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ROYAL BLISS
"After the Chaos II"
Air Castle Records - 2006

Leggendo le varie recensioni di gruppi americani la parola “nuovo” salta fuori spesso e volentieri, forse perché per alcune bands è oggettivamente difficile fare paragoni o catalogarle in generi ben definiti... come nel caso dei Royal Bliss, quartetto con alle spalle ben 5 album e circa 20 mila copie vendute nell’underground statunitense e con una solida reputazione di live band alle spalle.

Il cd è assolutamente gradevole, tra sferzate rock’n’roll di buona fattura come “Brave” e “ Walk Away”, momenti più tranquilli e tipicamente roots come “ Devils & Angels” e “Sweet Rosie” e mid-tempos alla Switchfoot/Hoobstank come “Here They Come”, “Will You Wait For Me” e l’accattivante “Stand Corrected” pezzo che potrebbe funzionare anche in programmi alternative di Mtv se adeguatamente spinto e sorretto.
Nota sicuramente positiva la voce di Neal Middleton, cantante espressivo e mai sopra le righe.
Una band che andrebbe decisamente vista dal vivo, visto le buone vibrazioni suscitate da una manciata di canzoni che non rivoluzioneranno il mercato ma che si lasciano ascoltare con piacere.
Federico Martinelli

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TED POLEY
"Collateral Damage"
Kivel Records - 2006

Se mixiamo la voce e il talento del cantante dei Danger Danger originali con l’inventiva e la genialità del creatore del capolavoro "Crunch" degli Adriangale ecco che abbiamo tra le mani e automaticamente nel lettore cd un prodotto di pregio indiscutibile e di ineccepibile produzione.
La maggior parte delle 10 songs sono state scritte da Vic Rivera con una copartecipazione di Ted, e le sonorità di "Crunch" sono facilmente udibili con il merito alla voce dello stesso Ted di colorare l’album a sua immagine e somiglianza partendo dalla Dangeriana "Yeah, U Want It" che non puo’ far altro che farci saltellare dalla sedia. Rispetto alle produzioni soliste di Poley con i Bone Machine (gruppo praticamente autoprodotto dallo stesso singer nel primo periodo post Danger Danger) e dei Melodica, "Collateral Damage" suona decisamente meglio, i brani sono tutti su alti ritmi ed emotivamente parlando riescono a coinvolgere in modo più intenso e a non stancare anche dopo svariati ascolti.

Brani simbolo possono essere: "Curtain Call" (che melodia!), "Maybe" (incalzante quanto di impatto con la partecipazione del grande chitarrista dei Firehouse Bill Leverty che inventa con la sua chitarra una canzone nella canzone), "Hero Falling" (molto Def Leppardiana e per questo molto apprezzabile), "Heads Up (Look Out Below)" (chorus da grande occasione che ti rimane impresso da subito) e "Rise" (forse la migliore song del progetto, sentita e accattivante nel suo incalzare verso un ritornello geniale).

Unico appunto potrebbe essere la scelta della disposizione dei brani, opinione sicuramente discutbile ma che a parere di chi scrive sarebbe potuta essere analizzata e organizzata con maggiore cura.
Ottimo prodotto del sempre più incredibile Vic Rivera che riesce, suonando tutti gli strumenti, a porre un suo marchio inconfondibile nei suoi lavori e una conferma che vede in forma smagliante Ted Poley che ci attendiamo al più presto dal vivo con i suoi Danger Danger.
Mauro Guarnieri

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RED LIGHT RIPPERS
"Nobody Like A Rat"
Fading Ways - 2006

Sembra che la scena rock and roll sia piuttosto florida in Canada viste le numerose valite uscite degli ultimi tempi. Dopo aver osannato gli esordi discografici di Robin Black e Crystal Pistol, rieccoci qui a parlare di un'altra stuzzicante band proveniente dalla scena di Toronto che nel 2004 si fece conoscere con un demo di 6 brani dal titolo "Demolicious".

