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KINGOFTHEHILL
"Unreleased"
The Company Limited - 2006

Tempo di ricorsi storici. Ricordate il funky rock a cavallo tra gli anni 80 e 90? Gruppi come Extreme, Electric Boys, ma anche Slammin' Gladys, White Trash, ecc. portavano avanti l'idea di miscelare l'hard rock stradaiolo con elementi funky, riscuotendo, soprattutto grazie alla band autrice di "More Than Words" un notevole successo da parte di critica e pubblico.

Tra queste band troviamo anche i Kingofthehill che scoprì sui banchi di scuola leggendo di nascosto una loro intervista su HARD! ...Si, proprio Hard!, la rivista tabloid più ricca di foto che di contenuti, che in quel periodo, insieme a altra 'cartaccia' del settore saziava la mia fame di rock!
Di li a poco mi procurai il loro esordio omonimo che mi lasciò alquanto deluso se non per qualche episodio, e trascurai la band fino a poco tempo fa quando ripescai una vecchia VHS con su un paio di loro video e lessi un'intervista del vocalist Frankie sulle pagine di Metal Sludge.

Solo ora possiamo vedere pubblicato il seguito del loro esordio discografico e con mia grande sorpresa scopro che "Unreleased" mi piace, risultando - almeno per il sottoscritto - di gran lunga superiore al predecessore. Il CD varia tra pezzi più funkeggianti come "What Kind of Man", "What U See (Is What U Get)", "Is It My Body" o il remix di "I Do U", con altri con un sound più 'classico': "Hands on U" è un driven-guitar-rock che ricorda il Bryan Adams d'annata, in "Better U" (riproposta anche in chiave acustica) jammano Poorboys e i Bon Jovi di "I'll Sleep When Im Dead", mentre sono gli Aerosmith ad affacciarsi nella splendida lenta "Tonite" e nella campagnola "Allright".
Una delle rare volte che un 'ripescaggio' risulta migliore dell'album d'esordio!
Moreno Lissoni

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CRANK COUNTY DAREDEVILS
"Kings of sleaze"
Bad Reputation Records – 2005

Prendete i Motley Crue, mandateli a svernare un paio di settimane dai Murderdolls e dateci un tocco dell’attitudine di Bon Scott, otterrete un mix letale, una band che vi stordirà il cervello, una band che risponde al nome di Crank County Daredevils. Personaggi del calibro di Josh Todd e Ginger hanno espresso pareri lusinghieri nei confronti di questi 4 ragazzi del North Carolina. Dopo l’ascolto di “Kings of sleaze” posso confermare che le lodi ricevute sono pienamente meritate.

Le tracce presenti sono solo 9, pochine in effetti, ma senza attimo di tregua, 35 minuti di adrenalina pura. Qui non si va proprio per il sottile, come si intuisce fin dalle prime note della title-track: chitarre ruvide, riff pesanti e la voce rabbiosa di Scotty P che non ti mette addosso altro se non la voglia di tracannare litri di birra e agitarti come un ossesso.
Cattivo e impertinente, graffiante e depravato, questo album, come il nero, va su tutto, mettendo d’accordo l’amante dello sleaze rock e chi è alla ricerca di sonorità più dure. In pezzi come “Kings of sleaze”, “Ride the dog” e “Shut yer lip” si ritrova lo stesso eccesso, la stessa voglia di spaccare tutto dei primi GNR. Questa volta non c’è spazio per i sentimentalismi, cd nello stereo e via, si parte…
Claudia Schiavone

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LOVECHILD
"Demo"
Demo - 2003

Da non confondere con i Love Child svedesi autori nel 1994 di un disco per il solo mercato giapponese, questa band nasce in Svizzera nel 2002 per merito dell'ex vocalist dei Satrox Werner Schweizer. Di autoproduzione si tratta, nonostante mi sia arrivata da poco, risale al 2003 e presenta 4 tracce che non si discostano molto dal classico hard & heavy rock di stampo continentale anzi, se vi piace il class "crauti" metal, credo proprio che questo mini CD possa fare a caso vostro e non lasciatevi fregare da alcune recensioni che li paragonano i Guns N' Roses, perchè altrimenti ne rimarrete delusi.

