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TRASHCAN DARLINGS
"Real Fucking
Make-Up"
East Side Records 2008
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Credo fosse il 2001
quando ricevetti un paio di CD da questo gruppo dal
look molto stravagante. Spesi buone parole su di loro
e nonostante mi piacessero, non ebbi modo di seguirli
piu' negli anni avvenire.
Ricapitati sotto tiro casualmente su MySpace, non
ho esitato molto a ricontattarli e nel giro di qualche
settimana mi hanno fatto avere la loro nuova release,
un compilation album di 18 pezzi che raccoglie b-side,
ep e 5 nuove composizioni.
Per chi ne facesse la conoscenza solo ora, deve sapere
che il gruppo nasce a meta' anni 90 grazie al chitarrista
Chris Damien Doll e al cantante Strange? Gentle, a
completare la formazione Frankie Nachtnebel all'altra
chitarra, Q.Ken Rockers al basso e Andy Hunter alla
batteria.
Dopo Getting Away With Murder del 2006, hanno
dato alle stampe questo Real Fucking Make-Up,
una ghiotta occasione per far conoscere la band a
chi non l'ha mai sentita e una buona opportunita'
di approfondire i propri ascolti a chi gia' li conosce.
Dei vecchi brani ricordo i glam punk di "I Just
Wanna Die (On a chemical high)", "(She's
a) Fuck Around", "Johnny Is A Drag-Queen",
"Fed-Up!", l'Hanoi Rocks-iana
"Electric Vampires (Synth Extravaganza)"
e la ballata "Intergalactic Silence", mentre
delle nuove composizioni cito il rock and roll old
style a-la' Chuck Berry di "Barbed
Wire Boogie".
Moreno Lissoni
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MARYA ROXX
Single-CD "21"
Ram Music 2008
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Questo CD singolo di
Marya Roxx spacca il culo! Mi aspettavo uno slavato
punkettino a-la' Avril Lavigne, ed
invece mi trovo di fronte 4 pezzi di ruvido e modermo
hard rock. La giovanissima rocker nata in Estonia
ha gia' venduto oltre 20000 copie del suo primo lavoro
nel suo paese, un successo che l'ha portata a Malibu,
ai Document Room insieme al produttore Kevin
"Caveman" Shirley (Iron Maiden,
Dream Theater, Led Zeppelin, Him) a registrare i suoi
pezzi insieme a musicisti come Paul Crook
(MEAT LOAF, ex-ANTHRAX, SEBASTIAN BACH) alla
chitarra, Scott Metaxas (ex-NUCLEAR
ASSAULT) al basso (sostituito ultimamente da dall'ex
Armored Saint e Fates Warning, Joey Vera),
Derek Sherinian (YNGWIE MALMSTEEN,
ex-DREAM THEATER) alle tastiere e Brian Tichy
(ex-OZZY OSBOURNE, SLASH'S SNAKEPIT, GILBY CLARKE,
PRIDE & GLORY) alla batteria.
Si parte con il singolo
"21", suoni potenti con coro catchy sorretto
dalla bella voce di Marya, e' invece la chitarra di
Paul Crook ad aprire la seguente "Oh Yeah",
stessa struttura della precedente con un buon compromesso
tra potenza e melodia. A traghettarci verso la fine
troviamo la selvaggia "Rebel" e la cover
dei Clawfinger di "Nothing Going
On" che ci danno l'opportunita' di scoprire un
nuovo giovane talento che non credo fara' fatica a
farsi strada nel music biz.
Ora aspettiamo l'album e speriamo continui su questi
livelli.
Moreno Lissoni
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ASTROLITES
'Hard Luck'
HepTown 2008
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Ultimamente capita
sempre piu' spesso che il mio stereo si rifiuti di
mangiarsi gruppi ultraconotonati, forse dovuto ad
una passata indigestione, preferendo dischi rockabilly
o country. Dei primi fanno sicuramente parte anche
gli Astrolites, trio svedese con uno stile che miscela
swing, rockabilly, surf, punk e autodefinendosi
"High Speed Rockabilly".
