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JIM PETERIK
"Above
The Storm"
Frontiers Records –
2006
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Album solista per l’ex tastierista
dei Survivor e cantante/ideatore
dei Pride Of Lions, oltre che ultra
affermato autore di brani aor e melodic rock indimenticabili.
Il 2006 lo vede impegnato in questo progetto sicuramente
meno Aor e molto più rock oriented (tanto per
intenderci molto più simile ai progetti World
Stage che a quello Pride of Lions), con intelaiature
sonore e armoniche che riescono ad impressionare le
casse del nostro stereo come una pellicola di alta
qualità che riprende uno stralcio di vita quotidiana,
un momento di amore, l’idea della speranza in
qualche cosa e il cercare di andare sempre avanti…
Stile sempre riconoscibile per questo
enorme talento che oltre a scrivere i brani e cantarli
è anche il musicista principale di queste 13
tracks. Si fa aiutare da vecchi amici e musicisti
quali Mike Aquino (già Pride
of Lions), Scott May e Klem Hayes solo per dirne alcuni.
Tra le canzoni che per musica e testo lasciano il
segno sicuramente la title track "Above The
Storm" per emozione e sentimento, "Live
Life" per un inizio brillante ed energico che
ci fa capire che non bisogna mai demordere e vivere
al meglio, "At This Time Of Night" con un
ritornello che risuona nella mente e che ricorda le
influenze dalle quali proviene il nostro e l’evoluzione
lungo tutti questi anni, "A Kiss to Remember
You" commovente tanto sentita e interpretata,
una ballad veramente da brividi.
Musica per chi cerca delle vere emozioni,
per chi ascolta e prova veri sentimenti dopo avere
inserito un cd nel lettore, per chi conosce le varie
sfaccettature di Jim e, per chi ancora non avesse
avuto il piacere di incontrarlo, una opportunità
importante per capire l’evoluizine di un artista
fondamentale per il mondo melodic rock mondiale.
Mauro Guarnieri
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SILVER DIRT
"Sonic
Boom"
Silver Muzeek Prod.
- 2006
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La band nasce a Ginevra come coverband
dei Led Zeppelin e nelle sue fila
vede presenti l'ex Rated X Silver
Steff alla voce, Dirty Lyo e Dirty Seb alle chitarre
e Silver Gregg alla batteria, nel 2005 produce il
primo demo CD e dopo averli visti anche nella tracklist
di "Hollywood Hairspray 5" eccoli
sul mercato con il lavoro dal titolo "Sonic
Boom".
L'hard rock proposto dal gruppo miscela
suoni settantiani con sfumature stradaiole, si parte
con "Go! She Said", un trascinante street
rock d'altri tempi, si passa poi agli hard rock vecchio
stampo di "Sonic Boom" e "City Prowler"
fino a giungere all'indiavolata "The Last Time".
"Room 666" è un party rock'n'roll
dove emergono le influenze punk della band elvetica,
mentre con "Angel With Silver Wings" e "She's
Got to Be" si ritorna su suoni più vintage.
Moreno Lissoni
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ELECTRIC 69
"Let's
Play Two"
Cirse Records - 2006
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Lavoro di debutto per gli Electric
69 nati nel 2003 da Maury Wood (ex-Wood
e TheeSTP) e da Stevie Boss (ex-OneFineDay
e Cycle Records) che, uniti dalla passione per MC5,
Who e Grand Funk Railroad
e delle sonorità Seventies, decidono di reclutare
Roby God e Ale Rosa (sostituiti in seguito da George
e dall'ex-Jolly Rogers Mauro "Gif")
e iniziano un intensa attività live e da studio,
culminata in "Let's Play Two",
album registrato nell'estate del 2005 ai Sonichome
Studio di Diego Cattaneo e distribuito dalla Crise
Records di Domodossola.
Se amate gruppi tipo HELLACOPTERS
di certo gradirete la loro formula: jeans logori,
giubbini gualciti e buon vecchio rock’n’roll,
il classico gruppo che ha come habitat naturale...
il palco.
