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BALTIMOORE
"Fanatical"
Lion Music - 2005

Prosegue l’invasione scandinava. Sarà il clima rigido a confinare questi rockers nelle proprie camerette a fondersi le dita sulla tastiera di una chitarra, o a costringere i frontmen ad incredibili evoluzioni vocali per scaldare il pubblico locale? Una cosa è certa: a differenza di quanto ci vorrebbero far credere gli Hellacopters - smentendosi non appena attaccano a suonare - lassù il rock’n’roll non è morto, anzi pullula, pullula, pullula... nella sua multiforme bellezza.

I Baltimoore propongono un hard rock melodico di stampo americano, rivisto e corretto grazie a sonorità più moderne ed accattivanti. Si distinguono certamente per un writing piuttosto originale, che tradisce il chiaro intento del quintetto svedese di non essere catalogato come l’ennesimo epigono di gloriose bands che hanno fatto la storia del genere negli anni ottanta. La voce roca e potente del singer Björn Lodin e gli eccellenti soloes dei due axemen sono forse l’ingrediente più tradizionale.

Le due chitarre sono sapientemente orchestrate in più di una occasione (ad esempio in ‘My number 1’) e quasi tutte le tracks sono farcite di interessanti intuizioni ritmiche, sebbene, a mio parere, l’eccessiva ricerca di originalità di alcune soluzioni e lo sforzo compositivo di questo validissimo combo a volte colpiscono a vuoto, e "Fanatical" (titolo di questo loro settimo lavoro) non riesce ad essere troppo incisivo. Ma forse è il caso di dedicare più di un ascolto a questi dieci brani.
Luca Giberti

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DOGPOUND
"A Night in the Gutter"
Lion Music - 2005

Cori a profusione, intrecci vocali ed un’apprezzabile ricerca armonica sono il biglietto da visita dei Dogpound. L’apertura della prima traccia ricorda non troppo vagamente il sound Metallica, ma poche note più tardi si rivela la loro vera essenza. Di metal melodico si tratta (così vengono presentati dalla loro etichetta), ma molto edulcorato. Se il cd fosse una spugna, l’eleganza dei Toto e le armonie dei Kings X sprizzerebbero da tutti i pori.

Il cantante spacca veramente il culo, così come il chitarrista, protagonista di soli cristallini, uno shredder di gusto (mi sono contraddetto?). Dicevo, i quattro vichinghi si cimentano in armonie inconsuete, ma forse non esattamente nuove, visto che non perdono mai d’occhio i loro maestri. Se vi piace questo genere, che rasenta il progressive, senza però eccedere in soluzioni alambiccose o masturbazioni ritmiche, "A Night in the Gutter" (secondo lavoro dei Dogpound, n.d.Gibo) è imperdibile.
Luca Giberti

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LOCOMOTIVE BREATH
"Change Of Track"
Lion Music - 2005

"Change of Track" è il terzo lavoro dei granitici Locomotive Breath. Se la definizione di band di metal melodico stava un pò stretta ai Dogpound, calza quasi a pennello nel caso dei LB, ma non aspettatevi troppa tenerezza: no fronzoli, no mercy (...un po’ come quella pubblicità con George Clooney... cosa ho fumato oggi?). I ragazzi hanno il pallino per il riff nudo e crudo, e lo dimostrano ogni volta che ne hanno occasione. Quella del singer Mattias Osbäk è una voce che grida vendetta, calda e autoritaria come uno Scott Soto di malsteeniana memoria (o se volete alla Ronnie James Dio).

