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PRIDE OF LIONS
"
The Roaring Of Dreams"
Frontiers Records 2007
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Terzo album in studio per Jim Peterick
e Toby Hitchcock, in tre parole i Pride of Lions.
Assolutamente un classico per la discografia del Melodic
Rock mondiale, Jim riesce anche in questa occasione
a confermare una creatività mai persa ed esalta
grazie alla voce stupefacente e al talento di Toby
un prodotto di indiscutibile qualità e produzione
perfetta che lo rende probabilmente il miglior disco
della band. I musicisti sono una garanzia per il godimento
delle orecchie: Mike Aquini alle chitarre, Clem Hayes
al basso, Tom Grifin ai cori.
Songwriting che parte direttamente
dal cuore e che porta ad una continua evoluzione del
modo di scrivere di Jim mantenendo sempre le linee
guida che gli hanno permesso di essere così
rinomato e sempre riconoscibile, a volte melodrammatico,
incisivo, nervoso in alcuni punti e melodicamente
affascinante nel complesso. "Heaven of Earth"
rappresenta l’”orgoglio” della musica
melodica mondiale, un esempio da seguire, un classico
entusiasmante e irraggiungibile. "Book of Life"
è nel suo altalenante cambio di intenzione
un vero estratto di una opera rock magistrale, scambio
continuo di voce tra i due protagonisti che creano
quella tensione emotiva unica che anche il primo disco
riusciva a creare in molte tracce. "Love’s
Eternal Flame", "Secret of the Way"
e "Astonish You" rappresentano l’AOR
riportato nello stile degli anni 80, tastiere e atmosfere
con spunti pop che completano l’album e che
lo fanno decollare con una super ballad come "Faithful
Heart" dove Toby riesce a donare massima espressività
e sentimento, arrangiamento orchestrale e melodia
pura.
Le più energiche uptempo "Language
of The Heart" (tipico stile Pride of Lions) e
"Defying Grafvity" (accattivanete quanto
coinvolgente) e la finale e spettacolare "Turnoround"
(che ricorda decisamente "Totally Eclipse of
The Heart") rendono l’intero disco un concentrato
di poesia e musica che permette a Jim e Toby di proseguire
il loro cammino con la certezza che sia sempre verso
la vetta e pieno di soddisfazioni e ispirazione.
Mauro Guarnieri
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JERRY LEE LEWIS
"Last
Man Standing"
Artist First –
2006
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Il Killer è tornato! Classe
1935 Jerry Lee Lewis non ha la minima intenzione di
smettere di essere il ragazzo selvaggio che infuoca
i nostri lombi e corrompe le nostre anime. Jerry invita
una combriccola di amici e li sfida a singolar tenzone
in ventuno riletture, ovviamente “Killer Style”,
di classici del rock.
Sotto le infuocate bordate di boogie e shake cadono
uno dopo l’altro veri e propri monoliti del
rock. Artisti del calibro di Jimmy Page,
B.B. King, Bruce Springsteen,
Neil Young, Jagger Wood
e Richards, Little Richard,
Rod Stewart, Willie Nelson,
Ringo Star portano in dono uno dei loro successi
o anche solo un semplice traditional per sottoporlo
alla “Jerry Lee therapy”.
Il risultato è stupefacente.
Sembra di assistere ad una lezione di rock and roll,
dove, al posto del professore e della tradizionale
cattedra, è facile immaginare uno scatenato
Jerry Lee in piedi su di un pianoforte in fiamme impegnato
a percuotere la tastiera con i suoi mocassini immacolati.
Questo grande vecchio del rock and roll, senza il
minimo problema, si impossessa completamente del brano
che gli viene sottoposto, lo fa suo in ogni singolo
passaggio e lo ripropone in versioni nelle quali si
trova così a suo agio che pare quasi esserne
l’autore. Un’iniezione di rock and roll
purissimo… Attenzione produce assuefazione istantanea.
