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A.A.V.V.
"PUNK 77-07 The Italian Tribute To 30 years Of R'n'R Swindle!!!"
Tre Accordi Records 2007

Si trova in edicola dal 19 ottobre.
Con 9 Euro e 90 Centesimi avrete una compilation di 23 brani, in un curato formato digipack e una rivista di 32 pagine a colori con la storia di questo progetto e i dettagli su tutti i gruppi presenti.
Ora, non c'e' bisogno che continuiate a leggere, per una volta rinunciate al vostro numero di Playboy e fiondatevi nell'edicola sotto casa con il vostro 10 Euro e vedrete che non ve ne pentirete.

Lo so, una compilation sul punk nella pagine di Slam! a qualcuno potrebbe far storcere il naso, ma operazioni del genere vanno supportate, e quando sono riuscite bene, non si fa neanche troppa fatica!
Per chi scende ora dal pero mentre ascoltava "Don't Stop Believing" dei Journey, ricordo che in questo CD ci troverete le cover di gruppi come Ramones, Sex Pistols, Damned, Clash, Buzzcocks, Sham 69, New York Dolls, Generation X, Cramps, Misfits e compagnia 'bella', rienterpretati da gruppi italiani come Thee STP, Senzabenza, Mudlarks, Taxi, Transex, Prozac+, The Valentines, e cosi' via... ma vi bastera' dare un'occhiata alla track listening per farvi un'idea.
Niente scuse quindi, comprare e basta!
Moreno Lissoni

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LEADED FUEL
"Demo"
Demo 2007

Questa volta per fare rifornimento di rock and roll ci fermiamo a Stoccolma, sede del quintetto svedese dei Leaded Fuel composto da Liz Lascivious alla voce, Dallas Chrome (Starlet Suicide) e John Priest (Salvation Star Brigade) alle chitarre, Andy Jones al basso e Iron Kongo alla batteria.
Sulla scia dei vari Crash Diet, Vains Of Jenna per via del look e dei suoni di derivazione ottantiana, i 5 si mettono in mostra con questo demo di 3 brani registrato agli Studio Music Solutions di Enskede con il tecnico Christoffer Wetterström e con Martin Sweet dei Crashdiet al mastering.

Come gia' detto nulla di nuovo sotto il sole, ma 3 canzoni belle cariche a partire dall'omonima "Leaded Fuel", per proseguire "Southern Belle" e la dirompente "Yeah! (You Bother Me)", un mix sonoro che abbraccia sia le nuove leve sleaze glam provenienti dalla Scandinavia che la vecchia scuola del Sunset Strip dove, oltre ai soliti nomi, mi sono venuti in mente anche i Finster Baby.
Se a febbraio avrete bisogno di un po' di combustibile per riempire il vostro serbatoio vuoto di sleaze glam, date un'occhiata alla sezione Live perche' i LF saranno in tour dalle nostre parti.
Moreno Lissoni

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GOODBYE THRILL
"Goodbye Thrill"
Kivel records 2007

Una folgorazione, probabilmente un colpo di fulmine al primo ascolto. Ecco quanto è accaduto a South Bend, Indiana pochi giorni fa durante il concerto per festeggiare il decennale del sito MelodicRock.com.
I Goodbye Thrill sono un progetto di Mike Ferreira (voce e chitarra), Dean Cramer (chitarra e cori), Pete Eisleman (batteria) e Dario Sexias (basso e cori) e l’attitudine è quella di un gran bel melodic rock con influenze ottantiane di gruppi che vanno dall’Hair Metal classico quali Warrant, Danger Danger, Harem Scarem, Winger in alcuni casi, a gruppi epocali quali Def Leppard per cori e piglio e primissimi Bon Jovi.

