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THE STORM
"Eye Of The Storm"
Music For Nations
- 1995
Una recensione non basta
a rendere giustizia ad uno dei gruppi culto dell’
Adult Oriented Rock. La poesia e la melodia trasmesse
da questo combo americano sono vette irraggiungibili
da qualsiasi band del pianeta e non saranno eguagliate
ne ora ne mai. Gli Storm sono unici, rari, immensi nella
loro composizione: immaginate il dream team del basket
NBA oppure la nazionale italiana di calcio…. beh…
(forse) ho reso l’idea di quello che rappresentano
gli Storm nel panorama rock mondiale.
Il compito di far sudare freddo i poveri ascoltatori
è stato affidato al miglior Kevin Chalfant
(707,Two Fires,The V.O.) di sempre e al tastierista
Gregg Rolie che supporta l’ugola d’oro di
Kevin in duetti da infarto. Se i virtuosismi vocali
di Chalfant non dovessero bastare a tramortire gli ascoltatori
ci pensa il magico Josh Ramos… mica un chitarrista
qualunque… IL chitarrista !
I suoi assoli sono come stilettate al cuore… lunghi…
intensi… inebrianti come una bella donna che ti
sussurra nell’orecchio parole d’amore!
La parte ritmata è affidata a Ron Wisko mai sopra
alle righe e che fornisce un ottimo supporto anche per
il songwriting altrimenti affidato alle sole menti geniali
di Chalfant e Rolie con l’ausilio del produttore\autore
Bob Marlette.
L’opera si apre con
“Don’t Give Up”, uno straordinario
pezzo ritmato e con un ritornello da psicofarmaci…
ma è probabile che nemmeno quelli servano a levarlo
dalla testa !
Chalfant ci invita a non mollare… e chi molla!
Non vedo l’ora di ascoltare il secondo pezzo!
Se gli Storm volevano colpire subito al cuore ci riescono
perfettamente con la ballad “Waiting For The World
To Change” che è la dimostrazione pratica
di quello che significano classe, raffinatezza e melodia…
piango! Le trame vocali, tastieristiche e ritmiche sono
talmente immediate e complesse allo stesso tempo che
ci si chiede come possa essere possibile creare cotanto
splendore !
Già al primo ascolto ti sembra di conoscere tutte
le canzoni a memoria eppure a quasi dieci anni di distanza
non ti stanchi mai di ascoltare nuovamente il lavoro
di questi geniacci !
Proseguendo ci imbattiamo
nell’unica canzone al di sotto degli standard
(mostruosi) a cui ci aveva abituato la band ovvero “Livin’
It Up” che esce dagli schemi convenzionali e porta
un po’ di freschezza al CD ma non riesce a lasciare
il segno. Una traccia indelebile la lascia la seguente
“Love Isn’t Easy” con il suo refrain
immenso ! Ogni tanto mi viene da cantarla al lavoro…
mentre sono con la mia ragazza… durante una partita
di calcio… (ma cosa c’entra?!? mah…
chissenefrega…). Ma le sorprese non sono ancora
finite e gli Storm ci regalano una delle più
belle ballads di tutti i tempi: “What Ya Doing
Tonight?” ! Questa splendida poesia inizia con
un flebile piano accompagnato dalla voce suadente di
Kevin per poi esplodere in una tempesta di passione
e sentimento che non lascia sopravissuti!
Ormai stremati, estasiati, impressionati, riusciremo
ad avere la forza di ascoltare le ultime due composizioni?
Almeno fosserò di qualità infima….
macchè… “Come In Out The Rain”
è un’altra gemma e la conclusiva “Long
Time Coming” termina un lavoro che sarà
ricordato molto a lungo da chi la musica la ascolta
soprattutto per avere emozioni.
The Storm: grazie !
Marcello Piccinini
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GLEN BURTNICK
"Retrospectacle"
MTM- 1996
Album datato 1996 che presenta
una serie di canzoni tutte scritte da Burtnick che si
conferma così autore di spessore dopo aver contribuito
alla rinascita degli Styx nel 1990
e non a caso è qui presente il pezzo trainante
di “Edge Of Century” del combo
americano ovvero “Love Is The Ritual” completamente
ri-arrangiata per l’occasione.
