.
Registrato in quel di Los Angeles, l'album gode di
buoni suoni, di un bel mixaggio e di sonorità
strong molto seventies, come l'opener "Devil's
road", "Missed your name", "Run
run run" e "On the edge". In sparuti
momenti la vena creativa dei due interpreti fa riflettere
la loro vitalità compositiva, come in "Better
man" dove la mano funky-rock di Hughes si sente
lontano un miglio o come in "Mystery of the heart"
dove l'approccio compositivo è molto vicino
a ciò fatto ultimamente da Turner. La mano
"caliente" di Sykes è rintracciabile
solo dall'udito: "Heaven's missing an angel"
segna il ritorno di un Sykes mai cambiato così
tanto da non poterlo riconoscere.
Il resto è
Storia. I due vocalist di talento si rincorrono in
chorus settantiani sorretti da tastiere tipiche di
quel periodo oppure si cedono il cambio in pezzi dove
si cimentano dietro ai microfoni in veste solista.
Un album carico di energia à là DEEP
PURPLE e RAINBOW che rincuorerà
sicuramente i fans più accaniti di questi due
personaggi che resteranno per sempre legati alla Storia
del Rock.
Da ascoltare.
Marco Paracchini
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www.frontiers.it
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THE JEFF AUSTIN PROJECT
"Go big or stay home"
Frontiers Records - 2002
e
come un fiume in piena, questo cd, mi ha travolto
inaspettatamente
Un cd di Pomp AoR che spazza via qualsiasi depressione
e che riporta in auge tutti i nostri sentimenti legati
alla decade degli ottanta. So che posso sembrare ripetitivo
ma, sinceramente, non capita spessissimo di avere
tra le mani un cd di questa portata
certo, non
si parla del disco del secolo, ne tanto meno di quello
dell'anno ma ciò che Jeff Austin ci propone
in nove canzoni, è proprio il sapore schietto
e profondo del Rock Melodico di buona fattura, suonato
senza troppi problemi ma con grande abilità.
Già la prima song mi ha fatto capire che il
volume andava alzato senza ipocriti compromessi coi
vicini e che il mio cuore si sarebbe dovuto aprire
a ciò che mi avrebbe aspettato in tutte queste
songs.
Le
sonorità tra i GIUFFRIA e i TWO FIRES
mi hanno dato un regalo emotivo in questo grigiore
che è la dura realtà. Riff semplici
ma coinvolgenti, ritornelli dal facile ricordo e soli
di tutto rispetto portano una ventata di freschezza
nei meandri polverosi della mia memoria e mi sembra
di aver acquistato un cd datato 1988! Le tastiere,
suonate dall'abile Mike Severns (qui in veste anche
di chitarrista solista - nda), si mischiano perfettamente
all'ensemble di questo full-lenght. Anche Jeff si
cimenta nelle tastiere (oltre che alla batteria, suo
strumento principale - nda) dando ampio respiro alle
composizioni e facilitando così anche gli ascoltatori
rimasti "indietro" come il sottoscritto.
John Albani (Lee Aaron) compare come guest
musician rimanendo in una schiera di personaggi di
tutto rispetto come anche Jimi Jamison (Survivor)
che scrive a quattro mani "I'm a fighter".
E dal Canada, anche questi rockettari duri a morire,
lasciano il segno. Aspettando altre novità,
finisco col gustarmi tutte le songs presenti.
(L'unica pecca è che nove canzoni paiono un
po' poche
ma se sapete superare questo ostacolo
allora mettete mano ai portafogli!)
Marco Paracchini
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www.mtm-music.de/
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LOUD & CLEAR
"Disc-connected"
MTM
- SPV - Frontiers Rec. - 2002
Felice che ancora
l' America sforni gruppi validi di Rock Melodico,
inizio la recensione dicendo che i L&C mi hanno
saputo interessare al loro prodotto, poichè
innovativo ma, allo stesso tempo, legato alle forti
tradizioni melodiche statunitensi.
Incrocio pressoché perfetto tra quello che
furono i DEF LEPPARD e ciò che sono
i nuovi portabandiera dell'AoR europeo, i BAD HABIT
questo "Disc-connected" è davvero
una bomba che non vedeva l'ora di "esplodere"
nei nostri stereo! Tredici opere musicali dedite ad
un solo tema, un sentimento che non smetterà
mai di cessare nel mondo (o almeno, me lo auguro!):
l'amore! Usciti dai ranghi della fetida Los Angeles,
sono riusciti ad accalappiarsi la simpatia dei giornali
e delle radio del settore che li hanno votati come
best musicians del Rock Melodico dei giorni nostri.