I RLR giungono così con "Nobody Like A Rat" al loro debutto discografico composto da 10 brani tra cui la cover di "Pills". Le coordinate sonore non variano di molto, si passa dai primi GUNS N' ROSES ad ALICE COOPER, dai FASTER PUSSYCAT d'annata a dei cenni alla BEAUTIFUL CREATURES, infatti in un paio di occasioni ("Let's Go" e "Freakshow") il vocalist Rip Skinner sembra fare il verso a Joe Lestè.
Il pezzo che preferisco è senza ombra di dubbio la traccia numero 7, "This Dog", 100% Pussycat, ma bene o male tutto il lavoro è sopra la media, un disco di ruffiano e sporco rock n'roll senza pretese che risulterà gradito a chi adora i gruppi elencati.
Moreno Lissoni

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LOVE INJECTIONS
"Breakfast For Champions"
Demo - 2006

Avevamo lasciato i Love Injections con "3 Sheets To The Wind" del 2004 e ora rieccoli con un nuovo Ep, un nuovo bassista Henrik "Linkan" Lindqvist (JetVicious) e un'altro chitarrista, Micke Sahlin. Le tracce presenti su "Breakfast For Champions" seguono la stessa linea intrapresa in passato dal gruppo svedese che propone un rock'n'roll che, se pur non originalissimo, risulta efficace e piacevole.

Ci vengono presentati 5 brani tra cui spiccano "Dead Weight", con un sound che ci catapulta in un'altra epoca; "Dirty Green, Black & Blue", dal coro trascinante e la breve "Down & Out".
Rolling Stones e Faces per aiutarvi a trovare qualche riferimento sonoro, 5 pezzi (tra cui un intermezzo acustico strumentale), sono sempre un pò pochini per dare un giudizio, però il materiale presente su questo “Breakfast For Champions” è sufficiente per confermare le buone parole spese in passato sul gruppo.
Moreno Lissoni

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THE KELVINS
"Shake your ass baby!!"
San Martin Records - 2005

Fico! Nonostante le numerose e valide uscite di questi ultimi tempi, il debut album dei torinesi The Kelvins ha catturato immediatamente la mia attenzione, imponendosi come uno dei miei ascolti italiani di questo 2006.
Il punk rock and roll proposto da Igor (voce e chitarra), Raffo (batteria), Toni (basso) e Ricky (chitarra) è un insieme di RAMONES, QUEERS e THE BONES con uno sguardo particolare ai 60's.

La struttura dei brani è semplice, con pezzi diretti dalla durata media di 2 minuti dove sembra essere impossibile rimanere immobili. Tutte, ripeto, TUTTE le tracce meriterebbero di essere menzionate, ma per ovvi motivi di spazio mi limito solo a segnalarvi la presenza di 3 cover: "Twistin' The Night Away" di Sam Cooke che vede come ospite Hervè dei Peawees, la versione punkizzata di "Dead Flowers" dei Rolling Stones e "That's All Right" di Elvis Presley.
Un bel disco e una vera e propria inaspettata rivelazione.
Moreno Lissoni

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VALENTINE
"The Most Beautiful Pain"
Frontiers - 2006

Robby Valentine giunge con "The Most Beautiful Pain" al suo settimo album che possiamo considerare il più maturo della sua produzione influenzato come la sua intera discografia da attitudine melodic rock a tratti pomp rock e da sonorità che ricordano i Queen prima maniera (dal 73 al 78 per intenderci) con cori armonizzati ed impatto assicurato.

Ottima produzione per 17 tracks che ci fanno passare da brani essenzialmente rock ("I Should Have Known Better"), ad altri decisamente più pop ("One of These Days" sembra una canzone, con le dovute prese di posizione e paragoni, dei Backstreet Boys), altri melodiose ballad rock anni 80 ("The Cold And Lonely Lie" con interpretazione e pathos, uno standard melodico) o usciti proprio da quegli anni ("She", canzone Aor per eccellenza e "How Many Times" anche essa uno standard), altri da influenze british pop ("Magnum Opus" che riprende la mitica "Lazing on A Sunday Afternoon" dei Queen per sonorità e intenzione come pure "Magical Memories" ("I Grow up with A Night at The Opera") e fieramente si può dire che si sente!). Ancora un omaggio all’ottantiana pellicola "Back To The Future" che porta ad un altro classico dal titolo "Now Or Never" e al finale con voce/piano "Exodus Elephantes".

