Ma
ormai che lo scrivi a fare, direte voi? Ebbene si, sono in ritardo
di nuovo! Posso mai pensare che un concerto che finisce all'una
di notte inizia all'una di giorno? Ho fatto i miei calcoli senza
le signing session tra uno show e l'altro. Ho perso gli svedesi
Seven
Wishes,
che ero molto curiosa di vedere dopo aver ascoltato gli MP3
dal loro secondo album "Utopia", ma da brava inviata
e con l'aiuto di qualche testimone puntuale posso fornirvi qualche
dettaglio...
I Seven Wishes sono stati accolti positivamente dal pubblico. Dal loro primo album, che loro stessi giudicano "da dimenticare", al nuovo lavoro, la maturazione e' evidente. Inoltre, sono una delle rare nuove hard rock band a richiamare anche nel look i miti a noi cari, che non dispiace mai: capelli lunghi, pantaloni di pelle, leopardi vari. Chiaramente una band giovane, che ancora deve prendere confidenza con la popolarita', fanno quasi tenerezza, ma fa piacere ogni tanto vedere qualche "non rockstar" in giro. Il cantante Pelle ha tutte le potenzialita' di un buon frontman, con un po' piu' di esperienza acquistera' quel grammo di sicurezza che manca. Tony si conferma un buon chitarrista, malgrado l'attrezzatura in campo non sia delle migliori. Alle percussioni, i S.W. si adeguano ai trend moderni: il batterista del 2000 ha i dreadlocks o le tette (vedi Motley Crue e Lenny Kravitz), e gli svedesi hanno la ottima Linda Gustavsson, ex Tuesdays, ormai parte ufficialmente della squadra. Il tutto di chiara ispirazione Dokken, e forse per chi li ricorda i primi XYZ, piu' un pizzico di Europe che non guasta. Sembra una nostalgica reunion dagli eighties (con nostro indescrivibile piacere), solo i visi giovani ed entusiasti della band ci fanno sospettare che questi brani fanno parte di un album targato 2001. Per quanto riguarda la set list, la maggior parte dei brani sono tratti da "Utopia": si apre con "Face That Evil", la orecchiabile "Too Late For Tears", "Holy Man", "Life Goes On" dal primo album, "Take My Heart", "Out Of Sight", "Caught By Surprise" ancora dal primo, l'immancabile cover dei Dokken "Unchain My Heart", per chiudere con "One To Blame", decisamente e furiosamente rock. Tornero' ai Seven Wishes con un'intervista realizzata backstage e la recensione della loro piu' recente fatica "Utopia".
Torniamo live: mentre arrivo stanno gia' suonando i Contagious. Ma vedo subito Tom, manager degli Enuff'Z'Nuff, e prendo tempo per sistemare le mie cose nell'area riservata alle bands, caricare la macchina fotografica e ovviamente salutare i miei beniamini, come tutti i lettori ormai sanno...
Sono tutti li, Donnie, Ricky, Monaco, Chip impegnato in un intervista. Ci sono in giro i Seven Wishes e altri che non riconosco, membri della Z-Records e di Breakout Magazin, sponsor locale dell'evento. Scambio 4 chiacchiere con Tom a proposito di progetti futuri, e mi dice (sigh!) che il prossimo tour non sara' prima dell'uscita del nuovo album, prevista se tutto va bene nella prossima primavera. Little Steven, che dovrebbe produrre il tutto, deve ancora ascoltare i pezzi, poi probabilmente vorra' cambiarci qualcosa, stavolta vogliono fare le cose per bene, lavorarci su, in ogni dettaglio. E conquistare l'Europa.