E' il pezzo che preferisco quello che apre i battenti, "Battlefield", un vigoroso e melodico rock duro, la seguente "Eyes Wide Shut (Perfect Day)" ha un approccio decisamente più heavy, ma il pezzo mi convince poco così come "Midnight Train" nonostante il buon chorus. "Close" è la power ballad, piacevole, ma niente di nuovo...
I pezzi sono ben registrati e ottimamente suonati, la band è brava, ma dovrebbe osare un pò di più perchè di gruppi del genere la patria del cioccolato ne è già piena...
Moreno Lissoni

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Thee STP
"Paradise & Saints"
Ammonia – 2005

Hello, STP! Finalmente ecco il nuovo disco, arrivato puntuale come un calcio nelle palle a completare la loro evoluzione dallo speed glam nerboruto e grezzo degli esordi all’attuale collaudata miscela (non per nulla si chiamano STP) di punk e hard rock.
“Hello L.A.” rompe le acque da bravo singolone, veloce e melodica come da manuale, con un coro di quelli che sì, il Metius da vecchio volpone sa sempre azzeccare. Segue “Cool As Fuck”, che se dal vivo inizialmente mi aveva lasciato un po’ indifferente ora su disco mi fa assai ricredere. Del resto anche le scimmie cadono dagli alberi, ogni tanto…

“Pretty Suicide Girl” è un altro ottimo pezzo à-la STP e… aperta parentesi: leggevo sul web che chi è alla ricerca di musica originale e personale dovrebbe rivolgersi altrove. Mi permetto di dissentire con arroganza, perché a mio insindacabile parere gli STP sono una delle poche band in Italia ad avere quel non so cosa che li fa distinguere a primo acchito. Per cui chi ha scritto quella recensione non capisce un cazzo o è un metallaro. O entrambe le cose. E gli piace andare di doppia. Ave Satana, Dio Metal! Chiusa parentesi. Dicevo, “Pretty…” vede poi la partecipazione di due personaggi della créme nostrana, Hervé (Peawees, che Dio li benedica sempre e comunque) e Chris (Stinking Polecats). Per la cronaca negli altri pezzi troviamo anche camei di Olly (Shandon), Eerie (Viboras), Biba… a voi il piacere di scoprire cosa come e dove.
“Broken Heart #22” mi piace molto per l’ottimo lavoro di chitarre, segno che finalmente al buon Casey è stato dato lo spazio che merita a fianco dell’inossidabile Capitan Stiv.

“Second Time Around” è uno di quei pezzi perfetti per compiere una rapina a mano armata, ma occhio che alla terza volta non è detto che sarete sempre così fortunati. E poi… “Paradise And Saints”: ricordo che la prima volta che l’ho sentita dal vivo ero assieme al mio amico testimonial dei kleenex Sweetmauro (sì, ha ottenuto l’endorsement, ma non per i motivi che potete supporre voi porcelli maliziosi), il quale infilò un commento perfetto: “un po’ di Ramones degli anni 80 e un po’ di Hanoi Rocks et voilà” Probabilmente ha accompagnato questo commento sorseggiando una bionda e guardando i tacchi della mora di fronte a noi, ma questa è un’altra storia.

Aggiungo che la registrazione e i cori pop (invero troppo pop, io da buon rompicoglioni preferisco le versioni più grezze dal vivo) conferiscono a questo gran bel pezzo anche un tocco alla Wildhearts, ascoltare per credere. In conclusione cito ancora la riuscitissima cover di “Bette Davis Eyes”, da subito uno dei miei pezzi preferiti di questo disco, e la particolarissima “Little Madonna”, oscura, vagamente “””metal””” e con qualcosa che mi fa venire in mente Alice Cooper. Sarà forse il make up colato. O Casey Cooper. Ecco spiegato perché ho vergato la parola “metal”. Mai avrei pensato di scriverla dove parlo di Metius & co., ma come ho detto prima, anche le scimmie… se se avete capito l’antifona no? E allora correte a comprare questo disco e non rompete i coglioni!
Simone Parato

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STARLET SUICIDE
"Out Of Your League"
Demo - 2005

Il gruppo capitanato dall'ex Swindle-A-Go-Go Jennyfer Star torna in pista con un nuovo demo CD che va ad aggiungersi a "Broken Doll" stampato nel 2004 dove le coordinate stilistiche non si discostano molto dal precedente, anche se è meno marcato il fantasma delle Hole per un più diretto glam punk che miscela Distillers con cose più 80's style.
Il disco registrato a Londra tra maggio e giugno dello scorso anno parte bene con la cattiva "Try To Break Me", song dall'incidere punk con una melodia accattivante, molto bene anche con la sbarazzina "Hairspray Lover", invece "Over The Top" stenta un pochino mentre in "I'll Be Gone" sbuca nuovamente l'ombra di Courtney Love.

