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ROYAL BLISS
"After
the Chaos II"
Air Castle Records
- 2006
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Leggendo le varie recensioni di gruppi
americani la parola “nuovo” salta fuori
spesso e volentieri, forse perché per alcune
bands è oggettivamente difficile fare paragoni
o catalogarle in generi ben definiti... come nel caso
dei Royal Bliss, quartetto con alle spalle ben 5 album
e circa 20 mila copie vendute nell’underground
statunitense e con una solida reputazione di live
band alle spalle.
Il cd è assolutamente gradevole,
tra sferzate rock’n’roll di buona fattura
come “Brave” e “ Walk Away”,
momenti più tranquilli e tipicamente roots
come “ Devils & Angels” e “Sweet
Rosie” e mid-tempos alla Switchfoot/Hoobstank
come “Here They Come”, “Will You
Wait For Me” e l’accattivante “Stand
Corrected” pezzo che potrebbe funzionare anche
in programmi alternative di Mtv se adeguatamente spinto
e sorretto.
Nota sicuramente positiva la voce di Neal Middleton,
cantante espressivo e mai sopra le righe.
Una band che andrebbe decisamente vista dal vivo,
visto le buone vibrazioni suscitate da una manciata
di canzoni che non rivoluzioneranno il mercato ma
che si lasciano ascoltare con piacere.
Federico Martinelli
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TED POLEY
"Collateral
Damage"
Kivel Records - 2006
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Se mixiamo la voce e il talento del
cantante dei Danger Danger originali
con l’inventiva e la genialità del creatore
del capolavoro "Crunch" degli Adriangale
ecco che abbiamo tra le mani e automaticamente nel
lettore cd un prodotto di pregio indiscutibile e di
ineccepibile produzione.
La maggior parte delle 10 songs sono state scritte
da Vic Rivera con una copartecipazione di Ted, e le
sonorità di "Crunch" sono
facilmente udibili con il merito alla voce dello stesso
Ted di colorare l’album a sua immagine e somiglianza
partendo dalla Dangeriana "Yeah, U Want It"
che non puo’ far altro che farci saltellare
dalla sedia. Rispetto alle produzioni soliste di Poley
con i Bone Machine (gruppo praticamente
autoprodotto dallo stesso singer nel primo periodo
post Danger Danger) e dei Melodica,
"Collateral Damage" suona decisamente
meglio, i brani sono tutti su alti ritmi ed emotivamente
parlando riescono a coinvolgere in modo più
intenso e a non stancare anche dopo svariati ascolti.
Brani simbolo possono essere: "Curtain
Call" (che melodia!), "Maybe" (incalzante
quanto di impatto con la partecipazione del grande
chitarrista dei Firehouse Bill Leverty
che inventa con la sua chitarra una canzone nella
canzone), "Hero Falling" (molto Def
Leppardiana e per questo molto apprezzabile),
"Heads Up (Look Out Below)" (chorus da grande
occasione che ti rimane impresso da subito) e "Rise"
(forse la migliore song del progetto, sentita e accattivante
nel suo incalzare verso un ritornello geniale).
Unico appunto potrebbe essere la scelta
della disposizione dei brani, opinione sicuramente
discutbile ma che a parere di chi scrive sarebbe potuta
essere analizzata e organizzata con maggiore cura.
Ottimo prodotto del sempre più incredibile
Vic Rivera che riesce, suonando tutti gli strumenti,
a porre un suo marchio inconfondibile nei suoi lavori
e una conferma che vede in forma smagliante Ted Poley
che ci attendiamo al più presto dal vivo con
i suoi Danger Danger.
Mauro Guarnieri
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RED LIGHT RIPPERS
"Nobody
Like A Rat"
Fading Ways - 2006
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Sembra che la scena rock and roll
sia piuttosto florida in Canada viste le numerose
valite uscite degli ultimi tempi. Dopo aver osannato
gli esordi discografici di Robin Black
e Crystal Pistol, rieccoci qui a
parlare di un'altra stuzzicante band proveniente dalla
scena di Toronto che nel 2004 si fece conoscere con
un demo di 6 brani dal titolo "Demolicious".
I RLR giungono così con "Nobody
Like A Rat" al loro debutto discografico
composto da 10 brani tra cui la cover di "Pills".
Le coordinate sonore non variano di molto, si passa
dai primi GUNS N' ROSES ad ALICE
COOPER, dai FASTER PUSSYCAT
d'annata a dei cenni alla BEAUTIFUL CREATURES,
infatti in un paio di occasioni ("Let's Go"
e "Freakshow") il vocalist Rip Skinner sembra
fare il verso a Joe Lestè.