Avrete capito, ovviamente, che i Contagious li ho solo sentiti in sottofondo, ma anche stavolta sono in grado di offrirvi un piccolo resoconto. Mi dispiace, niente foto, ma ho prestato attenzione alla parte acustica, perche' si trattava di un'anteprima. Il nuovo album della band infatti sara' lanciato il 30 Settembre alla gloriosa Cavern di Liverpool, locale che deve la sua fama a 4 ragazzi che nei '60 si facevano chiamare Scarafaggi, bah! Anche i Contagious sono di Liverpool, chissa' non gli porti fortuna. Come gia' al Ritz di Manchester, i ragazzi ci danno un assaggio del materiale incluso nell'imminente uscita. Iniziamo col dire che il cantante Glenn ha lavorato molto sulla propria voce, e questo si riscontra con enorme piacere. E, a quanto vedo in un veloce "raid" sulla balconata Vip, anche l'atteggiamento non e' da novellino e ha un'ottima presa sul pubblico. Ma incredibilmente i cinque inglesi hanno all'attivo solo un EP ("Red, White And Slightly Blue"), quattro brani di cui solo tre inclusi nella set list: "Danger", "Find A Way" e la cover dei Treat "Muscle". Il resto dello show include "Flying High", "Time And Again", "Hear It Calling", la ottima e acclamata "Fantasy", "Out Of Time", "Lost And Lonely". Se siete appassionati di Rock Melodico e Classic Rock, tenete d'occhio il catalogo della Z Records e segnate il 30 Settembre sul vostro calendario.
Quasi ora dei Dreamhunter, che non voglio assolutamente perdere. Scendo a pianterreno, nell'area affollata intorno al bar, dove fiumi di birra tedesca scorrono tra uno show e l'altro, e noto con piacere un'epidemia di simboli della pace verdi. Presto spiegato, e' il primo concerto degli EZN in Germania e uno dei rari nell'entroterra europeo, quindi i fans fedeli sono accorsi da ogni parte. Incontro un gruppo di danesi che li ha seguiti per tutta l'Inghilterra, Tom me li presenta e ne approfitto per divulgare l'indirizzo di Slam! Ne approfitto anche per un'escursione in zona merchandise. Ovviamente l'articolo chiave sono i CD, c'e' quasi l'intero catalogo di Z Records. Rimando i miei acquisti alla fase finale, prima voglio sentire "cosa bolle in pentola". Poi ci sono magliette, dell'evento e di alcune delle bands. Quelle degli Enuff sono gli avanzi del Glam Slam Metal Jam, cosi ora so che i danesi di Tom non mi hanno eguagliato seguendoli oltreoceano.... Lo show sta per iniziare, entro, e finalmente posso farmi un'idea approssimativa dell'affluenza. Il Capitol e' bellino, direi un ex-teatro, il festival presenta alcuni dei nomi migliori dell'hard rock europeo, ma il pubblico non gli fa giustizia. Non conoscendo la Germania e i suoi trend musicali non posso giudicare, se sia colpa di una insufficiente promozione o semplicemente il genere puo' raccogliere niente piu' di quello che vedo. Tra gente che esce per mangiare e rientra, gente che beve nell'atrio, gente che affolla il merchandise stand, a occhio e croce siamo di fronte ad una media di 350 presenti. Pochi, se conside rate che sul piatto ci sono ben 8 band che difficilmente si ha opportunita' di vedere live: dopo Seven Wishes, Contagious e Dreamhunter, la line-up prevede Demon, Von Groove, Jaded Heart, Enuff'Z'Nuff e la ultrareclamizzata (da ZRecords) reunion dei Tygers of Pan Tang. Il pubblico tedesco, non so se e' sempre cosi, non si affolla sotto il palco ma si sparpaglia in maniera casuale, molto comodo per me e la mia macchina fotografica, ma scommetto che "da lassu" l'effetto non e' caloroso come le sudate mandrie umane a cui siamo abituati.
E
si torna in Svezia finalmente con i Dreamhunter.