Nati nel 2002 come Tom Wilson & Astrolites, dopo
qualche cambio di formazione sono arrivati nel 2005
con una line-up composta da Örjan Jonsson (RAGING
HELLBILLY'S, ALIEN COWBOYS), Marku Kallunki (RAGING
HELLBILLY'S, ALIEN COWBOYS) e Uno Eiving (BLACK OUT,
JACK BAYMORE, GREEN KRYPTONITE) e sono appena usciti
con un disco che potra' piacere a chi ama Stray
Cats, Reverend Horton Heat e
Social Distortion (di quest'ultimi
viene riproposta "Prison Bound" tratta dall'omonimo
album del 1988).
Abbastanza problematica la scelta di commentare una
song piuttosta che un'altra, anche se dai primi ascolti
quelle che mi hanno colpito maggiormente sono "Dynamite",
"She's A Knockout", "Hotrod From Hell",
"Hard Luck", "Lets Work It Out"
e "Knocked Out", ma salvo un paio di eccezioni,
un disco sopra la media e ben digerito dal mio stereo.
Moreno Lissoni
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DOKKEN
'Lightning Strikes
Again '
Frontiers Records 2008
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Non e' mai semplice
per il sottoscritto recensire un disco dei Dokken,
vuoi per l’affetto che mi lega alla band californiana,
vuoi perle enormi aspettative che ogni volta ripongo
in una nuova release di una delle band cardine delle
scena americana (e non solo) degli anni ’80-’90.
Da mesi i segnali che arrivavano su questa nuova fatica
discografica della band guidata da Don Dokken erano
molto positivi, un titolo che rimandava direttamente
a quello che probabilmente è il loro capolavoro,
“Under Lock and Key”, un artwork
di copertina chiaramente ispirato ad un altro disco
di grande successo, “Back for the Attack”
e soprattutto un paio di sampler pubblicati sul sito
ufficiale che ricordavano le sonorita' proprio dei
due album sopracitati.
Ora finalmente “Lightning Strikes Again”
e' realta' e per quanto mi riguarda sono 3 settimane
che non ascolto altro. Eh sì, perche' quando
“Standing on the Outside” apre le danze
un brivido mi corre lungo la schiena, un pezzo che
da anni i fans dei Dokken aspettavano, con tutte le
caratteristiche che da anni non sentivamo, perlomeno
non tutte nella stessa canzone, arpeggio alla “Standing
in the Shadows”, solo iniziale in perfetto Lynch-style,
un Don Dokken ispirato e un coro che fa presa al primo
ascolto.
Da qui in avanti sara'
la conferma che davvero la band ha voluto tornare
al classico Dokken-sound, niente proclami poi puntualmente
smentiti o facili ruffianerie per vendere qualche
copia in piu', senza timore di smentite questo e'
il miglior disco dai tempi di “Back for the
Attack”, di più, probabilmente ne e'
l’ideale successore in ottica temporale.
Secondo pezzo e' “Give me a Reason”, con
altro riff da urlo, ad opera di un Jon Levin che a
conti fatti si dimostra il vero protagonista di questo
album ripercorrendo la strada maestra tracciata da
George Lynch, coro vincente guidato dall’illustre
ospite Jeff Scott Soto e assolo che più “classico”
non si può.
“Heart To Stone “ potrebbe essere un singolo
di successo con il suo andamento sinuoso se solo le
radio americane non fossero accecate dai nuovi trend
imperanti.
Unica concessione al recente passato e' “Disease”,
peraltro uno degli unici pezzi in cui non figura la
penna di Jon Levin (un caso? ...non credo), abbastanza
moderno nel suo incedere e con voce-semi filtrata,
salvato comunque da un altro assolo di gran gusto
di Mr. Levin.
Alla traccia numero
cinque arriva la prima delle due ballate dell’album
(l’altra è “I Remember”),
ovvero “How I Miss Your Smile”, classico
slow semi-acustico e con una punta di malinconia tipica
del cantante di Redondo, che non è un mistero
dia il meglio di se sui pezzi più “rilassati”
in cui la voce non deve sforzare e raggiungere picchi
ormai lontani.