Oltre 40 minuti di ottima musica suonata ed interpretata alla grande da un talentuoso Ferreira che fin dall’open track "Perfect World" affascina e coinvolge per timbrica e potenza.
Si prosegue con "Ticket To Paradise", Aor song con chorus da panico, orecchiabilità assoluta e crescendo densi di tensione che fanno la differenza. "Rainy Days" è una melodica e appassionata midtempo, bei cori e ottima struttura che apre le porte a "Give You Away", la prima ballad, aor song pura, con una esemplare interpretazione degli strumentisti e di Mike in prima persona. Ancora "Let Me Sleep" ricrea le atmosfere di quegli anni che un pò mettono nostalgia, melodia sempre al primo posto, chitarre che si fanno sentire con accordi lunghi e carichi. Molto interessante "Dead to Me" anche nella sua struttura ritmica intricata, rimane subito grazie a controcanti e ritornello quanto mai azzeccati.

Tempo di un bel riffettone di chitarra con "Fallen Heroes" dove il quartetto del Maryland riprende un originale hard melodic rock.
"Leap of Faith" è la seconda ballad, e per interpretazione, melodia, orecchiabilità, (a parere di chi scrive) è la migliore song dell’album e una delle migliori “lente” dell’anno. "Taste" sembra scritta una quindicina di anni fa, ottima nell’apertura verso un chorus esplosivo.
"Goodbye Thrill" si conclude con "Hungry", quasi hard rock essenziale, basso e batteria che impostano le basi per lo sviluppo dell’intero brano.
Devo dire di essere rimasto impressionato dalla qualità dei brani presentati. La buona produzione, forse in alcuni tratti migliorabile, non influisce sull’entusiasmante esordio di questi ragazzi. Album come questi mantengono questo genere musicale più vivo che mai e pongono le basi per una solida continuità nel futuro.
Mauro Guarnieri

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OVERLOADED
"Regeneration"
Overloaded 2007

Mi avevano gia' impressionato per la loro carica e potenza sonora, ora ritorna il gruppo di Detroit con un full-legth intitolato "Regeneration", 9 brani di roccioso hard rock con influenze che vanno dai nuovi Skid Row fino a rimandi a gruppi come Soundgarden e Saigon Kick.
Si parte in quarta con la trascinante "What's In There", un bello skip sulla traccia numero 2 "Obviously Envious" ed ecco arrivare la nuova "Feeling Overloaded" gia' sentita in "Hail the Kingdom", dove gli Skid Row di "Thiltskin" incontrano... John Corabi.

Si preme sull'accelleratore anche con "Ride That Feeling", mentre in "Why Don't You Love Me Anymore" si incontrano per una jam Saigon Kick e Wild Side, quest'ultimi aleggiano anche nella successiva "Don't Leave This Way", altro pezzo dalla giusta alchimia hard rock e metal.
La rockeggiante "Flashy Girl" ci porta alla conclusiva "Try This On For Size" che ci conferma quanto di buono la band era già stata in grado di dimostrare, un bel 7 non glielo leva nessuno.
Moreno Lissoni

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STRICKLANDS
"Back on Track"
Black Hellvis 2007


Questi baldi giovani arrivano da Siena e regalano ai loro affezionati ascoltatori dodici canzoni tra rock and roll nordeuropeo e Detroit sound (che poi il primo è direttamente influenzato dal secondo, ma vabbè). Riffoni, assoli e pianoforte che decora un paio di pezzi: un po’ di Turbonegro, un po’ di Stp, un po’ di Kiss e così via – capito di che si tratta?
Bene: nulla di originale, ma considerato il fatto che state leggendo Slam! e non Rumore o il Mucchio potreste anche comprarvi questo disco.
Miguel Basetta

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TED POLEY
"Smile"
Frontiers Records 2007

Melodic rock di alto livello con tinte Aor anni '80 per "Smile", ultima fatica discografica dello storico e nonchè attuale cantante della band americana Danger Danger.
Molto prolifico e talentuoso, Ted inizia la sua carriera come batterista dei Prophet per poi rendersi conto delle proprie capacità vocali. La carriera di Ted lo vede passare dai Danger Danger ("Danger Danger", "Screw it" e le svariate vicissitudini legal/burocratiche di "Cockroach") al progetto Bone Machine ("Dogs", "Search and Destroy", "Disappearing Inc."), al progetto Melodica, alla collaborazione con Pichler ("Big") e al precedente "Collateral Damage" interamente a suo nome.

