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J27
"J27"
Costa Ovest Records 2008
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Qualche settimana fa
mi è capitato di avere una conversazione con
un paio di conoscenti sul significato della definizione
"Rock Italiano".
Uno di queste persone sosteneva che Vasco Rossi e
Ligabue rappresentano il successo del cosiddetto rock
italiano, mentre l’altro affermava di come per
la stampa nazionale persino Laura Pausini e Max Pezzali
facciano parte di questa categoria e che per questo
motivo è realmente difficile capire cosa sia
di preciso questa “entità”. Io
da parte mia mi sono limitato a far notare che Vasco
e Ligabue sono si probabilmente gli artisti che più
hanno preso dal rock, non fosse altro per l’influenza
palese del Boss nel caso di Ligabue e dei musicisti
di cui si circonda il buon Vasco, ma che forse nemmeno
loro due possono essere presi a paragone.
E allora? Esiste o
no il rock italiano? Esiste assolutamente si se non
si considera il cantato in italiano come cosa fondamentale,
in questo caso il belpaese ha decine di band rock-metal
molto valide.
Esiste poco se il cantato in italiano diventa elemento
fondamentale di detta scena… a mio modesto parere
nella categoria potrebbero rientrare le prime cose
di Enrico Ruggeri, un paio d’album dei Timoria,
i primi ottimi lavori dei Negrita e tutta la discografia
di quello che a riavviso rimane uno dei migliori gruppi
che l’Italia abbia mai avuto, i Ritmo Tribale
(Mantra del 1994 rimane un disco splendido).
Tutto questo lungo pistolotto per introdurre l’esordio
discografico dei J27 dalla Toscana, una di quelle
band che potrebbero ridisegnare il concetto di rock
italiano se solo il pubblico darà loro fiducia.
All’interno della
band troviamo il cantante Marco Biuller, alias Mark
Ramsex dei glamster Smelly Boggs e
il duo di chitarristi Mamo e Alex Sabadini, già
visti nell’ultima incarnazione degli sleazy
rockers Gran’ Ma Monkey.
Partendo da un background molto r’n’r
i J 27 sviluppano il loro suono in modo molto personale,
avvicinandosi in alcuni casi proprio ai sopra citati
Ritmo Tribale, come dimostrato dall’opener (e
relativo video-clip) “Pazzia”, pezzo che
meriterebbe di entrare in rotazione su tutte le emittenti
musicali, se solo certa merda che riempie i suddetti
canali non prendesse purtroppo il sopravvento.
Il cantato in italiano
non penalizza la band, anzi riesce ad essere uno dei
punti di forza dell’intero lavoro, e pezzi come
“mi ferisci” e “parole cattive”lo
dimostrano appieno.
Discorso a parte merita “sei milioni di stelle”,
il pezzo che più mi è piaciuto... bella
melodia, ritornello trascinante e ottimo lavoro dei
due chitarristi a fornire a Marco una buona occasione
per fare sfoggio di tutto il suo talento, che lo colloca
secondo me tra le migliori ugole della nostra scena..ma
questa per me non è certo una sorpresa.
Concludo segnalando la buonissima produzione impreziosita
dal mastering effettuato da Tom Baker
presso il Precision Mastering Studio di Hollywood…
J 27, un nome su cui puntare assolutamente.
Federico Martinelli
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RAIN AGAINST THE SKY
"Stars Of
Us Idea"
Forears 2008
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Arrivano da Napoli
e nella loro presentazione leggiamo: "Come interpreti
di un racconto, la loro musica e' cinematografica
e narrativa, costruita intorno alla voce di Renata
De Luca, a pieno titolo protagonista. Il totale bilico
tra l'elettrico e l'onirico, tra echi anni 90 e nuovi
suoni...".
Come potrete ben immaginare quindi, i Rain Against
The Sky non sono propriamente un "gruppo
da SLAM!", ma riescono ugualmente a convincere
con la loro proposta musicale figlia del nuovo millennio
e intrisa di atmosfere ora piu' tranquille e calde
e ora tormentate e riflessive.
