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Diario di un'avventura americana


SAN ANTONIO, TEXAS, 26 MAGGIO 2001

La Will Call Window

Arrivo da Austin, come sempre in ritardo mostruoso, in compagnia della coppia di amici che mi ha ospitato nei miei primi due giorni in Texas. Ci affrettiamo alla Will Call Window, luogo di attese e speranze, dove si ritirano biglietti di Ticketmaster e le misteriose buste dei Pass. I Pass: questo sara' il leit-motiv della mia vacanza americana! In Italia contano le conoscenze, in Inghilterra le carte di credito, in America credevo contassero le tette, ma forse questo vale solo in California, e parzialmente. In America sei qualcuno se hai il "Laminate", vale a dire il Pass All Access Plastificato. Se poi sei proprio un grande, allora attaccata al laminate hai una penna per firmare autografi. E a quel punto, la gente ti ferma per chiedere autografi senza neppure sapere chi sei. Dovro' fare questo esperimento un giorno...

Torniamo alla Will Call Window, dove ho appuntamento con le due ragazze con cui proseguiro' questa avventura. Mai viste prima, conosciute su internet, su una lista di fans dei Poison! Non avendo patente devo arrangiarmi in qualche modo no? Mi riconoscono loro, grandi feste, grande eccitazione, troppa eccitazione, e l'implacabile sole texano contribuisce a scaldare ulteriormente il sangue. Le mie future compagne di viaggio sono due sorelle dal Massachusetts: la minore e' un'irriducibile fan di Rikki Rockett, emozionata come una quindicenne al primo appuntamento; la maggiore e' piu' calma, ed e' con mio sollievo quella che guida. Arrivano altre fans appartenenti alla stessa lista, ci siamo tutti, e finalmente giunge il momento fatidico: ci accodiamo di fronte alla Will Call Window per le nostre buste. Io devo soltanto ritirare il mio biglietto da Ticketmaster e il Pass del Bret Michaels Fans Club, 20 bucks e trafila e-mail per partecipare al Meet&Greet finale con foto ricordo, ma e' l'unico modo per contattarlo, e il mio motto e' "qualunque strada, l'importante e' arrivare". Le altre ragazze hanno chiesto Pass migliori a vari membri dei Poison e addetti ai lavori, e aprono le loro buste con trepidazione: grande delusione, qualcuna ha solo il Meet&Greet come me, qualcuna l'After Show, e la lamentela generale comincia, "no, guarda meglio, ci deve essere qualcos'altro, forse sotto un altro nome...". Niente. Per capire la portata del malumore generale, sara' bene fornirvi una classificazione dei Pass a disposizione.

Laminates e stickers

Il Laminate del Glam Slam Metal Jam e' praticamente la chiave del Paradiso, e chi te la consegna merita di essere venerato come San Pietro. Ce l'hanno gli artisti e gli addetti ai lavori che seguono tutto il tour. Le band che suonano solo in alcune date, come i Great White o i Bullet Boys, non necessariamente lo hanno, tanto per farvi capire. Ti permette non solo di entrare dove e quando vuoi, ma anche con chi vuoi. Io ho il Laminate degli Enuff'Z'Nuff, che di per se' non apre nessuna porta ma sara' utile, come vedremo in seguito.

Gli
stickers riportano il nome della band che te lo ha dato, sono validi un solo giorno, e hanno un diverso colore ogni data per facilitare le cose alla security. Si dividono in After Show, Photo, VIP e Working.

L'After Show e' valido per i Meet&Greet della band che lo rilascia, ma riesci in genere a beccare anche gli altri in giro, a parte Bret Michaels e Vince Neil ovviamente. I vari membri delle altre band ne tengono sempre un po' in tasca da distribuire per acchiappare le "chicks", a mo' di briciole per i piccioni.

I Photo consentono di scattare foto senza flash da sotto il palco, oltre la barriera, durante le prime tre canzoni della band che li firma; vengono rilasciati alla stampa un quarto d'ora prima che la band stessa va in scena, e finito il terzo pezzo ti scortano all'ingresso dove devi lasciare la macchina fotografica e puoi tornare a vedere il concerto in posizione da comune mortale.

I VIP sono molto limitati, e in genere riservati ad amici, parenti e rappresentanti di stampa, case discografiche etc. Consentono maggiore liberta' di movimento backstage, possibilita' di seguire ogni performance dal palco (Poison a parte) e soprattutto di non essere guardata dall'alto in basso e trattata a mo' di groupies, come accade con l'After Show.

E infine, il Working, l'unico sticker che puo' quasi essere equiparato al Laminate, concesso alle band e agli addetti ai lavori che seguono il tour per un numero di date limitato. E' un All Access, ancora piu' effettivo se incollato al Laminate della relativa band (e qui entra in scena il mio Enuff'Z'Nuff). Ma vedremo piu' tardi i limiti del Working Sticker rispetto al Glam-Slam-Metal-Jam-Tour-2001-Unico-Ufficiale-Sacro-Insostituibile Laminate...

