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POISON IVVY
'Out For A Kill'
Crazy Love Records 2008
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Colori e foto ricordano
molto la locandina di Pulp Fiction e credo
non sia un caso vista la indole B-Movie-iana
che contraddistingue i Poison Ivvy. Impressioni confermate
anche dal video di "Nothing's alright" presente
nel CD, guardare per credere. Non so molto di questo
gruppo di Zurigo, ma sbirciando qua e la' su internet
ho scoperto che sono attivi da ben 20 anni (!) e che
Out for a Kill e' il quarto full length CD,
stampato dopo aver girato in lungo e largo l'Europa
con gruppi come Backyard Babies,
Nashville Pussy e The Bones.
Niente di nuovo, punk
rock and roll / surf strumentale, 16 tracce distribuite
in poco piu' di 42 minuti, con pezzi piu' tirati e
altri piu' melodici, dove spiccano "Devil to
pay", "Since the Day (you walked away)",
"Not cool enough" e la cover, anzi no, la
turbo cover di "Bang Bang".
I Poison Ivvy, senza far gridare al miracolo, si posizionano
degnamente nella scia dei piu' popolari gruppi punk
rock e hanno le carte in regola per un buon successo
tra gli amanti del genere.
Moreno Lissoni
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DEF LEPPARD
'Songs From The
Sparkle Lounge'
Universal 2008
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È proprio il
caso di dire finalmente. Si, perche' Songs From
The Sparkle Lounge e' un album proprio alla Def
Leppard (eh, Moreno, hai ragione!).
Diciamo subito pero' che poco o nulla ha a che fare
con le icone Hysteria e Pyromania ma
rappresenta a pieno cio' che la band e' oggi. Rock
inglese in parecchi casi tendente al pop con solo
alcune punte hard ("Bad Actress", "Come
Undone"), atmosfere settantiane ("Only The
Good Die Young") e che in alcuni brani si rifanno
a Beatles e in altri ai Queen
("Love"), ospitate “country”
di Tim McGraw ("Nine Live"),
classici del gruppo ("Hallucinate", "Gotta
Let It Go") e molto ma molto altro da ascoltare
e scoprire lungo 11 brani per una quarantina di minuti
intensi e godibili.
Il nome dell’album
e' significativo: lo sparkle lounge non e' altro che
la zona dove durante l’ultimo tour i ragazzi
di Sheffield andavano a comporre e a raccogliere le
idee.
La produzione (e' degli stessi Def con Ronan
McHugh - anche il mixaggio è di questo
- registrato praticamente in una casa di Joe in Irlanda)
e' quanto mai curata, patinata e attuale. Sonorita'
miscelate con il moderno dei campioni e con il suono
classico di chitarroni con wha e con tanti cori che
rappresentano il marchio di fabbrica e di qualita'
della band. Il cd suona naturalmente molto piu' personale
di Yeah!, e' una evoluzione di X,
forse piu' sbarazzino e immediato. Dopo pochi ascolti
infatti tutte le canzoni sono facilmente riconoscibili
e molto probabilmente questo e' il fine che Elliot
e soci volevano ottenere.
Nel 2008, dopo quasi 30 anni di vita artistica caratterizzata
da drammatici incidenti di percorso, possiamo dire
che per una band storica dello show biz mondiale di
qualita' gli anni non sembrano passati e la ricerca
di suoni, di nuovi colori musicali sempre tenendo
stretti i caratteri classici rendono a pieno questa
continua evoluzione che in questo caso non penso possa
deludere proprio nessuno.
Mauro Guarnieri
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THE JONENES
'Criminals / Tits
and Champagne (FBK-018)'
Full Breach Kicks 2008
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Solo lo scorso anno
ho avuto il piacere di ascoltare e recensire Keeping
Up with The Joneses, spendendo parole di elogio
nei loro confronti, cosa che devo continuare a fare
con questa release che non e' altro che la ristampa
in CD dei 2 12”, Criminals e Tits
and Champagne, rimasterizzati e con un booklet
completo di lyrics ed una presentazione scritta da
Greg Keuhn e Jeff Drake.