Alla resa dei conti, risulta difficile dare un giudizio
attendibile a Stars Of Us Idea non essendo
un normale fruitore di questo genere musicale, ma
passo la palla alle vostre orecchie e vi invito ad
ascoltare i loro brani su www.myspace.com.
Moreno Lissoni
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CHERRY LIPS
"Cherry Lips"
Andromeda Relics 2008
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Fulminato… credo
nessun altro termine renda meglio l’idea di
quel che ho provato mentre ascoltavo per la prima
volta questo CD… reazione solo in parte giustificata
dal fatto che siamo di fronte all’opera prima
di una all-female band veronese formatasi da circa
tre anni, le cui componenti hanno un’eta' media
intorno ai 20 anni!! Se al primo ascolto sono letteralmente
rimasto a bocca aperta, l’impressione è
stata confermata dagli innumerevoli ascolti successivi,
che hanno fatto crescere esponenzialmente il mio entusiasmo.
In attesa di godermele on-stage dove mi dicono essere
maledettamente in gamba, bando alle ciance e, per
dirla alla Joe Perry: “Let the music do the
Talking”! I dieci brani che compongono il CD
parlano eccome: Stefy (Vc), Karima (Bs), Elisa (Gtr)
e Serena (Dr), oltre ad essere toste e saper suonare
molto bene, sanno comporre “l’oggetto
canzone” con la naturalezza ed il mestiere di
band navigate ed esperte, tanto che il risultato finale
sfocia in un songwriting di una maturita' sconcertante.
Lo stile si puo' definire un Hard’n’Roll
potente e grintoso ma, anche in virtu' delle doti
di Stefy e dell’uso sapiente dei cori, accattivante
e ruffiano nell’accezione migliore del termine,
ispirato tanto dal Glam rock quanto dall’Hard
di matrice 70’s, magistralmente arrangiato e
con sonorita' attuali e dirompenti.
“Dead Or Alive
(Are You)”, bordata rock’n’roll
d’altri tempi, apre le danze in maniera inequivocabile,
graffiante stradaiola ed incisiva; “Haunted”
con le sue suggestioni orientaleggianti e' uno dei
brani piu' maturi, potente ed onirico allo stesso
tempo, mentre “The Race Is On” è
ancora rock’n’roll diretto e sanguigno,
da scorribanda in sella ad una potente Harley con
i capelli sferzati dal vento. “Right Now”
e “On My Own” sono due piccole gemme che
per stile, grinta ed attitudine trovano in Suzi
Quatro (ma quanto era brava?) una musa ispiratrice
d’eccezione, mentre “Mean, Hot And Nasty”
possiede il carisma del Glam Anthem e restera' saldamente
ancorata ai vostri neuroni “finché morte
non vi separi”. Ogni brano merita davvero una
citazione, ed allora ecco “Heartbreaker”,
gioiellino squisitamente Glam che solo band del calibro
dei migliori Sweet sapevano scrivere,
seguita da “Shadow”, sensuale Hard Rock
aperto da un bel riff di zeppeliniana memoria e dotato
di una melodia vocale affascinante. Chiudono due brani
atipici che rendono bene la dimensione della bravura
di queste ragazze: la cover di Cyndi Lauper
“Girls Just Wanna Have Fun”, ri-arrangiata
in modo superbo, senza l’ausilio di tastiere
o altri strumenti aggiuntivi, per una versione se
possibile ancor piu' bella della gia' accattivante
originale, con una Stefy ispiratissima e dei cori
impeccabili, ed il lento “Narcissus”,
ispirato ed intimista, con linee vocali mai banali
e fuori dagli schemi che hanno inflazionato il genere,
tanto per ricordarci che le Cherry Lips hanno una
loro ben definita e forte personalita'.
