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www.kissorkillclub.com
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A.A.V.V.
"Kiss
Or Kill - Present Los Angeles Classics. Compilation
Vol.1"
War Room Records - 2004
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Che cos'è Kiss or Kill? E' semplicemente
il nome di una serata che si tiene allo Zen Sushi
a Silver Lake incentrata su band power-pop, old-school
punk rock, new wave e 70's style glam e creata da
Cooper (bassista dei BANG sugar BANG) e John Arakaki
(bassista dei Silver Needle).
Da questa serata è nata la compilation
in questione, che non è altro che un biglietto
da visita per far conoscere il movimento underground
califoniano dove possiamo notare interessanti novità
(le brave THE RANDIES che con la
loro "Boys In Stereo" riescono a fondere
Donnas e Avril Lavigne, i glam punker DEADBEAT
SINATRA oppure le punky bubblegum
DOLLYROTS con la divertente "Jackie
Chan").
Bravi i già conosciuti BANG SUGAR BANG
e SILVER NEEDLE, mentre
non mi hanno troppo entusiasmato ZEITGEIST
AUTO PARTS, the O.A.O.T.'s
e KING CHEETAH. Bell'iniziativa che
sicuramente non ha intenti commerciali ma quella esclusivamente
di supportare la scena di Los Angeles e quindi non
mi resta che lodare l'amico John Arakaki!
Moreno Lissoni
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wankersdc@yahoo.it
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The WANKERS
"Let's
Spend The Night Together"
Self Produced - 2003
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Punk Rock N' Roll per questi Wankers
che vedono Mick alla voce, Monkey e Deluxe alle chitarre,
Maphia al basso e Memphis dietro le pelli. La band
patavina ha sulle spalle una fiorente attività
live e dopo aver calcato per 2 anni i palchi del triveneto,
lo scorso anno sono usciti con il loro primo demo
che prende il nome di "Let's Spend The Night
Together", 5 tracce dalle sonorità sporche
e aggressive figlie del punk anni 70.
Si parte con l'esplosiva "R’n’R
Mayhems", e già ci possiamo accorgere
queli sono le influenze principali della band che
vanno dai DEADBOYS agli STOOGES,
dai DAMNED ai MOTORHEAD
per arrivare ai più recenti SINISTERS
e poi via con "Jaw-ish Doll", "You're
So Oppressive", ecc... 70% punk e 30% scan rock,
ecco i the Wankers!
Moreno Lissoni
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www.perrisrecords.com
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A.A. V.V.
"None
Blacker - A Tribute To Metallica"
Perris Records - 2003
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Non è facile proporre un buon
tribute album e l’impresa diventa ancora più
ardua quando l’oggetto della cover è
una band-mostro sacro come i Metallica. In realtà
si tratta di un tribute album sui generis, infatti
delle 17 tracce proposte, le ultime 8 sono sampler
di alcuni dei gruppi coverizzatori. La scelta dei
brani è, a mio giudizio, ottima, anche se troppo
limitata. Vengono passati in rassegna alcuni dei classici
del gruppo, ma ne vengono colpevolmente tralasciati
altri; non può, del resto, essere altrimenti
quando il tribute in sé si compone di soli
9 pezzi.
Si parte alla grandissima con “Sad
But True” interpretata dagli Enertia
in maniera quasi impeccabile. C’è
chi la definisce addirittura meglio dell’originale.
Io non mi spingerei così in là, ma la
versione è decisamente valida. Purtroppo è
l’unico elemento degno di nota, il resto dell’album
non ha niente di speciale, né di originale.
Steve Blaze (“Master Of Puppets”),
Divine Ruins (“Seek & Destroy”,
“Thing That Should Not Be”), Every
Mother’s Nightmare (“Wherever
I May Roam”), Brutal Faith
(“Jump In The Fire”), Animal Mothers
(“For Whom The Bell Tolls”) e
ancora gli Enertia (“Welcome
Home (Sanitarium)”) propongono una serie di
brani ben suonati, ma troppo uguali agli originali
e non supportati da voci adatte, troppo poca aggressività
per poter eguagliare il caro Hetfield. Al contrario,
pollice stra-verso per i Blessed Agony
che offrono una versione di “Ride The Lightning”
vomitevole.
Globalmente mi sembra un disco senza
pretese e senza particolari meriti. Qualche buono
spunto, ma, nel complesso, un disco anonimo, con l’obiettivo,
più o meno palese, di promuovere bands poco
conosciute piuttosto che rendere il proprio tributo
ad un gruppo. Insomma, se vi piacciono i Metallica,
continuate ad ascoltare quelli veri, è meglio.
Claudia Schiavone
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www.aorheaven.com
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ALYSON AVENUE
"Omega"
AOR Heaven - 2004
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Era dai tempi del secondo lavoro dei
Dante Fox che non mi ascoltavo con piacere
un CD di melodic rock con il cantato femminile. A
rinfrescarmi le orecchie con sonorità pompose
e melodiche ci hanno pensato questi Alyson Avenue
band nata nel lontano 1989 e con nelle ossa gli album
di TREAT, EUROPE
e HEART con all'attivo un disco dal
titolo "Presence Of Mind" uscito nel novembre
del 2000.