Le$ter
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WILD FRONTIER
"Bite
The Bullet"
Prime Entertainment
/ Point Music 2007
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I tedeschi Wild Frontier tornano sul
mercato con "Bite The Bullet",
se non erro quinto album per il quartetto nato nel
1990 formato da Jens Walkenhorst, Mario Erdmann, Thomas
Ellenberger e Sebastian Groning. Musicalmente la release
se ne infischia dei trend è segue senza esitazione
la linea del melodic hard rock europeo con la presenza
- nelle giuste dosi - di keyboards e radici salde
in gruppi come Jaded Heart, Pink
Cream 69, Frontline e Crystal
Ball.
Citandovi questi nomi vi sarete già fatti un
quadro generale di "Bite The Bullet",
lavoro composto da 13 tracce più 2 bonus track:
"I Know There's Something Going On", un
classico pop degli anni 80 interpretato da Frida
e scritta da Russ Ballard e una nuova
versione di "I Can´t Believe" già
presente in "One way to heaven", CD uscito
nel 1995.
Si parte con il melodic hard rock di
"Anything You Want", si prosegue con i cori
Leppard-iani di "Don't Walkaway"
e la teutonica "Take A Look At Yourself",
tra PK69 e Gotthard.
L'easy "Good Things Don't Come Easy" ci
porta fino a "Before Your Heart Will Turn To
Stone", pezzo dove riemergono vecchi passati
folk, ma non spaventatevi, il tempo di qualche nota
e tutto torna arioso e potente come il genere detta.
"Everytime (I Look Around)", "One Heart
- One Soul" e "Surrounded" gli altri
pezzi da segnalare per un disco piacevole che si ascolta
volentieri grazie alla sua immediatezza e alle sue
melodie tipicamente continentali.
Moreno Lissoni
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HAREM SCAREM
"Human
Nature"
Vespa Music/ Frontiers
Records 2006
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Non è facile riuscire a mantenere
standard qualitativi elevati ed avere idee creative
ricche di spunti melodici, orecchiabili e mai banali
dopo una discografia così ampia e di lungo
periodo. Parlando degli Harem Scarem questa considerazione
sorge spontanea come la garanzia di un prodotto di
ineccepibile gusto.
La coppia Hess/Lesperance anche in Human Nature
riprende le origini e sembra abbandonare le tonalità
cupe e forse troppo moderne di Overload (a gusto di
chi scrive, si intende) per riaccostarsi a Weight
Of The New World, Higher e Mood
Swing. Melodia, cori pomposi e orecchiabili,
riff di chitarra esplosivi, sezione ritmica ineccepibile
e la classica voce rauca e potente di un ispirato
Harry Hess aiutato nei cori tra gli altri da Darren
Smith.
L’open track "Human Nature",
la seguente "Next Time Around" fanno da
subito capire che la classe e lo stile, costruiti
in tanti anni di passione vera ed evoluzione sonora
senza mai rinnegare il passato ma avendo sempre a
cuore le fondamenta del rock melodico, rendono la
band canadese una certezza esclusiva. Reality infatti
è un classico mid tempo alla Harem Scarem style
così come anche Starlight che non può
altro che rendere felici i fans di vecchia data.
Cosa dire ancora di 45 minuti di ottima musica suonata
magistralmente e prodotta altrettanto bene?
Mauro Guarnieri
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WILLYCRANES
"Gone
Fighting"
Punk Spark 2006
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Quando il "Boss" mi ha portato
questo cd da recensire non avevo assolutamente idea
di chi fossero i Willycranes. Come chi è il
"Boss"? Il "Boss" è Moreno
Lissoni, il dittatore di Slam!, noi poveri scribacchini
(vero Martins? - Federico Martinelli ndb)
che per un pugno di bruscolini siamo costretti ad
ascoltare e recensire milioni di cd lo chiamiamo servilmente
così.
Ma torniamo al disco. Dalla veste grafica mi sarei
aspettato un gruppo southern o roba del genere: quattro
facce stravolte, uno è identico ad Earl dell'omonimo
telefilm, cappelli da cowboy, stivali, occhi pesti
a causa di incontri di pugilato dove si scommettono
pochi dollari e le caratteristiche fisiche dei musicisti
misurate in serpenti, vermi, e uova. Poi leggendo
le note scopro che sono nord europei e le mie certezze
cominciano a vacillare.