Il Verizon Wireless Amphitheatre

Mentre le ragazze con un muso fino ai piedi cercano di contattare vari presunti "amici" per recriminare i Pass, e i miei amici di Austin cercano di nascondere una canna d'erba, io mi preparo alla prima "Mission Impossible" della giornata:introdurre macchina fotografica severamente vietata. La nascondo nel make-up e sfodero il mio migliore sorriso alla security. Loro, come la polizia quando ti arresta e ti legge i tuoi diritti, mi avvertono che le macchine fotografiche sono severamente vietate e sono autorizzati a perquisirmi, poi mi chiedono se ne ho una con me, io sempre sorridendo rispondo no naturalmente, mi fanno aprire la borsa, guardano distrattamente e sono dentro col mio fedele obiettivo! Americani... Subito, come un'oasi nel deserto, appaiono le bottiglie di acqua gelata a $6, tutti facciamo tappa per salvarci dal sole texano e si prosegue. Il Verizon Wireless Amphitheatre e' veramente bellino, il palco e i posti riservati sono coperti solo da un alto tetto ma aperti ai lati, e c'e' un po' d'aria condizionata, e sono disposti appunto ad'anfiteatro, la vista e' buona da qualunque posizione. Intorno c'e' il prato, un biglietto in quel settore costa 10 dollari, meno che andare al cinema, e se sei fortunato come oggi e non e' tutto esaurito, la security ti invitera' presto a riempire i riservati per farlo sembrare pieno. Mi avvicino allo stand del merchandise curiosando: le magliette partono dai 30 bucks (!), non ci sono CD in vendita apparentemente, ma ci sono le solite bandannas e baseball caps di contorno. Junk food di ogni tipo a disposizione a prezzi esorbitanti, e invitanti Margaritas sono in vendita dietro presentazione di documento e una banconota da 10... Non posso resistere. Uno strano tipo mi da' il benvenuto cercando di scipparmi il resto dalle mani, ma lo lascia cadere e scappa. E' la mia giornata fortunata.

Bullet Boys e primi incontri

Finalmente i Bullet Boys iniziano, ci siamo, e' Glam Slam Metal Jam! Voglio ancora godermi il sole e la mia Margarita, cosi prima di raggiungere il mio posto nelle prime file mi avvicino al bordo dell'Amphitheatre per curiosare: i Bullet Boys hanno tutti capelli corti, sembrano quasi una rap band, e a detta di tutti anche il sound e' deludente. Sono solo le due e mezza, la giornata e' lunga e afosa, e io resto a guardare dall'alto sorseggiando il mio drink. Prossimi nel bill sono Enuff'Z'Nuff e Great White. Prima dell'intervallo, decido di sondare il terreno all'entrata backstage: al momento tutto quello che ho e' il vecchio Laminate degli EZN, neanche un adesivo, e immagino non sara' facile farmi ascoltare dai terribili security americani, immobili e disumani come le guardie di Buckingham Palace... Ed eccomi qui, seguita dalle due compagne di viaggio, mostro il mio Laminate EZN, qualcuno dice che me li va a cercare e scompare, so gia' come funziona. un tipo muscoloso, capelli lunghi e berretto esce, mi vede, si ferma: "Ehi, che ci fai tu qui? L'ultima volta che ti ho visto era... in Spagna?" "No, in Italia! Sono contenta di rivederti!". Io e Derrick, batterista dei Great White e Samantha 7, ci abbracciamo, mentre l'irriducibile rockettiana intuisce dalla conversazione che si tratta di uno dei musicisti, e inizia a tempestarlo di domande su Rikki: io faccio finta di non conoscerla, anzi, faccio finta che non esiste proprio, che figura di m.... Intanto scopro che Jack e Michael sono stati raggiunti dalle relative girlfriends, mentre Derrick, Ty (chitarra) e Krys Baratto saranno in giro a godersi la scena tutto il giorno. Ci diamo appuntamento a piu' tardi, e io mi muovo verso il mio seat pronta a gustarmi gli Enuff.