Dietro al microfono troviamo Annette
Blyckert, una sorta di Sue Willetts/Robin
Beck che non sembra proprio sfigurare nel
confronto con le regine del genere e dimostrando di
trovarsi a suo agio sia negli episodi più rockeggianti
che in quelli più tranquilli. Riff, tasti d'avorio
(mai in primo piano però) e tanta melodia sono
gli elementi portanti di questo "Omega",
e così già dall'opener "When Dreams
Fall Apart" si denotano le coordinate sonore
di questo album che prosegue con le DANTE
FOXiane "Tonight Is All You Get"
e "One Life One Show" e poi via con "Do
You Ever Miss My Passion" e la ballad "Echoes
Of My Heart", plagio di "All Nite All Day"
dei MASQUERADE.
Alla fine dell'album troviamo gli hard rock melodici
di "I Still Believe", "I Have Been
Waiting", "Can I Be Wrong" e "Whenever
You Need Someone" che chiudono in bellezza questo
cd.
Moreno Lissoni
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www.rockinc.nl
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ZINATRA
"Zinatra"
"The
great escape"
Rockumentary part
1 & 2
Snakebite Records / Frontiers Records - 2004
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I tempi migliori se ne sono andati,
diceva qualcuno. Anche per la musica, alcuni del popolo
slammista, sapranno certamente a cosa mi riferisco.
Correva l’anno 1986 e nel nord Europa c’era
grande fermento discografico. Tutti inseguivano la
corsa dell’oro rockettaro che negli Stati Uniti
spopolava ormai da tempo.
Il produttore Erwin Musper, oltre che musicista e
compositore, scoprì questo combo di stelle
nascenti e decise di promuovere il loro materiale.
Accompagnati casualmente da alcuni membri dei
DEF LEPPARD (Phil Collen suonò il
solo di “Feather in the wind”/ndr) e dei
QUEENSRYCHE (da notizie sulla loro
biografia/Ndr), diedero alla luce il loro primo sudatissimo
album omonimo. Era il 1988.
“Zinatra” (1988): l’album
uscito dapprima nella sola Olanda raggiunse invece
poi tutti gli stati europei sino ad approdare al sud
america ( in Perù la song “Hero”
rimase per lungo tempo al primo posto in classifica/ndr)
e quindi trasportato di riflesso anche all’attenzione
degli Stati Uniti. Fu così grande il consenso
del pubblico che il manager di David Lee Roth
li volle per tutto il tour europeo di “Skyscraper”.
Alcune canzoni, come l’opener “Looking
for love”, “Love or loniless” e
“Feather in the wind” entrarono nelle
top 40 europee e, pur rimanendo per pochi giorni,
smossero comunque l’attenzione al nuovo combo
nordico, pubblicizzandoli tra le fila dei miglior
gruppi Hard Rock Europei come EUROPE,
TREAT e VENGEANCE.
L’album, ormai introvabile e reperibile solo
sul web a cifre che vanno dai 30 agli 80 dollari,
è stato ristampato dalla Snakebite Rec., sottoetichetta
della RockInc., proprio in questi ultimi mesi.
Il sound proposto dal primo disco degli Zinatra risente
dell’acerba esperienza da studio ma mostra come
l’AOR sia di fatto un nuovo stile di vita (parlo
dell’87, epoca in cui si registrò/ndr),
non solo per la West Coast statunitense ma anche per
gli europei. Le sonorità sono quindi molto
attente ad accordi semplici, diretti ed enfatizzati
sempre da un fiume di tastiere che danno l’etichetta
“eighties’ style” su ogni brano,
rendendoli papabili anche ai molti che in quel periodo
si accostavano al solo sound popolare.
Il successo, come sempre, porta con sé anche
alcuni aspetti negativi e la major (la MercurY Europe/ndr)
decise di mettere mano alla band per ristabilizzarla
su terreni più inclini ai gusti pomposi del
rock Bonjoviano.
“The Great Escape” (1990):
fu proprio durante la preparazione dell’album
successivo che la band ebbe i suoi primi passi dolenti.