Altre composizioni di rilievo sono le ballads “Woman’s
Point Of View” e l’eccezionale “Don’t
Give Up On Me” con un Burtnick ispiratissimo ma
la vera “chicca” del CD è la bellissima
“River Of Fire” che vi farà sognare
per ben sei minuti con i suoi inserti strumentali e
le sue varianti su cui giostrano violini e strumenti
di varia natura che poco hanno a che fare con l’A.O.R.
classico ma che dimostrano la qualità artistica
di Burtnick.
Tutto il CD è arricchito
da arrangiamenti di ottimo spessore creati tutti da
Burtnick che si conferma artista istrionico.
Il chitarrista-vocalist americano propone dodici tracce,
A.O.R. di matrice classica e la tracklist è impregnata
di ballads strappalacrime e mid-tempo dalle forti influenze
west coast alla “King Of Hearts” o dalle
sonorità più pop-oriented.
In definitiva un lavoro piacevolissimo che farà
contenti tutti quelli che ricercano nelle canzoni easy
listening qualcosa di più, soprattutto nel songwriting.
Marcello Piccinini
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SILVERHEAD
"First / 16 and Savaged"
Line Records 1992
– 2 CD
La scelta di recensire
la doppia ristampa dei due studio album di questa misconosciuta
ma grande Band dei seventies, usciti rispettivamente
nel 1972 e nel 1973 su Purple Rec. è dettata
essenzialmente da motivi economici, dovrebbe infatti
avere il prezzo di un unico CD. Ingiustamente finiti
nel novero delle cult-band, mai inclusi nelle compilation
Glam/Glitter e negli articoli “a tema” (peraltro
sempre pietosi) dei Major Magazine che trattano di questo
genere, i Silverhead sono a mio avviso sinonimo di grande
musica da trent’anni a questa parte e, francamente,
non riesco proprio a spiegarmi il perché del
mancato successo.
Colpiscono, a distanza
di tanti anni, l’attualità e la freschezza
dei brani, (merito anche del produttore Martin Birch,
noto per la collaborazione con i Deep Purple);
colpisce la voce di Michael Des Barres, leader carismatico
a cui non mancava proprio niente per diventare un’assoluta
Icona alla stregua di M.Bolan; colpiscono
la bellezza degli arrangiamenti, in cui fanno capolino
cori di grande effetto con le sexy-ssime Silverettes
ed inserti di keys e fiati da brivido; colpisce, infine,
il guitar-sound, su solide basi ora Boogie Rock ora
Hard Blues (ma sempre con marcate tinte Glamour), con
l’impeccabile lavoro dei solisti (Stevie Forest
nel primo e Robbie Blunt nel secondo) abilissimi, tra
l’altro, con le slide. Citare i titoli é
cosa superflua, dai Glam Anthem alle Ballad, dai Boogie
alle più classiche Hard Rock songs, il livello
qualitativo é notevole, con influenze che spaziano
dal citato Bolan agli Stones,
passando per Status Quo e Deep
Purple (ma, lo ribadisco, sempre in chiave
Glamour!!). A titolo di cronaca vi consiglio di recuperare
i lavori postumi di Des Barres con
i Detective, da Solista e, soprattutto
con i Chequered Past di Steve
Jones. Assolutamente da riscoprire.
Gaetano Fezza
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Sedona - 11230 Gold Express Dr. Suite 310-151 Gold River,
CA 65670 (USA)
www.sedonaworld.com
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SEDONA
"Dragonfly"
Vortex Music Group
- 1998
Dal nord della California arriva questo
quartetto formato da Mike Fox (lead vocals, guitar,
& keys), Raymond Fox (bass & vocals), Mark Holley
(guitar & vocals) e Darrell Hale (drums & vocals)
e con all'attivo tre album.
Non sto qui a dilungarmi sulle note biografiche
e vi parlo subito di questo "Dragonfly",
CD uscito già da qualche anno, ma che ci dimostra
un gruppo maturo e capace in bilico tra sonorità
ottantiane e cose più recenti (di matrice Seventies),
per capirci meglio, "Filling Up The Holes"
è un bell'hard rock che mette insieme la classe
dei DEF LEPPARD con le atmosfere degli
ALICE IN CHAINS e nonostante questo
paragone azzardato, ritengo che sia una delle tracce
migliori dell'album. Con "Highest Star In Heaven"
si parla proprio di rock alternativo, quello caro agli
ultimi SOUNDGARDEN e con l'interpretazione
di Fox che ricorda molto quella di Eddie Vedder.