Infine un paio di
considerazioni: mi piace la scelta di proporre una
cover con il solo logo della band, relegando all’interno
le foto delle ragazze (che sono decisamente un piacere
per gli occhi!), come se si volesse concentrare l’attenzione
sul loro reale punto di forza, la musica. Scelta doppiamente
coraggiosa in un panorama musicale “arcaico”
come quello Italiano. Last but not least, complimenti
alla Andromeda Relics per averle scritturate e lanciate,
mi auguro che le supportino nel migliore dei modi
perche' queste ragazze possono davvero arrivare lontano.
Mamma mia che disco… da avere assolutamente…
Gaetano Fezza
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LAUREN HARRIS
"Calm Before
The Storm"
Demolition Records 2008
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Credo si essere uno
dei 2 in Italia che pur avendo nell'armadio pantaloni
di pelle e t-shirt con teschi, a non aver nemmeno
un mp3 degli Iron Maiden. Ogni tanto
la gente e' quasi incredula quando gli dico di non
aver mai avuto un periodo 'metallaro' e che la cosa
piu' metallara che ho ascoltato da quando il rock
and roll ha preso la mia anima siano stati i Dokken,
ma tant'e'...
Cosa centra la band di The Number of the Beast
con questa recensione e' abbastanza ovvio, dal
momento che la graziosa fanciulla non e' altro che
la figlia del loro bassista, Steve Harris.
La leggenda narra che sia stata scoperta in un pub
da Russ Ballard, cantante e songwriter
inglese (celebre per le sue diverse collaborazioni
soprattutto con i Kiss).
Calm Before The
Storm segna il suo esordio discografico, prodotto
da Tommy McWilliams (Gloria Estefan,
Jon Secada) e mixato da Kevin Shirley
(Iron Maiden, Aerosmith, Journey) racchiude 12 tracce
di rock che - ne sono quasi contento - deludera' i
fan della band di Leyton perche' penso che la cosa
piu' metal di questo Cd sia la fibia della cintura
della cantante, perche' e' piu' facile avvertire affinita'
con Susie Hatton ("Steal Your
Fire", "Hit Or Miss") o Avril
Lavigne ("Get Over It") che con
chi ha scritto Fear of the Dark.
Un album dignitoso, ma ancora lontano dai livelli
raggiunti dalle rocket queen degli anni 80.
Moreno Lissoni
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MR BIZARRO & THE HIGHWAY EXPERIENCE
"Waiting for
the UFOs"
Midfinger / Audioglobe 2008
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Gli avevo lasciati
nel 2004 con un'intervista
ed ora rieccoli qui con una formazione rinnovata e
il loro rock che sconfina nell'indie, punk e stoner,
elementi sonori che contraddistinguono "Waiting
for The UFOs", debutto ufficiale per la
band veneta. La band torna con il cantato in inglese
e anche se non sara' il classico ascolto di un utente
medio di SLAM!, e' indubbiamente un lavoro di ottima
fattura che riuscira' ad incuriosire anche il rockers
piu' ottuso e talebano.
Moreno Lissoni
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SILENT RAGE
"Four Letter
Word"
Frontier Records 2008
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I sostenitori dell'hard
rock americano o dei Kiss di sicuro
avranno gia' sentito parlare dei Silent Rage, gruppo
di Los Angeles formato a meta' anni 80 e uscito nel
1987 con Shattered Hearts con Paul
Sabu dietro la consolle e nel 1990 con Don't
Touch Me There sotto l'ala protettrice di Gene
Simmons.
Sciolti per una decade, si sono riformati nel 2001
grazie all'interessamento della Z Records che pubblica
Still Alive e la ristampa degli album precedenti
e dopo la firma del contratto con la nostrana Frontiers
Records, rieccoli a noi con il quarto disco, prodotto
da Gilby Clarke e pronto per essere
divorato dagli affamati hair metallers.