Molti brani furono messi da parte e la band fu costretta
a subire l’entrata in scena di nuovi compositori
(Paul Laine successivamente arruolato
nei Danger Danger/ndr) e di un nuovo
tastierista, Robby Valentine. Se
le tastiere avevano un ruolo dominante nel primo disco
ma di non grande valore per la band al punto di non
tenere in considerazione nei credits il compositore
dei tasti d’avorio, con l’arrivo di Valentine
tutto cambiò. La Major inserì il tastierista
nella band senza avvisarne i componenti ufficiali
e si ritrovarono in studio a dover prendere in considerazione
tutti i brani sino ad allora scritti. Valentine, considerato
da molti il Gregg Giuffria europeo (sia per stile
che per carattere/ndr), ebbe dunque modo di dar campo
primario a suoi brani, cantandone addirittura uno
e lanciandosi così per la promozione solista
che avvenne qualche tempo dopo in Asia. L’album
uscì nei negozi di tutto il mondo nel 1990
e il disco risultava fresco, dirompente, pomposo e
molto più rock del precedente. Il sound di
“Take it to the top”, “Only your
heart” e “Candyman” copiavano i
parametri dell’hard rock d’arena delle
band statunitensi, portandosi così ad avere
ampi consensi di critica e di tour sempre più
organizzati in tutto il globo.
In Giappone e in gran parte degli stati asiatici divennero
delle vere ed autentiche star.
Il fallimento giunse per mano dell’ormai
risaputa storia del grunge ma Mennen (Joss Mennen
fu il vocalist e fondatore della band/ndr) si riprese
con il suo gruppo solista che dal 1994 ad oggi hanno
stampato quattro dischi. Cosa curiosa fu l’assoluta
mancanza di tastiere. Chissà come mai (!!!).
Valentine prese la carriera solista in Giappone mentre
gli altri membri della band storica Sebastian Floris
(ch), Ronald Lieberton (bs), Ed Rockx (bt) e Gino
Rerimassie (2nda ch) si persero nella scia della cometa
alternativa che piombò ovunque.
Oggi i MENNEN ritornano con un nuovo disco (già
nei negozi/ndr) mentre si presume un nuovo come-back
degli ZINATRA, voluto pare dagli stessi manager che
li gettarono nel fango quando Seattle tuonò
miseria.
Vada come vada, “The Great Escape” rimane
a oggi uno degli album di Pomp Rock più belli
che rientrino nella mia personale fonoteca.
Marco Paracchini
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www.aorheaven.com
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DEACON STREET PROJECT
"Deacon
Street Project"
AOR Heaven - 2004
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Progetto fondato dal chitarrista svedese
Tommy Denander (RADIOACTIVE/ SAYIT e che
tra l'altro sta collaborando con il nostro Paolo Morbini)
e Chris Demming (AOR, SPIN GALLERY),
che si fanno accompagnare da illustri celebri come
Jan Johansen (IGNITION), Jamie
Meyer (Popstars), Bruce Gaitsch
(RICHARD MARX, MADONNA), Marcel Jacob (TALISMAN,
YNGWIE), Magnus Weinemo (SPIN GALLERY),
Lars Chriss (LION's SHARE),
Jeff Northrup (XYZ) e SAYIT produce
un lavoro che senza dubbio piacerà agli amanti
del rock melodico nonostante si tratti di song mai
utilizzate nei passati anni nella loro carriera.
Il CD presenta un paio di episodi sotto
tono, ma devo dire che per essere un'opera di 'ripescaggio'
ci troviamo di fronte ad un gran bell'album aor, dove
gli amanti di TOTO e JOURNEY
andranno a nozze con song come "Caught
Up In A Fear Of Loving", "Radio", "Changes",
"I Can't Go back" e "I Don't Mind".
BAD ENGLISH, GIANT,
SURVIVOR, ecc... fanno parte del
vostro background musicale? ...beh, allora cosa aspettate
a reperirlo!?!?
Moreno Lissoni
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www.kingcrow.it
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KINGCROW
"Insider"
Consytech - 2004
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Insider è il primo concept album
della band romana ma secondo full lenght; notevole
evoluzione di un magistrale prog metal made in Italy.
Questo capolavoro nostrano è riconducibile
ai suoni dei maestri Quennsryche
di “Operation Mindcrime” ma anche a Savatage
e Rush.
La storia che i fratelli Cafolla e compagni ci narrano
riguarda i due amici Jason ed Alan che rimangono invischiati
nel progetto “Insider” della multinazionale
per cui stanno lavorando e attraverso l’evoluzione,
i toni, i testi dell’album scopriremo, parteciperemo
ai cambiamenti di umore dei due compagni e saremo
travolti da tutte le avventure e i personaggi “di
contorno”.
L’atmosfera generale è
oscura con un sound che si rifà al prog 70
ma con ottime, più moderne, rockeggianti sonorità
grazie alle chitarre e alla batteria, facendo risultare
il lavoro molto scorrevole.
L’opener “Friendship” rende già
l’idea dell’eccellente qualità
del lavoro, si passa poi da pezzi strumentali “Temptation”
a side-a-long come “The Project” o “Never
Say Die” fino a pezzi ancora più cattivi
come “Eyes Of A Betrayer”.
Oltre sei mesi ci sono voluti per completare l’album,
lungo tempo ma che darà sicuramente infinite
soddisfazioni ai cinque musicisti romani che sono
riusciti a sfornare un album di eccellente qualità,
trascinante, pulsante, degno di paragoni con gli alti
nomi dell’odierna scena prog.