Il tris iniziale composto da "Gonna Get It",
"Napalm Babe" e "Rocker The Butcher"
ha lo stesso impatto di un'entrata di Materazzi, ma
in tutto il disco si avvertono le buone potenzialità
dei 4 anche se a tratti risulta un pò ripetitivo.
Sicuramente un buon lavoro che meriterebbe l’interessamento
da parte di quella fetta di lettori di SLAM! più
'vintage', un disco ben fatto e sopra la media delle
uscite del genere in Italia.
Moreno Lissoni
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MISS CRAZY
"Miss
Crazy"
Metal Mayhem - 2006
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Non mi aspettavo si potesse ascoltare
un album di questi livelli nel 2006, ma i Miss Crazy
mi hanno smentito: buona produzione affidata a Ronnie
Borchert (Trixie, presente anche
in "Shut Eyes"), nessuno spazio per modernità
di sorta, ma uno sguaiato e abrasivo sleaze stradaiolo
che deriva dagli AC/DC,
ma riveduto e corretto in maniera yankee come già
fecero i gruppi negli anni 80 come Kix,
Britny Fox e Cinderella,
ed è proprio del vocalist di quest'ultimi che
l'interpretazione del singer Markus Allen Christopher
sembra trarre ispirazione.
I nomi citati non sono presi a caso
dal calderone Eighties, ma sono senza dubbio gli accostamenti
più facili da fare visto che in certe situazioni
sembra di ascoltare una di queste band. Prendiamo
ad esempio quella di Tom Kiefer:
"No Compromise", la ballata "You're
Blue", "Scream" ecc... sembrano proprio
derivare da uno dei loro primi album così come
"So Long" o "Billie", non avrebbero
sfigurato in "Boys In Heat" dei
Britny Fox.
Non mancano del resto riferimenti a AC/DC-Kix
("Shut Eyes" e "Baby Let's Go")
per un album che vede solo nell'anonima "Hide
Island" l'unico brano poco riuscito. Oltre mezzora
di ottimo sleaze rock, uno di quei gruppi che non
avrebbero sfigurato nella tesi del Jonna!
Moreno Lissoni
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FUEL FROM HELL
"Free
Rock'n'Roll With Gas Purchase"
Promo - 2005
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Il gruppo hard rock dei Fuel From
Hell nasce a Trieste nel 1998 e nel 2001 sotto la
produzione di Lorenzo Gavitelli registra un 4 track
demo dal titolo “The Superfaka E.P.”.
Ora è pronto ad uscire con il loro primo full
length CD contenente 9 tracce di incontaminato hard
rock stradaiolo di buona qualità, anche se
spesso rievoca sonorità un po’ datate,
ma sta di fatto che E.K. Krawall (voce), Dam Littmanen
e Steve 18 (chitarre), Velvet (basso) e Andy TNT (batteria)
suonano bene, precisi, ma sporchi come il genere richiede.
La loro formula prevede massicce dosi
di Crue, ma con l’aggiunta
di quella vena street cara a gruppi come SCREAM
(tra l’altro la timbrica vocale di
Krawall ricorda quella di Corabi)
o JOHNNY CRASH.
La band friulana si mostra da subito in palla con
la bella “Heartbreaker” , ma da qui fino
alla conclusiva “Hell 2000” i Fuel Form
Hell si dimostrano bravi nel comporre brani come “Get
It Back”, “Rock’N’Roll”,
“Breakdown” o “Ride So Wild”.
Un CD quindi, che scorre via tranquillamente e che
merita l’attenzione degli appassionati del genere.
Moreno Lissoni
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FORGOTTEN BOYS
"Stand
By The D.A.N.C.E."
ST2 Records - 2005
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Il Brasile sembra essere terreno fertile
per il rock n'roll, a parte il successo del recendente
show dei Rolling Stones a Copacabana,
la scena underground ci ha regalato ultimamente gruppi
come i glamster Bastardz e Criss
Sexx o i melodic rocker Silent e
Pleasure Maker, mentre in ambito
punk possiamo inserire questi Forgotten Boys, che
proprio nuovi non sono, infatti apprendo dalla loro
biografia che sono nati nella seconda metà
degli anni 90 a Sao Paulo e che tra le loro varie
esperienze hanno fatto da backing band a Marky
Ramones nel 2000.