Metto finalmente il cd nel lettore
e rimango nuovamente spiazzato: i ragazzi suonano
punk rock. Punk rock in stile american old school,
un nome viene immediatamente alla mente: Dead kennedys.
I clichè del genere sono tutti rispettati e
nemmeno i titoli delle canzoni ci deludono "Sex,
drugs and rock and roll" e "Psychobitch
from hell" sono quelli più signifiativi
e corrispondono anche ai brani migliori.
I Willycranes non brillano certo per originalità
ma il disco scorre via bene ed è una gioia
sapere che ci sono band di punk rock che si rifanno
ai grandio vecchi senza lasciarsi influenzare dalle
tendenze brufolose di quei gruppi che il caro Martinelli
manderebbe volentieri a lavorare (vedi: recensione
dei Fuoriuso). In miniera aggiungerei
io. Ma si sa. io e il Martinelli siamo due vecchi
dinosauri reazionari.
Matteo "ZioTeo" Pinton
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SCARLET VIOLET
"Ready
To Rock"
Self Produced 2006
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Gli Scarlet Violet sono l'ennesima
piacevole sopresa scaturita dal panorama street/glam
del nostro paese. Il giovane four-pieces milanese
è attivo solo da un'anno è si è
buttato nel calderone nostrano con la realizzazione
di un demo CD contenente 5 song dove la passione per
gli anni 80 vive in tutta la durata del lavoro, muovendosi
a loro agio tra soluzioni più "glammy"
("Dirty Little Whore"), sia in quelle dalla
vena più stradaiola ("Back On A Band").
Oltre a queste 2 tracce, posso annoverare anche "Ready
To Rock" come un'altra traccia ben riuscita,
mentre "Bad Reputation" e "In Front
Of you" sembrano avere una marcia in meno.
Motley Crue,
Poison, Tuff e chi più
ne ha più ne metta, hanno impartito lezioni
fondamentali a L.A. (vocals), Fylo (guitar), Fedexx
(bass guitar), NK (drums) e mi sembra abbastanza scontato
dire che risentano completamente delle strutture e
delle idee concepite da quelle band, un tocco di originalità
pertanto non guasterebbe, ma come inizio, mi sembra
più che buono!
Moreno Lissoni
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DOLLHOUSE
"Royal
rendezvous"
Bad Reputation –
2006
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Non so quanti di voi che stanno leggendo
questa recensione hanno avuto modo di vedere i Dollhouse
all’opera qualche anno fa di spalla agli L.A.
Guns e sarei curiosa di sapere cosa ne pensate
o ne avete pensato. Io penso che sebbene la macchina
del tempo non sia ancora stata inventata, i Dollhouse
sono il mezzo che più si avvicina allo scopo
per tutti quelli che ancora non si sono rassegnati
ad essere nati troppo tardi per vivere la rivoluzione
targata Detroit. I Dollhouse sono tutto quello che
un vero appassionato di seventies possa desiderare,
dal look, all’attitudine, al suono. In più
diciamo che aiuta avere un produttore che risponde
al nome di Nicke Andersson, e da questo punto di vista
la scelta del titolo è quanto mai azzeccata.
L’influenza degli MC5
passa inosservata tanto quanto passerebbe
inosservato Bret Michaels dei tempi
d’oro ad un concerto dei Darkthrone.
Non sarà un caso se Michael Davis in persona
ha prodotto il loro debut “The rock and soul
circus”. In effetti il termine rock & soul
è quello che meglio si adatta a descrivere
ciò che il gruppo offre. Tutti i brani scivolano
via emanando un’aura vintage condita qua e là
da tocchi di blues e saltellando da brani più
movimentati e coinvolgenti come l’opener “The
rock & soul fever”, “Living tomorrow”
e “Do you know what I mean” ad estratti
pacati e ragionati (“With my heart & soul”),
senza disdegnare una piccola vena malinconica (almeno
questo è l’effetto che ha su di me) in
“The worried blues”. Tutto congegnato
per e legato dalle chitarre di Andreas Heed.
