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PRIDE OF LIONS
" The Roaring Of Dreams"
Frontiers Records 2007

Terzo album in studio per Jim Peterick e Toby Hitchcock, in tre parole i Pride of Lions. Assolutamente un classico per la discografia del Melodic Rock mondiale, Jim riesce anche in questa occasione a confermare una creatività mai persa ed esalta grazie alla voce stupefacente e al talento di Toby un prodotto di indiscutibile qualità e produzione perfetta che lo rende probabilmente il miglior disco della band. I musicisti sono una garanzia per il godimento delle orecchie: Mike Aquini alle chitarre, Clem Hayes al basso, Tom Grifin ai cori.

Songwriting che parte direttamente dal cuore e che porta ad una continua evoluzione del modo di scrivere di Jim mantenendo sempre le linee guida che gli hanno permesso di essere così rinomato e sempre riconoscibile, a volte melodrammatico, incisivo, nervoso in alcuni punti e melodicamente affascinante nel complesso. "Heaven of Earth" rappresenta l’”orgoglio” della musica melodica mondiale, un esempio da seguire, un classico entusiasmante e irraggiungibile. "Book of Life" è nel suo altalenante cambio di intenzione un vero estratto di una opera rock magistrale, scambio continuo di voce tra i due protagonisti che creano quella tensione emotiva unica che anche il primo disco riusciva a creare in molte tracce. "Love’s Eternal Flame", "Secret of the Way" e "Astonish You" rappresentano l’AOR riportato nello stile degli anni 80, tastiere e atmosfere con spunti pop che completano l’album e che lo fanno decollare con una super ballad come "Faithful Heart" dove Toby riesce a donare massima espressività e sentimento, arrangiamento orchestrale e melodia pura.

Le più energiche uptempo "Language of The Heart" (tipico stile Pride of Lions) e "Defying Grafvity" (accattivanete quanto coinvolgente) e la finale e spettacolare "Turnoround" (che ricorda decisamente "Totally Eclipse of The Heart") rendono l’intero disco un concentrato di poesia e musica che permette a Jim e Toby di proseguire il loro cammino con la certezza che sia sempre verso la vetta e pieno di soddisfazioni e ispirazione.
Mauro Guarnieri

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JERRY LEE LEWIS
"Last Man Standing"
Artist First – 2006

Il Killer è tornato! Classe 1935 Jerry Lee Lewis non ha la minima intenzione di smettere di essere il ragazzo selvaggio che infuoca i nostri lombi e corrompe le nostre anime. Jerry invita una combriccola di amici e li sfida a singolar tenzone in ventuno riletture, ovviamente “Killer Style”, di classici del rock.
Sotto le infuocate bordate di boogie e shake cadono uno dopo l’altro veri e propri monoliti del rock. Artisti del calibro di Jimmy Page, B.B. King, Bruce Springsteen, Neil Young, Jagger Wood e Richards, Little Richard, Rod Stewart, Willie Nelson, Ringo Star portano in dono uno dei loro successi o anche solo un semplice traditional per sottoporlo alla “Jerry Lee therapy”.

Il risultato è stupefacente. Sembra di assistere ad una lezione di rock and roll, dove, al posto del professore e della tradizionale cattedra, è facile immaginare uno scatenato Jerry Lee in piedi su di un pianoforte in fiamme impegnato a percuotere la tastiera con i suoi mocassini immacolati. Questo grande vecchio del rock and roll, senza il minimo problema, si impossessa completamente del brano che gli viene sottoposto, lo fa suo in ogni singolo passaggio e lo ripropone in versioni nelle quali si trova così a suo agio che pare quasi esserne l’autore. Un’iniezione di rock and roll purissimo… Attenzione produce assuefazione istantanea.
Le$ter

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WILD FRONTIER
"Bite The Bullet"
Prime Entertainment / Point Music 2007

