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POISON IVVY
'Out For A Kill'
Crazy Love Records 2008

Colori e foto ricordano molto la locandina di Pulp Fiction e credo non sia un caso vista la indole B-Movie-iana che contraddistingue i Poison Ivvy. Impressioni confermate anche dal video di "Nothing's alright" presente nel CD, guardare per credere. Non so molto di questo gruppo di Zurigo, ma sbirciando qua e la' su internet ho scoperto che sono attivi da ben 20 anni (!) e che Out for a Kill e' il quarto full length CD, stampato dopo aver girato in lungo e largo l'Europa con gruppi come Backyard Babies, Nashville Pussy e The Bones.

Niente di nuovo, punk rock and roll / surf strumentale, 16 tracce distribuite in poco piu' di 42 minuti, con pezzi piu' tirati e altri piu' melodici, dove spiccano "Devil to pay", "Since the Day (you walked away)", "Not cool enough" e la cover, anzi no, la turbo cover di "Bang Bang".
I Poison Ivvy, senza far gridare al miracolo, si posizionano degnamente nella scia dei piu' popolari gruppi punk rock e hanno le carte in regola per un buon successo tra gli amanti del genere.
Moreno Lissoni

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DEF LEPPARD
'Songs From The Sparkle Lounge'
Universal 2008

È proprio il caso di dire finalmente. Si, perche' Songs From The Sparkle Lounge e' un album proprio alla Def Leppard (eh, Moreno, hai ragione!).
Diciamo subito pero' che poco o nulla ha a che fare con le icone Hysteria e Pyromania ma rappresenta a pieno cio' che la band e' oggi. Rock inglese in parecchi casi tendente al pop con solo alcune punte hard ("Bad Actress", "Come Undone"), atmosfere settantiane ("Only The Good Die Young") e che in alcuni brani si rifanno a Beatles e in altri ai Queen ("Love"), ospitate “country” di Tim McGraw ("Nine Live"), classici del gruppo ("Hallucinate", "Gotta Let It Go") e molto ma molto altro da ascoltare e scoprire lungo 11 brani per una quarantina di minuti intensi e godibili.

Il nome dell’album e' significativo: lo sparkle lounge non e' altro che la zona dove durante l’ultimo tour i ragazzi di Sheffield andavano a comporre e a raccogliere le idee.
La produzione (e' degli stessi Def con Ronan McHugh - anche il mixaggio è di questo - registrato praticamente in una casa di Joe in Irlanda) e' quanto mai curata, patinata e attuale. Sonorita' miscelate con il moderno dei campioni e con il suono classico di chitarroni con wha e con tanti cori che rappresentano il marchio di fabbrica e di qualita' della band. Il cd suona naturalmente molto piu' personale di Yeah!, e' una evoluzione di X, forse piu' sbarazzino e immediato. Dopo pochi ascolti infatti tutte le canzoni sono facilmente riconoscibili e molto probabilmente questo e' il fine che Elliot e soci volevano ottenere.
Nel 2008, dopo quasi 30 anni di vita artistica caratterizzata da drammatici incidenti di percorso, possiamo dire che per una band storica dello show biz mondiale di qualita' gli anni non sembrano passati e la ricerca di suoni, di nuovi colori musicali sempre tenendo stretti i caratteri classici rendono a pieno questa continua evoluzione che in questo caso non penso possa deludere proprio nessuno.
Mauro Guarnieri

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THE JONENES
'Criminals / Tits and Champagne (FBK-018)'
Full Breach Kicks 2008

