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THE VALENTINE FAILURES
'Lights Out In
Suicide City'
Self Produced 2007
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In questo periodo pieno
di nuove band figlie di MySpace che producono CD vuoti
come il cuore di un banchiere, ecco finalmente
qualcosa su cui si possa spendere 11 dollari senza
disperarsi per aver fatto diminuire il conto di PayPal!
Si chiamano Valentine Failures, vengono da Dallas
e manderanno in visibilio i fan dei D-Generation,
perche' tra le nuove proposte uscite negli utlimi
anni, sembrano i migliori eredi dell'ex gruppo di
Jesse Malin.
Dopo l'ep di 3 pezzi "Hearts, Halos, and
Hate", hanno pubblicato il loro esordio
sulla lunga distanza, Lights Out In Suicide City,
co-prodotti da Keith Knight e con
36 minuti di sleazy rock and roll punkeggiante, perfetta
colonna sonora per un libro di Joe R. Lansdale
- citato non a caso per la provenienza - e basta leggere
qualche titolo per capirne il perche': "Suicide
City", "Blood Shot Eyes", "Dead
To You", "Dark Stars".
Niccolo' Ammaniti diceva
di Lansdale: "Io consiglierei a un analfabeta
di imparare a leggere solo per poter conoscere Lansdale",
musicando questa affermazione e restando sul 'trash'
io invece direi: "Io consiglierei a un sordo
di comprarsi immediatamente un apparecchio acustico
solo per poter sentire i Valentine Failures".
Chiuso l'agolo delle stronzate, concludo dicendo che
dopo Chelsea Smile e Chinatown,
un'altro buon gruppo che ha imparato la lezione di
impartita da Social Distortion, Jeff
Dahl, Black Halos e
Lords of the New Church.
Moreno Lissoni
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ROULETTE
'Pull the Trigger
/ Reloaded'
Roulette 2007
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E' il 1990. In questo
anno escono alcuni dei piu' importanti album della
storia dell'hair metal: Warrant con
"Cherry Pie", Poison con
"Flesh and Blood", Winger
con "In the Heart of the Young", Slaughter
con "Stick It To Ya", Lynch
Mob con "Wicked Sensation", mentre
entrano prepotentemente nelle classifiche rock gli
esordi discografici Firehouse, Trixter,
Heaven's Edge e Cold Sweat,
trainando una serie di gruppi "minori" come
9.0, Big House,
Cry Wolf, Hericane Alice,
Julliet, Brass Kitten
e in quel marasma di cotonature e spandex, in Michigan
si formano anche i Roulette che realizzano un album
dal titolo Pull The Trigger che, al contrario
dei dischi citati sopra, non vide mai la luce.
A distanza di 17 anni,
il gruppo americano ritira fuori dagli scatoloni il
vecchio master, remixa e rivisita i pezzi e mette
finalmente sul mercato il tanto sospirato CD contenente
14 brani che faranno la felicita' di chi ama
Syre, Brass Kitten, Heavens
Edge, Lancia, XYZ
e via dicendo.
Pull the Trigger non verra' certo annoverato
fra i dischi migliori del genere, ma e' sicuramente
una buon album di hair metal che non manchera' di
allietare gli appassionati.
Moreno Lissoni
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MYLAND
'No Man's Land'
Valery Records 2008
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L'AOR ha avuto il
suo massimo splendore durante gli anni 80 con portabandiera
del genere gruppi come Journey, Foreigner,
Styx, Angel,
Toto, Survivor, un genere
musicale fatto su misura per le emittenti radio americane
con suoni prettamente rock e dalle linee melodiche
pulite e orecchiabili.
Anche in Italia non sono mancati combi che hanno risentito
di queste influenze, band come Elektradrive
o Florence99 tennero alto
il nome del rock adulto anche nel nostro paese e ora
ci pensano i milanesi Myland a fare le cose per bene
e a produrre un album che ha tutte le carte in regola
per competere con le proposte che ci vengono da oltre
Oceano.