Stavolta sono piazzata e attenta. Galvanizzata dalla recensione
di Marco del loro ultimo album "Kingdom Come", mi
preparo ad un'esperienza di grande aor e hard rock, e si Marco,
sono accontentata. Decisamente mi trovo davanti a una delle
piu' underrated bands del rock europeo. Perdonata l'Italia che
purtroppo sappiamo e' sempre un po' indietro, anche qui nella
terra delle piogge eterne il loro talento non e' ancora degnamente
apprezzato. Nel sound vecchia scuola dei Dreamhunter
c'e' un po' di tutto quello di cui sentiamo oggi la mancanza,
da Bon Jovi agli Aerosmith nei giorni di gloria,
ai vecchi cari Firehouse, e per chi li ricorda un po'
di Little Angels. C'e' veramente da sperare che Z-Records
si dia da fare, dia fiducia a band come questa e offra loro
una degna promozione. Comincio a fantasticare su un possibile
itinerante festival scandinavo un giorno di questi: quante perle
sono venute e continuano ad arrivare da quelle terre, e quanta
gente non le scoprira' mai, che tristezza! Stig Gunnarson alla
voce e soprattutto Olle Zimmerman alla chitarra condiscono l'energia
della musica con una padronanza ed un'atteggiamento da puri
rockers, e anche senza lunghe chiome bionde al vento hanno completo
dominio della folla e dei fotografi. "Bad Attitude"
si dimostra un'ottima scelta per l'apertura, si prosegue con
"Braveheart", "When Heaven Calls Your Name",
"The Heart Is A Lonely Hunter", "Money Loves
Hate", le Firehouse-iane "My Days Are Counted"
e "Kingdome Come", la splendida "Long Cold Winter",
e ancora "Keep The Fire Burning", "Dangerous
Game", acclamatissime dal pubblico "Anyway You Want
It" e "All Dressed Up", e si chiude con "You're
In The Spotllight Tonight". In totale 50 minuti di grande
rock, come i due set precedenti. Fin qui, ringraziamo Z-Records
e Breakout Magazin che hanno messo insieme tutto questo. Ancora
mi chiedo perche' l'affluenza sia stata cosi bassa considerata
l'unicita' dell'evento.
Causa
incidente di moto di Marcel Jacob, gli Humanimal, che
dovevano essere i prossimi, hanno cancellato all'ultimo, e la
Z-Records e' rimasta a corto di sostituti propri, troppo tardi.
Sono cosi stati invitati i vecchi power rocker britannici Demon
come
ospiti extra-label. Forse proprio per questo sul sito di Z-Records,
sezione "coming soon" report sul Festival, i Demon
sono curiosamente "scomparsi" dalla line up... Non
ne so molto di questa band per essere sincera, inoltre mi sono
fatta prendere da una amichevole chiacchierata con Tony dei
Seven
Wishes,
e successivamente da un'intervista con il resto della band,
quindi non ho la set list! Ho comunque trovato il tempo per
scattare un po' di foto, incuriosita dal chitarrista sosia in
piccolo di Chip Znuff, vedere per credere! Per quel che ho potuto
ascoltare, la band offre un suono piu' vecchia scuola hard rock-classic
metal rispetto alle altre bands nel bill, evidenziando senza
dubbio la matrice 80 (e non intendo late eighties ma proprio
1980 per chi fosse piu' disinformato di me). A quanto ne so
erano scomparsi da un pezzo, ma e' in corso l'ennesimo tentativo
di rilancio, con un nuovo album, qualcuno che si sta occupando
della loro promozione e concerti fissati anche oltreoceano...
coi tempi che corrono questa e' tutta da vedere comunque. Per
i fans, se ce n'e' qualcuno tra i nostri lettori, il nuovo album
e' intitolato "Spaced Out Monkey", pubblicato da Record
Heaven, e rispecchia lo stile dei vecchi "Unexpected Guest"
e "The Plague", per quello che ho potuto ascoltare.
Io non sono una fan dell'epic rock, quindi lascio a voi il giudizio.