Non mancano episodi più prettamente melodici, densi di cori o di intrecci chitarristici, insieme a due pseudo-ballads, sebbene una in particolare - ‘Leaving my Heart with You’ - sembra come innestata artificialmente allo scopo di mitigare la potenza tellurica della band. Da segnalare ‘Gargleblaster’, interessante strumentale che chiude con un‘orgia di metal classico un’eccellente dimostrazione di forza.
Luca Giberti

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MARK SPIRO
"Mighty Blue Ocean"
Atenzia Records - 2005

La musica è arte, e come tute le forme artistiche, è il migliore mezzo per esternare i propri sentimenti e le proprie emozioni. Mark Spiro è un artista, un musicista, un uomo che ha saputo combattere e vincere la lotta più dura di tutte, quella contro una malattia mortale.
Mark, come lo si può ascoltare sulle note e attraverso le lyrics di "Band Of Angels", ha combattutto ed è riuscito a vincere questa lotta contro il cancro, è uno delle persone fortunate che ce l’ha fatta.

In questo album Mark suona tutto. 42 minuti per 11 tracks cariche di emozione e sentimento, ricche di spunti intimistici ma anche di uptempo caratterizzati da una grande classe e stile inconfondibili, di una Aor classica e di un rock estremamente melodico. Sesto lavoro di Mark, sicuramente il più completo e il più sentito, mai banale, molto introspettivo, che parla dell’artista anche come uomo. Tra i brani da ricordare si possono citare: "Mighty Blue Ocean", "Band Of Angels", "When She Cries", "The Life That I Live".
Può un album nella sua sola durata e nel suo susseguirsi di canzoni rappresentare una vita? La risposta secondo me la si puo’ trovare proprio in Mighty Blue Ocean, la si puo’ trovare nella forza della Musica.
Mauro Guarnieri

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GLORY HOG
"Promo CD"
Self Produced - 2005

Primo demo per i Glory Hog, band proveniente dal sud della California e formata nel 2005. Per comporre queste 4 canzoni il gruppo deve essersi evidentemente ricordato di tutte le influenze provenienti dal punk rock e dalla vecchia scuola hard rock con riferimenti che vanno dagli Hellacopters ai Social Distortion, dai Ramones ai Backyard Babies.

Il demo inizia con "Diamond Rings" dove si evidenziano le vocals aggressive di Mario e la chitarra di Rick... il cd prosegue bene su questi ritmi, dando il meglio nella track appena citata in "Flawed" e nella song di chiusura "Suck'a" (che anche letta in italiano suona bene...).
Prima impressione positiva quindi anche se è sempre difficile sbilanciarsi troppo con solo 4 canzoni per poter effettivamente valutare il gruppo. Aspettiamo conferme con la loro prossima release.
Moreno Lissoni

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PAGANINI
"Resurrection"
MTM - 2005

Ed ecco tornare con un album autocelebrativo la creatura di Marco Paganini, cantante svizzero che agli inizi degli anni Ottanta prestò le proprie corde vocali ai celeberrimi metal kids inglesi TYGERS OF PAN TANG, prima di formare il progetto VIVA, che riscosse un buon successo all' epoca, ma che ora forse in pochi ricordano.
In "Resurrection" troviamo quindi il meglio della discografia dei Viva e dell'omonimo solo project di Paganini, risuonate e riconfezionate con l'aiuto dell'amico producer ZouZou, in cui rivive lo stile sporco, stradaiolo, rockeggiante nel vero senso della parola, senza strani orpelli e fronzoli, ma sicuramente ben arrangiato e suonato con una certa classe e padronanza del genere.

Dalla discografia dei Viva troviamo la bella "Little Rock Tonight", opener dell'album e riproposta anche come traccia finale in un, dalla band definito, "revenge mix", oppure l'orchestrata "Screaming For Your Love", ottime songs che all'epoca diedero il via alla carriera del buon Paganini, convincendo niente poco di meno che Barbara Schenker (vi ricorda gli Scorpions questo cognome?!).
La discografia dei Paganini viene invece rivisitata con pezzi come la ballad "Time", scritta nell'epoca Polygram da un certo Prince, oppure, dal primo album "Weapon Of Love", l'omonima traccia e la hit "Berlin In Night", che scalando le charts tedesche diede l'opportunità di affrontare alcune date di supporto ai mitici Motley Crue durante il loro "Theater of Pain" tour.
Siamo di fronte quindi ad un rock 'n roll d'annata, grezzo ma non scarno, avvincente nei chorus quanto sfrontato e oserei dire "maleducato", ma sempre piacevole e riproposto con ottimo gusto.
Carismatici!!!
Paolo Pirola

