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JESSE MALIN
"Glitter
in the Gutter"
Little Indian Records
2007
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Jesse Malin, il ritorno. Terzo disco
per l’ex cantante dei D-Generation
tra anthem e lagne. Questo “Glitter in the
Gutter” è sicuramente meglio di
“The Heat” e un paio di gradini
sotto “The Fine Art of Self Destruction”.
Quindi, ruffiane al punto giusto “Prisoners
of Paradise” e “In the Modern World”,
da ninna nanna il rifacimento di “Bastards of
Young” dei Replacements.
Tra i vari ospiti speciali, davvero special guest
Bruce Springsteen su “Broken
Radio”. Ecco, Jesse Malin è il Boss dei
punk. Dobbiamo accontentarci perché chi si
accontenta gode.
Miguel Basetta
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A.A.V.V.
"Perris
Worldwide Network CD"
Perris Records 2007
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Torna l'etichetta texana con una nuova
compilation per promuovere il progetto Perris Worldwide
Network, che ha l'intento di dare più visibilità
alla band della label.
17 i gruppi presenti, presi qua e là per il
mondo, dove troviamo cose buone e altre meno, ma ci
da la possibilità di scoprire nuove realtà
e i nuovi progetti di vecchie glorie come ad esempio
gli ADRENALINE FACTOR dell'ex Dangerous
Toys, Dirty Looks e Broken Teeth, Paul Lidel, oppure
gli XPELD con la bella "Got
To Leave" dove figurano Robin McAuley e Billy
Sherwood (Yes).
Delle 'nuove proposte' segnalo i danesi
FORD T con il loro hard'n'roll, gli
spagnoli THE PUNISHERS (street rozzo
a-là Junkyard) e i melodic rocker bulgari
BIG MAMA SCANDAL, ma abbiamo modo di riapprezzare
le song dei CLUB HELL, SILVER
DIRT e degli italianissimi SEX DEPARTMENT
e SCARLET VIOLET.
Sul sito del network trovate tutti gli indirizzi utili
delle band, se siete curiosi, dateci un occhio.
Moreno Lissoni
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TALETELLERS
"The
Missiles of Mercy"
Self Produced 2006
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Erano tra i pochi gruppi che avevo
salvato della compilation tedesca "Hitverdächtig
Vol.1.", ed ora eccoli materializzarsi sulla
mia scrivania con un professionalissimo promo kit
e il CD dal titolo "The Missiles of Mercy".
La band nata nel 2005 è alla ricerca di un
sound personale, riuscendo in parte a regalarci dei
buoni momenti come ad esempio in "Bad Motherfucker",
il pezzo di punta dei nostri, un heavy rock tirato
con dei cori rubati ai Turbonegro,
una buona miscela che purtroppo non si ripete nella
successiva "G.D.A" dove si torna indietro
negli anni per proporre un hard rock di stampo settantiano
con tocchi tastieristici.
L'ultima delle 3 song presenti, "Mr. President",
è un hard rock con influenze ottantiane che
ad ogni modo, ci consegna un buon lavoro corredato
da una più che buona resa sonora e da un artwork
curato.
Una formazione comunque da tenere d'occhio.
Moreno Lissoni
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TAXI
"Yu
Tolk Tu Mach"
Gonna Puke Records
2007
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Da qualche parte ho letto
Kids più Kiss. Sì,
effettivamente il nuovo album dei romani Taxi potrebbe
essere considerato un buon punto di incontro tra il
punk cosiddetto minore e l’hard rock più
canterino. Solo che in questo “Yu Tolk Tu
Mach” – scritto proprio così
– ci sono delle sterzate power pop non indifferenti.
Bei ritornelli, cori e contro cori
con i controcazzi. E poi una chitarra secca che non
rompe i coglioni e un basso che fa i giri senza essere
invadente. “Dead Girl”, “Gloves”
e “The Vampire” da delirio, poi la “Who’s
To Blame” – da stadio - già singolo
per Dead Beat in passato. Ciliegina sulla torta “Qui
Est In, Qui Est Out” di Serge Gainsbourg. Se
volete per forza un termine di paragone, per suono
e attitudine, pensate ai Dictators.
