Federico Martinelli, Pacino & Gene Joint (Cathouse)

 
SUMMER SLAM! PARTY
16 Agosto 2003 Venezia

Cosa c’è di più bello al mondo che tornare a casa dopo 8 inutili ore di lavoro davanti al computer e mettersi a scrivere qualcosina sulla Slam! Nite in barca? Bene, che l’ idiozia abbia inizio… penso sia stata una delle esperienze più cool in assoluto degli ultimi anni (dopo l’avvento di "Will & Grace" in tv e la riunione dei Velvet Revolver). Io e il mio socio (sì sì il fanzinaro IRRISPETTOSAMENTE superdotato proprio lui) siamo stati umanamente accolti nella santa casa del Reverendo Pacino, che pullulava di piccoli e strani animaletti seminudi, ah già… Robin Black e soci! Giunta l’ora del raduno ci trasformiamo in un battibaleno da anomalissimi esseri umani in animalissimi rockettari assatanati di slammosissima festa! Si parte…. è stato allucinante arrivare al Tronchetto e trovarsi come davanti all’ entrata di un concerto hard rock, spiazzante!

Un sacco di gente mai vista (ah già che cogliona… sono a Venezia!!), super colorosi cotonati tigrati sbarluccicosi… ma il più trash è di sicuro il grande Gaetano, con un look che supera l’umano scibile che fa quasi paura. E finalmente si dà un volto alla gente del forum! Evviva si sale: la prima frase che riecheggia è: ma ci sono le birre? ...che vengono assorbite con veemenza durante tutto il corso del party (fino ad esaurisi!). Gli show sapete tutti come sono andati perciò non mi dilungo. Ecco alcune brevi scenette che non mi dimenticherò facilmente (si ripropongono a me sottoforma di incubi notturni costantemente).
Sono fuori dalla barca, al piano inferiore che prendo l’ arietta, ma c’è qualcosa di informe che si dimena accanto a me: un individuo con l’eye liner e il bandana che violenta scaltramente la sua vittima sacrificale stile piovra assassina –ossia tentacoli ovunque- (oddio non vorranno trombare qui!!) abbandono il mio istinto da guardona e fingo indifferenza, dopo un po’ sloggio.

Stesso posto qualche minuto dopo: un pazzo pelato, rivelatomisi più tardi il bassista dei Fuori Uso (Satana!) si mette a leccare la guancia di Golden, ma dopo le mie proteste ne ricevo una a richiesta dalla rispettiva consorte (che effettivamente non sa cos’ha rischiato!!)… da lì ho capito che il ritmo della serata stava realmente giungendo al collasso. Erano tutti pieni!! I vicoli della laguna riecheggiavano a suon di rock n roll, la gente si affacciava alla finestra per capire cosa stava succedendo, per la prima volta ho visto una cosa simile e mi sono sentita benissimo!Eppoi chi l’ha mai vista P.za san Marco alle 03,00 di mattina invasa da una mandria di rockers?? Dov’era Guido Bagatta e la sua cazzuta Real Tv in quel momento??

Ultima parte di tragitto stile lazzaretto, mancavano Renzo e Lucia!Ma la cosa più fica è stata alzarmi il mezzodì dopo e trovare un Robin Black in mutande seduto per terra che mi offriva dello champagne!! Li riaccompagnamo in aeroporto dopo un viaggio in macchina in cui i miei polmoni sono stati assassinati allegramente dalla nicotina, sono un po’ scazzosa ma ho scroccato un po’ di cd e magliette, quindi bilancio il tutto. Torniamo nella reggia del Mahatma e ad ora di cena all’allegra combriccola (formata dal: la sottoscritta, Moreno, Cristina e Pacino) si unisce… ehm… oddio ma quello è il tipo dai 1000 tentacoli, guarda tu, e un po’ mi vien da ridere! Cenetta fantastica, compagnia degna di nota, cibo ottimo e aneddoti a go go (Beppe e Pacino kings del cabaret): grazie ragazzi!! Dimenticavo di menzionare Holly come nuovo idolo personale (un grande) e tutta la cricca dei Fuoriuso con consorti annesse che mi hanno fatto schiattare dal ridere. UN GRAN SOGGIORNO NEL RICCO NORD EST: GRAZIE A TUTTI!!!