Si tratta di un disco di buona fattura senza dubbio,
anche se non spicca certo per originalità.
Anzi, per certi versi risulta anche piuttosto ripetitivo
(vedi i riff degli ultimi tre pezzi in particolare),
ma un vero amante del vintage lo apprezzerà.
Ultima critica, a più ampio respiro: il cd
ha 9 pezzi per 34 minuti circa di musica. Azzardo
una previsione ottimistica di 15 euro per acquistarlo…
mmmhhh… secondo me bisognerebbe rivedere qualcosa...
Claudia Schiavone
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DEFUSE
"Defuse"
Tuhma Records 2006
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Hanno recentemente calcato i palchi
italiani per una serie di date a gennaio, e mi rammarico
per non essere potuto andarli a vedere, perchè
l'album distribuito dalla Go Down mi sembra davvero
buono.
Come leggo nella biografia, nascono nel 2000 a Helsinki
e dopo svariati ascolti, non riesco ancora a dare
un indirizzo musicale alla loro proposta sonora che
sembra miscelare diverse correnti, da quella più
'scan' in stile Backyard Babies,
passando per la cattiveria dei Machine Head,
fino a atmosfere alla Monster Magnet.
Hmmm... difficile definirli in un solo
genere, e non sono neanche sicuro che i parogoni fatti
calzino a pennello, sta di fatto che questo disco
mi piace e ho individuato in "Straight in Two",
"Killing Another Tear", "Someday",
"Fall Apart", "Break The Rules",
"Swallow Your Shadow" e "MTF"
i pezzi migliori.
Un disco più facile da ascoltare che da descrivere,
un prodotto ben riuscito che potrà ricevere
numerosi consensi.
Moreno Lissoni
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BELLADONNA
"Ep"
Demo 2006
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Allora, questi non sono i romani Belladonna,
quelli dell'ex Last of The Teenage Idols per intenderci,
ma un nuovo five pieces svedese nato agli inizi del
2006.
Il loro look e le immagini del CD mi avevano portato
fuori strada perchè credevo di trovarmi di
fronte ad un gruppo street rock, o almeno, dedito
a sonorità hard rock anni 80 e invece, quello
che mi viene proposto è un heavy rock di matrice
europea con la voce di Bobby Hott che a tratti ricorda
la timbrica vocale di Bruce Dickinson.
Non sono niente male i rocciosi hard rock di "Belladonna"
e "Sweet Hell" anche se a dirla tutta sono
un pò allergico a questo tipo di sound, anche
se magari godrà delle attenzioni dai lettori
più metallari di Slam!
Moreno Lissoni
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FUORIUSO
"Black
Signs"
Sweet Poison Records
2007
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Dunque, dove eravamo rimasti ? Anno
2003, “Hell is Better Than All”,
6 pezzi che ci fecero conoscere la realtà Fuoriuso,
una band che fin dal nome ha deciso di essere il più
personale possibile e che finalmente, a 4 anni di
distanza pubblica questo “Black Signs”,
11 pezzi di puro e incontaminato” rock’n’roll
in your face”.
Arrivare qui però non è stato facile,
anzi, la band si è dovuta scontrare con la
solita apatia di una “scena” musicale
italiana sempre più penosa e totalmente priva
di qualsiasi attitudine rock, dove band di ragazzini
brufolosi cresciuti a pane e Mtv
credono davvero di poter essere considerate rock…
(per favore Finley, Vitamina e compagnia... andate
a lavorare... grazie), ma siccome la perseveranza
è una dote che non manca alla band bergamasca
ecco che possiamo ascoltare e assaporare un disco
veramente ben fatto e con tutte le caratteristiche
giuste per poter piacere a tanti rockers non solo
della penisola.
Durante la strada la band ha sostituito
il vecchio batterista TnT (peraltro autore di tutte
le ottime parti di batteria del cd) con il nuovo drummer
Rig, proveniente da esperienze musicali molto diverse
ma che ben si è calato nella nuova realtà.