Le influenze musicali sono molto "ampie"
e vanno da Chuck Berry ai
New York Dolls, con le prime 6 composizioni
estratte da Criminals e dove spiccano il
rock and roll di "Bedrock", la cover di
"Crocodile Rock" e "Ms. 714",
cosi' anche le 6 tracce di Tits and Champagne
hanno lo stesso tiro "newyorkese",
con un tris d'apertura che potrebbe far risvegliare
di gioia Johnny Thunders dalla tomba
e composto da "I Wanna Buy You a Ring",
"Tits and Champagne" e "Your Cheatin'
Heart".
Moreno Lissoni
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KIP WINGER
'From The Moon
To The Sun'
Frontiers Records 2008
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Per combattere la pirateria
musicale, ultimamente diverse label usano mandare
i promo con il voice-over, ovvero uno speaker che
durante la riproduzione dei brani se ne esce annunciando
il nome dell'artista. Ritengo questa soluzione utilissima
per la causa, ma davvero insopportabile per chi vuole
gustarsi tutta un canzone intera in fase di recensione,
ma non sara' di certo questa fastidiosa voce ad influire
sul giudizio finale di From The Moon To The Sun,
album che segna il ritorno da solista per Kip Winger
a distanza di 8 anni da "Songs from the Ocean
Floor" dove l'ex bassista Alice
Cooper mostra il suo lato piu' soft e pop,
con un grosso utilizzo di chitarre acustiche e parti
orchestrali.
Diversi i nomi celebri
che lo hanno aiutato, infatti alle parti di piano
troviamo Alan Pasqua, mentre non
mancano brani suonati dall'ex-Danger Danger,
Andy Timmons, ed il risultato finale e' piu'
che positivo dove Winger gioca a sperimentare suoni
ed atmosfere, partendo con una "Every Story Told"
che al primo attacco potrebbe spiazzare i vecchi fan
della sua band, ma che alla resa dei conti e' un brano
sopra la media, cosi' come la seguente "Nothing",
dove iniziano a spuntare arrangiamenti "modernisti"
e cori arabeggianti, caratteristiche individuate anche
nel proseguo del CD come nella bonus track (presente
sulla release europea) "Monster".
Tredici i brani in totale, da ascoltare in totale
relax e lasciando fuori dalle orecchie le varie "Seventeen",
"Hungry", ecc..
Moreno Lissoni
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LIVING DEAD LIGHTS
"Living Dead
Lights"
TIE IT UP SHOOT THE MUSIC IN/DR.T LOVE MUSIC
2008
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Dopo avermi fatto
la richiesta di amicizia su Myspace, mi sono fiondato
immediatamente sulla loro pagina incuriosito dalla
foto del loro avatar con questo tipo dalle sambienze
orientali che mi sembrava di aver gia' visto. Ebbene,
nonostante gli anni passano, la mia memoria fotografica
funziona ancora perche' il soggetto in questione non
e' altro che Taka Tamada, chitarrista del side project
di Richie Kotzen, Forty Deuce
che, circa un anno fa, insieme a Damien, Kelly e Battani
hanno dato vita ai Living Dead Lights. Pronti via,
hanno da poco pubblicato un Ep di 5 pezzi che dovrebbe
anticipare il disco che vede alla produzione Bradley
Cook (Foo Fighters, Yellow Card, Tool, Queens
of the Stoneage, Everclear, Lit), al mix Fred
Archambault (Avenged Sevenfold, Deftones,
Drowning Pool) e al mastering Eddy Schreyer
(System of a Down, Jane's Addiction, Korn,
AFI, Offspring, A Perfect Circle).
"Guns N' Roses
to bands like The Bronx to Marilyn Manson"
e' lo slogan che accompagna il loro disco, un sound
che miscela sonorita' moderne con i classici schemi
del rock and roll duro, come nell'opener "Live
& Die" che si presenta senza bussare, ma
sbattendo giu' letteramente la porta d'ingresso, continuando
la corsa con "What Do You Do?", leggermente
piu' "mainstream" fatta per le classifiche
rock americane.