Solo lo scorso anno ho avuto il piacere di ascoltare e recensire Keeping Up with The Joneses, spendendo parole di elogio nei loro confronti, cosa che devo continuare a fare con questa release che non e' altro che la ristampa in CD dei 2 12”, Criminals e Tits and Champagne, rimasterizzati e con un booklet completo di lyrics ed una presentazione scritta da Greg Keuhn e Jeff Drake.
Le influenze musicali sono molto "ampie" e vanno da Chuck Berry ai New York Dolls, con le prime 6 composizioni estratte da Criminals e dove spiccano il rock and roll di "Bedrock", la cover di "Crocodile Rock" e "Ms. 714", cosi' anche le 6 tracce di Tits and Champagne hanno lo stesso tiro "newyorkese", con un tris d'apertura che potrebbe far risvegliare di gioia Johnny Thunders dalla tomba e composto da "I Wanna Buy You a Ring", "Tits and Champagne" e "Your Cheatin' Heart".
Moreno Lissoni

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KIP WINGER
'From The Moon To The Sun'
Frontiers Records 2008

Per combattere la pirateria musicale, ultimamente diverse label usano mandare i promo con il voice-over, ovvero uno speaker che durante la riproduzione dei brani se ne esce annunciando il nome dell'artista. Ritengo questa soluzione utilissima per la causa, ma davvero insopportabile per chi vuole gustarsi tutta un canzone intera in fase di recensione, ma non sara' di certo questa fastidiosa voce ad influire sul giudizio finale di From The Moon To The Sun, album che segna il ritorno da solista per Kip Winger a distanza di 8 anni da "Songs from the Ocean Floor" dove l'ex bassista Alice Cooper mostra il suo lato piu' soft e pop, con un grosso utilizzo di chitarre acustiche e parti orchestrali.

Diversi i nomi celebri che lo hanno aiutato, infatti alle parti di piano troviamo Alan Pasqua, mentre non mancano brani suonati dall'ex-Danger Danger, Andy Timmons, ed il risultato finale e' piu' che positivo dove Winger gioca a sperimentare suoni ed atmosfere, partendo con una "Every Story Told" che al primo attacco potrebbe spiazzare i vecchi fan della sua band, ma che alla resa dei conti e' un brano sopra la media, cosi' come la seguente "Nothing", dove iniziano a spuntare arrangiamenti "modernisti" e cori arabeggianti, caratteristiche individuate anche nel proseguo del CD come nella bonus track (presente sulla release europea) "Monster".
Tredici i brani in totale, da ascoltare in totale relax e lasciando fuori dalle orecchie le varie "Seventeen", "Hungry", ecc..
Moreno Lissoni

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LIVING DEAD LIGHTS
"Living Dead Lights"
TIE IT UP SHOOT THE MUSIC IN/DR.T LOVE MUSIC 2008

Dopo avermi fatto la richiesta di amicizia su Myspace, mi sono fiondato immediatamente sulla loro pagina incuriosito dalla foto del loro avatar con questo tipo dalle sambienze orientali che mi sembrava di aver gia' visto. Ebbene, nonostante gli anni passano, la mia memoria fotografica funziona ancora perche' il soggetto in questione non e' altro che Taka Tamada, chitarrista del side project di Richie Kotzen, Forty Deuce che, circa un anno fa, insieme a Damien, Kelly e Battani hanno dato vita ai Living Dead Lights. Pronti via, hanno da poco pubblicato un Ep di 5 pezzi che dovrebbe anticipare il disco che vede alla produzione Bradley Cook (Foo Fighters, Yellow Card, Tool, Queens of the Stoneage, Everclear, Lit), al mix Fred Archambault (Avenged Sevenfold, Deftones, Drowning Pool) e al mastering Eddy Schreyer (System of a Down, Jane's Addiction, Korn, AFI, Offspring, A Perfect Circle).