Miguel Basetta
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PINK CREAM 69
"In10sity"
Frontiers Records 2007
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Distribuito da Frontiers, questo decimo
disco di David Readman e soci rappresenta già
dal primo ascolto uno dei migliori lavori della band
tedesca. Melodic rock ad altissimo livello con canzoni
cariche di chitarra, grinta, ricerca melodica e ritornelli
ad impatto garantito. La line up è la stessa
dell’ottimo Thunderdome, il colore
delle songs pero’ si differenzia di parecchio,
molto live oriented, assolutamente da primo ascolto
con un intreccio di rock prettamente tedesco misto
a sonorità del nord europa.
L’open track "Children of
the Dawn" da subito fa capire ciò che
abbiamo tra le mani, sound potente, cori ricchi e
tematiche molto attuali. "No Way Out" continua
sulla stessa linea di potenza e orecchiabilità
con un monster chorus difficile da dimenticare così
come pure "Crossfire", più moderna,
ritmicamente interessante (spunti stile Talisman
per intenderci) con una bella interpretazione
di David al microfono. Anche "A New Religion"
e "The Hour Of Freedom" sono una gran bella
evoluzione del sound che comunque rimane sempre riconoscibile
ed efficace.
Dalle prossime songs, a parte "Desert
Land" che sembra apporre un punto divisorio fin
quanto qui ascoltato: le chitarre “accordate
sotto” creano un ottimo tiro e una pacca che
lascia il segno ("Out Of This World" e "Wanna
Hear Your Soul" ne sono un esempio importante).
Il finale è lasciato alla più bella
song di "In10nsity", "Last Train To
Nowhere", con una interpretazione magistrale
di tutta la band.
Album essenziale che entra a far parte sicuramente
della top ten di gradimento per questa prima metà
di anno per qualità e spessore artistico.
Mauro Guarnieri
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KELLY FAIRCHILD
"Starland"
Wildchild Sound 2007
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Era l'inverno del 1999 quando pubblicai
sulla versione cartacea di SLAM! l'intervista con
i canadesi Dik Trickle, nati da una
costola di una tribute band dei Ramones locale, i
Maroons. Pubblicato il CD dal titolo "B.A.N.G.",
più influenzato dalla scena glam di Los Angeles
che dalla band di New York, persi le loro tracce,
ma a sorpresa, grazie ancora a Myspace, ho recentemente
ricevuto l'invito da un certo Kelly Fairchild e dopo
un "cazzo, io questo l'ho già sentito..."
ecco che mi ritorna tutto e scopro che l'ex Dik
Trickle è appena uscito con il suo
progetto solista che vede anche il contributo di Brent
Fitz (Union, Vince Neil, Theory of a Deadman),
Mark Sawatzky (The Harlots), George
Belanger (Harlequin), Bob Filep
(Nathan - Volume) e Art Pearson (Monuments
Galore).
"Starland" mi ha
piacevolmente colpito sin dal primo ascolto, pezzi
freschi, diretti e dalle melodie accattivanti, con
suoni più moderni, ma con struttere riconducibili
al glam rock d'annata.
"Let's Rock" ci apre le porte con il suo
incedere brioso, si prosegue con "Pam Anderson",
tributo musicale all'ex bagnina di Baywatch, una sorta
di mix tra Lit e Robin Black.
A tratti il cd prende delle pieghe punkeggiandi, altre
volte si va verso il power pop radiofonico e in altre
ancora è presente lo spettro delle icone del
glam rock, e non a caso la cover che chiude il cd
è "Comin' Home" dei Kiss,
rinfrescata dai suoni moderni di Kelly Fairchild.
Consiglio vivamente l'acquisto del CD, non ne verrete
delusi.