Laura Delnevo
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www.snakebite.it
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SNAKEBITE
"Tickets
For Rock n' Roll"
Self Produced - 2004
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In questo CD c'è tutto quello
che vorresti avere dal Hollywood band degli anni 80:
dal logo all'artwork, dal look alle canzoni, peccato
solo che quest'ultime siano state registrate davvero
male e condizionino il risulato finale. Ammiro la
band per il suo coraggio nel proporre un progetto
super Sunset Strip style nel 2004, ma a mio avviso
si dovrebbero staccare un pò da certi clichè
per cercare di far emergere le proprie personalità
o si rischierebbe di rimanere l'ennesimo gruppo glam
uguale a mille altri, come successe a cavallo tra
80 e 90, quando cloni di POISON,
MOTLEY CRUE e GUNS N'ROSES
si ostinavano a scopiazzare a destra e sinistra, facendo
morire un genere ormai ultra inflazionato!
Ma torniamo a parlare della band perugina
nata nel gennaio del 1999 e formata dal cantante A.J.,
dai chitarristi Smoke e Pit Kulic, dal bassista Demon
Scott e dal batterista Kendy K. che nel marzo dello
scorso anno hanno registrato questo "Tickets
For Rock n' Roll", ep di 7 brani (se si conta
l'intro) dannatamente glam metal dove ovviamente,
tra una song e l'altra fanno capolino le band di Bret
Michaels, Axl Rose, Nikki
Sixx, Paul Stanley e Jani
Lane.
Dopo "Talk Nasty To Me" si parte con "Dressing
Room" e purtroppo si iniziano ad evidenziare
le pecche sonore del lavoro in cui chitarra e sezione
ritmica vengono messi troppo in secondo piano rispetto
alla voce, ed è un vero peccato. I piacevoli
party metal di "Pussy & Roll" e "Hard
Rock (the Music That Play)" precedono la lenta
di turno, "Barclay", solita ballata Eighties,
che manca di quel mordende e pathos che caratterizza
le lente del genere...
Chiudono il CD "Neverendin' Trip" e "Drive
In", altri pezzi di matrice hair metal che si
fanno ben ascoltare, ma con ancora ampi margini di
miglioramento. Per concludere, da vecchio estimatore
della scena losangelina, consiglio alla band di cercare
una proprio identità distaccandosi un pò
da certi stereotipi e dedicare più attenzione
alla registrazione dei brani.
Moreno Lissoni
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www.ikb.too.it
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A.A.V.V.
"Italian
Kiss Better – an Italian tribute to
Kiss"
Azzurra Music - 2003
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Ennesimo tributo al "bacio"!
Questa volta per festeggiare il trentesimo anno di
attività della band, ci hanno pensato 17 band
italiane a rendere omaggio al quartetto di New York
grazie anche all'intervento dell'Azzurra Music che
ha pubblicato il cd e a delle date di supporto che
vedeno/vedranno esibirsi sul palco alcune band presenti
nella compilation.
Forse uno dei pochi tributi fatti alla
band con un certo senso e criterio a cui è
difficile segnalare una band piuttosto che un'altra,
dove spesso la tendenza è quella di rifarsi
agli originali salvo i casi di "Cold Gin"
interpretata da ZAP in una versione
elettro-industrial o il cantato femminile delle KISSEXY
in "Detroit Rock City" o dei DESTROYER
in "Shout It Out Loud" oppure la versione
sleazy di "Strutter" dei LANDSLIDE
LADIES.
Se siete degli amanti della band è un'altro
pezzo da aggiungere alla vostra collezione!
Moreno Lissoni
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cdsmashrecords.com
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A.A.V.V.
"A
Tribute To Enuff Z'nuff"
CD Smash - 2003
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Ho sempre trovato difficile recensire
tributi, perchè possono essere letti in mille
modi differenti, e ci vorrebbe la completa conoscenza
di ogni singola band per captare il significato o
il valore effettivo che queste danno al gruppo che
stanno tributando. Partiamo dal presupposto che tutte
queste band siano fan della band di Chicago e partiamo
con i commenti...
La prima cosa che mi salta all'occhio è la
scelta dei brani, infatti sono stati completamente
ignorati dischi come "Animals With Human Intelligence",
"Tweaked", "Peach Fuzz" e "Seven"
o brani come "Kiss The Clown", "Mother's
Eyes", "Right By Your Side", ecc...
per lasciar spazio a pezzi meno blasonati estrapolati
dai recenti "10" o "Paraphernalia".
Si inizia con un classico, "New
Thing", troppo freddina per fare onore all'originale,
ma con "Fly High Michelle" interpretata
dai The Millions e "Baby Loves
You" suonata dai Best Of Seven
(con special guest Donnie Vie alla
voce) si inizia a prendere quota ed inizio a pensare
che questo progetto non sia poi così inutile.
Crash Kelly si butta nella Beatlesiana
"There Goes My Heart", Willie Hines
III nella versione acustica di "I Could
Never Be Without You", mentre la coppia
Jim Crean/Phil Maro nella lenta "Blue
Island".