Il loro è un punk rock'n'roll
diretto e coinvolgente, dove non è difficile
trovare riferimenti a gruppi tipo Stooges,
MC5, Ramones e anche
Rolling Stones ("Just Done"
ne è un esempio, la song è anche presente
con la traccia video), un disco che fila via liscio
come un rasoterra di Ronaldinho e
che vede la band sudamericana anche alle prese con
il cantato in portoghese, e delle 3 canzoni in madrelingua
presenti, la mia preferita rimane il rock 'n roll
di "5 Mentiras" anche se devo ammettere
che rime come "E você vai sonhando;
Nem de longe reclamando; Enquanto o tempo vai passando;
Ela foi e você ficou" mi hanno strappato
più di un sorriso.
La tracklist complessiva è piacevole, offrendo
track più punk oriented ad altre più
rockeggianti e segno "Stand By The D.A.N.C.E.",
"Buy Buy Baby", The Ballad Of" tra
le migliori del lavoro.
Moreno Lissoni
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LOOKING FOR A NAME
"Looking
For..."
Self Produced - 2005
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7 tracks per questo gruppo di giovani
musicisti che già dal primo ascolto risultano
molto ben suonate e di discreta produzione. Gruppo
formato dal tastierista dei Fire Trails
Larsen Premoli, da Mauro Bonini alla batteria, da
Francesco Panico alla voce e alle chiatarre e da Federico
Ghioni al basso, con ospite Fede Marin nella sesta
e settima traccia.
Interessanti spunti progressive per una tessitura
musicale a volte intricata ma dove la melodia ha sempre
la meglio e riesce ad ottenere il risultato voluto:
cercare di conivolegere l’ascoltatore incuriosendolo
nota dopo nota e traccia dopo traccia.
Esordio notevole per quanto riguarda
la musicalità e la maturità dei componenti
così come anche per la voluta non banalità
dei brani che riescono a non annoiare mai e ad essere
carichi, con un sound pieno dove spiccano le doti
del tastierista e la precisione della base ritmica.
Punto di interesse anche la voce che ricorda la “scuola
italiana” ma che non riesce in alcuni punti
ad emergere rispetto agli strumenti nei brani più
carichi.
Gran bell’esordio di questo gruppo
italiano molto dotato che sicuramente proseguirà
per questo cammino non semplice e commercialmente
parlando sicuramente non di facile presa ma che riuscirà
a dare loro parecchie soddisfazioni e possibilità
di crescita dal punto di vista tecnico e dal punto
di vista compositivo. Interessante il sito con la
possibilità di accedere ad una zona limitata
tramite password di accesso acquistando il cd.
Mauro Guarnieri
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THE DIZZY RIDERS
"On
the fast track to outer space"
The Dizzy Riders -
2006
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Questo trio Hollywoodiano si presenta
con un logo che fa pensare ad un gruppo southern,
con una foto promozionale quasi alla Metal
Skool, ma la cosa bella è che i Dizzy
Riders non suonano ne rock sudista e ne hard rock,
ma bensì ammicante punk rock.
Nati nel 2004 dal chitarrista e cantante Roey (già
nei 5 Cent Shine insieme allo scomparso
Ty Longley), dal batterista Jumpin’
Jeff e dalla bassista Erin, si sono appena autoprodotti
il loro primo CD intitolato “On the fast
track to outer space” prodotto da Steve
Bruno (Motley Crue, Jane’s Addiction,
Donnas,…) e sono pronti ad invadere i locali
di LA con il loro spassoso sound.
Orientativamente la loro musica potrebbe
essere catalogata come punk, ma sarebbe un po’
riduttivo perché nel corso delle loro tracce
si posso scorgere alcuni passaggi alla Who
e Iggy Pop, con l’aggiunta
di coretti T-Rex-iani come nel caso
dell’opener “Stay Up”, una song
che ti si stampa in testa subito dopo il primo break.
Non da meno il potenziale di “Struck b the urge”
e di “No stone unurned”, in quest’ultima
troviamo anche la presenza del piano e di alcune strofe
cantate dalla bassista Erin.