Tra il 6 e il 7 il voto finale di "Out Of Your League" che mette in mostra discrete capacità a livello compositivo, anche se si dovrebbe cercare qualcosa di maggiormente originale, per non rischiare di ritrovarsi a strappare i capelli con centinaia di gruppi dello stesso genere.
Moreno Lissoni

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SUCKERSTARZ/SONICDOLLZ
"Rock'n'Roll Riot"
Anvil Corp - 2004

Era un pò di tempo che girava questo CD nella redazione di Slam! (redazione = la mia scrivania e quella di qualche collaboratore), ma per un motivo o per l'altro non siamo mai riusciti a recensirlo... rieccoci qui, a distanza di un'anno dalla sua uscita, con il tempismo di un bradipo zoppo a descrivere questo split che vede l'alternarsi dei francesi Suckerstarz con gli ungheresi Sonicdollz, recentemente divenuti Joystix.

Nasce nell'estate del 2000 il terzetto transalpino con un sound definito come "energy of the Stooges the speed of Motorhead and the attitude of such glambandz like Motley Crue", le coordinate devo dire che ci sono e ci aggiungerei anche Hellacopters e Psychopunch, anche se siamo un pò lontani dei loro standard qualitativi. Sei pezzi discreti, senza infamia e ne lode tra cui troviamo la cover di "Malibu Beach" degli Hanoi Rocks e il piacevolissimo rock'n'roll di "Let's Make Riot".

Convince un pò di più la proposta dei Sonicdollz con il loro sguaiato punk rock'n'roll che si fa ben apprezzare in pezzi come "Ball & chain", "Backseat Love" (dove i RAMONES sposano gli anni 50) e in "Heartbreaker", uno split da 6 e mezzo, che si fa ascoltare, ma non esalta.
Moreno Lissoni

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THE MATLOCKS VS THE ROCK UNITED
"Rumble On The Tundra"
NLP Records - 2005

Split di 13 tracce tra due nomi che ruotano nel panorama del rock scandinavo, The Matlocks e The Rock United. L’onere di aprire il CD tocca agli svedesi The Matlocks, band attiva dal 2000 con alle spalle già diversi demo e un sound che se vogliamo, può ricordare quello degli Hellacopters e Backyard Babies.
I 5 ci scodellano 6 pezzi senza nessuna flessione, dove riff e ritornelli colpiscono il bersaglio, inanellando una serie di brani dal buon potenziale che saranno accolti benissimo da chi si nutre di scan-rock.

La seconda parte del disco viene occupata da 5 individui che dopo averli visti in foto sul loro sito, non promettevano nulla di buono, ma come si dice, l'abito non fa il monaco e i The Rock United smentiscono subito i miei presentimenti, perchè il loro rozzo rock n'roll in bilico tra sonorità nordiche e Motorhead è pregevole, canzoni come "Teuvo Does Dallas" o la catchy "Jerry" sanno come fare a metterti di buon umore.
In definitiva un ottimo split per per chi consuma quotidianamente dosi massicce di Rock N' Roll ad alto voltaggio, e consiglio una capatina sui rispettivi siti perchè questo album merita attenzioni.
Moreno Lissoni

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AMBITION
"Ambition"
Frontiers Records – 2006

La label Frontiers apre il 2006 con una serie di CD di indubbio valore ed uno di questi è AMBITION.
Questo CD nasce dalla collaborazione di vari mostri sacri della musica che hanno saputo creare l’alchimia giusta ottenendo così degli ottimi risultati.
L’idea di questo progetto risale al 2002 quando il presidente di Frontiers Serafino Perugino contattò il cantante JOE VANA (MECCA) manifestandogli l’intenzione di voler coinvolgere il cantante THOM GRIFFIN (TRILLION) ormai da tempo lontano dalle scene.
Dopo poco VANA e GRIFFIN andarono in studio e registrarono “Wainting In My Dreams” splendido pezzo dei MR MISTER che venne incluso nella compilation di Frontiers “ROCK THE BONES vol. 1” del 2003 (ora anche bonus track nel CD).