"Smile" è un album maturo ("Waiting Line", "Where It Ends"), melodico ("Luv on Me"), pieno di passione ("If You Can't Change Your Heart (Then Let Me Blow Your Mind)", "More than Goodbye"), umorale con tinte a tratti malinconiche ("Why Can't We Pretend That It's Over?") e a tratti spensierate ("Smile") e lo rendono il migliore della sua produzione solistica.
Quasi 50 minuti per 12 tracce coprodotte da JK Northrup e in parte scritte con Tom e James Martin (Khymera e House of Lords).
"Smile" vede la partecipazione di Eric Ragno, Vic Rivera, Dan Zoid e dello stesso Northrup.
Album di rock melodico essenziale che completa il percorso artistico di Ted che conferma essere un solido punto di riferimento del panorama Melodic rock degli ultimi anni.
Mauro Guarnieri

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NEW YORK LOOSE
"Born to Loose"
Fwm - 2007

Raccoltone per il gruppo di Brijitte West, dal primo singolo del ’93 a un tot di live registrati intorno al ’96. In line up, a seconda del periodo, ci sono personaggi del calibro di Richard Bacchus (D-Generation), la coppia Danny Nordhal/Marc Diamond (Motochrist insieme, Faster Pussycat il primo e Dwarves il secondo), Rich Jones (Black Halos, Yo Yo’s, Amen)…
Cosa trovate tra queste diciannove canzoni? Un omaggio clamoroso a “Personality Crisis” in “Bitch”, una perla pop come “Pretty Suicide” e tanto punk rock newyorchese pre-11 settembre.
Cosa voglia dire non so, ma rende l’idea.
Miguel Basetta

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TRACY GANG PUSSY
"Paris Sucks!"
Active Entertainment/Pias 2007

Sono attualmente in giro per l'Europa a promuovere questa nuova release che segna il ritorno dei francesi TRACY GANG PUSSY, freschi di deal con la Active Entertainment e di mixaggio ad opera di Tomas Skogsberg che i piu' attenti l'avranno gia' visto in studio con Hellacopters e Backyard Babies, giusto per citare un paio di nomi.
Come nei precedenti lavori, il quartetto si lascia ascoltare, ma non entusiasma. Il loro scan rock infarcito di punk'n roll e' un po' la copia sbiadita dei vari Backyard Babies e compagnia bella, dove si trovano buoni spunti ("Take Me", "Heartbroken, Heartbreaker", "Southern Girl", "Bad To Worse" e soprattutto "I Want..."), ma il tutto risulta un po'... scontato. Uno di quei dischi che al primo ascolto ti fa alzare il volume dello stereo ed esclamare "fichi, cazzo!", ma gia' al terzo giro vanno a far parte della 'massa'.
Peccato, perche' la band ha un bel tiro, ma manca ancora quel qualcosina che gli possa fare il grande passo.
Moreno Lissoni

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A.A.V.V.
"Viva La Bands Vol. II CD/DVD"
Filthy Note 2007

Penso che Jackass sia una di quelle trasmissioni genialmente dementi che non riesco a non guardare, l'unica che negli ultimi anni mi inchiodava di fronte al televisore con occhi increduli, bocca spalancata e "motivetto" in loop nella testa che diceva: "...questi sono rincoglioniti!".

La trasmissione originariamente trasmessa da MTV nacque dall'aspirante attore e scrittore Johnny Knoxville (visto sul grande schermo in "Dukes of Hazzard", "Lords of Dogtown", "Grand Theft Parsons", ecc...), che ebbe la malsana idea di testare su se stesso diversi articoli di autodifesa per un articolo (come essere colpito da scariche elettriche e spray al peperoncino) e divenne ben presto un fenomeno. Partito in tour con il suo "spettacolo", incontro' Bam Margera, uno skateboarder professionista che in seguito diede vita ad un personale format chiamato "Viva la Bam" dove si diverte a distruggere casa e picchiare i famigliari...