Il filo conduttore di tutto il lavoro è sua maestà Melodic Rock con svariate e incontenibili influenze che rendono l’istrionico artista olandese sempre originale e alla ricerca della non banalità rimanendo fedele a sé stesso e alla ricerca costante della melodia.
Mauro Guarnieri

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DISARM
"By Any Means Necessary"
Self Produced - 2006

Nuova band inglese che affiancherà Robin Black nel tour d'oltre manica che si affaccia al mondo discografico con questo EP di 5 pezzi intitolato "By Any Means Necessary". Il risultato non è davvero niente male, perché la qualità di riproduzione è ottima e riesce a rendere giustizia ai suoni prodotti da Brad (voce e Chitarra), Jamie (chitarra), Noddy (Basso) e Tez (batteria). Anche se il loro hard rock'n'roll moderno e punkizzato è abbastanza abusato negli ultimi tempi, c'è da dire che i Disarm non cadono nel banale e ci lasciano ben sperare per un eventuale full length CD.

E' la title track ad far partire in quarta il disco, a mio avviso anche uno dei migliori episodi del lavoro, dove i 4 si districano con disinvoltura in un hard rock/punk spruzzato di Backyard Babies, così anche nella seguente "Faster, Faster, Kill!" si va giù pesante con una song dallo stesso tiro bastardo dei Crystal Pistol.
"Getaway" e "Too Much is Never Enough" scorrono via senza bruschi cali, mentre ci pensa "Black Can Man" a chiudere questo mini e anche se 5 canzoni sono un pò pochine per dare un giudizio complessivo su una band, posso comunque dire che la prima impressione è stata più che positiva.
Moreno Lissoni

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LIVINTRUST
"Blind Drive"
One6One Records - 2005

Sono uno tra quelli che ha consumato il disco solista di Josh Todd... lo so, le sue divagazioni Nu Metal forse a qualcuno avrebbero pututo far storcere il naso, ma una volta tanto la mia visione a 180° del rock, mi ha permesso di apprezzare sonorità che con glam o Hair Metal hanno ben poco a che fare. Tutto questo per introdurvi al disco d'esordio dei Livintrust, dodici brani dove hard rock moderno si fondono con iniezioni Nu metal, ma non lasciatevi intimorire da questa definizione, perchè "Blind Drive" nel suo genere è davvero un buon disco e già dall’iniziale "Weapon" potrete notare la vericità della mia affermazione: si inizia sull'incazzato andande per poi sconfinare nella seconda parte della song in un Nu Metal abbastanza commerciale.

La formula Modern hard Rock/nu metal viene anche adottata nelle seguenti "We Are In" e "What Makes", ma Art (vocals), Keith (guitar), Holden (guitar), Justin (bass) e Matt (drums) danno il meglio in "Waited", "Last Fight", "Fall", "Sorry" dove le "contaminazioni" sono meno frequenti e nella modern power ballad "Too Late" dall'ottimo potenziale commerciale.
Una buona prestazione, con un sound a passo coi tempi, ma che non disdegna melodie efficaci.
Moreno Lissoni

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SCRAMBLE
"In the face of change"
Curly Music - 2005

Nell'ultimo anno sono arrivati CD che hanno ben poco a che fare col glam o l'hard rock, alcuni più gothicheggianti, altri più metal e altri molto... punk! Di quest'ultimi fanno parte gli Scramble, gruppo formato di Como nato nel 1999 e che ha già dato alle stampe due CD ("Broken glass" nel 2004 e "Give us a Chance" nel 2003).

"In the face of Change" è sicuramente un buon CD, curato sotto ogni aspetto, dalla presentazione alla grafica del booklet e non da meno la produzione che esalta i cori e canzoni come "Losing Faith", "Stupid Girlfriend", "Burning Man", "Don’t Go" e la cover di Simon And Gardfunkel "The Sound of Silence".
Nonostante si tratti di punk, i pezzi hanno una durata sopra la media e ogni tanto possono sembrare ripetitivi, ma a parte ciò, un prodotto appetibile per chi ama l'ultima ondata di gruppi da MTV generation cresciuti con i dischi di Ramones, Green Day o Millencolin.
Moreno Lissoni

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PUSSY SISSTER
"Sleazy Things"
Self Produced - 2005

I Pussy Sisster sono la celebrazione del clichè: monicker, copertina con segno del rossetto sul fronte e gnoccona nuda sul retro, look e song, non c'è proprio un elento che non rimandi ai gruppi degli anni 80. Ok, se da un lato non c'è nulla di male, dall'altro bisogna fare i conti con una scena sleaze/glam ormai satura di cloni e trovo davvero difficile che un gruppo del genere riesca a sfondare (ovvio che spero di essere smentito!).