Il progetto nasce grazie
al batterista Paolo Morbini (Eva, Exilia, Brunorock)
che, insieme a Guido Priori, Clod Corazza, Will Medini,
Hox Martino e Massimiliano Passerini torna sul mercato
dopo il promettente The Time Is Over del
2006 con questo No Man's Land, che vanta
diversi ospiti illustri: Kee Marcello
(Easy Action, Red Fun, Europe), Tommy Denander
(Chicago, Toto, Richard Marx, Paul Stanley...), Alex
Del Vecchio (Edge Of Forever, Glenn Hughes)
e Steve Angarthal (Fire Trails).
Puro Aor cromato quello dei Myland che rielabora gli
insegnamenti dell'ex band di Steve Perry
e Steve Lukather, impreziosito con
l'ottima interpretazione di Priori, uno di quei cantanti
che avrebbe potuto andare al ballottaggio con Arnel
Pineda.
Siamo di fronte ad un album di classe, che dara' una
cinquantina di minuti di felicita' a chi amava, o
ama tutt'ora, il rock adulto fatto come dio comanda.
Moreno Lissoni
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FALLEN SILVER
'Blood In Blue
Eyes'
FS Records 2007
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Neanche il tempo di
assorbire le schitarrate AC/DC-iane
degli Airbourne che l'Australia ci
regala un'altro gruppo da tenere d'occhio e che mette
tra le sue fonti musicali di ispirazione AC/DC
(maddai!?!?), Black Crowes ("Porcelene",
"Sunsets") e Buckcherry
("Insecure")!!!
Ok, lo so che non basta avere delle buone influenze
sonore per fare della buona musica, ma nel caso dei
Fallen Silver posso dire che Blood In Blue Eyes
e' un disco che fa il suo sporco dovere, si ascolta
senza troppe menate e tutto funziona bene.
Convincente e ben realizzato, dove le sonorita' sopracitate
si integrano con gusto e senza stonare, come nel caso
di "East L.A" o in "Leave This Town",
ma soprattutto in "Loaded Gun", a mio parere
il miglior pezzo del disco, per cui sono certo che
gli amanti del genere lo troveranno un ottimo lavoro.
Ascolto consigliato.
Moreno Lissoni
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SHENANIGANZ
'Four Finger Fist
Fight'
Silverwolf Productions
2008
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A dispetto di un nome
che ancora non risco a pronunciare, i Shenaniganz
dopo solo pochi secondi dall'attacco iniziale di "Punk
That Rocks" ci fanno capire che fanno maledettamente
sul serio.
Votati come la "Migliore School-Band" in
Germania e poco piu' "vecchi" dei Tokyo
Hotel, arrivano al loro esordio discografico
e lo fanno in grande stile con un CD fatto con tutti
i crismi e potrebbe dare la merda a qualche loro collega
piu' navigato.
Niente di innovativo
e neanche il disco del millennio, ma la miscela tra
"nuovo" (che sta per JET),
"vecchio" (che sta per AEROSMITH)
e una lieve dose punk, fanno di Four Finger
Fist Fight un ottimo ascolto.
"25 years Ago" sembra essere un tributo
alle band che ho appena citato, con una parte centrale
dove prima si fanno evidenti i riferimenti a "Are
You Gonna Be My Girl" per poi proseguire con
un break con il cantato a-la' "Walk This Way"
e terminare in stile Rage Against The Machine,
ma non e' l'unico brano degno di nota, perche' e'
difficile non battere il piedino in "Pissing
in the wind" (!), "Why?" e nella quasi
southern "Hobo slide".
Un nome per il futuro e una buona realta' per il presente.
Moreno Lissoni
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NEW DISASTER
'Last night rites'
Tex~Tone Records 2006
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Poco tempo fa vidi
un servizio in TV su Austin, Texas. L'inviato descrisse
l'atmosfera musicale che si respirava tra le vie della
citta' e ne fui subito incuriosito. Da come ne parlava,
sembrava che locali blues, jazz e rock sembravano
piu' numerosi dei cattolici presenti a San Pietro
il giorno di Natale.