Moreno Lissoni
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MARYSCREEK
"Some
Kind Of Hate"
MTM 2007
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Per descrivere la musica dei MarysCreek
la MTM ha scomodato paragoni con Soundgarden
e Kings X, ma vedo la musica della
band svedese più vicina a un miscuglio tra
Pink Cream 69, Masquerade
e qualcosa dei TNT.
Dietro alla consolle troviamo Fredrik “Fredman”
Nordstrom che ha già lavorato con In Flames,
The Haunted, The Opeth e Dream Evil, che da a "Some
Kind Of Hate" dei suoni moderni impiantati
su una solida base hard rock.
Ad aprire le danze ci pensa "A
Little Bit Of Everything", chitarroni sparati
e sorretti da buoni cori, a seguire troviamo "Down",
il mio pezzo preferito, che parte con la chitarra
di Bobby Ho per aprirsi in un arioso hard rock melodico
capeggiato dalla calda voce di Mats Nilsson, che a
tratti ricalca tonalità vicine a Mats
Leven.
Dei 12 pezzi presenti quelli che più mi hanno
impressionato sono "She" e "Things
What You Do", ma in linea di massima tutto il
lavoro si mantieni su buoni livelli e consiglio il
lavoro a chi ama l'hard rock dalle melodie ottantiane,
ma dai suoni moderni.
Moreno Lissoni
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CLUB HELL
"Club
Hell"
Self Produced 2006
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Dopo gli Star Rats
ecco una nuova band danese di heavy rock che si butta
sul mercato discografico con un ep di 7 tracce e un
sound cattivo e trascinante.
L'intro "Hells Gate" ci porta in tutta fretta
alla song numero 1, "Welcome To Club Hell",
un violento pugno sul naso, solo che questa volta
non è quel cazzone di Navarro del Valencia
a darlo, ma sono Dennis Develin, Jonas Roxx, Dick
Solid e Steff Gunn, un brano ruvido e diretto che
trae ispirazione dall'hard & heavy continentale.
Le successive "Rule The World"
e "Dressed In Black" sono altri due fendenti
che fanno male, mentre "Kill Or Be Killed"
e "Wicked Queen", hanno lo stesso effetto
del calcio di Cordoba a Navarro (giusto per rimanere
in tema) e cioè, nessuno.
Con l'ultimo pezzo, "No Victim", si ritorna
a far bene e nonostante siano insieme da poco più
di un anno, i Club Hell dimostrano di saperci fare,
quindi se nel vostro reportorio figurano BLACK
LABEL SOCIETY e ALMIGHTY,
non avrete molte difficoltà a spararvi nelle
orecchie il loro lavoro.
Moreno Lissoni
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CRY ENVY
"Never
Say Please"
Cry Envy 2006
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Ascoltando i Cry Envy mi sono venute
in mente certi sabati mattina quando al posto di andare
a scuola si vagava per il centro di Milano con tappe
fisse alle Messaggerie, Ricordi, Mariposa e dopo la
sosta con un panzerotto da Luini, via verso Via Torino
fino a giungere alla fiera di Senigallia dove ci attendeva
una bancarella che per 5.000 lire ti vendeva una serie
di CD di gruppi sconosciuti come Logan,
Blue Ruin, Heartless, ecc.
che ho scoperto di recente essere venduti su Ebay
a delle cifre fuori dal normale.
Se questo disco fosse uscito allora
avrebbe sicuramente fatto parte di uno dei miei acquisti
in quelle 'trasferte' perchè allora, bastava
mettermi una tettona in copertina e una foto di cappelloni
sul retro che in quel periodo di grigio grunge trend,
mi sarebbe bastato per sborsare la mia paghetta settimanale.