Il pezzo che preferisco è senza ombra di dubbio
la traccia numero 7, "This Dog", 100% Pussycat,
ma bene o male tutto il lavoro è sopra la media,
un disco di ruffiano e sporco rock n'roll senza pretese
che risulterà gradito a chi adora i gruppi
elencati.
Moreno Lissoni
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LOVE INJECTIONS
"Breakfast
For Champions"
Demo - 2006
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Avevamo lasciato i Love Injections
con "3 Sheets To The Wind" del
2004 e ora rieccoli con un nuovo Ep, un nuovo bassista
Henrik "Linkan" Lindqvist (JetVicious)
e un'altro chitarrista, Micke Sahlin. Le tracce presenti
su "Breakfast For Champions" seguono
la stessa linea intrapresa in passato dal gruppo svedese
che propone un rock'n'roll che, se pur non originalissimo,
risulta efficace e piacevole.
Ci vengono presentati 5 brani tra cui
spiccano "Dead Weight", con un sound che
ci catapulta in un'altra epoca; "Dirty Green,
Black & Blue", dal coro trascinante e la
breve "Down & Out".
Rolling Stones e Faces per
aiutarvi a trovare qualche riferimento sonoro, 5 pezzi
(tra cui un intermezzo acustico strumentale), sono
sempre un pò pochini per dare un giudizio,
però il materiale presente su questo “Breakfast
For Champions” è sufficiente per
confermare le buone parole spese in passato sul gruppo.
Moreno Lissoni
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THE KELVINS
"Shake
your ass baby!!"
San Martin Records - 2005
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Fico! Nonostante le numerose e valide
uscite di questi ultimi tempi, il debut album dei
torinesi The Kelvins ha catturato immediatamente la
mia attenzione, imponendosi come uno dei miei ascolti
italiani di questo 2006.
Il punk rock and roll proposto da Igor (voce e chitarra),
Raffo (batteria), Toni (basso) e Ricky (chitarra)
è un insieme di RAMONES, QUEERS
e THE BONES con uno sguardo particolare
ai 60's.
La struttura dei brani è semplice,
con pezzi diretti dalla durata media di 2 minuti dove
sembra essere impossibile rimanere immobili. Tutte,
ripeto, TUTTE le tracce meriterebbero di essere menzionate,
ma per ovvi motivi di spazio mi limito solo a segnalarvi
la presenza di 3 cover: "Twistin' The Night Away"
di Sam Cooke che vede come ospite
Hervè dei Peawees, la versione
punkizzata di "Dead Flowers" dei Rolling
Stones e "That's All Right" di
Elvis Presley.
Un bel disco e una vera e propria inaspettata rivelazione.
Moreno Lissoni
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VALENTINE
"The
Most Beautiful Pain"
Frontiers - 2006
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Robby Valentine giunge con "The
Most Beautiful Pain" al suo settimo album
che possiamo considerare il più maturo della
sua produzione influenzato come la sua intera discografia
da attitudine melodic rock a tratti pomp rock e da
sonorità che ricordano i Queen
prima maniera (dal 73 al 78 per intenderci) con cori
armonizzati ed impatto assicurato.
Ottima produzione per 17 tracks che
ci fanno passare da brani essenzialmente rock ("I
Should Have Known Better"), ad altri decisamente
più pop ("One of These Days" sembra
una canzone, con le dovute prese di posizione e paragoni,
dei Backstreet Boys), altri melodiose
ballad rock anni 80 ("The Cold And Lonely Lie"
con interpretazione e pathos, uno standard melodico)
o usciti proprio da quegli anni ("She",
canzone Aor per eccellenza e "How Many Times"
anche essa uno standard), altri da influenze british
pop ("Magnum Opus" che riprende la mitica
"Lazing on A Sunday Afternoon" dei Queen
per sonorità e intenzione come pure "Magical
Memories" ("I Grow up with A Night at The
Opera") e fieramente si può dire che si
sente!). Ancora un omaggio all’ottantiana pellicola
"Back To The Future" che porta ad un altro
classico dal titolo "Now Or Never" e al
finale con voce/piano "Exodus Elephantes".
Il filo conduttore di tutto il lavoro
è sua maestà Melodic Rock con svariate
e incontenibili influenze che rendono l’istrionico
artista olandese sempre originale e alla ricerca della
non banalità rimanendo fedele a sé stesso
e alla ricerca costante della melodia.