"Sleazy Things" è un CD di mediocre sleaze/glam metal che paga il tributo hai gruppi hair metal degli anni 80, la produzione e la voce di Alex Sex (che nella lenta "Crying" risulta quasi fastidioso) non aiutano di certo a risollevare le sorti, tra alti e bassi comunque qualcosa si salva: "Over The Top", "Broken Man", "Don't Go Away" e soprattutto "I'll Be Waiting", per il resto song incolori.
Nonostante le critiche che gli ho mosso, la band tedesca sembra dare l'impressone di essere una band convinta dei propri mezzi e con ancora margine di crescita... ma per ora sufficienza stiracchiata.
Moreno Lissoni

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SURVIVOR
"Reach"
Frontiers - 2006

Era il 1977 quando Jim Peterick e Frankie Sullivan diedero vita a questo progetto che nel corso di questi ultimi trenta anni ha creato le basi per la musica Aor riconosciuta un caposaldo ed elemento di ispirazione a livello mondiale. Dal 1983 Jamie Jamison sostituisce Dave Bickler (ex Chicago) e insieme al batterista Marc Droubay (che restarà il batterista della band) e al bassista Stephen Ellis creerà il mito Survivor che ancora oggi prosegue nel tempo. Reach è il nuovo lavoro della formazione americana che orfana di Jim Peterick alle tastiere e nel songwriting, presenta il nuovo bassista Barry Dunaway (ex Malmsteen e Dokken) e un ensemble sonoro e lirico di unica qualità.

12 tracce per 54 minuti di melodia sopraffina, suoni maestosi, voce rotonda quanto eccezionale, emozioni straordinarie che rendono "Reach" uno degli album dell’anno in assoluto e tra i migliori nella discografia Aor e melodic Rock. Dalla prima title track "Reach" alla dodicesima "Home" il ritmo e le emozioni ti diventano un tutt’uno, la voce di Jimi è di quelle che come un tatuaggio ti si imprime nell’anima e Sullivan a livello di songwriting e di ricerche armoniche si conferma un maestro indiscusso.

Ottima qualità a livello di produzione, di scelta di suoni e di songwriting (testo e armonizzazioni) lungo tutte le 12 songs: "Reach", titletrack dicevamo con attitudine rock e con un Jamison che riesce ad emozionare con voce calda e potente al tempo stesso, "Fire Makes Steel" sembra una canzone uscita da un disco dei Seventh Key di Slamer e Greer per linee melodiche e intenzione, "Nevertheless" melodica con un ritornello che ricorda i migliori Nelson, "Seconds Away" la prima ballad intesa in quanto tale, calda ed emozionante tra le sfumature malinconiche che la voce di Jamison riesce a dipingere, "One More Change" è Aor nuda e cruda, trasparente e pura come l’acqua di alta montagna, unica. Ancora "Gimme The World" è la conferma di una evoluzione del melodic rock mantenedo sempre i capisaldi classici con trame tra chitarra e tastiera che si intrecciano all’interpretazione delle linee vocali, "The Rythm Of Your Heart" è la prima monster track dell’album, un capolavoro assoluto che nella sua semplicità riesce ad emozionare e a far emozionare anche i cuori di vecchi rockers.

"I Don’t" è un uptempo che dona un tocco di ulteriore classe e pulizia sonora con altre sfumatore dell’insieme Survivor che sfociano in un ritornello accattivante così come la seconda balld "Half On My Heart" che è proprio la seconda preziosa e irraggingibile gemma di questo record che è destinata ad essere un classico per il gruppo e per il genere. Il terzo tesoro è "Talkin’ About Love" per la sua immediatezza e per la sua freschezza che la rende un classico pezzo fm che potrebbe accompagnare lungo viaggi ritenuti fino ad oggi irraggiungibili…