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JOHNNY LIMA
"Version 1.2"
Escape Music - 2005

Johnny Lima è un vero artista, un musicista unico e un autore straordinario. Non lo si puo’ definire uno “sforna album”, infatti in dieci anni di carriera (ufficiale, dalla data del suo primo album Johhny Lima) questo cd rappresenta la sua quarta opera.
Version 1.2 è la maturazione di Johhny. Maturazione che vede il riarrangiamento completo dei brani presenti nel poco distribuito e oramai introvabile primo lavoro. Non è attenzione una conseguenza alla mancanza di idee dell’artista. Grave errore pensarlo: è un proseguimento, una ricerca, un rendere di dominio pubblico un insieme di brani di rara bellezza che per motivi commerciali non hanno avuto una distribuzione adeguata ma che nel solito Giappone hanno rappresentato un grosso successo di vendite.

13 brani per una durata di 55 minuti ci fanno catapultare nel magico mondo del melodic rock, con chitarre sempre presenti che si intrecciano e che formano linee melodiche di facile presa e che entrano subito nell’orecchio lasciando una sensazione di appagamento unico. Tastiere che creano un giusto contorno all’insieme e sezione ritmica mai eccessiva e adatta alle circostanze.
La voce di Johnny è particolare, ricca di venature malinconiche e raucamente espressiva, ha il dono di riuscire sempre e ad emozionare l’ascolatore; cosi come nell’opening "Never Gonna Let U Go", in "Little Runaway", in "Crazy", "In Fire Of Love" per dirne alcune.
Johnny forse non sarà mai un campione di vendite, una persona da classifica, ma è uno tra i musicisti più veri e sinceri attualmente in circolazione. I suoi albums sono molto riconoscibili e visto il loro carattere, possono senza problemi fare parte della colonna sonora della vita di una qualsiasi persona.
Mauro Guarnieri

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JOLLY ROX
"Demo"
Self Produced - 2005

E' noto che la Toscana non sia famosa per i gruppi glam quanto lo è per cultura o paesaggi. Per i nostalgici del glam patinato arrivano i fiorentini Jolly Rox, conosciuti durante il passato concerto torinese dei Quireboys. Non ho nessuna informazione sulla band, in quanto sprovvisto di biografia, quindi passo subito a parlare del demo... Quattro tracce suonate bene e con impegno, che non si discostano di una virgola dal genere con il pro/contro - dipende dai punti di vista - che si potrebbero confondere con mille altre band affini nate sul finire degli anni 80.

Il discorso originalità è purtroppo un limite di molti gruppi che si affacciano a questo genere, ma a noi che importa, alla fine a noi piacciono Poison e Motley Crue ed è per questo che le canzoni si lasciano ascoltare, come nel caso dell'iniziale "Twisted Room", che prende la palma della miglior traccia, un party rock partortito con "Open Up And Say.. ahhh!" nello stereo, bello e coinvolgente.
"Elisabeth" e "you're Love Is Rock 'N Roll" sono 2 discrete canzoni, la prima più lenta e sentita, mentre la seconda ancora festaiola e rockeggiante che ci conducono alla ballata "For You" che chiude questo demo in maniera egregia anche se c'è ancora da lavorare per non rischiare di risultare l'ennesimo clone di qualche gruppo della Sunset Strip-era.
Moreno Lissoni

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BAIBANG
"Best Of"
Swedmetal Records - 2005

Ed ecco riemergere dal calderone dell' hard rock l'ennesima realtà scandinava legata al sound a stelle e striscie di fine Ottanta con l'ennesimo "best of" di dubbio interesse.
Molto conosciuti in patria, la Svezia, dopo molti tour di supporto ad L.A. GUNS, UNION, RATT, ALICE COOPER, ecc ecc... e dopo aver girato il globo partecipando a festivals di grande importanza (Wacken su tutti), i cinque BAIBANG ci propongono questa fornita raccolta poco prima dell' uscita del loro quinto album, e probabilmente poco prima che risbarchino in Italia per una serie di date in supporto.