Alla traccia numero sei arriva "Waiting
On The Call" dove scaturisce tutto l'amore del
four-pieces americano per i JOURNEY,
mentre "Crazy" e "Run Wild Horses"
riprendono la scia delle prime composioni, ma con qualcosa
in più rispetto alle precedenti.
Dopo un intro in vecchio stile e con tanto di puntina
che salta ecco che è il turno di "All This
Love", un bel rockettino tranquillo, tranquillo
da highway americane, mentre tocca a "Nowhere But
Down" chiudere il lavoro, una song che per la sue
ritmiche e melodie mi porta alla mente i DEF
LEPPARD più cupi.
Moreno Lissoni
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SAGE
"Luv'N'Lust"
Pungent Herb Records - 1992
Iniziare con una ballata acustica non
mi sembra l'ideale, ma fortunatamente poi il five-pieces
di Knoxville riprende quota con "Back Against The
Wall" pezzo che ricorda molto i TRIXTER,
soprattutto nella timbrica vocale del singer Doug Shock.
La title track è l'apoteosi del CD, coro e riff
rubacchiato ai sopracitati TRIXTER
e qualcosa ai ROXY BLUE, che ne fanno,
insieme a "Dead On Arrival", delle party metal
songs d'altri tempi.
A tratti può sembrare un tantino
scontatuccio, ma brani come "Up All Night",
"Get Your Party Started", "Miles From
Home" e la conclusiva "Think About Love"
non fanno rimpiangere la band di Peter Loran.
Moreno Lissoni
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IMF
PO Box 863 Lewisville, TX 75067 (USA)
imfrec@flash.net
www.imfrecords.com
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ARCH RIVAL
"Third
Dregree Burns"
IMF - 1997
Finalmente dopo anni di ricerca sono
riuscito ad avere un'album di questo quartetto dell'Ohio
nato nei primi anni novanta e che vedeva nelle figure
del guitar hero Michael Harris (conosciuto anche per
aver collaborato con DAVID CHASTAIN e per aver
realizzato diversi lavori solisti) e nello screamer
Steve Snyder i veri punti di forza del gruppo.
Nel curriculum possiamo notare che l'act
americano ha all'attivo ben tre CD: "In The
Face Of Danger" uscito nel 1991 (rock antemici
a stelle e strisce si alternavano a potenti power ballad),
"Wake Up Your Mind" del 1993 (con sonorit
leggermente più heavy) e questo "Third
Degree Burns", uno strepitoso esempio di yankee
melodic metal con una prova superlativa di Harris e
Snyder. Si parte a 200 km/h con la travolgente "Soul
Of Your Machine" dove sonorit a-la DOKKEN
si mescolano con le melodie dei CRY WOLF, segue
"Heaven's Kiss" un classico hard rock simile
al JOHN NORUM di "Face The Truth",
invece "Enter The Dragon" è la power
ballad del disco con chitarra e voce sopra tutti.
"Ultra-Violence (Will Break The
Silence)", "Drowning In Pain" e "Tough
Love" sono dei buoni esempi di class-metal (la
terza per altro caratterizzata da un riff funkeggiante)
dove emergono tra l'altro le capacità del batterista
Grag Martin e del bassista Gary Rigmaiden che fanno
il botto con l'hard rock di "Silence (Is A World)"
una sorta di primi PINK CREAM 69 e MASQUERADE
e con il l'heavy blueseggainte di "Writing On The
Wall".
Prima della chiusura troviamo la strumentale
"Third Degree Burns" con un Harris in forma
strepitosa (con un guitar-work vicino a quello di Mr.
SATRIANI) e "Minds Of Madness", un'altro
vigosroso rock made in USA che inseriscono gli Arch
Rival tra le migliori uscite di class-metal americano
degli anni 90.
Moreno Lissoni
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www.johnnylima.com
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JOHNNY LIMA
"Shine On"
Shock Pop Rec. - 1999
Dopo il suo ottimo cd di debutto uscito nel 1996 è
uscito nel 1999 questo "Shine On", altro gioiellino
di scuola BON JOVI / DEF LEPPARD / BRYAN ADAMS
che prosegue la strada intrapresa con l'omonimo primo
disco.