Da segnalare inoltre la versione moolto estiva di
"One Step Closer" di Zion James,
quella metallozza di "Freak" dei Seven
Wishes e quella live di "Long Way To
Go" dei Frankenstein 3000. Ultima
chicca del cd la bonus track "She Forgets"
interpretata dallo stesso Donnie Vie.
Moreno Lissoni
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melodicsymphony.com
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OUTLAND
"Different
Worlds"
Melodic Symphony Records - 2003
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Prendi due musicisti di LA, Jeff Prentice
(chitarrista/voce/tastierista) e Rob Nishida (bassista/chitarrista)
che nel 2001 si mettono a scrivere delle canzoni un
pò per puro divertimento un pò per rievocare
musicalmente i begli anni '80. Un paio di anni dopo
il duo, che prende il nome di OUTLAND viene incitato
a riproporre più seriamente quel progetto tanto
da convincersi a farlo diventare l'album "Different
Worlds".
Le buone intenzioni senza dubbio ci
sono e il back ground AOR melodico non manca loro,
anche perchè tutte le tracce qui proposte rispecchiano
appieno lo spirito eighties e tutti i clichès
del genere... ma senza risultati ecclatanti. Le belle
canzoni non mancano sicuramente, dagli uptempo rockers
di "Valerie", "One More Night"
e "Mary Anne" alle fin troppo scontate e
immancabili ballads "Forever Yours", "Last
Forever" e "Dream Away" o midtempi
coi bei corettoni pomposi che ci piacciono tanto come
"Strong Enough" ...sprazzi di BOSTON
e SURVIVOR pressochè ovunque...
sì sì, nulla da dire, ma qui tutto sa
di già sentito! Dopo tre volte che ascolti
l' album sai già tutte le canzoni e sai di
già dove vanno a parare tutti i pezzi; riesce
perfino a risultarmi noiosa la cover della bellissima
"Love Cries" degli STAGE DOLLS
anche perchè c' è un altro aspetto non
meno indispensabile dell' originalità da valutare.
Il suono è totalmente flat,
senza estensioni di dinamica, tutti gli strumenti
si sentono bene... ma sullo stesso piano: ciò
ti lascia un' impressione di linearità che
scorre da una canzone all' altra con impietosa foga.
La voce rimane isolata dal resto e per questo terribilmente
povera di calore, insomma un suono più freddo
di così non poteva venir fuori!!!
Un vero peccato non riuscire a divertirsi con dei
pezzi che hanno buone potenzilità ma poca presa
emotiva! Rimando quindi questo duo a progetti meglio
prodotti e più articolati: aspettiamoci grandi
cose da loro!
Michy"Uzy"
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www.aerosmith.com
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AEROSMITH
"Honkin'On
Bobo"
Columbia - 2004
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Quanto siano importanti gli Aerosmith
nella storia del Rock non sta a me dirlo, ma è
innegabile che ogni nuova uscita del quintetto di
Boston sia vista come un momento importante nel corso
dell'anno musicale in corso.
Ed eccolo qui l'atteso tributo al blues che Tyler
e soci hanno voluto fortemente, sfidando a mio avviso
anche quelle regole del business che avevano strangolato
la loro ultima fatica da studio, quel "Just Push
Play" che pur non essendo un must aveva delle
discrete canzoni, rovinate per lo più da una
produzione troppo Mtv-oriented...
12 le canzoni, 11 classici del blues e un pezzo nuovo
firmato Tyler / Perry / Frederiksen, "The Grind",
un bluesaccio che davvero non sfigura in mezzo a tanti
classici del genere.
Il perché di un disco come questo
è chiaro dopo il primo minuto della prima canzone...
gli Aerosmith SONO un gruppo cresciuto con il blues
e questo è il loro ritorno a casa...
Sia nei pezzi più blues-R'n'R come "Shame,
Shame, Shame" e la classicissima "Baby,
Please don't Go", sia negli slow come "Eyesight
to the Blind" e "Never Loved a Girl"
viene fuori la classe immensa di un cantante che personalmente
non finisce mai di stupirmi...
Degne di nota sono anche le due canzoni che vedono
mr. Joe Perry alla voce, "Back, Back Train"
e "Stop Messin' Around", che comunque immagino
si sarà divertito non poco a disseminare il
cd di slide guitar e dobro...
Chiudo segnalando che l'armonica in copertina non
è solo virtuale ma ottimamente suonata da mr.
Tyler e che la produzione è a cura degli stessi
Tyler / Perry... forse proprio perché nessuno
meglio di loro sa come deve suonare
un album degli Aerosmith...
Federico Martinelli
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www.maryslim.com
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MARYSLIM
"Split/Vision"
Wild Kingdom - 2004
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Terzo lavoro (secondo in studio) per
I Maryslim, band totalmente devota al verbo del r'n'r
scandinavo.