Gli altri 3 pezzi filano via lisci, mettendoci addosso
quel tipo di ansia che precede l'uscita di quello
che potrebbe essere un grande disco.
Moreno Lissoni
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LONNY BLASTER
'Love Hate'
Promo 2008
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Con questo lavoro
i Lonny Blaster fanno, nel loro piccolo, un bel salto
di qualita' rispetto al precedente Finallly Rock.
Infatti, dopo un breve periodo di pausa, sono tornati
insieme nel 2007 con una formazione rinnovata che
trova sempre John Seven alla voce e Fabian alla chitarra,
ma con una nuova sezione ritmica composta da Vittorio
al basso e Rik alla batteria. La band pugliese e'
riuscita a focalizzare meglio le proprie capacita',
dando vita ad un buon disco di classico hard rock
ottantiano con 9 tracce discretamente ispirate che
ripercorrono sentieri gia' ampiamente battuti in passato
da molte altre bands, ma che alla resa dei conti risultano
di piacevole ascolto vedi ad esempio la ballata "You
Me And Her" o lo street rock "Adhrenalina".
Come succede spesso in questi casi, Love Hate
e' un lavoro che nulla aggiunge e nulla toglie a quanto
e' gia' stato fatto in precedenza nel settore, ma
un CD godibile di rock and roll stradiolo con qualche
punto debole sull'inglese, ma per questo si puo' sempre
rimediare.
Moreno Lissoni
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THE GHOST OF DESPERATE DAN
"Queenbee"
S-hole Records 2007
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Ho sfruttato il ponte
del primo maggio per guardarmi The Real McCoy,
film che vede come protanositi il chitarrista degli
Hanoi Rocks e la moglie Angela Nicoletti.
Vi confesso che dopo una decina di minuti ho perso
i sensi e mi sono risvegliato mentre Andy
McCoy, con un costume da mosca, vagava per
le via dell'India, credo. Quando ancora ero sveglio,
ricordo di aver sentito pezzi tratti dai suoi lavori
solisti, di cui faceva parte anche Dan Lagerstedt,
membro originale degli Easy Action,
Road Rats e ora con questo nuovo
progetto chiamato The Ghost of Desperate Dan.
Registrato e mixato da Tomas Skogsberg,
Queenbee si lascia alle spalle sonorita'
tipicamente ottantiane per convogliare in un power
pop dal piglio scandinavo, alternando canzoni orientate
verso sonorita' piu' Hellacopters-iane
come nel caso di "Hey Johnny", "Brokenhearted
Street" o "Youre The Star", o il altri
casi piu' vicini alla produzione di Andy McCoy
("Out of Grace", "Lights of Divine"),
oppure in pieno stile power pop come nelle Cheap
Trick-iane "Princess Valery" o
nella title-track.
Giunti alla fine dell’album il bilancio che
si stila e' positivo, pur non avendo l’emozionalita'
e l’atmosfera che hanno caratterizzato i vari
progetti di McCoy, ha ugualmente la classe necessaria
per farsi apprezzare.
Moreno Lissoni
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THE LEECHES
"Eat The Leeches"
Tre Accordi Records 2008
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Hanno aperto il concerto
milanese dei Danko Jones e da quello
che ho sentito in giro, non sembrano aver affatto
sfigurato. Anzi, qualcuno me li ha definiti i Turbonegro
italiani e tutto sommato ascoltando Eat
The Leeches il paragone non mi sembra molto azzardato.
Spassosi, ironici e rumorosi come piacciono a noi,
ci diverteno e si esaltono con brani come "No
Sport", "King Kong", "Live Fat
Die Young" e con la geniale "Reign In Food",
13 canzoni in totale con una media del minuto e mezzo,
un platter che non mostra punti deboli o segni di
cedimento, un perfetto esempio di rielaborazione di
schemi collaudati senza mai cadere nel banale.
Eat The Leeches mi gasa piu'di una Schweppes
uscita da un frullatore... Mass, Mone, Mexicano e
Freddy si confermano una delle migliori realta' della
nostra penisola.