Enuff'Z'Nuff

Mi sono sempre chiesta perche' Chip e compagni non siano mai stati una grossa band, interrogativo rafforzato dopo aver assistito ai loro fantastici shows inglesi: forse sono una tipica band da club, una di quelle che non reggerebbe una grande arena, era l'unica possibile giustificazione che mi passasse per la mente. Beh, ora anche questa e' crollata, e mi domando sempre piu' perche' diavolo non sono un gruppo di maggior successo come meriterebbero. Le recensioni che ho letto finora, da critica e pubblico, non fanno che rafforzare il mio punto interrogativo. Questo tour sta facendo conoscere ed apprezzare i Fab Four di Chicago in tutti gli USA, inclusi gli scettici che erano li per Poison e Warrant e conoscevano a malapena "The New Thing". Il concerto di S.Antonio e' il primo per gli EZN ma non e' uno dei migliori: l'operato del tecnico del suono non e' impeccabile e la voce di Donnie ne esce poco chiara, in piu' l'orario improprio sotto il sole texano fanno si che l'arena sia tutt'altro che piena (comunque, sembra siano stati venduti 6.000 biglietti sui 20.000 disponibili, meditate Poison...); tuttavia, i ragazzi sono carichi di entusiasmo e danno il meglio. Si apre con la cover di "Revolution", ed e' una festa, anche se "per pochi intimi". Donnie si presenta con un grande cappello, occhiali da sole rossi e una camicia colorata, Chip ha qualcosa che somiglia a un berretto in testa e i soliti occhiali neri, i capelli di Monaco sono sempre piu' rossi, e Ricky Parent strappa gridi di adulazione alle teenager presenti, compresa la "RikkiRockett-ara" che mi tira per il braccio per indagare sull'identita' del "sexy drummer". Tra i brani in scaletta (eh si, stavolta c'e' una scaletta da rispettare!) "The beast" e "Fly away" dall'ultimo "Ten", che vi consiglio vivamente, le vecchie ma sempre bellissime "Baby loves you" e "Kiss the clown" e ovviamente in chiusura "The New Thing", piu' familiare a tutti i fans dei Poison targati Glam'80. Il pubblico li accoglie con curiosita' e li saluta con applausi di approvazione, promuovendoli a pieni voti, al culmine di un crescendo di entusiasmo maturato rapidamente nel corso dello show. Solo mezz'ora, purtroppo, perche' ci sono sette bands oggi, e a detta di molti sarebbe stato meglio dare a loro un set piu' lungo e tagliare un po' di cose tristi che vedremo (e abbiamo gia' visto) durante questa lunga giornata... A proposito, ho letto da qualche parte che i Bullet Boys non hanno gradito la scelta dei Poison, dopo un testa a testa dell'ultimo momento tra loro e gli Enuff per il quarto posto nel bill definitivo: ragazzi, per favore, guardate, meditate, imparate e state zitti che e' meglio!

Great White

Mentre fornisco dettagli su Ricky Parent, i roadies preparano il palco per i Great White. Ty fa il suo ingresso provando la chitarra, lo chiamo, mi vede: grandi saluti, sorrisi e sguardi di approvazione per la mia "tenuta estiva". Anche Derrick e' sul palco, la mia amica ha l'acquolina e comincio a pensare di avere a che fare con una drum(-mer) fetish! Finalmente inizia il terzo concerto della giornata. Noto con piacere che i GW hanno ancora un enorme seguito quaggiu'. Il Verizon Wireless si sta lentamente riempiendo (nel limite di quei 6000 venduti), qualcuno balla, c'e addirittura del sing-along durante i maggiori successi. Jack Russell sembra sapere come eccitare le folle, e da l'idea di uno che si sta divertendo un mondo. Come avrete capito, la formazione e' la stessa vista in Europa, meta' "in prestito" dai Samantha 7: JR alla voce, Michael Lardie tastiere e seconda chitarra, Krys Baratto al basso, Derrick Pontier alla batteria e Ty Longley alla chitarra. Non appare tuttavia come una situazione temporanea ai miei occhi, e mi chiedo cosa ne sara' della banda di CC De Ville. Anche i GW hanno circa mezz'ora a disposizione, durante la quale snocciolano pezzi di datato ma sempre ottimo rock'n'roll, come "Can't shake it", "Call it rock'n'roll", "Mistabone", fino alla chiusura con "Once bitten twice shy". Cala il sipario, ma non il sole. Decido di dirigermi all'entrata backstage per salutare Ty con una doverosa sosta al banco delle Margaritas. E mentre soddisfo la sete e il palato ecco spuntare i tre mercenari, Derrick, Ty e Krys. Baci e abbracci, soliti "com'e' andato il viaggio" e "ti piace il Texas", soliti "vi state divertendo", e ovviamente chiedo se a questo punto la formazione e' definitiva, ma non c'e' ancora una risposta ufficiale. Tuttavia Ty e Derrick ammettono che si trovano bene insieme, quindi per il momento non c'e' motivo di interrompere questa avventura. Mi parlano del loro prossimo concerto con Tesla e Ted Nugent a San Jose, Derrick e' particolarmente eccitato all'idea, sia per la bellezza del luogo, dove sostera' per qualche giorno, sia per la prospettiva di fare un po' di casino con i Tesla, simpaticissimi ragazzi a quanto pare. Ma per il momento, gli sguardi sono concentrati sulle bellezze locali! Lascio i ragazzi in giro a caccia di groupies, e raggiungo i miei amici di Austin ad un tavolo. Il sole scotta meno ed e' decisamente piacevole per una povera londinese come me, e decido di vedere anche i Quiet Riot dall'alto.