Una citta' molto Rock And Roll a quanto pare, non
a caso Quentin Tarantino ha girato
li' il suo ultimo film, Grindhouse, con 3
avvenenti ragazze che si divertono sbevazzare al "Guero's"
e al "Texas Chili Parlor"... non a caso
Janis Joplin inizio' proprio nei
club di Austin a portare in giro la sua voce e qualche
anno piu' tardi una'ltro celebre musicista fece parlare
di se' nella capitale del Texas, un certo Stevie
Ray Vaughan.
Da questa citta', arrivano
come un fulmine a ciel sereno, questi New Disaster
(gia' il nome e' tutto un programma), il loro singer
Natchet Taylor, senza troppi problemi, dice che vuole
solamente suonare rock and roll "pericoloso",
"heavy" e "completamente
depravato" come Guns N' Roses,
Rose Tattoo, Stooges
e Dead Boys ...beh, come si fa a
non volergli bene!?!
Last Night Rites e' uscito nel 2006, penso
in una tiratura di 5 copie visto che non ne esiste
traccia su internet, ma viene ristampato solo ora
dalla Tex~Tone Records e prodotto da Andy
Johns (Rolling Stones, Led Zeppelin). Nove
tracce di rozzo rock and roll che sembrano evocare
notti infuocate nei club del Texas, esplosioni sonore
che rendono la musica dei New Disaster di grande impatto
e che ci fanno conoscere una nuova giovane band che
sembra possedere tutte le carte in regola per la definitiva
consacrazione.
Moreno Lissoni
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BROKEN TEETH
'Electric'
Tex~Tone Records 2008
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Quarta release per
l'ex leader dei Dangerous Toys, Jason
McMaster e i suoi Broken Teeth con un disco che contiene
5 nuove tracce e le rimanenti ripescate dai primi
album, una sorta di mini best of che deduco
sia stato dettato dal contratto con la Tex-Tone Records.
AC/DC e Rhino Bucket sono
i due gruppi di riferimento per chi non li avesse
mai sentiti, soliti giri e solita voce spaccagola,
tali peculiarita' si risentono anche nelle nuove composizioni,
ma con un taglio piu' "aggiornato" da leggersi
come Danko Jones. Prendete l'opener
"Roll Over", una mazzata in mezzo ai denti,
senza dubbio uno dei migliori brani scritti dal musicista
texano dai tempi di Hellacious Acres, cosi'
anche le altre 4 tracce inedite pestano a suon di
bordate AC/DC-iane.
Spero a questo punto che in futuro i Broken Teeth
continuino a miscelare le sonorita' della band canadese
e di quella australiana in modo da non rimanere troppo
ancorati sui soliti cliche', io intanto metto a tutto
volume "Roll Over" e aspetto il nuovo album
della band Angus Young.
Moreno Lissoni
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LUNATIC ASYLUM
'Lunatic Asylum'
Self Produced 2008
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Secondo lavoro per i milanesi Lunatic Asylum (che
segue il primo ep From Beyoud…), gruppo
prog metal che calca le scene milanesi oramai da parecchi
anni. Produzione e songwriting d’eccezione e
ottima esecuzione da parte di tutti i componenti:
Andrea Rendina e Cristian Brugnana alle chitarre,
Gianluca Tissino al basso, Christian Marino alla batteria
e Mario Scalia alla voce caratterizzano l’ascolto
con brani che hanno la capacità di essere facilmente
memorizzati e ricordati nonostante la complessità
ritmica e armonica che non li fa mai cadere nella
banalità ma che mantiene fissa l’attenzione
sull’evolversi del tutto da parte dell’ascoltatore.
