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KINGOFTHEHILL
"Unreleased"
The Company Limited
- 2006
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Tempo di ricorsi storici. Ricordate
il funky rock a cavallo tra gli anni 80 e 90? Gruppi
come Extreme, Electric Boys,
ma anche Slammin' Gladys, White
Trash, ecc. portavano avanti l'idea di miscelare
l'hard rock stradaiolo con elementi funky, riscuotendo,
soprattutto grazie alla band autrice di "More
Than Words" un notevole successo da parte di
critica e pubblico.
Tra queste band troviamo anche i Kingofthehill
che scoprì sui banchi di scuola leggendo di
nascosto una loro intervista su HARD! ...Si, proprio
Hard!, la rivista tabloid più ricca di foto
che di contenuti, che in quel periodo, insieme a altra
'cartaccia' del settore saziava la mia fame di rock!
Di li a poco mi procurai il loro esordio omonimo che
mi lasciò alquanto deluso se non per qualche
episodio, e trascurai la band fino a poco tempo fa
quando ripescai una vecchia VHS con su un paio di
loro video e lessi un'intervista del vocalist Frankie
sulle pagine di Metal Sludge.
Solo ora possiamo vedere pubblicato
il seguito del loro esordio discografico e con mia
grande sorpresa scopro che "Unreleased"
mi piace, risultando - almeno per il sottoscritto
- di gran lunga superiore al predecessore. Il CD varia
tra pezzi più funkeggianti come "What
Kind of Man", "What U See (Is What U Get)",
"Is It My Body" o il remix di "I Do
U", con altri con un sound più 'classico':
"Hands on U" è un driven-guitar-rock
che ricorda il Bryan Adams d'annata,
in "Better U" (riproposta anche in chiave
acustica) jammano Poorboys e i Bon
Jovi di "I'll Sleep When Im Dead",
mentre sono gli Aerosmith ad affacciarsi
nella splendida lenta "Tonite" e nella campagnola
"Allright".
Una delle rare volte che un 'ripescaggio' risulta
migliore dell'album d'esordio!
Moreno Lissoni
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CRANK COUNTY DAREDEVILS
"Kings
of sleaze"
Bad Reputation Records
– 2005
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Prendete i Motley Crue,
mandateli a svernare un paio di settimane dai Murderdolls
e dateci un tocco dell’attitudine di Bon
Scott, otterrete un mix letale, una band
che vi stordirà il cervello, una band che risponde
al nome di Crank County Daredevils. Personaggi del
calibro di Josh Todd e Ginger
hanno espresso pareri lusinghieri nei confronti di
questi 4 ragazzi del North Carolina. Dopo l’ascolto
di “Kings of sleaze” posso confermare
che le lodi ricevute sono pienamente meritate.
Le tracce presenti sono solo 9, pochine
in effetti, ma senza attimo di tregua, 35 minuti di
adrenalina pura. Qui non si va proprio per il sottile,
come si intuisce fin dalle prime note della title-track:
chitarre ruvide, riff pesanti e la voce rabbiosa di
Scotty P che non ti mette addosso altro se non la
voglia di tracannare litri di birra e agitarti come
un ossesso.
Cattivo e impertinente, graffiante e depravato, questo
album, come il nero, va su tutto, mettendo d’accordo
l’amante dello sleaze rock e chi è alla
ricerca di sonorità più dure. In pezzi
come “Kings of sleaze”, “Ride the
dog” e “Shut yer lip” si ritrova
lo stesso eccesso, la stessa voglia di spaccare tutto
dei primi GNR. Questa volta non c’è
spazio per i sentimentalismi, cd nello stereo e via,
si parte…
Claudia Schiavone
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LOVECHILD
"Demo"
Demo - 2003
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Da non confondere con i Love Child
svedesi autori nel 1994 di un disco per il solo mercato
giapponese, questa band nasce in Svizzera nel 2002
per merito dell'ex vocalist dei Satrox
Werner Schweizer. Di autoproduzione si tratta, nonostante
mi sia arrivata da poco, risale al 2003 e presenta
4 tracce che non si discostano molto dal classico
hard & heavy rock di stampo continentale anzi,
se vi piace il class "crauti" metal, credo
proprio che questo mini CD possa fare a caso vostro
e non lasciatevi fregare da alcune recensioni che
li paragonano i Guns N' Roses, perchè
altrimenti ne rimarrete delusi.