Quiet Riot

I Quiet Riot sono esattamente quello che ti aspetti e ti saresti aspettato negli 80. Stesso look, stessa energia, stessa voce, stesse canzoni, con l'eccezione di un paio di pezzi dal nuovo album. Non sono mai stata una grandissima fan, ma devo ammettere che dal vivo meritano, e fino a qui posso dare ragione ai Poison sulle scelte operate. Certamente suonare piu' tardi, quando ormai quasi tutti il pubblico ha preso posizione, aiuta nella scenografia e nello spirito. L'apertura e' "Vicious Circle" dal nuovo "Guilty pleasures", tipico QR sound, la maggior parte dei presenti non la conoscono ma entra facilmente in testa, e tutti sembrano apprezzare. Mi ripropongo di ascoltare il cd e magari comprarlo. Kevin Dubrow corre e salta da una parte all'altra del palco, non sembra risentire degli anni come molti altri, siamo contenti per lui e per noi. Si va avanti con vecchi e nuovi pezzi tutti graditi, il Verizon Wireless e' per lo piu' in piedi e si diverte. Citiamo tra gli altri "Mama we're all crazee now", "Thunderbird", "Feel the pain", "Slick black Cadillac", "Rock the house", "Cum on feel the noize" e "Bang your head". Kevin auspica un ritorno agli 80s e ci invita per questo a richiedere i nuovi pezzi alle radio, infine ringrazia i Poison per aver dato loro questa opportunita'. A parte qualche imperfezione tecnica che rovina a tratti la parte vocale, il giudizio generale sullo show e' positivo, e il posto nel carrozzone Glam Slam Metal Jam pienamente meritato. Ora siamo in pieno 80's revival, e ammettiamolo, siamo tutti in trepidante attesa per Mr Vince Neil. Il momento e' quasi arrivato.

Vince Neil

Mi piazzo in prima fila. Si spengono le luci e la musica, pronti, via! Eccolo, e' Vince, pantaloni neri, maglietta bianca con logo Budweiser e camicia hawaiana arancio aperta davanti, visibilmente sovrappeso. Avevo gia' visto foto quindi non sono sorpresa piu' di tanto, ma certo vederselo davanti cosi fa un certo effetto. La setlist e' un misto dei suoi pezzi solisti e del vecchio repertorio dei Crue, con mia grande gioia. Da "Kickstart My Heart" a "Looks That Kill", da "Girls Girls Girls" a "Dr Feelgood" e la sempre splendida "Home Sweet home", chiudo gli occhi per immaginare Tommy, Nikki e Mick, ma la reale formazione in scena non ha niente a che vedere con le massime autorita' 80 della sex drugs & rock'n'roll phylosophy. Brent Fitz non e' niente di speciale, e ci fa rimpiangere anche Randy Castillo e Vikki Foxx, e Jaime Hunting e Brent Woods sono anche loro nella media, niente che restera' particolarmente impresso nella mia memoria alla fine di questa prova. Vince di per se' sembra racchiudere l'originale vocalist dei Crue in un corpo troppo appesantito da birre e hot dog, ma puoi ancora carpire l'essenza di cio' che e' stato. E' qualcosa negli occhi, nella voce, nelle movenze, qualcosa che emana odore di whisky e groupies in una casa fatiscente su Sunset Strip, qualcosa che per noi vecchi rockers e' storia e da' ancora i brividi. C'e' qualche ragazzino che si lamenta sorpreso perche' il nostro eroe canta solo le parole finali di ogni frase, quelle che fanno la rima per intenderci, ma niente di nuovo per noi vero? Anche questo e' Vince. Vedremo in questo tour come tutti alla fin fine invecchiano, ma tutti in modo diverso. Leggendo la biografia "The Dirt" questo e' esattamente il modo in cui immagineresti Vince Neil superata la boa dei 40: Un vecchio generale con tante vittorie da raccontare, e qualche sconfitta affrontata a testa alta. Non credo abbia impellente bisogno di soldi, ne' di fama. Sembra piu' li per raccontare la storia. Non posso dare un voto alto al concerto della Vince Neil Band, ma se c'e' una vera Rockstar in questo tour e senz'altro Mr Motley Crue, e l'eccitazione del pubblico sarebbe la stessa anche se si limitasse a muovere le labbra. Che dire? W il Re!