Per un assaggio live, con i prezzi stracciati che ci sono in
giro, potete fare un salto qui a Londra il primo Novembre, per
un Ognissanti Demoniaco in quel di Fulham.
E adesso, terminata la chiacchierata con i Seven Wishes, lasciatemi caricare la macchina fotografica e correre di sotto: e' ora di Von Groove, uno dei due atti che hanno salpato l'Atlantico per essere qui stasera. E faro' bene a godermelo, perche' il tour inglese con i Contagious e' stato cancellato, troppi biglietti invenduti! Certo, sicuramente Kerrang non li passera' mai, ho gridato al miracolo quando ho visto trasmesso l'ultimo video di Bon Jovi, e mi sono chiesta se tanto onore fosse dovuto alla breve apparizione di Anastasia (credo sia lei)... Non voglio e non posso iniziare questa discussione sugli odierni mezzi informativi musicali, e' qualcosa che mi deprime infinitamente, parliamo di liberta' di parola e di espressione ma e' tutto relativo quando sono un paio di mass media a decidere se le tue parole saranno ascoltate o si spegneranno in una stanza vuota. Voglio dire, se gli spettatori di Kerrang TV e MTV e VH1 potessero scegliere tra un video di Von Groove e uno di Limp Bizkit (si, sempre lui, ammetto, lo odio), sono certa che qualcuno sceglierebbe il primo, e che un po' di questi "qualcuno" avrebbe comprato un biglietto e salvato questo tour. Signori, siamo in piena dittatura musicale. Video killed the radio star. Limp Bizkit killed rock'n'roll. Chiedero' a Moreno una pagina aperta per disquisire sull'argomento. Per ora, torniamo a questa grande giornata che non richiamera' l'attenzione di Kerrang, Metal Shock, MTV etc e godiamoci un'altra ora di Rock.
Devo
subito togliermi dallo stomaco un piccolo disappunto: Michael
Shotton legge i testi delle canzoni! Malgrado cio', si dimostra
un frontman sicuro e carismatico, capace insieme al chitarrista
Mladen di catalizzare l'attenzione del pubblico presente. I
canadesi ci danno subito un assaggio del nuovo "The Seventh
Day" con il brano di apertura "Guns Over London".
Si prosegue con "I Can't Find My Groove" e "Lily"
in sequenza, altro ottimo estratto dall'ultimo lavoro della
band. E' pieno AOR, di quello migliore secondo le mie orecchie.
Nello stile e nelle vibrazioni che ricevo il paragone con Bon
Jovi e' d'obbligo, unito a Def Leppard e un tocco
di Aerosmith qua e la. Andiamo indietro con "Chameleon",
"Mission Man", e "Should Have Been Me",
per poi tornare alla storia contemporanea con la title track
"Seventh Day" e "Oxygen", una delle mie
preferite, un concentrato di energia pura. Ancora le vecchie
"Rainmaker" e' "Driving Off The Edge Of The World",
gioiellino live, per passare attraverso l'assolo di batteria
alla conclusiva "Once Is Not Enough" (ma ci si accontenta!).
Michael sembra soddisfatto, mentre passa il microfono alle prime
file, e a me che rifiuto decisamente di rovinare la serata ai
presenti e tengo la bocca ben chiusa... Il pubblico richiama
Von
Groove
a gran voce, e la band e' di nuovo sul palco per una splendida
esecuzione di "House Of Dreams", che chiude magnificamente
quello che finora voto migliore atto di questo festival. Nota
di formazione: sembra perfettamente inserito il nuovo bassista,
Tom Lewis, proveniente da Honeymoon Suite. Cosa manca
a questi ragazzi, a parte MTV? Direi proprio nulla. Pertanto,
mi precipito allo stand del merchandise e mi accaparro senza
esitazione una copia di "The Seventh Day", che insieme
a "Utopia" dei Seven
Wishes
va ad ingrossare il mio bagaglio targato Z Records. E torno
ai piani superiori.