Michy


Una breve digressione letteraria anche da parte del Mahatma, che ci tiene a chiarire una cosa: se già col rock’n’roll ci faccio a pugni, con la lingua italiana è guerra aperta. Mi esprimo in periodi molto lunghi e ariosi, perdo il filo del discorso a metà e ai segni di interpunzione preferisco le blasfemìe. Leggete, quindi, a vostra discrezione.
Dunque, dicevo:
succede che uno nasca con una serie di handicap: conosco un tizio afflitto contemporaneamente da zoppìa, miopismo, criptorchidia e lesbismo latente. E succede che qualcun altro, nello specifico io, sottragga a gente come quella di cui sopra tutte le qualità per le quali vale la pena vivere: carisma, fascino, talento, virilità esplosiva e uber alles l’amicizia di Alvisglam. Ora, non mi aspetto che uno che non abbia mai avuto il privilegio di mangiare al Balla coi Mussi con lui, di correre sul suo motoscafo giallo tra le calli di Venezia per sfuggire alla finanza, di ciondolare al bar coi suoi amici terroni possa capire di quanto speciale Alvise con la sua sola presenza, riesca a rendere speciale anche l’emissione di un peto o il passaggio di una Gobba Busona in groppa a una Graziella, o la messa di natale o anche il bestemmiare al tramonto, quello stesso splendido tramonto veneto pessimamente raccontato da un’altra (tri)veneta eccellente (Elisa) in una famosa canzone, che satana la fulmini.
Saltiamo quindi con un triplo carpiato al punto della fazenda topico per questo mio excursus letterario, chè poi ho da cagare: quando Alvise ha EFFETTIVAMENTE messo a disposizione la barca, quando ha EFFETTIVAMENTE dato ordine di stampare i flyer, trovare i soldi, fare le magliette, le mie visite alla tazza del cesso si sono COMUNQUE fatte più lunghe.

Cambiamo longitudine e usciamo dai confini Veneti (cosa che mi irrita molto fare) e andiamo vicino alla Grande Città… Qui abita un ragazzo al tramonto della sua giovinezza, famoso per il suo pene, con dei pessimi gusti musicali, che un po’ per culo e un po’ per una fortuita serie di circostanza è riuscito a diventare una specie di centrò di gravità permanente nella nostra parrocchia rock’n’roll. Costantemente sotto il fuoco incrociato di minacce di denuncia e cause di paternità, il nostro è comunque riuscito a portare avanti per anni la sua webzine…E al momento di dare il suo imprimatur per organizzare una festa che già nasceva sotto i crismi del mongolismo, non si è certo tirato indietro… A patto che non lo querelassero.

Cambiamo poi, (cosa che decisamente mi repelle fare) latitudine, e spostiamoci a Londra. Succede che ci abiti una romana dall’insopportabile cadenza romana, pedante militante leghista, musicalmente conservatrice, e che –prima fra tutti i lettoranti di Slam!- abbia scovato in Canada un gruppo che adesso siamo in molti ad adorare ma che per un tot di tempo, perlomeno nel mio palazzo, ha giaciuto inascoltato tra un bootleg monofonico dei Paris e il DVD di Terrorfirmer. Succede poi che non oso immaginare raccontando quale stronzate sia riuscita a farli esibire sullo zatterone rimediato da Alvise in un modo che non mi azzardo nemmeno di concepire.

Questo improbabile clash culturale ha finito col dare vita a un evento che sarà circoscritto, che ha lasciato tanta gente a terra, che ha visto la partecipazione di tanti bei nomi della carta stampata e di quella virtuale (così come la dolorosa defezione di due personaggi eccellenti del giornalismo musicale undreground) ma che sinceramente mi ha dimostrato tre teorie che da tempo vado sposando, e cioè:
A) Che il veneto è troppo avanti
B) Che nessuno dei miei dieci gruppi preferiti degli ultimi cinque anni arriva dagli USA
C) Che il rocker del III Millennio va a letto presto.

Non vi tedierò con le recensioni dei concerti, che a)non capisco un cazzo di musica b)erano un evento marginale nell’economia della serata e uber alles dopo aver spaccato quasi ogni singolo tocco di strumentazione della backline preferisco pensare alla Gramigna che è adusa cucinarmi Signora Carmen per non versare ancora lacrime sulla tastiera.

Preferisco pensare, col cuore colmo di affetto e il pacco leggermente sgonfio, che ogni tanto è bello incontrare icone gay come il Deadend, strofinarsi i piedi con Sweetmauro, farmi aprire gli occhi sui grandi temi esistenziali della vita da Lexxy Jaaaaay, vedere Maestro e pensare che non è vero che TUTTI i metallari sono brutti, vedere un po’ di terroni imbarcati nella stessa barca e sognare per cinque brevi secondi che quella stessa splendida barca si inabissi, prima ovviamente di realizzare che nel caso sarebbero cazzi di Alvise. E non è il caso di far arrabbiare Alvise, credetemi.