"Never Say Please" ha i pregi e
i difetti di quei gruppi usciti troppo tardi rispetto
all'ondata hair metal di fine anni 80, dove bene o
male si sapeva già a cosa si andava incontro,
ma l'esordio di questo 4 pieces californiano rimane
più che discreto, con rimandi sonori che vanno
alle classiche band del settore: Van Halen,
Kiss, Motley Crue,
Quiet Riot... in cui "Tell It
Like It Is", "She's Got Me", "Down,
Down", "Take My Heart", "She Leaves
The Lights On" e "Turn Me On", pur
avendo quel sapore di già sentito, riescono
a risultare efficaci nel loro genere.
Moreno Lissoni
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CRANK COUNTY DAREDEVILS
"Livin'
In The Red"
Bad Reputation 2007
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A fare un pò di pubblicità
alla band del North Carolina al loro esordio "King
Of Sleaze" si scomodarono niente popò
di meno che Mr. Josh Todd e Ginger
e nonostante ciò non fui particolamente
colpito dalla loro proposta. Energia e cattiveria,
letti come Zodiac Mindwarp, Murderdolls,
Motley Crue e Guns N' Roses
sono gli ingredienti principali di "Livin'
In The Red", un disco graffiante, volgare
e arrabbiato, che riesce a farsi volere bene anche
se, sembra che manchi quella componente melodica che
ti fa distinguere un pezzo piuttosto che un'altro...
ma questione di gusti, il loro furente rock n' roll
sono sicuro che farà più di una vittima
tra gli estimatori del rock duro.
Moreno Lissoni
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THE JADE
"Slow
Motions On The Fast Lanes "
Demo 2006
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Mettete in un ipotetico shaker musicale
dosi di Hanoi Rocks, Manic
Street Preachers, Suede,
Pulp e Lovex, mescolate
per bene e otterete un cocktail chiamato The Jade!
Mi sembrano questi i 'parametri' per descrivere "Slow
Motions On The Fast Lanes" CD d'esordio
(se non si conta il demo "Heatwave")
di questi quattro finlandesi nati nel 2004 e formati
dal cantante Wille Rosen, dal chitarrista Pekko Mantzin,
dal bassista Jann P.H e dalla batterista Sirpa.
"Drowned", il brano che apre
il CD, fonde bene sonorità finniche e inglesi,
e si pone come top song del lavoro con il cantato
di Rosen e la chitarra di Mantzin in evidenza. "Roses
Are Burning" fatica a prendere il sopravvento
sull'ascoltatore mentre è ben riuscita la cover
dei Pet Shop Boys "It's A Sin"
(sembra diventata ormai una moda prendere hit pop
anni 80 e riaddattarli a sonorità attuali).
Nelle 3 seguenti tracce l'alchimia sonora rimane pressochè
simile e si chiude egregiamente con la lenta "Beautiful
Things" che ci da l'oppurtunità di conoscere
un'altra valità band proveniente dalla scandinavia.
Moreno Lissoni
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PANZER PRINCESS
"Legacy
of Ignorance"
Demo 2006
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Non di difficile compito definire
il sound dei Panzer Princess, già visti in
questo spazio con il demo "Moonshine Blues",
dal momento che i 4 pezzi presenti in "Legacy
of Ignorance" rubacchiano senza troppa fantasia
dal reportorio di FASTER PUSSYCAT
e HANOI ROCKS... ma serei bugiardo
se vi dicessi che "Legacy of Ignorance"
non mi è piaciuto, nonostante i piccoli furtarelli
musicali...
Passiamo ad esaminare le 4 tracce, "Rob the Bank",
il pezzo che apre il CD, passa inosservato come la
presenza di Amelia ai mondiali in Germania, fortuna
che "Get off My Back" ci dai dei segnali
positivi: si inizia plagiando la band di Taime
Downe per proseguire con un break centrale
che sembra copiato dal reportortio Michael
Monroe & Andy McCoy.
In "I'll be in your Way"
continuano ad essere palesi gli accostamenti con i
gruppi citati, ma sarà per il taglio di capelli
di Kelly Morgue, ma non riesco a non pensare ai JetBoy
ascoltando il pezzo... mentre nella conclusiva "Bumville
Judge" si sente ancora puzza della band finaldese...