I nostri hanno imparato bene la lezione di WARRANT, POISON, VAIN, e di tutte quelle band californiane ammiccanti e sognanti che con il loro hard rock melodico hanno fatto sognare milioni di persone in tutto il mondo, ma forse nel 2005 la proposta risulta quanto meno anacronistica, ed il vero risultato di una raccolta del genere può essere solo rispolverare un vecchio cd degli Warrant e versare due lacrimucce per i tempi che furono.
Gli stilemi sono dunque quelli delle bands sopracitate, tanto che troppo spesso si cade nella melodia vagamente già sentita, nel riff di chitarra già eseguito e in una produzione ottima ma decisamente scontata; i Baibang ci offrono anche la ballad alla "Every Rose...", tale "Little Child", ovvero quanto di più scontato un lento potrebbe offrirci pur essendo in sostanza una bella canzone.

Unici episodi atipici sono "Behind The Enemy Lines", "Hot LoveE" e "Fantasy Love ", brani decisamente molto più elettronici e legati ad una certa vena pop che imperversava nelle classifiche di circa vent'anni fà, con suoni midi campionati e arrangiamenti molto poco hair metal... una scelta discutibile ma perlomeno coraggiosa.
Quindi, se non potete proprio fare a meno di questo tipo di sonorità, date un' occhiata ai BAIBANG perchè sono degli esperti nel genere, altrimenti state alla larga da questa raccolta e riesumate la vostra vecchia cassetta dei Poison!
Paolo Pirola

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voodoomoonshine
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VOODOO MOONSHINE
"Decade of Decay"
Mispelled Music - 2004

Ancora prima di conoscerli, solo a leggere il nome e vedendo la loro foto, ho avuto l'impressione che i Voodoo Moonshine mi avrebbero sbattuto in faccia un bel CD, e in effetti non mi son sbagliato di molto...
Sono di Memphis e hanno appena pubblicato quello che è il loro esordio discografico che si intitola "The Decade of Decay", un disco piacevole e lineare dove Gary Geiger (Lead Vocals), Jeff Losawyer (Guitar & Backing Vocals), Bryan Nikkel (Guitar & Backing Vocals), Trey Madsen (Bass & Backing Vocals) e Lonnie Hammer (Drums & Backing Vocals) fondono il classico hard rock americano con un tocco tipico dei gruppi sudisti.

"Decade of Decay" è un disco che suona bene, forse non efficace dal profilo della produzione, ma si lascia ascoltare senza troppe menate. Per certi versi, la band si colloca a metà strada tra gruppi come gli ultimi Every Mother's Nightmare/Tesla e i meno celebri Slam St. Joan/Shy Tiger, a volte si vira più marcatamente verso "sud" come nel caso della lenta "The One That Got Away", nella turbolenta "No Way Home" o nella Lynyrd Skynyrd-iana "Piece Of Mind", mentre ad un tratto spuntano fuori echi grungettoni ("Cobwebs In My Soul")... Per il resto un buon hard rock!
Moreno Lissoni

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SUSPICION
"Greatest Tracks"
Self Produced - 2003

Figli della scena heavy/hair metal californiana di inizio anni 80, i Suspicion arrivano nel 2003 con una pubblicazione che raccoglie in 13 tracce (14 se si conta la bonus track) un pò la loro carriera discografica con pezzi ripescati dal reportotio che va dal 1986 al 1989. Nati nel 1981 come cover band e dove proponeva pezzi di Accept, Ozzy e Iron Maiden, vantano numerose apparizioni in compagnia di numerosi gruppi del panorama glam/street della zona, vedi ad esempio LA Guns, Plane Jane, ecc...

