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JESSE MALIN
"Glitter in the Gutter"
Little Indian Records 2007

Jesse Malin, il ritorno. Terzo disco per l’ex cantante dei D-Generation tra anthem e lagne. Questo “Glitter in the Gutter” è sicuramente meglio di “The Heat” e un paio di gradini sotto “The Fine Art of Self Destruction”. Quindi, ruffiane al punto giusto “Prisoners of Paradise” e “In the Modern World”, da ninna nanna il rifacimento di “Bastards of Young” dei Replacements.
Tra i vari ospiti speciali, davvero special guest Bruce Springsteen su “Broken Radio”. Ecco, Jesse Malin è il Boss dei punk. Dobbiamo accontentarci perché chi si accontenta gode.
Miguel Basetta

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A.A.V.V.
"Perris Worldwide Network CD"
Perris Records 2007

Torna l'etichetta texana con una nuova compilation per promuovere il progetto Perris Worldwide Network, che ha l'intento di dare più visibilità alla band della label.
17 i gruppi presenti, presi qua e là per il mondo, dove troviamo cose buone e altre meno, ma ci da la possibilità di scoprire nuove realtà e i nuovi progetti di vecchie glorie come ad esempio gli ADRENALINE FACTOR dell'ex Dangerous Toys, Dirty Looks e Broken Teeth, Paul Lidel, oppure gli XPELD con la bella "Got To Leave" dove figurano Robin McAuley e Billy Sherwood (Yes).

Delle 'nuove proposte' segnalo i danesi FORD T con il loro hard'n'roll, gli spagnoli THE PUNISHERS (street rozzo a-là Junkyard) e i melodic rocker bulgari BIG MAMA SCANDAL, ma abbiamo modo di riapprezzare le song dei CLUB HELL, SILVER DIRT e degli italianissimi SEX DEPARTMENT e SCARLET VIOLET.
Sul sito del network trovate tutti gli indirizzi utili delle band, se siete curiosi, dateci un occhio.
Moreno Lissoni

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TALETELLERS
"The Missiles of Mercy"
Self Produced 2006

Erano tra i pochi gruppi che avevo salvato della compilation tedesca "Hitverdächtig Vol.1.", ed ora eccoli materializzarsi sulla mia scrivania con un professionalissimo promo kit e il CD dal titolo "The Missiles of Mercy".
La band nata nel 2005 è alla ricerca di un sound personale, riuscendo in parte a regalarci dei buoni momenti come ad esempio in "Bad Motherfucker", il pezzo di punta dei nostri, un heavy rock tirato con dei cori rubati ai Turbonegro, una buona miscela che purtroppo non si ripete nella successiva "G.D.A" dove si torna indietro negli anni per proporre un hard rock di stampo settantiano con tocchi tastieristici.
L'ultima delle 3 song presenti, "Mr. President", è un hard rock con influenze ottantiane che ad ogni modo, ci consegna un buon lavoro corredato da una più che buona resa sonora e da un artwork curato.
Una formazione comunque da tenere d'occhio.
Moreno Lissoni

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TAXI
"Yu Tolk Tu Mach"
Gonna Puke Records 2007

Da qualche parte ho letto Kids più Kiss. Sì, effettivamente il nuovo album dei romani Taxi potrebbe essere considerato un buon punto di incontro tra il punk cosiddetto minore e l’hard rock più canterino. Solo che in questo “Yu Tolk Tu Mach” – scritto proprio così – ci sono delle sterzate power pop non indifferenti.

Bei ritornelli, cori e contro cori con i controcazzi. E poi una chitarra secca che non rompe i coglioni e un basso che fa i giri senza essere invadente. “Dead Girl”, “Gloves” e “The Vampire” da delirio, poi la “Who’s To Blame” – da stadio - già singolo per Dead Beat in passato. Ciliegina sulla torta “Qui Est In, Qui Est Out” di Serge Gainsbourg. Se volete per forza un termine di paragone, per suono e attitudine, pensate ai Dictators.
Miguel Basetta

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PINK CREAM 69
"In10sity"
Frontiers Records 2007

Distribuito da Frontiers, questo decimo disco di David Readman e soci rappresenta già dal primo ascolto uno dei migliori lavori della band tedesca. Melodic rock ad altissimo livello con canzoni cariche di chitarra, grinta, ricerca melodica e ritornelli ad impatto garantito. La line up è la stessa dell’ottimo Thunderdome, il colore delle songs pero’ si differenzia di parecchio, molto live oriented, assolutamente da primo ascolto con un intreccio di rock prettamente tedesco misto a sonorità del nord europa.