Un intro di un vecchio grammofono ci porta subito
al primo pezzo del cd, “Sexy Teens”, e
non appena parte il riffone di Van Toxic si ha subito
l’impressione che non ci annoieremo certo in
questi 39 minuti... una vera mazzata infatti ci accoglie
nel mondo Fuoriuso, con Holly a pilotare un coro di
presa immediata associato ad un massiccio muro di
suono che non ammette repliche.
“Danger in the City” è
un altro pezzo da 90, anche qui a colpire è
il riff portante del pezzo... semplice ma di impatto
notevolissimo, che apre la strada ad un altro refrain
di splendida fattura... credo che i Brides
of Destruction del secondo album avrebbero
pagato per avere un pezzo di questo livello... sicuramente
avrebbe alzato il livello del cd.
Abbiamo citato proprio la band di Tracii Guns
e compagnia per poter dare un’idea del suono
dei Fuoriuso ma la cosa che più mi colpisce
(e che peraltro avevo rimarcato anche nell’ep
d’esordio) è il fatto che la band è
riuscita ad avere un suono personale e ben riconoscibile...
cosa molto difficile da trovare nel 99% delle produzioni
rock’n’roll attuali.
Certo, volendo si potrebbero trovare
punti d’incontro con i Beautiful Creatures
dell’ultimo album, soprattutto in pezzi come
“F.T.W.” e “Solid Guy” ma
sono solo impressioni di un vecchio scribacchino...
nulla più.
Tra i pezzi migliori del cd meritano senz’altro
una citazione “My Sweet Witch” sorta di
semi-slow song che ricorda la “vecchia”
“Going Fast” e in cui possiamo apprezzare
un’ottima prova di Holly, cantante con una timbrica
molto particolare che lo avvicina in alcuni momenti
ad una vecchia gloria della scena sleazy italiana...
mister Elia from Jolly Power.
“Decadence Dream” invece è una
sorta di omaggio alla gloriosa scena degli eighties...
e credo che a qualche mio coetaneo farà spuntare
una lacrimuccia... che però verrà spazzata
via dall’energia di “Are You Alright”
e “”Love Desire”, altre due mazzate
che in sede live non faranno prigionieri.
Ho lasciato per ultima la cover dei Sex Pistols,
“Liar”… che dire... una rivisitazione
del tutto personale che include intro “tunzettaro”
e controcanti growl (a cura dell’ospite, Mario
dei C12) che avrebbe reso fiero anche
lo zio Sid…
Ottime canzoni, produzione di alto livello, una parte
multimediale con photo session e screensaver, accattivante
veste grafica… serve altro?
Con Thee Stp e Small Jackets
la migliore band italiana... fatevi un favore, comprate
il cd.
Federico Martinelli
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7TH DB
"Rewind"
Self Produced 2006
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Primo studio album per i 7TH DB, gruppo
che vede nei suoi fondatori il chitarrista Jason Wood
che, gli amanti dell'aor conosceranno già per
aver pubblicato un album con i Vision 180
nel 2001 e ora, a distanza di 5 anni, in compagnia
di Brad Bowles alla voce, Kelly Esqurie al basso,
Koobs alla tastiere e Mikie alla batteria torna con
questo "Rewind" dove si continua
il discorso musicale lasciato con la sua vecchia band,
un "rock adulto" che vede ancora Journey,
REO Speedwagon e Styx
tra le influenze principali.
Solo 8 le tracce presenti, si parte
bene con "I’m the One", "All
I Ever Need" e "Waiting Here for You",
ma si perde un pò l'attenzione con le successive
3 canzoni, un pò pallosette... ma ci si riprende
bene con "If This is Love" e "Don't
Be Lonely" altri due bei pezzi di Aor arioso
e melodico.
Moreno Lissoni
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SEX & SIX
"Poker
Hazard (The Greatest Bluff on Earth)"
Self Produced 2006
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Non è passato inosservato il
secondo demo dei Sex & Six, gruppo proveniente
dall'Emilia Romagna che produce un nuovo mini che
tributa i clichè degli Eighties: sound, look
e lyrics vivono di quel periodo, tra Motley
Crue, Poison, sesso e divertimento.
