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JET TRAIL
"Edge Of Existence"
Escape Music 2007

Non avevo fatto caso fosse della Escape Music, etichetta che ha nel suo rooster principalmente gruppi inclini all'hard rock melodico, e quindi mi son detto: "No, un'altro gruppo copia di Nightwish e Lacuna Coil!".
...niente di piu' sbagliato, per fortuna!
I Jet Trail sono un promettente four-pieces svedese con al microfono la bravissima Carolina Lindwall, dotata di una bellissima voce e che ha dato vita a questo progetto insieme all'ex Grand Illusion, Christian Sundell.
La 'leggenda' narra che sia stato un certo Ritchie Blackmore a scoprirli durante un tour in Scandinavia, imponendoli come opening-act durante i concerti svedesi, e pur non essendo mai stato un grande estimatore dei gruppi con una vocalist donna, ascoltando "Edge Of Existence" mi sono ricreduto.

Le chitarre di Jon Stavert e la sezione ritmica composta da Christian Sundell e Johan Holst vengono ben supportati ed evidenziati da un'ottima produzione, dove emerge sempre l'ugola della Lindwall.
I paragoni con Robin Beck, Lita Ford e Ann Wilson si sono sprecati, ed in effetti non siamo lontani da certe tonalita' anche se in un paio di episodi mi e' parso di sentire Tia Carrere, ma il sound dei Jet Trail risulta assai piu' aggresivo rispetto ai vari Dante Fox, Nexx, ecc.
13 i pezzi presenti contando anche la bonus track "Why", con i pezzi di punta nella robusta "War Zone", nella trascinante "Can You Hear Me Calling", nella catchy "Never Say Never" e nella lenta "Gorham’s Cave" che evidenzia ulteriormente la voce della Lindwall.
Moreno Lissoni

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HAMMERLOCK
"Forgotten Range"
Steel Cage Records 2007

Cosa succede se tre loschi individui che amano il rock sudista, il country, il rockabilly e il punk si trovano insieme in un saloon del sud della California a bere birra? ...semplice, realizzano "Forgotten Range", settimo album per questo trio formato dalla coppia di sposi Travis Kenney / Liza Kenney e dal batterista Mikey Kingshill, nati nel 1995 e descritti come la versione punk dei Lynyrd Skynyrd, si fanno subito riconoscere con il muro sonoro dell'opener "Conquest Train", polveroso rock 'N' roll nella migliore tradizione sudista.

Da inserire in quel contesto musicale dove fanno parte ANTiSEEN e Nashville Pussy, gli Hammerlock ci sparano in faccio un disco trascinante, che alterna brani tirati a ballate acustiche dalle atmosfere country. Se non fosse per il numero troppo elevato di tracce, ce ne sono ben 19, sarabbe stato sicuramente il miglior disco del settore ascoltato nel 2007, fossi stato in loro avrei diminuito a una dozzina i brani, lasciando cosi' solo i pezzi da 90, non che gli altri siano brutti, ma a volte si ha il presentimento che siano delle ripetizioni.
"Forgotten Range" e' dunque un disco veramente riuscito, e sfido chiunque a rimanere immobile ascoltando song come "Quick Justice Cowboy", "BP Psycho Compound", "One Big Mess" o "Wrong Side Of Town".
Moreno Lissoni

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HARD SPIRIT
"Ignition"
Antarctic Records 2007

Arrivano da Birmingham questi 4 veterani della scena hard & heavy inglese, provenienti da gruppi come Bitches Sin, Love & War e Slowburner che unendo l'amore per le 2 ruote e il rock duro, ci regalano un buon album di class metal che si rifa' ai primi DOKKEN e Y&T.
L'apripista "King of the Mountain" e' un vigoroso hard rock che mi ricorda i Gotthard del primo album, si prosegue con "No Limits" e "Twisting in the Knife", altri due buoni episodi dove aleggia il fantasma della ex band di George Lynch, ma ci pensa la power ballad "Cold Silence" a calmare gli animi.
Da qui in poi il disco scende un po' di tono riprendendosi sul finale con la tripletta composta da "Coast to Coast", "Heavens Gate" e "Ride". Lavoro quindi prettamente settoriale, pensato e realizzato solo per gli appassionati di questo tipo di sonorita' e chi e' alla ricerca di un class metal ben suonato, dalle atmosfere ottantiane.
Moreno Lissoni