Lo stesso viaggio si conclude con "Don’t Give Up" e "Home" che con il loro melodic rock riescono a dare quel valore aggiunto per un album che non ha cedimenti di sorta lungo tutto l’ascolto e che riesce ad emozionare continuamente, traccia dopo traccia e ascolto dopo ascolto.
Un ritorno da molti sognato e atteso che probabilmente soddisfa più di quanto ci si potesse aspettare, conferma che la buona nusica non ha età e la classe si distingue sempre dalle proposte commerciali più largamente distribuite e sponsorizzate.
Mauro Guarnieri

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GOTTHARD
"Made In Switzerland"
Nuclear Blast - 2006

Era il 1992. stavo tornando da scuola e comprai una copia di HM da leggermi sulla metropolitana durante il viaggio di ritorno a casa. Tra le recensioni ricordo che mi saltò all'occhio quella di una band svizzera paragonata a Whitesnake e Dee Purple e così il giorno seguente andai dal mio videotecaro di fiducia che allora affittava anche i CD e così mi affittai l'esordio discografico dei Gotthard! Quello fu il mio primo incontro con la band elvetica, un gruppo che mi colpì soprattutto per la bella e calda voce di Steve Lee e tracce come "Standing In the Light", "Downtown", "Main Street Rocket", "Angel" e la strappamutande "All I Care For". Iniziai così è seguirli. Con il seguente "Dial Hard" confermarono la loro bravura e così anche con "G", ma con l'uscita di "Open" rimasi deluso della loro svolta troppo commerciale e li trascurai un pò fino al recente "Lipservice" dove sembra che i nostri siano ritornani a fare sul serio.

Per coronare l'ottimo momento della band, la Nuclear Blast farà uscire un nuovo live che sarà disponibile in un edizione limitata digipack comprendente anche un DVD che cattura l'esibizione dal vivo all’Hallenstadion di Zurigo dello scorso dicembre. 17 tracce che ripercorrono la carriera del gruppo e puntuali come orologi... svizzeri, ecco arrivare "All We Are", "Hush", "Mountain Mama", "One Life One Soul", "Sister Moon", "Lift U Up", "Anytime, Anywhere", un ora e 20 minuti di goduria per i fan del gruppo. L'unico rammarico personale è quello dell'assenza di alcune tracce tra le mie preferite come "Higher", "Open Fire", o quelle già citate del primo album, ma posso capire che con una discografia come la loro, non deve neanche facile scegliere i brani da proporre al pubblico.
Moreno Lissoni

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BOOZED
"Tight Pants"
Bitzcore - 2005

Per chi non lo sapesse, il tedeschi Boozed suoneranno il 5 maggio al Robin Hood Club di Torino, e se dal vivo rendono tanto quanto su CD, allora credo sia uno show da non perdere. Già conosciuti su queste pagine con l'esordio dal titolo "Seizin' the Day" del 2003, rieccoli con un nuovo album, sempre all'insegna di uno scan rock settantiano e turbolento, dove si possono riscontrare similitudini con i vari Hellacopters e Gluecifer e piccole porzioni di Quireboys ("Laserlight") e AC/DC ("Sad Girls").

"Some say cliché, we say classic!" ecco come descrivono la propria musica i 5 giovanotti, una musica che forse saprà di già sentito, ma che ha il merito di dare forma a 36 minuti e mezzo di energia gaudente che vede come highlights la traccia numero 5, "Diana K.", scatenato rock 'n roll old-style, "Everything That I Say" e "Rattlesnake Threat" viaggiano sullo stesso stile, ma tutto l'album rimane su livelli medio-alti, l'unica traccia che non mi fa impazzire è proprio la title-track, ma per il resto, disco piacevole che potrebbe convincermi a spararmi 200 km per andarli a vedere!
Moreno Lissoni

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THE PSYCHOS
"Injection!"
Psycho! Records - 2005

Secondo demo CD per la band di Bolzano conosciuta nel 2003 con il mini omonimo (ripreso anche qui sotto forma di bonus track) e il loro energico e gasato rock'n'roll punkeggiante!
La loro formula sonora si avvicina a quella dei tedeschi JIMMY KEITH AND HIS SHOCKY HORRORS ma con l'aggiunta di un pò di rockabilly che non guasta mai e la coppia di song (She Love Me" e "The One") che apre il CD sono è un pugno nello stomaco.
Giusto il tempo di riprendersi con "Voodoo Daddy" e poi un'altro gancio con la cover di Johnny Cash "Folsom Prison Blues".
Iniezione di adrenalina quella degli Psychos, una buona band da tenere d'occhio!!!
Moreno Lissoni

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BABYLON BOMBS
"Doin' You Nasty"
Smilodon - 2006

I Babylon Bombs sono un nome che sta diventando un sinonimo di buona musica. Se già ci avevano impressionato con "Cracked wide open and bruised" uscito lo scorso anno, con "Doin' You Nasty" balzano tra le prime posizioni dei migliori gruppi svedesi del settore.