Moreno Lissoni
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LES BONDAGE
"Try To Play
It"
GoDown Records 2008
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Sulla loro pagina di
Myspace nella descrizione del gruppo si legge: "Garage
-sixties, passando per l'oltraggio di Stooges, MC5,
New York Dolls, Velvet Underground e lo sberleffo
del punk... Naturalmente una buona fetta di influenze
l'abbiamo tratta dal revival garage 80's e da bands
più recenti come: Hives, the I.N.C., Money
Suzuky, B.R.M.C., etc.. Abbiamo una predilizione per
certi personaggi più underground come: Alex
Chilton, Johnny Thunders, Alan Vega (di cui facciamo
"Goodbye Darlin") e Flamming Groovies."
Direi che con il copia/incolla di queste righe mi
sono tolto il 'peso' di descrivere il sound della
band romagnola, uscita per la GoDown Records con la
loro terza fatica, dopo The Guy That Put You In
Bondage del 2005.
A tratti punk, a tratti surf, a tratti garage e a
tratti semplicemente rock and roll, i Les Bondage
dimostrano di saperci fare e se l'estate sta tardando
ad arrivare, ci pensano loro a farmi sentire in spiaggia
con "Surf city 99".
Moreno Lissoni
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JOHNNY CRASH
"Unfinished
Business"
Suncity Records 2008
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Cazzo i Johnny Crash!!
Conservo ancora il vinile del loro eserdio a casa
di Neighbourhood Threat del 1990 e ricordo
come se fosse ieri il video di "Hey Kid"
su Videomusic. Ma partiamo dall'inizio e diciamo chi
sono i Johnny Crash per chi non li ha mai sentiti
nominare. Tanto per iniziare bisogna dire che fanno
parte di quella schiera di gruppi che miscelava sonirita'
al-la' AC/DC con lo street rock e
nel gruppo sono passati musicisti come Eric
Stacy (Faster Pussycat), Danny Stag
e Johnny B Frank (Kingdom Come),
Vicki James Wright (Tokyo Blade)
e Stephen 'Punkee' Adamo (Rock City
Angels). Ottenuto il contrato con la WTG/CBS Records,
nel 1992 la band perse Andy Rodgers per un'overdose,
il chitarrista August Worchell si traferi' a San Francisco
ed entro' a far parte degli American Heartbreak
e mentre stava per essere pubblicato il secondo
lavoro con Matt Sorum alla batteria
(ex-The Cult) e Dizzy Reed alla chitarra,
quest'ultimi vennero reclutati dai Guns N'
Roses e per questioni legali il lavoro non
venne piu' alla luce... ufficialmente.
Eh si, perche' l'album
e' girato in versione bootleg con il titolo Damnation
Alley a partire dalla fine degli anni 90 che
presentava una traccia iin piu' rispetto alla release
della Suncity Records: "She Makes Love Easy".
Grazie all'etichetta australiana ora abbiamo la possibilita'
di ascotarci il loro marcio rock and roll infarcito
di blues e whiskey, che continua la', dove Neighbourhood
Threat ci aveva lasciato.
Scommetto che gli appassionati del genere e della
band non si faranno troppi scrupoli ad alleggerire
il prorprio conto PayPal.
Moreno Lissoni
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THE GUESTZ
"Not For Money,
Just For Glory"
Illegal Records 2008
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Ero assai curioso
di sentire il materiale dei The Guestz, per 3 motivi
principalmente:
1) perche' della band fanno parte 'vecchie' conoscenze
di SLAM!;
2) perche' ne sentivo parlare bene;
3) perche' il Jonna e ' un fan di Kix e
Rhino Bucket.
Nonostante sia un gruppo di giovane nascita (2006),
i The Guestz vedono nelle sue fila musicisti che da
anni tengono sveglia la scena rock romana, il chitarrista
Jonna oltre a suonare in diversi tributi, ha prestato
la sua 6 corde anche ai Decadenza,
gruppo prematuramente scomparso; il bassista Rob'n'Roll
ha girato la capitale con i Brightness
(Tributo ai Darkness) e formato i Bubblegum
Kiss, cosi' anche il vocalist Mimmo God e
il batterista Matt, si tengono impegnati con i loro
tributi.