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RICHIE KOTZEN
"The Return Of The Mother Head's Family Reunion"
Frontiers Records 2007

E' un grande chitarrista, ha un gran bella voce ed e' pure bello, cosa potrebbe chiedere di piu' uno dalla vita?! ...Ok, ok, un pezzo al numero 1 in classifica non guasterebbe e di certo trombarsi le ragazze del proprio batterista (Rikky Rockett) non giova molto alla carriera, ma uno cosi' me lo andrei al volo a vedere dal vivo e infatti anche quest'anno, me lo sono perso... vabbe'!
Dopo album solisti e il side-project Forty Deuce, torna in 'famiglia' con i Mother Head, progetto nato nel 1994 con "Motherhead's Family Reunion" che vedeva Atma Anur alla batteria e John Pierce al basso, ora sostituiti da
Franklin Vanderbilt, Virgil McKoy, e con l'aggiunta di Arlan Schierbaum al piano e August Kotzen ai background vocals.

Atmosfere calde e settantiane sono quelle che fanno rivivere la chitarra e la voce di Kotzen, a mio avviso uno dei migliori album partoriti dall'ex ragazzino prodigio della 6 corde: "Go Faster" e' un hard blues dal sapore Zeppeliano, in "You Know That" spunta tutta l'anima funky del chitarrista, e a sto punto lo non vedrei troppo male in coppia con Glenn Hughes.
Sulla scia di "Stand", Kotzen ci prova con la lenta "Faith", mentre con "Bad Things" si trova la giusta alchimia tra i Black Crowes e Hendrix, un - ottimo - disco che arricchisce la discografia del chitarrista e un lavoro che verra' gradito da chi lo segue da sempre e dai sostenitori dell'hard rock bluesy infarcito di soul e funky anni 70.
La release europea prevede la bonus track "Drift", obbligatori invece gli ascolti di "Do It Yourself", "Dust", "Can You Feel It" e "Fooled Again".
Moreno Lissoni

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GUTTERCAT & THE MILKMEN
"Demo"
Demo 2007

Zero champagne, ma molto bourbon per questo quintetto parigino capitanato da Guttercat, gia' sentito con i Baby Strange e ora di nuovo in pista con i The Milkmen: Chris Waldo, Larbi Ikheneche, Zan Nagat e Ian McKenzie.
A livello di sonorita' non si va molto lontano dai suoi precedenti progetti: fumoso e alcolico rock and roll dove oltre al bourbon, scorrono nelle vene The Faces, Dogs D'Amour e Heartbreakers.
Solo 2 le composizioni presenti: "Ballad of a Drunk Man", sbronzo e malinconico rock and roll d'altri tempi, cosi' anche in "Lonely Tears In The Dark" i 'losers' transalpini continuano ad offrirci atmosfere rockeggianti ma dal retrogusto inquieto e sofferente.
Segnatevi questo nome perche' sono convinto che sentiremo ancora parlare - bene - di loro!
Moreno Lissoni

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LAVOIRLINGE
"Short-Leg Dogs"
Andromeda Relix 2007

Leggendo la biografia del quartetto veronese apprendo che nascono nel 1996 come cover band dei Nirvana, ma fortunatamente ho il loro disco che sta viaggiando nel mio stereo e riferimenti che riportano alla band di Seattle non ce ne sono... Fiuhh!
Dopo aver cambiato monicker un paio di volte e stabilazzata la formazione, nel 2004 escono con un 6 pezzi intitolato “Rumbling Machine”, e ora con il questo secondo lavoro, che non potra' passare inosservato per chi ama le sonorita' Seventies: classic rock infarcito di stoner.