Inizio subito di impatto
con "Breathless" che lascia letteralmente
senza fiato per potenza e impatto strumentale e che
bene si amalgama ad un cantato altamente melodico,
procedendo con Lunatic Asylum, testo intimista con
trame melodiche complesse, "My Walls" la
canzone più progressiva della produzione, tecnica,
furibonda ed incalzante, probabilmente coglie a pieno
la vera essenza della band. "Red Dragon"
mette in evidenza l’estensione vocale di Scalia
grazie ad una ottima interpretazione e convince nell’insieme
grazie ad una precisa base ritmica e ad intricati
intrecci chitarristici e melodica al tempo stesso.
"Clouds" conclude il cd nel migliore dei
modi, ottimo strumentale acustico suonato ed interpretato
per un momento riflessivo che completa il discorso.
Lunatic Asylum rappresenta
l’evoluzione e la maturazione di questa band
grazie anche ad una autoproduzione di fattura invidiabile
a ben più costosi prodotti della discografia
del genere e non. Ascolto altamente consigliato ad
appassionati del genere e ad amanti di suoni potenti
e curati che cercano spunti di novità e varietà
nel proprio ascolto.
Questi ragazzi sono riusciti a togliersi una bella
soddisfazione, cosa che riusciranno a fare anche i
loro ascoltatori.
Mauro Guarnieri
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DOCTOR ROCK AUSTRIA
'Foolz & Playboyz
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Jackamo Records 2007
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Giunge inaspettato
questo album d'esordio degli austriaci Doctor Rock,
con un CD ricco di furenti chitarroni e melodie avvolgenti.
Nell'era della contaminazione musicale, ci sono ancora
dischetti che hanno la pretesa, di suonare in maniera
oramai spesso dimenticata e cosi' eccoci a parlare
di questo gruppo di Linz formato nel 1996 e con all'attivo
diversi Demo-CD e qualche celebre apparizione come
nel caso del Wacken nel 2004 e support acts degli
Europe. Le 11 tracce racchiuse in Foolz
& Playboyz hanno radici solide e "robuste"
nell'hard rock e con una strizzatina d'occhio alle
nuove proposte hair metal proveniente dalla Scandinavia
con pezzi d'impatto e sanguigni ("Keep comin´",
"Dreamin´ in D-land", "Good times",
"Vote for rock").
Rimango piacevolmente
sorpreso nell'irruenza ottantiana di "Doctor
rock" che fa sfigurare l'ultima produzione dei
Crash Diet, quest'ultimi non sembrano
gli unici rifermenti nordici ad inserirsi nel loro
sound: dietro l'intro di "Always Remember"
sembra nascondersi Dregen, mentre
in "Release Me" vengono mescolati in ordine
Babylon Bombs, Backyard Babies
e D.A.D.
Buone armonie chitarristiche e un cantato convincente
completano un disco da non lodare oltremisura, ma
senza dubbio interessante e positivo. Un nome da tenere
in mente per i fan del nuovo "hair metal"...
non cotonato.
Moreno Lissoni
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THE UNRIPES
'Gutter Superstar'
Self Produced 2007
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Primo disco per questa
band di Modena dedita ad un hard rock che attinge
dalla corrente ottantiana.
Siamo dalle parti del Sunset Strip e pur essendo estremamente
derivativi e ispirandosi ai capisaldi della materia,
cercano di fare le cose per bene, con un CD curato
e una presentazione professionale.
Gli Unripes appartengono quindi alla risma di quelle
buone e giovani band in fase di crescita dove, nel
prossimo futuro, devono cercare di personalizzare
di piu' la loro proposta ed evolvere le buone intuizioni
che in questo caso prendono il nome di "My Muse
Is Called Rock’n’Roll", "I Want
A label", "Darlene" o "Guys Unripe".
Oltre ad un buon bagaglio tecnico e un buon gusto
per la melodia, i quattro musicisti hanno l'eta' giusta
per crescere ulteriormente, quindi da loro possiamo
solo che attenderci sviluppi positivi.