Come nel disco precendente, ritroviamo come ospite The Duke Of Honk (Diamond Dogs) nell'opener "Jaded Heart" (ottimo killer track d'apertura) e nella lenta "Slip Away", un pezzo dai riflessi sudisti e campagnoli. Il primo singolo estratto è "Louder" con ai cori Mia Coldheart delle Crucified Barbara (anche presente nell'altro brano lento, "Proud"), un pezzo dove sono ottimamente bilanciate energia e accattivanti melodie, quest'ultime caratterizzano anche l'ottima "Hometown Hero", un'altra song capace di trascinare l'ascoltatore nel suo incedere rockeggiante.

"Starstruck" e "Drop The Bomb" mostrano e ci riconfermano che il quartetto sa scrivere belle composizioni, dodici tracce che lasciano intravedere un futuro luminoso per i nostri. Uno dei problemi di queste magnifiche piccole band, è quello di non riuscire a raggiungere grandi fette di pubblico, speriamo che questa volta non sia il loro caso e che la loro musica possa essere apprezzata da chi ama il rock più sanguinio e genuino! Voto: 8!
Moreno Lissoni

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THE BLESSINGS
"Bare Bones"
Basementboy Records - 2006

Stabili dentro la loro bolla temporale fatta di rock'n'roll, blues e whiskey, tornano a farsi vivi gli americani The Blessings e questa volta non lo fanno con un demo, ma bensì con un CD di 10 tracce!
Sempre Jeremy White (Jeremy and the Suicides/The Slimmer Twins) al comando di questo gruppo che vede Bam/Share (Dogs D'Amour/Bubble) e Mike Hansen alla consolle, mentre come special guest ritroviamo Teddy “Zig Zag” Andreadas (Guns'n'Roses, Alice Cooper) e Dizzy Reed (Guns'n'Roses) già sentiti sul vecchio materiale.

Certo, i The Blessings non riscriveranno la storia del rock, ma in ogni caso faranno la loro porca figura sui nostri scaffali al fianco di Quireboys, Dogs D'Amour, Faces, ecc... riuscendo a produrre un disco piacevole in tutta la sua durata, song semplici ed intense partendo con la booty-shaking song "Drink In Her Hand" fino a giungere alla settantiana "Gone Movin' On", quasi 40 minuti di musica incontaminata che pesca alle radici del rock e fiorisce con pezzi come "The Way It Has To Be", "Goin' Away", "Hang Your Head" e "Chop You Down".

Senza troppi giri di parole, "Bare Bones" piacerà senza dubbio a chi ascolta Diamond Dogs, Dogtown Balladeers, Blackeyed Susan e gruppi simili.
Moreno Lissoni

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GRIFFIN
"Not Wise Enough To Think"
Smart MSR - 2006

Bastiaan Wetting, Niles Van den Berg e Marc Van der Meer sono un nuovo combo olandese che si lancia sul mercato del punk pop con richiami alternativi/modern rock con già un buon seguito alle spalle e occasioni per farsi conoscore come i concerti di supporto a Danko Jones e Sugarcult.

Le influenze vanno dagli Smashing Pumpkings meno trita-maroni fino al punk da classica di Blink 182/Simple Plain con certi arrangiamenti cari ai Goo Goo Dolls. Tra i brani spiccano "Got No Feelings", "Always Complicated" e "Why Don't You Call Me", un buon tiro e ottime melodie che se fossero supportate anche da un video non faticherebbero troppo a girare in qualche emittente musicale. A parte qualche noiosa song da classifica il risultato finale rimane più che buono e una cliccata sul loro sito è più che consigliata.
Moreno Lissoni

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KID EGO
"Promo 2005"
Promo - 2005

Prima produzione per gli inglesi Kid Ego, band nata nel 2004 e che farà parte del bill del prossimo Crue fest. Il gruppo anglosassone si presenta con un hard rock dal sapore stradaiolo, ma purtroppo sono solo 2 i pezzi che ci fanno ascoltare e nonostante questo la prima impressione sembra convincente.
Già con la song d'apertura "Lady Conniver" saltano all'orecchio influenze che possono arrivare da Motley Crue, Guns N' Roses, Ratt e così via, ma sembra altrettanto chiaro l'intento di rielaborare tali sonorità senza e cadere troppo nel 'clone'.