“Point of no Return “ è invece
la classica fast-song in cui si distingue la massiccia
sezione ritmica Barry Sparks-Mick Brown che come hanno
ampiamente dimostrato le recenti date sul suolo italico
gira come un orologio svizzero e con la potenza di
un treno in corsa.
Alla traccia numero nove arriva uno degli highlights
del disco, quella “Judgement Day” che
ogni volta che la sento mi viene la pelle d’oca
tanto e' intrisa di Class Metal, termine che non dimentichiamo
e' stato creato appositamente per descrivere il loro
sound, quante altre bands possono dire lo stesso?
Menzione d’obbligo anche per “It Means”,
che nell’incedere ricorda vagamente quella “Too
High To Fly” che rimane una delle cose migliori
dei Dokken post-Back for the Attack.
Insomma, se ci fosse
un voto da dare alla fine della recensione sarebbe
un 9 pieno, acquisto obbligato per ogni Dokken-fan
e per chi ha nel cuore i favolosi anni ’80,
non ve ne pentirete.
PS. Proprio in questi giorni e' girata la voce che
ci sarebbe in programma una reunion con la formazione
originale Dokken-Lynch-Pilson-Brown, ne sapremo di
piu' nel corso dei prossimi mesi ma per il momento
godiamoci questi splendidi 51 minuti (+ bonus track
nella versione limitata), poi vedremo.
Federico Martinelli
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THE CRASH MODERNS
'Good Night Glamour,
Good Morning Disaster'
Near Records 2008
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Credo che siano stati
i Marvelous 3 con "Math
and Other Problems" nel 1997 a lanciare
nelle classifiche e su MTv quelle band definite "power
pop" o "nu breed", "punkizzando"
le melodie ultra catchy in stile Cheap Trick
o Elvis Costello. Di li
in poi sono seguiti altri gruppi tipo American
Hi-Fi, SR-71, Bowling
For Soup, Sugarcult, ed
e' proprio in questa fascia musicale che si vanno
a collocare i newyorkesi The Crash Moderns, gruppo
nato nel 2004 e gia' opening act dei Bon Jovi
al The Continental Airlines Arena in New Jersey.
Goodnight Glamour,
Good Morning Disaster e' un disco 'easy', per
un'ascolto facile che potrebbe dare filo da torcere
ai piu' noti Simple Plain, un lavoro
fatto con cura e super professionale, dove non mancano
pezzi da classifica come nel caso di "This Time",
"Pimp My Life", "Hello World"
o "Closer Is Better". Come in tutti i generi,
c'e' sempre il rischio di risultare un gruppo fotocopia,
ma se il loro intento e' quello di fare breccia nel
cuore delle teenager, be', allora sono partiti con
il piede giusto!
Moreno Lissoni
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SHANNON
'Angel In Disguise'
Artist Service/Music Buy Mail 2008
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Fautori di un classico
melodic hard rock, i francesi Shannon ritornano sul
mercato con una nuova release intitolata Angel
In Disguise che, dopo i buoni responsi ottenuti
con i precedenti lavori, ci danno in pasto 13 tracce
godibili e che verranno ben assimilate dai sostenitori
del genere.
Niente di innovativo, ma un lavoro di ottima fattura
che potra' dare buone soddisfazioni a chi ha nel sangue
gruppi come FAIR WARNING, DANGER
DANGER o DOKKEN con colonne
portanti del disco la coppia di canzoni d'apertura
("Do You Know?", "Hungry For Love"),
la ballata JOURNEY-iana "On
& On" e le melodie spumeggianti di "Long
Gone", "Coming Back To You" e "Hang
On".
Angel In Disguise e' quindi un CD che prosegue
con grande coerenza il percorso intrapreso in precedenza,
portando avanti un sound ormai fuori moda, ma oro
colato per chi ama i gruppi sopra elencati.