Buono sotto ogni punto di vista, "Short-Leg Dogs" si presenta all'ascoltatore come un cocktail musicale composto da Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple, Granfunk Railroad e Kyuss, pantaloni a zampa e lunghi solos. Non manca neanche la cover di turno, qui presente con "Heartbreaker", registrate nel 1973 nell'omonimo disco dell'attuale vocalist dei Queen.
Durante il concerto dei Tokyo Dragons di settembre dibattevo con un amico sulla mancanza in Italia di gruppi validi che portino avanti questo tipo di sonorita', ma la prossima volta che lo vedro', oltre a Small Jackets e pochi altri sapremo che ci sara' un'altro nome da elencare...
Moreno Lissoni

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WINGER
"Live"
Frontiers Records 2007

Giusto un mesetto fa ho avuto il piacere di vedere esibirsi in acustico Kip Winger in un locale a Milano, e con mia sorpresa ne sono rimasto molto soddisfatto, infatti l'ex bassista di Alice Cooper ha dimostrato di trovarsi a suo agio anche in versione unplugged, intrattendo il pubblico e riarrangiando in chiave acustica i maggiori successi della sua band con l'aggiunta di qualche brano estratto dai sui dischi solisti.
Chi frequenta solitamente questo sito, sapra' sicuramente chi sono i Winger, quindi non sto qui a dilungarmi sulla loro storia/collaborazioni, ecc. e passo a parlarvi di questa loro nuova release.

La Frontiers, dopo aver pubblicato il quarto album e una raccolta di vecchi demo, mette sul mercato anche questo doppio CD dal vivo disponibile anche nella versione video in DVD, catturata utilizzando 10 camere per un totale di 105 minuti.
Lo show parte con "Blind Revolution Man" e da qui in poi parte la carellata di successi che ha contraddistinto la carriera del gruppo estratti dai quattro album da studio, piu' i solo di chitarra di Reb Beach e quello di batteria di Rod Morgenstein.
La release prevede anche una bonus track per il mercato europeo, una lenta ballata acustica intitolata "Blue Suede Shoes". In definitiva, un ottima occasione per ascoltare i pezzi della band in dimensione... "Live"!
Moreno Lissoni

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SUPERHUMAN
"As Human As We Are"
Sound Division 2007

Mi avevano mandato un mini CD qualche tempo fa contenente 4 tracce, di cui 3 ("Voices", "Lose You" e "Alone") riprese in questo "As Human As We Are", nonche' il loro esordio discografico sulla lunga distanza.
Il gruppo Lettone conferma le buone parole spese per il precedente "Taste It" e continua a lavorare seriamente e professionalmente, regalandoci un disco di 11 tracce prodotte da Greg Haver (Manic Street Preachers, Breed77, Lost Prophets) di cupo, moderno e arrabbiato hard rock.

Masterizzato da Ryan Smith nei celebri Sterling Sound di New York, aggredisce subito l'ascoltatore con le chitarre irruenti di Uldis che introducono l'opener "Lost in Time", un mix tra Black Label Society e gli Skid Row di "Thiltskin", e' infatti questo connubio che rieccheggia in gran parte del disco, con arrangiamenti spesso piu' moderni che non vanno troppo lontani da certe cose fatte dagli Alter Bridge.

Ci troviamo di fronte ad un gruppo con le idee chiare, che sta già sviluppando un suo stile personale, capace di comporre buone canzoni ("Too Far Away", "All My Good intentions", "Transformation", "Sinners in Eden" e "Alone"), anche se mancano gli elementi che possano rendere il loro sound unico e particolare.
In conclusione, un prodotto sopra la media aiutato da un'ottima produzione e da una ben riuscita e stravolta cover di "Cream" di Prince.
Moreno Lissoni

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HOOKED
"Play What You Feel"
Self Produced 2007

Sono di West Springfield, Massachusetts e suonano del classic rock fortemente influenzato dagli anni 80 e dal BON JOVI d'annata, nome, quest'ultimo, che salta spesso all'orecchio ascoltando "Play What You Feel" dal momento che il cantato di Joe Ventura ricorda molto quello del singer del New Jersey in una versione piu' marcia e Rose-iana, cosa quasi inevitabile per lui visto che suona da anni nei Jovi, tribute band dei... Bon Jovi!