E ogni tanto è bello vedere qualche rocker duro e puro com Trash69 felicemente entrato nell’età adulta, con tanto di tollerantissima moglie a seguito. O di farmi spiegare le cose da uno che di musica ci capisce veramente come MT6M con MT6G al seguito… Bello!

Ogni tanto è pure bello che non ci sia il dottor Gonzo a rubare l’attenzione tutta su di sé.

E ogni tanto è COMMOVENTE mettere a nanna tanti bei rocker, fulminati e distrutti, all’una della mattina, e trovarsi con Kelly a fare il Titanic sulla punta della barca mentre i più giovani già dormono… Stesi… Sui tavolini….E se metti su un disco ti chiedono di spegnere…

E in conclusione ogni tanto è pure bello avere delle rockstar canadesi in giro per il Palazzo che fanno cose da rockstar tipo lavare i piatti… Sparecchiare… Essere gentili… Giocare col nintendo…

E per uno come me che odia il Canada, è stata la cosa più bella di tutte.

Pacino


L’ appuntamento era per le tre e mezzo del pomeriggio e quando arrivo trovo solo Belladonna dei Bastet e Chris, il fonico di Robin Black, ma presto arrivano il resto dei Bastet, tranne Pacino intento a gestire i canadesi negli ultimi momenti prima della partenza, e anche i Baby Ruth.
Il viaggio da Padova a Venezia non dura molto e in macchina Star Boy mi costringe ad ascoltare i Turbo Negro (a dir la verità sono io che costringo lui visto che non ho altre cassette a disposizione); finalmente arriviamo sul piccolo porticciolo dal quale la barca dell’amore e del rock n roll salperà.

In poco tempo si crea un’ atmosfera incredibile, la gente che arriva mi sembra tutta su di giri e c’è il tempo per scambiare quattro chiacchiere con vecchi amici che non si vedevano da un po’ e per conoscere gente nuova, tutto questo mentre Robin Black faceva il check sound. Subito sono colpito dalla presenza scenica del singer canadese che canta veramente bene e ha un super look, e mi pare che anche il resto della band si trovi a proprio agio tra i flutti della laguna.
Tutti sono a bordo così non resta altro da fare se non salpare e dare inizio alla festa di cui tutti parleranno per un bel po’.
Bevo qualche birra ma ho poco tempo per rendermi conto di ciò che sta succedendo perché tocca subito ai Baby Ruth aprire la serata musicale; guardo gli altri e li vedo carichi, prendiamo gli strumenti e cominciamo. Davanti a noi c’ è un muro di gente che muove la testa a tempo e che scatta foto, chi balla e chi canta le canzoni, chi si sente male (sarà per la nostra bravura) e così fino alla fine.

Tocca ai Bastet e il clima sulla barca si fa sempre più caldo (sarà anche per l’alcool) cosa che rende il loro spettacolo ancora più intrigante e sessuale del solito. Il reverendo Pacino si diverte con le sue provocatorie omelie e il gruppo lo supporta bene sempre attenti alle coreografie che catturano l’attenzione di tutti i presenti.
Tocca finalmente a Robin Black and Intergalatic Rock Star…. Wow, le aspettative non sono deluse e la carica di Robin si diffonde in tutta la barca, la musica mi piace un casino e tutti apprezzano come me. La band non è male e Star Boy si rivela un ottimo chitarrista ritmico (solidarietà tra chi ricopre lo stesso ruolo) e anche le parti spaziali di tastiera mi piacciono… insomma il mio preferito dopo Robin, ovviamente, che nel frattempo continuava a sgolarsi e a farsi strada come un pazzo fra la gente alla ricerca di ragazze da baciare. Un gran bel concerto.
La serata non è di certo finita, si continua a bere e si è tutti più tranquilli, si fanno discorsi interminabili con persone e si scambia anche solo una battuta con altre, ma tutti si divertono e nessuno crea problemi e se pensate che abbia buttato la borsetta di Emma Love in laguna apposta vi sbagliate… io non potrei mai fare una cosa del genere…

Ormai le mie capacità mnemoniche si fanno meno forti, ma ricordo che in una sosta a San Marco ho fatto un discorso serio e sentito sul sesso con Pacino e il Pupazzo mettendo in campo tutte le mie risorse filosofiche… qualcuno poi si è perso ma questa è un’ altra storia.
La festa è finita e tutti scendono tristemente dalla barca esausti, tutti si salutano e si scambiano baci, anche Robin Black continua a baciare ragazze come quando era sul palco, ma la serata è stata stupenda e tutti la ricorderanno a lungo, almeno chi era nelle condizioni psico-fisiche che permettano di ricordare.

GG Rock


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