E' il pezzo che preferisco quello che
apre i battenti, "Battlefield", un vigoroso
e melodico rock duro, la seguente "Eyes Wide
Shut (Perfect Day)" ha un approccio decisamente
più heavy, ma il pezzo mi convince poco così
come "Midnight Train" nonostante il buon
chorus. "Close" è la power ballad,
piacevole, ma niente di nuovo...
I pezzi sono ben registrati e ottimamente suonati,
la band è brava, ma dovrebbe osare un pò
di più perchè di gruppi del genere la
patria del cioccolato ne è già piena...
Moreno Lissoni
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Thee STP
"Paradise
& Saints"
Ammonia – 2005
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Hello, STP! Finalmente ecco il nuovo
disco, arrivato puntuale come un calcio nelle palle
a completare la loro evoluzione dallo speed glam nerboruto
e grezzo degli esordi all’attuale collaudata
miscela (non per nulla si chiamano STP) di punk e
hard rock.
“Hello L.A.” rompe le acque da bravo singolone,
veloce e melodica come da manuale, con un coro di
quelli che sì, il Metius da vecchio volpone
sa sempre azzeccare. Segue “Cool As Fuck”,
che se dal vivo inizialmente mi aveva lasciato un
po’ indifferente ora su disco mi fa assai ricredere.
Del resto anche le scimmie cadono dagli alberi, ogni
tanto…
“Pretty Suicide Girl” è
un altro ottimo pezzo à-la STP e… aperta
parentesi: leggevo sul web che chi è alla ricerca
di musica originale e personale dovrebbe rivolgersi
altrove. Mi permetto di dissentire con arroganza,
perché a mio insindacabile parere gli STP sono
una delle poche band in Italia ad avere quel non so
cosa che li fa distinguere a primo acchito. Per cui
chi ha scritto quella recensione non capisce un cazzo
o è un metallaro. O entrambe le cose. E gli
piace andare di doppia. Ave Satana, Dio Metal! Chiusa
parentesi. Dicevo, “Pretty…” vede
poi la partecipazione di due personaggi della créme
nostrana, Hervé (Peawees,
che Dio li benedica sempre e comunque) e Chris (Stinking
Polecats). Per la cronaca negli altri pezzi
troviamo anche camei di Olly (Shandon),
Eerie (Viboras), Biba… a voi
il piacere di scoprire cosa come e dove.
“Broken Heart #22” mi piace molto per
l’ottimo lavoro di chitarre, segno che finalmente
al buon Casey è stato dato lo spazio che merita
a fianco dell’inossidabile Capitan Stiv.
“Second Time Around” è
uno di quei pezzi perfetti per compiere una rapina
a mano armata, ma occhio che alla terza volta non
è detto che sarete sempre così fortunati.
E poi… “Paradise And Saints”: ricordo
che la prima volta che l’ho sentita dal vivo
ero assieme al mio amico testimonial dei kleenex Sweetmauro
(sì, ha ottenuto l’endorsement, ma non
per i motivi che potete supporre voi porcelli maliziosi),
il quale infilò un commento perfetto: “un
po’ di Ramones degli anni 80
e un po’ di Hanoi Rocks et
voilà” Probabilmente ha accompagnato
questo commento sorseggiando una bionda e guardando
i tacchi della mora di fronte a noi, ma questa è
un’altra storia.