Von
Groove
si e' dilungato, e quando chiude e' poco piu' tardi delle previste
8.30. Ora di cena, infatti trovo membri della crew e delle bands
in fila per un piatto di qualcosa che sembra riso, mentre io
vado sul sicuro con una multipla dose di Redbull. Michael Shotton
e' a tavola con la sua razione di pietanza non identificata,
mi avvicino e gli chiedo se' e' disponibile per un'intervista
mezz'ora piu' tardi. Acconsente con un sorriso accattivante,
io me ne vado e lo lascio mangiare. Stanno per iniziare i tedeschi
Jaded
Heart,
e riscendo per qualche foto. E' la seconda band del giorno a
sfoggiare questo look nostalgico e a noi caro, chiome lunghe,
bionde e fluenti e pantaloni di pelle, sembra di rivedere gli
Europe. Deve essere una matrice tipicamente teutonica,
forse li ancora si puo' vendere suonando e apparendo AOR. Beati
loro. Anche stavolta mi devo lasciar sfuggire la set list per
riprendere la mia caccia a Michael Shotton, ma vi segnalo tra
i brani "Excuse", "Inside Out", "Easy
Lover", e dall'ultimo album l'ottima "Live and Let
Die". Nel frattempo corro di nuovo su, ritrovo Michael
ma non c'e' tempo, c'e' la signing session. Visto pero' che
i Jaded
Heart
non hanno ancora finito, andiamo insieme sulla balconata per
gustarci altri 5 minuti dello show dall'alto. Sembra proprio
una cosa d'altri tempi: look, sound, attitude... Certamente
giocare in casa aiuta, il pubblico e' dalla loro e sembra conoscerli
meglio rispetto alle altre attrazioni della serata. Michael
mi lascia e mi da' appuntamento a piu' tardi, e i JH continuano,
continuano, continuano. Forse perche' si sentono padroni del
territorio, comunque rimangono sul palco mezz'ora in piu' del
dovuto, con conseguenze che vedremo piu' tardi. Mi dispiace
per chi tra voi e' un fan della band, anche a me non dispiacciono,
ma non hanno dimostrato ospitalita' ne' tantomeno correttezza
in questa occasione. Due grossi punti in meno per la band germanica.
Con la mia ultima lattina di Redbull ancora in mano, vado ad
assicurarmi la migliore posizione per gli Enuff
Z'Nuff,
che immagino siano backstage spazientiti dal ritardo.
Monaco
armeggia con chitarre e attrezzatura locale, lamentando la totale
assenza di tuners. Grazie ai Jaded
Heart
siamo in ritardo mostruoso, e purtroppo un po' di gente sta
abbandonando la scena. Finalmente si inizia, da Chicago-Illinois-
ecco a voi gli Enuff'Z'Nuff!
Che dire ancora di questi ragazzi? Indubbi professionisti, che
malgrado la strumentazione incompleta, i ritardi e l'affluenza
non eccezionale ancora una volta ci regalano un grande show.
Si attacca con "Revolution". La folla canta e balla,
sempre distribuita in ordine sparso nella sala, cosi ho l'occasione
di farmi mezzo concerto al centro, dove c'e' Chip, e l'altro
mezzo sulla destra proprio sotto a Donnie Vie. So che ha ancora
problemi di voce e dovra' operarsi tra breve, comunque non ce
lo fa pesare, e' il solito grande vocalist che tutti conosciamo.
Continua, malgrado la gola straziata, a chiedere sigarette in
giro, ma suppongo conosca i suoi limiti no? Si prosegue con
"Kiss The Clown", "The Beast", la bellissima
"Fly Away" dall'ultimo "Ten", "Invisible"
da "Paraphernalia", "We're All Right" da
"Tweaked", "Rock'N'World", e mentre in tutto
questo spaziare tra il vecchio e il nuovo sono li ansiosamente
attendendo il prossimo brano, fiduciosa nell'abitudine dei ragazzi
di regalarci ogni volta pezzi differenti del loro repertorio,
fantasticando su alcuni dei miei brani preferiti... accade di
nuovo: come a Nottingham, qualcuno sale sul palco e la faccia
di Donnie cambia colore! "Cosa? Ci hanno detto che ci e'
rimasto tempo solo per due canzoni, potete crederci?" e
dice che gli dispiace, ringrazia tutti per aver aspettato tutti
questi anni, loro suonerebbero molto di piu', ma non si puo'.
