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THE BLESSINGS
"Promo"
Self Produced - 2005
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A guidare i The Blessings troviamo
una vecchia conoscenza del panorama sleaze rock'n'roll
americano e cioè Jeremy White che in passato
si è fatto notare per aver realizzato un Ep
come Jeremy and the Suicides e un
album sotto il monicker di The Slimmer Twins
dove veniva affiancato dall'ex-KIX Ronnie
Younkins che insieme diedero alle stampe il CD dal
titolo "Lack of Luxury" che vedeva
in consolle in veste di produttore un'altro celebre
'ex', Gilby Clarke.
Il nuovo progetto, oltre al già
citato White, è composto dal chitarrista Mike
Gavigan, dal bassista Frank Scimeca, dal batterista
Rob Iezzi e da altri due nomi noti della scena Hollywoodiana:
Teddy Andreadas e Dizzy Reed. Il sound? ...Ovviamente
del rootsy bluesy rock'n'roll dalle tinte country,
un cocktail alcolico fatto da Rolling Stones,
Faces, Chuck Berry,
Chesterfield Kings, e solita "brutta"
compagnia...
Solo 4 i pezzi presenti, sigh... ma
un poker di canzoni che farebbe risvegliare Ötzi,
l’uomo del Similaun, con le loro fumose atmosfere
da saloon e un ritmo shakerante degno dei migliori
Quireboys. Ad aprire le danze ci
pensa "Chained To Your Memory" e tutto quello
detto in precedenza fa capolino in questa traccia
e nella seguente "Under My Skin", mentre
è l'armonica di Jeremy White ad introdurre
"The Way It has To Be", una malinconica
ballata quasi soul... siamo alla fine, e l'ultimo
asso giocato è quello che prende il nome di
"Chop you Down", boogie rock'n'roll che
piacerebbe tanto al nostro Jany James...
ah, piccola e ultima curiosità, la foto session
del gruppo è stata curata da Nigel
Mogg!
Moreno Lissoni
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PAISTY JENNY
"Detours"
Direct Hit Records
- 2005
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Era da parecchio tempo che non mi arrivava
un CD con tanto di press kit ultra professionale,
cartellina lucida con all'interno foto, poster, biografia,
rassegna stampa e ovviamente il CD!
...Ma prima di parlare di "Detours"
provo ad introdurre questo combo americano nato nel
2002 da Gregg Lee (voce, chitarra), Troy Stevens (basso),
Sean Brandt (batteria) e da Jonny Ray (chitarra),
che nel loro curriculum vantano numerose apparizioni
di spalla a Bret Michaels, Cinderella,
Def Leppard, Firehouse,
Foreigner, Great White,
Jackyl, LA Guns,
ecc... e l'apertura al Rock Never Stops tour al Pershing
Center in Nebraska lo scorso giugno.
Ma veniamo al disco, 5 i brani che
lo compongono dove un tipico hard rock a stelle e
strisce strizza l'occhio a sonorità più
moderne, ma senza mai abusarne. La band, pur sapendoci
fare, non sempre impressiona per originalità,
anche se la partenza non è niente male, infatti
"Anymore" è un vigoroso hard rock
mentre la seguente "Crisis" mette in evidenza
il guitar-riffing di Ray che in certi passaggi ricorda
quello di DJ Ashba.
"Danied" passa un pò innoservata
mentre sono più incisive la power ballad "Comfortable"
e la conclusiva "Belief" che ci consegnano
un gruppo dalle buone qualità, che sono riusciti
a creare delle discrete canzoni, ma nello stesso tempo
dovrebbero trovare delle soluzioni più personali.
Moreno Lissoni
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PLEASURE MAKER
"Love
On The Rocks"
Self Produced - 2005
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Debutto discografico per questo terzetto
brasiliano attivo dal 1999 e fondato dal chitarrista
Alex Meister, già fondatore dei metallers
Tothen, con i quali si esibì nel 2003
al Gods of Metal di Milano insieme a Whitesnake
e Motorhead tra gli altri.