Il livello delle composizioni e' buono, e mi risulta abbastanza difficile non citare nuovamente il gruppo del biondo vocalist americano ascoltando pezzi come "Get It On", "I'm Free", "Too Naughty (To say No)" o "Heartbeat", mentre in "Desperate Times", a sorpresa, si inserisce un'alone di oscurita' tipico di gruppi come Alice In Chains.
La Perris li spaccia con un "For fans of GUNS N' ROSES & BON JOVI", e questa volta lo slogan, rispecchia bene il loro sound.
Moreno Lissoni

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KNYGHT
"Destination Unknown"
Self Produced 2007

Giovanissimo combo proveniente dalla capitale nato nel 2002 che si affaccia sulla scena con un demo di 5 pezzi e con il brano "Stop Me" inserito nella compilation americana chiamata "Glam Nation" insieme a gruppi come Molotow, Hollywood Vampires, Lipstixx 'N' Bulletz, Leaded Fuel, Silver Dirt, Panzer Princess, ecc.
Autori di un melodic rock che si rifa' a band come Bon Jovi, Gotthard, Europe, Danger Danger e per certi versi anche Queen, i Knyght non brillano molto per originalita' e "Destination Unknown" viene anche un po' penalizzato da una resa sonora non all'altezza, due aspetti sul quale il gruppo dovra' in futuro lavorare vista la loro giovane eta' e le - buone - idee non mancano.
La formazione romana può gia' offrire discreti momenti agli estimatori del rock melodico e possiede una solida base di partenza per procedere sulla giusta strada, specialmente se riusciranno a 'correggere' quei piccoli dettagli accennati qui sopra.
Moreno Lissoni

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HARD SPIRIT
"Walk The Wild"
Triple A-Metal 2007

La Spagna e' da sempre stata un territorio fertile per l'hard rock melodico, tra festival e gruppi che suonano il genere, sono tra i piu' prolifici dell'Europa latina. Se negli anni 80 Niagara, Hiroshima, Manzano e Sangre Azul scimmiottavano l'hair metal d'oltreoceano, negli ultimi anni ci hanno pensato i lavori 91 Suite, Airless, Ice Blue, Nexx a far da eredi a quei gruppi e ora ci aggiungerei questi Hard Spirit che a giugno, al contest "Villa de Bilbao" hanno vinto in mezzo ad altre 2000 band provenienti da tutta Europa i premi come miglior gruppo, miglior singer e miglior chitarrista.

Contest e concorsi lasciano sempre il tempo che trovano, infatti mi hanno sempre lasciato un po' perplesso, ma devo dire che questi Hard Spirit ci sanno fare e "Walk The Wild" risulta un album sopra la media.
Nati nel 2002, la band formata da Toni Amboaje, Gansan, Davo Camporro, Gus Velasco e Miguel Rubio si e' gia' fatta le ossa girando la penisola iberica con nomi celebri del settore come JADED HEART, SOUL DOCTOR, MAD MAX e BOB CATLEY, e hanno trovato un contratto con la Triple A-Metal che ha a capo Alberto Ardines (batterista dei WARCRY).
Il cantato di Toni Amboaje mi ricorda molto quello di Johnny Gioeli e Ryan Freeman (Anatomic) e anche musicalmente gli Hard Spirit non si discostano molto dai loro gruppi, risultando un mix tra HARDLINE, BON JOVI e Axel Rudi Pell, ma non vi aspettate aor anacquato, perche' qui le chitarre ci sono, cosi' come il giusto compromesso tra melodia e hard rock.
Moreno Lissoni

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TRANSISTOR RADIO
"A Legacy Between"
Up The Nite Records 2007

Giovanissimo quintentto californiano dedito al rock cristiano, o meglio punk rock... cristiano, formato da Jamesdon Kissling (voce, tastiere), Guy Bravo (chitarra), Sam Moreno (chitarra), Andrew Galbreath (basso) e Jordan Heid (batteria), ognuno con influenze diverse che vanno dai Dashboard Confessional ai Led Zeppelin, dagli Stryper al country, ma nonostante questo, "A Legacy Between" e' un album fatto su misura per le emittenti americane, dove al posto di cantare di avventure colleggiali, ecc. si inneggia al... Signore!