L’open track "Children of the Dawn" da subito fa capire ciò che abbiamo tra le mani, sound potente, cori ricchi e tematiche molto attuali. "No Way Out" continua sulla stessa linea di potenza e orecchiabilità con un monster chorus difficile da dimenticare così come pure "Crossfire", più moderna, ritmicamente interessante (spunti stile Talisman per intenderci) con una bella interpretazione di David al microfono. Anche "A New Religion" e "The Hour Of Freedom" sono una gran bella evoluzione del sound che comunque rimane sempre riconoscibile ed efficace.

Dalle prossime songs, a parte "Desert Land" che sembra apporre un punto divisorio fin quanto qui ascoltato: le chitarre “accordate sotto” creano un ottimo tiro e una pacca che lascia il segno ("Out Of This World" e "Wanna Hear Your Soul" ne sono un esempio importante). Il finale è lasciato alla più bella song di "In10nsity", "Last Train To Nowhere", con una interpretazione magistrale di tutta la band.
Album essenziale che entra a far parte sicuramente della top ten di gradimento per questa prima metà di anno per qualità e spessore artistico.
Mauro Guarnieri

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KELLY FAIRCHILD
"Starland"
Wildchild Sound 2007

Era l'inverno del 1999 quando pubblicai sulla versione cartacea di SLAM! l'intervista con i canadesi Dik Trickle, nati da una costola di una tribute band dei Ramones locale, i Maroons. Pubblicato il CD dal titolo "B.A.N.G.", più influenzato dalla scena glam di Los Angeles che dalla band di New York, persi le loro tracce, ma a sorpresa, grazie ancora a Myspace, ho recentemente ricevuto l'invito da un certo Kelly Fairchild e dopo un "cazzo, io questo l'ho già sentito..." ecco che mi ritorna tutto e scopro che l'ex Dik Trickle è appena uscito con il suo progetto solista che vede anche il contributo di Brent Fitz (Union, Vince Neil, Theory of a Deadman), Mark Sawatzky (The Harlots), George Belanger (Harlequin), Bob Filep (Nathan - Volume) e Art Pearson (Monuments Galore).

"Starland" mi ha piacevolmente colpito sin dal primo ascolto, pezzi freschi, diretti e dalle melodie accattivanti, con suoni più moderni, ma con struttere riconducibili al glam rock d'annata.
"Let's Rock" ci apre le porte con il suo incedere brioso, si prosegue con "Pam Anderson", tributo musicale all'ex bagnina di Baywatch, una sorta di mix tra Lit e Robin Black.
A tratti il cd prende delle pieghe punkeggiandi, altre volte si va verso il power pop radiofonico e in altre ancora è presente lo spettro delle icone del glam rock, e non a caso la cover che chiude il cd è "Comin' Home" dei Kiss, rinfrescata dai suoni moderni di Kelly Fairchild.
Consiglio vivamente l'acquisto del CD, non ne verrete delusi.
Moreno Lissoni

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MARYSCREEK
"Some Kind Of Hate"
MTM 2007

Per descrivere la musica dei MarysCreek la MTM ha scomodato paragoni con Soundgarden e Kings X, ma vedo la musica della band svedese più vicina a un miscuglio tra Pink Cream 69, Masquerade e qualcosa dei TNT.
Dietro alla consolle troviamo Fredrik “Fredman” Nordstrom che ha già lavorato con In Flames, The Haunted, The Opeth e Dream Evil, che da a "Some Kind Of Hate" dei suoni moderni impiantati su una solida base hard rock.