"Guns N' Roses to bands like The Bronx to Marilyn Manson" e' lo slogan che accompagna il loro disco, un sound che miscela sonorita' moderne con i classici schemi del rock and roll duro, come nell'opener "Live & Die" che si presenta senza bussare, ma sbattendo giu' letteramente la porta d'ingresso, continuando la corsa con "What Do You Do?", leggermente piu' "mainstream" fatta per le classifiche rock americane.
Gli altri 3 pezzi filano via lisci, mettendoci addosso quel tipo di ansia che precede l'uscita di quello che potrebbe essere un grande disco.
Moreno Lissoni

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LONNY BLASTER
'Love Hate'
Promo 2008

Con questo lavoro i Lonny Blaster fanno, nel loro piccolo, un bel salto di qualita' rispetto al precedente Finallly Rock. Infatti, dopo un breve periodo di pausa, sono tornati insieme nel 2007 con una formazione rinnovata che trova sempre John Seven alla voce e Fabian alla chitarra, ma con una nuova sezione ritmica composta da Vittorio al basso e Rik alla batteria. La band pugliese e' riuscita a focalizzare meglio le proprie capacita', dando vita ad un buon disco di classico hard rock ottantiano con 9 tracce discretamente ispirate che ripercorrono sentieri gia' ampiamente battuti in passato da molte altre bands, ma che alla resa dei conti risultano di piacevole ascolto vedi ad esempio la ballata "You Me And Her" o lo street rock "Adhrenalina".
Come succede spesso in questi casi, Love Hate e' un lavoro che nulla aggiunge e nulla toglie a quanto e' gia' stato fatto in precedenza nel settore, ma un CD godibile di rock and roll stradiolo con qualche punto debole sull'inglese, ma per questo si puo' sempre rimediare.
Moreno Lissoni

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THE GHOST OF DESPERATE DAN
"Queenbee"
S-hole Records 2007

Ho sfruttato il ponte del primo maggio per guardarmi The Real McCoy, film che vede come protanositi il chitarrista degli Hanoi Rocks e la moglie Angela Nicoletti. Vi confesso che dopo una decina di minuti ho perso i sensi e mi sono risvegliato mentre Andy McCoy, con un costume da mosca, vagava per le via dell'India, credo. Quando ancora ero sveglio, ricordo di aver sentito pezzi tratti dai suoi lavori solisti, di cui faceva parte anche Dan Lagerstedt, membro originale degli Easy Action, Road Rats e ora con questo nuovo progetto chiamato The Ghost of Desperate Dan.
Registrato e mixato da Tomas Skogsberg, Queenbee si lascia alle spalle sonorita' tipicamente ottantiane per convogliare in un power pop dal piglio scandinavo, alternando canzoni orientate verso sonorita' piu' Hellacopters-iane come nel caso di "Hey Johnny", "Brokenhearted Street" o "Youre The Star", o il altri casi piu' vicini alla produzione di Andy McCoy ("Out of Grace", "Lights of Divine"), oppure in pieno stile power pop come nelle Cheap Trick-iane "Princess Valery" o nella title-track.
Giunti alla fine dell’album il bilancio che si stila e' positivo, pur non avendo l’emozionalita' e l’atmosfera che hanno caratterizzato i vari progetti di McCoy, ha ugualmente la classe necessaria per farsi apprezzare.
Moreno Lissoni

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THE LEECHES
"Eat The Leeches"
Tre Accordi Records 2008

Hanno aperto il concerto milanese dei Danko Jones e da quello che ho sentito in giro, non sembrano aver affatto sfigurato. Anzi, qualcuno me li ha definiti i Turbonegro italiani e tutto sommato ascoltando Eat The Leeches il paragone non mi sembra molto azzardato.
Spassosi, ironici e rumorosi come piacciono a noi, ci diverteno e si esaltono con brani come "No Sport", "King Kong", "Live Fat Die Young" e con la geniale "Reign In Food", 13 canzoni in totale con una media del minuto e mezzo, un platter che non mostra punti deboli o segni di cedimento, un perfetto esempio di rielaborazione di schemi collaudati senza mai cadere nel banale.
Eat The Leeches mi gasa piu'di una Schweppes uscita da un frullatore... Mass, Mone, Mexicano e Freddy si confermano una delle migliori realta' della nostra penisola.
Moreno Lissoni

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LES BONDAGE
"Try To Play It"
GoDown Records 2008