Purtroppo a causa dei vari impegni di VANA il progetto venne accantonato e solo grazie alla perseveranza di Perugino alla fine si concretizzò. Il primo passo di quest’ultimo fu di chiamare in causa FABRIZIO GROSSI (VERTIGO, STARBREAKER, GLENN HUGHES ecc) in veste di produttore e musicista (basso e tastiere).
All’inizio del 2004 il progetto prende forma e GROSSI ingaggia il chitarrista svedese TOMMY DENANDER che in molte occasioni ha collaborato con i TOTO conferendo al CD il tipico sound di questa mitica band. Per proseguire questo intento viene inserito nel gruppo anche JEAN MICHEL BYRON (TOTO).
Per quel che riguarda il songwriting hanno dato il loro contributo JOEY CARBONE (già collaboratore dei TOTO) , lo svedese CHRISTIAN WOLFF e BRIAN LABLANC (BLANC FACES).
Il tocco finale di Perugino e Grossi è chiamare anche l’ex cantante dei TOTO JEAN MICHEL BYRON, che duetta con GRIFFIN in due canzoni "Too Much" and "Hypocrites" ed è la voce solista in "Hunger", mentre nelle restanti tracce alla voce c’è lo stesso GRIFFIN.

Come accennato all’inizio l’ottima collaborazione tra tutti questi grossi nomi del panorama musicale internazionale ha dato vita ad un CD equilibrato da ogni punto di vista, il songwriting è eccellente e le linee melodiche del cantato sono interpretate al meglio dai vari cantanti. Non sono da meno tutte le chitarre incise da TOMMY DENANDER, mai invadenti e sempre pronte a valorizzare ogni composizione con dei suoni curatissimi ed esecuzioni di raro gusto e raffinatezza.
Il sound complessivo del CD è un melodic rock di matrice americana con influenze europee e quindi mi sento di consigliarlo a tutti (chi solitamente è cultore dei TOTO, PRIDE OF LIONS ecc) perché al di la dei vari stereotipi e etichettature AMBITION racchiude della ottima musica.
Roberto Bressan

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VANITY INK
"Vanity Is A Full-Time Job "
Self Produced - 2005

Ricordo con piacere gli scambi di lettere/demo con Juha Bandit dopo la metà degli anni 90 che allora militava negli sleaze rocker Silver City Bandits. Di birra... ops, di acqua sotto i ponti ne è passata, i SCB si sciolsero e nacquero i Weirdorama e poi via fino ad oggi con i Vanity Ink e il ritorno alla voce dell'originaria vocalist Annabella temporaneamente sostituita su "...roadkills!" del 2004 da Stiina.

I 5 finlandesi ritornano a rockare con un mini di 5 pezzi suonato e prodotto in maniera professionale, le cui sonorità, per via della voce femminile, mi hanno fatto ricordare gruppi come PRINCESS PANG e SMASHED GLADYS. Rompe il ghiaccio la rocciosa "Living A Dream", ma l'ep va in crescendo con lo sguaiato hard'n'roll di "Had Enough Of Acting Nice" e la stradaiola "Downward Bound" e si conferma una release ben riuscita grazie anche alla conclusiva "Confused".
"Vanity Is A Full-Time Job" conferma quindi le buone qualità della band espresse in passato.
Moreno Lissoni

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SPEEDY GONZALES
"Electric Stalker"
Aor Heaven/Frontiers Records – 2006

Prima di parlare del disco a parere mio è necessaria una breve spiegazione per capire da dove vengono i componenti di questo gruppo e le sonorità di "Electric Stalker". Nel 1990 il cantante Thomas Vikström e il chitarrista Tommy Denader riescono ad avere grossi riconoscimenti per una esibizione in uno dei tanti festival in Svezia. Iniziano a suonare come gruppo di supporto di Candlemass, Pretty Maids e iniziano a entrare in sala registrazione per registrare appunto un album. Tommy è anche votato miglior chitarrista dell’anno da una rivista specializzata.

Nel 1991 Tommy lascia il gruppo, apparentemente senza spiegazioni. Il disco inutile dire che non uscirà mai ufficialmente, solo alcuni bootleg andranno in circolazione. Nel 2004 Thomas e Tommy decidono di far uscire, su proposta della Aor Heaven, il disco risuonandolo e aggiungendo 4 brani inediti. Per il basso chiedono aiuto a Marcel Jacob (Talisman, Malmsteen) e per la batteria ingaggiano Daniel Flores (Xsaviour, Mind’s Eye).
La sonorità del record è varia, si passa da un melodic metal che ricorda Judas Priest (soprattuto per la voce e per alcune linee melodiche) prima maniera a un melodic rock tipico nord europeo.