"Greatest Tracks" risente di sonorità heavy rock a stelle e strisce, tra Dokken, Scorpions e Riot, con una registrazione e un sound assai datati e un pò difficili da digerire nel 2005. Questo disco non offre molto all'ascoltare, canzoni abbastanza scontate che forse 20 anni fa potevano avere un senso, ma al giorno d'oggi un CD del genere è utile come un termosifone a mezzogiorno in pieno deserto. Si salvano l'iniziale "Here We Go Again", "Hollywood Nites", "Love with a Gun" e il country della bonus track dal titolo "Lone Fatto", il resto si fatica ad arrivare alla fine della canzone.
Solo per fanatici dell'hair... metal!
Moreno Lissoni

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THE BRIAN SETZER ORCHESTRA
"Dig that crazy Christmas"
Surf Dog - 2005

Ecco il miglior disco Natalizio uscito negli ultimi anni: Brian Setzer rimette in piedi l’orchestra e sforna un disco elegante e divertente allo stesso tempo. Partenza in quarta, “Dig that crazy Santa Claus” mette il peperoncino nel cioccolato e dopo 3 secondi ti viene voglia di rivestire i divani di pelle di leopardo mentre ti impomati la chioma. “Dig that crazy Christmas” però non è un disco di rockabilly, se è quello che volete andate a riascoltarvi gli Stray Cats, Brian con l’orchestra mischia rock ‘n’ roll, swing e jazz perché l’operazione Brian Setzer Orchestra per lui è puro divertimento e voglia di cazzeggio. “Gettin’ in the mood” strizza l’occhio a Glen Miller ed alle big bands con le coriste che sembrano il trio Lescano così come “My favorite things” è uno strumentale jazzatissimo. Un altro strumentale che di per se sarebbe palloso se non ci fosse una chitarra dell’altro mondo è “Angels we have heard on high”… ma cosa ci fa alle Gretsch quest’uomo??

Pur restando in tema natalizio ce n’è per tutti i gusti, e se volevate sgommare con la vostra Deuce Coupe De Luxe elaborata da Jason Di Maio “Hey Santa!” e “Cool yule” per quanto swingate sono assolutamente Stray Cats style mentre “Santa drives a hot rod” ha un titolo che parla da solo. Mettetevi alla scrivania con un Martini in mano (“Zat you Santa Claus?”), probabilmente entrerà una bionda mozzafiato che ha guai seri con un gangster (“You’re a Mean One, Mr Grinch”)... e non è detto che non finiate avvinghiati sul divanetto dopo aver abbassato le tendine (“What are you doing New Year’s Eve”)… Dura la vita dell’investigatore privato.
Matteo Pinton

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URGENCIES
"Desolation Chic"
Bubble Empire - 2005

Qualcuno di voi si ricorda i Pure Rubbish? ...beh, erano una rock band di Houston nata nel 1995 grazie ai fratelli, Derek e Evan (figli di Willie che suonò nei Cheetah Chrome con l'ex chitarrista dei Dead Boys), a cui si aggiunsero Mike e Allen dei Teen Cool. Subito dopo l’abbandono di Allen arrivò Jarret (Baysides) che dopo lo scioglimento del giovane gruppo per divergenze musicali, insieme al bassista Mike formò prima i Desolation Row e ora questi Urgencies.

Le influenze musicali non sono troppo differenti da quelle già sentite in “Glamorous Youth” (NEW YORK DOLLS, DEAD BOYS, REPLACEMENTS), non mancano gli accostamenti con i vari The Joneses, Hangmen e Hanoi Rocks e ne scaturisce così un carnet di tracce ben articolate che sapranno accontentare molti rocker.
Certo, non è ai livelli dei gruppi sopra elencati, ma 3/4 d'ora di piacevole rock n'roll punkeggiante che, magari pecca si di originalità, con il difetto di cadere in qualche ripetitività, ma anche se non hanno ancora creato il loro album definitivo, ci regalano dei buoni spunti che ho individuato in tracce come "Strange Girl's Weird Boy", "Gotta Have It", "Night Is Over", "Don't Treat Me Bad", "Bring It To Me" e nella conclusiva "Is What I Is".