Jess Harnell (vc),
Chuck Duran (ch e bs) e Alex Track (bt) sfornano così
canzoni orecchiabili al 100% non tralasciando del
tutto alcuni effetti in voga in questi tempi ma senza
esagerare.
Chicche come "Tell me why", "When I
feel like that", "Dangerous Immagination"
e "You gotta dance" vi faranno venire voglia
di scapottare la macchina, accendervi una sigaretta
e sfrecciare su una lunga strada deserta. E, se invece,
quello di cui avete bisogno è la tranquillità
e/o l'atmosfera adatta per stare in perfetta sintonia
con la Vostra amata, allora sparate a tutto volume
le ballate che portano il nome di "Fly away",
"Time to let go" (che ruba un po' dai nuovi
BON JOVI) e "You take me higher"
perfetta clonazione tra i geni di TEN e WESTWORLD
nei momenti più delicati e, se ancora non vi
basta
beh, sono certo che in 13 tracce, quella
giusta la troverete anche Voi. Io l'ho trovata, porta
il nome di "Take another look" e mi esalta
che è un piacere
poi fatemi sapere, ok?
(p.s.:
ancora sorrido per ciò che l'abile
Chuckie ha scritto nei ringraziamenti
è
inutile, tutto sommato i rockettari ci sono ancora
per
fortuna!)
Marco Paracchini
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www.kivelrecords.com
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BARON
"Love Valley"
2002
Kivel Records / Frontiers Rec.
Positiva l'entrata
in scena della NewYorkese Kivel Records che, dal 1999
ad oggi ha sfornato valide bands (non sempre sotto
l'aspetto produttivo) dando filo da torcere alle nostre
etichette europee perché, a differenza di esse,
cura sempre e bene l'aspetto grafico dei membri della
propria "scuderia" e non solo. E così
è anche per i bravi ed energici BARON che sfoderano
un'arma perfetta, con chitarre roventi, batteria dirompente,
tastiere e sezioni fiati di non poca importanza, dando
a volte l'impressione che dietro alle loro composizioni
ci siano i seminali AEROSMITH.
Ed infatti "Run
from your love" e "Everybody needs a boost"
sembra siano state scritte ed interpretate da Tyler
e soci. La voglia di fare non manca e questi rockettari,
di cui, ahimè, non ho mai sentito parlare,
sanno portare avanti un discorso compositivo che può
far entrare in sintonia diverse "fazioni"
di pensiero. Diciamo che c'è n'è per
tutti i gusti; in "In the rain" sembra che
gli WARRANT ed i WHITE LION si siano
rimessi in pista, in "Fallen in love again"
pare che POSION, CINDERELLA e GREAT
WHITE abbiano messo in piedi una song da godersi
a pieni polmoni mentre nella bella "All I want
is you" il mix pare nascere da un incontro tra
le sonorità di ADRIAN GALE e DEF
LEPPARD. Beh, le differenze ci sono e si sentono
ma è anche vero che siamo nel 2002 e non più
a cavallo della fine degli eighties e l'inizio dei
novanta quindi penso possa bastare questa spiegazione
per calmare gli animi dei molti che leggono queste
righe.
La forza non manca
e l'arte di rifarsi a ciò che fu mi sembra
sia stata ampiamente dimostrata in tutte le dieci
canzoni. Spazio dunque ai sentimenti e alla gloria
con l'undicesima traccia, dedicata alle vittime delle
stragi dell'11 settembre 2001: l'inno "Star Spangled"
con chitarre prepotenti e tastiere mirabolanti.
Troy Russek (bs) Marty Brasington (bt), Greg Wolfe
(ch) e Mario Piazza (ts) segnano l'ampia e meritevole
parte tecnica e strumentale del progetto mentre Peter
Baron segna, con la sua voce, un'ulteriore interessante
proposta vocale in questo nuovo modo di rivisitare
l'Hard Rock di altri tempi.
Marco
Paracchini
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www.friction-uk.com
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FRICTION
"Friction"
Z
Records / Frontiers Rec. - 2002
Brutta, snervante
ed inaspettata fu la reazione che ebbi al primo ascolto
di questo album che segnava la rinascita di Steve
Grimmet (Lionsheart) e, tuttora, nonostante
i ripetuti ascolti, non posso che dare un'insufficienza
a quanto deciso di produrre dalla Z Records.