Mauro Guarnieri
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DISARM
"By
Any Means Necessary"
Self Produced - 2006
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Nuova band inglese che affiancherà
Robin Black nel tour d'oltre manica
che si affaccia al mondo discografico con questo EP
di 5 pezzi intitolato "By Any Means Necessary".
Il risultato non è davvero niente male, perché
la qualità di riproduzione è ottima
e riesce a rendere giustizia ai suoni prodotti da
Brad (voce e Chitarra), Jamie (chitarra), Noddy (Basso)
e Tez (batteria). Anche se il loro hard rock'n'roll
moderno e punkizzato è abbastanza abusato negli
ultimi tempi, c'è da dire che i Disarm non
cadono nel banale e ci lasciano ben sperare per un
eventuale full length CD.
E' la title track ad far partire in
quarta il disco, a mio avviso anche uno dei migliori
episodi del lavoro, dove i 4 si districano con disinvoltura
in un hard rock/punk spruzzato di Backyard
Babies, così anche nella seguente
"Faster, Faster, Kill!" si va giù
pesante con una song dallo stesso tiro bastardo dei
Crystal Pistol.
"Getaway" e "Too Much is Never Enough"
scorrono via senza bruschi cali, mentre ci pensa "Black
Can Man" a chiudere questo mini e anche se 5
canzoni sono un pò pochine per dare un giudizio
complessivo su una band, posso comunque dire che la
prima impressione è stata più che positiva.
Moreno Lissoni
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LIVINTRUST
"Blind
Drive"
One6One Records - 2005
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Sono uno tra quelli che ha consumato
il disco solista di Josh Todd...
lo so, le sue divagazioni Nu Metal forse a qualcuno
avrebbero pututo far storcere il naso, ma una volta
tanto la mia visione a 180° del rock, mi ha permesso
di apprezzare sonorità che con glam o Hair
Metal hanno ben poco a che fare. Tutto questo per
introdurvi al disco d'esordio dei Livintrust, dodici
brani dove hard rock moderno si fondono con iniezioni
Nu metal, ma non lasciatevi intimorire da questa definizione,
perchè "Blind Drive" nel
suo genere è davvero un buon disco e già
dall’iniziale "Weapon" potrete notare
la vericità della mia affermazione: si inizia
sull'incazzato andande per poi sconfinare nella seconda
parte della song in un Nu Metal abbastanza commerciale.
La formula Modern hard Rock/nu metal
viene anche adottata nelle seguenti "We Are In"
e "What Makes", ma Art (vocals), Keith (guitar),
Holden (guitar), Justin (bass) e Matt (drums) danno
il meglio in "Waited", "Last Fight",
"Fall", "Sorry" dove le "contaminazioni"
sono meno frequenti e nella modern power ballad "Too
Late" dall'ottimo potenziale commerciale.
Una buona prestazione, con un sound a passo coi tempi,
ma che non disdegna melodie efficaci.
Moreno Lissoni
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SCRAMBLE
"In
the face of change"
Curly Music - 2005
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Nell'ultimo anno sono arrivati CD che
hanno ben poco a che fare col glam o l'hard rock,
alcuni più gothicheggianti, altri più
metal e altri molto... punk! Di quest'ultimi fanno
parte gli Scramble, gruppo formato di Como nato nel
1999 e che ha già dato alle stampe due CD ("Broken
glass" nel 2004 e "Give us a Chance"
nel 2003).
"In the face of Change"
è sicuramente un buon CD, curato sotto ogni
aspetto, dalla presentazione alla grafica del booklet
e non da meno la produzione che esalta i cori e canzoni
come "Losing Faith", "Stupid Girlfriend",
"Burning Man", "Don’t Go"
e la cover di Simon And Gardfunkel
"The Sound of Silence".
Nonostante si tratti di punk, i pezzi hanno una durata
sopra la media e ogni tanto possono sembrare ripetitivi,
ma a parte ciò, un prodotto appetibile per
chi ama l'ultima ondata di gruppi da MTV generation
cresciuti con i dischi di Ramones,
Green Day o Millencolin.
Moreno Lissoni
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PUSSY SISSTER
"Sleazy
Things"
Self Produced - 2005
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I Pussy Sisster sono la celebrazione
del clichè: monicker, copertina con segno del
rossetto sul fronte e gnoccona nuda sul retro, look
e song, non c'è proprio un elento che non rimandi
ai gruppi degli anni 80. Ok, se da un lato non c'è
nulla di male, dall'altro bisogna fare i conti con
una scena sleaze/glam ormai satura di cloni e trovo
davvero difficile che un gruppo del genere riesca
a sfondare (ovvio che spero di essere smentito!).