In effetti potrei definire il loro nuovo album come
un riuscito incrocio di sonorità alla Hellacopters
(nei pezzi più cadenzati) e Backyard
Babies con una spruzzata di sleazy d'oltreoceano
soprattutto per quanto riguarda certi arrangiamenti
nei pezzi più melodici come "Something
to Rise" (possibile singolo) e nella conclusiva
"Bring It On", ballatona molto americana
nel suo incedere.
Ben prodotto e ben suonato, il nuovo
lavoro del quartetto scandinavo si apre con "Walk
Alone", gran pezzo dotato di coro trascinante
e di un flavour molto hellacopteriano, doppiata da
"All I Want " altro pezzo davvero ben riuscito.
Di "Something to Rise" abbiamo già
detto (e aggiungo che mi ricorda un pochino "Something
Special" degli HCSS) mentre
uno degli highlights del disco è sicuramente
"Reason to Live"... e si rokka che è
un piacere.
Insomma... se siete amanti delle sonorità e
delle bands sopra citate sapete cosa aspettarvi dai
Maryslim... per gli altri sappiate che troverete una
cinquantina di minuti di buonissimo r'n'r...
Federico Martinelli
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outlawrecordings.com
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ERIC MOORE AND THE GODZ
"25
Moore Years"
Outlaw Recordings - 2004
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Are you ready for rock n roll? Welcome
back, from Cleveland, Ohio, Mr. ERIC MOORE and the
GODZ! Dischetto per veri tamarri possibilmente bikers
cattivi, sbronzi e incazzati. "Twenty-Five Moore
Years", la band del vecchio lupo di mare ERIC
ne ha passate proprio tante: l'odissea si aprì
nel lontano 1977 come opening del "Love Gun Tour"
dei KISS per poi subire infiniti
cambi di line-up, scioglimento nell' 80, tornare come
Eric Moore Band e di nuovo come The Godz fino alla
più recente collaborazione coi ben noti AMERICAN
DOG nel 2003 (ai quali ha prestato la voce
nella superba "Drunk Too Much" sul debut
della band "Last of a Dying Breed")... di
tempo ne è passato!!
Questo lavoro include brani dai quattro
album del gruppo e nonostante il fatto che in 25 anni
di cose ne cambiano proprio tante non è certo
mutata l' attitudine stradaiola e il sound rozzissimo
bluesy / r'n'r anche dei brani più recenti
di una band che si definisce col motto "We ain't
Heavy Metal and we ain't Punk, we' re just Rock n
Roll!"... azzeccato in pieno!
Gli episodi più significatici solo la opener,
velocissima quanto incisiva "White Line",
la Aerosmithiana "I'll Get You Rockin'"
completa di sezione di fiati, per non parlare di "Criminal
Mind" o "Mongolians" (la song più
heavy del cd)... ma dovrei effettivamente citarle
una ad una, perchè sono tutte canzoni con le
palle che trasudano potenza e grinta.
Ma forse le vere chicche stanno proprio nel secondo
bonus disc in cui è inclusa un' intervista
ad Eric, due demo tracks del '79 e delle songs live
compresa una sprintosissima versione di otto minuti
di "Gotta Keep Runnin'".
Se vi piace il genere sporco, grezzo e senza fronzoli,
non potrete non apprezzare tutto ciò... e alla
fine vi troverete tutti a cantare a squarciagola "The
Godz are Rock n Roll machines!!".
Michy "Uzy"
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www.perrisrecords.com
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ROXX
"Outlaws,
Fools & Thieves"
Perris Records - 2004
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Ero già rimasto ben impressionato
da "Diamonds & Rust" e con questo "Outlaws,
Fools & Thieves" riconfermo le impressioni
positive avute dal combo newyorkese che girava a fine
anni 80 e che vede nella formazione un nuovo cantate
che prende il posto di George "Roxi" Hall,
Joey D'Angeli che, per chi non lo sa, fu il predecessore
di Sebastian Bach negli Skid
Row.
E' sicuramente è una delle migliori produzioni
Perris uscite da un'anno a questa parte e credo che
il grosso merito vada attribuito a questo five-pieces
(di cui 4 sono italo-americani) che riesce a far sentire
fresche ancora oggi composizioni che saporano di già
sentito.
Si inizia con "What’s a
Boy to Do?!" sculettante party metal d'altri
tempi e si prosegue con "Tell Me", tra RATT
e AUTOGRAPH, e poi "Give
Up Your Heart", una fantastica power ballad in
stile LANCIA / FARRCRY
con addirittura un solo di sassofono che fa moooolto
anni 80!
Honky-tonk piano nell'up-tempo di "Pint Of Blues",
invece il lentone melodico prende il nome di "Shy
Away", altro bell'episodio del cd che si va ad
aggiungere all'hair metal di "Turns to Gold"
e alla POISONiana "In The Groove".
Fossero tutti di questo livello i ripescaggi della
Perris...