Moreno Lissoni
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RATTLESNAKE REMEDY
'Magic Man'
Bad Reputation 2008
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Nel 2006 si erano
gia' affacciati nelle pagine di SLAM! con l'album
"Magic Man", qui riproposto interamente
con l'aggiunta di 4 tracce: l'hard rock di "Up
In Soke", la malinconica ballata "When Will
I See You Again" e 2 pezzi dal vivo, "Lonely
Avenue" e "Hangover Blues".
Su questa band inglese non posso far altro che confermare
i giudizi esperessi nella passata recensione, un disco
discreto di hard rock settantiano influenzato da Aerosmith,
Led Zeppelin e Free, ma
che non riesce a decollare. Peccato, perche' Lee Stone,
Ben Bartlett, Mark Buckler, Matt Birch e Dave Ballard
sembrano avere buone potenzialita', ma manca quella
scintilla che faccia esplodere le loro composizioni.
Sufficienza raggiunta senza problemi, ma i dischi
belli di hard rock, sono altri...
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B-JOE
'White, white Roses'
Alafsongs 2007
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Conobbi i B-Joe nei
primi anni 90 quando acquistai il secondo album Ready
To Strike dopo aver letto qualche recensione
entusiasta che li paragonava ai Bon Jovi
e ricordo che, pur non essendo affatto male, era un
po' moscetto per i miei gusti.
White, White Roses e' invece il loro terzo
album pubblicato originariamente nel 1995, e ripubblicato
di recente dopo che le Le quotazioni su E-bay sono
salite alle stelle. La band danese va ad oocupare
quella fascia musicale di cui fanno parte gruppi come
RETURN, STAGE DOLLS,
ma dall'approccio decisamente piu' "americano"
in stile Tom Petty, vista la presenza
di numerose chitarre acustiche e di tastiere usate
con il contagocce.
Nel complesso si tratta di un disco davvero piacevole,
che vede come highlights "White, White Roses",
"Summer Of Love", "Mr. Guitarman",
"Freedom Was Calling", "Out Too Long"
e "Down In Austin, Texas", ma se siete di
palati forti, lasciate perdere.
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BONFIRE
'The Räuber'
LZ Records 2008
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Nuovo album da studio
per il gruppo tedesco dopo Double X datato
2006, basato su di una opera teatrale di Schiller.
Non allarmatevi perche' non si tratta di un CD strumentale
tritamaroni o cose del genere, la coppia Ziller/Lessmann
continua a fare quello per cui i fan li amano: dell'ottimo
hard rock melodico!
In realta' l'intro "The Räuber"
fa presagire il peggio con il suono di carillon e
un grucco incazzato che parla, ma fortunatamente poi
inizia l'attacco di "Bells of Freedom" e
tutto torna al suo posto, un grintoso hard rock dove
la band tedesca ci butta dentro anche una produzione
piu' moderna rispetto ai loro standard e il risultato
finale e' piu' che apprezzabile.
Con la seguente "Refugee
Of Fate" si ritorna a fare i Bonfire, ritornando
cosi' al classico melodic hard rock a cui ci hanno
abituato e il disco fila via liscio fino alla quattordicesima
traccia tra pezzi con il cantato in tedesco ("Blut
und Tod", "Lass die Toten schlafen"
e "Father’s Return"), le immancabili
ballatone ("Love Don’t Lie", "Let
Me Be Your Water") e le ruffiane melodie rockeggianti
di "Do You Still Love Me" e "Time".
Il CD comprende anche 3 bonus track: le versioni acustiche
di "Love Don’t Lie" e "Do You
Still Love Me" e
"Hip Hip Hurray" cantata in madrelingua.
Ci troviamo di fronte ad un disco di facile ascolto,
adatto anche agli amanti dell'hard rock, ma indinspensabile
per i sostenitori dei Bonfire.
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MIND OF DOLL
'Low Life Heroes'
Tuhma Records 2007
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Saranno presto nel
nostro paese per una serie di date dal vivo questi
4 ragazzi di Vantaa, Finlandia, nati nel 2000 e con
diversi Ep alle spalle giungono ora ad dubutto sulla
lunga distanza.