"Sleazy Things"
è un CD di mediocre sleaze/glam metal che paga
il tributo hai gruppi hair metal degli anni 80, la
produzione e la voce di Alex Sex (che nella lenta
"Crying" risulta quasi fastidioso) non aiutano
di certo a risollevare le sorti, tra alti e bassi
comunque qualcosa si salva: "Over The Top",
"Broken Man", "Don't Go Away"
e soprattutto "I'll Be Waiting", per il
resto song incolori.
Nonostante le critiche che gli ho mosso, la band tedesca
sembra dare l'impressone di essere una band convinta
dei propri mezzi e con ancora margine di crescita...
ma per ora sufficienza stiracchiata.
Moreno Lissoni
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SURVIVOR
"Reach"
Frontiers - 2006
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Era il 1977 quando Jim Peterick e Frankie
Sullivan diedero vita a questo progetto che nel corso
di questi ultimi trenta anni ha creato le basi per
la musica Aor riconosciuta un caposaldo ed elemento
di ispirazione a livello mondiale. Dal 1983 Jamie
Jamison sostituisce Dave Bickler (ex Chicago) e insieme
al batterista Marc Droubay (che restarà il
batterista della band) e al bassista Stephen Ellis
creerà il mito Survivor che ancora oggi prosegue
nel tempo. Reach è il nuovo lavoro della formazione
americana che orfana di Jim Peterick alle tastiere
e nel songwriting, presenta il nuovo bassista Barry
Dunaway (ex Malmsteen e Dokken) e un ensemble sonoro
e lirico di unica qualità.
12 tracce per 54 minuti di melodia
sopraffina, suoni maestosi, voce rotonda quanto eccezionale,
emozioni straordinarie che rendono "Reach"
uno degli album dell’anno in assoluto e tra
i migliori nella discografia Aor e melodic Rock. Dalla
prima title track "Reach" alla dodicesima
"Home" il ritmo e le emozioni ti diventano
un tutt’uno, la voce di Jimi è di quelle
che come un tatuaggio ti si imprime nell’anima
e Sullivan a livello di songwriting e di ricerche
armoniche si conferma un maestro indiscusso.
Ottima qualità a livello di
produzione, di scelta di suoni e di songwriting (testo
e armonizzazioni) lungo tutte le 12 songs: "Reach",
titletrack dicevamo con attitudine rock e con un Jamison
che riesce ad emozionare con voce calda e potente
al tempo stesso, "Fire Makes Steel" sembra
una canzone uscita da un disco dei Seventh
Key di Slamer e Greer per linee melodiche
e intenzione, "Nevertheless" melodica con
un ritornello che ricorda i migliori Nelson, "Seconds
Away" la prima ballad intesa in quanto tale,
calda ed emozionante tra le sfumature malinconiche
che la voce di Jamison riesce a dipingere, "One
More Change" è Aor nuda e cruda, trasparente
e pura come l’acqua di alta montagna, unica.
Ancora "Gimme The World" è la conferma
di una evoluzione del melodic rock mantenedo sempre
i capisaldi classici con trame tra chitarra e tastiera
che si intrecciano all’interpretazione delle
linee vocali, "The Rythm Of Your Heart"
è la prima monster track dell’album,
un capolavoro assoluto che nella sua semplicità
riesce ad emozionare e a far emozionare anche i cuori
di vecchi rockers.
"I Don’t" è
un uptempo che dona un tocco di ulteriore classe e
pulizia sonora con altre sfumatore dell’insieme
Survivor che sfociano in un ritornello accattivante
così come la seconda balld "Half On My
Heart" che è proprio la seconda preziosa
e irraggingibile gemma di questo record che è
destinata ad essere un classico per il gruppo e per
il genere. Il terzo tesoro è "Talkin’
About Love" per la sua immediatezza e per la
sua freschezza che la rende un classico pezzo fm che
potrebbe accompagnare lungo viaggi ritenuti fino ad
oggi irraggiungibili…
Lo stesso viaggio si conclude con "Don’t
Give Up" e "Home" che con il loro melodic
rock riescono a dare quel valore aggiunto per un album
che non ha cedimenti di sorta lungo tutto l’ascolto
e che riesce ad emozionare continuamente, traccia
dopo traccia e ascolto dopo ascolto.