Rispetto però ai Tothen qui
siamo in territori completamente diversi... un Hard
Rock chitarristico di buonissimo spessore, arricchito
in alcuni frangenti da un uso delle tastiere mai eccessivo
e con un occhio sempre rivolto alla melodia.
L’apertura è affidata
a “Fast n’ Wild” brano abbastanza
scontato ma comunque ideale opener dell’album
con tutte le caratteristiche descritte sopra. “Out
of Control” mi ha ricordato bands di culto quali
Loud and Clear e Biloxi,
mentre “Just Thinkin’ About U” è
nettamente il pezzo migliore del cd, con un’ottima
prestazione del cantante C. Marshall che guida un
coro stellare degno dei migliori Firehouse...
basterebbe questo pezzo a consigliarvi l’acquisto
del cd.
Altre songs da segnalare sono “Hard
2 Say Goodbye”, semi-ballad di sicuro effetto,
la spiazzante “Pleasure Maker” con inserti
quasi dance (!!) e “Only a Dream” altro
brano Firehouse-oriented con uso
dei cori ancora vincente... vero trademark questo
della band carioca.
Non è facile al giorno d’oggi proporre
questo tipo di sound senza scadere nel già
sentito e nello scontato, I Pleasure Maker ci riescono
per almeno metà delle canzoni di questo cd...
sicuramente un buon inizio che mi lascia ottimista
per il futuro.
Federico Martinelli
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BAD WAY
"From
Zero to Hero"
ROC.K - 2005
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Ho sentito parlare per la prima volta
dei Bad Way leggendo il loro nome come special guest
di alcune date spagnole del recente tour dei Vain
e subito incuriosito ho contattato la band che mi
ha fatto pervenire il cd d’esordio in questione.
Dopo svariati ascolti mi è ancora difficile
definire con precisione il sound del quintetto spagnolo,
sempre in bilico tra scan-rock (poco) e nu-breed (molto),
con un gusto comunque molto “americano”
soprattutto nelle melodie di fondo dei pezzi.
Apertura col botto con “Cocaine”,
primo singolo del cd e in qualche modo accostabile
ai Backyard Babies più “prodotti”,
ma già dal secondo pezzo “Desperate Way”
si respira aria di nu-breed , confermata da “Nights
and Morning”, pezzo che non avrebbe sfigurato
nella discografia degli Sr-71 o dei
Marvelous 3.
Si continua su questa strada con la sbarazzina “Victims”
e con “Every Day” che mi ha ricordato
un’altra band emergente di grande valore, i
bostoniani Whaltam.
Vero tributo ad un tempo che fu è
“Summer Song”, un incrocio tra Trixter
e… The Last Bandit da lacrimuccia...
per il sottoscritto il brano migliore del lotto.
Si va verso la fine con un altro paio di modern-rock
songs come "When Lights are Out" e “Rock’n’Roll
is Dead" (quasi alla... Hollywood Teasze)
che altro non aggiungono al valore comunque buono
di una band sicuramente non epocale ma che non mancherà
di farvi passare una quarantina di minuti in piena
allegria.
Federico Martinelli
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SECRET SMILE
"Hurry
Up And Wait"
Metal Mayhem - 2005
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Dalla Metal Mayhem ci arrivano questi
Secret Smile giunti al loro terzo album e che ultimamente
hanno fatto molto parlare di se vista la presenza
di Ted Poley (Danger Danger, Melodica,
Bone Machine) alle backing vocals
e per la produzione affidata a Jeff Cannata (Arc
Angel).
Dopo "Anatomy" datato 1993 e "The
Road Less Travelled" risalente a un paio
di anni fa sono tornati sul mercato con un nuovo disco
intitolato "Hurry Up And Wait"
e con formazione invariata rispetto ai precedenti
lavori: T.J Gabriele (Lead & Background Vocals,
Harmonica), Ken Barberio (Lead & Acoustic Guitars,
Keyboards), Bobby Ventresca (Drums & Percussion),
Scott Wilson (Guitars) e Todd Wilson (Bass).