Warrant

In questo caso, avevo sentito commenti, ma nessuna foto recente, ero quindi totalmente impreparata all'impatto con uno dei miei vecchi idoli ottantiani. Entrano in scena Fasano, Dixon, Morris, Turner, Donner, Blitzen, e infine Jani Lane, irriconoscibile. Ingrassato, doppio mento, capelli corti e radi. Il ragazzo dal vero e' comunque ben piu' alto di quanto immaginassi il che maschera bene, aiutato dalla scelta di abbigliamento total black. La scenografia presenta il logo "Down Boys" e filo spinato come sfondo, nessun effetto speciale come del resto le altre band viste finora. L'apertura e' affidata a "Hole in the wall", perche'?? Poi si passa a "Down Boys" e il tono sale. Malgrado la pancia Lane fa gran movimento sul palco, e conversa col pubblico sebbene con qualche "fuck" di troppo. Poi "Dirty Rotten Filthy Stinkin' Rich" che e' diventata "Dirty Rotten Filthy Fuckin' Rich", appunto! E' ora delle ballads, con "Heaven" e "I saw red", suonate a doppia velocita', forse perche', come dice Jani, vogliono tornare velocemente al rock.... E allora non le suonare! Bah! Insomma, non e' cosi male, ma il frontman sembra fare uno sforzo incredibile per superare il complesso "pecora nera del tour" creato per lui dai Poison (di cui parleremo tra breve), e e forse teme anche di fallire un'occasione tanto succulenta, e tutta questa specie di nervosismo generale impedisce ai ragazzi di dare il meglio. Inoltre, quasi tutti i brani somigliano piu' ai recenti remix che alle versioni originali, e personalmente io preferivo gli originali. Questione di gusti. Si prosegue con il gradito ritorno live di "So Damn Pretty", "Bed of Roses", e il nuovo pezzo incluso nel cover album "Under the Influence", niente male. "Uncle Tom's Cabin" e' estremamente gradita dal pubblico, e infine "Cherry Pie"... Nel frattempo Ricky Parent, che sta guardando lo show dal palco, nota finalmente tra la folla, e fa segno a uno dei security di scortarmi dentro, quindi perdo parte dello show per raggiungerlo, ma sono in tempo a vedere la fine da posizione strategica, con occhiate fulminanti della drum-fetish dalla prima fila. Anche Monaco e' li con noi. Risate generali al mio disappunto per il cocomero di Jani, ma tutto sommato i commenti allo show sono abbastanza positivi.

Il caso Warrant-Poison

Torniamo indietro per un approfondimento, perche' questo e' uno degli argomenti clue legati al Glam Slam. Tutto parte, indovina un po', da Metal Sludge (www.metal-sludge.com), sito di gossips rock alquanto divertente ma non sempre 100% veritiero. Molti sapranno che, per via di un misterioso "incidente" durante il Flesh & Blood Tour, non corre buon sangue tra Bret Michaels e Jani Lane. Rikki Rockett, nel comunicare le band del Glam Slam alla stampa, aveva detto che le vecchie diatribe erano momentaneamente messe da parte per regalare ai fans il migliore bill sul mercato, ma le "restrizioni" imposte ai Warrant per una pacifica convivenza, pubblicate da Sludge, sembrano eccessive e un po' patetiche. Si parte da "devono arrivare solo mezz'ora prima del loro show e andarsene mezz'ora dopo perche' non vogliamo vedere le loro facce intorno", a "non possono vendere il loro nuovo CD perche' fa schifo", da "i fans con Pass dei Warrant possono incontrare membri dei Poison solo se scortati da un membro della security" a "non devono avvicinarsi a nessuna ragazza".... Beh, alcune hanno un chiaro tono sarcastico, e l'autore stesso dell'articolo avverte che e' in parte verita' in parte fantasia, ma dov'e' il confine? Quanto infantile puo' davvero essere una rock band, e quanto disperata puo' essere l'altra per accettare tutto questo? E cosa diamine e' successo di cosi grave nel Flesh & Blood Tour? Il primo tentativo e' contattare le fonti ufficiali del circo Poison e chiedere smentita: ma non arriva. Chi tace acconsente, qualcosa di vero allora c'e'. Una delle mie missioni al Glam Slam e' scoprirlo! Effettivamente, come primo giorno, noto che non c'e' traccia di Jani Lane da nessuna parte nell'area backstage. Vero che non c'e' traccia di Bret o Vince Neil, ma e' risaputo che i due divi non si confondono volentieri con le masse. Il lead singer dei Warrant e' di solito molto amichevole ed espansivo, dunque? Dov'e' Jani Lane? Qualcuno mi dice che e' andato. Sempre piu' conferme. Nei prossimi due giorni cerchero' di andare a fondo in questa storia. Intanto, noto un piccolo particolare: non ho visto finora nessun Pass firmato Warrant...