Un ritorno da molti sognato e atteso che probabilmente
soddisfa più di quanto ci si potesse aspettare,
conferma che la buona nusica non ha età e la
classe si distingue sempre dalle proposte commerciali
più largamente distribuite e sponsorizzate.
Mauro Guarnieri
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GOTTHARD
"Made
In Switzerland"
Nuclear Blast - 2006
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Era il 1992. stavo tornando da scuola
e comprai una copia di HM da leggermi sulla metropolitana
durante il viaggio di ritorno a casa. Tra le recensioni
ricordo che mi saltò all'occhio quella di una
band svizzera paragonata a Whitesnake e Dee Purple
e così il giorno seguente andai dal mio videotecaro
di fiducia che allora affittava anche i CD e così
mi affittai l'esordio discografico dei Gotthard! Quello
fu il mio primo incontro con la band elvetica, un
gruppo che mi colpì soprattutto per la bella
e calda voce di Steve Lee e tracce come "Standing
In the Light", "Downtown", "Main
Street Rocket", "Angel" e la strappamutande
"All I Care For". Iniziai così è
seguirli. Con il seguente "Dial Hard" confermarono
la loro bravura e così anche con "G",
ma con l'uscita di "Open" rimasi deluso
della loro svolta troppo commerciale e li trascurai
un pò fino al recente "Lipservice"
dove sembra che i nostri siano ritornani a fare sul
serio.
Per coronare l'ottimo momento della
band, la Nuclear Blast farà uscire un nuovo
live che sarà disponibile in un edizione limitata
digipack comprendente anche un DVD che cattura l'esibizione
dal vivo all’Hallenstadion di Zurigo dello scorso
dicembre. 17 tracce che ripercorrono la carriera del
gruppo e puntuali come orologi... svizzeri, ecco arrivare
"All We Are", "Hush", "Mountain
Mama", "One Life One Soul", "Sister
Moon", "Lift U Up", "Anytime,
Anywhere", un ora e 20 minuti di goduria per
i fan del gruppo. L'unico rammarico personale è
quello dell'assenza di alcune tracce tra le mie preferite
come "Higher", "Open Fire", o
quelle già citate del primo album, ma posso
capire che con una discografia come la loro, non deve
neanche facile scegliere i brani da proporre al pubblico.
Moreno Lissoni
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BOOZED
"Tight
Pants"
Bitzcore - 2005
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Per chi non lo sapesse,
il tedeschi Boozed suoneranno il 5 maggio al Robin
Hood Club di Torino, e se dal vivo rendono tanto quanto
su CD, allora credo sia uno show da non perdere. Già
conosciuti su queste pagine con l'esordio dal titolo
"Seizin' the Day" del 2003, rieccoli con
un nuovo album, sempre all'insegna di uno scan rock
settantiano e turbolento, dove si possono riscontrare
similitudini con i vari Hellacopters e Gluecifer e
piccole porzioni di Quireboys ("Laserlight")
e AC/DC ("Sad Girls").
"Some say cliché,
we say classic!" ecco come descrivono la propria
musica i 5 giovanotti, una musica che forse saprà
di già sentito, ma che ha il merito di dare
forma a 36 minuti e mezzo di energia gaudente che
vede come highlights la traccia numero 5, "Diana
K.", scatenato rock 'n roll old-style, "Everything
That I Say" e "Rattlesnake Threat"
viaggiano sullo stesso stile, ma tutto l'album rimane
su livelli medio-alti, l'unica traccia che non mi
fa impazzire è proprio la title-track, ma per
il resto, disco piacevole che potrebbe convincermi
a spararmi 200 km per andarli a vedere!
Moreno Lissoni
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THE PSYCHOS
"Injection!"
Psycho! Records - 2005
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Secondo demo CD per la
band di Bolzano conosciuta nel 2003 con il mini omonimo
(ripreso anche qui sotto forma di bonus track) e il
loro energico e gasato rock'n'roll punkeggiante!
La loro formula sonora si avvicina a quella dei tedeschi
JIMMY KEITH AND HIS SHOCKY HORRORS
ma con l'aggiunta di un pò di rockabilly che
non guasta mai e la coppia di song (She Love Me"
e "The One") che apre il CD sono è
un pugno nello stomaco.
Giusto il tempo di riprendersi con "Voodoo Daddy"
e poi un'altro gancio con la cover di Johnny
Cash "Folsom Prison Blues".