In conclusione, un passo in avanti rispetto il vecchio
demo, buoni spunti si alternano a piccoli plagi. comunque
una prova positiva.
Moreno Lissoni
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DAVID SHAW
"Walkin'
On A Wire"
David Shaw 2006
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Non ricordo dove ho 'scoperto' questo
musicista, sta di fatto che nel giro di pochi giorni
mi ha fatto pervenire un professionale promo kit con,
ovviamente, in allegato il suo esordio discografico.
Veterano della scena di New York, David Shaw ha già
dato il suo contributo a Shotgun Annie,
Soul Crunch, Down With the
Blonde e ha passato molto tempo a Los Angeles
per scrivere e registrare "Walkin' On A Wire",
album di 13 tracce distribuito dalla Perris Records.
Il rocker americano descrive suo il
sound suddividendolo in 4 parti, composte da dosi
di AC/DC, Dirty
Looks, Cheap Trick e Enuff
Z’Nuff, ma trovo la sua timbrica vocale
un ibrido tra Paul Stanley e Jaime
St. James dei Black N' Blue,
quest'ultimi tra l'altro, mi sembrano un altro gruppo
che potrebbe in certi versi far parte della sua descrizione
L'album fila via bene, la palma della
miglior traccia spetta all'opener "From Now"
dove suoni AC/DC-iani
si contrappongono a delle melodie tipicamente Stanley-niane,
stessa formula adoperata per "Under Your Skin".
Più presente la band di Jaime St. James
in pezzi come "Make It Through The Day",
"Risk Another Fall" o "Within The Gray"
e qualche cenno Cheap Trick-iano
in "Keep Up With You", mentre delle due
ballad presenti risalta "What She Has Inside".
Moreno Lissoni
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TISHAMINGO
"The
Point"
Magnatude Records –
2007
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Di solito si dice che il terzo disco
di un artista sia anche quello decisivo, l'album delle
conferme... bene, ora i Tishamingo hanno toccato quota
3 e non sembrano aver perso grandi colpi. Per questo
"esame", i Tishamingo hanno deciso di lavorare
con il produttore John Kurzweg (Creed, Puddle Of Mudd)
e secondo me la collaborazione si sente, soprattutto
nei brani più duri. La cosa che noto per prima
in questo nuovo album è la scelta di suoni
più semplici e grezzi rispetto al disco omonimo
ed al suo successore, ma comunque profondamente radicati
nel southern rock.
Non c'è spazio per i brani strumentali
in "The Point" a differenza dei dischi precedenti
e tutto il disco suona più "standard",
meno particolare rispetto a "Tishamingo"
ed a "Wear 'N Tear", ma le chitarre di Cameron
Williams e Jesse Franklin jr. sono ugualmente favolose,
altrettanto le loro voci e la sezione ritmica (composta
dal batterista/songwriter Richard Proctor e dal nuovo
bassista Chuck Thomas) macina alla grande. Brani poderosi
come "Get On Back", "Are We Rollin'"
si alternano ad altri dal classico sapore southern
come "Travel On" e l'ispirata ballad "Tennessee
Mountain Angel" che sfocia in un finale rock'n'roll
tiratissimo. Altre canzoni degne di nota sono "Hard
Fall", "Walkin' Shoes" e "Chest
Fever", quest'utlima cover (molto ben riuscita
tral'altro) dei The Band.
"The Point" è un disco
sicuramente molto compatto dal rock più "granitico"
rispetto agli altri lavori della band americana, quindi
più Skynyrd che Allman
parlando con linguaggio sudista.
I lettori di SLAM! apprezzeranno.