Per chi fosse impreparato in raggi silenziosi,
potrei definire la loro musica come un impasto tra
Y&T, lo Zio Alice
e i KISS di fine anni 80, nome che
ricompare anche per la presenza di Bruce Kulick
in "Man Or Machine" in compagnia del batterista
dei Ratt, Bobby Blotzer, quest'ultimo
ospite anche in "Bona Fide". Tra i guests
c'e' da segnalare anche la presenza di Dilana
(Rockstar Supernova) e Brian James Fox
(ex-Silent Rage), mentre gli highlights del lavoro
prendono il nome di "You Could Be The One",
"Four Letter Word", "Hard Habit To
Break" e "Nobody Knows (The Ballad of Andy
and Glory)".
Moreno Lissoni
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CHROME DIVISION
'Booze, Broads
And Beelzebub'
Nuclear Blast 2008
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Non pensavo che il
nome Dimmu Borgir potesse entrare
in qualche recensione di SLAM!, ma come si suol dire,
"mai dire mai", ed eccomi qui a parlare
dei Chrome Division, side project del loro cantante
Shagrath e di altri musicisti della scena black norvegese
come Tony White (MINAS TIRITH), Luna degli ASHES TO
ASHES, Eddie Guz (THE CARBURETORS) e Ricky Black.
Ad essere onesti il loro nome circolava gia' nel 'giro'
per via di un'esordio discografico che aveva ben poco
a che fare con questi gruppi appena usciti da un cimitero,
grazie ad un heavy rock and roll tirato piu' vicino
a BLACK LABEL SOCIETY, MOTÖRHEAD
e NASHVILLE PUSSY che non alle loro
band di provenienza, e con questo Booze, Broads
And Beelzebub si continua sulla stessa scia.
12 i brani proposti, tra cui anche la cover di "Sharp
Dressed Ma" degli ZZ Top, nome
che fa capolino anche nell'intro di "The Boys
From The East", ma sono Zakk Wylde
e Lemmy Kilmister i veri guidatori
di questa "Cadillac nera" cromata, che da
il meglio di se' nella title-track, in "The Devil
Walks Proud" e in "Hate This Town",
ma tutto l'album si mantiene su buoni livelli e di
sicuro, oltre nelle pagine di Slam!, il "nome"
Dimmu Borgir, da ora in poi comparira'
anche nel mio porta cd.
Moreno Lissoni
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HEAD SOLUTION
'Single Day'
Head Solution 2008
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Tra le loro influenze
citano Soundgarden e Van
Halen, ma sono decisamente piu' vicini ai
primi che non alla band di David Lee Roth
perche' "Single Day" vive
di atmosfere che hanno reso celebre la scena di Seattle.
Formati a Venezia nel 2001 da Massimiliano Lessio
(voce), Andrea Livieri (chitarra), Cristian Secco
(basso) e Marco Torchia (batteria) hanno appena pubblicato
il loro album d'esordio, un lavoro dove vengono spontanei
i paragoni con la band di Chris Cornell
e anche se la parola "grunge" qui a qualcuno
puo' far rabbrividire, c'e' da dire che gli Head Solution
ci sanno fare e ce lo dimostrano con pezzi come "Secret
to Survive", "Single Day", "Combination",
"Break Up" e "Burn In Me".
Un lavoro ben confezionato, piu' adatto agli amanti
di Audioslave che non ai fanatici
degli anni 80.
Moreno Lissoni
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THE STRIPT
'The Stript'
Ifiymm Records 2008
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Un paio di anni di
vita per i The Stript, giovane gruppo di Las Vegas
formato dai fratelli Mike e Bryan Lorenzo, dal bassista
Steve Grisanti e dal chitarrista Brian Lerner che
giungono a noi con questo Ep di 6 brani che ci porta
un po' indietro negli anni, grazie ad uno street rock
dall'indole ottantiana e che profuma di deja-vu'.
Gli accostamenti e le influenze sono sempre le solite:
da Guns N' Roses a Motley
Crue, da Aerosmith ad AC/DC,
per una release di piacevole ascolto che non credo
abbia gli attributi per rivoluzionare il mercato discografico
o far tornare mainstream questo genere (anche se mi
auguro il contrario), ma ha dalla sua qualche pezzo
che si fa notare come la coppia di pezzi d'apertura
"Came Undone" e "Where Will You Go?",
la prima sulla scia dei vari Outlaw Blood
et similia, la seconda piu' sleaze-oriented.