50 minuti di musica che scorrono velocemente e che non annoiano mai l’ascoltatore anche per la varietà di quanto ascoltato. La produzione non è di quelle memorabili, anche se bisogna premiare la volontà di voler rendere attuali brani di più di quindici anni fa. L’obiettivo è raggiunto e i brani risultano appunto accattivanti. Tra le migliori proposte ricordiamo "Electic Stalker", "Dominator" (molto priestiane), "Desires of the Flash" (melodic rock nordico).
Se vi mancano sonorità fine anni 80 e se i vinili o i cd dei vostri paladini metal ormai si leggono a fatica perché ultraconsumati, il disco degli Speedy Gonzales potrebbe essere una buona alternativa in attesa di trovare nuove edizioni o ristampe.
Mauro Guarnieri

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FRANCINE
"King For A Day"
Poko Records - 2005

Mi avevano già fatto un'ottima impressione con "Level 8" pubblicato un paio di anni fa e ora rieccoli tornare con 13 canzoni godibili, orecchiabili e ballabili. Per chi non lo sapesse i Francine sono un trio finlandese nato sul finire degli anni 80 e debuttano discograficamente nel 1990, ma dopo qualche anno cambiano nome per tentare la carta del cantato in madre lingua. Nel 1995 ritornano a rockare con l'album "Animal Beat" e poi via con una serie di buoni dischi che gli hanno portati nel 2003 ad arrivare all'undicesimo posto delle chart finniche.

Nonostante i 14 anni di attività alle spalle, il loro rock'n'roll dalle tinte rockabilly e pop, continua ad essere fresco e allegro, e finchè usciranno dischi come questo, non avrò bisogno di prendere antidepressivi. Il disco scivola via che è un piacere, tra i pezzi che mi hanno preso di più segnalo "You Get Me Wrong", "Sunday", "Comin' Around", "Mr. Brown", "Keep Your Head Up" e "Flames Of Hell".
..."It's better to be a king for a day than a fool for a lifetime"!
Moreno Lissoni

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TOTO
"Falling in Between"
Frontiers Records – 2006

Può un gruppo di persone che suonano insieme da trenta anni riuscire a trovare di nuovo la linfa vitale, le idee e la voglia di creare un album non fine a se stesso ma ricco di spunti innovativi e essere contemporaneamente un classico per il genere? La risposta è Falling in Between, la risposta l’hanno scritta in 10 canzoni Steve Lukather, Bobby Kimball, David Paich, Simon Phillips, Mike Porcaro e Greg Phillinganes in poco più di 50 minuti di vera musica coinvolegnte come una coperta di tessuto pregiato e caldo di fronte ad un camino acceso in una fredda notte invernale. La classe si distingue sempre, i veri musicisti e compositori riescono sempre ad uscire dal mucchio, a creare sonorità che rimangono e che vincono sul tempo.

Con "Falling in Between" i Toto hanno dato la loro risposta alle Majors che con tentativi meramente commerciali volevano indirizzare su altri tipi di produzioni le nuove composizioni. I Toto dimostrano di essere più vivi che mai, una seconda rinascita, una creatura epica, un colosso che ha radici lontane nel rock, nel pop, nella fusion, nel soul e che dimostra che le contaminazioni possono solo fare del bene se strutturate in modo adeguato e creativo. Un cammino pieno di curve e di non facili passaggi, anche a volte tragici, hanno portato a questo reale capolavoro suonato al meglio possibile da umana capacità, prodotto dagli stessi autori con sonorità mai meglio azzeccate e voluto proprio così, suonabile live grazie all’ausilio di esperienza e capacità fuori dal comune.