Moreno Lissoni
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WHITESNAKE
'Good to be Bad'
Audioglobe 2008
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L’attesa è
valsa proprio la pena! Oltre 10 anni da Restless
Heart, svariati live acustici ed elettrici hanno
incrementato la curiosità dei tanti sostenitori
del serpente bianco e dell’hard rock più
classico in generale.
11 brani originali per quasi un’ora di ascolto
(nella versione non limitata) scritti da Coverdale
e Doug Aldritch che rendono questo cd già un
classico grazie ad un songwriting sempre maturo e
allineato allo stile di Dave e grazie a linee melodiche
che seguono standard qualitativi che visti i tempi
spesso latitano e creano l’illusione di potere
ascoltare brani (in questo caso il sogno è
diventato realtà) suonati da professionisti
che hanno percorso e scritto la storia di un certo
tipo di rock.
Produzione di altissimo livello, suoni curati maniacalmente
e nulla lasciato al caso. Mixaggio aggressivo con
le chitarre “in faccia” e la pulizia di
scelte stilistiche di musicisti pluiriesperienziati
che donano quel valore aggiunto di naturalezza da
live session anche nelle canzoni meno spinte e più
di atmosfera (Doug Aldrich – chitarra, Reb Beach
– Chitarra, Uriah Duffy - Basso, Timothy Drury
– Tastiere, Chris Frazier - Batteria).
Tutte le 11 songs meritano
più di un ascolto attento, partendo da "Best
Years", selvaggia nella sua accuratezza grazie
a riff di chitarra e voce graffianti che sfociano
in un ritornello melodico e di piglio immediato, "Can
You Hear The Wind Blows", sempre con le chitarre
protagoniste che ci fanno tirare un sospiro di sollievo
e che ci accompagnano verso uno sviluppo cadenzato
da basso e batteria.
"Call On Me" sembra uscita a fine anni '80,
tagliente e potente con Doug che riesce ad inventarsi
anche qui una parte personale e caratteristica. "All
I Want All I Need" è la prima ballad,
la voce di Dave è espressiva al massimo, l’atmosfera
si placa e ci fa tornare in mente l’album 1987:
emozionante con un chorus di effetto immediato e garantito.
"Good to Be Bad"
riaccende gli animi e insegna come deve essere suonato
un pezzo hard rock, tiro e pacca che solo i grandi
possono avere. Coverdale anche qui dà lezioni
di canto e controllo vocale. "All For Love"
è una mid-tempo ad alta presenza di ottani,
classica song per la band con una chitarra geniale
e un ritornello che la rende un singolo perfetto.
"Summer Rain" è la seconda ballad,
leggermente malinconica e carica di pathos, chitarre
acustiche che accompagnano la voce calda di un Coverdale
ancora ispirato e pronto ad emozionare in una esplosione
melodica di livello estremo. "Lay Down Your Love"
parte con sole voci in attesa di un riff che ogni
chitarrista hard rock sognerebbe di suonare. La sezione
ritmica è impegnata in controtempi di impatto
sicuro che rendono varia e interessante la canzone
stessa. "A Fool in Love" è la bluesy
song che non può mancare in un album di Coverdale,
la vecchia scuola che riesce ad insegnare e ad essere
ancora e sempre attuale.
"Got What You
Need", uptempo hard rock con il più classico
piglio che caratterizza il suono Whitesnake. "Till
The End Of Time" è una bluesy love song
che rende questo cd completo in ogni sua parte senza
alcun punto debole.
In conclusione, un disco scritto e suonato per i fans
del gruppo dai primi fans dello stesso , quell’eterno
ragazzino di Coverdale e il suo attuale fidato e talentuoso
partner Aldritch. E’ grazie a prodotti come
Good To Be Bad che questo genere di musica è
destinato ad essere ricordato nel tempo qualsiasi
cosa possa accadere.
Mauro Guarnieri
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DON DOKKEN
'Solitary'
Dokken Enterprises
2008
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Anticipando di qualche
settimana il gran disco di ritorno della band madre,
il buon Don Dokken pubblica quello che risulta essere
il secondo album solista della sua carriera, facendo
seguito all’ormai lontano “Up From
The Ashes” del 1990.