Non so se si prendano veramente sul serio, ma la loro
proposta è riuscita a risaltare tra le decine
di CD distribuiti in ordine sparso sulla mia scrivania...
sarà per alcuni ritornelli davvero azzeccati
("Fist Fuckin'" e "Summertime Girls"),
sarà per la traccia in italiano "Drink
Speciale" (una delle rare volte che preferisco
un pezzo cantato in italiano rispetto ad uno in inglese),
dove Nikki e la Steve Roger
Band vanno mano nella mano, sarà per
il loro bonus video che definire esilarante è
poco (davvero trash, ma spassoso), ma a chi ama il
glam cafone e mette il rock e la f..a, prima di ogni
cosa, beh, dare a loro una possibilità non
vi costa nulla...
Moreno Lissoni
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Joan Jett & The Blackhearts
"Sinner"
Blackheart Records
– 2006
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Quasi le due, domani è giorno
di viaggio: un paio di treni e sarò di nuovo
in studio per cercare di finire questo benedetto disco.
Scorro il dito sullo scaffale impolverato alla ricerca
di buoni suoni per lo studio. Mi accorgo sempre di
più di quanto io e il 2007 facciamo a cazzotti
e così probabilmente anche la mia proposta
musicale. Mi riscaldo con un po’ di buon “vintage
vibe” intanto passo in rassegna il pacco degli
ultimi acquisti telematici e dall’ imballaggio
fa capolino questo Sinner il nuovo Joan Jett, metto
su e… WOW!!!! Batto il piedino (non accade più
così spesso) accenno una piroetta, sculetto
e scalcio come se dovessi condurre un fantastico trenino
punk rock ed è subito classico.
Fresca di quella spontaneità
di chi si mette a completa disposizione delle proprie
canzoni, di chi non ha niente da dimostrare, di chi
non ha programmato ciò che sta suonando ma
che segue semplicemente il battito del proprio cuore,
Joan Jett ci regala uno stupendo come back. Tralasciando
"Naked", pubblicato nel 2004 solo
per il mercato giapponese, erano circa 10 anni che
Joan Jett & The Blackhearts non uscivano con un
disco. Le canzoni all’interno di Sinner
ci raccontano la “mamma di tutte le riot grrrrl”
nel 2006; con il suo solito piglio intelligente ed
ironico, Joan riesce a parlare, cantando il suo vissuto,
infondo di ognuno di noi. Singolo trainante del disco
"Ac-Dc" cover riuscitissima del classico
degli Sweet datato ‘74, nel
caso specifico il pezzo diventa una giocosa, vitale
ed ironica dichiarazione di intenti per la sessualità
diversa di Joan (come partner nel video clip tratto
da questo pezzo, Joan Jett sceglie Carmen Electra…
Buongustaia!).
Tanti i pezzi riproposti dal disco
uscito solo per il mercato giapponese (per altro bellissimo),
ma anche 3 brani nuovi di zecca come la bellissima
"Riddles" sentita e intelligente critica
all’amministrazione Bush dove Joan si rivolge
agli americani chiedendo che cosa sia successo al
suo paese. Prodotto da Bob Rock supportato,
dalla presenza della band in tutte le date del Warped
Tour americano, apprezzatissimo da vecchi volponi
come Little Steven e Van
Zandt questo disco è da prendere a
scatola chiusa.
Le$ter
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THE DEVILDOLLS ROCK AND ROLL STREET GANG
"Demo"
Demo 2007
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Ho ricevuto da Spice D. Warlock di
Glitzine.net una mail che mi chiedeva di promuovere
sulle pagine di SLAM! tali Devildolls RnR Street Gang!
Incuriosito dalla richiesta, mi informo immediatamente
e scopro che nelle sue fila militano Billy Nowhere,
Tom Spencer (Yo-Yo's, Dogs D'amour e Loyalties) e
Joey Cypher Danny Frye & the Devildolls!
Il sito è ancora in costruzione
e non ho molte informazioni riguardo al progetto che
si materializzerà a marzo con l'album dal titolo
"Anthems of the Lost and Forgotten",
ma ho la fortuna di poter ascoltare in anteprima 4
brani che non mi hanno affatto deluso, infatti nei
pezzi vive ancora il suono e l'anima dei loro precedenti
gruppi.