Aggiungo che la registrazione e i cori
pop (invero troppo pop, io da buon rompicoglioni preferisco
le versioni più grezze dal vivo) conferiscono
a questo gran bel pezzo anche un tocco alla Wildhearts,
ascoltare per credere. In conclusione cito ancora
la riuscitissima cover di “Bette Davis Eyes”,
da subito uno dei miei pezzi preferiti di questo disco,
e la particolarissima “Little Madonna”,
oscura, vagamente “””metal”””
e con qualcosa che mi fa venire in mente Alice
Cooper. Sarà forse il make up colato.
O Casey Cooper. Ecco spiegato perché ho vergato
la parola “metal”. Mai avrei pensato di
scriverla dove parlo di Metius & co., ma come
ho detto prima, anche le scimmie… se se avete
capito l’antifona no? E allora correte a comprare
questo disco e non rompete i coglioni!
Simone Parato
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STARLET SUICIDE
"Out
Of Your League"
Demo - 2005
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Il gruppo capitanato dall'ex Swindle-A-Go-Go
Jennyfer Star torna in pista con un nuovo demo CD
che va ad aggiungersi a "Broken Doll"
stampato nel 2004 dove le coordinate stilistiche non
si discostano molto dal precedente, anche se è
meno marcato il fantasma delle Hole per
un più diretto glam punk che miscela Distillers
con cose più 80's style.
Il disco registrato a Londra tra maggio e giugno dello
scorso anno parte bene con la cattiva "Try To
Break Me", song dall'incidere punk con una melodia
accattivante, molto bene anche con la sbarazzina "Hairspray
Lover", invece "Over The Top" stenta
un pochino mentre in "I'll Be Gone" sbuca
nuovamente l'ombra di Courtney Love.
Tra il 6 e il 7 il voto finale di "Out
Of Your League" che mette in mostra discrete
capacità a livello compositivo, anche se si
dovrebbe cercare qualcosa di maggiormente originale,
per non rischiare di ritrovarsi a strappare i capelli
con centinaia di gruppi dello stesso genere.
Moreno Lissoni
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SUCKERSTARZ/SONICDOLLZ
"Rock'n'Roll
Riot"
Anvil Corp - 2004
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Era un pò di tempo che girava
questo CD nella redazione di Slam! (redazione = la
mia scrivania e quella di qualche collaboratore),
ma per un motivo o per l'altro non siamo mai riusciti
a recensirlo... rieccoci qui, a distanza di un'anno
dalla sua uscita, con il tempismo di un bradipo zoppo
a descrivere questo split che vede l'alternarsi dei
francesi Suckerstarz con gli ungheresi Sonicdollz,
recentemente divenuti Joystix.
Nasce nell'estate del 2000 il terzetto
transalpino con un sound definito come "energy
of the Stooges the speed of Motorhead and the attitude
of such glambandz like Motley Crue", le
coordinate devo dire che ci sono e ci aggiungerei
anche Hellacopters e Psychopunch,
anche se siamo un pò lontani dei loro standard
qualitativi. Sei pezzi discreti, senza infamia e ne
lode tra cui troviamo la cover di "Malibu Beach"
degli Hanoi Rocks e il piacevolissimo
rock'n'roll di "Let's Make Riot".
Convince un pò di più
la proposta dei Sonicdollz con il loro sguaiato punk
rock'n'roll che si fa ben apprezzare in pezzi come
"Ball & chain", "Backseat Love"
(dove i RAMONES sposano gli anni
50) e in "Heartbreaker", uno split da 6
e mezzo, che si fa ascoltare, ma non esalta.
Moreno Lissoni
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THE MATLOCKS VS THE ROCK UNITED
"Rumble
On The Tundra"
NLP Records - 2005
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Split di 13 tracce tra due nomi che
ruotano nel panorama del rock scandinavo, The
Matlocks e The Rock United.
L’onere di aprire il CD tocca agli svedesi The
Matlocks, band attiva dal 2000 con alle spalle già
diversi demo e un sound che se vogliamo, può
ricordare quello degli Hellacopters
e Backyard Babies.