Curiosa comunque la loro proposta, 13 composizioni
più che discrete con punti di forza nelle sopracitate
tracce, in “Random thoughts” e nella song
tributo alla loro città (Los Angeles) “La
la land”.
Moreno Lissoni
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SMOKING COLTS
"Demo"
Self Produced - 2006
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Prima esperienza in studio per la giovane
band di Torino che produce un demo di 3 pezzi penalizzato
da una pessima resa sonora. Riffing cattivo ed efficace
quello di "Like A Pantera", veloce e incazzato
hard rock dalle accelerazioni metallare, ma che fa
fatica a catturare l'ascoltatore, un pò meglio
"First Lesson", street metal a-là
Guns N' Roses dove a tratti si avverte
una certa sensazione di deja-vù, mentre avrei
fatto volentieri a meno della cover di "Whole
Lotta Rosie".
Purtroppo, un demo che non convince
in pieno, anche se nel complesso si raggiunge la sufficienza.
Aspetto Leon Rox, Mr. Gee, The Mohican e Matt Richards
con una nuova release, magari con un CD dai suoni
più curati e consiglio anche il gruppo di non
trascurare i particolari o sarà difficile che
potranno emergere nella "giungla" della
scena hard rock italiana.
Moreno Lissoni
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MOTLEY CRUE
"Carnival
Of Sin Live"
SPV – 2006
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Ogni tanto ripenso a quando ho incontrato
Nikki Sixx nel backstage del Flippaut... questo omone
che ai mie occhi si muoveva al rallentatore con la
stessa fierezza di Raul di Kenshiro mi fece stare
per la settimana successiva con un sorriso ebete stampato
sulla faccia e in un certo senso mi vergogno un pò
di essermi trasformato per mezzora della mia vita
in una specie di teenager quindicenne che non riusciva
a spiaccicare parola.
Vabbè... chiusa la parentesi
personale, inizio a parlarvi della nuova release dei
Motley Crue, un doppio CD live che corona la più
che positiva reunion della band californiana, ormai
a spasso per il mondo con il loro circo da un paio
d'anni. Si sono già spese miglioni di parole
sul loro conto e sui loro show, sul fatto che Mick
Mars possa svenire da un momento all'altro, sul fatto
che Tommy e Vince possano litigare per l'ennesima
volta, ecc... ma invece sono ancora qui e devo dire,
più in forma che mai.
Chi lo scorso anno era al Gods Of Metal
di Bologna potrà in parte rivivere certi momenti
in questi 2 CD che riportano il set al gran completo,
proponendo il meglio del loro repertorio dalla loro
nascita ad oggi, alternando i classici come "Shout
At the Devil", "Looks That Kill", "Girls,
Girls, Girls", "Kickstart my Heart",
a pezzi più recenti come "Glitter",
"If I Die Tomorrow" o "Sick Love Song"
e chiudendo con le cover di "Helter Skelter"
e "Anarchy In the UK".
"Carnival Of Sin Live" potrà
farvi passare un paio d'ore di piacevoli deja-vù...
nell'attesa del film e del nuovo disco, un buon modo
per far passaere il tempo.
Moreno Lissoni
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BUILDING 429
"Rise"
Word Records –
2006
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“Dio ti ha dato il rock'n'roll,
Lo ha messo nel cuore di tutti, Se tu ami il suono,
E non ti dimentichi della sua Sorgente, Tu puoi volgerti
indietro, Tu puoi cambiare il tuo cammino”,
cantavano così i Petra che
nelle loro canzone dicevano che Dio era la sorgente
del rock'n'roll… Un’intro quasi epica
per introdurre il secondo lavoro dei christian rocker
Building 429 conosciuti nel 2004 con l’album
“Space In Between Us”, balzato
alle prime posizioni delle classiche del settore e
spinto da un’etichetta come la Warner Bros.
Guidati da Jason Roy (autore di quasi
tutti i pezzi) i B429 mettono sul mercato un disco
dalle sonorità moderne, con chitarre pulite
e precise, ottimi arrangiamenti e una voce incisiva.