Ad aprire le danze ci pensa "A Little Bit Of Everything", chitarroni sparati e sorretti da buoni cori, a seguire troviamo "Down", il mio pezzo preferito, che parte con la chitarra di Bobby Ho per aprirsi in un arioso hard rock melodico capeggiato dalla calda voce di Mats Nilsson, che a tratti ricalca tonalità vicine a Mats Leven.
Dei 12 pezzi presenti quelli che più mi hanno impressionato sono "She" e "Things What You Do", ma in linea di massima tutto il lavoro si mantieni su buoni livelli e consiglio il lavoro a chi ama l'hard rock dalle melodie ottantiane, ma dai suoni moderni.
Moreno Lissoni

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CLUB HELL
"Club Hell"
Self Produced 2006

Dopo gli Star Rats ecco una nuova band danese di heavy rock che si butta sul mercato discografico con un ep di 7 tracce e un sound cattivo e trascinante.
L'intro "Hells Gate" ci porta in tutta fretta alla song numero 1, "Welcome To Club Hell", un violento pugno sul naso, solo che questa volta non è quel cazzone di Navarro del Valencia a darlo, ma sono Dennis Develin, Jonas Roxx, Dick Solid e Steff Gunn, un brano ruvido e diretto che trae ispirazione dall'hard & heavy continentale.

Le successive "Rule The World" e "Dressed In Black" sono altri due fendenti che fanno male, mentre "Kill Or Be Killed" e "Wicked Queen", hanno lo stesso effetto del calcio di Cordoba a Navarro (giusto per rimanere in tema) e cioè, nessuno.
Con l'ultimo pezzo, "No Victim", si ritorna a far bene e nonostante siano insieme da poco più di un anno, i Club Hell dimostrano di saperci fare, quindi se nel vostro reportorio figurano BLACK LABEL SOCIETY e ALMIGHTY, non avrete molte difficoltà a spararvi nelle orecchie il loro lavoro.
Moreno Lissoni

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CRY ENVY
"Never Say Please"
Cry Envy 2006

Ascoltando i Cry Envy mi sono venute in mente certi sabati mattina quando al posto di andare a scuola si vagava per il centro di Milano con tappe fisse alle Messaggerie, Ricordi, Mariposa e dopo la sosta con un panzerotto da Luini, via verso Via Torino fino a giungere alla fiera di Senigallia dove ci attendeva una bancarella che per 5.000 lire ti vendeva una serie di CD di gruppi sconosciuti come Logan, Blue Ruin, Heartless, ecc. che ho scoperto di recente essere venduti su Ebay a delle cifre fuori dal normale.

Se questo disco fosse uscito allora avrebbe sicuramente fatto parte di uno dei miei acquisti in quelle 'trasferte' perchè allora, bastava mettermi una tettona in copertina e una foto di cappelloni sul retro che in quel periodo di grigio grunge trend, mi sarebbe bastato per sborsare la mia paghetta settimanale.
"Never Say Please" ha i pregi e i difetti di quei gruppi usciti troppo tardi rispetto all'ondata hair metal di fine anni 80, dove bene o male si sapeva già a cosa si andava incontro, ma l'esordio di questo 4 pieces californiano rimane più che discreto, con rimandi sonori che vanno alle classiche band del settore: Van Halen, Kiss, Motley Crue, Quiet Riot... in cui "Tell It Like It Is", "She's Got Me", "Down, Down", "Take My Heart", "She Leaves The Lights On" e "Turn Me On", pur avendo quel sapore di già sentito, riescono a risultare efficaci nel loro genere.
Moreno Lissoni

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CRANK COUNTY DAREDEVILS
"Livin' In The Red"
Bad Reputation 2007

A fare un pò di pubblicità alla band del North Carolina al loro esordio "King Of Sleaze" si scomodarono niente popò di meno che Mr. Josh Todd e Ginger e nonostante ciò non fui particolamente colpito dalla loro proposta. Energia e cattiveria, letti come Zodiac Mindwarp, Murderdolls, Motley Crue e Guns N' Roses sono gli ingredienti principali di "Livin' In The Red", un disco graffiante, volgare e arrabbiato, che riesce a farsi volere bene anche se, sembra che manchi quella componente melodica che ti fa distinguere un pezzo piuttosto che un'altro... ma questione di gusti, il loro furente rock n' roll sono sicuro che farà più di una vittima tra gli estimatori del rock duro.
Moreno Lissoni

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THE JADE
"Slow Motions On The Fast Lanes "
Demo 2006

Mettete in un ipotetico shaker musicale dosi di Hanoi Rocks, Manic Street Preachers, Suede, Pulp e Lovex, mescolate per bene e otterete un cocktail chiamato The Jade!
Mi sembrano questi i 'parametri' per descrivere "Slow Motions On The Fast Lanes" CD d'esordio (se non si conta il demo "Heatwave") di questi quattro finlandesi nati nel 2004 e formati dal cantante Wille Rosen, dal chitarrista Pekko Mantzin, dal bassista Jann P.H e dalla batterista Sirpa.