Tra i loro idoli e influenze menzionano Hellacopters,
Smack, Backyard Babies,
Hanoi Rocks e Motörhead,
ed effettivamente i Mind of Doll rialaborano tali
sonorita' e fanno diventare Low Life Heroes
un buon album di hard rock scandinavo, dove la componente
'scan' non e' mai troppo invadente e tra le note si
possono cogliere altri "amori" musicali
dell come Ramones, Guns ´n´
Roses ("Pickin' Up Scum"), Social
Distortion e... Johnny Cash
("Lovers").
Non aggiungono e non tolgono niente da quanto il genere
abbia gia' detto e fatto, ma bisogna riconoscere che
alcuni pezzi sono ben riusciti vedi ad esempio "Miss
Pretty", "Never Rising", "No Alibi"
e "Trouble Maker", un buon esempio di come
si possa suonare "scan" rock nel 2008, un
disco che chi ama questo genere, potra' ritenersi
soddisfatto ascoltandolo.
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AMPAGE
'Future Days Gone
By'
Mason Music 2007
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Non proprio di primo
pelo gli Ampage, gruppo Californiano attivo sin da
meta' anni 80 e con 3 album alle spalle e diversi
show in apertura di famosi act come Eric Clapton,
Def Leppard, Social Distortion,
Guns N' Roses, Billy Idol,
ecc.
Il dubut album, Champagne & Caviar datato
1986 , fu prodotto da Mitch Mitchel
(Hendrix), poi un vuoto di piu' di 10 anni e nel 1997
tornarono con Iron Horse, anche questo con
nomi celebri dietro la consolle, e cioe' Jeff
Klaven (Krokus) e Duane Baron (Ozzy,
Cheap Trick, Heart), quest'ultimo al lavoro anche
sul terzo Falling Higher uscito nel 2001,
dove vedeva tra gli ospiti John Taylor
(Duran Duran,) John Easdale (Dramarama),
Gary Busey (Buddy Holly, Star is
Born), Jeff Conaway (Taxi, Greese)
e Rick Allen (Def Leppard).
A capeggiare la band
troviamo Mark Mason, veterano della scena che vanta
collaborazioni con Tommy Shaw (Styx)
e Wes Arkin (Guns n Roses) e dopo
qualche cambio di formazione torna sulla scena con
questo Future Days Gone By, una raccolta
di 15 song scritte tra il 1997 e il 2007, dove prevale
l'anima rock della band, una sorta di mix tra
Quireboys e Wallflowers,
ma mantenedo sempre i piedi ben ancorati alle radici
del rock americano. Alla lunga il CD stanca un po'
visti i ritmi rilassati, ma e' innegabile dirlo che
i pezzi sono ben strutturati, dove pervade qualche
sensazione di deja-vu' sonora ("Words")
e dove non mancano i buoni spunti: "Lost &
Learned", "D-Day", "Gimme Some
Truth" e "Downtown Playground".
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RADIO CULT
'Mix Tape'
Genterine Records 2006
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Gruppo di Atlanta capitanato
dalla rossa Bambi Lynn e che basa la sua attivita'
artistica, proponendo un repertorio basato sull'hard
rock anni 80, con degli show spumeggianti e una serie
di cover che ormai neanche la piu' il piu' scassato
tributo propone piu', ma tant'e'...
Mix Tape contiene ben 7 cover, si parte con
"Rock You Like a Hurricane" degli
Scorpions e si prosegue con "White Wedding
Billy" di Billy Idol, "Every
Rose Has Its Thorn" dei Poison,
per giungere cosi' all'unico brano originale del disco,
il mid-tempo di "Make The First Move".
Chiusa la parentesi, si torna a coverizzare con "Keep
Your Hands to Yourself" dei Georgia Satellites,
"I Love Rock n' Roll" versione Joan
Jett, "Hit Me with Your Best Shot"
di Pat Benatar e per chiudere "Crazy
Train" di Ozzy Osbourne.