Prima esplorazione backstage

Ricky Parent e Monaco si dileguano. Tutti lasciano il palco per permettere ai tecnici di lavorare, e io decido di rintracciare gli altri membri degli Enuff e chiunque altro in giro sembri in vena di scambiare due chiacchiere. Non ho nessun pass, ma i security di San Antonio credono alla mia buona fede grazie anche al Laminate EZN, e mi lasciano momentaneamente scorazzare in giro (grazie ragazzi, siete stati i migliori!). L'area backstage e' tutt'altro che affollata, dato che, mezz'ora dopo i Warrant, tutti vengono cacciati insieme a Jani Lane ad esclusione dei Glam Slam Laminates, disposizioni dall'alto (Poison). C'e' un piccolo divanetto con tre o quattro ragazze, due porte chiuse, una stanza per massaggi e un'area catering, poi un corridoio che porta credo ai camerini dei Poison, perche' un security piu' grosso e' piazzato li e non lascia passare nessuno, e posso vedere in lontananza Janna del Fan Club ufficiale di Bret e altri membri della crew. CC De Ville appare in lontananza, solitario, provando la sua chitarra. Decido di non disturbarlo, anche per evitare le ire dello yeti di guardia. In piedi all'ingresso, spalle al muro di fronte al divanetto, inizio a conversare con le ragazze. Qualcuno a fianco a me si unisce alla conversazione, non ci faccio caso. Finche' dopo qualche minuto il nuovo arrivato richiama la mia attenzione con un "hello", e mi volto: "Ciao... Rikki! non ti avevo visto..." e mi presento. E visto che ci sto, chiedo se risponderebbe a qualche domanda per Slam per email quando il tour sara' finito. No problem, e mi lascia l'indirizzo. Nice guy 'sto Rikki Rockett... meglio non dire nulla alla drum-fetish o mi colpira' con qualche maledizione voodoo. Vedo finalmente Chip Znuff, saluti e abbracci, poi deve scappare. L'ora dei Poison si avvicina, e io non sono stata ancora calciata fuori, ma sentendomi in pericolo faccio un ultimo tentativo di rintracciare Donnie Vie, e busso al tour bus. Si affaccia, mi dice di aspettare, dopo qualche minuto scende e insieme raggiungiamo lo stage per l'atto finale, potere del Glam Slam Laminate... Devo dire, la visuale forse e' meglio dal davanti, ma come perdere l'occasione di provare come si sta dall'altra parte? Il pubblico e' una massa indistinta, rumorosa e impaziente, immobile in attesa del grande evento. Si spengono le luci, esplodono le grida, the night rolls up and they'll do it again, Oh My God! Look what the cat dragged in!