Ogni episodio ha la sua precisa personalità
con testi che inneggiano al Signore si mantengono
su buoni livelli e non è facile il compito
di elogiare o bocciare uno rispetto all’altro.
Segnalo solamente la penultima composizione, “Empty”
dove troviamo come ospite il cantante Michael
Tait per il resto un Cd che si fa ben ascoltare
e che sarà accolto molto bene da chi ama il
rock moderno.
Moreno Lissoni
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KEVIN K AND THE REAL KOOL KATS
"Perfect
Sin"
Full Breach Kicks Records
– 2005
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Giusto poco tempo fa, durante una chiaccherata
con il buon Kelly dei Crackhouse
venne fuori il nome di questo personaggio, tra aneddoti
del tour italiano e del suo passato, uscirono cose
molte divertenti e a tratti grottesche. Sta di fatto
che il rocker americano è ritornato con i Real
Kool Kats, dopo aver girato il mondo con
band come Trash Brats e Hollywood
Teasze, giusto per citare un paio di nomi.
Per chi non lo conoscesse... Kevin
K cresce a New York dove inizia a suonare con il fratello
Alan (Grimm Reaper, The Toys), e nel 1989 rispunta
con i Road Vultures dove ha l'oppurtunità
di suonare con Sylvain Sylvain e
Jerry Nolan e dopo una serie di album
sotto il nome di Kevin K Band arriva nel 2005 con
questo cd dal titolo "Perfect Sin"
per la Full Breach Kicks, mentre dovrebbe uscire a
breve un'altro tassello della sua discografia: "Rock
'n' Roll Dynamite".
A dir la verità non è
che mi abbiano mai esaltato le sue produzioni salvo
qualche isolato episodio e così anche "Perfect
Sin" non riesce a farmi cambiare idea...
Se siete fan di Johnny Thunders dateci
un'ascolata, potreste apprezzare "What It Takes",
"Perfect Sin", Hanging On The Eightball"
o "I Fell For You", se no potete andare
tranquillamente avanti ad ascoltarvi "L.A.M.F.".
Moreno Lissoni
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JORN
"The
Duke"
MTM/Frontiers Records
– 2006
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Melodic Metal di alta fascia come da
sempre ci ha abituato questo dotatissimo e impegnatissimo
cantante che anche con questo nuovo lavoro non tradisce
le aspettative. In questo quinto album solista il
nostro è affiancato da Jorn Viggo Lofstad e
Tore Moren alle chitarre, Willy Bendiksen alla batteria
e Morty Black al basso.
Album lontano dalle produzioni Masterplan,
che a parere mio rimangono dei masterpiece assoluti,
ma che rappresenta una evoluzione stilistica e interpretativa
notevole rispetto a "Out to Every Nation"
e "Worldchanger". Possiamo valutare subito
con le prime tre tracce di questo "The Duke",
"We Brought The Angels Down", "Blacksong"
e "Stormcrow" che come un martello incidono
dei solchi alle nostre orecchie e che possono rappresentare
un classico del metal melodico di Jorn e del music
biz in generale.
Tipica influenza del nord europa, non
potrebbe essere altrimenti, per 45 minuti di musica
granitica e da vivere ad ogni brano.
Album consigliato a coloro che cercano melodia e suoni
distorti e taglienti con una grande voce e una ottima
produzione.
Mauro Guarnieri
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WARRANT
"Born
Again "
MTM/Frontiers Records
– 2006
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Gli Warrant ritornano sulla scena del
music biz con un album frizzante, divertente, molto
rock’n’roll oriented e caratterizzato
soprattutto dal ritorno a sonorità fine anni
80. Jamie St. James (ex Black N Blue)
prende il posto di Jani Lane alla voce e coadiuva
la formazione storica e originale nel soundwriting
mettendo sicuramente del suo e facendo pendere l’ago
della bilancia su sonorità piu Black N Blue
orientd che Warrant style. Il tutto non è da
fraintendere come un male, anzi, potrebbe essere una
giusta svolta e un giusto allineamento alla nuova
formazione. L’intero lavoro è molto ben
suonato e prodotto (Pat Regan riesce a dare un sound
molto late eighites) e i brani sono accattivanti tanto
che dall’ascolto dell’open track "Devil’s
Juice" sembra di ascoltare un brano scritto nel
periodo tra Dirty Rotten Filthy Stinking Rich
e Cherry Pie.