Moreno Lissoni
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www.perrisrecords.com
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LOUD’N’NASTY
"Teaser,
Teaser"
Perris Records - 2004
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Dopo i due promo Cd usciti nel 1998
e nel 1999, "I Wanna Live My Life In The Fame"
del 2000 (recensiti nei vecchi numeri cartacei di
SLAM!) e il picture disc di "Too much Ain't Enough"
del 2002 riecco che tornano sulla scena gli svedesi
Loud'N'Nasty, altro gruppo scandinavo che cerca di
tenere alta la bandiera del glam/street metal, continuando
la strada tracciata dai connazionali Nasty
Idols.
Che dire di questo "Teaser, Teaser"?!
...beh, manco a dirlo risente pesantemente dei mostri
sacri del genere e credo che Chris Loud, Rob Nasty
e T-Bone abbiano ascoltato e assimilato gli insegnamenti
di MOTLEY CRUE, TWISTED SISTER,
RATT e KISS! ...Originalità
zero, quindi se siete amanti del genere e vi piacciono
queste sonorità, avvicinatevi senza timore
a questo disco perchè anche se rimarrà
nell'anonimato nella vostra discografia del settore,
presenta delle piacevoli tracce come "Teaser",
"Hungry", "Hollywood Dream" e
"Kick’N’Fight".
Moreno Lissoni
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SYANIDE KICK
"Syanide
Kick"
Perris Records - 2004
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Quindici anni fa avrei ucciso il mio
negoziante di fiducia per trovare qualcosa di questa
band, ma mi dovetti accontentare di qualche cassetta
con su le registrazioni di qualche loro demo. In questo
periodo di revival ci pensa come al solito l'etichetta
texana a far rivivere gli zombi grazie alla pubblicazione
di questo disco che annoverava nella line-up del gruppo
Jaime Fonte, bassista dei Tuff e
in seguito nei Mystakes e il drummer
Freddie Ferrin che più tardi vedremo nei Big
Bang Babies.
Questo "Syanide Kick" rimane
un disco piacevole ma che non offre grandissimi spunti
rimanendo segregato nella schiera di Hollywood hair
band di serie "B" come Vaudville,
Strike Twice, ecc... Dopo l'intro
parte la pacchiana "Hollywood Angel", ma
fortunatemente ci pensa la successiva "Young
And Wild" a far prendere quota a questo CD in
cui si sentono le influenze di SKID ROW,
WHITE LION e HEAVEN'S EDGE.
"Tonight" è la solita ballata semi
acustica, mentre "Sky High" è l'altrettanto
solito party metal in voga sul finire degli anni 80.
"I’m Lost" ha quell'incedere bluesy
che mi riporta alla mente certe cose dei primi LONDON,
invece "Let Me Down Easy" è hair
metal all'ennesima potenza: chitarroni e corettoni
sparati a mille, forse la miglior traccia del lavoro.
L'anonima "Sister Groove" lascia spazio
alla bella e movimentata "Leg's Up High"
ennesimo brano made in Sunset Boulevard.
Moreno Lissoni
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BITCH
"Rock'n'Roll
Soul"
Demo Cd - 2004
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I modenesi Bitch nascono nel 2000
dalle ceneri di una semi-tribute band dei Guns
N'Roses e dopo vari cambi di line-up stabilizzano
la propria formazione con Allo alla voce, Meghe e
Claudio alle chitarre, Zanna al basso e Fabio "Grullo"
alla batteria. L'attività live è stata
da sempre una delle loro carte vincenti e uno dei
maggiori riconoscimenti è stato senza dubbio
aprire per gli Adler’s Appetite
in una data del tour italiano.
Dopo il demo del 2001 (in "Rock'n'Roll
Soul" vengono riprese "Centomille",
"Eurospin" e "Lago") sono ritornati
in studio lo scorso anno per registrare questo demo
CD, composto da 11 tracce divise tra pezzi propri
e cover (Rolling Stones: "Jumping
Jack Flash" e "Dead Flowers"; AC/DC:
"Highway To Hell" e "Whole Lotta Rosie"),
in cui l'amore per i Guns N' Roses
vive nella loro musica più che mai. Tralasciando
un commento sulle cover (ben eseguite tra l'altro)
i brani dei Bitch, nonostante non ami il cantato in
italiano, sono potenzialmente molto valiti partendo
dalle energiche "Centomille" e "Eurospin",
proseguendo per la lenta "Ballad D" fino
a giungere alla bluesy "In Questo Blues",
ma purtroppo sono penalizzate da una pessima resa
sonora.
L'assomiglianza della voce di Allo
con quella di Axl Rose a volte è
imbarazzante e a mio avviso potrebbe essere un'arma
a doppio taglio che potrebbe si, avvicinare al gruppo
tutti i fan dell'ex band Slash (e
sono tanti!), ma nello stesso tempo diventerebbe difficile
scrollarsi di dosso l'etichetta di tribute-cover band
dei Guns.