I tedeschi Wild Frontier tornano sul mercato con "Bite The Bullet", se non erro quinto album per il quartetto nato nel 1990 formato da Jens Walkenhorst, Mario Erdmann, Thomas Ellenberger e Sebastian Groning. Musicalmente la release se ne infischia dei trend è segue senza esitazione la linea del melodic hard rock europeo con la presenza - nelle giuste dosi - di keyboards e radici salde in gruppi come Jaded Heart, Pink Cream 69, Frontline e Crystal Ball.
Citandovi questi nomi vi sarete già fatti un quadro generale di "Bite The Bullet", lavoro composto da 13 tracce più 2 bonus track: "I Know There's Something Going On", un classico pop degli anni 80 interpretato da Frida e scritta da Russ Ballard e una nuova versione di "I Can´t Believe" già presente in "One way to heaven", CD uscito nel 1995.

Si parte con il melodic hard rock di "Anything You Want", si prosegue con i cori Leppard-iani di "Don't Walkaway" e la teutonica "Take A Look At Yourself", tra PK69 e Gotthard.
L'easy "Good Things Don't Come Easy" ci porta fino a "Before Your Heart Will Turn To Stone", pezzo dove riemergono vecchi passati folk, ma non spaventatevi, il tempo di qualche nota e tutto torna arioso e potente come il genere detta. "Everytime (I Look Around)", "One Heart - One Soul" e "Surrounded" gli altri pezzi da segnalare per un disco piacevole che si ascolta volentieri grazie alla sua immediatezza e alle sue melodie tipicamente continentali.
Moreno Lissoni

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HAREM SCAREM
"Human Nature"
Vespa Music/ Frontiers Records 2006

Non è facile riuscire a mantenere standard qualitativi elevati ed avere idee creative ricche di spunti melodici, orecchiabili e mai banali dopo una discografia così ampia e di lungo periodo. Parlando degli Harem Scarem questa considerazione sorge spontanea come la garanzia di un prodotto di ineccepibile gusto.
La coppia Hess/Lesperance anche in Human Nature riprende le origini e sembra abbandonare le tonalità cupe e forse troppo moderne di Overload (a gusto di chi scrive, si intende) per riaccostarsi a Weight Of The New World, Higher e Mood Swing. Melodia, cori pomposi e orecchiabili, riff di chitarra esplosivi, sezione ritmica ineccepibile e la classica voce rauca e potente di un ispirato Harry Hess aiutato nei cori tra gli altri da Darren Smith.

L’open track "Human Nature", la seguente "Next Time Around" fanno da subito capire che la classe e lo stile, costruiti in tanti anni di passione vera ed evoluzione sonora senza mai rinnegare il passato ma avendo sempre a cuore le fondamenta del rock melodico, rendono la band canadese una certezza esclusiva. Reality infatti è un classico mid tempo alla Harem Scarem style così come anche Starlight che non può altro che rendere felici i fans di vecchia data.
Cosa dire ancora di 45 minuti di ottima musica suonata magistralmente e prodotta altrettanto bene?
Mauro Guarnieri

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WILLYCRANES
"Gone Fighting"
Punk Spark 2006

Quando il "Boss" mi ha portato questo cd da recensire non avevo assolutamente idea di chi fossero i Willycranes. Come chi è il "Boss"? Il "Boss" è Moreno Lissoni, il dittatore di Slam!, noi poveri scribacchini (vero Martins? - Federico Martinelli ndb) che per un pugno di bruscolini siamo costretti ad ascoltare e recensire milioni di cd lo chiamiamo servilmente così.
Ma torniamo al disco. Dalla veste grafica mi sarei aspettato un gruppo southern o roba del genere: quattro facce stravolte, uno è identico ad Earl dell'omonimo telefilm, cappelli da cowboy, stivali, occhi pesti a causa di incontri di pugilato dove si scommettono pochi dollari e le caratteristiche fisiche dei musicisti misurate in serpenti, vermi, e uova. Poi leggendo le note scopro che sono nord europei e le mie certezze cominciano a vacillare.