Tra i pezzi migliori da menzionare:
"Dirty Jack" (dobro e fiamme con un hard
rock che fa venire il magone e che ci ricorda perchè
i nostri Warrant sono stati la prima band ad avere
un contratto con una Major nei lontani ’80’s
per gruppi bollati insensatamente a parere mio Hair
Metal), "Bourbon County Line" (spinge il
disco ancora su un rock Warrant style riconoscibilissimo
e per questo di facile piglio al primo ascolto aiutato
da un ritornello corale immediato e di impatto), "Hell
Ca" (benvenuti all’inferno California!
Questa è per chi scrive la miglior canzone
dell’album con armonie strumentali e la voce
di Jamie che rendono a pieno lo spirito dei nuovi
Warrant) e "Velvet Noose" (cori articolati
e chitarra che porta il tempo e che fa da spina dorsale
alle armonie vocali).
Album essenziale per capire l’evoluzione
dei nuovi Warrant che dopo vari periodi bui come la
svolta pseudo grunge di Ultraphobic ritornano finalmente
alle origini. I fans non potranno fare altro che apprezzare
e augurare di proseguire su questa direzione che senza
dubbio è la via giusta per prodotti di alta
qualità e per un auspicato ritorno alla ricerca
della melodia e contemporaneamente di un hard rock
di classe.
Mauro Guarnieri
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VOODOO LAKE
"Flowers
in the sand"
Self produced –
2005
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Avevo molto apprezzato il precedente
album di questa formazione Torinese, l’ omonimo
“Voodoo Lake”: si trattava di
un disco di quadrato southern rock, ben fatto ed egregiamente
suonato, con l’ unico difetto, se di difetto
vogliamo parlare, di pagare un tributo eccessivo agli
immensi Lynyrd Skynyrd. Per carità,
vorrei che ce ne fossero migliaia di bands dal suono
alla Lynyrd ma in quel disco forse finivano con il
perdersi un po’ nella eccessiva ricerca di assomigliare
ai ragazzi di Jacksonville.
Ora i Voodoo Lake si sono evoluti,
hanno abbandonato la dipendenza Skynyrdyana per orientarsi
verso un southern rock più variegato e personale.
“Flowers in the sand” è
un contenitore che racchiude tante influenze, si apre
con una “jazzata” “Daddy”,
“Son of the witch” rende omaggio agli
Skynyrd di “Devil in the bottle”
e “Live with it” apre le porte
alla passione per il jam rock di gruppi come Little
Feat mentre la title track è un bel
blues d’atmosfera.
Disco variegato dicevamo, non ci si
allontana mai dagli stati del Sud ma, messo un po’
da parte il sound tutto fuoco e fiamme a tre chitarre,vede
l’inserimento di varie soluzioni musicali tra
cui banjo e fisarmonica ("Lady on the rocks")
e una maggiore rilevanza data alla stupenda voce della
cantante Julia Coluzzi, ascoltare “Fear another”
per credere.
Evoluzione positiva questa dei Voodoo Lake, senza
abbandonare il vecchio amore hanno saputo rinnovarsi
ed innestare novità sempre ben calibrate. “Flowers
in the sand” finisce con l’essere
uno de migliori dischi southern usciti negli ultimi
tempi. E non sto parlando del solo mercato italiano.
Matteo Pinton
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PANZER PRINCESS
"Moonshine
Blues"
Self produced –
2005
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Il Cd comprende cinque canzoni più
intro eseguite in maniera egregia, ma in certi frangenti
eccessivamente condizionate dalla smania di avere
un sound americano denotando un notevole attaccamento
ai clichès adottati dai gruppi USA degli anni
80. Dal punto di vista musicale i Panzer Princess
riportano alla mente i connazionali ZAN CLAN
e se vogliamo gruppi come LA GUNS,
ma siamo distanti da tali livelli perchè il
loro sleaze/glam metal puzza un pò di muffa
anche se magari agli irrudicibili del genere questo
mini potrebbe essere appetitoso.