Musicalmente la band si muove su territori
cari al melodic rock con similituni con gruppi come
JOURNEY, RED DAWN,
ma soprattutto i primi DANGER DANGER,
un gruppo in grado di proporre una accattivante aor
che, userà si sempre la stessa formula, ma
che in questo caso sembra riuscire più che
bene.
Nessuna traccia si eleva sopra le altre e dalla prima
"Tears In The Sky" fino a "Movin' On"
si ascolta del classico rock melodico guidato dai
tasti d'avorio, ad eccezion fatta per la ballata aor
di "With All Of My Heart", la cover dei
"Go Your Own Way" dei FLEETWOOD
MAC e per l'hidden track, un brano natalizio
in chiara chiave rockettara e che non avrebbe sfigurato
nelle compilation "We Wish You A Hairy Christmas"
o in "The Glam That Stole Christmas".
Moreno Lissoni
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LATE.X
"Frozen
Years"
Wild Flower/Ethnoworld
- 2005
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Dopo svariati demo-cd e concerti arrivano
finalmente all’esordio discografico i Late.X,
promettente band bergamasca attiva come dicevo da
diverso tempo nell’underground orobico.
"Frozen Years" si compone di 7
tracce + intro davvero interessanti, facendo vedere
una maturazione notevole da parte della band, che
ormai si è stabilizzata in una line-up a quattro
con due chitarre, utilizzando solo in modo sporadico
suoni synth che agli inizi erano parte portante del
sound.
“London Nights” apre il
cd e subito veniamo trasportati indietro di almeno
20 anni... echi di Sisters of Mercy
riecheggiano nel cantato di Eric Raven, un giro di
chitarra tanto semplice quanto ammaliante ci introduce
a quello che sarà l’ascolto dell’intero
cd, ovvero un gothic-rock di pregevole fattura con
evidenti richiami agli anni ’80 ma con spruzzata
di modernità (alla 69 Eyes
ultima maniera) che dona freschezza a tutti e 35 i
minuti del cd.
“Dead Lover’s Song”mi ha ricordato
non poco i Type O’ Negative
di “October Rust”, ottima song
caratterizzata da un refrain di sicura presa e da
un lavoro alla solista di Sky Black molto indovinato.
La title track è decisamente uno degli highlights
del disco, potente ma allo stesso tempo molto melodica
e con un ottimo lavoro della sezione ritmica, composta
da B.C. Beast al basso e da Louis alla batteria, cosa
questa che è possibile notare durante tutta
al durata del cd.
Il paragone con i The 69 Eyes
emerge prepotentemente in “Nothing
To Regret”, il pezzo più decisamente
rock-oriented dell’intero lavoro, mentre “No
Heroes” è un altro salto negli eightes
di indubbio valore... non so perché ma ha ricordato
i Depeche Mode dei bei tempi (escluso
il finale in crescendo e molto “tosto”).
Da segnalare la produzione molto curata, effettuta
presso il Suonovivo studio di Bergamo, una garanzia
di qualità come ben sanno molte altre bands
bergamasche e non che si sono avvicendate negli studi
del buon Dario Ravelli.
Concludendo non mi resta che fare i complimenti alla
band che a mio avviso ha ancora ampi margini di miglioramento
e che a giudicare da alcuni pezzi nuovi non contenuti
nel cd sembra voler dare un taglio decisamente più
“party” al proprio sound..ma questa è
un’altra storia…
Federico Martinelli
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GEMINI5
"Black:
Anthem"
Sound Pollution - 2005
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Dopo averli visti dal vivo di spalla
agli Hardcore Superstar e in compagnia
dei Crackhouse, ecco tornare sul
mercato gli svedesi Gemini5 con il successore del
fortunato debut "Babylon Rockets".
Se già con il loro esordio mi avevano ben impressionato,
ne ebbi la conferma dopo averli sentiti on stage in
cui riescono a mio avviso a dare quella marcia in
più ad alcune tracce che su disco risultano
un pò 'fiacche'.