"Drowned", il brano che apre il CD, fonde bene sonorità finniche e inglesi, e si pone come top song del lavoro con il cantato di Rosen e la chitarra di Mantzin in evidenza. "Roses Are Burning" fatica a prendere il sopravvento sull'ascoltatore mentre è ben riuscita la cover dei Pet Shop Boys "It's A Sin" (sembra diventata ormai una moda prendere hit pop anni 80 e riaddattarli a sonorità attuali).
Nelle 3 seguenti tracce l'alchimia sonora rimane pressochè simile e si chiude egregiamente con la lenta "Beautiful Things" che ci da l'oppurtunità di conoscere un'altra valità band proveniente dalla scandinavia.
Moreno Lissoni

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PANZER PRINCESS
"Legacy of Ignorance"
Demo 2006

Non di difficile compito definire il sound dei Panzer Princess, già visti in questo spazio con il demo "Moonshine Blues", dal momento che i 4 pezzi presenti in "Legacy of Ignorance" rubacchiano senza troppa fantasia dal reportorio di FASTER PUSSYCAT e HANOI ROCKS... ma serei bugiardo se vi dicessi che "Legacy of Ignorance" non mi è piaciuto, nonostante i piccoli furtarelli musicali...
Passiamo ad esaminare le 4 tracce, "Rob the Bank", il pezzo che apre il CD, passa inosservato come la presenza di Amelia ai mondiali in Germania, fortuna che "Get off My Back" ci dai dei segnali positivi: si inizia plagiando la band di Taime Downe per proseguire con un break centrale che sembra copiato dal reportortio Michael Monroe & Andy McCoy.

In "I'll be in your Way" continuano ad essere palesi gli accostamenti con i gruppi citati, ma sarà per il taglio di capelli di Kelly Morgue, ma non riesco a non pensare ai JetBoy ascoltando il pezzo... mentre nella conclusiva "Bumville Judge" si sente ancora puzza della band finaldese...
In conclusione, un passo in avanti rispetto il vecchio demo, buoni spunti si alternano a piccoli plagi. comunque una prova positiva.
Moreno Lissoni

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DAVID SHAW
"Walkin' On A Wire"
David Shaw 2006

Non ricordo dove ho 'scoperto' questo musicista, sta di fatto che nel giro di pochi giorni mi ha fatto pervenire un professionale promo kit con, ovviamente, in allegato il suo esordio discografico. Veterano della scena di New York, David Shaw ha già dato il suo contributo a Shotgun Annie, Soul Crunch, Down With the Blonde e ha passato molto tempo a Los Angeles per scrivere e registrare "Walkin' On A Wire", album di 13 tracce distribuito dalla Perris Records.

Il rocker americano descrive suo il sound suddividendolo in 4 parti, composte da dosi di AC/DC, Dirty Looks, Cheap Trick e Enuff Z’Nuff, ma trovo la sua timbrica vocale un ibrido tra Paul Stanley e Jaime St. James dei Black N' Blue, quest'ultimi tra l'altro, mi sembrano un altro gruppo che potrebbe in certi versi far parte della sua descrizione

L'album fila via bene, la palma della miglior traccia spetta all'opener "From Now" dove suoni AC/DC-iani si contrappongono a delle melodie tipicamente Stanley-niane, stessa formula adoperata per "Under Your Skin". Più presente la band di Jaime St. James in pezzi come "Make It Through The Day", "Risk Another Fall" o "Within The Gray" e qualche cenno Cheap Trick-iano in "Keep Up With You", mentre delle due ballad presenti risalta "What She Has Inside".
Moreno Lissoni

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TISHAMINGO
"The Point"
Magnatude Records – 2007

Di solito si dice che il terzo disco di un artista sia anche quello decisivo, l'album delle conferme... bene, ora i Tishamingo hanno toccato quota 3 e non sembrano aver perso grandi colpi. Per questo "esame", i Tishamingo hanno deciso di lavorare con il produttore John Kurzweg (Creed, Puddle Of Mudd) e secondo me la collaborazione si sente, soprattutto nei brani più duri. La cosa che noto per prima in questo nuovo album è la scelta di suoni più semplici e grezzi rispetto al disco omonimo ed al suo successore, ma comunque profondamente radicati nel southern rock.