Non ho voglia di aggiungere banalità sui pezzi,
il genere e le loro capacità le conoscete,
e saprete anche cosa vi aspetta... dal canto mio non
vedo l'ora che esca il CD, 4 canzoni non mi bastano
proprio...
Moreno Lissoni
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MONTECRISTO
"Montecristo"
Sleeping Star 2007
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La Sleeping Star è un'etichetta
romana con neanche un anno di vita. Dopo un paio di
pubblicazioni eccoli qui con l'esordio dei capitolini
Montecristo con un'album prodotto da Tony
James (Generation X, Sigue Sigue Sputnik).
Nella loro biografia spicca una frase dello stesso
James che definisce la band in questo modo: "I
montecristo sono sorprendenti, suonano come Marc Bolan
con alle spalle una band punk rock, un incrocio tra
Heartbreakers, Stooges e Generation X".
Detto questo, conosco almeno una decina
di persone che non faranno neanche in tempo ad arrivare
alla fine della recensione che saranno già
corsi su Myspace per ascoltarsi i pezzi, ma veniamo
ai Montecristo, nascono a Roma nel 2005 da Flai (Chitarra),
Luca (Basso), Valerio (Batteria) ed Emiliano (Voce)
e hanno registrato il lavoro agli Sterling Sound di
New York da Steve Fallone (Strokes,
Shivaree, Tv on the Radio, Cocorosie), un lavoro che
vede le influenze in gruppi come MC5,
Misfits e con una forte componente power
pop.
I pezzi che preferisco sono il rock'n'roll punkeggiante
di "Shake Your Bones", "Ready Steady
Nothing", "Devil's Do's", "Misterya"
e "French Kill", da segnalare inoltre la
presenza di Matilde DeRubertis degli Studiodavoli
nella lenta "Loader".
Moreno Lissoni
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CRAZY LIXX
"Heroes
Are Forever"
Swedmetal Records 2007
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Avevo già speso buone parole
parlando dello scorso ep "Do Or Die"
e dopo l'ascolto di "Heroes Are Forever",
singolo di due soli brani, riconfermo le mie impressioni
positive.
La coppia di pezzi presenti si lasciano apprezzare
con il loro hard rock a stelle e strisce, un sound
di chiaro stampo ottantiano che non vuole per nulla
essere a spasso con i tempi, e ci aggiungerei, per
fortuna!
Ultimamente ho criticato molti gruppi
per mancanza di personalità e per il fatto
che reciclino senza fantasia soluzioni adottate qualche
decennio fa dai vari Motley Crue,
Poison o Guns N' Roses,
ma i Crazy Lixx, pur non essendo per nulla originali,
sono riusciti a creare un sound ancora fresco e, ascoltando
la title track, non posso far altro che complimentarvi
con loro, un brano che sembra partorito dagli anni
d'oro del Sunset Strip, con corettoni da stadio "commerciali",
ma non banali, che aggiungono punti al risultato finale.
A questo punto è doveroso chiedersi: a quando
l'album??!?!?
Moreno Lissoni
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GLORIOUS BANKROBBERS
"The
Glorious Sound of Rock n' Roll"
Swedmetal Records 2007
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Ad essere onesto, i GB non sono mai
rientrati tra i miei gruppi preferiti dell'ondata
street/glam scandinava degli anni 80 e, anche se la
loro reunion mi aveva lasciato abbastanza indifferente,
trovarmi il loro CD sulla scrivania è invece
stata una sorpresa. Una gran bella sorpresa!
Sarà perchè non avevo aspettative, sarà
che non sapevo a cosa andavo incontro, ma sta di fatto
che da un paio di giorni a questa parte, "The
Glorious Sound of Rock n' Roll" non ne vuole
sapere di smettere di girare nel mio lettore!