Ma se quello era di fatto un disco dei Dokken sotto
nome solista per il tipo di sound proposto, qui il
58enne californiano sceglie di allontanarsi decisamente
dal classico approccio per dare alle stampe un disco
molto rilassato, in cui predominano le parti acustiche
e le ballate come “In the Meadow” posta
in apertura e che ben ci introduce ad un lavoro che
è molto più vicino agli Eagles (tanto
per fare un nome) che ai Dokken.
Don si è circondato
di ospiti illustri come Kelly Keeling,
con il quale e' in tour negli USA a supporto di questo
disco come special guest acustico del tour dei Queensryche,
Micheal Thompson, Tony Franklin,
Vinnie Colaiuta, Wyn Davis,
ma il vero protagonista è lui, con la sua voce
inconfondibile che come ho avuto modo di dire altre
volte si trova ormai molto più a suo agio su
tonalità basse.
Nascono così canzoni delicate e dai toni soffusi,
come la bellissima “When The Grass is Green”,
dotata di un feeling notevole.
L’album è reperibile soltanto ai concerti
oppure sul sito www.dokkenstore.com,
anche in formato digitale.
Federico Martinelli
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BRIAN McCARTY
'Love Forget Me
Not'
RankOutsider Records
2007
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Icona della scena trashy-punk
glam per aver formato i Trash Brats,
Brian O'Blivion, ops, Brian McCarty, dopo lo split
con la sua vecchia band, ha prima inciso un paio di
dischi con il suo vecchio pseudonimo, Badly Beaten,
But Still Conscious nel 2001 e The Flash
Before The Crash nel 2005 e lo scorso anno ha
dato alle stampe Love Forget Me Not, 12 pezzi
che anno ben poco a vedere con le sonorita' a cui
ci aveva abituato il suo vecchio gruppo, per un piu'
'impegnato' rock acustico dalle diverse sfacettature
che vanno dal soul al bluegrass, dal country al blues.
Scordatevi i ritmi
scanzonati di The Jokes On You, qui sono
ben altre le influenze musicali, da Hank Williams
Sr ai Rolling Stones, da
Johnny Cash a Chuck Berry
e per sentire tali differenze vi dovrebbe bastare
- l'ottimo - ascolto di "Sorry For Myself",
"She's Playing For Keeps, I'm Playing For Tips",
"Stray Bullets", "Knockin' Boots",
"Love Forget Me Not" o "Cherry Hill".
Ad ogni modo Love Forget Me Not non ci introduce
a chissa' quali sorprese e novita', ma contiene una
dozzina di canzoni fortemente legate alle sonorita'
tipiche della roots music americana.
Moreno Lissoni
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WHITE LION
'Return Of The
Pride'
Frontiers Records 2008
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Mike Tramp esce nuovamente
con un disco, questa volta a nome della sua band storica
White Lion, icona degli anni 80 cofondata con il funambolico
e geniale musicista Vito Bratta.
Return of the Pride e' pero' un album di
Mike Tramp al 100%, molto gradevole, un hard rock
melodico di alto livello che fa ricordare in alcuni
tratti Pride e Mane Attraction degli
originali WL ma con sonorita' più contemporanee
e in altri "More To Life Than This" e "Songs
I Left Behind" dalle sue ultime uscite discografiche.
La formazione è
giovane ma consolidata, Jamie Law alle chitarre, Troy
Patrick Farrell alla batteria, Claus Langeskov al
basso, Henning Wanner alle tastiere e, grazie ad una
buona produzione, che pecca pero' in alcuni tratti
nella scelta di suoni (avrebbe potuto essere piu'
incisiva e presente), riesce a colpire nel segno.
11 brani che vanno dal classico stile alla White Lion
come "Set Me Free", "Gonna Do It My
Way", "Dream", "I Will" a
sonorita' e tiro più moderni come "Live
Your Life" ad atmosfere quasi epiche come l’opener
"Sangre De Cristo" a ballad consolidate
come "Never Let You Go" e la bonus di chiusura
"Take Me Home".