"Panzer Princess" non è
affatto male, hair metallaso guidato dalla 6 corde
di Tank Hooker e dai buoni chorus, discorso inverso
per "Time To Shake" e "Hands Of Me"
che sono si ben suonate, ma che fanno fatica ad attirare
l'attenzione. L'ep riprende un pò quota con
la cover di "Fortunate Son" di John
Fogerty e con la conclusiva "Just A
Show", altro brano dalle radici Sunset Strip-iane.
In Italia abbiamo almeno 20 gruppi che suonano così,
però almeno qui si usa inserire uno straccio
di biografia o almeno un link dove reperire informazioni
e non un CD-R con dei file .wma (!) e una copertina
con solo i titoli delle canzoni!! Vabbè, meno
male che esiste Google...
Moreno Lissoni
top
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ROSY DREAM
"Machine"
Self produced –
2005
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Dopo il lavoro del 2002 ritornano i
finlandesi Rosy Dream con un nuovo demo di 4 pezzi.
L’inizio è affidato a "Baron Munchausen´s
Blood", brano che si sviluppa intorno ad un riff
Rolling Stones-iano e al cantato
di Tim Steeler, si prosegue con "Saltmine"
che vede ancora la band impegnata con un tipico pezzo
di derivazione settantiana, ma come nella precedente
traccia, anche qui manca quel briciolo di personalità/originalità.
Con "Machine" non si cambia registro, mentre
la conclusiva "Flyimg Low, Burning Hot"
si preme un pò sull'accelleratore (ma senza
mai superare i limiti!)... i suoni non sono di alto
livello e in definitiva questo demo rosicchia solo
una sufficienza.
Moreno Lissoni
top
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TWISTED SISTER
"The
Best Of..."
Demolition Records
– 2005
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Ecco tornare i TS, indomiti leoni da
palcoscenico, già apprezzati in Italia durante
il GOM 2004, con una raccolta dei loro maggiori successi,
in attesa che si decidino a sfornare materiale fresco
e inedito.
C'è poco da commentare su canzoni che hanno
reso celebre la "sorella svitata", che hanno
fatto saltare e sbattere la testa a milioni di ragazzi
in tutto il mondo decretando il successo di una band
riferimento per tutta l'ondata glam/hair-metal che
avrebbe impazzato pochi anni dopo (e non solo!).
Le ruvide "Under the blade"
e "You can't stop rock 'n roll", il mid-tempo
granitico di "The kids are back" e le super
hits dell' epoca "I wanna rock" e "We're
not gonna take it" vi travolgeranno con il loro
sano ed adrenalinico rock d'altri tempi, canzoni che
durano negli anni e che solo poche bands sanno comporre,
soprattutto ora che il macchinario trita artisti è
sempre più veloce e spietato.
Completa il cd una traccia video estrapolata dal live
al Wacken di due anni or sono, dove è catturata
tutta la grinta on stage dei nostri cinque svitati.
Fondamentali!
Paolo Pirola
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TEN
"The
Essential Collection 1995-2005"
Frontiers Records –
2005
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Nel music businness è sempre
tempo di raccolte, si sà, ed anche i pomp rockers
Ten ci "deliziano" con il riassunto, indovinate,
dei loro primi dieci anni di successi.
A dire il vero non sono sempre stati successi, ma
i nostri hanno comunque incrementato il loro seguito
e la qualità della loro produzione, almeno
fino all' uscita dalla band del talentuoso chitarrista
Vinny Burns, meritandosi lo status di band guida e
di condottieri di un genere mai troppo apprezzato
quale il melodic-pomp rock.
Il lavoro in questione è un
doppio cd, diviso tra la produzione più "heavy",
e quella più lenta e melensa delle tanto famigerate
rock-ballads.
Gran parte dei brani è ripescata da quel piccolo
capolavoro di "Spellbound", disco che ha
dato visibilità alla band anche nel nostro
paese, ma a lasciare perplesso è la produzione,
che ricordo di gran lunga milgiore almeno sugli albums
più recenti e di maggior successo.