I 5 ci scodellano 6 pezzi senza nessuna flessione,
dove riff e ritornelli colpiscono il bersaglio, inanellando
una serie di brani dal buon potenziale che saranno
accolti benissimo da chi si nutre di scan-rock.
La seconda parte del disco viene occupata
da 5 individui che dopo averli visti in foto sul loro
sito, non promettevano nulla di buono, ma come si
dice, l'abito non fa il monaco e i The Rock
United smentiscono subito i miei presentimenti,
perchè il loro rozzo rock n'roll in bilico
tra sonorità nordiche e Motorhead
è pregevole, canzoni come "Teuvo Does
Dallas" o la catchy "Jerry" sanno come
fare a metterti di buon umore.
In definitiva un ottimo split per per chi consuma
quotidianamente dosi massicce di Rock N' Roll ad alto
voltaggio, e consiglio una capatina sui rispettivi
siti perchè questo album merita attenzioni.
Moreno Lissoni
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AMBITION
"Ambition"
Frontiers Records –
2006
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La label Frontiers apre il 2006 con
una serie di CD di indubbio valore ed uno di questi
è AMBITION.
Questo CD nasce dalla collaborazione di vari mostri
sacri della musica che hanno saputo creare l’alchimia
giusta ottenendo così degli ottimi risultati.
L’idea di questo progetto risale al 2002 quando
il presidente di Frontiers Serafino Perugino contattò
il cantante JOE VANA (MECCA) manifestandogli
l’intenzione di voler coinvolgere il cantante
THOM GRIFFIN (TRILLION) ormai da
tempo lontano dalle scene.
Dopo poco VANA e GRIFFIN andarono in studio e registrarono
“Wainting In My Dreams” splendido pezzo
dei MR MISTER che venne incluso nella
compilation di Frontiers “ROCK THE BONES vol.
1” del 2003 (ora anche bonus track nel CD).
Purtroppo a causa dei vari impegni
di VANA il progetto venne accantonato e solo grazie
alla perseveranza di Perugino alla fine si concretizzò.
Il primo passo di quest’ultimo fu di chiamare
in causa FABRIZIO GROSSI (VERTIGO,
STARBREAKER, GLENN HUGHES
ecc) in veste di produttore e musicista (basso
e tastiere).
All’inizio del 2004 il progetto prende forma
e GROSSI ingaggia il chitarrista svedese TOMMY DENANDER
che in molte occasioni ha collaborato con i TOTO conferendo
al CD il tipico sound di questa mitica band. Per proseguire
questo intento viene inserito nel gruppo anche JEAN
MICHEL BYRON (TOTO).
Per quel che riguarda il songwriting hanno dato il
loro contributo JOEY CARBONE (già collaboratore
dei TOTO) , lo svedese CHRISTIAN
WOLFF e BRIAN LABLANC (BLANC FACES).
Il tocco finale di Perugino e Grossi è chiamare
anche l’ex cantante dei TOTO JEAN MICHEL BYRON,
che duetta con GRIFFIN in due canzoni "Too Much"
and "Hypocrites" ed è la voce solista
in "Hunger", mentre nelle restanti tracce
alla voce c’è lo stesso GRIFFIN.
Come accennato all’inizio l’ottima
collaborazione tra tutti questi grossi nomi del panorama
musicale internazionale ha dato vita ad un CD equilibrato
da ogni punto di vista, il songwriting è eccellente
e le linee melodiche del cantato sono interpretate
al meglio dai vari cantanti. Non sono da meno tutte
le chitarre incise da TOMMY DENANDER,
mai invadenti e sempre pronte a valorizzare ogni composizione
con dei suoni curatissimi ed esecuzioni di raro gusto
e raffinatezza.
Il sound complessivo del CD è un melodic rock
di matrice americana con influenze europee e quindi
mi sento di consigliarlo a tutti (chi solitamente
è cultore dei TOTO, PRIDE
OF LIONS ecc) perché al di la dei
vari stereotipi e etichettature AMBITION racchiude
della ottima musica.