Album che assume
tonalità pressoché ridicole, con suoni
al pari di un demo registrato in analogico, con una
batteria elettronica impertinente e di buon grado
fuori da ogni portata di credibilità come nel
pezzo "Forgive & Forget". Insomma, se
le idee erano buone (qualcuno le avrà trovate
tali per promuovere questo progetto) i suoni e lo
scarso mixing denotano un insuccesso quantomeno solo
sotto l'aspetto produttivo. Deciso a rivenderlo, ho
atteso sino ad oggi per vedere se magari, con qualche
ascolto in più mi sarei ricreduto ma, non successomi,
colgo occasione per riprendermi qualche euro speso
troppo celermente per un progetto che spero non abbia
futuro. Ma non dico questo per loro, anzi, che abbiano
un futuro pieno di soldi e successo ma che non ci
bidonino con progetti al limite dell'inverosimile
come questo. Unica segnalazione spetta al lento austico
"Misery" che raccoglie un po' più
di consensi dal mio animo ferito (ma che t'è
successo, Steve?) ma che non può portare ad
una segnalazione positiva all'intero album.
In attesa che la
Z Records ritorni sui suoi passi più mirati
(come sempre del resto) non mi resta altro da dire
che Grimmet e soci ci riprovino, magari con un batterista
vero e con un mixaggio più curato.
Marco
Paracchini
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Sunset
Records
Götzentor 16 75417 Mühlacker (GERMANY)
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MAXIMUM
Just For Kicks
Sunset
Records - 2002
Quando
ho saputo che unetichetta tedesca avrebbe stampato
un CD dei MAXIMUM ho quasi avuto unorgasmo!
beh,
forse sto esagerando, ma con questo paragone volevo
solo rendere giustizia a questo gruppo che nei primi
anni novanta sarebbe dovuto uscire per lEnigma,
che gli diede picche per dedicarsi maggiormente ad un
altro genere: il grunge! Ad essere sincero ho avuto
la fortuna di recuperare il loro materiale qualche anno
fa grazie ad un canadese che mise i loro demo su CD
con laggiunta di una cover, Saturday Nights
di ELTON JOHN, che ahimé, in questo prodotto
non compare. Non disperate perché i 14 brani
presenti sono dannatamente 80s style, ed entrano
direttamente nel vostro reparto hair metal
perché ci troviamo di fronte ad un classico esempio
di party L.A. band cresciuta ascoltando
MOTLEY CRUE, SKID ROW, POISON e
RATT ma che sfortunatamente si è schierata
al fianco di quelle band sfigate che non sono mai riuscite
a sfondare come PENNY LANE, VAUDVILLE,
STRIKE TWICE, PRETTY VACANT, ecc
E
la title-track ad apreri il lavoro, seguita da Strictly
Sexual in cui la band di Stephen Pearcy
si incontra con quella di Bret Michaels, mentre
Lil Liar e Dancer arrivano
direttamente dal sound del Sunset Strip di fine anni
ottanta. Lacustica Pennies From Heaven
è un grazioso slow ben interpretato dal vocalist
Jim Gray, (sarà un caso ma larpeggio iniziale
è identico a Epilogue degli HOLLYWOOD
TEASZE!), ma con Live it Up e Missin
You si ritorna a sculettare e canticchiare, perché
anche queste sono due songs
daltri tempi!
Forse è il caso che mi fermi qui perché
se no dovrei citarvi tutte le composizioni, allora mi
limito a consigliarvi lacquisto di questo strepitoso
prodotto che pur non avendo nulla di originale ha saputo
farmi rivivere quei primi anni novanta
Moreno Lissoni
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www.gilbyclarke.com
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GILBY
CLARKE
Swag
Spitfire
Records 2002
Presentatomi
dal mio fidato negoziante come buon hard-rock-oriented album,
mi sono gettato subito sullacquisto dellultimo
lavoro dellex chitarrista dei Guns N Roses,
senza pensarci due volte. Sapevo che nei lavori precedenti,
il buon vecchio Gilby, aveva snaturato un po il suo
sound ma speravo in un ritorno al passato, senza troppe strizzatine
docchio al modernismo.
Beh,
sono stato accontentato a metà. Il sound è fresco,
elettrico al punto giusto e legato ad una scia molto old-style,
sebbene i segni dei tempi correnti si sentano abbastanza frequentemente,
rimanendo comunque sulla scia intrapresa dal risveglio
di alcuni gruppi quali RATT, GREAT WHITE, PRETTY BOY FLOYD
e L.A. GUNS. Un rock schietto e sparato a mille ma
sempre e comunque sotto legida regola di stare al passo
coi tempi e fornendo tracce dal sapore moderno come Crocodile
Tears, Broken down car e Heart of
Chrome, molto in sintonia col nu-rock degli HARDCORE
SUPERSTAR.