I quasi 45 minuti non offrono una gran varieta' di stili, con un suond improntato su un rock alternativo fortemente infuenzato dal punk da classifica. I buoni spunti portano il nome di "4th and Broadway", "California in December", "The Getaway", "Countless Indiscretions" e "Addiction", per il resto un disco come mille altri del genere.
Moreno Lissoni

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JANY JAMES & The Bandits
"Decadence & Chaos"
Promo 2007

"Decadenza": disfacimento morale, mancanza di vitalità, di ideali.
"Chaos": confusione, disordine, casino.
Due parole che riassumono alla perferzione i vari stati d'animo presenti nel nuovo lavoro di Jany James & The Bandits, un lavoro ormai gia' pronto da un paio d'anni, ma che per una serie di sfighe che solo i 'migliori' losers riescono a portarsi dietro, stenda ad uscire.
Cosa dire sul rocker di Parma che ancora non e' stato detto?! ...Beh, sicuramente che e' il suo lavoro piu' maturo, meglio arrangiato e che cerca di scrollarsi di dosso le vecchie etichette, perche' ormai non si tratta piu' di parlare della versione italiana dei Quireboys, ormai Jany James e' diventato solo... Jany James!

Ammetto che mi ci sono voluti piu' ascolti per apprezzare bene questa nuova release, rispetto al passato i pezzi sono meno diretti e ruffiani, ma piu' 'pensati'. Mi ha un po' scolvolto sentire la nuova versione di "Fuck!" dove i banditi giocano con arrangiamenti piu' attuali, mentre tra le nuove composizioni ("nuove" nel senso che non avevo ancora sentito dal vivo o sul vecchio singolo), mi piace tantissimo "Sweet Desire".
Tra pezzi che strizzano l'occhiolino al vecchio repertorio cito "Hang Me Up, Motherucker!", "Take The Dog" e "El Marielito" (quest'ultima dedicato a Mickey Rourke) e spuntano i nuovi cavalli di battaglia della band come "Welcome", "Girl Of My life" e "Wild Town's Blues" e la lenta "Bourbon Serenade".
Attenzione, arrivati all'undicesima traccia non togliete il CD, lasciatelo scorrere fino alla numero 81 perche' troverete la stravolta cover di "Jolly Roger" di Roger McGuinn dove spunta un'altro degli idoli del rocker parmigiano, Johnny Depp.
Moreno Lissoni

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MONSTER MAGNET
"4-Way Diablo"
SPV 2007

Presupposto fondamentale per una corretta valutazione di questo “4-way diablo” è la considerazione del live feel che l’album emana. Per stessa ammissione di Dave Wyndorf, leader dei rockers d’oltreoceano (di estrazione stoner) Monster Magnet, il disco è stato in larga parte inciso in presa diretta. Se ciò rende il sound molto più vero e genuino rispetto a superproduzioni ricche di overdubs ed effetti acustici vari, d’ altra parte ne evidenzia la scarna consistenza, anche a livello di arrangiamenti.

E’ su questo dettaglio che il potenziale acquirente deve a mio avviso focalizzare la propria scelta, consapevole di trovarsi di fronte ad un album rock assolutamente privo di fronzoli, e pervaso da un vago flavour settantiano. Da questo punto di vista, la qualità del songwriting non aiuta, assestandosi su un livello generale alquanto anonimo, e giusto un paio di tracce sfuggono alla mediocrità. Citerei “Wall of fire” e “Slap in your face”, anche se la prima è in parte rovinata dalla deprecabile scelta di filtrare la voce di Dave.

A livello di prestazione musicale, sicuramente la sezione ritmica composta da Jim Baglino al basso e Bob Pantella alla batteria esce a testa alta, mentre paradossalmente il tallone d’achille è rappresentato proprio dal contributo offerto all’album leader della formazione, sia in fase di performance vocale che di songwriting. Tra i tredici brani trova anche spazio una cover dei Rolling Stone, citati attraverso il brano “2000 lightyears from home”. Un disco che non lascerà certo il segno negli annali della musica rock, e che potrà piacere a chi ama un sound immediato e piuttosto “sporco”, ed inciso con un marcato approccio live.
Alessandro Lilli

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THE ROXX
"Unleash Your Demon"
Rockville Music 2007

Da non confondere con gli altri 150 mila Roxx esistenti sulla faccia della terra, i The - sottolineo "The" - Roxx, sono forse state una delle prime band ad usare questo nome dal momento che nascono nel lontano 1984. Capitanati dal singer Billy Itch, il four-pieces tedesco arriva ai giorni nostri dopo anni di alti e bassi con un album per la Rockville Music e dei suoni puliti e al passo con i tempi, mantenendo sempre inalterate le proprio radici Hard'n'heavy.