Oltre a pensare a come rompersi il collo, Margera e' anche un grande appassionato di musica e spesso compaiono nelle sue puntate diverse rockstar, e da qualche anno ha una propria etichetta musicale dove ha messo sotto contratto gli svedesi Vains of Jenna e pubblicando una compilation denominata "Viva La Bands" giunta alla seconda edizione.
Mentre nel primo volume figuravano HIM, Turbonegro, The Rasmus, Negative, Fireball Ministry, The Datsuns, D-A-D e Smack, nella nuova release c'è un po' di tutto, dai Clutch agli In Flames, dai Children Of Bodom ai Bloodhound Gang, dagli GWAR ai 69 Eyes, dai Priestess ai Dimmu Borgir, dai Kill Hannah ai Melody Club, e via discorrendo fino ai gia' citati Vains of Jenna. Una compilation che accontentera' chi ama il rock duro a 360° e i fan della trasmissione di Margera, perche' oltre al CD, troviamo in allegato un DVD che raccoglie una serie di clip dove tra gli altri compaiono anche come ospiti i Turbonegro.
Se Bam Margera & Co. riescono ad arrivare ai 30 anni, forse avremo modo di vedere un seguito a questa ammirevole operazione musicale.
Moreno Lissoni

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ROB ROCK
"Garden of Chaos"
AFM Records 2007

Confesso di essermi avvicinato a quest’album con la prevenuta aspettativa che avrei faticato a reggerlo sino alla fine. Rob Rock è storicamente noto per aver preso parte in veste di vocalist (se non erro era il 1986) ad un ipertecnico progetto allstars denominato “MARS Project:Driver”, accompagnato dal guitarhero di colore Tony McAlpine e dalla collaudata sezione ritmica Sarzo/Aldridge (Ozzy, successivamente ricostituitasi nei Whitesnake).

Nel corso della sua lunga carriera, dopo aver incrociato le strade di Chris Impellitteri ad inizio anni ‘90, a partire dal memorabile secondo album di questi dal titolo “Grin’ and bear it”, ed aver accompagnato in varie occasioni i progetti discografici di Axel Rudi Pell, a partire dall’inizio di questa decade Rob Rock si è messo in proprio, continuando tuttavia a sfornare vari albums solisti che mantengono più o meno la stessa lunghezza d’onda, essendo contraddistinti da un guitarworking possente e da sezioni ritmiche martellanti, in cui poter innestare la sua voce espressiva ma tagliente. Il risultato che ne è scaturito sino a questo momento è quello di una carriera sicuramente autorevole ma, paraddossalmente per un vocalist, priva di acuti significativi.

Anche questo “Garden of chaos” non si discosta di molto dalle prevedibili coordinate musicali sopradescritte, ma se non altro ha il merito di offrire brani che riescono a coinvolgere anche l’ascoltatore poco incline, evocando mostri sacri del passato del calibro di Vicious Rumors, Heir Apparent, Crimson Glory, nonché i Queensryche degli esordi.
L’album riuscirà dunque ad appagare tutti gli amanti del metal più evocativo in bilico tra power e progressive/sinfonico. Il tutto comunque con un gusto retrò che, a parere di chi scrive, costituisce il valore aggiunto di questo lavoro, evitandogli di finire relegato nel calderone delle nuove proposte di power metal sinfonico, genere che pare essere diventato una dilagante tendenza tra molte delle bands che oggi si affacciano sulla scena, risultando troppo simili l’una all’altra.