Apre il singolo "Leavin'In The Morning"
che mi riporta in mente i SICK VIKKY dell'esordio,
segue la mia songs preferita "My Country 'tis of
Thee", splendida rienterpretazione del BON JOVI
sound ("Slippery When Wet"-era).
"Memory Lane" è la prima ballata del
CD, anch'essa ispirata dalla band del New Jersey, mentre
con "Wild, Young, Crazy In Love" si ritorna
a rokkeggiare grazie a una bella chitarra e ad un coro
molto LEPPARD-iano.
Altre due ottime songs sono "Sweet
Sixteen" e "Only The Strong Will Survive"
che ci dimostrano la buona vena compositiva del singer
di origine portoricana, mentre in chiusuro troviamo
la lenta "In Someone Else's Arms" e la ritmata
"Girl Next Door" che coronano un album eccellente
fatto per chi ha nostalgia dei veri BON JOVI, BRYAN
ADAMS e DEF LEPPARD!
Moreno Lissoni
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HERICANE ALICE
"Tear
The House Down"
Atlantic - 1990
Un momento di attenzione, prego. Questo
non è uno dei tanti dischi usciti negli anni
'80, primi '90, questo è l'eccellente, stupefacente,
travolgente debutto degli HERICANE ALICE! Non c'è
mai stato un seguito. Il verdetto era, inevitabilmente,
quello della fine, in quanto l'industria discografica
aveva già annusato il buon (per loro) odore di
ciò che stava arrivando: grunge e i suoi fratelli.
Con ciò, ancora oggi "Tear The House Down",
possiede intatta tutta la sua irrefrenabile, viva, pulsante
carica, propria del class hard da combattimento!
Qui vive il più classico e incontaminato
yankee hard rock. Non danno tregua i quattro uragani,
nelle persone di Bruce Naumann, vocals; Ian Mayo, bass;
Danny Gill, guitar e Jackie Ramos, drums. Un lavoro
di altissimo livello, potente e melodico come pochi
ti capita di ascoltare. Si sprecano i chorus, i riff
diretti (non c'è posto per l'ipertecnica) le
vocals line che Naumann urla in maniera stupenda, nonchè
una sezione ritmica compatta. In poche parole questo
disco uccide! Segnalare una qualunque track è
impossibile, si resta assolutamente incantati tanto
dall'opener "Wild Young & Crazy", quanto
da "Tear The House Down" o dalla bellissima
ballad che risponde al nome di "Dream Girl"
o ancora da "Bad Boy Breakout".
L'adrenalina corra più veloce
dello shuttle e si ferma solo quando il disco è
finito, pronto per ripetere l'ascolto. L'avventura però
finisce qui. Successivamente ritroveremo Mayo e Ramos
nei BANGALORE CHOIR (il progetto di David
Reece, per un giorno cantante dei teutonici ACCEPT)
e Gill come chitarrista nei MEDICINE WHEELS dell'ex
KEEL Mark Ferrari. In tempi attuali in
cui le reunion si susseguono una dopo l'altra, non è
detto che anche gli HERICANE ALICE tornino all'assalto,
ma solo se c'è un seguito degno di questo debutto.
Altrimenti non roviniamo ciò che è stato.
Non serve.
Gianluigi Rossetti
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GENE
WALK GROUP
"Gene
Walk Group"
Autoproduzione - 1993
Grazie al buon Tom Mathers (Perris
Records) sono riuscito ad avere tra le mani questo gioiellino
di aor bonjoviano. Si parte subito con la spumeggiante
"Long Arm Of Love" che sembra uscita dalle
sessions del debutto dei BON JOVI. "Painted
Horse" è una ballata che ricorda molto da
vicino le slow songs dei ROXY BLUE, mentre con
"No More Secrets" si continua a "bonjoviare"
alla grande. "Ride The Rainbow" è un
bellissimo aor elettrico che ci conduce alla conclusiva
rienterpretazione di "Painted Horse" che chiude
un CD stupendo, che ha l'unica pecca di avere solo sei
canzoni. Tra i guest due nomi celebri come quello di
TM Stevens e del bravissimo Glen Burtnik.