Not For Money,
Just For Glory e' un ep che non delude le aspettative,
suonato e registrato bene, ha dalla sua un paio di
pezzi sopra la media di rock grezzo d'annata. Prendiamo
ad esempio l'opener "Jonna Wants Two Beers",
tirato rock and roll stradaiolo dal sapore AC/DC-iano
o l'anthemica "House Of Rock", che sara'
anche un po' scontata, ma che trovera' molti consensi
da parte dei fan degli Eighties, buoni consensi ottenuti
anche in "Naked Alice" che ha tratti mi
ricorda molto i torinesi Motorcity Brags.
Completano il lavoro "In The Blink Of An Eye"
e "Piracy", quest'ultima forse la canzone
piu' 'difficile' della release che ha bisogno di qualche
ascolto per essere apprezzata, ma il giudizio finale
e' piu' che positivo, infatti il gruppo capitolino
dimostra di avere personalita' e buon gusto, doti
rare di questi tempi che gli permettono di risaltare
in un panorama sommerso da gruppi cloni.
"Guardate l'alto. In alto, mento in alto,
cosi' esce tutta la voce. Pronti, uan, tu, tri, for..."
Moreno Lissoni
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WEDNESDAY 13
"Skeletons"
Demolition Records 2008
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Ho sempre avuto una
certa simpatia per Joseph Poole, in arte Wednesday
13, dovuta al suo amore per l'hair metal. Ricordo
quando lessi una sua intervista nel periodo Murderdolls
dove diceva che da ragazzo comprava i demo di gruppi
come Blackboard Jungle, Spider
Junkies, Cherry Street ed
era iscritto al fan club dei Tuff
e ricordo anche quando i Frankenstein Drag
Queens From Planet 13 fecero molto parlare
di se' tra le varie fanzine cartacee di fine anni
90.
Il ragazzo di Charlotte
ne ha fatta di strada, ed e' arrivato gia' al suo
terzo album solista dopo Transylvania 90210: Songs
of Death, Dying, and the Dead e Fang Bang,
ecco Skeletons, definito come il suo lavoro
piu' autobiografico. Aiutato da Andrew Akelel
(Foo Fighters, No Doubt, Nine Inch Nails) come produttore
e dell'amico Acey Slade, torna con
un disco che non tradisce le aspettative e che si
lascia ascoltare dalla prima all'undicesima traccia,
con picchi nelle iniziali "Scream Baby Scream",
"Not Another Teenage Anthem", "Gimmie
Gimmie Bloodshed", nella Zombie-iana
"Put Your Death Mask On", nella pseudo ballata
"My Demise" e in "All American Massacre".
Moreno Lissoni
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BLUE TIGER
"Untamed Spirit"
Retrospect Records 2007
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Ultimamente piu' di
un'etichetta si e' dedicata al ripescaggio di gruppi
hair metal che nell'epoca d'oro non erano riusciti
a trovare un contratto discografico, di questa schiera
fanno parte anche i Blue Tiger, nati nel 1987 come
Masquerade e molto attivi nella scena
del New England dove a cavallo tra gli 80 e 90, aprirono
per numerosi act nazionali come Meatloaf,
Kix, Warrant, Extreme, Mass.
A 20 anni dalla loro
nascita, l'attiva Retrospect Records ha ripreso in
mano il loro materiale per darlo in pasto a tutti
gli amanti del del melodic hard rock colorato di glam.
La registrazione non e' di quelle da demotape, ma
neanche da major, ma pur sempre ascoltabile, cosi'
come il loro sound ormai datato e che non ha molto
da aggiungere a quanto e' gia' stato pubblicato in
quella decade. Sicuramente non sara' il primo nome
che mi verra' in mente se dovro' consigliare a qualcuno
un gruppo hair metal, ma resta pur sempre una chicca
del settore e gli estimatori di questa scena non indugeranno
troppo ad apprezzare brani come "Bang Bang",
"Christina", "Beach" o "True
To You". Solo per cultori dell'hair metal.