L’album si chiude con una suggestiva “Ode to Alexander”, che suppongo non sia stata certo realizzata con l’intento di arruffianarsi lo scrivente ai fini di questa recensione, ma che se non altro ha il merito di riuscire a tenere desto il mio interesse fino alla conclusione dell’album. Se dovessi però citare un highlight dell’album, la mia scelta cadrebbe sicuramente sulla funambolica “Satan’s playground”. Release senz’altro valida per gli amanti del genere.
Alessandro Lilli

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DAISY'S DEAD
"Daisy'd Dead"
Sonet 2007

Originali come una donnina nuda su una copertina di un gruppo hair metal, i norvegesi Daisy's Dead riescono ugualmente a farsi voler bene... e non poco! Non riesco ancora a capire perche' certi gruppi risultino inutili cloni, mentre altri, come i D'sD, riescono a piacermi nonostante il loro sleaze rock'n'roll risulti stra-derivativo e per nulla originale... bah!

Forse sara' per una certa sensazione di deja-vu', per il fatto che il piedino inizia a tambureggiare al suolo dopo 5 secondi della prima canzone, ma sta di fatto che le 10 canzoni presenti, pur non facendo gridare alla nascita di nuovi Aerosmith o Rolling Stones, si fanno ascoltare che un piacere.
"She Goes Down" e' uno sleazy rock stradaiolo dal sapore ottantiano, mentre in "Sweet Baby Jane" non manca neanche l'armonica a rendere il tutto molto piu' bluesy, ma come ho gia' piu' volte, i Daisy's Dead stanno all'originalita' come Cicciolina sta alla verginita', ma una volta tanto ne faccio volentieri a meno e mi godo "Just Another Saturday", "Summer Nights Of Love", "Never Gonna Stop" e "Mr. Rock Star".

Unica nota poco originale e' la mancanza di una ballata, ma vi assicuro che in questo caso, non se ne e' proprio sentita la mancanza.
Sleaze rock'n'roll senza fronzoli prodotto da Peer Gynt e con Petter Baarli e Burn Muller dei Backstreet Girls come ospiti... prendere o lasciare! ...io ho optato per il primo!
Moreno Lissoni

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AXEL RUDI PELL
"Diamonds unlocked"
SPV 2007

Il disco che non ti aspetti. Questa è la prima reazione che mi pervade durante l’ascolto del nuovo album di Axel Rudi Pell, dal titolo “Diamonds unlocked”. Il virtuoso chitarrista tedesco ci ha oramai abituati a lavori tanto monolitici quanto forse ripetitivi. Dunque sorprende la scelta di pubblicare un cd integralmente costituito da rifacimenti di brani altrui, anche se Axel non è nuovo all’inserimento di covers sui propri albums. Ancor di più sorprende la scelta dei “diamanti da sbloccare”, giacchè il repertorio dell’album attinge da gruppi che ben poco hanno a che vedere con l’hard rock, e men che meno con l’abituale powermetal del biondocrinito guitarhero.

Se nomi come Riot, Kiss, Free, Montrose possono anche non meravigliare, come non restare quantomeno sorpresi dalla scelta di pezzi proposti da misicisti come U2, Chris Rea, Michael Bolton, Phil Collins, The Mission, The Who? Axel ha dichiarato in merito che, quando per una qualsivoglia ragione gli piace una canzone, il suo stile musicale non rappresenta per lui una barriera. E che tutte le canzoni presenti su quest’album, inqualche momento del passato, gli hanno ispirato il desiderio di reinterpretarle.
Va da to atto ad Axel di aver saputo per una volta tenere a freno i propri virtuosismi a tutto vantaggio delle canzoni e della possibilità per la propria band di esprimersi compiutamente. E non è che si parli propriamente di gregari, bensì di gente del calibro dei suoi fidi partners Johnny Gioeli e Mike Terrana, oppure del tastierista Ferdy Doernberg recentemente ascoltato negli Eden’s Curse.