Cosi' anche la selvaggia "Runnin N Screamin"
e la sguaiata "Sweet Marie" tengono alta
la votazione del CD consigliato all'uso e consumo
dei nostalgici di queste sonorita'.
Moreno Lissoni
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BLACK JACK
'Black Jack '
Self Produced 2008
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Il primo passo per
diventare una buona band e' gia' stato fatto da questo
gruppo proveniente da Teramo che, con il loro Ep d'esordio,
ci dimostra di avere tutte le carte in regola per
poterlo fare. Nati nel 2005 dal chitarrista Mario
Alessiani e dalla sezione ritmica composta da Lidio
Pietrofaccia e da Lidio Mancini, hanno da poco reclutato
il vocalist Paolo Ceritano e composto questi 4 brani.
A volte si ha l'impressione che il gruppo sia ancora
in cerca di una vera e propria identita', ma nonostante
questo i buoni spunti non mancano come nelle apripista
"Down Without A Bone", in "The Night
Has Gone" o nella conclusiva "Ride On",
mentre non mi convince molto la ballad "My Sweetest
Summer".
Fa piacere constatare che questi 4 giovani rocker
puntino a tenere alta la bandiera del classic rock,
il tempo e l'esperienza gli saranno d'aiuto e mi auguro
che continuino su questa strada.
Moreno Lissoni
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MARCELLO-VESTRY
"Marcello-Vestry"
NL Distribution 2008
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Ventata di pura aria
fresca e pungente questo cd dell’attuale funambolico
chitarrista dei Danger Danger Rob
Marcello e della gran bella voce di Frank Vestry (Devian,
Last Temptation) per un hard rock in pieno stile fine
anni ’80. Prodotto da Bruno Ravel (Danger
Danger) rappresenta a pieno il tiro e l’atmosfera
dei dischi suonati quando Bon Jovi
e compagnia bella cavalcavano le scene dell’Hard
Rock americano di qualita', dove i guitar hero la
facevano da padrone, dove la voce lasciava il segno
e il cosi' detto Hair Metal viveva il suo apice assoluto.
Produzione perfetta
per scelta di suoni e atmosfere, ottima composizione
di tutti i brani, tra i quali e' bene ricordare l’open
track "Fireworks" (diretta e avvincente
dal primo ascolto), "Ready or Not" (rockeggiante
e coinvolgente con un chorus immediato), "Gone"
(nella versione giapponese anche bonus acustica, e'
la ballad per eccellenza del disco, melodia pura),
"Live Life" (un tuffo nell’88…),
"What You Mean" (la seconda ballad, molto
Danger Danger style), "Love
Injection" (forse la migliore track del disco,
avvincente e melodica con un groove da paura), "Gangster
of Love" (ottima con una parentesi nel mezzo
da parte di Rob quanto mai appropriata).
Marcello rappresenta oggi la figura del guitar hero
che solo i nomi storici riescono ancora a meritare,
ogni assolo e' una canzone nella canzone, una tecnica
e una pulizia unica oltre che una vena compositiva
che con Vestry si concretizza nel sogno realizzato
di potere riascoltare nel 2008 un album di classe
e talento come non se ne ascoltava da troppi anni!
Mauro Guarnieri
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SKEW SISKIN
'Peace Breaker'
Monongo 2007
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Avevo lasciato i tedeschi
Skew Siskin con Album of the Year uscito
nel 2003 e ora rieccoli con una nuova release uscita
nel 2007, ma fattami pervenire solo ora dal chitarrista
Jim Voxx. La band capitanata dalla carismatica Nina
C. Alice, e' da sempre collegata ai MOTÖRHEAD
per il forte contributo che ha dato Lemmy alla loro
carriera e ai loro pezzi, contributo dato anche in
questo Peace Breaker, un CD di 13 canzoni
dove troviamo come ospiti il chitarrista degli Accept,
Wolf Hoffmann in "Who The Hell Are You"
e Ivan Kral, conosciuto per aver
suonato con Iggy Pop e Patti Smith, in "I Don’t
Care".