La voce di Mike e'
sempre un punto di riferimento e quei caratteristici
tratti malinconici la rendono unica e sempre interpretativa,
le canzoni sono solide e Return Of The Pride risulta
essere un acquisto quanto mai consigliato per gli
amanti del melodic hard rock di qualita' e importante
per capire l’evoluzione di questo artista.
Mauro Guarnieri
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DAMAGED DOLLS
'Demo 2008'
Demo 2008
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Continua l''invasione
di gruppi glam metal dalla scandinavia, cosi' dopo
CrashDiet, Crazy Lixx,
Sister ecco i Damaged Dolls, gia' conosciuti
su SLAM! con il precedente demo. Migliorati leggermente
i suoni, ma con la stessa attitudine e sound che gli
ha contraddistinti su Sleazy Entertainment,
il gruppo svedese non incanta di certo per originalita',
proponendo 3 canzoni dal consueto retrogusto ottantiano,
dove in certi passaggi e' impossibile non avvertire
una certa sensazione di déjà vu sonoro.
Mötley Crüe e Poison
d'annata sono i gruppi di riferimento di maggior successo,
e se da un lato questo demo puo' essere un piacevole
passatempo, dall'altro la loro scontatezza potrebbe
annoiare chi ha gia' fatto indigestione di hair metal
negli anni passati. Una band che va consigliata a
chi ha bisogno di qualcosa di facile ascolto e ama
la nuova cotonata ondata di band provenienti dal nord
Europa.
Moreno Lissoni
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LAST AUTUMN'S DREAM
'Hunting Shadows'
Escape Music/Frontiers
Records 2008
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Nuovo disco da studio
per questo supergruppo formato dalla sezione ritmica
dei TALISMAN (Marcel Jacob e Jamie
Borger), dall’ex FAIR WARNING,
Andy Malecek e da un veterano della scena rock melodica
scandinava, Mikael Erlandsson.
Gli amanti dell'aor scandinavo si staranno fregando
le mani perche' Hunting Shadows e' una delle
migliore release del settore che mi sia capitato di
ascoltare in questo 2008, un album pulito e cristallino,
che senza cercare soluzioni innovative, riesce a proporre
11 canzoni di rock adulto di ottima fattura, regalandoci
momenti sublimi come nella ballata Aor in stile Journey
di "I'm Not Supposed To Love You Anymore"
o in quel gioiellino radiofonico che fa di nome "Save
Our Love".
Un disco sopra le righe, ottimo sotto ogni punto di
vista, con una produzione al passo coi tempi ed un
gruppo tecnicamente impeccabile, caldamente consigliato
a tutti i sostenitori di queste sonorita'.
Moreno Lissoni
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FATAL SMILE
'World Domination'
Locomotive Records
2008
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Visti di supporto agli
WASP nel 2006, i Fatal Smile tornano
con la loro terza release dopo il discreto "Neo
Natural Freaks" e questa volta come produttore
troviamo il noto Michael Wagener.
Si notano immediatamente segnali di crescita e maturazione,
il loro sound continua a macinare massicce dosi di
Hard & Heavy influenzato per l'appunto dal gruppo
di Blackie Lawless ("S.O.B.")
e concedensosi qualche divagazione sonora a-la' Black
Label Society, ma tenendo ben salde le radici
nella tradizione classic rock scandinava ("Fatal
Smile", "Straight To Hell").
"Stranger" e "Too Far Down" i
brani di maggior impatto, derivativi quanto volete,
ma dall'ottima potenzialita', cosi' anche "Run
For Your Life" gioca su sonorita' class metal
americane e ci confermano che il quartetto svedese
ha trovato la propria strada e sta lavorando per perfezionarla.
Moreno Lissoni
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TEMPESTT
'Bring ‘Em
On'
Metal Heaven 2008
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Tra prog e hard rock
melodico i Tempestt, giovane combo brasiliano scoperto
da Billy Sheehan e Jeff Scott
Soto, sono partiti facendo cover di Journey,
Kansas, Europe, Queen,
Bon Jovi e Dream Theater.