Sulla loro pagina di Myspace nella descrizione del gruppo si legge: "Garage -sixties, passando per l'oltraggio di Stooges, MC5, New York Dolls, Velvet Underground e lo sberleffo del punk... Naturalmente una buona fetta di influenze l'abbiamo tratta dal revival garage 80's e da bands più recenti come: Hives, the I.N.C., Money Suzuky, B.R.M.C., etc.. Abbiamo una predilizione per certi personaggi più underground come: Alex Chilton, Johnny Thunders, Alan Vega (di cui facciamo "Goodbye Darlin") e Flamming Groovies."
Direi che con il copia/incolla di queste righe mi sono tolto il 'peso' di descrivere il sound della band romagnola, uscita per la GoDown Records con la loro terza fatica, dopo The Guy That Put You In Bondage del 2005.
A tratti punk, a tratti surf, a tratti garage e a tratti semplicemente rock and roll, i Les Bondage dimostrano di saperci fare e se l'estate sta tardando ad arrivare, ci pensano loro a farmi sentire in spiaggia con "Surf city 99".
Moreno Lissoni

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JOHNNY CRASH
"Unfinished Business"
Suncity Records 2008

Cazzo i Johnny Crash!! Conservo ancora il vinile del loro eserdio a casa di Neighbourhood Threat del 1990 e ricordo come se fosse ieri il video di "Hey Kid" su Videomusic. Ma partiamo dall'inizio e diciamo chi sono i Johnny Crash per chi non li ha mai sentiti nominare. Tanto per iniziare bisogna dire che fanno parte di quella schiera di gruppi che miscelava sonirita' al-la' AC/DC con lo street rock e nel gruppo sono passati musicisti come Eric Stacy (Faster Pussycat), Danny Stag e Johnny B Frank (Kingdom Come), Vicki James Wright (Tokyo Blade) e Stephen 'Punkee' Adamo (Rock City Angels). Ottenuto il contrato con la WTG/CBS Records, nel 1992 la band perse Andy Rodgers per un'overdose, il chitarrista August Worchell si traferi' a San Francisco ed entro' a far parte degli American Heartbreak e mentre stava per essere pubblicato il secondo lavoro con Matt Sorum alla batteria (ex-The Cult) e Dizzy Reed alla chitarra, quest'ultimi vennero reclutati dai Guns N' Roses e per questioni legali il lavoro non venne piu' alla luce... ufficialmente.

Eh si, perche' l'album e' girato in versione bootleg con il titolo Damnation Alley a partire dalla fine degli anni 90 che presentava una traccia iin piu' rispetto alla release della Suncity Records: "She Makes Love Easy".
Grazie all'etichetta australiana ora abbiamo la possibilita' di ascotarci il loro marcio rock and roll infarcito di blues e whiskey, che continua la', dove Neighbourhood Threat ci aveva lasciato.
Scommetto che gli appassionati del genere e della band non si faranno troppi scrupoli ad alleggerire il prorprio conto PayPal.
Moreno Lissoni

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THE GUESTZ
"Not For Money, Just For Glory"
Illegal Records 2008

Ero assai curioso di sentire il materiale dei The Guestz, per 3 motivi principalmente:
1) perche' della band fanno parte 'vecchie' conoscenze di SLAM!;
2) perche' ne sentivo parlare bene;
3) perche' il Jonna e ' un fan di Kix e Rhino Bucket.
Nonostante sia un gruppo di giovane nascita (2006), i The Guestz vedono nelle sue fila musicisti che da anni tengono sveglia la scena rock romana, il chitarrista Jonna oltre a suonare in diversi tributi, ha prestato la sua 6 corde anche ai Decadenza, gruppo prematuramente scomparso; il bassista Rob'n'Roll ha girato la capitale con i Brightness (Tributo ai Darkness) e formato i Bubblegum Kiss, cosi' anche il vocalist Mimmo God e il batterista Matt, si tengono impegnati con i loro tributi.