Moreno Lissoni
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THE
THINGS
"The
Things"
Bombastic Plastic - 1998
Fantastica idea di Erik Turner
(Warrant) e Tommy Thayer (Black 'N Blue/Shake
The Faith) di stampare questo CD dei bravissimi The
Things, che i più attenti ricorderanno sotto
il monicker di SWINGIN'THING, che nei primi anni
novanta diedero alle stampe un meraviglioso EP all'insegna
del puro glam hollywoodiano anni ottanta.
Il sound si
discosta sostanzialmente da quel disco, infatti "All
The Glitters", "Underground" e "Generation"
sono assai più massicce delle varie "Supersonic
Loverboys" o "Groove Of Love",
ma nonostante ciò, la band attinge anche da quel
repertorio dal momento che "Pump" risale ad
un demo del '90. "Stamp Out Reality", "I
Want Your Body" (sempre "rubata" dal
repertorio dedli SWINGIN' THING) e la semi ballad
"No One But Myself To Blame" hanno qualcosina
in più, ma nel complesso un CD validissimo.
Moreno Lissoni
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www.michaelmonroe.com
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MICHAEL
MONROE
"Peace
Of Mind"
Poko Records - 1996
Credo proprio
che presentarvi Michael Monroe sia superfluo, e si vi
parlo di "Peace Of Mind" è solo per
(ri)scoprire il suo lavoro più triste e intimista.
Un disco cui, per qualche strano motivo, sono molto
affezionato. Mike è appena tornato a vivere in
Finlandia, lontano dalle luci di NY e dalle ombre del
music biz, il fortunato "Not fakin' it"
(dal suono molto, uhm, troppo americano), il discusso
progetto JERUSALEM SLIM e l'esaltante e sfortunato
album a nome DEMOLITION 23. sono messi da parte
nel cassetto dei ricordi. Sin dalla copertina Mike appare
triste e sognante, le foto del booklet esprimono una
calma solitudine irreale e suggestiva.
"Where's
the fire John" (una curiosità: si tratta
di un modo di dire che era molto usato da Razzle) ironizza
sul caos e la schizofrenia dei nostri giorni, non si
poteva immaginare un incipit diverso. Il tuffo al cuore
arriva con "Make It Go Away", "Always
Right", "Relationshipwrecked" e "Loneliness
Loves Me More", una serie di songs amare e dolci
allo stesso tempo, lacrime e frammenti di emozioni mescolate
in una alchimia perfetta. Nel disco vengono omaggiati
i DAMNED e gli MC5 rispettivamente con
le dinamitarde "Machine Gun Etiquette" e "Kick
Out The Jams", mentre una bellissima versione di
"Not Anymore" (DEAD BOYS) è
dedicata all'ennesimo amico scomparso, Stiv Bator.
Ascoltate questo disco nei giorni in cui siete tristi
e non volete vedere nessuno, chiudete gli occhi e respirate
piano. Qui non si tratta semplicemente di rock'n'roll,
questa è POESIA.
Simone Parato
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www.finsterbaby.com
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FINSTER
BABY
"Take
A Lick An' See"
Mausoleum
- 1993
Prima ed unica fatica del compo
di newyorkese dei Finster Baby, fautori di un'energico
e divertente glam rock. Dodici tracce di musica travolgente,
che vi sedurrà sin dfalle prime note di "Forgot
Your Name Again" e vi porterà fino alla
conclusiva sleazy slow "Far Away".
Chitarre agressive, batteria roboante,
un basso che pulsa alla grande ("Nature Of The
Beast") e la melodica voce di Scotty LaStat, fanno
di questo cd un vero e proprio oggetto da culto. Cori
ultra sessisti ("Love Ain't Nothin' Without Sex")
si alternano a pezzi dalle liriche più impegnate
("Never Promised You Tomorrow" e "Johnny"
dall'incedere maestoso) in una favolosa miscela fatta
da POISON, e FASTER PUSSYCAT.
Moreno Lissoni
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BANGALORE
CHOIR
"On
Target"
Giant
- 1992
Miiiii
che disco!!!! Se qualcuno mi chiedesse quali dischi
mi porterei su un'isola deserta, tra questi ci sarebbe
senz'altro questo che rappresenta secondo me l'essenza
del class metal americano a cavallo tra 80 e 90.