Roberto Bressan
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VANITY INK
"Vanity
Is A Full-Time Job "
Self Produced - 2005
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Ricordo con piacere gli scambi di
lettere/demo con Juha Bandit dopo la metà degli
anni 90 che allora militava negli sleaze rocker Silver
City Bandits. Di birra... ops, di acqua sotto
i ponti ne è passata, i SCB si sciolsero e
nacquero i Weirdorama e poi via fino
ad oggi con i Vanity Ink e il ritorno alla voce dell'originaria
vocalist Annabella temporaneamente sostituita su "...roadkills!"
del 2004 da Stiina.
I 5 finlandesi ritornano a rockare
con un mini di 5 pezzi suonato e prodotto in maniera
professionale, le cui sonorità, per via della
voce femminile, mi hanno fatto ricordare gruppi come
PRINCESS PANG e SMASHED GLADYS.
Rompe il ghiaccio la rocciosa "Living A Dream",
ma l'ep va in crescendo con lo sguaiato hard'n'roll
di "Had Enough Of Acting Nice" e la stradaiola
"Downward Bound" e si conferma una release
ben riuscita grazie anche alla conclusiva "Confused".
"Vanity Is A Full-Time Job" conferma
quindi le buone qualità della band espresse
in passato.
Moreno Lissoni
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SPEEDY GONZALES
"Electric
Stalker"
Aor Heaven/Frontiers
Records – 2006
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Prima di parlare del disco a parere
mio è necessaria una breve spiegazione per
capire da dove vengono i componenti di questo gruppo
e le sonorità di "Electric Stalker".
Nel 1990 il cantante Thomas Vikström e il chitarrista
Tommy Denader riescono ad avere grossi riconoscimenti
per una esibizione in uno dei tanti festival in Svezia.
Iniziano a suonare come gruppo di supporto di Candlemass,
Pretty Maids e iniziano a entrare
in sala registrazione per registrare appunto un album.
Tommy è anche votato miglior chitarrista dell’anno
da una rivista specializzata.
Nel 1991 Tommy lascia il gruppo, apparentemente
senza spiegazioni. Il disco inutile dire che non uscirà
mai ufficialmente, solo alcuni bootleg andranno in
circolazione. Nel 2004 Thomas e Tommy decidono di
far uscire, su proposta della Aor Heaven, il disco
risuonandolo e aggiungendo 4 brani inediti. Per il
basso chiedono aiuto a Marcel Jacob
(Talisman, Malmsteen) e per la batteria ingaggiano
Daniel Flores (Xsaviour, Mind’s
Eye).
La sonorità del record è varia, si passa
da un melodic metal che ricorda Judas Priest
(soprattuto per la voce e per alcune linee melodiche)
prima maniera a un melodic rock tipico nord europeo.
50 minuti di musica che scorrono velocemente
e che non annoiano mai l’ascoltatore anche per
la varietà di quanto ascoltato. La produzione
non è di quelle memorabili, anche se bisogna
premiare la volontà di voler rendere attuali
brani di più di quindici anni fa. L’obiettivo
è raggiunto e i brani risultano appunto accattivanti.
Tra le migliori proposte ricordiamo "Electic
Stalker", "Dominator" (molto priestiane),
"Desires of the Flash" (melodic rock nordico).
Se vi mancano sonorità fine anni 80 e se i
vinili o i cd dei vostri paladini metal ormai si leggono
a fatica perché ultraconsumati, il disco degli
Speedy Gonzales potrebbe essere una buona alternativa
in attesa di trovare nuove edizioni o ristampe.