Una voce che a tratti puo' ricordare l'Ozzy Osbourne meno fatto, un sound che punta sul classico, Judas Priest, Deep Purple, Led Zeppelin e qualche sporadico episodio dove si calca la mano con atteggiamenti piu' moderni, sono gli ingredienti principali di questo disco che, nonostante un delizioso digipack, non presenta grandi punti di interesse.
Le composizioni che non passano inosservate non sono molte, "R.I.P.", "Springtime Indeed" e "Hail You", per il resto niente che soddisfi il mio udito.
Moreno Lissoni

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BLACKALEXXX
"Underground"
Self Produced 2007

Ho sempre fatto una fatica boia ad ascoltare gli album strumentali e solo in rari casi, non sono mai riuscito ad arrivare alla fine di un lavoro senza annoiarmi. Questa mia mancanza temo non verra' mai superata, ma mi sono messo d'impegno e mi sono sparato tutto "Underground", il primo album di questo chitarrista di Firenze che si e' fatto le ossa suonando thrash metal e hard rock in gruppi come i Chain Reaction e Wicked Toyz.

Il chitarrista dimostra di saperci fare traendo ispirazione dai piu' celebri guitar hero della scena, ma manca un gruppo che supporti degnamente i suoi pezzi, infatti il suono artificiale della batteria risulta alquanto freddo e non da la giusta spinta a pezzi come l'opener "Serenity", "Hot" o nella title-track.
E' comunque troppo poca la carne al fuoco, per carita' la chitarra la sa suonare e i buoni spunti ci sono, ma ci vuole qualcosa in piu' per emergere tra le bizzeffe di guitar hero in giro per il mondo.
Moreno Lissoni

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J.C. CINEL
"Before My Eyes"
Lonestar Time - Black Widow 2007

Sono rimasto positivamente sorpreso da questo musicista piacentino che con il suo secondo lavoro solista ricalca sonorita' e atmosfere tipicamente americane e se non fosse stato per la lettera che accompagnava il CD, non avrei mai detto che si potesse trattare di un artista nostrano.
Scrutando dalla sua biografia scopro che J.C. e' sulla gia' diversi anni, infatti inizia la sua carriera nel 1985 con i The Air e all'inizio degli anni 90 si trasferisce in California dove approfondisce la proprio 'cultura' musicale e nasce cosi' "Lost and Found", album caretterizzato da tipeche sonorita' west-coast.
Dopo aver fondato gli Head&Heart e i Poison Whiskey, nel 2000 supporta Robin MacAuly e l'anno successivo produce il suo primo album solista dal titolo "Halfway there". Nel 2003 diventa il cantante dei Wicked Minds con numerosi concerti in giro per l'Europa culminati nell'esibizione al festival di Burg Herzberg in Germania insieme a UFO, Wishbone Ash, Uli John Ruth, ecc., ed e' nel marzo scorso la data di uscita di questo "Before My Eyes".

Ottimi arrangiamenti e un sound che va a scavare nelle radici del rock d'oltre Oceano, con west coast, rock sudista, country, blues e qualche spruzzata di Aor radiofonico a comporre un lotto di canzoni che rinterpretano dignitosamente gli insegnamenti di Doobie Brothers, Eagles e di tutti quegli artisti che hanno reso celebri questi generi.
I punti di forza del disco li ho individuati nella ballata d'apertura dal titolo "Ships in the Wind", nei southern rock di "Feel the Moment" e "Voices from Nowhere", ma anche nelle piu' melodiche "Out in the Frontline" e nella title-track si possono riscontrare le ottime capacita' del rocker piacentino che, con l'aiuto tante belle chitarre acustiche, armoniche e coadiuvato da bravi musicisti come Davide Dabusti, Marcello Minari e Paolo "Apollo" Negri realizza un lavoro che sicuramente sara' gradito da chi ama farsi cullare dal rock che arriva dal cuore dell'America.
Moreno Lissoni