Al livello di sonorita'
non siamo molto lontani dalle precedenti release,
con il loro tirato rock and roll in bilico tra hard
rock, heavy metal, punk, dove si fanno notare "Metal
In Your Face", "We’re An Institution",
"Trouble Shooter" e "I Wanna Be Me".
Gli Skew Siskin sfornano cosi' un lavoro magari non
fondamentale per la storia del rock, ma che non sposta
di una virgola il loro discorso intrapreso nei primi
anni 90, ai fan piacera' sicuramente…
Moreno Lissoni
top
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ANTARES
'Start Your Engines'
Slurp! Records 2008
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Vi succede mai di avere
grosse aspettative sul nuovo disco del vostro artista
preferito di turno e rimanerne delusi? Beh, a me ultimamente
parecchio, pero' mi capita anche di imbattermi in
gruppi di cui ignoravo l'esistenza per poi rimanerne
piacevolmente colpito/coinvolto. E' il caso degli
Antares, che dopo essere diventati 'amici' su MySpace
mi hanno mandato il loro CD dal titolo Start Your
Engines.
Punk 'n' roll dalla varie sfumature, a tratti piu'
hard rock, a tratti piu' rockabilly, portandomi alla
mente in un paio di episodi i primi Angel
City Outcasts come in "16 was too much"
o "So what?", ma in linea di massima i gruppi
di riferimento su cui si puo' collocare il sound del
gruppo vanno dagli Stray Cats ai
Turbonegro, dai Motorhead
agli Zeke e vedo in "Seek you
down in hell", "Nightmare (On St. John Street)",
"Welcome to Sanfransisto" e "Hard cock
blues" i pezzi meglio riusciti.
Non mancano riferimenti semi "nascosti"
ai loro idoli e nel complesso una prova piu' che positiva
che potra' ricevere diversi consensi dai lettori di
SLAM!
Moreno Lissoni
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JOURNEY
"Revelation"
Frontier Records 2008
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Non stiamo affatto
vivendo una favola o rivisitando il film Rockstar…
E’ accaduto sul serio e il tutto dimostra che
a volte i sogni possono diventare realta' e che i
sacrifici si possono trasformare in soddisfazioni
e nella possibilita' della vita: Arnel Pineda e' ufficialmente,
con Revelation, il nuovo cantante di questo
storico gruppo che ha “inventato” il rock
melodico e un certo tipo di Aor di primissima classe.
Questo preambolo vuole essere un omaggio ad una della
maggiori influenze per il genere e anche a questa
persona che, dopo una vita di stenti e sfortune varie,
grazie alla diffusione su You Tube di cover cantate
insieme al suo oramai ex gruppo The Zoo,
e' stato avvicinato da Neal Schon e contattato per
un provino e poi arruolato in forza nel posto prima
ricoperto dal maestoso Steve Perry,
poi dal bravo Augeri e infine dal
talentuoso Soto (non mi soffermo
in questa sede rispetto la mancanza di stile nel mandarlo
via…).
Revelation e' un album assoluto che rappresenta
la rinascita della band e un nuovo punto di partenza.
2 cd, il primo inedito e l’altro un rifacimento
dei vecchi e classici brani risuonati e ricantati.
12 tracks che rappresentano gia' un classico, compresa
la strumentale "The Journey (Revelation)"
e la bonus "Let It Take You Back".
Prodotto da Kevin
Shirley per un reale valore aggiunto e tocco
di personalita' e di attualita' che rende merito ad
ogni nota suonata dal piano e tastiere di Jonathan
Cain, dalla precisione del basso di Ross Valory, dalla
strepitosa batteria di Dean Castronovo, dall’ispirata
chitarra di Neal Schon e dalla scoperta e voce del
filippino Pineda.
Considero Revelation il degno successore
di Escape e Frontiers per energia, coesione ed impatto
anche emotivo, e di Arrival a livello di songwriting.