Iniezione di adrenalina quella degli Psychos, una
buona band da tenere d'occhio!!!
Moreno Lissoni
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BABYLON BOMBS
"Doin'
You Nasty"
Smilodon - 2006
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I Babylon Bombs sono un nome che sta
diventando un sinonimo di buona musica. Se già
ci avevano impressionato con "Cracked wide
open and bruised" uscito lo scorso anno,
con "Doin' You Nasty" balzano tra
le prime posizioni dei migliori gruppi svedesi del
settore.
Come nel disco precendente, ritroviamo
come ospite The Duke Of Honk (Diamond Dogs)
nell'opener "Jaded Heart" (ottimo killer
track d'apertura) e nella lenta "Slip Away",
un pezzo dai riflessi sudisti e campagnoli. Il primo
singolo estratto è "Louder" con ai
cori Mia Coldheart delle Crucified Barbara
(anche presente nell'altro brano lento, "Proud"),
un pezzo dove sono ottimamente bilanciate energia
e accattivanti melodie, quest'ultime caratterizzano
anche l'ottima "Hometown Hero", un'altra
song capace di trascinare l'ascoltatore nel suo incedere
rockeggiante.
"Starstruck" e "Drop
The Bomb" mostrano e ci riconfermano che il quartetto
sa scrivere belle composizioni, dodici tracce che
lasciano intravedere un futuro luminoso per i nostri.
Uno dei problemi di queste magnifiche piccole band,
è quello di non riuscire a raggiungere grandi
fette di pubblico, speriamo che questa volta non sia
il loro caso e che la loro musica possa essere apprezzata
da chi ama il rock più sanguinio e genuino!
Voto: 8!
Moreno Lissoni
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THE BLESSINGS
"Bare
Bones"
Basementboy Records
- 2006
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Stabili dentro la loro bolla temporale
fatta di rock'n'roll, blues e whiskey, tornano a farsi
vivi gli americani The Blessings e questa volta non
lo fanno con un demo, ma bensì con un CD di
10 tracce!
Sempre Jeremy White (Jeremy and the Suicides/The
Slimmer Twins) al comando di questo gruppo
che vede Bam/Share (Dogs D'Amour/Bubble)
e Mike Hansen alla consolle, mentre come special guest
ritroviamo Teddy “Zig Zag” Andreadas (Guns'n'Roses,
Alice Cooper) e Dizzy Reed (Guns'n'Roses)
già sentiti sul vecchio materiale.
Certo, i The Blessings non riscriveranno
la storia del rock, ma in ogni caso faranno la loro
porca figura sui nostri scaffali al fianco di Quireboys,
Dogs D'Amour, Faces,
ecc... riuscendo a produrre un disco piacevole in
tutta la sua durata, song semplici ed intense partendo
con la booty-shaking song "Drink In Her Hand"
fino a giungere alla settantiana "Gone Movin'
On", quasi 40 minuti di musica incontaminata
che pesca alle radici del rock e fiorisce con pezzi
come "The Way It Has To Be", "Goin'
Away", "Hang Your Head" e "Chop
You Down".
Senza troppi giri di parole, "Bare
Bones" piacerà senza dubbio a chi
ascolta Diamond Dogs, Dogtown
Balladeers, Blackeyed Susan
e gruppi simili.
Moreno Lissoni
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GRIFFIN
"Not
Wise Enough To Think"
Smart MSR - 2006
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Bastiaan Wetting, Niles Van den Berg
e Marc Van der Meer sono un nuovo combo olandese che
si lancia sul mercato del punk pop con richiami alternativi/modern
rock con già un buon seguito alle spalle e
occasioni per farsi conoscore come i concerti di supporto
a Danko Jones e Sugarcult.
Le influenze vanno dagli Smashing
Pumpkings meno trita-maroni fino al punk
da classica di Blink 182/Simple
Plain con certi arrangiamenti cari ai
Goo Goo Dolls. Tra i brani spiccano "Got
No Feelings", "Always Complicated"
e "Why Don't You Call Me", un buon tiro
e ottime melodie che se fossero supportate anche da
un video non faticherebbero troppo a girare in qualche
emittente musicale. A parte qualche noiosa song da
classifica il risultato finale rimane più che
buono e una cliccata sul loro sito è più
che consigliata.