Carlo Mazzoli
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THE STOOGES
"The
Weirdness"
Virgin Records –
2007
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Atteso ritorno su disco per una delle
band che ha segnato in maniera indelebile non solo
la storia del rock ma anche quella del costume, “a
soli trentaquattro anni” da Raw Power
gli Stooges ci riprovano. Assaggiati su Skull Ring
e gustati più volte dal vivo negli ultimi tre
anni, Iggy e i fratelli Asheton entrano in studio
coadiuvati al basso da Mike Watt (Minuteman/fIREHOSE),
artista multisfaccettato e stimatissimo, che oltre
ad aver affiancato la band dal vivo negli ultimi anni,
vanta collaborazioni illustri come Eddie Vedder, Sonic
Youth, Black Flag etc. Per registrare il nuovo album
la scelta è caduta su Steve Albini, già
ingegnere del suono per Nirvana, P.J. Harvey, Page
& Plant, Pixies, Bush, Gogol Bordello etc. e sui
i suoi Electrical Audio Studios di Chicago.
Sulla carta ci sono, quindi, tutti
i presupposti per aspettarsi un vero e proprio capolavoro,
ma sfortunatamente i presupposti rimangono proprio
sulla carta senza concretizzarsi nella realtà.
Il disco in questione scorre abbastanza piatto e senza
picchi rilevanti. Sebbene sicuramente personale, a
dire il vero a tratti un po' troppo autoindulgenete,
quello che veramente sembra venire meno per tutti
i quaranta minuti di “The Weirdness”
è la carica animale che la band è capace
di liberare dal vivo e se mi permettete il gioco di
parole questa è davvero una stranezza. Scorrendo
la stampa specializzata sembrava che la maggior parte
degli “addetti ai lavori” si aspettasse
un “Raw Power part two”, a mio avviso
cosa piuttosto improbabile visto che James Williamson,
chitarrista degli Stooges sull'incriminato Raw Power
(Ron Asheton era passato al basso) ha abbandonato
le scene ad inizi anni ottanta per passare dietro
al banco mixer. Tuttalpiù, visto il coinvolgimento
di Steve MacKay, sax su "Fun House", ci
si potevano aspettare sprazzi di “Loose”,
“T.v. eye” etc. che effettivamente qua
e là si intuiscono. Nonostante ciò,
per il sottoscritto, questo disco non ha il sapore
né del “revaival” né la
freschezza del nuovo ma cerca, in maniera a mio parere
non riuscita, di accontentare tutti, cosa che, proprio
per la natura “estrema” di una band come
gli Stooges e di un artista come Iggy, è quanto
meno sconsigliabile.
A quanto già detto sopra aggiungete
pure che il mio Iggy preferito è quello, forse
un po' più commerciale, del connubio con Williamson,
aggiungete una scelta di suoni più edulcorata
rispetto al solito, che sicuramente incide in maniera
decisiva sul mordente delle composizioni, contiamo
anche che la performance dell’Iguana questa
volta non è proprio da “manuale”
e direi che ce n’è abbastanza per prevedere
che questo disco prenderà presto la polvere
sul mio scaffale, anche se giuro mi spiace moltissimo
in quanto, ancora oggi, reputo Iggy Pop uno di quei
pochi artisti con qualcosa da dire e da dare, sia
dal vivo che su disco, nonostante quasi quarant'anni
di carriera.
Le$ter
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3 LEGGED DOGG
"Frozen
Summer"
Perris Records 2007
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Quando le poste ci si mettono fanno
davvero danni, infatti non è la prima volta
che mi arriva un pacco e all'interno il CD è
rotto (qualcuno potrà dire: "e meno male
che almeno il CD c'era!!"). E' proprio il caso
dei 3LD speditimi dalla Perris Records e arrivati
a destinazione con una crepa lunga come quella lasciata
dal terremoto a San Francisco nel 1906.
Fortuna che la tecnologia ogni tanto mi viene d'aiuto,
così come il boss della Perris che prontamente
mi uploadato le tracce e così ho anche io la
possibilità di sentire questa band che, mettendo
insieme tutti i componenti di cui ne fanno parte,
hanno venduto tutti insieme 15 milioni di dischi!!
Eh si, chi forma la band non è proprio uno
scappato di casa, ma Jimmy Bain dei Rainbow, Vinny
Appice, Chas Wests (ex Bonham), Brian Youngs (David
Lee Roth) e Carlos Cavazo (ex Quiet Riot).