Non c'è spazio per i brani strumentali in "The Point" a differenza dei dischi precedenti e tutto il disco suona più "standard", meno particolare rispetto a "Tishamingo" ed a "Wear 'N Tear", ma le chitarre di Cameron Williams e Jesse Franklin jr. sono ugualmente favolose, altrettanto le loro voci e la sezione ritmica (composta dal batterista/songwriter Richard Proctor e dal nuovo bassista Chuck Thomas) macina alla grande. Brani poderosi come "Get On Back", "Are We Rollin'" si alternano ad altri dal classico sapore southern come "Travel On" e l'ispirata ballad "Tennessee Mountain Angel" che sfocia in un finale rock'n'roll tiratissimo. Altre canzoni degne di nota sono "Hard Fall", "Walkin' Shoes" e "Chest Fever", quest'utlima cover (molto ben riuscita tral'altro) dei The Band.

"The Point" è un disco sicuramente molto compatto dal rock più "granitico" rispetto agli altri lavori della band americana, quindi più Skynyrd che Allman parlando con linguaggio sudista.
I lettori di SLAM! apprezzeranno.
Carlo Mazzoli

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THE STOOGES
"The Weirdness"
Virgin Records – 2007

Atteso ritorno su disco per una delle band che ha segnato in maniera indelebile non solo la storia del rock ma anche quella del costume, “a soli trentaquattro anni” da Raw Power gli Stooges ci riprovano. Assaggiati su Skull Ring e gustati più volte dal vivo negli ultimi tre anni, Iggy e i fratelli Asheton entrano in studio coadiuvati al basso da Mike Watt (Minuteman/fIREHOSE), artista multisfaccettato e stimatissimo, che oltre ad aver affiancato la band dal vivo negli ultimi anni, vanta collaborazioni illustri come Eddie Vedder, Sonic Youth, Black Flag etc. Per registrare il nuovo album la scelta è caduta su Steve Albini, già ingegnere del suono per Nirvana, P.J. Harvey, Page & Plant, Pixies, Bush, Gogol Bordello etc. e sui i suoi Electrical Audio Studios di Chicago.

Sulla carta ci sono, quindi, tutti i presupposti per aspettarsi un vero e proprio capolavoro, ma sfortunatamente i presupposti rimangono proprio sulla carta senza concretizzarsi nella realtà. Il disco in questione scorre abbastanza piatto e senza picchi rilevanti. Sebbene sicuramente personale, a dire il vero a tratti un po' troppo autoindulgenete, quello che veramente sembra venire meno per tutti i quaranta minuti di “The Weirdness” è la carica animale che la band è capace di liberare dal vivo e se mi permettete il gioco di parole questa è davvero una stranezza. Scorrendo la stampa specializzata sembrava che la maggior parte degli “addetti ai lavori” si aspettasse un “Raw Power part two”, a mio avviso cosa piuttosto improbabile visto che James Williamson, chitarrista degli Stooges sull'incriminato Raw Power (Ron Asheton era passato al basso) ha abbandonato le scene ad inizi anni ottanta per passare dietro al banco mixer. Tuttalpiù, visto il coinvolgimento di Steve MacKay, sax su "Fun House", ci si potevano aspettare sprazzi di “Loose”, “T.v. eye” etc. che effettivamente qua e là si intuiscono. Nonostante ciò, per il sottoscritto, questo disco non ha il sapore né del “revaival” né la freschezza del nuovo ma cerca, in maniera a mio parere non riuscita, di accontentare tutti, cosa che, proprio per la natura “estrema” di una band come gli Stooges e di un artista come Iggy, è quanto meno sconsigliabile.