Moreno Lissoni
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KID EGO
"Promo
2005"
Promo - 2005
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Prima produzione per gli inglesi Kid
Ego, band nata nel 2004 e che farà parte del
bill del prossimo Crue fest. Il gruppo anglosassone
si presenta con un hard rock dal sapore stradaiolo,
ma purtroppo sono solo 2 i pezzi che ci fanno ascoltare
e nonostante questo la prima impressione sembra convincente.
Già con la song d'apertura "Lady Conniver"
saltano all'orecchio influenze che possono arrivare
da Motley Crue, Guns N' Roses,
Ratt e così via, ma sembra
altrettanto chiaro l'intento di rielaborare tali sonorità
senza e cadere troppo nel 'clone'.
Il discorso può essere valido
anche per la successiva "Till I Die" con
chitarre e cori in pieno stile Eighties. Tirando le
somme, i Kid Ego sono una band con buone prospettive
di crescita e miglioramento, ma ci vorrebbero alcune
tracce in più per dare una valutazione più
completa.
Moreno Lissoni
top
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JOE SATRIANI
"Supercolossal"
Epic Records –
2006
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Finalmente è tornato! Peccato
che Joe Satriani ci impieghi come minimo due anni
per pubblicare un disco. Contrariamente a certi altri
suoi blasonati colleghi, il panorama chitarristico
contemporaneo beneficerebbe di una sua maggiore presenza
sulle scene, e questo disco, a parte una copertina
tutt’altro che bella, conferma il grande valore
di questo musicista, uno di quelli veramente meritevoli
di attenzione.
Non ci sono particolari sorprese. “Supercolossal”
si può definire un’ennesima conferma
dello stile estremamente personale di Satriani, il
suo notevole uso degli effetti, che però non
snaturano il suono personalissimo e limpido della
sua Ibanez, la sua predilezione per brani strumentali
medio- veloci, dai contenuti scanzonati ma che non
tolgono spazio ai brani intensi e riflessivi; è
il caso di ‘Ten words’, che Satriani scrisse
all’indomani del famigerato 11 settembre, brano
prima volontariamente nascosto perché troppo
emotivamente sconvolgente e poi ripreso a debita distanza.
D’altronde, una delle caratteristiche di questo
musicista è proprio la capacità di suscitare
emozioni di ogni genere a partire da riff semplicissimi,
ripetuti all’infinito e impreziositi volta per
volta da elementi sempre nuovi, generando un’atmosfera
densa e ricca di significati molteplici.
Un’ulteriore conferma del marchio
di fabbrica Satriani si ritrova anche nel booklet,
scarno, a dimostrazione di come i contenuti efficaci
non necessitino sempre di grandi spazi; le pagine
interne riportano bravi descrizioni di ogni singolo
brano, scritte dal Satch in persona, che descrivono,
alternando dettagli tecnici e di influenze sulla composizione,
come ogni singolo pezzo è nato. Certo, non
è niente di nuovo, e per un non esperto di
strumenti ed amplificatori certi dettagli possono
sembrare inutili e sprecati. Tuttavia questo insieme
di dettagli aiuta a capire quanto Satriani sia meticoloso
nella preparazione di un brano e non abbia problemi
a mettere allo scoperto le sue indubbie competenze.
Oltre al già citato ‘Ten
words’, i brani migliori risultano essere ‘Supercolossal’,
il brano di apertura, che richiama molto da vicino
le sonorità più allegre del precedente
disco “Is there love in space?”, ‘Redshift
riders’, abbastanza malinconica ma anche carica
di forza appassionata, ‘Theme from a strange
world’, che sembra una sigla da cartone animato
giapponese delirante, e anche ‘The meaning of
love’, nonostante il titolo da telenovela di
terz’ordine, ha in sé un certo senso
di spiritualità che la rende più emozionante
di altri brani del genere. Da avere assolutamente,
la copertina magari si può anche occultare,
tanto il bello è tutto all’interno.
Anna Minguzzi
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BLUE TEARS
"
The Innocent Ones "
AOR / Metal Heaven
- 2006
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Erano i primi anni 90 quando acquistai
il debutto discografico dei Blue Tears, four-pieces
del Tennessee formato da
Gregg Fulkerson (voce/chitarra), Michael Spears (basso),
Bryan Hall (chitarra) e Charlie Lauderdale (batteria)
e rimasi stupido dalla loro perfetta miscela tra BON
JOVI e DEF LEPPARD.