Tra le song anche la cover di "Million Miles Away" dei The Plimsouls e tuttavia "Desolation Chic" è un disco che si dimostra ben fatto e riesce a mettere in mostra le qualità che questi 4 ragazzi nostalgici hanno, ma con la prossima release dovranno offrire qualcosa in più per risultare maggiormente credibili.
Moreno Lissoni

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FLAGSHIP
"Maiden Voyage"
Metal Heavens/Frontiers Records - 2005

Ecco ripresentarsi sul mercato il duo Rivel e Kase, rispettivamente già voce e tastiera dei Narnia, che con il progetto FLAGSHIP danno una strizzata d'occhi al progressive-pomp rock. Richiami decisi a KANSAS e QUEEN, senza tralasciare i classici di MARILLION e conseguenti ARENA, ovviamente con le dovute proporzioni, infarciscono questo esemplare dischetto, già ricco di apprezzabili arrangiamenti, sia vocali sia strumentali, che i nostri ci propongono.

L' iniziale "Heart Is The Center" o la convincente "Hold On To Your Dreams" ci mostrano una band propensa a cambi di tempo repentini e ricercati, a grandi chorus (splendide le seconde voci!) dalla melodia accessibile ma mai scontata e, nonostante la durata medio lunga dei pezzi, questi scorrono sempre molto convincenti, sottolineando l'assoluta assenza di cali di tensione.
Si chiude in bellezza con la cover riarrangiata "Ground Zero", ottimamente riproposta, valorizzata dalla presenza del "titolare" Kerry Livgren che ci delizia con un solo ben riuscito.
In definitiva ci troviamo di fronte ad un buon album di pomp rock, che senz'altro non deluderà gli amanti del genere e potrebbe incuriosire chi approda in questi lidi progressivi per la prima volta.
Paolo Pirola

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GREEN
"Of Love And Soul"
Ivory Gates Records/Frontiers Records - 2005

Uscirà il 5 dicembre per la Ivory Gates Records e verrà distribuito in tutto il mondo da Frontiers Records il secondo disco dei fiorentini Green, gruppo nato nel 1998 come cover band di gruppi storici come Led Zeppelin, Deep Purple, Who, ecc... e aver lavorato con importanti combi prog (Airspeed, Time Escape, Diaframma).
A differenza del CD di debutto “Life”, “Of Love & Soul” suona più aggressivo e vede l'assenza dell'originario bassista Guido Melis (ora sostituito da Valentino Berto) e l'aggiunta di una seconda chitarra (Jacopo Torrini).

Hard rock melodico dalla sfumature progressive, basi pulsanti, chitarre in primo piano con un tris d'apertura di grande impatto: "Receive Me" è un monolitico melodic rock, con "Fight for Truth" l’asse si sposta maggiormente verso un'hard rock di stampo moderno, mentre con "Do It Now" torna a dominare la melodia.
La pomposa "Hate Me" ci conduce verso la ballad "There's no Wind", insieme alla soffusa "One Day", gli unici episodi lenti del lavoro.
E' la title-track che chiude il disco, oltre 9 minuti di progressive hard rock che ci lascia l’impressione di trovarci di fronte a uno dei migliori lavori del settore uscito nel nostro paese.
Moreno Lissoni

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THE DEADTHINGS
"Who Killed Holly Would?"
Self Produced - 2005

Prolifici questi australiani, ce ne siamo occupati lo scorso anno con il loro debutto sulla lunga distanza dal titolo "When Hell Sleazes Over", ora hanno già pronto un nuovo capitolo della loro carriera musicale che prende il nome di "Who Killed Holly Would?". Ricordo che il quintetto di Melbourne nasce nel 2002 dall'ex chitarrista dei Voodoo Lovecats Leigh Van Hell e dal vocalist Julian Mephisto, a cui si aggiunsero in seguito il bassista Roy Reaper, il batterista Nikk Murder e il chitarrista solista Dave Scythe.