Schon e Cain si dimostrano ancora fuoriclasse e riescono
a sorprendere, oggi piu' che mai, per qualita' compositiva,
cosi' come gli altri componenti per qualita' musicale
e interpretativa. Pineda non puo' che non ricordare
Perry (stupido pero' sarebbe ogni confronto tra i
due artisti), ma la sua presenza dona una nuova linfa
vitale che rende il cd assolutamente perfetto sotto
ogni punto di vista.
Uscita dell’anno che ha la possibilita' di omaggiare
vecchi classici ascoltando il cd 2 e generarne di
nuovi gustandosi il primo.
Mauro Guarnieri
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LEADED FUEL
"Inhale And
Get Pale"
Costa Ovest Records 2008
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Debut album per l'Italiana
Costa Ovest Records degli svedesi Leaded Fuel, gia'
sentiti con il loro demo nel 2007. A dispetto di un
look molto 'glammettone', i five-pieces vira verso
ad uno sleaze rock punkeggiante, piu' vicino forse
ai Towers Of London che non ai vari
Crash Diet, Crazy Lixx
o Vains Of Jenna, personalizzando
gli insegnamenti di Guns n' Roses,
Ramones e Hanoi Rocks.
Dopo svariati ascolti,
apprezzo il fatto che non si siano lasciati trascinare
da questa nuova ondata di gruppi clone dei Motley
Crue e che Inhale And Get Pale sia
dotato di una certa personalita', pur avendo delle
influenze molto evidenti dove spiccano la gia' nota
"Leaded Fuel", "Hostage Situation",
"Rip It Up" e la lenta "231 Miles".
Una buona prova offerta quella del gruppo di Stoccolma,
ma ancora con molti margini di miglioramento.
Moreno Lissoni
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HUNGRYHEART
"Hungryheart"
FreeMood Productions 2008
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Non conosco la loro
storia. So solo che sono formati da Josh Zighetti
(voce), Mario Percudani (chitarra), Lele Meola (basso)
e Emilo “Pingo” Sobacchi (batteria) e
che ogni volta che incontro il loro cantante non posso
fare a meno di collegarlo ai Quireboys
dal momento che hanno aperto il loro concerto di qualche
anno fa all'Indian Saloon di Bresso (MI) e che e'
stato uno degli organizzatori di una serata dove si
sono esibiti i rocker inglesi in terra piacentina.
Della loro musica durante questi anni mi e' rimasto
in testa quel "down, down, down" che fa
capolino dell'americanissima "River Of Soul",
si, perche' e' proprio il sound che dominava le classifiche
rock nella terra dello Zio Sam a fine anni 80 che
riempie i solchi di questo disco.
Se non li conoscessi,
non esiterei un istante a dire che e' un album uscito
nel 1989 negli Stati Uniti perche' produzione, lyrics,
melodie e chitarre sembrano avere come punti di riferimento
le icone del genere come i BON JOVI d'annata
(che quella "Gina" che chiude il CD sia
un tributo a quella cantata da Jon!?!).
L'inizio e' da (dalle mie parti si dice "...a
due mani"): "Rock City" e "Stealing
The Night" giocano su refrain tipicamente a stelle
e strisce, la gia' citata "River Of Soul"
esplora territori piu' TRIXTER-iani
e campagnoli, mentre la ballata "Hang On To Me",
cantanta in coppia con Mario Percudani, ci dimostra
che quest'ultimo oltre ad essere un ottimo chitarrista
sa fare anche con la voce e si va a posizionare tra
i migliori lentoni sentiti nel 2008.
Degne di nota anche i melodic hard rock di "The
Only One", "It Takes Two" e la Jaded
Heart-iana "Hard Lovin’ Woman".
Tra le migliori band italiane del settore sentite
ultimamente.