Dopo il loro fortunato esordio, la band completò
nel 1992 il secondo lavoro ma che è stato pubblicato
solo lo scorso anno sotto forma di raccolta dalla
Sun City Records con i titoli di “Mad, Bad
& Dangerous” e “Dancin' On
The Back Streets”. Nel corso di questi
anni Fulkerson si è tenuto impegnato lavorando
tra gli altri sul debutto solista di Michael
Sweet (Stryper) e nel 2002 (insieme al bassista
Michael Spears) diedero vita agli ATTRACTION
65.
Rimasto solo Gregg Fulkerson della
formazione originale e coadiuvato da Bryan Wolski,
"The Innocent Ones" riparte proprio
da dove la band ci aveva lasciato, con un riff che
ci riporta proprio a "Rockin' With the Radio",
infatti con "Drive" si prosegue proprio
su quella scia: song pomposa e melodica che sembra
uscita dalle radio americane di 25 anni fa.
Il gruppo a cui si avvicinano di più sono sicuramente
i BON JOVI, ascoltate il refrain
di "Run For Your Life" che pesca a piene
mani dalla celebre "Born To be My Baby",
oppure i molodic rock di "In Your Dreams"
e "Fast Times", sembrano proprio essere
stati scritti dal biondo singer del New Jersey.
Nell'album troviamo inoltre tracce
SPRINGSTEEN-iane nella title-track
e in "Money To Burn", qualche accenno LEPPARD-iano
in "She Wants To Be A Star", mentre spuntano
i BOULEVARD nell'aor di "Gloryland"
e JOHNNY LIMA qua e là.
Delle 4 ballad presenti, solo la conclusiva "Unrequited
Love" riesce a darmi qualche emozione, ma rimane
sicuramente un buon album, non a livello del primo,
ma fatto di piacevoli momenti... Bon Joviani!!!
Moreno Lissoni
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I WALK THE LINE
"Desolation
Street"
Combat Rock Industry
- 2006
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Pur essendo una band di recente formazione
(2003) i finlandesi I WALK THE LINE sono già
giunti al traguardo del secondo album che si va ada
aggiungere a "Badlands” del 2004.
Formazione composta da ex membri di Wasted,
Manifesto Jukebox e Hero
Dishonest: Ville Rönkkö (voce,
basso), Antti Rönkkö (chitarra), Jani Koskinen
(chitarra), Anna Pirkola (tastiere) e Jussi Kenttämaa
(batteria) e basterebbe ascoltare l'opener "Just
Like the Rest" per rendersi conto che questo
non è il solito gruppo punk rock, ma come loro
stessi ammettono, risentono di influenze di Murder
City Devils, Rocket From The Crypt,
Social Distortion, Dead Boys,
ecc. il tutto condito da atmosfere malinconiche e
incupite dalle keywords di Anna Pirkola.
In "Desolation Street"
hanno saputo rielaborare queste influenze con elementi
originali che fanno di questo disco un prodotto interessante,
di qualità superiore alla media e che ci regala
ottimi spunti come "Dead Seeds", "World
on a Pyre", "Where Strangers Meet"
e "Hollow". Di sicuro non scalerà
le classifiche di vendita, ma la forza dell’onestà,
fa di questo lavoro un buon album di settore.
Moreno Lissoni
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MANDO
"The
songs of Maldorores"
Demo - 2005
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Non mi è molto chiaro perchè
certi gruppi si ostinano a mandare i CD a SLAM! nonostante
il pay-off del sito dica “Party Rock’zine”
e sia fatto di stelline e di tamarrate rock’n’roll…
bah… tra queste band troviamo il trio svedese
dei Mando formato da Limme (voce e chitarra), Osse
(basso) e Ruben (batteria) che mi hanno mandato un
demo con zero note di copertina e i titoli delle song
scritti a mano sul CD, ma deduco si tratti del loro
unico lavoro chiamato “The songs of Maldorores”.
Premetto che a me questo genere non
piace, quindi prendete con le pinze quello che dirò
perchè queste sonorità a metà
strada tra Placebo e Muse,
mi rattristano alquanto e l’opener “The
Chains” non sembra finire mai, una di quelle
song che con uno scatto felino ti fa premere l’indice
sul tasto skip. Con “Monster” la solfa
non cambia, anzi, mi sento ancora più triste
e prego che “Cage”, la terza e ultima
traccia, sia un pochino più spumeggiante, ma
ahimè, rimango deluso!
Se vi piace affligervi con atmosfere tormentate, date
un’ascoltata agli mp3 presenti sul sito, se
invece vi amate il rock’n’roll, beh..
allora passate direttamente a un'altra recensione!
Moreno Lissoni
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by Slam! Production® 2001/2007
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