Metto finalmente il cd nel lettore e rimango nuovamente spiazzato: i ragazzi suonano punk rock. Punk rock in stile american old school, un nome viene immediatamente alla mente: Dead kennedys. I clichè del genere sono tutti rispettati e nemmeno i titoli delle canzoni ci deludono "Sex, drugs and rock and roll" e "Psychobitch from hell" sono quelli più signifiativi e corrispondono anche ai brani migliori.
I Willycranes non brillano certo per originalità ma il disco scorre via bene ed è una gioia sapere che ci sono band di punk rock che si rifanno ai grandio vecchi senza lasciarsi influenzare dalle tendenze brufolose di quei gruppi che il caro Martinelli manderebbe volentieri a lavorare (vedi: recensione dei Fuoriuso). In miniera aggiungerei io. Ma si sa. io e il Martinelli siamo due vecchi dinosauri reazionari.
Matteo "ZioTeo" Pinton

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SCARLET VIOLET
"Ready To Rock"
Self Produced 2006

Gli Scarlet Violet sono l'ennesima piacevole sopresa scaturita dal panorama street/glam del nostro paese. Il giovane four-pieces milanese è attivo solo da un'anno è si è buttato nel calderone nostrano con la realizzazione di un demo CD contenente 5 song dove la passione per gli anni 80 vive in tutta la durata del lavoro, muovendosi a loro agio tra soluzioni più "glammy" ("Dirty Little Whore"), sia in quelle dalla vena più stradaiola ("Back On A Band").
Oltre a queste 2 tracce, posso annoverare anche "Ready To Rock" come un'altra traccia ben riuscita, mentre "Bad Reputation" e "In Front Of you" sembrano avere una marcia in meno.

Motley Crue, Poison, Tuff e chi più ne ha più ne metta, hanno impartito lezioni fondamentali a L.A. (vocals), Fylo (guitar), Fedexx (bass guitar), NK (drums) e mi sembra abbastanza scontato dire che risentano completamente delle strutture e delle idee concepite da quelle band, un tocco di originalità pertanto non guasterebbe, ma come inizio, mi sembra più che buono!
Moreno Lissoni

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DOLLHOUSE
"Royal rendezvous"
Bad Reputation – 2006

Non so quanti di voi che stanno leggendo questa recensione hanno avuto modo di vedere i Dollhouse all’opera qualche anno fa di spalla agli L.A. Guns e sarei curiosa di sapere cosa ne pensate o ne avete pensato. Io penso che sebbene la macchina del tempo non sia ancora stata inventata, i Dollhouse sono il mezzo che più si avvicina allo scopo per tutti quelli che ancora non si sono rassegnati ad essere nati troppo tardi per vivere la rivoluzione targata Detroit. I Dollhouse sono tutto quello che un vero appassionato di seventies possa desiderare, dal look, all’attitudine, al suono. In più diciamo che aiuta avere un produttore che risponde al nome di Nicke Andersson, e da questo punto di vista la scelta del titolo è quanto mai azzeccata.

L’influenza degli MC5 passa inosservata tanto quanto passerebbe inosservato Bret Michaels dei tempi d’oro ad un concerto dei Darkthrone. Non sarà un caso se Michael Davis in persona ha prodotto il loro debut “The rock and soul circus”. In effetti il termine rock & soul è quello che meglio si adatta a descrivere ciò che il gruppo offre. Tutti i brani scivolano via emanando un’aura vintage condita qua e là da tocchi di blues e saltellando da brani più movimentati e coinvolgenti come l’opener “The rock & soul fever”, “Living tomorrow” e “Do you know what I mean” ad estratti pacati e ragionati (“With my heart & soul”), senza disdegnare una piccola vena malinconica (almeno questo è l’effetto che ha su di me) in “The worried blues”. Tutto congegnato per e legato dalle chitarre di Andreas Heed.
Si tratta di un disco di buona fattura senza dubbio, anche se non spicca certo per originalità. Anzi, per certi versi risulta anche piuttosto ripetitivo (vedi i riff degli ultimi tre pezzi in particolare), ma un vero amante del vintage lo apprezzerà. Ultima critica, a più ampio respiro: il cd ha 9 pezzi per 34 minuti circa di musica. Azzardo una previsione ottimistica di 15 euro per acquistarlo… mmmhhh… secondo me bisognerebbe rivedere qualcosa...
Claudia Schiavone