Tra le scelte più felici, una brillante versione di Fools Game di Michael Bolton, la gagliarda Rock the nation di Ronnie Montrose (peraltro non troppo lontana nel riff dall’omonima track proposta dai Saxon a metà degli anni 80), la tirata Warrior dei Riot, l’anthemica "Won’t get fooled again" degli Who. Tra le scelte più singolari, ma non per questo prive di fascino, la pop-hit In the air tonight, portata al successo parecchi anni orsono da Phil Collins, ed una imprevedibile versione acustica di "Love Gun" dei Kiss. Questo disco merita senz’altro un ascolto, se non per l’oculatezza delle scelte musicali, quantomeno per il talento di tutti i performers coivolti. E del resto chi sono io per mettere in discussione il pregio dei “diamanti” selezionati da Axel Rudi Pell???
Alessandro Lilli

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THE POODLES
"Sweet Trade"
AFM Records 2007

Negli ultimi anni le miglior espressioni dell’hard rock scandinavo sono senz’altro state incarnate da due bands: i Wig Wam e The Poodles. Il denominatore che accomuna queste formazioni è stato quello di saper attingere intelligentemente dalla tradizione musicale pop di quell’area geografica, con rivisitazioni accattivanti in chiave hard rock. Ma se i Wig Wam mostrano una propensione verso lo sleaze rock, questi Poodles denotano una personalità artistica fuori del comune, che li porta ad elaborare abilmente arrangiamenti di fattura anthemica e pomposa, partendo da una base musicale estremamente orecchiabile e dall’immenso potenziale commerciale, scremata da ogni connotazione di banalità.

Il risultato è possibile solo grazie ad un estro che è patrimonio di pochi, e sicuramente di grandi artisti. In effetti la band è tutt’altro che un manipolo di pivelli, bensì frutto dell’assemblaggio di musicisti di esperienza e talento, primo tra tutti quel Pontus Norgren, che ha a lungo gravitato attorno ai celebrati Talisman, oltre ad aver militato nella cult band scandinava Great King Rat. Il vocalist Jacob Samuel (ex Midnight Sun) interpreta il ruolo con una padronanza ed una incisività fuori del comune. Anche gli altri componenti vantano precedenti militanze di rilievo in bands del calibro degli Zan Clan.

Come nel debut album “Metal will stand tall”, la band è coadiuvata dall’esperienza di Matti Alfonzetti (ex Jagged Edge), e se già allora la band aveva osato introdurre soluzioni artistiche inconsuete, fino al punto di spingersi ad inserire un duetto vocale con un tenore lirico, anche questo "Sweet trade" percorre direzioni musicali mai banali, e vanta arrangiamenti molto curati che non perdono mai di vista l’obiettivo di offrire una resa sonora decisamente d’impatto. Una brillante conferma rispetto al sorprendente debutto. In molti forse vedranno nei Poodles una sorta di naturale evoluzione dei classici Europe.
A me piace pensare che possano raccogliere l’eredità di istituzioni musicali scandinave attualmente in fase calante, e mi riferisco in particolare ai TNT. Il cd è godibilissimo, fresco ed imperdibile, e sicuramente indurrà chi si accosta per la prima volta alla band a correre alla scoperta anche del primo autorevole album di questa grande formazione.
Alessandro Lilli

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THE CASANOVAS
"All Night Long"
Bad Reputation 2007

Per definire la musica dei Casanovas, direi che e' un piatto di Pytt I Panna - un piatto tipico svedese, leggerino leggerino - ma al posto della carne di maiale o di manzo, troviamo dela carne di canguro.
Lo sciagurato paragone solo per dirvi che il trio australiano mescola nelle sue sonorita' elementi provenienti dagli AC/DC (maddai!?) e altri che riconducono a sonorita' tipiche della Scandinavia, leggi The Hellacopters!