Not For Money, Just For Glory e' un ep che non delude le aspettative, suonato e registrato bene, ha dalla sua un paio di pezzi sopra la media di rock grezzo d'annata. Prendiamo ad esempio l'opener "Jonna Wants Two Beers", tirato rock and roll stradaiolo dal sapore AC/DC-iano o l'anthemica "House Of Rock", che sara' anche un po' scontata, ma che trovera' molti consensi da parte dei fan degli Eighties, buoni consensi ottenuti anche in "Naked Alice" che ha tratti mi ricorda molto i torinesi Motorcity Brags.
Completano il lavoro "In The Blink Of An Eye" e "Piracy", quest'ultima forse la canzone piu' 'difficile' della release che ha bisogno di qualche ascolto per essere apprezzata, ma il giudizio finale e' piu' che positivo, infatti il gruppo capitolino dimostra di avere personalita' e buon gusto, doti rare di questi tempi che gli permettono di risaltare in un panorama sommerso da gruppi cloni.
"Guardate l'alto. In alto, mento in alto, cosi' esce tutta la voce. Pronti, uan, tu, tri, for..."
Moreno Lissoni

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WEDNESDAY 13
"Skeletons"
Demolition Records 2008

Ho sempre avuto una certa simpatia per Joseph Poole, in arte Wednesday 13, dovuta al suo amore per l'hair metal. Ricordo quando lessi una sua intervista nel periodo Murderdolls dove diceva che da ragazzo comprava i demo di gruppi come Blackboard Jungle, Spider Junkies, Cherry Street ed era iscritto al fan club dei Tuff e ricordo anche quando i Frankenstein Drag Queens From Planet 13 fecero molto parlare di se' tra le varie fanzine cartacee di fine anni 90.

Il ragazzo di Charlotte ne ha fatta di strada, ed e' arrivato gia' al suo terzo album solista dopo Transylvania 90210: Songs of Death, Dying, and the Dead e Fang Bang, ecco Skeletons, definito come il suo lavoro piu' autobiografico. Aiutato da Andrew Akelel (Foo Fighters, No Doubt, Nine Inch Nails) come produttore e dell'amico Acey Slade, torna con un disco che non tradisce le aspettative e che si lascia ascoltare dalla prima all'undicesima traccia, con picchi nelle iniziali "Scream Baby Scream", "Not Another Teenage Anthem", "Gimmie Gimmie Bloodshed", nella Zombie-iana "Put Your Death Mask On", nella pseudo ballata "My Demise" e in "All American Massacre".
Moreno Lissoni

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BLUE TIGER
"Untamed Spirit"
Retrospect Records 2007

Ultimamente piu' di un'etichetta si e' dedicata al ripescaggio di gruppi hair metal che nell'epoca d'oro non erano riusciti a trovare un contratto discografico, di questa schiera fanno parte anche i Blue Tiger, nati nel 1987 come Masquerade e molto attivi nella scena del New England dove a cavallo tra gli 80 e 90, aprirono per numerosi act nazionali come Meatloaf, Kix, Warrant, Extreme, Mass.

A 20 anni dalla loro nascita, l'attiva Retrospect Records ha ripreso in mano il loro materiale per darlo in pasto a tutti gli amanti del del melodic hard rock colorato di glam. La registrazione non e' di quelle da demotape, ma neanche da major, ma pur sempre ascoltabile, cosi' come il loro sound ormai datato e che non ha molto da aggiungere a quanto e' gia' stato pubblicato in quella decade. Sicuramente non sara' il primo nome che mi verra' in mente se dovro' consigliare a qualcuno un gruppo hair metal, ma resta pur sempre una chicca del settore e gli estimatori di questa scena non indugeranno troppo ad apprezzare brani come "Bang Bang", "Christina", "Beach" o "True To You". Solo per cultori dell'hair metal.
Moreno Lissoni