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DEFUSE
"Defuse"
Tuhma Records 2006

Hanno recentemente calcato i palchi italiani per una serie di date a gennaio, e mi rammarico per non essere potuto andarli a vedere, perchè l'album distribuito dalla Go Down mi sembra davvero buono.
Come leggo nella biografia, nascono nel 2000 a Helsinki e dopo svariati ascolti, non riesco ancora a dare un indirizzo musicale alla loro proposta sonora che sembra miscelare diverse correnti, da quella più 'scan' in stile Backyard Babies, passando per la cattiveria dei Machine Head, fino a atmosfere alla Monster Magnet.

Hmmm... difficile definirli in un solo genere, e non sono neanche sicuro che i parogoni fatti calzino a pennello, sta di fatto che questo disco mi piace e ho individuato in "Straight in Two", "Killing Another Tear", "Someday", "Fall Apart", "Break The Rules", "Swallow Your Shadow" e "MTF" i pezzi migliori.
Un disco più facile da ascoltare che da descrivere, un prodotto ben riuscito che potrà ricevere numerosi consensi.
Moreno Lissoni

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BELLADONNA
"Ep"
Demo 2006

Allora, questi non sono i romani Belladonna, quelli dell'ex Last of The Teenage Idols per intenderci, ma un nuovo five pieces svedese nato agli inizi del 2006.
Il loro look e le immagini del CD mi avevano portato fuori strada perchè credevo di trovarmi di fronte ad un gruppo street rock, o almeno, dedito a sonorità hard rock anni 80 e invece, quello che mi viene proposto è un heavy rock di matrice europea con la voce di Bobby Hott che a tratti ricorda la timbrica vocale di Bruce Dickinson.
Non sono niente male i rocciosi hard rock di "Belladonna" e "Sweet Hell" anche se a dirla tutta sono un pò allergico a questo tipo di sound, anche se magari godrà delle attenzioni dai lettori più metallari di Slam!
Moreno Lissoni

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FUORIUSO
"Black Signs"
Sweet Poison Records 2007

Dunque, dove eravamo rimasti ? Anno 2003, “Hell is Better Than All”, 6 pezzi che ci fecero conoscere la realtà Fuoriuso, una band che fin dal nome ha deciso di essere il più personale possibile e che finalmente, a 4 anni di distanza pubblica questo “Black Signs”, 11 pezzi di puro e incontaminato” rock’n’roll in your face”.
Arrivare qui però non è stato facile, anzi, la band si è dovuta scontrare con la solita apatia di una “scena” musicale italiana sempre più penosa e totalmente priva di qualsiasi attitudine rock, dove band di ragazzini brufolosi cresciuti a pane e Mtv
credono davvero di poter essere considerate rock… (per favore Finley, Vitamina e compagnia... andate a lavorare... grazie), ma siccome la perseveranza è una dote che non manca alla band bergamasca ecco che possiamo ascoltare e assaporare un disco veramente ben fatto e con tutte le caratteristiche giuste per poter piacere a tanti rockers non solo della penisola.

Durante la strada la band ha sostituito il vecchio batterista TnT (peraltro autore di tutte le ottime parti di batteria del cd) con il nuovo drummer Rig, proveniente da esperienze musicali molto diverse ma che ben si è calato nella nuova realtà.
Un intro di un vecchio grammofono ci porta subito al primo pezzo del cd, “Sexy Teens”, e non appena parte il riffone di Van Toxic si ha subito l’impressione che non ci annoieremo certo in questi 39 minuti... una vera mazzata infatti ci accoglie nel mondo Fuoriuso, con Holly a pilotare un coro di presa immediata associato ad un massiccio muro di suono che non ammette repliche.