Moreno Lissoni
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JADED SUN
"Gypsy Trip"
SiAn Records / Bad Reputation 2008
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Dopo Glyder,
Roadstar e i bravissimi The
Answer, un'altro gruppo d'Oltremanica dedito
al classic rock anni 70: si chiamano Jaded Sun, si
sono formati nel 2003, hanno alle spalle un paio di
Ep e hanno aperto per i Bon Jovi a
Dublino.
Lo scorso marzo sono giunti al loro esordio discografico,
registrato ai The Mousehouse Studios di Los Angeles
con il produttore Richad Mouser (Weezer,
Tears For Fears, Dream Theatre), co-prodotto da
Jimmy Coup (Andrew WK) e masterizzato da
Robert Vosgien (Lenny Kravitz, Bush).
Gypsy Trip e' davvero un bell'album. Hard
rock intriso di blues e rock sudista, dove si distinguono
riferimenti sonori con THUNDER ("Breaking
Through", "Sweetness"), BLACK
CROWES ("Crazyman", "Can't
Stop") e LYNYRD SKYNYRD ("Fever").
I Jaded Sun risultano bravi nel coordinare queste
influenze dimostrando di avere tutte le carte necessarie
per far tornare a brillare la luce del classic rock.
Moreno Lissoni
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THE MORLOCKS
"Easy Listening
for the Underachiever"
GoDown Records 2008
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Non seguo la scena
garage, ma - credo - di riuscire a distinguere un
brutto disco da uno bello e Easy Listening for
the Underachiever non fa parte della prima categoria.
Nati nel 1984 e capitanati dal carismatico Leighton
Koizumi, si sono fatti portabandiera del Garage Punk
anni 60. Definiti da molti come gli eredi degli Stooges
anche per quanto riguarda l'uso di droghe pesanti
che gli ha portati dopo poco tempo a scomparire dalle
scene praticamente per tutta la decade gli anni 90,
sono tornati grazie alla Go Down Records ed Area Pirata
con questa ristampa sia in digipack che in vinile
rosso con alcune bonus track live ("You Burn
Me Out", "Hate") ed un'intervista alla
band non presenti sull'edizione originale.
Per gli estimatori del settore, sicuramente una gran
bella chicca impreziosita dal tour italiano della
band nel mese di giugno, organizzato dalla www.blitzstudio.it.
Moreno Lissoni
top
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AL
'I Still Rock'
Self Produced 2008
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Dotato di un'ottima
voce che riesce ad adattare sia nei pezzi piu' tirati
che in quelli piu' calmi, Alberto Bastianelli, in
arte AL, arriva con il suo primo CD solista dopo una
gavetta che l'ha portato a calcare i palchi con White
Noise, Killing Machine (tributo
ai Juas Priest) e Fireball (Tributo
ai Deep Purple).
Arrangiato da Enrico Cifaldi (Filippo Malatesta, Angelina),
I still rock e' un lavoro che esalta le potenzialita'
del cantante romagnolo, bravo ad interpretare pezzi
come "We All Die Young" tratta da Wait
degli Steelheart, ma resa celebre
dagli Steel Dragon nel film Rockstar
o nell'altra cover "Home Of The Brave",
pescata dal repertorio Toto (The
Seventh One, 1988).
Del proprio repertorio segnalo l'hard rock melodico
di "It Was Not A Dream", mentre delle 2
ballate presenti la semi acustica "I Lost You",
per il resto un lavoro in bilico tra hard & heavy
e Aor, preferendolo quando rimane su territori meno
"metallari" e piu' melodici.
Moreno Lissoni
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NOWHERE
'Try To Catch It!'
Nowhere 2008
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Non proprio il mio
genere preferito quello proposto dai Nowhere, gruppo
di Milano dedito ad un metal ispirato da gruppi come
Metallica e Black Label Society.
Sono musicalmente orientato piu' verso L.A. che verso
la Bay Area, ma bisogna comumque dire che questo mini
e' ben confezionato e in un paio di casi ("Charley's
Ballad", "Dark pt. 1") i Nowhere riescono
a farmi apprezzare queste sonorita', e per uno che
per 'metal' non va oltre i Dokken, e' tutto dire...
Moreno Lissoni
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