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MEDICINE BALL CARAVAN
" Crossing The Seas, Spreading The Sins "
Longfellow Deeds Records 2008

La presentazione che accompagnia questo CD e' di quelle che non passa inosservata, dal momento che vengono citati AC/DC, AEROSMITH e HANOI ROCKS come influenze musicali e la presenza della cover di "Call of the Wild" dei CIRCUS OF POWER, ma sono riferimenti che mi hanno ingannato. In parte. Il quartetto di Parigi pesca si nel classic rock, ma si rifa' piu' a quello degli anni 70 che non a quello della decade successiva, piu' CREAM che HANOI ROCKS tanto per capirci.
Crossing the Seas, Spreading the Sins piacera' quindi a chi e' piu' avvezzo a tali sonorita', mentre tra i brani che mi hanno colpito ai primi ascolti segnalo "Tattooed Heart", "Only 4 U" e "Put the Record On".
Ascoltare prima dell'acquisto.
Moreno Lissoni

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CONFEDERACY OF HORSEPOWER
"Vagabond Cabaret"
PedalToTheMetal Records 2008

Dopo le reunion spot con gli Almighty e il disco con i Circus Diablo, Ricky Warwick ha avuto anche il tempo per partecipare e produrre il disco d'esordio di questo quintetto proveniente dal sud della California che si aggira con slogan altisonanti e ammiccanti come "GUNS N’ ROSES meets MOTORHEAD" o “AC/DC on crack”.
Il gruppo, di recente nascita (2007) vede la presenza del bassista Joe Truck (Snake Charmers), del singer MR. Mr. Matthew Mayhem (Perish), del chitarrista svedese Ricky Reckless (Glory Hog, Franki Doll, Broken Toys), del batterista David Harvey, dell'altro chitarrista G#Sharp e hanno dato vita a 10 tracce di rumoroso rock and roll che miscela sonorita' street, southern e rock and roll.

Vagabond Cabaret piacera' a chi ama questi generi, dove vengono rielaborati gli insegnamenti del gruppo di Lemmy, dei Nashville Pussy e dei Circus Of Power, strizzando l'occhiolino ai Guns N' Roses dei bei tempi ("Once If You're Lucky", "Bangkok And Back"), non ha caso troviamo come ospiti due musicisti che hanno a che fare con la band di Axl Rose: Dizzy Reed e Del James. Altro nome che fa capolino nel loro dna e' quello dei Zodiac Mindwarp, qui ricordati con la riuscitissima cover di "High Priest Of Love", ma tutto l'album si mantiene su ottimi standard con dei bei pezzi, dei bei suoni, un gran bel tiro, destinato ad occupare le playlist di fine anno tra le migliori uscite del 2008.
Moreno Lissoni

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HOUSE OF LORDS
'Come To My Kingfdom'
Frontiers Records 2008

Ritorna James Christian con i “suoi” House of Lords in gran forma e con il migliore album della nuova formazione in senso assoluto. Come to My Kingdom rappresenta una evoluzione rispetto al precedente World Upside Down, con brani piu' consistenti, melodici e piu' facilmente riconducibili alle vecchie e gloriose hits delle prime due uscite discografiche del gruppo. La line up e' formata da Jimi Bell alle chitarre, BJ Zampa alla batteria e Jeff Kent al basso e tastiere oltre che da un ottimo e quanto mai ispirato James alla voce.
14 songs in classico stile HOL. L’ottima produzione offre sempre tastiere come sfondo (chi puo' dire che strada avrebbe intrapreso questo album se ci fosse ancora Giuffria…), chitarre virtuose quando serve e sempre precise cosi' come una sezione ritmica piu' che adeguata, tutti insieme per accompagnare un incredibile James che riesce anche in questo caso a dare lezione di professionalita' e cura magistrale alle linee melodiche e a creare colore e emozione ad ogni nota cantata.