“Danger in the City” è un altro pezzo da 90, anche qui a colpire è il riff portante del pezzo... semplice ma di impatto notevolissimo, che apre la strada ad un altro refrain di splendida fattura... credo che i Brides of Destruction del secondo album avrebbero pagato per avere un pezzo di questo livello... sicuramente avrebbe alzato il livello del cd.
Abbiamo citato proprio la band di Tracii Guns e compagnia per poter dare un’idea del suono dei Fuoriuso ma la cosa che più mi colpisce (e che peraltro avevo rimarcato anche nell’ep d’esordio) è il fatto che la band è riuscita ad avere un suono personale e ben riconoscibile... cosa molto difficile da trovare nel 99% delle produzioni rock’n’roll attuali.

Certo, volendo si potrebbero trovare punti d’incontro con i Beautiful Creatures dell’ultimo album, soprattutto in pezzi come “F.T.W.” e “Solid Guy” ma sono solo impressioni di un vecchio scribacchino... nulla più.
Tra i pezzi migliori del cd meritano senz’altro una citazione “My Sweet Witch” sorta di semi-slow song che ricorda la “vecchia” “Going Fast” e in cui possiamo apprezzare un’ottima prova di Holly, cantante con una timbrica molto particolare che lo avvicina in alcuni momenti ad una vecchia gloria della scena sleazy italiana... mister Elia from Jolly Power.
“Decadence Dream” invece è una sorta di omaggio alla gloriosa scena degli eighties... e credo che a qualche mio coetaneo farà spuntare una lacrimuccia... che però verrà spazzata via dall’energia di “Are You Alright” e “”Love Desire”, altre due mazzate che in sede live non faranno prigionieri.
Ho lasciato per ultima la cover dei Sex Pistols, “Liar”… che dire... una rivisitazione del tutto personale che include intro “tunzettaro” e controcanti growl (a cura dell’ospite, Mario dei C12) che avrebbe reso fiero anche lo zio Sid…
Ottime canzoni, produzione di alto livello, una parte multimediale con photo session e screensaver, accattivante veste grafica… serve altro?
Con Thee Stp e Small Jackets la migliore band italiana... fatevi un favore, comprate il cd.
Federico Martinelli

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7TH DB
"Rewind"
Self Produced 2006

Primo studio album per i 7TH DB, gruppo che vede nei suoi fondatori il chitarrista Jason Wood che, gli amanti dell'aor conosceranno già per aver pubblicato un album con i Vision 180 nel 2001 e ora, a distanza di 5 anni, in compagnia di Brad Bowles alla voce, Kelly Esqurie al basso, Koobs alla tastiere e Mikie alla batteria torna con questo "Rewind" dove si continua il discorso musicale lasciato con la sua vecchia band, un "rock adulto" che vede ancora Journey, REO Speedwagon e Styx tra le influenze principali.

Solo 8 le tracce presenti, si parte bene con "I’m the One", "All I Ever Need" e "Waiting Here for You", ma si perde un pò l'attenzione con le successive 3 canzoni, un pò pallosette... ma ci si riprende bene con "If This is Love" e "Don't Be Lonely" altri due bei pezzi di Aor arioso e melodico.
Moreno Lissoni

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SEX & SIX
"Poker Hazard (The Greatest Bluff on Earth)"
Self Produced 2006