Ogni singola canzone rappresenta una storia a sé, e per chi ha dimestichezza con la musica dei Toto uno standard compositivo, un insieme di brani che scorrono e che hanno influenze da tutti i 17 dischi ufficiali suonati prima di questo. Un’opera che come genere può essere definita Toto al 100%. Non penso di poter indicare un brano migliore di un altro, perché tutti e 10 sono assolutamente delle perle vedi per melodia, per creatività, per capacità interpretativa. Molti gli amici che hanno collaborato alla interpretazione dei brani: Joseph Williams, Steve Porcaro, Lenny Castro, Jason Scheff, Shenkar…

Album essenziale per capire l’essenza Toto, per capire l’evoluzione e per capire come dovrebbe essere suonato e arrangiato ogni singolo disco. Una certezza per i vecchi sostenitori ed essenziale per chi non dovesse avere avuto ancora la fortuna di conoscere questo super gruppo. Nel 2006, a parere mio, nessun album potrebbe meglio far capire il significato di Rock Melodico e Adult Oriented Rock suonato con intelligenza, sentimento e passione come questa nuova creatura.
Mauro Guarnieri

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BOB CATLEY
"Spirit of Man"
Frontiers Records – 2006

Poco più di un’ora di melodic Hard Rock suonato molto bene con grande esperienza e carica ci costringe però ad un confronto con When Empires Fall per piglio e scelta compositiva. Rispetto al precedente, quello che manca a "Spirit of Man" sono canzoni che ti rimangono al primo ascolto, manca la classicità dei brani che restano nel tempo e che non stancano dopo ascolti multipli e soprattutto manca la produzione per valorizzare a pieno l’intero lavoro. Questo è forse il vero punto debole, perché il songwriting nel corso dell’ascolto rimane sempre su livelli buoni, con la vetta massima di melodia e testo in "Blinded By A Lie" e "Last Snows of Winter".

La voce di Bob è sempre caratteristica e l’interpretazione è ottima, i musicisti fanno il loro dovere senza giustamente eccedere nel susseguirsi dei brani, le idee compositive restano in generale molto buone.
Si sarebbe sicuramente potuto considerare un ottimo disco se la scelta dei suoni e la produzione in generale avesse supportato quanto suonato dai musicisti e cantato da Bob che rimane una delle voci più riconoscibili dell’attuale panorama melodic Hard Rock mondiale.
Mauro Guarnieri

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MY LAND
"The Time Is Over"
Promo – 2005

Torna il Paolone nazionale dopo 2 anni di lavorazione del suo progetto denominato MY Land che vede Guido Priori alla voce, Adalberto Rizzoli al basso, Stefano Andreasi alle tastiere, Marco Andreasi alla chitarra e ovviamente Paolo Morbini alla batteria.
Puro ed incontaminato Aor quello che propone il combo lombardo che esterna senza troppe scuse il proprio amore per gruppi come Journey, Toto e Survivor. I lettori di SLAM! che ascoltano questo tipo di musica credo saranno orgogliosi di sapere che hanno in casa i cuginetti italiani dei Journey, e non si fanno scrupoli a mostrare la propria nazionalità con le strumentali "F.Baresi" e "Pizzamafia e Mandolino", dove si denotano le ottime capacità esecutive della band.

Melodie particolarmente efficaci con tappeti tastieristici a reggere il gioco e, calcisticamente parlando, un centrocampo solido composto da una puntuale sezione ritmica e un Guido Priori rifinitore, pronto a mandare a segno il lavoro fatta dalla squadra.
Faccio fatica però a segnalarvi tutte le canzoni perchè si tratta di una buona release in tutto il suo complesso, che verrà certamente consumata dagli amanti di queste sonorità.
Moreno Lissoni

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TEMPUS
"Romantic Revolution"
Demo – 2005

Fare in media 3 recensioni alla settimana da oltre 4 anni non è una cosa semplice, soprattutto quando si deve parlare di gruppi poco conosciuti e le informazioni su di questi scarseggiano anche in rete. Spesso mi capita di scrivere le stesse cose e uno dei motivi principali, oltre al poco tempo disponibile da dedicare, è proprio il fatto che non so proprio nulla della band che sto recensendo... vabbè, lascio da parte la mia piccola divagazione personale per parlarvi dei Tempus, freschi di demo CD che, dopo 3 dischi realizzati con il cantato in svedese, sono passati a un più commerciale inglese.

Se già le composizioni non brillano per originalità, certo non si può dire che la resa sonora migliori le cose... il lavoro raggiunge a stento la sufficienza e gli episodi che si salvano sono "Dollar Devil", "Miss My Lady", "Romantic Revolution" e "Red Dragon", per il resto un glam rock scolorito che fa fatica a catturare l'attenzione di chi l'ascolta. Album incostante.
Moreno Lissoni

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