...Ma veniamo a questo "Black: Anthem"
registrato - ottimamente - a Stoccolma in compagnia
di Peer Stappe in cui rimane inalterata la loro vena
catchy, ma con l'aggiunta di sonorità a-là
Manson che rendono questo CD un buon
esempio di glam del 2000.
Tra le 13 composizioni spiccano il
singolo "When The Body Speaks" (nel cd è
presente anche la traccia video registrata insieme
al regista Charlie Granberg già con le Crucified
Barbara), "Flesh:For:Fantasy" (che
non ha niente da spartire con quella di Billy
Idol), "Bring on the Monkey", "Black:Anthem",
"Second II None" e la lenta "Silent
Night", mentre non mi hanno entusiasmano "You
lead me to madness", "Love Venus" e
certi passaggi troppo carichi si sonorità Manson-iane
come nel caso di "Making Love Song" o "Sinners
Parade" che, pur essendo pezzi ben riusciti,
mi lasciano perplesso sulla scelta della direzione
musicale intrapresa.
In conclusione, non cambio la mia idea:
i G5 li preferisco ascoltare da sotto un palco sorseggiando
una birra e magari con Kelly (Crackhouse)
che duetta con Tin su "You spin me round (like
a record)", perchè pur presentando degli
ottimi spunti, a volte si ha la sensazione che le
song non decollino, forse a causa di una produzione
troppo modernista. Detto ciò, posso solo consigliare
questo disco a chi incuriosirebbe un matrimonio tra
gli Shotgun Messiah di "Violent
New Breed" e i Private Line
di "Six Songs of Hellcity Trendkill".
Moreno Lissoni
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COLD TRUTH
"Cool
Truth"
Self Produced - 2005
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Band americana dedita ad un sound rock
blues oriented, figli diretti di padri quali AC/DC
o primissimi Whitesnake, che si levano sul panorama
quali portabandiera di quel sound Seventies di cui
ormai si sono perse le tracce.
Il disco omonimo risale ormai al 2002, ma se non fosse
per la produzione aggiornata al nuovo millennio (anche
se non sempre all'altezza, soprattutto per quanto
riguarda i suoni di batteria e la mancanza di una
certa spinta sonora), l'avrei scambiato per un album
prodotto nel 1972.
Sicuramente sono ancora molti i fans
di un certo tipo di sonorità, ma non credo
che i COLD TRUTH riescano ad emergere con questo tipo
di idee sorpassate e riciclate; non fraintendetemi,
il rock dei '70 è un qualcosa di stilisticamente
perfetto e irraggiungibile, ma credo che la gente
preferisca ascoltare i grandi classici del periodo,
realizzati da bands pienamente coinvolte nella scena
rock-hippie sia musicalmente che mentalmente.
Le canzoni si susseguono senza alcun
sobbalzo, ben suonate e strutturate, ma hanno sempre
quel certo gusto del "già sentito"
e quel susseguirsi di accordi già suonati da
chissà quante migliaia di bands negli ultimi
40 anni. L'unica a fare eccezione è la bella
ballad "The War", dal bel refrain e dall'
incedere un po' alla Lenny Kravitz
che la rende almeno un po' più moderna ed aggiornata.
I COLD TRUTH saranno indubbiamente una band divertente
in sede live, ma attendiamo materiale più aggiornato
per il salto discografico.
Paolo Pirola
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CHAKRAH
"Cambio"
HeavyShow - 2005
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Nuovissimo singolo per il terzetto
lombardo, attivo sin dal 1996 sia nel panorama discografico
con il precedente "MANIPOLAMI", sia sui
palchi del nord Italia prevalentemente come cover
band.
Il rock alternativo proposto strizza l'occhio a combi
blasonati quali No Doubt o Guano
Apes, anche se il cantato in italiano della
brava Alteria accomuna la proposta a bands nostrane
quali Settevite o all'Irene
Grandi più rocker e riflessiva.