A quanto già detto sopra aggiungete pure che il mio Iggy preferito è quello, forse un po' più commerciale, del connubio con Williamson, aggiungete una scelta di suoni più edulcorata rispetto al solito, che sicuramente incide in maniera decisiva sul mordente delle composizioni, contiamo anche che la performance dell’Iguana questa volta non è proprio da “manuale” e direi che ce n’è abbastanza per prevedere che questo disco prenderà presto la polvere sul mio scaffale, anche se giuro mi spiace moltissimo in quanto, ancora oggi, reputo Iggy Pop uno di quei pochi artisti con qualcosa da dire e da dare, sia dal vivo che su disco, nonostante quasi quarant'anni di carriera.
Le$ter

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3 LEGGED DOGG
"Frozen Summer"
Perris Records 2007

Quando le poste ci si mettono fanno davvero danni, infatti non è la prima volta che mi arriva un pacco e all'interno il CD è rotto (qualcuno potrà dire: "e meno male che almeno il CD c'era!!"). E' proprio il caso dei 3LD speditimi dalla Perris Records e arrivati a destinazione con una crepa lunga come quella lasciata dal terremoto a San Francisco nel 1906.
Fortuna che la tecnologia ogni tanto mi viene d'aiuto, così come il boss della Perris che prontamente mi uploadato le tracce e così ho anche io la possibilità di sentire questa band che, mettendo insieme tutti i componenti di cui ne fanno parte, hanno venduto tutti insieme 15 milioni di dischi!! Eh si, chi forma la band non è proprio uno scappato di casa, ma Jimmy Bain dei Rainbow, Vinny Appice, Chas Wests (ex Bonham), Brian Youngs (David Lee Roth) e Carlos Cavazo (ex Quiet Riot).

Mi aspettavo un classico hard rock da questa formazione, ma invece mi trovo di fronte un CD, ops, degli mp3, che si, suonano duri, ma che si allontano drasticamente dalle vecchie produzioni dei membri del gruppo, optando per un sound assai grungettone che sa di... Chris Cornell!!! Avete capito bene... Chris Cornell e ciò non vuol affatto dire sinonimo di brutta musica, anzi, reputo la band di Chris Cornell come una delle migliori uscite dal calderone Seattle, ma rimangono uno dei casi isolati e questo "Frozen Summer" non è neanche n brutto disco per il genere ("Give And Take Away" e "Rain On My Parade" sono 2 buoni esempi di hard rock... "alternativo"), ma mi lascia un pò di amaro in bocca perchè mi aspettavo tutt'altro...
Moreno Lissoni

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LUVSICK
"Demo"
Demo 2006

I milanesi Luvsick propongono in un grezzo e rock and roll dalle ritmiche punkeggianti e anche se si parte con un intro Black Sabbath-iano, l'opener "Cosmic Cowboy" ha poco a che spartire con la band di Ozzy, una traccia decisamente votata a sonorità più dirette e rockeggianti.
La band mi ricorda certi demo usciti a metà anni 90, sia per la registrazione che per il genere proposto dove si mira spesso a cercare un buon chorous che possa facilmente incollarsi all'orecchio, e sembrano riuscirci in "Burning Passion", a mio avviso il pezzo meglio riuscito del demo.

Quattro i brani presenti dove i buoni spunti vengono penalizzati dal suono della chitarra e della batteria, che sovente finiscono per colpa della registrazione, in secondo piano.
RobSick, MightyMassi e the Jack riescono a trovare un sound abbastanza personale e con ancora un pò di esperienza e dei suoni migliori, potranno darci delle buone soddisfazioni.
Moreno Lissoni

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DANNY VAUGHN
"Traveller"
Frontiers Records 2007

Danny è un ragazzo oramai un pò cresciuto che non ha perso la voglia e la passione per la musica di un certo tipo, per quel tipo di hard rock fatto di sudore, di ispirazione, di convinzione, mai di mode e comunque di vero talento. "Traveller" ne è l’ultima conferma.
Primo disco che prende interamente il nome del nostro protagonista (ricordiamo il progetto Vaughn che tanto ha significato e che ha prodotto album di ottima fattura quali ad esempio "From The Inside") e che vede la carattesitica di un sound differente nel suo insieme, un rock melodico americano con chitarre in primo piano, pochi fronzoli, cori potenti, canzoni subito efficaci e la voce riconoscibile e inimitabile di un grande Danny che riesce ad emozionare e a raccontare con enfasi e con un impatto live l’intero viaggio del suo cd. Produzione ottima e musicisti di livello (Tony Marshall, Lee Morris, Steve McKenna, Pat Heath) completano i 55 minuti di ascolto dell’intero lavoro.