Due brani. Si taglia tutto, e via con "Fly High Michelle"
e "New Thing" duetto con Chip. Gli Enuff'Z'Nuff,
la band piu' attesa almeno a giudicare dalle magliette, e' finora
la band col set piu' corto e l'unica a cui non e' permesso di
concedere il bis. Grazie Jaded
Heart!!
Finito
lo show, scappo fuori a sondare gli umori dei fans: pessimi!
Certamente non contro i ragazzi ma contro chiunque sia responsabile
di questa chiusura anticipata. Molta gente ha viaggiato da altre
parti d'Europa per gli EZN,
e il biglietto del Festival non era neanche troppo economico,
e tutto per circa 50 minuti! Ritrovo Tom, raggiungo i ragazzi
backstage, facce nere. Permettetemi di tenere per me gli sfoghi
personali visto che considero Chip & Co amici prima che
rockstars, ma posso dirvi che il malumore e' tutto giustificato.
Viaggiare dagli USA alla Germania e ritorno in due giorni per
50 minuti di show (senza nessun valore economico aggiungerei),
nessuno sarebbe contento. In piu', qualcuno ha fatto cadere
la chitarra di Donnie, vecchia di 39 anni, spaccandone il legno:
ora, per chi di voi ha una chitarra, non sarebbe questo sufficiente
a farvi inc***are come bestie?? E lasciando da parte sfoghi
personali, una domanda ronzava nella mia mente mentre mi preparavo
per questo Festival: perche' i Tygers
of Pan Tang
sono headliners? Umilmente, ho tenuto per me questo dubbio,
cosciente del fatto che la mia cultura musicale pre-87 e' in
via di formazione e fino a un annetto e qualcosa fa ne sapevo
poco anche di T-Rex e Sweet. Cosi ho deciso di
accettare questo ritorno come un grande evento, prendendo per
buone le parole della Z-Records, e ho immaginato mi sarei trovata
in una scena simile al reunion tour dei Wildhearts, atmosfera
da concerto storico. Beh, non so se i fan dei Tygers
of Pan Tang
sono troppo vecchi, o forse la parte tedesca e' dall'altra parte
del muro di Berlino e nessuno gli ha mai detto che e' stato
buttato giu', ma quando ho lasciato l'area backstage le "Tigri"
stavano ancora suonando, e il pubblico era quello di un circo
di periferia di sabato sera se non peggio. Credo fossero rimaste
una trentina di persone in totale. Triste.
Ovviamente non sono rimasta per il resto dell'esibizione. Me ne sono andata con gli Enuff. Fuori, ultimi saluti con i fans, foto ricordo, e un arrivederci a presto, speriamo. La band e' gia' in trattativa per un nuovo tour europeo, stavolta completo, quando uscira' il nuovo album, che e' previsto se tutto va bene per febbraio-marzo. Ringrazio per l'aiuto e la collaborazione Sven Lohnert e tutto lo staff di Breakout Magazin (e vi consiglio un giro sul loro sito, www.breakoutmagazin.de). Per quanto riguarda lo staff di Z-Records, non ho nessuno da ringraziare, visto che non ho mai avuto nessun riscontro o disponibilita', ma essendo una superinviata me la cavo lo stesso, grazie! Magari un giorno ci spiegheranno che facevano i TOPT headliners. Forse era una tattica per iniziare a sfollare il locale prima dell'ora di chiusura. Furbi pero'! Ha funzionato...