Poison

L'inizio e' ormai un classico, lo vedi e lo senti nella tua mente appena pensi a un concerto dei Poison, dall'introduzione alle prime note di "Look what the cat", alla scenografia e l'ingresso di Bret Michaels. Fuochi d'artificio, Bret entra in scena, solita bandanna e pelliccia bianca, piu' glam e rockstar che mai. Se avevate qualche dubbio, ora siete certi che questo e' il main act della serata. Pyros, colore, suono perfetto, tutto cio' che agli altri non e' concesso. Chissa' se con la par condicio brillerebbero cosi tra le sette stelle del Glam Slam. Sia come sia, ci godiamo il circo Poison.
I ragazzi sono tutti in ottima forma (a differenza di altri presenti...), strappano grida al pubblico femminile, corrono, saltano, incitano la folla, e non sbagliano una nota. Si prosegue con "I want action", e il graditissimo ritorno di "Cry tough" e "Ride the wind". Bobby si muove intorno al palco, ma CC non ha proprio pace. Salta e corre ovunque e si butta a terra continuando a suonare, e da' il suo timbro "teatrale" alla scena, sovrapponendosi alla Star Bret con una serie di divertenti espressioni facciali: Bret usa il suo piu' profondo tono di voce per introdurre "Something to believe in", e CC davanti che asciuga finte lacrime di commozione, sa di presa per il c**o, fa troppo ridere. Bret non ride, forse proprio per questo e' divertente. Quanto pagherei per sapere davvero cosa pensano l'uno dell'altro! Il frontman scompare nelle retrovie ed ecco l'assolo di CC, e' fantastico. Il pubblico acclama il piccolo newyorkese, lui sembra dare tutto e voler dare ancora di piu', ma questo e' quanto gli e' consentito quest'anno.
Segue "Fallen Angel", ora siamo nel mezzo del repertorio piu' scontato dei Poison, non che questo ci dispiaccia. C'e' l'assolo di Rikki, suona ancora meglio dello scorso anno, da profana non so se e' dovuto ai suoi personali progressi o alla nuova batteria al titanio di cui va tanto orgoglioso. La mia attenzione e' momentaneamente catturata da un cambio di maglia di Bret backstage, vantaggi della mia posizione strategica. Cerco di documentare l'assoluto six pack con foto, ma la luce e' scarsina. Dovrete fidarvi sulla parola.
E' ora di "Every rose has its thorn", con il solito Bret che accorda la chitarra "making sure it's ok... It will sounds like this...". Piccola nota: possiamo per favore rifare lo speech ogni tanto, vabbe' due album live uguali, ma si va ai concerti anche per sentire qualcosa di piu' originale! Grazie! E si passa al nuovo singolo, "Rockstar". Bret implora tutti di richiederlo alle radio. Noi imploriamo di far uscire il benedetto cd. Sono curiosa di sentirla dal vivo, e devo dire che si, funziona, con mia enorme gioia. Se fossi una minore fan e conoscessi solo le hits, potrei pensare che "Rockstar" appartiene allo stesso periodo di "Flesh & Blood", diversamente da "Power to the people" lo scorso anno. A proposito, notate come tutto cio' che era parte di quell'album e' stato cancellato dalla set list, compreso putroppo il pezzo di CC De Ville "I hate every bone in your body but mine".
Il ritmo sale, si entra diretti nel cuore dello show con "Your mama don't dance", anche i poveretti schiacciati nelle prime file muovono testa e braccia a tempo ballando come possono. Ora siamo davvero back in the eighties. Tutti i colori, le zebre, i leopardi, le bandannas, i cappelli da cowboy e le chiome intorno non sono piu' uno strano travestimento. Grunge, nu-metal, Korn, Limp Bizkit? Non e' mai successo. Un incubo, tutto qui. Mmmm, vediamo chi indovina cosa c'e' dopo... Facile eh? Grande movimento di bacino, ed e' "Unskinny bop". Nota scenografica: alle parole "everytime I touch you and you get hot" due fiamme si innalzano ai lati di Rikki Rockett sottolineando l'"hot", carino. "San Antonio, we aint gonna leave you until you have nothin' but a good fuckin' time!" (altra line un po' datata..) "everybody know what I'm talkin' about right?" (ripetuto piu' volte ai vari settori del pubblico, si Bret, lo sappiamo, vai!). "Nothin' but a good time" irrompe, e veramente tutto il Verizon Wireless Amphitheatre sembra avere piu' che un semplice good time. Questi ragazzi sanno ancora come eccitare il pubblico e darti piu' del prezzo del biglietto. Anch'io ormai ho smesso di controllarmi da "Your mama don't dance" e ballo nel mio angolo di palco guardando a turno i Poison e la folla felice. Chiusura del pezzo con lancio di grandi coriandoli colorati sul pubblico. La grande festa volge al termine. Battute finali. "San Antonio, I ain't gonna leave you until you Talk-Dirty-To-Me!" (vabbe', arrendiamoci alla scarsa fantasia e ripetitivita' di Bret, comunque per il momento continua a funzionare...). Esplosioni, fuochi d'artificio, CC e Rikki completamente impazziti, tutti vogliamo salire sul palco, ballare e saltare con loro, ed ecco "Rock'n'roll all nite"! Ma prima una domanda (la stessa ovviamente dello scorso anno): "S.Antonio, se prometto di portarvi tutti on stage l'anno prossimo, tornerete tutti qui a vederci?". Bret caro, se torniamo tutti e seimila non c'entriamo, ma ci auguriamo per te che ancora una volta sia una promessa impossibile da mantenere. Forse continua a salutarci cosi per scaramanzia. Forse vuole farlo ogni anno finche' non finisce per suonare di fronte a 30 nostalgici, e quando sara' finalmente in grado di avere tutto il pubblico on stage sapra' che e' ora di appendere il microfono al chiodo. Comunque, un coro di entusiasti "Yes" si alza dalla folla e parte la cover dei Kiss. Noi ai lati dello stage veniamo tirati per primi intorno a Bret, poi la security inizia a tirar su gente dalle prime file, e in pochi secondi tutto e' pieno. Io arretro dalle parti di Rikki dove c'e' spazio per ballare, ormai scalza, sudata e felice. Grande festa. Grandi Poison. A differenza di tanti loro contemporanei, possono ancora suonare in un'arena, seppur non piena, e permettersi openings del livello di Vince Neil, Ratt, Cinderella, Warrant. La professionalita' paga, e fa la differenza tra una band ancora viva e una sopravvissuta. Rockstar presenti e soprattutto passate di tutto il mondo, prendete nota.