Piccole contaminazioni elettroniche
ed un accenno non troppo invadente alle sonorità
tipiche del panorama rock rendono appetibile questo
singolo anche per il pubblico internazionale, ed infatti
proverei anche la strada dell' inglese, magari distribuendo
lo stesso cd in due lingue. In sostanza si evince
che i CHAKRAH hanno la giusta esperienza per compiere
il passo commerciale verso il grande pubblico!
Un pezzo è un pò pochino per tirare
conclusioni, ma credo che ne sentiremo presto parlare.
Watch out!
Paolo Pirola
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MALICE IN WONDERLAND
"Malice
In Wonderland"
Karisma
Records – 2005
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Seguaci del goth’n’roll
cupamente romantico, tristemente nostalgico e un tantino
sofferente, unitevi! Dopo l’exploit dei Glitz,
sbarcano dalla gelida Norvegia i Malice in Wonderland,
ennesimi discepoli di messer Ville Valo
era “Razorblade Romance”. Proprio
come i loro maestri finnici, sono in cinque e, sebbene
si siano formati nel ’97, il loro primo album
vede la luce solo adesso, dopo una serie di sfighe
multiple che i nostri si sono trovati a dover fronteggiare.
Le prime due tracce, “Lucifer’s
Town” e “Devil Dance” non sono niente
male, estremamente godibili ed orecchiabili, nella
seconda in particolare fa capolino qualche leggerissima
venatura più elettronica, simile ai suoni del
Private Line di “Six Songs
From…”. Purtroppo sono destinate
ad essere, per quanto mi riguarda, gli episodi migliori
dell’album. Con il terzo brano arriva la prima
ballad e si comincia a perdere un po’ di smalto.
Atmosfera insopportabilmente struggente e cantato
un po’ strascicato… mmmhhh… le chitarre
si incattiviscono un po’ nella successiva “Perfect
Drug”, per un momento ho inspiegabilmente sognato
che potesse essere una cover dei Nine Inch
Nails, falso allarme.
Da qui in poi, i brani diventano noiosetti
e ripetitivi, non sembra abbiano molto da dire, a
parte l’eccessiva scopiazzatura dello stile
Him. Fanno eccezione “Heartache
Boulevard”, con un’attitudine più
hard che osa addirittura spingersi verso le inesplorate
valli del glam, e la ritmata “Nightclub, Sin
& Decadence”.
Carino, ben suonato, ma poco originale. Nonostante
tutto, vince ancora il buon vecchio Valo.
Claudia Schiavone
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MALEDIA
"Black
Heaven"
Self Produced - 2005
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Si respira tanta aria nordica con i
Maledia, ma il marchio di fabbrica è assolutamente
nostrano. Nati nel 2000, i cinque giovanissimi romani
hanno seguito le orme dei Lacuna Coil,
sia in termini di musica che di line-up, ed il risultato
è questo promo autoprodotto, 15 minuti di gothic
metal di ottima fattura.
Il brano di apertura “Black Heaven” rievoca
le sonorità Nightwish. Salta
immediatamente agli occhi, o meglio alle orecchie,
l’eccellente voce di Luana, complimenti davvero
per l’abilità con cui riesce ad adattarsi
alle non semplici strutture del genere e ad essere
tecnicamente ineccepibile, senza risultare fredda
e asettica. L’alternanza della più ruvida
voce maschile e di quella dolce e morbida femminile
si fonde in maniera perfetta con le chitarre arrabbiate
e le insostituibili tastiere.
“Hopeless Desire” parte
con toni più pacati per poi esplodere nell’epic-power
melodico, con cavalcata prog in omaggio, per gli amanti
del virtuosismo. Con la sognante “Nightfall”
si entra nella foresta incantata e misteriosa del
gotico 800esco, la prima parte è quasi da pelle
d’oca, con voci e cori che giocano a rincorrersi
dietro alle note del piano. Si uniscono in conclusione
gli altri strumenti per un finale col botto.
Personalmente questo “Black Heaven” mi
ha piacevolmente stupito. Certo, si tratta di soli
tre brani, la vera prova del nove è un full-length,
che, a questo punto, aspetto con ansia, nella speranza
che sia all’altezza delle aspettative. Per il
momento, 10 e lode.