Il discorso può essere valido anche per la successiva "Till I Die" con chitarre e cori in pieno stile Eighties. Tirando le somme, i Kid Ego sono una band con buone prospettive di crescita e miglioramento, ma ci vorrebbero alcune tracce in più per dare una valutazione più completa.
Moreno Lissoni

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JOE SATRIANI
"Supercolossal"
Epic Records – 2006

Finalmente è tornato! Peccato che Joe Satriani ci impieghi come minimo due anni per pubblicare un disco. Contrariamente a certi altri suoi blasonati colleghi, il panorama chitarristico contemporaneo beneficerebbe di una sua maggiore presenza sulle scene, e questo disco, a parte una copertina tutt’altro che bella, conferma il grande valore di questo musicista, uno di quelli veramente meritevoli di attenzione.

Non ci sono particolari sorprese. “Supercolossal” si può definire un’ennesima conferma dello stile estremamente personale di Satriani, il suo notevole uso degli effetti, che però non snaturano il suono personalissimo e limpido della sua Ibanez, la sua predilezione per brani strumentali medio- veloci, dai contenuti scanzonati ma che non tolgono spazio ai brani intensi e riflessivi; è il caso di ‘Ten words’, che Satriani scrisse all’indomani del famigerato 11 settembre, brano prima volontariamente nascosto perché troppo emotivamente sconvolgente e poi ripreso a debita distanza. D’altronde, una delle caratteristiche di questo musicista è proprio la capacità di suscitare emozioni di ogni genere a partire da riff semplicissimi, ripetuti all’infinito e impreziositi volta per volta da elementi sempre nuovi, generando un’atmosfera densa e ricca di significati molteplici.

Un’ulteriore conferma del marchio di fabbrica Satriani si ritrova anche nel booklet, scarno, a dimostrazione di come i contenuti efficaci non necessitino sempre di grandi spazi; le pagine interne riportano bravi descrizioni di ogni singolo brano, scritte dal Satch in persona, che descrivono, alternando dettagli tecnici e di influenze sulla composizione, come ogni singolo pezzo è nato. Certo, non è niente di nuovo, e per un non esperto di strumenti ed amplificatori certi dettagli possono sembrare inutili e sprecati. Tuttavia questo insieme di dettagli aiuta a capire quanto Satriani sia meticoloso nella preparazione di un brano e non abbia problemi a mettere allo scoperto le sue indubbie competenze.

Oltre al già citato ‘Ten words’, i brani migliori risultano essere ‘Supercolossal’, il brano di apertura, che richiama molto da vicino le sonorità più allegre del precedente disco “Is there love in space?”, ‘Redshift riders’, abbastanza malinconica ma anche carica di forza appassionata, ‘Theme from a strange world’, che sembra una sigla da cartone animato giapponese delirante, e anche ‘The meaning of love’, nonostante il titolo da telenovela di terz’ordine, ha in sé un certo senso di spiritualità che la rende più emozionante di altri brani del genere. Da avere assolutamente, la copertina magari si può anche occultare, tanto il bello è tutto all’interno.
Anna Minguzzi

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BLUE TEARS
" The Innocent Ones "
AOR / Metal Heaven - 2006

Erano i primi anni 90 quando acquistai il debutto discografico dei Blue Tears, four-pieces del Tennessee formato da
Gregg Fulkerson (voce/chitarra), Michael Spears (basso), Bryan Hall (chitarra) e Charlie Lauderdale (batteria) e rimasi stupido dalla loro perfetta miscela tra BON JOVI e DEF LEPPARD.
Dopo il loro fortunato esordio, la band completò nel 1992 il secondo lavoro ma che è stato pubblicato solo lo scorso anno sotto forma di raccolta dalla Sun City Records con i titoli di “Mad, Bad & Dangerous” e “Dancin' On The Back Streets”. Nel corso di questi anni Fulkerson si è tenuto impegnato lavorando tra gli altri sul debutto solista di Michael Sweet (Stryper) e nel 2002 (insieme al bassista Michael Spears) diedero vita agli ATTRACTION 65.