Tecnicamente sopra la media sono riusciti a trovare
un giusto compromesso tra l'hard rock progressivo
della band di James LaBrie e quella
di Geoff Tate con gli ultimi WINGER
o EUROPE, con un risultano finale
piu' che convincente.
E' proprio il gruppo fautore di Image And Words
che fa capolino nell'opener "Faked By Time"
e in "Too High", mentre TALISMAN
e i gia' menzionati WINGER si fanno
sentire in "Insanity Desire", contata in
duetto dal vocalist BJ insieme a Jeff Scott
Soto.
Nonostante qualche pezzo troppo lungo per i miei gusti,
ho individuato gli spunti migliori nelle melodiche
"A Life’s Alibi" e "Higher (I
Can Land)", nella ballata acustica "Healing"
e nell'ottima interpretazione di "Don´t
Stop Believin'" dei JOURNEY.
Moreno Lissoni
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SWELTER
'Tremendous Ride'
Self Produced 2008
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"Figa 'sta copertina!",
e' stata la prima cosa che ho esclamato prendendo
in mano il CD degli Swelter. Artwork e look mi avevano
fatto pensare ad un disco di rock and roll grezzo
e punkeggiante, ma ahime', di queste sonorita' in
Tremendous Ride c'e' giusto appunto la confezione
perche' la proposta di Mirko (voce e chitarra), Carsten
(chitarra), Michael (batteria) e Chris (basso) e'
tutt'altro.
Totalmente spiazzato dall'attacco dell'intro, skippo
canzone dopo canzone sperando che la cover non sia
solo un 'errore' di marketing, ma arrivato alla traccia
numero 9 mi rassegno al loro heavy metal che tanto
fa il verso ai Metallica... Le parole
"metal" e Metallica non rientrano nel mio
vocabolario musicale, se siete interessati vi basta
cliccare sugli indirizzi qui di fianco.
Moreno Lissoni
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WILLYCRANES
'Domestic Disturbance'
Punk Spark 2007
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Vi ricordate i Willycranes?
Quelli che hanno il loro cantante che sembra Earl
Hickey di My Name's Earl? ...Be', sono tornati con
un nuovo album dopo Gone Fighting del 2006.
Con Domestic Disturbance si continua dove
ci avevano lasciati, con un tiratissimo punk rock
and roll dove ancora una volta sono i Dead
Kennedys il paragone piu' vicino al loro
sound. Due minuti in media per traccia con brani immediati
che possiamo sentire in songs come "High Road",
"High Road" o "Make a Stand",
un lavoro uniforme, ben suonato e ben registrato che
esaltera' i fans della band.
Moreno Lissoni
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PINO SCOTTO
'Datevi fuoco (lo
Scotto da pagare)'
Valery Records 2008
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Pino Scotto e' senza
dubbio uno dei piu' coloriti e carismatici portabaniera
dell'hard & heavy nostrano. Ricordo ancora la
sua rubrica sulla rivista Hard! e di quando andai
da Mariposa, a Milano, per cercare senza esito la
cassetta di "Il Grido Disperato Di Mille
Bands".
Era il 1992, il lettore CD era ancora considerato
un bene di lusso e cosi' dovetti affittarlo (ai tempi
si poteva) e me lo feci registrare su cassetta da
un amico. Solo in seguito, riuscì a farmi vendere
la copia dal noleggiatore per via della nuova legge
che non permetteva piu'di 'prestare' i cd a pagamento
per qualche giorno.
Chiusa la parentesi amarcord, inizio a parlare di
questa nuova release dell'ex Vanadium,
tralasciando la lunga storia del cantante di origine
napoletana perche' do per scontato che ogni rocker,
o presunto tale, sappia chi sia in mitico Pino!