Spero che sia solo un' inconveniente
accaduto per le copie promozionali, ma quel pesante
riverbero sulla voce di Mr. Huges non presente nelle
versioni originali risulta a tratti fastidioso e deleterio.
Tutto sommato l'operazione "greatest hits"
risulta apprezzabile e godibile, ma credo che sia
destinata ad un mercato di soli die-hard fans dei
Ten.
Paolo Pirola
top
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THE SODA POP KIDS
"Write
Home"
Full Breach Kicks Records
– 2006
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Dischetto di onesto rock n'roll punkeggiante
quello fatto uscire dai The Soda Pop Kids (ex-Kill
City Thrillers), band di Denver formata da
Jonny P., Rox.45, D-Nice, Diet D e Captain J.
"Write Home" non presenta quella
che si dice una produzione cristallina, ma tantè
che nel genere che ci propongono poco serve, anche
se in alcune tracce dei suoni migliori avrebbero di
certo valorizzato le stesse.
Come loro stessi ammettono, il loro
sound viene influenzato da New York Dolls,
Dead Boys, Stooges,
ma con quell'aggiunta di rock ‘n’ roll
a-là Chuck Berry che rende
il tutto meno irruento. Dischetto non proprio per
tutti, ma se amate le bands citate, "Write
Home" potrebbe regalarvi ottimi spunti che
io ho individuato in pezzi come "Paper Rose",
"Memoy Lane" e "Leavin' Kill City",
al contrario, pollice verso per "Chained With
Your Love", "Shots Of Whiskey" e "Electric
Blood".
Moreno Lissoni
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SOVVERSIVO
"In
This Darkest Hour"
Self Produced - 2005
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Quarto demo per i milanesi Sovversivo,
gruppo nato nel 1998 e composto da Andrea Uboldi (voce),
Matteo Serra (chitarra), Federico Gassa (basso) e
Stefano Bucci (batteria) che, ritornano a farsi vivi
con questo 3 pezzi dal titolo "In This Darkest
Hour".
Anche se un pò troppo 'metallari' per i gusti
del sottoscritto, i Sovversivo riescono ugualmente
a convincermi per la professionalità del loro
progetto: un sito e un layout molto curati, un'ottima
registrazione e abilità tecnica, dei componenti
che purtroppo non sono sempre presenti nei demo dei
gruppi nostrani.
Le canzoni?! ...si parte con "Out
Of Time", un pezzo che definirei class metal,
dove il guitar riffing di Serra e la sezione ritmica
giocano un ruolo fondamentale e si evidenziano anche
le buone capacità alla voce di Uboldi, unica
pecca forse, la mancanza di un coro 'trainante'.
Un intro quasi LYNCH-iano ci conduce
verso "Alone Tonight", a mio avviso il brano
meglio riuscito del demo, una versione più
oscura e incazzosa di gruppi come Eyewitness
o The Shock! Chiude "No
Escape Form Solitude", che è probabilmente
il brano che mi piace meno, ma solo per una questione
di gusti, dal momento che si tratta di un cupo heavy
poco consono con il mio background musicale.
Moreno Lissoni
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STREET BRATS
"See
You At The Bottom..."
Full Breach Kicks Records
– 2005
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Punk rock da Chigago quello proposto
dagli Street Brats con riferimenti musicali che vanno
dagli SLAUGHTER AND THE DOGS ai THE
BOYS, dai RAMONES ai VIBRATORS.
Il loro secondo platter uscito per la Full Breach
Kicks bilancia con disinvoltura il punk con melodie
accattivanti e anche se la song che apre i battenti
("Seventy-Seven Fallen Angels") non mi esalta,
dalla successiva "We're Alright" il disco
prende il volo con pezzi come "Destination Nowhere",
"North Side Story" o "Southbound"
(con il coro rubacchiato ai Ramones)
fino alla conclusiva "Lean on Me (One Life One
Love)".
Recensione veloce e diretta come del resto lo è
"See You At The Bottom...", poche
palle, un'ottima prova che catturerà l’attenzione
nei confronti dei fan del genere che apprezzeranno
senza indugi il lavoro svolto da MAX, UGLY, RICK e
JORDAN.
Moreno Lissoni
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by Slam! Production® 2001/2007
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