Non è passato inosservato il secondo demo dei Sex & Six, gruppo proveniente dall'Emilia Romagna che produce un nuovo mini che tributa i clichè degli Eighties: sound, look e lyrics vivono di quel periodo, tra Motley Crue, Poison, sesso e divertimento.
Non so se si prendano veramente sul serio, ma la loro proposta è riuscita a risaltare tra le decine di CD distribuiti in ordine sparso sulla mia scrivania... sarà per alcuni ritornelli davvero azzeccati ("Fist Fuckin'" e "Summertime Girls"), sarà per la traccia in italiano "Drink Speciale" (una delle rare volte che preferisco un pezzo cantato in italiano rispetto ad uno in inglese), dove Nikki e la Steve Roger Band vanno mano nella mano, sarà per il loro bonus video che definire esilarante è poco (davvero trash, ma spassoso), ma a chi ama il glam cafone e mette il rock e la f..a, prima di ogni cosa, beh, dare a loro una possibilità non vi costa nulla...
Moreno Lissoni

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Joan Jett & The Blackhearts
"Sinner"
Blackheart Records – 2006

Quasi le due, domani è giorno di viaggio: un paio di treni e sarò di nuovo in studio per cercare di finire questo benedetto disco. Scorro il dito sullo scaffale impolverato alla ricerca di buoni suoni per lo studio. Mi accorgo sempre di più di quanto io e il 2007 facciamo a cazzotti e così probabilmente anche la mia proposta musicale. Mi riscaldo con un po’ di buon “vintage vibe” intanto passo in rassegna il pacco degli ultimi acquisti telematici e dall’ imballaggio fa capolino questo Sinner il nuovo Joan Jett, metto su e… WOW!!!! Batto il piedino (non accade più così spesso) accenno una piroetta, sculetto e scalcio come se dovessi condurre un fantastico trenino punk rock ed è subito classico.

Fresca di quella spontaneità di chi si mette a completa disposizione delle proprie canzoni, di chi non ha niente da dimostrare, di chi non ha programmato ciò che sta suonando ma che segue semplicemente il battito del proprio cuore, Joan Jett ci regala uno stupendo come back. Tralasciando "Naked", pubblicato nel 2004 solo per il mercato giapponese, erano circa 10 anni che Joan Jett & The Blackhearts non uscivano con un disco. Le canzoni all’interno di Sinner ci raccontano la “mamma di tutte le riot grrrrl” nel 2006; con il suo solito piglio intelligente ed ironico, Joan riesce a parlare, cantando il suo vissuto, infondo di ognuno di noi. Singolo trainante del disco "Ac-Dc" cover riuscitissima del classico degli Sweet datato ‘74, nel caso specifico il pezzo diventa una giocosa, vitale ed ironica dichiarazione di intenti per la sessualità diversa di Joan (come partner nel video clip tratto da questo pezzo, Joan Jett sceglie Carmen Electra… Buongustaia!).

Tanti i pezzi riproposti dal disco uscito solo per il mercato giapponese (per altro bellissimo), ma anche 3 brani nuovi di zecca come la bellissima "Riddles" sentita e intelligente critica all’amministrazione Bush dove Joan si rivolge agli americani chiedendo che cosa sia successo al suo paese. Prodotto da Bob Rock supportato, dalla presenza della band in tutte le date del Warped Tour americano, apprezzatissimo da vecchi volponi come Little Steven e Van Zandt questo disco è da prendere a scatola chiusa.
Le$ter

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THE DEVILDOLLS ROCK AND ROLL STREET GANG
"Demo"
Demo 2007

Ho ricevuto da Spice D. Warlock di Glitzine.net una mail che mi chiedeva di promuovere sulle pagine di SLAM! tali Devildolls RnR Street Gang!
Incuriosito dalla richiesta, mi informo immediatamente e scopro che nelle sue fila militano Billy Nowhere, Tom Spencer (Yo-Yo's, Dogs D'amour e Loyalties) e Joey Cypher Danny Frye & the Devildolls!