Rimasto solo Gregg Fulkerson della formazione originale e coadiuvato da Bryan Wolski, "The Innocent Ones" riparte proprio da dove la band ci aveva lasciato, con un riff che ci riporta proprio a "Rockin' With the Radio", infatti con "Drive" si prosegue proprio su quella scia: song pomposa e melodica che sembra uscita dalle radio americane di 25 anni fa.
Il gruppo a cui si avvicinano di più sono sicuramente i BON JOVI, ascoltate il refrain di "Run For Your Life" che pesca a piene mani dalla celebre "Born To be My Baby", oppure i molodic rock di "In Your Dreams" e "Fast Times", sembrano proprio essere stati scritti dal biondo singer del New Jersey.

Nell'album troviamo inoltre tracce SPRINGSTEEN-iane nella title-track e in "Money To Burn", qualche accenno LEPPARD-iano in "She Wants To Be A Star", mentre spuntano i BOULEVARD nell'aor di "Gloryland" e JOHNNY LIMA qua e là.
Delle 4 ballad presenti, solo la conclusiva "Unrequited Love" riesce a darmi qualche emozione, ma rimane sicuramente un buon album, non a livello del primo, ma fatto di piacevoli momenti... Bon Joviani!!!
Moreno Lissoni

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I WALK THE LINE
"Desolation Street"
Combat Rock Industry - 2006

Pur essendo una band di recente formazione (2003) i finlandesi I WALK THE LINE sono già giunti al traguardo del secondo album che si va ada aggiungere a "Badlands” del 2004. Formazione composta da ex membri di Wasted, Manifesto Jukebox e Hero Dishonest: Ville Rönkkö (voce, basso), Antti Rönkkö (chitarra), Jani Koskinen (chitarra), Anna Pirkola (tastiere) e Jussi Kenttämaa (batteria) e basterebbe ascoltare l'opener "Just Like the Rest" per rendersi conto che questo non è il solito gruppo punk rock, ma come loro stessi ammettono, risentono di influenze di Murder City Devils, Rocket From The Crypt, Social Distortion, Dead Boys, ecc. il tutto condito da atmosfere malinconiche e incupite dalle keywords di Anna Pirkola.

In "Desolation Street" hanno saputo rielaborare queste influenze con elementi originali che fanno di questo disco un prodotto interessante, di qualità superiore alla media e che ci regala ottimi spunti come "Dead Seeds", "World on a Pyre", "Where Strangers Meet" e "Hollow". Di sicuro non scalerà le classifiche di vendita, ma la forza dell’onestà, fa di questo lavoro un buon album di settore.
Moreno Lissoni

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MANDO
"The songs of Maldorores"
Demo - 2005

Non mi è molto chiaro perchè certi gruppi si ostinano a mandare i CD a SLAM! nonostante il pay-off del sito dica “Party Rock’zine” e sia fatto di stelline e di tamarrate rock’n’roll… bah… tra queste band troviamo il trio svedese dei Mando formato da Limme (voce e chitarra), Osse (basso) e Ruben (batteria) che mi hanno mandato un demo con zero note di copertina e i titoli delle song scritti a mano sul CD, ma deduco si tratti del loro unico lavoro chiamato “The songs of Maldorores”.

Premetto che a me questo genere non piace, quindi prendete con le pinze quello che dirò perchè queste sonorità a metà strada tra Placebo e Muse, mi rattristano alquanto e l’opener “The Chains” non sembra finire mai, una di quelle song che con uno scatto felino ti fa premere l’indice sul tasto skip. Con “Monster” la solfa non cambia, anzi, mi sento ancora più triste e prego che “Cage”, la terza e ultima traccia, sia un pochino più spumeggiante, ma ahimè, rimango deluso!
Se vi piace affligervi con atmosfere tormentate, date un’ascoltata agli mp3 presenti sul sito, se invece vi amate il rock’n’roll, beh.. allora passate direttamente a un'altra recensione!
Moreno Lissoni

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