Un
lavoro non proprio sensazionale, a volte carente di spinte
emotive e riempito di spazi troppo deboli e non
convincenti che portano, anche dopo ripetuti ascolti, allidea
che il cd sia stato registrato molto celermente, in un ritrovo
di amici di vecchia data. Ed infatti troviamo degli ospiti
di tutto rispetto, come Tracii Guns, Eric Singer
e Tim Karr, rockettari di una certa fama nel nostro
passato. Un album che riempirà il già rinomato
curriculum del chitarrista ma che, sicuramente, non regalerà
emozioni forti ai fan dei Guns e neanche del Rock che fu.
Un disco rigidamente inclassificabile e nemmeno troppo commerciale
per gli adolescenti di oggi. Comunque auguro a Gilby di vendere
il più possibile, sebbene rimanga molto incerto sul
futuro di questo artista.
Marco Paracchini
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Firesign
PO Box 1303
79303 Emmendingen (GERMANY)
www.firesignrockshard.de
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FIRESIGN
WheelinNDealin
Self
Produced - 2001
Fondati
dal chitarrista e singer Steve Heyden e dal drummer Klaus
Enderlin nel 1998, i tedeschi Firesign sono usciti lo scorso
anno con questo album in cui sono evidenti le influenze e
lamore per i KEEL e Mark Ferrari da parte
di Heyden, che non a caso ha riinterpretato Stay
dei MEDICINE WHEEL.
Come
avrete capito il sound del gruppo è un class metal
a stelle e strisce che non disdegna pezzi un po più
aggressivi come nellheavy rock di Where Them Angels
Dwell, un po più lenti come nelle semi
power ballad Everyday Its Colder o If
It Wasnt For Your Love e strumentali come Freight
Train Race o Az Downgrade. La chitarra di
Schlichting apre le porte alla TALISMAN-iana The
Receptionist forse il miglior episodio del CD che pur
non esaltandomi, mi ha fatto passare piacevolmente quasi quarantacinque
minuti.
Moreno Lissoni
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RAIL
Arrival
Adio
Dynasty
Records 2000/2001
Ristampati
tre autentici gioiellini di hard rock pomposo targato seventies
raccolti in due CD per questo four-pieces di Seattle che festeggia
i 20 anni di carriera, che gli ha visti protagonisti agli
inizi degli anni 80 quando giravano il mondo in compagnia
dei Van Halen o Ted Nugent e con frequenti passaggi
su MTV con i video di Fantasy, Hello,
e 1-2-3-4.
Arrival presenta ben sedici tracce (di cui sette
sono bonus track) e il sound rispecchia un po quello
che andava a cavallo tra 70 e 80: un hard rock a tratti sinfonico
e pomposo (Hello), ma soprattutto basato sui riff
di chitarra di Rick Knotts e Andy Baldwin come nella TRIUMPH/TWISTED
SISTER-iane Yes I Am o Youve Got
A Lot To Me. Cheater è il classico
pezzo da college-movie, mentre lhit della band, Gangbusters,
è un hard rock vigoroso abbastanza scontato il quel
periodo.
Adio
contiene i due mini LP datati 1984/1985 dove sono più
evidenti a mio parere le influenze glam metal
della band, un cockatail tra la band di Dee Snider
e i primi LONDON, ma con una grossa percentuale di
class metal, tastiere e melodia, come nelle due song dapertura
1-2-3-4 (RocknRoll) e Fantasy.
Altri brani degni di nota sono Her Majesty e Dont
Take Your Love Away che mi fanno preferire di gran lunga
questo secondo prodotto, a causa del mio background prettamente
80s.
Concludo dicendo che non sono affatto soddisfatto
dei paragoni fatti, perché mentre scrivo, li sto ascoltando
e mi fanno venire in mente qualcunaltro, ma non ricordo
chi!!!!
www.railonline.net
Moreno Lissoni
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www.weirdorama.net
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WEIRDORAMA
II
Self
Produced 2002
Passo
in avanti per il five-pieces finlandese dei Weirdorama che
dopo il CD di 3 pezzi di questautunno escono con questo
II caratterizzato dalla voce Mike e dalla chitarra
di Juha Bandit che, i più assidui lettori di SLAM!
Potranno ricordare negli street rockers SILVER CITY BANDITS.
Il four-track CD presenta sonorità di heavy rock decadente,
dove si possono intuire le influenze portate da altri acts
scandinavi come THE 69 EYES e HIM.
For Real è il pezzo che preferisco, un
semplice incazzato rnr che non ha nulla a che
vedere con la darkeggiante Ginger, mentre Torn
Apart e Gotta Get Away sono altri due bei
esempi di rock incazzato e movimentato, ma che non offrono
particolari spunti. Band in crescita, ma non ha ancora quel
non-so-che per farli uscire dalla massa.
Moreno Lissoni
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---- by Slam! Production® 2001/2007 ----
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