La
formazione è capitanata dal bravissimo frontman
David Reece (ACCEPT, SIRCLE OF SILENCE, STREAM
e innumerevoli collaborazioni tra cui quella con il
nostro ALEX DE ROSSO), dalla sezione ritmica
di Mayo e Ramos (entrambi negli HERICANE ALICE
prima e nei BAD MOON RISING poi) e dalle chitarre
di Mitchell e Kirk, che si avvalgono della preziosa
collaborazione di Max Norman e James Barton dietro la
consolle. Il lavoro si apre con la folgorante "Angel
In Black" scritta da Steve Plunkett (in
seguito realizzata anche dagli stessi AUTOGRAPH),
un must di valore assoluto, dove i cori di Reece vi
trascineranno in un turbinio di emozioni. "Doin'
The Dance" pur essendo scritta a quattro mani da
JON BON JOVI e ALDO NOVA, è forse
l'episodio meno covincente del disco che vede i suoi
punti di forza in canzoni come "All Or Nothin'",
"Loaded Gun", Slippin' Away" e "Just
One Night".
In
conclusione, la band credo che avesse propro "centrato
il bersaglio" e poi come si fa a non comprare un
CD con questa copertina?!?!
Moreno Lissoni
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AIRKRAFT
"In
The Red"
Curb
Records - 1991
Non conosco benissimo le vicende
del quintetto americano, s solo che queto è il
loro esordio discografico e che dopo di esso hanno pubblicato
un'altro album che presenta le stesse coordinate stilistiche
di questo "In The Red".
Apre il CD "Someday You'll
Come Running", song molto nota al pubblico del
rock adulto perché eseguita dagli FM in
"Tough It Out" (con il titolo di "Someday")
e da MARK FREE nel suo esordio come solista.
Fresco e frizzante aor, suonato con perizia e interpretato
con prefessionalità dalla voce del bravo Dave
Saidon che si trova a suo agio sia in brano più
veloci come nella stupenda "85 M.P.H." che
in quelli più soft come nella dolce "Somewhere".
Ultima cosa, nel disco troviamo l'illustre presenza
di due grandi hit-men come Jack Ponti e Stan
Bush, che penso siano per se ei validi motivi per
andare alla ricerca di questo succolento platter.
Moreno Lissoni
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Marc
Zermati c/o Skydog: skydog@imaginet.fr o al suo mail-order Open
Market: www.theopenmarket.com
,
e-mail: info@theopenmarket.com |
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JET
BOYS
"Larger
than Life Dusted "
SKYDOG
1998
Ottima
idea quella di ristampare in versione riveduta e corretta
( nella forma) con aggiunta di alcune bonus-tracks,
il primo ed unico full-lenght album dei Jet Boys parigini
di Freddy Lynxx, datato 1989 idea realizzata
dallo stesso Freddy in collaborazione con Marc Zermati,
autentico RocknRoll Guru fin dai primi anni
settanta, quando fondò la Skydog Rec. stampando
un singolo dei FlaminGroovies ed in seguito
molte altre gemme tra cui Metallic K.O.
degli Stooges e vario materiale di N.Y.Dolls,
Heartbreakers, London Cowboys etc....
Questoperazione rende infatti facilmente reperibile
un piccolo gioiello del Trash/Glam anni 80 , a molti
sconosciuto ma a mio giudizio essenziale in ogni discografia
GlamPunk che si rispetti, che, nella originale edizione
in vinile della Sucksex Rec., non devessere facilmente
reperibile, tantè che lunica copia
che ho visto in 12 anni (!!..) è quella che ho
acquistato ad Amsterdam nel lontano 91, nello
stesso negozio dove trovai anche gli Hollywood Brats
(quanti bei ricordi ragazzi....). Tornando al CD in
questione, mi sento di affermare che contiene i brani
migliori in assoluto mai composti da Mr.Lynxx, (che
spero non abbia bisogno di presentazioni), ad eccezione
forse dellottimo "Bloodied Up" del 1999;
RocknRoll caldo, vibrante ed energico, con
un taglio adolescente/ribelle un pò acerbo che
nulla toglie allabilità desecuzione
della Band, già a livelli notevoli nonostante
la giovane età , ed anzi rende il tutto ancora
più affascinante.