Mauro Guarnieri
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FRANCINE
"King
For A Day"
Poko Records - 2005
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Mi avevano già fatto un'ottima
impressione con "Level 8" pubblicato
un paio di anni fa e ora rieccoli tornare con 13 canzoni
godibili, orecchiabili e ballabili. Per chi non lo
sapesse i Francine sono un trio finlandese nato sul
finire degli anni 80 e debuttano discograficamente
nel 1990, ma dopo qualche anno cambiano nome per tentare
la carta del cantato in madre lingua. Nel 1995 ritornano
a rockare con l'album "Animal Beat"
e poi via con una serie di buoni dischi che gli hanno
portati nel 2003 ad arrivare all'undicesimo posto
delle chart finniche.
Nonostante i 14 anni di attività alle spalle,
il loro rock'n'roll dalle tinte rockabilly e pop,
continua ad essere fresco e allegro, e finchè
usciranno dischi come questo, non avrò bisogno
di prendere antidepressivi. Il disco scivola via che
è un piacere, tra i pezzi che mi hanno preso
di più segnalo "You Get Me Wrong",
"Sunday", "Comin' Around", "Mr.
Brown", "Keep Your Head Up" e "Flames
Of Hell".
..."It's better to be a king for a day than
a fool for a lifetime"!
Moreno Lissoni
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TOTO
"Falling
in Between"
Frontiers Records –
2006
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Può un gruppo di persone che
suonano insieme da trenta anni riuscire a trovare
di nuovo la linfa vitale, le idee e la voglia di creare
un album non fine a se stesso ma ricco di spunti innovativi
e essere contemporaneamente un classico per il genere?
La risposta è Falling in Between, la risposta
l’hanno scritta in 10 canzoni Steve Lukather,
Bobby Kimball, David Paich, Simon Phillips, Mike Porcaro
e Greg Phillinganes in poco più di 50 minuti
di vera musica coinvolegnte come una coperta di tessuto
pregiato e caldo di fronte ad un camino acceso in
una fredda notte invernale. La classe si distingue
sempre, i veri musicisti e compositori riescono sempre
ad uscire dal mucchio, a creare sonorità che
rimangono e che vincono sul tempo.
Con "Falling in Between"
i Toto hanno dato la loro risposta alle Majors che
con tentativi meramente commerciali volevano indirizzare
su altri tipi di produzioni le nuove composizioni.
I Toto dimostrano di essere più vivi che mai,
una seconda rinascita, una creatura epica, un colosso
che ha radici lontane nel rock, nel pop, nella fusion,
nel soul e che dimostra che le contaminazioni possono
solo fare del bene se strutturate in modo adeguato
e creativo. Un cammino pieno di curve e di non facili
passaggi, anche a volte tragici, hanno portato a questo
reale capolavoro suonato al meglio possibile da umana
capacità, prodotto dagli stessi autori con
sonorità mai meglio azzeccate e voluto proprio
così, suonabile live grazie all’ausilio
di esperienza e capacità fuori dal comune.
Ogni singola canzone rappresenta una
storia a sé, e per chi ha dimestichezza con
la musica dei Toto uno standard compositivo, un insieme
di brani che scorrono e che hanno influenze da tutti
i 17 dischi ufficiali suonati prima di questo. Un’opera
che come genere può essere definita Toto al
100%. Non penso di poter indicare un brano migliore
di un altro, perché tutti e 10 sono assolutamente
delle perle vedi per melodia, per creatività,
per capacità interpretativa. Molti gli amici
che hanno collaborato alla interpretazione dei brani:
Joseph Williams, Steve Porcaro, Lenny Castro, Jason
Scheff, Shenkar…
Album essenziale per capire l’essenza
Toto, per capire l’evoluzione e per capire come
dovrebbe essere suonato e arrangiato ogni singolo
disco. Una certezza per i vecchi sostenitori ed essenziale
per chi non dovesse avere avuto ancora la fortuna
di conoscere questo super gruppo. Nel 2006, a parere
mio, nessun album potrebbe meglio far capire il significato
di Rock Melodico e Adult Oriented Rock suonato con
intelligenza, sentimento e passione come questa nuova
creatura.