Tra le loro influenze maggiori annoverano Twisted Sister, Motley Crue, Ratt, The Misfits, Poison, Cinderella, Judas Priest, Alice Cooper e Kiss e rispetto alle precedenti release, si spostano dalla copia sbiadita dei Misfits verso un glam metal di chiaro stampo ottantiano con tutti i pro e contro della situazione.

Testi e immagine ironicamente horror, chitarroni quasi metal e coretti ammiccanti sono gli elementi principali di questo disco, che trova i suoi punti di forza nell'opener "Dead Girlz Dont Say No" (sembrerà un'assurdità, ma mi ricorda parecchio i nostri Pink Lizard), "Holly Would", "I Hate You" e "666 Wayz To Die". Nel CD anche la cover di "Look What The Cat Draggen In" dei Poison e il videoclip di "Holly Would"... disco consigliato solo agli accaniti hair metallers...
Moreno Lissoni

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KRYS
"Black Cat"
Self Produced - 2005

Ogni tanto la mia stanza decide di mangiarsi qualche CD... purtroppo tra questi, c'è stato anche il nuovo demo dei capitolini Krys che prontamente, me ne hanno mandato un'altro e che ho custodito fino a questo momento nella mia borsa, in modo da non correre nuovamente il rischio di vedermi inghiottita dalle pareti della mia camera anche questa copia...
Li avevamo lasciati con "Helloween Town" dello scorso anno e dopo il cambio di batterista e alcuni concerti di spalla a Private Line, e Alice Cooper al Summer Glam Attakk rieccoli tornare in pista con questo "Black Cat", demo CD di 4 brani.

Luci e ombre nei quasi 13 minuti della sua durata e anche se si nota un sostanziale passo in avanti rispetto alle precedenti uscite, il lavoro ha i suoni che penalizzano un pò il risultato finale, soprattutto per quello che riguarda la batteria... a parte ciò, i Krys non sembrano aver dimenticato il viaggio dello scorso giugno in Finlandia perchè le influenze scandinave sono molto marcate come nel caso della title-track, insieme a "Rock N' Roll Fever" i miei pezzi preferiti.
"In My Dreams" non mi convince mentre con la sbarazzina "Baby Paradise" mi sbattono indietro di 15 anni quando nel mio stereo giravano i demo degli Shanghai Lilly et Similia.
Dogs D'Amour, Hanoi Rocks e ultimi Hellacopters tra le influenze predominanti, un genere che concede poco spazio alla novità, quindi non aspettatevi alcuna rivelazione.
Moreno Lissoni

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MATRA
"Missione Delta"
Last Scream - 2005

Il primo nucleo della band nasce a Milano nel 2001 con l'attuale formazione composta da Diego Quartara (Zona, Node), Paolo Branino (Free the Nations, Mostipiti Funk), Stefano Comba (Potlatch), Claudio Palo (Milaus) e Marcello Todde (Problem Child, Anima Nera, Wild One) e dal 2002 hanno iniziato la loro attività live, fino alla realizzazione di questo loro primo disco uscito lo scorso marzo.

Allora prendete un pò di stoner rock, aggiungete un pizzico di garage e tanto rock'n'roll e otterrete il sound di "Missione Delta", un disco d'impatto, che forse non rivoluzionerà il mercato discografico italiano, ma che può vantare di avere una manciata di ottimi brani come nel caso della title-track o nella successiva "Benzina".
Un'intro western ci introduce "Il Baro" che insieme alle movimentate "Deb'n'Furio's" e "Radici" e alla lenta "La Recita" sono tra i miei brani preferiti. Ben prodotto e ben suonato, mancano forse un paio di canzoni un pò più riffiane, ma sono sicuramente un gruppo da tenere d'occhio.
Moreno Lissoni

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