Esempio lampante mi sembra la traccia numero 5, "I Don't Want You Back", dove sembra che Angus Young e Nicke Andersson gareggino per primeggiare l'uno sull'altro, ma finisce... pari. La gara prosegue, il chitarrista australiano vince la sfida in "Shame On You" e nella title-track, mentre il secondo primeggia in "Heartbreaker", ma troviamo poco dei 2 nel rock and roll "Too Much" e nella cover di "I Thank You" degli ZZ TOP ripescata dall'album "Deguello" del 1979.
"All Night Long" e' prodotto dalla leggendaria Sylvia Massey Shivy e registrato ai Radiostar Studios in California, tutti elementi che non fanno altro che alzare il voto a questo gia' ottimo prodotto.
Moreno Lissoni

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A.A.V.V.
"Trash Pit Vol.I New Breed Rising"
Trashpit Records 2007

Ammiro molto Rob Lane, sia per il fatto che da anni porta avanti il suo progetto cartaceo, sia per il fatto che e' riuscito a stampare una compilation...
Al giorno d'oggi, non so quanto possa essere redditizia un'operazione del genere, ma sta di fatto che bisogna solo ringraziare gente come Rob che cerca di promuovere nuove realta' e continua a tenere in vita l'underground hard rock in tutte le sue sfumature.

Molte delle band presenti provengono dallo stesso paese di TrashPit, l'Inghilterra. Quasi tutte promosse tranne i Exit State che non mi hanno detto proprio nulla, mentre risultano piacevoli i Patchwork Grace e Vamps & Gypsies entrambi capitanati da due belle fanciulle, gli Zen Motel, i Backyard Babies-iani Disarm, gli Idiot3, e ovviamente i Teenage Casket Company dove milita proprio Rob Lane e il bassista Jamie Delerict, quest'ultimo presente anche con un'altro gruppo, i The Dangerfields.
Dall'altra parte dell'Oceano sbucano gli Erotics con "Don't Make Me Make You" estratta dall'ultimo '30 Seconds Over You', i canadesi Red Light Rippers, gli americani Elegantly Wasted e Serpenteens.
Moreno Lissoni

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BRUNOROCK
"Live On Fire"
Self produced 2007

Torna sul mercato uno dei maggiori esponenti dell'Aor nella nostra penisola e questa volta lo fa con un album dal vivo registrato durante il tour promozionale di "Interaction" nel 2005.
E' proprio da quest'album che si incentra il set del nostro rocker, riproponendoci con l'aiuto di Bobby Altvater alla chitarra, Juha Varpio alle tastiere, Holger Schulten al basso e Dominik Huelshorst alla batteria, 9 delle 11 composizioni comparse sul disco, in cui si incastrano alla perfezione "Two Hearts One Weapon" e "Born Winner" estrapolate da "X-Over", CD datato 2002.

Ad impreziosire la release troviamo 2 bonus track prodotte da Michael Wagener e che vedeno Alex De Rosso alla chitarra: "Julia" e "Time To Run", la prima e' un'arioso aor come la tradizione richiede, mentre la seconda e' un fragoroso melodic hard rock che porta alla mente i JADED HEART.
"Live On Fire" è dunque uno specchio della band catturata nella loro dimesione live.
Moreno Lissoni

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PLC
"Rock Surgery"
Sine Die 2007

Attivi dal 2000, i PLC giungono solo ora all'esordio discografico e lo fanno con tutti i criteri del caso, dove finalmente si possono sentire anche in un gruppo italiano dei suoni decenti.
La proposta musicale e' un'hard rock dalle tinte settantiane, ma a cui non mancano influenze piu' moderne. "Rock Surgery" si fa ascoltare bene nella sua totalita', anche se non stiamo gridando al miracolo.
Un disco piacevole che vede i suoi punti di forza nella doppietta d'apertura di "Nobody Knows" e "Hidden In The Dark", nel rock melodico di "Dad" (la mia canzone preferita), nella lenta "Thankful" e in "2 Miles".
I PLC sono quindi un buon gruppo con dei musicisti sicuramente con ottime capacità esecutive e discrete idee in fase di composizione, una band destinata a chi vuole scoprire nuove band nell'underground italiano.
Moreno Lissoni

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THE JONESES
"Keeping Up with The Joneses"
Full Breach Kicks 2007

Conobbi i Joneses molto tardi, grazie al nostro collaboratore Gaetano Fezza verso la meta' degli anni 90. Vidi che sul catalogo della Sweet Music compariva un Joneses a 2.900 lire e feci immedaitamente l'ordine.
Ma babbo com'ero, scoprì solo dopo averlo ricevuto che i Joneses acquistati, non erano gli stessi, ma un gruppo omonimo di Boston che suanava del classico hard rock...
Niente di male perche' ad una convention di dischi, recuperai in seguito proprio il vinile di "Keeping Up with The Joneses", poi finito nel dimenticatoio per prematura morte dello stereo.