Mentre vi scrivo e' gia' uscito il seguito di questa
operazione tributativa, con l'album Retroactive,
dove vediamo la band alle prese con Cyndi Lauper,
No Doubt, Def Leppard, Bon Jovi, Motley Crue, Van
Halen, ecc.
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STRAPPS
'Live At The Rainbow
1977'
Angel Air 2008
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Ammetto che non conoscevo
questo combo inglese, ma grazie alla potenza del web
sono riuscito a trovare diverse informazioni, scoprendo
che la loro storia nasce a meta' anni 70 grazie al
batterista Mick Underwood, molto popolare in quella
decade per aver suonato con Ritchie Blackmore,
Ian Gillan e Roger Glover
negli Episode Six e ad accompagnarlo Noel Scott alle
tastiere, Joe Read al basso e Ross Stagg alla voce
e chitarra.
Nel '79, dopo la pubblicazione
di 4 album, la band si sciolse. Mick Underwood entro'
nel gruppo di Gillan e il resto e' storia.
Gia' dal titolo stesso, potrete capire che si tratta
di una performance catturata nello storico locale
di Los Angeles durante il tour di "Secret
Damage", album prodotto dal bassista dei
Deep Purple, Roger Glover, ed e'
proprio da questo disco che si incentra la scaletta
del live, per un totale di 8 pezzi di puro hard rock
settantiano.
Oltre all'esibizione dal vivo, 3 bonus track da studio:
"Rikki", "Suffer" e "Rita
B".
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DEAD KINGS
'Armed And Delicious'
Scatboy Records 2007
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Su MySpace definiscono
il loro sound come "Chuck Berry fucking Lemmy
in the ass", mentre la label li descrive
come "Speedy glam punk that sounds a little
like Jeff Dahl and a little like Frankenstein Drag
Queens From Planet 13", e devo dire che
emtrambi le definizioni potrebbero starci per descrive
il suono di questo gruppo di veterani della scena
del North Carolina, perche' il loro tiratissimo glam
punk ha il tiro dei Motorhead, ma
con una vena piu' ruffiana.
Armed And Delicious e' il terzo capitolo
della loro carriera che segue "Murder City
Or Bust" e "For All Those Hot Black
Chicks", 11 canzoni con una media di 2 minuti
ciascuna, in cui si alternano cose buone ad altre
un po' meno.
Ora bestemmiero', ma brani come "Gonna Go To
Hell Now", "Salami Tsunami" o "Cover
Your Face" sembrano la versione incazzata dei
Bastet, anche se mancano quei coretti
finocchi che tanto ce li hanno fatti piacere.
Anche se un po' ripetitivo, il lavoro scivola via
bene e pur trattandosi di un album non trascendentale,
e' comunque meritevole di un ascolto.
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ALFIE
'The Grey Between'
Green Pole Records
2006
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Da piu' di un'anno
dall'uscita, mi e' arrivato il CD d'esordio di questo
cantante novergese che, come riporta la sua biografia,
e' cresciuto ascoltando i dischi di Glenn
Miller, Beatles, Guns
N` Roses e Iron Maiden e
ben presto lasciatosi coinvolgere dalla musica di
gruppi come Live, Nirvana,
Radiohead, Rage Against The
Machine, Foo Fighters, Living
Colour, Audioslave,
Velvet Revolver e Jeff Buckley.
Prodotto da Leif Johansen, conosciuto
per aver suonato nei dischi di 21 Guns,
Far Corporation, Greenhouze
e Phenomena, "The Grey Between"
e' un disco di rilassato pop rock, a volte anche troppo,
ma ottimo per' chi ama i suoni piu' tranquilli.
Tra le 12 composizioni mi hanno colpito la title-track,
"Eating me up alive", "The Words",
"Hollow" e la ballata di chiusura "Lullaby",
degna conclusione per un disco anche se leggero, ma
che nel complesso si presenta valido.
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by Slam! Production® 2001/2008
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