Mauro Guarnieri
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BOB CATLEY
"Spirit
of Man"
Frontiers Records –
2006
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Poco più di un’ora di
melodic Hard Rock suonato molto bene con grande esperienza
e carica ci costringe però ad un confronto
con When Empires Fall per piglio e scelta compositiva.
Rispetto al precedente, quello che manca a "Spirit
of Man" sono canzoni che ti rimangono al
primo ascolto, manca la classicità dei brani
che restano nel tempo e che non stancano dopo ascolti
multipli e soprattutto manca la produzione per valorizzare
a pieno l’intero lavoro. Questo è forse
il vero punto debole, perché il songwriting
nel corso dell’ascolto rimane sempre su livelli
buoni, con la vetta massima di melodia e testo in
"Blinded By A Lie" e "Last Snows of
Winter".
La voce di Bob è sempre caratteristica
e l’interpretazione è ottima, i musicisti
fanno il loro dovere senza giustamente eccedere nel
susseguirsi dei brani, le idee compositive restano
in generale molto buone.
Si sarebbe sicuramente potuto considerare un ottimo
disco se la scelta dei suoni e la produzione in generale
avesse supportato quanto suonato dai musicisti e cantato
da Bob che rimane una delle voci più riconoscibili
dell’attuale panorama melodic Hard Rock mondiale.
Mauro Guarnieri
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MY LAND
"The
Time Is Over"
Promo – 2005
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Torna il Paolone nazionale dopo 2
anni di lavorazione del suo progetto denominato MY
Land che vede Guido Priori alla voce, Adalberto Rizzoli
al basso, Stefano Andreasi alle tastiere, Marco Andreasi
alla chitarra e ovviamente Paolo Morbini alla batteria.
Puro ed incontaminato Aor quello che propone il combo
lombardo che esterna senza troppe scuse il proprio
amore per gruppi come Journey, Toto
e Survivor. I lettori di SLAM! che
ascoltano questo tipo di musica credo saranno orgogliosi
di sapere che hanno in casa i cuginetti italiani dei
Journey, e non si fanno scrupoli
a mostrare la propria nazionalità con le strumentali
"F.Baresi" e "Pizzamafia e Mandolino",
dove si denotano le ottime capacità esecutive
della band.
Melodie particolarmente efficaci con
tappeti tastieristici a reggere il gioco e, calcisticamente
parlando, un centrocampo solido composto da una puntuale
sezione ritmica e un Guido Priori rifinitore, pronto
a mandare a segno il lavoro fatta dalla squadra.
Faccio fatica però a segnalarvi tutte le canzoni
perchè si tratta di una buona release in tutto
il suo complesso, che verrà certamente consumata
dagli amanti di queste sonorità.
Moreno Lissoni
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TEMPUS
"Romantic
Revolution"
Demo – 2005
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Fare in media 3 recensioni alla settimana
da oltre 4 anni non è una cosa semplice, soprattutto
quando si deve parlare di gruppi poco conosciuti e
le informazioni su di questi scarseggiano anche in
rete. Spesso mi capita di scrivere le stesse cose
e uno dei motivi principali, oltre al poco tempo disponibile
da dedicare, è proprio il fatto che non so
proprio nulla della band che sto recensendo... vabbè,
lascio da parte la mia piccola divagazione personale
per parlarvi dei Tempus, freschi di demo CD che, dopo
3 dischi realizzati con il cantato in svedese, sono
passati a un più commerciale inglese.
Se già le composizioni non brillano
per originalità, certo non si può dire
che la resa sonora migliori le cose... il lavoro raggiunge
a stento la sufficienza e gli episodi che si salvano
sono "Dollar Devil", "Miss My Lady",
"Romantic Revolution" e "Red Dragon",
per il resto un glam rock scolorito che fa fatica
a catturare l'attenzione di chi l'ascolta. Album incostante.
Moreno Lissoni
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by Slam! Production® 2001/2007
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