Inizio quasi epico e molto suggestivo con "Purgatorio Overture n.2" che apre a "Come to My Kingdom" che ci fa subito capire il tiro di questo lavoro: classico brano HOL con una esplosione al chorus solida e orecchiabile dal primo ascolto cosi come la mid-tempo "I Need to Fly", assolutamente un gioiellino melodic rock. Altre songs assolutamente da menzionare sono "Another Day From Heaven" (anche come bonus track acustica) e "The Dream", lente dal grande coinvolgimento e dall’altrettanto ottimo ritornello, "In a Perfect World" (diretta, cattiva ma sempre ultra melodica), "One Foot In The Dark" (ottimo riff di chitarra, chorus che ti rimane da subito e melodia incredibile), "In The Light" (un altro classico di James, strabiliante!).
Produzione di alto livello, canzoni solide e suonate nel migliore modo possibile rendono questo nuovo capitolo dei nostri House Of Lords uno dei migliori album dell’anno e una ennesima tacca tra i successi di un ritrovato e mai come in questa occasione ispirato James Christian.
Mauro Guarnieri

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SAINTS OF THE UNDERGROUND
"Love The Sin, Hate The Sinner"
Warrior Records 2008

Lo attendevo con curiosita' perche' non capita tutti i giorni di trovare una band formata da 4 elementi che, con i loro gruppi, hanno reso celebre l'hair metal: Jani Lane (voce degli Warrant), Keri Kelli (partito con i Big Bang Babies e ora finito alla corte di Alice Cooper), Robbie Crane (conosciuto per aver militato nella band di Vince Neil e Steven Adler) e Bobby Blotzer (storico batterista dei Ratt, ma gia' abituato ai side project: Twenty 4 Seven, Contraband).

Love the Sin, Hate the Sinner credo non andra' oltre alla pubblicazione del CD visti gli impegni di ogni singolo membro con le rispettive band, un CD prodotto dagli stessi Blotzer, Keri Kelli, Jani Lane e mixato da Andy Johns (Rolling Stones, Led Zeppelin) che presenta 8 brani originali piu' 2 cover: "American Girl" di Tom Petty e "Moonlight Mile" dei Rolling Stones.
Nel complesso non un brutto lavoro, anche se mi aspettavo qualcosa in piu' da questi nomi, un disco che potrebbe essere catalogato come una via di mezzo tra i Twenty 4 Seven e i lavori solisti del cantante degli Warrant, con i pezzi migliori sentiti nell'opener "Dead Man's Shoes", in "Good Times", nella spumeggiante "Bruised" e nelle atmosfere Thin Lizzy-iane di "Jimmy".
Ogni "santo" ha un passato, mentre ogni peccatore ha un futuro. Chi ha orecchie per intendere...
Moreno Lissoni

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THE BUCKSHOTS
'3 Jacks High'
HepTown 2008

Giusto l'altro giorno mi e' ricapitato di vedere su Italia1 la famosissima sid-com "Happy Days" nella puntata in cui il protagonista Richie Cunningham e i suoi amici mettono su un gruppo e cercano di andare in TV per proporre il loro pezzo. Ovviamente dopo una serie di vicissituni ci riusciranno grazie soprattutto all'intervento del solito Arthur Fonzarelli, nehli insoliti panni di ballerino nel finale.
Le stesse atmosfere scanzonate si riscontrano nel rockabilly, un genere che sto imparando a conoscere solo negli ultimi anni e che mi da quelle emozioni spensierate che non riescono piu' a darmi le nuove leve del rock and roll.
Sono un po' "vergine" in questo campo, i miei ascolti non sono mai andati oltre agli Stray Cats e pochi altri, ma a rimpolpare la mia discografia ora ci sono anche i Buckshots con 3 Jacks High, album di 14 tracce edito dalla HepTown che penso piacera' a chi, come me, ama farsi passare nell'orecchie un po' di sano rock and roll sulla scia di Eddie Cochran o della gia' citata band di Brian Setzer.