Il sito è ancora in costruzione e non ho molte informazioni riguardo al progetto che si materializzerà a marzo con l'album dal titolo "Anthems of the Lost and Forgotten", ma ho la fortuna di poter ascoltare in anteprima 4 brani che non mi hanno affatto deluso, infatti nei pezzi vive ancora il suono e l'anima dei loro precedenti gruppi.
Non ho voglia di aggiungere banalità sui pezzi, il genere e le loro capacità le conoscete, e saprete anche cosa vi aspetta... dal canto mio non vedo l'ora che esca il CD, 4 canzoni non mi bastano proprio...
Moreno Lissoni

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montecristorocks.com
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MONTECRISTO
"Montecristo"
Sleeping Star 2007

La Sleeping Star è un'etichetta romana con neanche un anno di vita. Dopo un paio di pubblicazioni eccoli qui con l'esordio dei capitolini Montecristo con un'album prodotto da Tony James (Generation X, Sigue Sigue Sputnik).
Nella loro biografia spicca una frase dello stesso James che definisce la band in questo modo: "I montecristo sono sorprendenti, suonano come Marc Bolan con alle spalle una band punk rock, un incrocio tra Heartbreakers, Stooges e Generation X".

Detto questo, conosco almeno una decina di persone che non faranno neanche in tempo ad arrivare alla fine della recensione che saranno già corsi su Myspace per ascoltarsi i pezzi, ma veniamo ai Montecristo, nascono a Roma nel 2005 da Flai (Chitarra), Luca (Basso), Valerio (Batteria) ed Emiliano (Voce) e hanno registrato il lavoro agli Sterling Sound di New York da Steve Fallone (Strokes, Shivaree, Tv on the Radio, Cocorosie), un lavoro che vede le influenze in gruppi come MC5, Misfits e con una forte componente power pop.
I pezzi che preferisco sono il rock'n'roll punkeggiante di "Shake Your Bones", "Ready Steady Nothing", "Devil's Do's", "Misterya" e "French Kill", da segnalare inoltre la presenza di Matilde DeRubertis degli Studiodavoli nella lenta "Loader".
Moreno Lissoni

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CRAZY LIXX
"Heroes Are Forever"
Swedmetal Records 2007

Avevo già speso buone parole parlando dello scorso ep "Do Or Die" e dopo l'ascolto di "Heroes Are Forever", singolo di due soli brani, riconfermo le mie impressioni positive.
La coppia di pezzi presenti si lasciano apprezzare con il loro hard rock a stelle e strisce, un sound di chiaro stampo ottantiano che non vuole per nulla essere a spasso con i tempi, e ci aggiungerei, per fortuna!

Ultimamente ho criticato molti gruppi per mancanza di personalità e per il fatto che reciclino senza fantasia soluzioni adottate qualche decennio fa dai vari Motley Crue, Poison o Guns N' Roses, ma i Crazy Lixx, pur non essendo per nulla originali, sono riusciti a creare un sound ancora fresco e, ascoltando la title track, non posso far altro che complimentarvi con loro, un brano che sembra partorito dagli anni d'oro del Sunset Strip, con corettoni da stadio "commerciali", ma non banali, che aggiungono punti al risultato finale.
A questo punto è doveroso chiedersi: a quando l'album??!?!?
Moreno Lissoni

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GLORIOUS BANKROBBERS
"The Glorious Sound of Rock n' Roll"
Swedmetal Records 2007

Ad essere onesto, i GB non sono mai rientrati tra i miei gruppi preferiti dell'ondata street/glam scandinava degli anni 80 e, anche se la loro reunion mi aveva lasciato abbastanza indifferente, trovarmi il loro CD sulla scrivania è invece stata una sorpresa. Una gran bella sorpresa!
Sarà perchè non avevo aspettative, sarà che non sapevo a cosa andavo incontro, ma sta di fatto che da un paio di giorni a questa parte, "The Glorious Sound of Rock n' Roll" non ne vuole sapere di smettere di girare nel mio lettore!