Moreno Lissoni
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MEDICINE BALL CARAVAN
" Crossing
The Seas, Spreading The Sins "
Longfellow Deeds Records 2008
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La presentazione che
accompagnia questo CD e' di quelle che non passa inosservata,
dal momento che vengono citati AC/DC,
AEROSMITH e HANOI ROCKS
come influenze musicali e la presenza della cover
di "Call of the Wild" dei CIRCUS
OF POWER, ma sono riferimenti che mi hanno
ingannato. In parte. Il quartetto di Parigi pesca
si nel classic rock, ma si rifa' piu' a quello degli
anni 70 che non a quello della decade successiva,
piu' CREAM che HANOI ROCKS
tanto per capirci.
Crossing the Seas, Spreading the Sins piacera'
quindi a chi e' piu' avvezzo a tali sonorita', mentre
tra i brani che mi hanno colpito ai primi ascolti
segnalo "Tattooed Heart", "Only 4 U"
e "Put the Record On".
Ascoltare prima dell'acquisto.
Moreno Lissoni
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CONFEDERACY OF HORSEPOWER
"Vagabond
Cabaret"
PedalToTheMetal Records 2008
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Dopo le reunion spot
con gli Almighty e il disco con i
Circus Diablo, Ricky Warwick
ha avuto anche il tempo per partecipare e produrre
il disco d'esordio di questo quintetto proveniente
dal sud della California che si aggira con slogan
altisonanti e ammiccanti come "GUNS N’
ROSES meets MOTORHEAD" o “AC/DC
on crack”.
Il gruppo, di recente nascita (2007) vede la presenza
del bassista Joe Truck (Snake Charmers), del singer
MR. Mr. Matthew Mayhem (Perish), del chitarrista svedese
Ricky Reckless (Glory Hog, Franki Doll, Broken Toys),
del batterista David Harvey, dell'altro chitarrista
G#Sharp e hanno dato vita a 10 tracce di rumoroso
rock and roll che miscela sonorita' street, southern
e rock and roll.
Vagabond Cabaret
piacera' a chi ama questi generi, dove vengono rielaborati
gli insegnamenti del gruppo di Lemmy,
dei Nashville Pussy e dei Circus
Of Power, strizzando l'occhiolino ai Guns
N' Roses dei bei tempi ("Once If You're
Lucky", "Bangkok And Back"), non ha
caso troviamo come ospiti due musicisti che hanno
a che fare con la band di Axl Rose: Dizzy
Reed e Del James. Altro
nome che fa capolino nel loro dna e' quello dei
Zodiac Mindwarp, qui ricordati con la riuscitissima
cover di "High Priest Of Love", ma tutto
l'album si mantiene su ottimi standard con dei bei
pezzi, dei bei suoni, un gran bel tiro, destinato
ad occupare le playlist di fine anno tra le migliori
uscite del 2008.
Moreno Lissoni
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HOUSE OF LORDS
'Come To My Kingfdom'
Frontiers Records 2008
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Ritorna James Christian
con i “suoi” House of Lords in gran forma
e con il migliore album della nuova formazione in
senso assoluto. Come to My Kingdom rappresenta
una evoluzione rispetto al precedente World Upside
Down, con brani piu' consistenti, melodici e
piu' facilmente riconducibili alle vecchie e gloriose
hits delle prime due uscite discografiche del gruppo.
La line up e' formata da Jimi Bell alle chitarre,
BJ Zampa alla batteria e Jeff Kent al basso e tastiere
oltre che da un ottimo e quanto mai ispirato James
alla voce.
14 songs in classico stile HOL. L’ottima produzione
offre sempre tastiere come sfondo (chi puo' dire che
strada avrebbe intrapreso questo album se ci fosse
ancora Giuffria…), chitarre virtuose quando
serve e sempre precise cosi' come una sezione ritmica
piu' che adeguata, tutti insieme per accompagnare
un incredibile James che riesce anche in questo caso
a dare lezione di professionalita' e cura magistrale
alle linee melodiche e a creare colore e emozione
ad ogni nota cantata.