Il poker che apre il CD e' di quelli da 90, "My Baby Drives Me Crazy", la Jerry Lee Lewis-iana "A Fine Tuned Love Machine", "Bad Bad Boy" e la fifties "Honey Bee", sono tra i migliori ascolti del CD, ma di ottimi spunti 3 Jacks High ne annovera altri nel proseguo, tra cui il boogie "Joint Is Jumping Wild", lo swing di "True Love", la sculettante "Sweet Misery" e la conclusiva "I Hope I’ll Meet You Soon", lento da limonaia interpretato dal chitarrista e cantante Jörgen Westman in duetto con la moglie Marie e con tanto di sassofono suonato da Torbjorn Stenson per riportarci indietro nel tempo.
Metallari statene alla larga, non e' roba per voi!
Moreno Lissoni

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BLINDED RAIN
'Destination Unknown'
Fireburn Records 2008

3 vampiri devono fare una gara a chi succhia piu' sangue.
Parte il primo e torna dopo 4 ore con tutta la bocca sporca di sangue; gli altri: Come hai fatto? Come hai fatto?
Lui: Vedete quella roccia laggiu'? dietro c'era una citta' ed io ho succhiato il sangue a tutti.
Parte il secondo e torna dopo 8 ore con la testa tutta sporca di sangue; gli altri: Come hai fatto? Come hai fatto??
Lui: vedete quella roccia laggiu'? C'era un'altra citta' ed io ho succhiato il sangue a tutti.
Parte il 3° e torna dopo non 16 ore, non 1 giorno, non 2 giorni ma 3 giorni completamente pieno di sangue.
Gli atri: COME HAI FATTO!? COME HAI FATTO!?!!?!?!?
Lui: vedete quella roccia laggiu'?????? ...Ecco, io non l'ho vista!

Questa stupida barzelletta per introdurre e sdramattizzare questo album di gothic metal proposto dai Blinded Rain, gruppo finlandese nato nel 2004 che lo scorso febbraio ha registrato il seguito dell'ep Vampire, uscito nel 2006.
Destination Unknown dovrebbe essere pronto per la distribuzione mentre sto scrivendo questa recensione, un disco che al primo impatto mi ha fatto pensare a gruppi come The 69 Eyes, HIM e Poisonblack, alternando pezzi piu' tirati ("Fragile") ad altri dall'atmosfere piu' cupe e tenebrose ("Queen Of Silence").
Non seguo molto il gothic, ma credo che pezzi come "Not Your Hero" o "Last Dance Till The Dawn", verranno ben apprezzati dagli aspiranti "vampiri" che seguono questa musica.
Moreno Lissoni

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REVEL
'The 4 Freaky Songs E.P.'
Demo 2008

Hair metal da Firenze per i Revel, formazione nata come cover band di gruppi Hard Rock nel 2003 che, dopo una pausa sono tornati nel 2006 con una line-up composta da Massimo Falciani, Lorenzo “Pana” Lorenzini, Tommaso Dettori, Filippo Giani e di Marco Casalini.
Lo scorso gennaio hanno pubbliato il loro primo demo dal titolo The 4Freaky Songs E.P., un lavoro che si mantiene sui canoni classici del genere, attingendo a piene mani dal sound americano, con gli inevitabili accostamenti ai gruppi di fine anni 80.

Quattro brani che non cercano digressioni inutili, prodotto fatto per chi mangia pane e hair metal e che non impieghera' molto ad essere assimilato da chi segue questo settore, anche se, come rovescio della medaglia, chi non e' avvezzo a queste sonorita' e non ha voglia di sentirsi ancora del canonico yankee hard rock, potrebbe tranquillamente lasciar stare.
P er chiudere segnalo la ballata stradaiola "Livin' Free" e la presenza ai cori di Federico Puleri dei VISION DIVINE e di Joey Zalla dei JOLLY ROXX, per il resto nulla di nuovo, ma ancora diversi margini di miglioramento.
Moreno Lissoni

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