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EASYGIRLS
"Breakfast in Gomorra"
Hangover Records 2007

A parte la stampa sul cd che ricorda sinistramente gli Innominabili, questo album è come un pollo fritto a colazione: piacerà ai fan dei Motorhead e piacerà ancora di più ai fan degli Antiseen. La pronuncia dell’inglese è quella che è, il suono un mix di ignoranza metal e ignoranza rock and roll. Ciliegina sulla torta - o ketchup sulle patatine, fate voi – la cover di “Be My Fucking Whore” di G.G.Allin.

Se volete complimentarvi personalmente con loro, ogni mercoledì il cantante Razor Boy mette i dischi al Wizard di Milano. Lei: “Quando bevi diventi scemo, ti senti Napoleone, vero?” Lui le risponde: “Napoleone aveva un pirletto così, hai visto i quadri? Ti faccio vedere io Napoleone, brutta porca”. Non so che film sia, ma è un regalo degli Easygirls.
Miguel Basetta

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MICHELLE DARKNESS
"Garden of Chaos"
AFM Records 2007

Michelle Darkness è un tetro figuro finlandese già noto agli aficionados del rock dalle venature gotiche per i suoi lavori pubblicati come chitarrista degli End of Green. Con questo “Brand new drug” l’inquietante Michelle tenta la carta solista, realizzando un one-man album. Il risultato, considerando la scarsa predilezione dello scrivente per il genere, non è neanche del tutto inascoltabile, ma ciò che lascia molto a desiderare è il ruolo di vocalist, coperto con una timbrica cupa e spiccatamente mascolina, che risulta oltremodo monocorde. Non si avvertiva poi il bisogno della cover del brano dei Joy Division “Love will tear us apart”, giocato tra chitarra acustica, percussioni, ed un duetto vocale con l’unica ospite ammessa, Hanna Pakarinen.

Rispetto alle intenzioni dello stesso Michelle di proporre un misto di “doom, darkness, sadness, horror and gothic beauty with heaviness and melodies”, direi che l’horror musicalmente manchi proprio, mentre abbonda la… sadness, dunque non sarebbe male se il sinistro mr. Darkness vi aggiungesse un pizzico del primo, tornando a rinchiudersi nella cripta avvolta dalle tenebre del proprio nome, e possibilmante rimanendovi per un pezzo…
Opinioni personali e riti scaramantici a parte, di fronte ad un personaggio così funereo, i brani oggettivamente migliori dell’album sono individuabili nell’iniziale “My sweet”, nell’ incisiva title track e nella più movimentata (si fa per dire…) “The dawn”, anche se il tracciato del cantato continua a corrispondere a quello di un encefalogramma piatto…

Mortalmente palloso tutto il resto, che non si discosta più di tanto dal rock moderno che ci concede MTV nei momenti di maggiore trasgressione (e notate che parlando di rock ho volutamente omesso il vocabolo hard). Se resistete davanti a certe heavy (nel senso di… “pese”) rotations per più di un quarto d’ ora, forse potete farcela anche a reggere questo disco, che dà l’ apparenza di essere costruito molto più sul personaggio che sulle canzoni. Tutto sommato questo “de profundis” mi sembra adatto alla circostanza…
Alessandro Lilli

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RAYON
"Runnin' From Elm St."
Demo 2006

C'e' ancora molto da lavorare per questo gruppo di Lecce attivo dal 2006 che ha dato alle stampe un demo di 4 tracce in cui si rifanno alla scena hard & heavy degli anni 80.
Non molto incisivi, alcune lacune a livello di songwriting e una registrazione un po' casalinga sono i punti a sfavore di "Runnin' From Elm St.", ma considerando che si tratta solo del primo lavoro e della giovane eta' dei componenti, posso solo sperare che facciano tesoro di queste considerazioni per cercare di migliorarsi nella realizzazione delle composizioni future.
Siamo solo all'inizio, di strada da fare c'è ne ancora molta, le basi ci sono come del resto anche i margini di miglioramento.
Moreno Lissoni

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