Mi aspettavo un classico hard rock
da questa formazione, ma invece mi trovo di fronte
un CD, ops, degli mp3, che si, suonano duri, ma che
si allontano drasticamente dalle vecchie produzioni
dei membri del gruppo, optando per un sound assai
grungettone che sa di... Chris Cornell!!!
Avete capito bene... Chris Cornell e ciò non
vuol affatto dire sinonimo di brutta musica, anzi,
reputo la band di Chris Cornell come una delle migliori
uscite dal calderone Seattle, ma rimangono uno dei
casi isolati e questo "Frozen Summer"
non è neanche n brutto disco per il genere
("Give And Take Away" e "Rain On My
Parade" sono 2 buoni esempi di hard rock... "alternativo"),
ma mi lascia un pò di amaro in bocca perchè
mi aspettavo tutt'altro...
Moreno Lissoni
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LUVSICK
"Demo"
Demo 2006
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I milanesi Luvsick propongono in un
grezzo e rock and roll dalle ritmiche punkeggianti
e anche se si parte con un intro Black Sabbath-iano,
l'opener "Cosmic Cowboy" ha poco a che spartire
con la band di Ozzy, una traccia decisamente votata
a sonorità più dirette e rockeggianti.
La band mi ricorda certi demo usciti a metà
anni 90, sia per la registrazione che per il genere
proposto dove si mira spesso a cercare un buon chorous
che possa facilmente incollarsi all'orecchio, e sembrano
riuscirci in "Burning Passion", a mio avviso
il pezzo meglio riuscito del demo.
Quattro i brani presenti dove i buoni
spunti vengono penalizzati dal suono della chitarra
e della batteria, che sovente finiscono per colpa
della registrazione, in secondo piano.
RobSick, MightyMassi e the Jack riescono a trovare
un sound abbastanza personale e con ancora un pò
di esperienza e dei suoni migliori, potranno darci
delle buone soddisfazioni.
Moreno Lissoni
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DANNY VAUGHN
"Traveller"
Frontiers Records 2007
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Danny è un ragazzo oramai un
pò cresciuto che non ha perso la voglia e la
passione per la musica di un certo tipo, per quel
tipo di hard rock fatto di sudore, di ispirazione,
di convinzione, mai di mode e comunque di vero talento.
"Traveller" ne è l’ultima conferma.
Primo disco che prende interamente il nome del nostro
protagonista (ricordiamo il progetto Vaughn che tanto
ha significato e che ha prodotto album di ottima fattura
quali ad esempio "From The Inside")
e che vede la carattesitica di un sound differente
nel suo insieme, un rock melodico americano con chitarre
in primo piano, pochi fronzoli, cori potenti, canzoni
subito efficaci e la voce riconoscibile e inimitabile
di un grande Danny che riesce ad emozionare e a raccontare
con enfasi e con un impatto live l’intero viaggio
del suo cd. Produzione ottima e musicisti di livello
(Tony Marshall, Lee Morris, Steve McKenna, Pat Heath)
completano i 55 minuti di ascolto dell’intero
lavoro.
"Miracle Days", nel suo intenso
lavoro chitarristico e di ricerca melodica condita
da un ritornello di immediata presa rappresentano
a pieno lo stile di questo cd che raggiunge una ulteriore
vetta con "Traveller", accompagnamento acustico
per un classic rock americano dove la voce di Danny
riesce a dipingere un quadro pieno di colori e sfumature.
Paragono la voce di Vaughn a quei grandi artisti che
riescono in ogni canzone a non imitarsi (come ad esempio
Jeff Scott Soto) e "Restless Blood", "Badlands
Rain", "The Warrior’s Way" fanno
capire come la tecnica e la preparazione siano legate
al vero gusto. Lifted, una delle mie preferite, fa
ripensare ai miei amati Tyketto,
la ballad The Touch Of Your Soul con il suo arrangiamento,
le sue parole e l’interpretazione riesce ad
emozionare. Ancora una ballad acustica in "Think
of Me in the Fall" rende questo lavoro completo.
