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1991: The End of the Summer Days
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Cult
èDan Reed Network
Dangerous Toys
Darby Mills
Ceremony
The Heat
Hellacious Acres
And The
Beggars Banquet
Mercury Records
Columbia Records
Unsung Heroes
Difficile lasciare fuori un album del genere, Ho sempre associato il musicisti di colore al Con l’arrivo del grunge, lo Street Metal Never Look Back
nonostante il loro passato non sia proprio blues, al jazz, al... rap, ed è per questo che dopo anni di fuochi d’artificio, iniziò rapi- WEA
Hair Metal. La camaleontica creatura di Ian quando li vedo suonare Hard Rock (o Aor), damente a sparare le sue ultime cartucce.
Asbury e Billy Duffy, centra nuovamente mi incuriosiscono più di altri. È il caso del La band texana, sulle onde del successo del Conosciuta principalmente per essere
il bersaglio con un lavoro in linea con i tem- gruppo del South Dakota, che fonde rhythm èdisco d’esordio, pubblicò il come-back con la voce degli Headpins, in momento di
pi pur mantenendo il loro inconfondibile and blues e funk, al rock classico, risultando il noto produttore Roy Thomas Baker pausa della band, approfittò per dare alle
marchio di fabbrica.
un piacevole impasto sonoro di Prince, (The Cars, Queen, Journey), ma le vendite stampe il suo primo album solista, che
Living Colour Aldo Novamusicalmente non si discosta molto dalle
Ho ancora davanti agli occhi il video di “Wild e . Prodotto non andarono come sperato e vennero così
Hearted Son”, introdotto dalla danza di un dal leggendario Bruce Fairnbairn, “In licenziamenti dalla Columbia Records. sonorità della band canadese. Grazie alla
pellerossa, si scatenava in un vigoroso hard Heat” il loro disco della maturità, con Malgrado questo, il gruppo capitanato dal sua voce pazzesca, ci esalta nella delicata
rock chitarristico, territorio musicale che brani impegnati e con musicisti di alto li- frontman Jason McMaster realizzò un “Give It All Up” e nella ruggente “Hot Wa-
prende una grande fetta su questo lavoro. vello. Nonostante le buone vendite furono disco di indiavolato Sleaze Metal, un mix tra ter”, per un disco di grande Aor al femmi-
“Ceremony” un album all’insegna di un scaricati dall’etichetta discografica e dopo Guns N’ Roses, Rose Tattoo e Aero- nile. La Mills si pone di diritto nell’Olimpo
Rock roboante, che si intreccia con il loro l’inevitabile scioglimento, sono tornati in smith, da ascoltare in auto con un buon delle dee del Rock anni 80, in compagnia di
passato oscuro, a tratti ipnotico e travolgen- pista nel 2016 con il disco dal titolo “Fi- impianto stereo e il volume alto... molto Lee Aaron, Lita Ford, Vixen, Saraya e
te e a tratti feroce ed evocativo.
ght Another Day” per la Frontiers alto!
Joanna Dean.
Records.
Danger Danger
Screw it!
Epic
Lasciate in un angolo le cromature Aor del disco di debutto, i Danger Danger tornarono sul mer-
cato con quello che a mio avviso il loro capolavoro: un album che non solo ti fa divertire, ma ti fa
pensare che non esiste altro da fare nella vita. “Monkey Buniness”, “Beat The Bullet”, “Get Your Shit
Together”, “Crazy Nites”, “Everybody Wants Some”, sono l’ideale colonna sonora per feste in piscina
e scorribande con gli amici e pongono “Screw It!” tra i migliori dischi del settore, di sempre. Se
Dag Finn
dovessi riassumere con un disco il termine “party metal”, probabilmente userei anche “Screw it!”
come esempio.
The Wonderful World of Dag Finn
Mercury Records
Dopo un paio di dischi con gli Sha-Boom,
il frontman norvegese gioca la carta della
carriera solista accompagnato da membri di
Dream Police, Da Vinci e da altri nomi
noti della scena Scandinava come Svein
Dag Hauge e Ole Evenrude. “The
Wonderful World of Dag Finn” un
disco in bilico tra un solare party rock e uno
zuccheroso power pop e gi dall’opener
“Here Comes My Love” si capisce subito che
arrivata l’ora di fare festa.
La ballata “Bye Bye Baby Goodbye” non na-
sconde l’amore per i Beatles, mentre nella
conclusiva “Big Time Shuffle” le atmosfere
si fanno pi bluesy. Dag Finn non inventa
nulla di nuovo, ma il bello proprio questo.
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