Mi sembra doveroso dare ai più giovincelli qualche informazione sulla band, che nasce nel lontano 1983 e l'anno successivo stampa l'esordio omonimo prodotto da Kee Marcello a cui segue un tour e "Dynamite Sex Dose" nel 1989, con un video in rotazione su MTV's Headbangers e date negli States dove registrano tra l'altro la loro terza release ufficiale, "Live At The CBGB's N.Y.C".

Dopodichè la band si scioglie, Jonas Peterson (chitarra), Mikael Jannson (chitarra), Oden (batteria) e Lake (basso) formano i Mental Hippie Blood e Olle Hillburg (voce), si trasferisce in Norvegia, nei Backstreet Girls.
Dopo tutti questi anni eccoli di nuovo qui a far capire alle nuove leve come si fa rock and roll, con 12 pezzi, tra vecchi riregistrati e alcuni mai pubblicati e così capisco... capisco a chi sono debitori gruppi come Babylon Bombs ("Crazy Sioux", "Riding Down the Highway") o Veins of Jenna e alzo il volume quando arrivano "Spitfire", "Young Alcoholic", "Dynamite Sex Dose", "Rodeo", "Too Much to Touch"...
Dimenticavo, "The Glorious Sound of Rock n' Roll" vede come guest Chris Laney (Candlemass, Zan Clan), Strangen e Boba degli Hellacopters! ...Inizia bene questo 2007, speriamo continui così!
Moreno Lissoni

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www.badreputation.fr
 

KORITNI
"Lady Luck"
Bad Reputation/Frontiers Records 2007

Vedendo le foto di Lex Koritni sono scoppiato a ridere: avete presenti quei ragazzi che per motivi anagrafici non c’erano quando imperversava la scena hard rock americana di fine anni 80, inizio 90 ma credono ciecamente in dio Axel Rose e san C.C. de Ville e vanno in giro come i rockers del Sunset Strip di quel periodo? Ecco, Koritni mi è sembrato uno di loro.

Poi mi è venuto in mente che il nome mi suonava familiare e, ascoltando il disco è stato tutto chiaro, avevo già apprezzato la sua voce con i Green Dollar Color e dietro quell’immagine da “io non c’ero ma mi sarebbe fottutamente piaciuto esserci” si cela uno figo, uno con una bella voce e che fa buonissima musica.

Considerando che arriva dalla terra dei canguri, dal punto vocale è facile trovare dei paralleli con suoi conterranei e, se mi sembra un azzardo avvicinarlo a Bon Scott, trovo sensati i paragoni con Jimmy Barnes e in qualche modo con Michael Hutchence. “Lady luck” contiene elementi di AC/DC, Rose Tattoo, reminescenze fine anni 80, una bella carica di energia, sleaze e brani catchy. Un prodotto ben fatto. Bravo Koritni.
Matteo 'Zioteo' Pinton

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SIN'S HERE
"If It bleed we can kill it but never trust it"
Demo 2006

Dal chitarrista di una delle più valide band di hard rock melodico nostrane (Heaven's Touch), nascono i Sin's Here, quartetto friulano che al momento è impegnato nelle registrazioni del loro primo full length album. Il buon Marco Liziero, ci ha fatto pervenire un assaggio con questo "If It bleed we can kill it but never trust it", titolo che richiama l'unione di una frase del film "Predator" ("se sanguina lo possiamo uccidere") e una tratta dal cartoon South Park in riferimento al termine vagina: "non fidarsi di una cosa che sanguina 3 giorni e poi non muore".

Il demo è più che convincente, con 6 song apprezzabili per intensità e tecnica, sorretto da accattivanti melodie, sono la base su cui si dipana il sound degli Sin's Here che si esalta con brani come "Won't Feel So Guilty", "Caught In the Middle" e nella power ballad "I Forget To Breathe" che ha la particolarità di avere un intro dove, durante uno zapping radiofonico si possono individuare i pezzi di Bs Titty, Janhaus, Heaven's Touch, Wind e Danzig.
I presupposti messi in campo, lasciano ben sperare, quindi non ci resta che aspettare il loro eserdio.
Moreno Lissoni

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