Claudia Schiavone
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SHINE
"Promo"
Self Produced- 2005
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Da non confondere con i glamster austrialiani,
questi Shine nascono nel 2002 in Svezia dalla collaborazione
tra Sebastian Roos e Anders Berlin. Nel 2005 presentarsi
con un Cd masterizzato e i titoli delle canzoni scritte
a mano su foglio non vanno di certo ad aggiungere
punti al loro voto, ma nonostante queste pecche 'professionali'
il promo ricevuto è assai godibile e presenta
degli ottimi spunti come nel caso di "Embrace
You", song che sembra uscita da uno degli ultimi
lavori dei BON JOVI, ma con un tocco
CHEAP TRICK-iano che riscontro spesso
in altre composizioni, vedi ad esempio la poppeggiante
"Should I...", la ballata "Back In
Time" o il rock melodico di "Like A Human".
Tra i brani che mi hanno particolarmente
colpito cito l'hard rock moderno di "Leaving
Home", con un sound che mi ha ricordato gli ultimi
EUROPE e "Country Girl" non troppo
lontano dalle sonorità care agli ENUFF
Z'NUFF.
Le 2 bonus track ("Reginem - Die Happy"
e "What A Girl!") sono dei discreti rock
melodici che lasciano inalterato il giudizio finale
di questo promo.
Moreno Lissoni
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PRAYER
"Wrong
Address"
Escape Records - 2005
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Ci spostiamo a nord dell'Europa, più
precisamente in Finlandia per l'ascolto di questo
disco di Hard Pop/AOR molto eighties-style europeo
che non potrà fare altro che piacere a coloro
che hanno nostalgia di tastiere che la fanno da protagonista,
cori pomposi e suoni piuttosto compressi. La produzione
è non memorabile (quello che convice meno è
il suono della batteria), molto keys oriented (in
alcuni tratti ci ricorda addirittura gli Asia),
il suono in generale pieno, un buon feeling da parte
dei musicisti e il tutto aiutato anche dalla spinta
di due chitarre che riescono a supportare la base
ritmica in modo adeguato.
Il punto di forza di "Wrong
Address" è il songwriting:i brani
sono melodici al punto giusto senza mai superare quel
confine per farli risultare troppo hard rock, i cori
spingono tanto da rendere il tutto piacevole fin dal
primo ascolto. Esempio su tutti "Secrets Of The
Night" (eighties song al 100% molto Asia
style), "Anyone With Broken Heart"
(la più bella di questo record, pump rock ad
alto livello) e "Caught in the Crossfire"
(tastiere ariose di grande atmosfera che lanciano
una song che rimane da subito per la sua struttura
semplice e melodica).
Ottimo esordio consigliato agli amanti dell'Aor prettamente
europea.
Mauro Guarnieri
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GYPSY
"Demo"
Demo - 2005
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Ci ho messo più tempo a digitare
l'indirizzo del sito che ad ascoltare queste 2 tracce
che compongono il secondo demo di questo quartetto
inglese già recensito nella sezione New bandz
dal nostro Martinelli. Nonostante il cambio di bassista
e cantante le cose non sono migliorate molto rispetto
al primo CD, infatti la registrazione sembra una trasposione
da vinile perchè a tratti il fruscio è
davvero fastidioso.
L'originalità non sta proprio
di casa partendo dalla copertina copertina in stile
Jack Daniels e proseguendo con gli stessi titoli delle
canzoni: "Ride With The Wind" e "Back
To You" anche se a livello compositivo si nota
un leggero miglioramento pur non proponendo assolutamente
niente di nuovo.
Melodic rock a stelle e strisce sulla falsa riga di
gruppi come Sinnocence o World's
Apart, ma che con questa resa sonora non
riescono proprio a colpire, "Ride With The Wind"
infatti non sarebbe un brutto pezzo, ma miodio...
sembra di sentire alcuni demo in cassetta degli anni
80...
Moreno Lissoni
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by Slam! Production® 2001/2007
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