Mi sembra doveroso dare ai più
giovincelli qualche informazione sulla band, che nasce
nel lontano 1983 e l'anno successivo stampa l'esordio
omonimo prodotto da Kee Marcello a
cui segue un tour e "Dynamite Sex Dose"
nel 1989, con un video in rotazione su MTV's Headbangers
e date negli States dove registrano tra l'altro la
loro terza release ufficiale, "Live At The
CBGB's N.Y.C".
Dopodichè la band si scioglie,
Jonas Peterson (chitarra), Mikael Jannson (chitarra),
Oden (batteria) e Lake (basso) formano i Mental
Hippie Blood e Olle Hillburg (voce), si trasferisce
in Norvegia, nei Backstreet Girls.
Dopo tutti questi anni eccoli di nuovo qui a far capire
alle nuove leve come si fa rock and roll, con 12 pezzi,
tra vecchi riregistrati e alcuni mai pubblicati e
così capisco... capisco a chi sono debitori
gruppi come Babylon Bombs ("Crazy
Sioux", "Riding Down the Highway")
o Veins of Jenna e alzo il volume
quando arrivano "Spitfire", "Young
Alcoholic", "Dynamite Sex Dose", "Rodeo",
"Too Much to Touch"...
Dimenticavo, "The Glorious Sound of Rock
n' Roll" vede come guest Chris Laney
(Candlemass, Zan Clan), Strangen e Boba degli Hellacopters!
...Inizia bene questo 2007, speriamo continui così!
Moreno Lissoni
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KORITNI
"Lady
Luck"
Bad Reputation/Frontiers
Records 2007
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Vedendo le foto di Lex Koritni sono
scoppiato a ridere: avete presenti quei ragazzi che
per motivi anagrafici non c’erano quando imperversava
la scena hard rock americana di fine anni 80, inizio
90 ma credono ciecamente in dio Axel Rose
e san C.C. de Ville e vanno in giro
come i rockers del Sunset Strip di quel periodo? Ecco,
Koritni mi è sembrato uno di loro.
Poi mi è venuto in mente che
il nome mi suonava familiare e, ascoltando il disco
è stato tutto chiaro, avevo già apprezzato
la sua voce con i Green Dollar Color
e dietro quell’immagine da “io non c’ero
ma mi sarebbe fottutamente piaciuto esserci”
si cela uno figo, uno con una bella voce e che fa
buonissima musica.
Considerando che arriva dalla terra
dei canguri, dal punto vocale è facile trovare
dei paralleli con suoi conterranei e, se mi sembra
un azzardo avvicinarlo a Bon Scott,
trovo sensati i paragoni con Jimmy Barnes
e in qualche modo con Michael Hutchence.
“Lady luck” contiene elementi
di AC/DC, Rose
Tattoo, reminescenze fine anni 80, una bella
carica di energia, sleaze e brani catchy. Un prodotto
ben fatto. Bravo Koritni.
Matteo 'Zioteo' Pinton
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SIN'S HERE
"If
It bleed we can kill it but never trust it"
Demo 2006
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Dal chitarrista di una delle più
valide band di hard rock melodico nostrane (Heaven's
Touch), nascono i Sin's Here, quartetto friulano
che al momento è impegnato nelle registrazioni
del loro primo full length album. Il buon Marco Liziero,
ci ha fatto pervenire un assaggio con questo "If
It bleed we can kill it but never trust it",
titolo che richiama l'unione di una frase del film
"Predator" ("se sanguina lo
possiamo uccidere") e una tratta dal cartoon
South Park in riferimento al termine vagina: "non
fidarsi di una cosa che sanguina 3 giorni e poi non
muore".
Il demo è più che convincente,
con 6 song apprezzabili per intensità e tecnica,
sorretto da accattivanti melodie, sono la base su
cui si dipana il sound degli Sin's Here che si esalta
con brani come "Won't Feel So Guilty", "Caught
In the Middle" e nella power ballad "I Forget
To Breathe" che ha la particolarità di
avere un intro dove, durante uno zapping radiofonico
si possono individuare i pezzi di Bs Titty,
Janhaus, Heaven's Touch,
Wind e Danzig.
I presupposti messi in campo, lasciano ben sperare,
quindi non ci resta che aspettare il loro eserdio.
Moreno Lissoni
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