Inizio quasi epico
e molto suggestivo con "Purgatorio Overture n.2"
che apre a "Come to My Kingdom" che ci fa
subito capire il tiro di questo lavoro: classico brano
HOL con una esplosione al chorus solida e orecchiabile
dal primo ascolto cosi come la mid-tempo "I Need
to Fly", assolutamente un gioiellino melodic
rock. Altre songs assolutamente da menzionare sono
"Another Day From Heaven" (anche come bonus
track acustica) e "The Dream", lente dal
grande coinvolgimento e dall’altrettanto ottimo
ritornello, "In a Perfect World" (diretta,
cattiva ma sempre ultra melodica), "One Foot
In The Dark" (ottimo riff di chitarra, chorus
che ti rimane da subito e melodia incredibile), "In
The Light" (un altro classico di James, strabiliante!).
Produzione di alto livello, canzoni solide e suonate
nel migliore modo possibile rendono questo nuovo capitolo
dei nostri House Of Lords uno dei migliori album dell’anno
e una ennesima tacca tra i successi di un ritrovato
e mai come in questa occasione ispirato James Christian.
Mauro Guarnieri
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SAINTS OF THE UNDERGROUND
"Love The
Sin, Hate The Sinner"
Warrior Records 2008
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Lo attendevo con curiosita'
perche' non capita tutti i giorni di trovare una band
formata da 4 elementi che, con i loro gruppi, hanno
reso celebre l'hair metal: Jani Lane
(voce degli Warrant), Keri Kelli (partito
con i Big Bang Babies e ora finito alla corte di Alice
Cooper), Robbie Crane (conosciuto
per aver militato nella band di Vince Neil e Steven
Adler) e Bobby Blotzer (storico
batterista dei Ratt, ma gia' abituato ai side project:
Twenty 4 Seven, Contraband).
Love the Sin, Hate
the Sinner credo non andra' oltre alla pubblicazione
del CD visti gli impegni di ogni singolo membro con
le rispettive band, un CD prodotto dagli stessi Blotzer,
Keri Kelli, Jani Lane e mixato da Andy Johns
(Rolling Stones, Led Zeppelin) che presenta 8 brani
originali piu' 2 cover: "American Girl"
di Tom Petty e "Moonlight Mile"
dei Rolling Stones.
Nel complesso non un brutto lavoro, anche se mi aspettavo
qualcosa in piu' da questi nomi, un disco che potrebbe
essere catalogato come una via di mezzo tra i
Twenty 4 Seven e i lavori solisti del cantante
degli Warrant, con i pezzi migliori
sentiti nell'opener "Dead Man's Shoes",
in "Good Times", nella spumeggiante "Bruised"
e nelle atmosfere Thin Lizzy-iane
di "Jimmy".
Ogni "santo" ha un passato, mentre ogni
peccatore ha un futuro. Chi ha orecchie per intendere...
Moreno Lissoni
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THE BUCKSHOTS
'3 Jacks High'
HepTown 2008
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Giusto l'altro giorno
mi e' ricapitato di vedere su Italia1 la famosissima
sid-com "Happy Days" nella puntata
in cui il protagonista Richie Cunningham e i suoi
amici mettono su un gruppo e cercano di andare in
TV per proporre il loro pezzo. Ovviamente dopo una
serie di vicissituni ci riusciranno grazie soprattutto
all'intervento del solito Arthur Fonzarelli, nehli
insoliti panni di ballerino nel finale.
Le stesse atmosfere scanzonate si riscontrano nel
rockabilly, un genere che sto imparando a conoscere
solo negli ultimi anni e che mi da quelle emozioni
spensierate che non riescono piu' a darmi le nuove
leve del rock and roll.
Sono un po' "vergine" in questo campo, i
miei ascolti non sono mai andati oltre agli
Stray Cats e pochi altri, ma a rimpolpare
la mia discografia ora ci sono anche i Buckshots con
3 Jacks High, album di 14 tracce edito dalla
HepTown che penso piacera' a chi, come me, ama farsi
passare nell'orecchie un po' di sano rock and roll
sulla scia di Eddie Cochran o della
gia' citata band di Brian Setzer.