I Meet & Greet

I Meet & Greet sono incontri di gruppo con i fans, che hanno luogo solitamente dopo un concerto. Quando trattasi di pezzo grosso (leggi: membro dei Poison), devi essere regolarmente iscritto al Fan Club Ufficiale, avere relativo gadget-laminate ritirato alla Will Call Window attestante il fatto che hai pagato 15 bucks per ricevere una triste newsletter annuale ritardata in bianco e nero, ma soprattutto per vedere Bret Michaels da vicino dopo aver atteso un paio d'ore con altri poveri mortali come te e i security che ti fanno la guardia come bambini a scuola. Se poi trovi gli yeti di malumore devi anche produrre copia di e-mail di conferma ufficiale che la tua prenotazione per la specifica serata e' stata accettata.
Cosciente del fatto che Bret Michaels deve docciarsi, cambiarsi, riposizionarsi la parrucca e dare una pompata alle spalle per apparire figo come 15 anni fa, mi intrattengo ancora un po' nell'area backstage con Donnie, Chip, Ricky, Monaco, Derrick e Ty. Tutti sembrano molto indaffarati, specialmente gli Enuff che si sono uniti solo oggi al carrozzone. Mi guardo in giro: Poison sotto la doccia, ancora una volta nessuna traccia di Jani Lane, e ovviamente di Vince Neil, ma posso scorgere qualche membro delle rispettive bands, poi ci sono pezzi di Quiet Riot e Bullet Boys ovunque. Decido di essere prudente e non mi avvicino a nessuno che non conosco, considerato che non ho nessun pass. Quando finalmente Ty mi da' un After Show sticker e' tardi, i security stanno sgombrando tutti ad eccezione dei Glam Slam Laminates, VIP e Working Passes: i Poison hanno finito la doccia. Ora di raggiungere il luogo designato per il Meet & Greet, una sezione laterale dei riservati. Provano a fermarmi, mostro il mio Gadget-Laminate "ho-pagato-i-miei-15-bucks" e sono dentro, seduta ad attendere "Lui" con i miei amici di Austin, la drum-fetish, la sorella, le altre, siamo in tutto una cinquantina. Tre o quattro maschietti in totale...
Tutti si voltano verso il palco: un uomo e una donna scendono e camminano verso di noi circondati dalla security. L'uomo ha una bandanna, capelli lunghi, magliettina verde chiaro e jeans, cammina alla John Travolta-Tony Manero, spalle e braccia alla Clint Eastwood in "Mezzogiorno di fuoco" pronto ad estrarre la pistola e sparare. La donna ha vita e fianchi sottilissimi e due enormi tette al silicone, e' seria e apparentemente muta. Bret ci saluta sorridente mentre la sua escort texana si siede da parte. Sembra Gesu', "lasciate che i bambini vengano a me". Ci guarda con atteggiamento da padre compiaciuto, e comincia a distribuire i pani e i pesci: "La produzione mi uccidera' stavolta, ma devo farlo: chiunque voglia venire agli show di Houston e Dallas domani e dopodomani lasciate il vostro nome a Big Ray, la mia guardia del corpo qui, e ritirate i vostri biglietti allo show a nome di Bret Michaels!". Non ha bisogno pero' di operare la moltiplicazione, visto che i biglietti sono invenduti e ne hanno dati via gratis anche all'ultimo concerto degli Styx allo stesso venue. Io il mio biglietto ce l'ho, ma decido di approfittare della disponibilita' di Bret per fare una diversa richiesta. Attendo il mio turno per la foto ricordo, e quando siamo li' in posa la tento: Bret, che ne dici di replicare brevemente ad un'intervista con CC De Ville, domani o dopodomani? La risposta e' assolutamente no problem, mettiti pure d'accordo con Big Ray e chiedi tutto quello di cui hai bisogno. Big Ray e' lo yeti che ha sostituito Big John. Tutti gli uomini dei Poison sono Big di nome e di fatto. Chiedo un Pass che mi permetta di introdurre la mia macchina fotografica e di rintracciare Ray alla fine senza essere bloccata. Ok, dice Ray, ti faccio trovare un Photo, o un Working, vediamo qual'e' la soluzione migliore, ci pensiamo noi tranquilla!
Bene, abbiamo la foto-ricordo, abbiamo i Pass per domani, via, tutti al Meet & Greet di Rikki, area backstage. Senza apposito Gadget-Laminate, ma i security di San Antonio sono dei grandi, ancora non immagino che mi aspetta nei prossimi due giorni... Ed eccoci davanti a Dr Rockett (mai visitato www.knac.com?). Io sono qui per tenere d'occhio le mie compagne di viaggio e scattare foto alla mia amica di Austin che a 35 anni non ha mai visto una rockstar prima d'ora, e mi fa una gran tenerezza, silenziosa, sorridente e emozionata come una bambina; per quanto riguarda me sono abbastanza stressata per oggi, c'e' troppa gente e non tento neanche di salutare Rikki. Mi nota lui: "Hey, ti ho visto! Tu sei quella che ballava sul palco durante lo show!" "Si! Bravo! E tu sei quello che tentava di suonare la batteria lassu'!". Ridiamo insieme prima di essere separati visivamente dall'orda di fans. Che simpatico 'sto Rikki Rockett!
Quando usciamo da li non c'e' piu' nessuno in giro, neanche Ty. I Tour Bus ci guardano silenziosi, siamo le ultime ad andare. Camminando scalza nel fango, seguo il gruppo "irriducibili" con cui continuero' il viaggio, le voci eccitate si mischiano raccontando frammenti di sorrisi di Rikki e abbracci di Bret. I miei amici di Austin mi hanno salutato e sono tornati a casa, lei mi ha ringraziato per "aver fatto realizzare tutti i suoi sogni": non sono stata io, ma i 15 bucks pagati al BMIFC, dunque, Bret Michaels rabbino o benefattore?? A voi l'ardua sentenza...

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