Moreno Lissoni
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FAHRENHEIT
"Chain
Reaction"
Perris Records - 2004
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Primo disco ufficiale per questa band
già conosciuata con il pezzo "King Of
The Night" presente su Hollywood Hairspary II
edito dalla stessa etichetta texana che stampa questo
"Chain Reaction", disco caratterizzato da
un sound prettamente Eighties.
I Fahrenheit si sono formati nel 2001 e a comporli
ci sono 4 ragazzi cileni e con un vocalist di origine
inglese (Chaz Thomson) tutti cresciuti con l'hard
rock a stelle e strisce.
FIREHOUSE, HEAVEN'S
EDGE e STEELDAWN sono i
nomi a cui si potrebbe accostare questo combo sudmaricano
che pur non sfornando l'album del secolo ci regala
un disco godibile a cui vale la pena dare un'ascoltata
e che vede i suoi punti di forza in "Unleash
The Love", nella già citata "King
Of The Night" e "Chains 'N' Cellars".
Moreno Lissoni
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DOPPIO ALIBI
"Doppio
Alibi"
Self Produced- 2003
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La band iniziò sotto il nome
di BlackHawk nel 1989, poi Baby Boom (1991), poi ancora
Yankee Rose (1992), The Bottles (1994), Joint Stock
Company (1994), Bad Mother Funkers (1995), Rosa Nera
e sHe DeViL (dove ci fu la svolta del cantato in italiano)
fino a giungere al luglio del 2002 con l'arrivo del
bassista Ivan Regolin il combo triestino cambia nuovamente
nome e diventa appunto DOPPIO ALIBI: Andrea Albanese
(voce), Davide Falconetti (chitarra e voce), Alessio
Perosa (chitarra) e Francesco Bardaro (batteria).
I 12 pezzi presenti in questo lavoro
strizzano fortemente l'occhio alla classifiche italiane
e se da una parte si sentono molto le influenze hard
rock ottantiane della band, dall'altra diventa inevitabile
l'accostamento a gruppi di rock italiano come NEGRITA
o CLANDESTINO che in questo caso
non è da considerarsi come un difetto, anzi...
Tra i pezzi che preferisco direi proprio "Spara",
"She Devil", "Shock" e l'acustica
"Ricorda", per il resto si rimane in bilico
tra soluzioni troppo 'sanremesi' e poco energiche
e con poca indentità. Nel complesso una prova
positiva che mette in buona evidenza le capacità
della band, ma con ancora ampi margini di miglioramento.
Moreno Lissoni
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PRETTY BOY FLOYD
"Tonight
Belongs To The Young"
Perris Records - 2003
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Ebbene sì, sono ancora loro.
Questa “compilation” segna il ritorno
dei Pretty Boy Floyd seguendo abilmente l’attuale
riscoperta del genere che fece più clamore
nei mitici anni 80.
Niente di nuovo ma una raccolta di dieci demo rispolverati
da vecchi nastri registrati nell’ormai lontano
89. E questa volta il veloce scorrere del tempo ha
purtroppo lasciato il segno; infatti persino le super
tecnologie da studio e i più abili esperti
del settore hanno peccato nel rendere la dovuta qualità
della riproduzione che rimane di scarso livello.
Tutto l’opposto per quanto riguarda le canzoni
proposte che sono di eccellente qualità e che,
probabilmente, avrebbero infiammato migliaia di spiriti
della più rispettabile scena glam rock di vent’anni
fa; un degnosissimo seguito di un album quale “Leather
Boys With Electric Toys”.
Avevamo già sentito un paio
di song qui presenti come la tipica ballata strappalacrime
“Far Away” degli Shamelss e “Restelss”
già su “Pornstars”.
I Pretty Boy Floyd non si sono scordati cosa significa
essere delle icone rock… e questo è il
loro modo per farcelo ricordare (o per farlo scoprire
ai nuovi kids!) una scarica di puro rock, accattivanti
ritornelli (anche se, ascoltato attentamente, i testi
non sono poi così profondi!!!), il tanto amato
distorto delle chitarre e spacchiosissimi, secchi
colpi di rullante e cassa.
“Tieni giù le mani dalla
mia radio, non puoi controllare il mio R’n’R”,
ecco come esordiscono su questo album i PBF. E così
corrono via cinquanta minuti durante il quale sarà
difficilissimo frenare uno spontaneo sing-a-long contagioso;
dalle più lente “Hold On To Your Dreams”,
“Heaven Must Be Missing An Angel”, le
sostenute “ Five Long Days”, “Gangster
Of Rock”, i catchy cori di “Hands Off
My Radio”, “Restless”, la cooperiana
“Stray Bullet”.
Una fantastica celebrazione alla vita, piena di vibrazioni
positive e, perché no, anche una bella ondata
di nostalgia per i gran tempi che furono. Vecchio
e puro rock’n’roll realizzato da chi fu
una luminosa stella della più ‘reckless’
e viva scena glam rock internazionale.
Laura Delnevo
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by Slam! Production® 2001/2007
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