A rinfrescarmi la memoria ci ha pensato lo scorso anno la Full Breach Kicks mandandomi la ristampa del 12" "Tits and Champagne" e poi Il Metius degli TheeSTP che mi fece l'omaggio del CD di "Criminal History", una raccolta di 20 canzoni che oltre a contenere interamente il 12", presenta diverse tracce inedite ed un paio tratte proprio da "Keeping Up with The Joneses".
Definiti dalla stampa dell'epoca come la versione di Californiana degli Heartbreakers, i Joneses fecero parlare di se' grazie al carismatico leader Jeff Drake, e al loro trashy rock ‘n’ roll ispirato da gente come New York Dolls, Hollywood Brats, The Rolling Stones e Chuck Berry.
Datato 1986, "Keeping Up with The Joneses" fara' saltare dalla gioia come canguri chi adora questo genere, e non si lamentera' della presenza di 2 cover ("Chip Away At The Stone" degli Aerosmith e "Crocodile Rock" di Elton John) perche' le sole "Ms. 714", "Black Cat Bone" e "Looks So Good" valgono molto di piu' dei 10 dollari per comperare il CD!
Moreno Lissoni

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www.massmusic.biz
retrospectrecords.com
 

MASS
"New Birth"
Retrospect Records 2007

Quasi contemporaneamente all’uscita del disco nuovo, i rockers americani Mass vedono ristampato per la prima volta in cd il loro debutto discografico su Major (avevano già pubblicato l’anno precedente un ep autoprodotto) risalente all’ormai lontano 1985.
La ristampa è a cura della Retrospect Records, piccola etichetta di Las Vegas specializzata nel recupero di vecchi gemme degli anni ’80 e che potrete acquistare anche direttamente sul sito della band.
1985 abbiamo detto... con la produzione di Tony Platt, all’epoca uno dei migliori produttori sulla piazza (AC/DC, Foreigner, Iron Maiden, Motorhead, Krokus) i Mass registrano un piccolo classico del genere e fin dall’opener “Too Far Gone” mettono in mostra le loro qualità migliori, ovvero un sound aggressivo ma allo stesso tempo molto curato, facendo accostare il oro nome a maestri del genere come Dokken (fuori quell’anno con il capolavoro “Under Lock and Key”) e Stryper (nel 1985 usciva “Soldiers Under Command”, da molti considerato il loro disco migliore).

Inutile dire che è un vero piacere poter (ri)ascoltare autentiche hit come “Crying Alone”, “Back To Me”, il singolo “Do you love me” e la super class-metal “Voyager (Look for the Edge).
Segnalo anche la bonus-track “Endless Thoughts”, pezzo risalente alle registrazioni dell’album ma non incluso nell’edizione originale.
Consigliatissimo agli amanti delle sonorità sopra descritte , “New Birth” non sfigurerà accanto ai classici dell’epoca, garantito!
Federico Martinelli

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www.shevil.altervista.org
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SHEVIL
"Legalize Fuzz, Legalize Murder "
Demo 2007

Gli Shevil a dir la verita' non hanno molto a che fare con gli utenti di SLAM! perche' il loro EP "Legalize Fuzz Legalize Murder" e' un po' distante dai gusti musicali da chi usualmente visita questo sito, infatti il loro stoner doom, miscelato con psichedelia e hard rock non e' proprio il genere che 'qui' va per la maggiore.
Detto questo, i pezzi mi sembrano ben strutturati, anche se penalizzati da una registrazione non all'altezza.
Gli interessati possono dare un occhio e ascoltare i loro sampler su www.shevil.altervista.org.
Moreno Lissoni

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