Tutti i brani colpiscono nel segno con refrain accattivanti
ed alcuni sono arrangiati superbamente con lausilio
di fiati e piano, mai ridondanti ma inseriti alla perfezione
nel relativo contesto, tanto che in più di unoccasione
sembra unimpossibile connubio tra Hanoi Rocks,
Johnny Thunders ed Aerosmith di Permanent
Vacation; veramente difficile indicarvi una song
in particolare, da Lonesome Boy dedicata
a Sergio Leone a You Talk too Much, dalla
cover degli Undertones Teenage Kicks (che
inizia con una citazione di Dont Never Leave
Me degli DEI) alla struggente Like a Shooting
Star, scritta a due mani con Alice Lynxx e dedicata
ad un bimbo scomparso a soli 7 giorni dalla nascita......sono
tutti molto belli.....
Le bonus tracks che rendono ancora più appetibile
il CD sono 6 : linedita Think about it,
le demo version di Lonesome Boy e I
just wanna talk to you, la cover di W.County
Toilet Love e Call me sister Midnight
nelle versioni del 7 e Pirate Love
di J.Thunders tratta dl tribute album della Skydog.
Non cè molto da aggiungere, se non che
difficilmente scomodo i grandi ed unici Hanoi Rocks
in sede di recensione, troppe volte lho visto
fare senza cognizione, ma stavolta il paragone non è
sprecato, i Jet Boys ne erano dei degni discepoli e
non lo nascondevano affatto.
Gaetano Fezza
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TRASH
ON DELIVERY
Flicknife
SHARP 011 1983
Forse
qualcuno di voi si chiederà che senso abbia recensire
una compilation vecchia di quasi ventanni , di
non facile reperibilità e probabilmente anche
costosa sul mercato del collezionismo in vinile.
I motivi sono essenzialmente tre : innanzitutto rappresenta
unottima occasione per (ri) ascoltare alcune vecchie
glorie che nella prima metà degli 80s entusiasmavano
i fans del GlamPunk più deragliato e divertente
con i loro esordi fragorosi, magari un pò acerbi,
ma decisamente validi. Sto parlando di Babysitters,
presenti con Livinout RocknRoll
ed Everybody loves you, (questultima
verrà ripresa in forma meno grezza sul loro esordio
a 33 giri, laltra è inedita); Marionette
con Too Far Gone e My Baby Sucks Real
Bad, entrambe molto grezze e punkeggianti, con
una cantato (?!) glamour e vizioso che me le fa preferire
a quelle metallizzate dellalbum Blonde
Secrets..; e dei misconosciuti ma grandi London
Cowboys che partecipano con Lets Get
Crazy, uno di quei brani che vi ritrovate inevitabilmente
a canticchiare nei momenti più impensati della
giornata.
Il secondo motivo è che, oltre a questa triade
di tutto rispetto, a cui aggiungo Nikki prezzemolo
Sudden col discreto RnR Waiting
for the siege , si ha la possibilità di
conoscere una manciata di Bands minori ma decisamente
interessanti che probabilmente (non ne ho la certezza)
non sono mai arrivate ad incidere Albums, cito in particolare
Bad Detective e Suffragette.
Ma il vero motivo che renderà appetibile TOD
alla maggior parte di voi è il terzo: contiene
quella che probabilmente è la prima traccia ufficialmente
incisa dal primo nucleo dei Dogs DAmour
(è il 1983), quando un certo Tyla suonava
la chitarra e della formazione che poi raggiungerà
la meritata fama cè solamente Bam.
Il brano in questione si intitola Teenage
ed è quello meglio inciso di tutto il lotto,
molto Stonesy, niente di eccezionale ma comunque
piacevole, anche se il meglio arriverà alcuni
anni dopo... Sfortunatamente è anche il vero
motivo della difficoltà di reperire il disco
e del probabile costo maggiorato.....MA...cè
un MA....
Il VERO motivo per cui ho deciso di ricordavi lesistenza
di questo disco è che ne ho trovate alcune copie
in cassetta originale, ancore nuove in stock, tramite
un mail-order in internet, alla modica cifra di $ 2,99,
in tempi di masterizzatori e computer non è il
caso di sindacare sul fatto che sia una tape, no ? Affrettatevi
a scrivere (non conosco la disponibilità) al
seguente indirizzo: www.musicweb.com,
e salutate mister DJ da parte di Paola (uso la sua CC)
e Gaetano.
Gaetano Fezza
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