L'ambizioso progetto
Datevi Fuoco (lo scotto da pagare) vede Scotto
alle prese con i suoi vecchi pezzi cantati in italiano
ri-registrati insieme ad un team di famosi musicisti
della scena, una lunga lista composta da Mauro Pagani,
J. Ax (Articolo 31), Enrico Ruggeri, Tommy Massara
e G.L. Perotti (Extrema), Aida Cooper, Criz Mozzati
(Lacuna Coil), Fabio Treves, Le Vibrazioni, Trevor
(Sadist), Saturnino, Gigi Schiavone, Mario Riso (Rezophonic),
Bud e Dario Cappanera (Strana Officina), Andy (Bluvertigo),
Briegel (Ritmo Tribale), Tato (Fratelli Calafuria),
Pier Gonella e Roberto Tiranti (Labyrinth), Morby
(Dominae), Olly (The Fire), Lella (Settevite), Marco
Melloni, Maurizio Belluzzo (Alchemy), Maurizio Roveron,
Stefano Brandoni (Renga), Steve Arganthal (Fire Trails)
e Steve Volta.
Questa spataffiata
di nomi non fa altro che impreziosire la release che
oltre al CD musicale comprende un booklet di quasi
200 pagine con la biografia ufficiale, foto inedite,
aneddoti, ecc...
Tra i 12 brani invece segnalo "Come Noi"
estratta da Segnali di Fuoco del 1997, moderno
ed incazzato hard rock dove si fanno sentire al microfono
una schiera di artisti tra quelli nominati quei sopra,
"Il Grido Disperato Di Mille Bands" in duetto
con Morby; "Dio Del Blues" insieme alle
Vibrazioni, l'hard blues di "Piazza San Rock",
"Predatori della Notte" con Enrico Ruggeri
e la ballata "Gamines".
Moreno Lissoni
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M.O.B
'The Greatest Enemy'
Self Produced 2008
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Non sono un grande
appassionato delle sonorita' piu' metalliche, anzi,
diciamo che non lo sono proprio per niente. Gli svedesi
M.O.B infatti viaggiano intorno a questo genere e
se in passato avevo speso buone parole sul loro conto,
a questo giro, pur trattandosi di un buon prodotto
di hard & heavy, faccio fatica ad arrivare alla
fine. Sia ben chiaro, The Greatest Enemy,
e' suonato bene, ha dei buoni spunti, ma e' un po'
sempre la solita tiritera, uno di quei CD che ascolti
un paio di volte con piacere e poi lo appoggi da qualche
parte finche' non ti ricapita in mano mentre stai
facendo un trasloco.
Se al contrario, siete
dipendenti da questo tipo di sound,Ozzy Osbourne,
Judas Priest e Black N' Blue, allora un giro sul loro
sito e' obbligatorio.
Moreno Lissoni
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THIS DEVASTED FAN
'Vitoria’s
Waiting'
WiT Records 2007
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Non propriamente da
Slam! questa band inglese che sara' in Italia all'inizio
di aprile per promuovere il proprio esordio discografico
(i dettagli delle date su www.getrocked.it).
Non sono un appassionato di indie rock, ma mi sono
messo d'impegno e mi sono ascoltato Vitoria’s
Waiting con l'intento di capire se ci possano
essere degli spunti interessanti che possano in qualche
modo essere graditi dalla maggior parte degli utenti
del sito, spunti che ho trovato nell'opener "Black
Elevator", in "Blow Out Stars" e in
"Elementary Girl", per il resto un lavoro
adatto a chi ama tali sonorita'.
Moreno Lissoni
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LINES OF LEAVING
'Battle For Humanity'
Independant Sounds
2007
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Un gruppo che annovera
tra le sue influenze Muse, Placebo,
System of A Down, Queen
e Manic Street Preachers, non credo
riscuotera' molti estimatori tra i lettori di SLAM!
e sinceramente neanche il sottoscritto impazzisce
di gioia ascoltando Battle For Humanity.
Ho fatto davvero fatica ad arrivare alla fine senza
premere il tasto next, un po' troppo lontano da i
miei abituali ascolti e difficile da commentare...
i siti di riferimenti sono qui di fianco, se siete
musicalmente piu' aperti di me, fateci un salto!
Moreno Lissoni
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by Slam! Production® 2001/2008
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