Danny Vaughn è un artista che
quando canta riesce a rendere il 110% e quando lo
fa dal vivo il 150%. La sua passione per la cultura
dei nativi americani oltre che nel suo aspetto la
si trova anche sulla copertina di questo lavoro, il
suo talento lo si può ascoltare in ogni sua
produzione e in particolare nelle tracce di questo
"Traveller" dove raggiunge la piena maturità
artistica e la voglia di prendersi nuove rivincite,
in attesa anche della grande reunion dei Tyketto al
Firefest 4.
Mauro Guarnieri
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TWOPOINTEIGHT
"Twopointeight"
Muse Entity Records
– 2005
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Sapevo che sarebbe successo prima
o poi. La disgrazia si è compiuta: Twopointeight,
il primo gruppo svedese che davvero non mi è
piaciuto. Che peccato! E sì che i quattro Twopointeight
(oddio, sembra di studiare le tabelline) sono in giro
dal 1995 anche questo è il loro primo album
e attualmente sono in tour con Flogging Molly
e Dropkick Murphys.
Giuro, me lo sono ascoltato e riascoltato, ma l’unico
miglioramento è stato passare dal “Mi
fa schifo” al “Lo ascolto ma non mi piace”.
Fanno punk, tanto per non sbagliarci.
Un punk classico à la Clash
che spazia dallo schema più standard del brano
veloce e scazzone (“555”, “Rlrcstr”
tanto per dirne due) a quello più articolato,
toccando gli inaccessibili picchi di “Lay down
on the ground”, che avrebbe potuto tranquillamente
sostituire Dick Dale & his Del-Tones come colonna
sonora alternativa di Pulp Fiction. Il problema è
che il risultato mi pare di una discreta noia. Disco
che a parere mio non decolla, Idee poco originali,
tutte accompagnate da una voce roca difficile da sostenere
per più di 5 minuti. Alla fine il pezzo migliore
è proprio l’opener “Red eye”,
del quale il cd offre anche la traccia video.
Claudia Schiavone
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STREET AVENUE
"From
Toyz To Street"
Demo 2006
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Gruppo siciliano nato 2001 che, dopo
vari cambi di formazione, è giunto alla registrazione
di questo demo dal titolo "From Toyz To Street".
La musica degli Street Avenue si pone al confine tra
street rock e hard rock anni 80, dove c'è la
volontà e l'entusiasmo dell'inizio, ma mancano
ancora un pò di personalità.
Lo schema delle song è quello
classico e che richiama le band icone degli Eighties,
8 tracce in totale con 5 brani inediti e 3 bonus e
cioè le cover di "Get By" e "Errol
Flynn" dei Dog's Damour e "You
Give Love a Bad Name" dei Bon Jovi
per un gruppo che raggiunge tranquillamente la sufficienza,
ma a cui bisogna dare ancora un pò di tempo/esperienza
per "sgrezzarsi" un pò.
Moreno Lissoni
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STUBS
"Far
Away From My Mind"
Demo 2006
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Lavoro penalizzato da una registrazione
non all'altezza, e se devo essere sincero ho fatto
fatica ad arrivare alla fine del CD. Il gruppo di
Padova propone un funky rock debitore a gruppi come
Extreme e Red Hot Chili Peppers,
ma come detto, la resa sonora è il vero punto
debole del lavoro, che risulta "freddo",
anche se la proposta è abbastanza interessante
dal punto di vista musicale.
Preferisco aspettare il loro primo album (che dovrebbe
uscire in primavera), per sbilarciarmi su un giudizio
definitivo, nel mentre non mi resta che segnalare
il loro sito www.stubs.it e la loro pagina di Myspace
dove potrete farvi un'idea delle loro capacità.
Moreno Lissoni
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by Slam! Production® 2001/2007
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