"Miracle Days", nel suo intenso lavoro chitarristico e di ricerca melodica condita da un ritornello di immediata presa rappresentano a pieno lo stile di questo cd che raggiunge una ulteriore vetta con "Traveller", accompagnamento acustico per un classic rock americano dove la voce di Danny riesce a dipingere un quadro pieno di colori e sfumature.
Paragono la voce di Vaughn a quei grandi artisti che riescono in ogni canzone a non imitarsi (come ad esempio Jeff Scott Soto) e "Restless Blood", "Badlands Rain", "The Warrior’s Way" fanno capire come la tecnica e la preparazione siano legate al vero gusto. Lifted, una delle mie preferite, fa ripensare ai miei amati Tyketto, la ballad The Touch Of Your Soul con il suo arrangiamento, le sue parole e l’interpretazione riesce ad emozionare. Ancora una ballad acustica in "Think of Me in the Fall" rende questo lavoro completo.

Danny Vaughn è un artista che quando canta riesce a rendere il 110% e quando lo fa dal vivo il 150%. La sua passione per la cultura dei nativi americani oltre che nel suo aspetto la si trova anche sulla copertina di questo lavoro, il suo talento lo si può ascoltare in ogni sua produzione e in particolare nelle tracce di questo "Traveller" dove raggiunge la piena maturità artistica e la voglia di prendersi nuove rivincite, in attesa anche della grande reunion dei Tyketto al Firefest 4.
Mauro Guarnieri

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TWOPOINTEIGHT
"Twopointeight"
Muse Entity Records – 2005

Sapevo che sarebbe successo prima o poi. La disgrazia si è compiuta: Twopointeight, il primo gruppo svedese che davvero non mi è piaciuto. Che peccato! E sì che i quattro Twopointeight (oddio, sembra di studiare le tabelline) sono in giro dal 1995 anche questo è il loro primo album e attualmente sono in tour con Flogging Molly e Dropkick Murphys.
Giuro, me lo sono ascoltato e riascoltato, ma l’unico miglioramento è stato passare dal “Mi fa schifo” al “Lo ascolto ma non mi piace”.

Fanno punk, tanto per non sbagliarci. Un punk classico à la Clash che spazia dallo schema più standard del brano veloce e scazzone (“555”, “Rlrcstr” tanto per dirne due) a quello più articolato, toccando gli inaccessibili picchi di “Lay down on the ground”, che avrebbe potuto tranquillamente sostituire Dick Dale & his Del-Tones come colonna sonora alternativa di Pulp Fiction. Il problema è che il risultato mi pare di una discreta noia. Disco che a parere mio non decolla, Idee poco originali, tutte accompagnate da una voce roca difficile da sostenere per più di 5 minuti. Alla fine il pezzo migliore è proprio l’opener “Red eye”, del quale il cd offre anche la traccia video.
Claudia Schiavone

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STREET AVENUE
"From Toyz To Street"
Demo 2006

Gruppo siciliano nato 2001 che, dopo vari cambi di formazione, è giunto alla registrazione di questo demo dal titolo "From Toyz To Street". La musica degli Street Avenue si pone al confine tra street rock e hard rock anni 80, dove c'è la volontà e l'entusiasmo dell'inizio, ma mancano ancora un pò di personalità.

Lo schema delle song è quello classico e che richiama le band icone degli Eighties, 8 tracce in totale con 5 brani inediti e 3 bonus e cioè le cover di "Get By" e "Errol Flynn" dei Dog's Damour e "You Give Love a Bad Name" dei Bon Jovi per un gruppo che raggiunge tranquillamente la sufficienza, ma a cui bisogna dare ancora un pò di tempo/esperienza per "sgrezzarsi" un pò.
Moreno Lissoni

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STUBS
"Far Away From My Mind"
Demo 2006

Lavoro penalizzato da una registrazione non all'altezza, e se devo essere sincero ho fatto fatica ad arrivare alla fine del CD. Il gruppo di Padova propone un funky rock debitore a gruppi come Extreme e Red Hot Chili Peppers, ma come detto, la resa sonora è il vero punto debole del lavoro, che risulta "freddo", anche se la proposta è abbastanza interessante dal punto di vista musicale.
Preferisco aspettare il loro primo album (che dovrebbe uscire in primavera), per sbilarciarmi su un giudizio definitivo, nel mentre non mi resta che segnalare il loro sito www.stubs.it e la loro pagina di Myspace dove potrete farvi un'idea delle loro capacità.
Moreno Lissoni

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