Il poker che apre il
CD e' di quelli da 90, "My Baby Drives Me Crazy",
la Jerry Lee Lewis-iana "A Fine
Tuned Love Machine", "Bad Bad Boy"
e la fifties "Honey Bee", sono tra i migliori
ascolti del CD, ma di ottimi spunti 3 Jacks High
ne annovera altri nel proseguo, tra cui il boogie
"Joint Is Jumping Wild", lo swing di "True
Love", la sculettante "Sweet Misery"
e la conclusiva "I Hope I’ll Meet You Soon",
lento da limonaia interpretato dal chitarrista e cantante
Jörgen Westman in duetto con la moglie Marie
e con tanto di sassofono suonato da Torbjorn Stenson
per riportarci indietro nel tempo.
Metallari statene alla larga, non e' roba per voi!
Moreno Lissoni
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BLINDED RAIN
'Destination Unknown'
Fireburn Records 2008
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3 vampiri devono fare
una gara a chi succhia piu' sangue.
Parte il primo e torna dopo 4 ore con tutta la bocca
sporca di sangue; gli altri: Come hai fatto? Come
hai fatto?
Lui: Vedete quella roccia laggiu'? dietro c'era una
citta' ed io ho succhiato il sangue a tutti.
Parte il secondo e torna dopo 8 ore con la testa tutta
sporca di sangue; gli altri: Come hai fatto? Come
hai fatto??
Lui: vedete quella roccia laggiu'? C'era un'altra
citta' ed io ho succhiato il sangue a tutti.
Parte il 3° e torna dopo non 16 ore, non 1 giorno,
non 2 giorni ma 3 giorni completamente pieno di sangue.
Gli atri: COME HAI FATTO!? COME HAI FATTO!?!!?!?!?
Lui: vedete quella roccia laggiu'?????? ...Ecco, io
non l'ho vista!
Questa stupida barzelletta
per introdurre e sdramattizzare questo album di gothic
metal proposto dai Blinded Rain, gruppo finlandese
nato nel 2004 che lo scorso febbraio ha registrato
il seguito dell'ep Vampire, uscito nel 2006.
Destination Unknown dovrebbe essere pronto
per la distribuzione mentre sto scrivendo questa recensione,
un disco che al primo impatto mi ha fatto pensare
a gruppi come The 69 Eyes, HIM
e Poisonblack, alternando pezzi piu'
tirati ("Fragile") ad altri dall'atmosfere
piu' cupe e tenebrose ("Queen Of Silence").
Non seguo molto il gothic, ma credo che pezzi come
"Not Your Hero" o "Last Dance Till
The Dawn", verranno ben apprezzati dagli aspiranti
"vampiri" che seguono questa musica.
Moreno Lissoni
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REVEL
'The 4 Freaky Songs
E.P.'
Demo 2008
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Hair metal da Firenze
per i Revel, formazione nata come cover band di gruppi
Hard Rock nel 2003 che, dopo una pausa sono tornati
nel 2006 con una line-up composta da Massimo Falciani,
Lorenzo “Pana” Lorenzini, Tommaso Dettori,
Filippo Giani e di Marco Casalini.
Lo scorso gennaio hanno pubbliato il loro primo demo
dal titolo The 4Freaky Songs E.P., un lavoro
che si mantiene sui canoni classici del genere, attingendo
a piene mani dal sound americano, con gli inevitabili
accostamenti ai gruppi di fine anni 80.
Quattro brani che non
cercano digressioni inutili, prodotto fatto per chi
mangia pane e hair metal e che non impieghera' molto
ad essere assimilato da chi segue questo settore,
anche se, come rovescio della medaglia, chi non e'
avvezzo a queste sonorita' e non ha voglia di sentirsi
ancora del canonico yankee hard rock, potrebbe tranquillamente
lasciar stare.
P er chiudere segnalo la ballata stradaiola "Livin'
Free" e la presenza ai cori di Federico Puleri
dei VISION DIVINE e di Joey Zalla
dei JOLLY ROXX, per il resto nulla
di nuovo, ma ancora diversi margini di miglioramento.
Moreno Lissoni
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by Slam! Production® 2001/2008
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