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LA GUNS
STEEVI JAIMZ BAND - NEON BOMB
Nottingham, Rock City, 22 settembre 2001
Londra, Camden Underworld, 25-26 settembre 2001

Ci sono gigs, concerti ed eventi. I gigs sono quelli di bands piu' o meno sconosciute, se becchi quella giusta un giorno potrai dire "io c'ero"; i concerti sono quelli di bands famose, a cui vai principalmente per dire "io c'ero"; e poi ci sono gli eventi, quando ti trovi davanti a bands storiche che non avresti mai pensato in vita tua di riuscire a vedere live, e mentre sei li incredulo ringrazi Dio perche' potrai dire "io c'ero". Quando ti trovi davanti ad un evento, non puoi scrivere semplicemente una recensione, ma una testimonianza, e non sei uno scrittore, ma un umile discepolo di Nostro Signore il Rock'n'Roll pronto a diffonderne la parola.
Signori, io ho visto. Ancora una volta in questo magico anno, ho visto le luci spegnersi e i fantasmi degli 80 riapparire, oggi rievocati dagli originali, unici e immortali
LA Guns. Umilmente, vi riporto quanto ho visto e sentito in queste tre fantastiche serate, iniziando dalla trasferta del sabato a Nottingham Rock City. Mettetevi comodi...

La prima bella notizia e' che, a seguito della defezione lastminute dei Faster Pussycat (sigh!), gli LA Guns suoneranno un set piu' lungo. La seconda e' il palco: due giganti bandiere da ogni lato, una americana e una inglese, vengono affiancate a celebrare l'unione dei due Paesi nella lotta al terrore, a dimostrazione che tanto scempio non ha distrutto gli spiriti, e ancora una volta il rock si erge supporto di una causa umana e morale e si fa ambasciatore di un messaggio di orgoglio e solidarieta' che tutti credo non possiamo che apprezzare.

Entro appena prima dell'inizio di Steevi Jaimz, la sala non e' ancora piena ma c'e' una buona affluenza. Mi apposto curiosa per spiare la nuova band dell'ex Tigertailz: non male, proprio niente male. La formazione e' l'espressione reale delle bandiere sullo sfondo: Steevi e Mark al basso sono inglesi, il chitarrista Joolz e' un inglese trapiantato a Detroit, mentre il batterista KC Kasin e' un californiano vero e proprio, con tanto di abbronzatura, bandanna e accento. Jaimz si presenta con pantaloncini e calze a strisce orizzontali, un po' Pierino, e da buon Pierino ad un certo punto ci mostra anche il sedere! Ottima presenza scenica, set-list non lunga ma completa, piacevole, ballabile e colorata. Quello che ci vuole per entrare nell'atmosfera 80 e per iniziare a riscaldare i muscoli al suono del rock'n'roll. Si apre con "Mc Cloud", poi "Cat On A Hot Tin Roof", "Star Attraction", "Gods Will Fly", "Don't Live A Lie". "Voodoo Dance" chiude il tutto, il pubblico presente sembra applaudire soddisfatto.

Tempo di dirigersi al bar per qualche drink prima del "fischio d'inizio"... Ma che succede?? Solo ora girandomi mi rendo conto che il Rock City e' pieno zeppo e continua ad arrivare gente. E non gente normale, ma, ancora una volta, sono loro, quelli che io chiamo "i fantasmi del Marquee": sfoggio di magliette targate LA Guns, shorts in pvc, guepieres, stivali da pretty woman, stilettos, cappelli da cowboy, indumenti in pelle di ogni foggia e colore, make up esagerato, capigliature che non vedremmo piu' su MTV se non fosse per il nostalgia video degli American HiFi o l'ultimo successo cinematografico Rockstar, insomma, la macchina del tempo e' stata azionata ancora. E' qui che intuisci di trovarti davanti ad un "evento".

Si spengono le luci, Tracii, Muddy e Steve prendono posizione, via coi riflettori puntati su Phil Lewis che fa il suo ingresso, il party abbia inizio, "No Mercy"! Folla impazzita, danzante, felice, numerosa come non mai. Mi apposto nell'area fotografi e non c'e' secondo che non riprenderei, i miei rullini si consumano in fretta cercando di cogliere ogni sguardo, ogni movimento di bacino, ogni tocco di chitarra e soprattutto quell'alchimia di cui tanto mi ha parlato Phil, che e' li tangibile di fronte ai miei occhi ogni volta che si avvicina a Tracii. Muddy sembra davvero ben amalgamato, e Steve felice di essere tornato alle origini, ma che c'entrava lui con i WASP?

Si prosegue con "Sex Action", il ritmo si riscalda, e poi via con un assaggio del nuovo "Man In The Moon", la title-track che suona molto meglio live devo dire. E' la prima data, e ovviamente Phil interrompe per ringraziare per l'affluenza e presentare il nuovo acquisto al basso, che ci regala una bella cover di "Ziggy". E si riparte. "Kiss my love goodbye", voglia di saltare e cantare, il caro familiare intro di "Never Enough"e ormai il Rock City e' posseduto dal fantasma del Sunset Strip che fu... O e' ancora?? "Good Thing", "Over The Edge", e dedicata a chi non e' piu' con noi "Long Time Dead", poi c'e' "Hypnotized" e "One More Reason To Die", un catalizzatore di energia rock, secondo me uno dei pezzi meglio riusciti live (e il pubblico sembra pensarla uguale). Ed eccola, la piccola perla inaspettata del nuovo album: "Beautiful", il pubblico canta, ondeggia e sorride contento, e il ritornello e' un omaggio reciproco tra Phil e i fans presenti, entrambi puntando il dito avanti e gridando "you're so beautiful, you're so beautiful....". Tracii non si accontenta dell'assolo, ma ci stuzzica con alcuni intro a rivendicare cio' che e' suo: "Sweet Child O'Mine", "Welcome To The Jungle", "Paradise City", alla faccia di Axl Rose e la sua alopecia. Impagabile l'assolo suonato con una stecca da violino sulla chitarra, ma dovremmo stupirci? No, e' Tracii Guns! Il set cala dopo la mia preferita "Electric Gipsy", l'atmosfera e' indescrivibile.

Inutile dire che gli LA Guns vengono subito richiamati a gran voce, tornano e suppongo tutti conosciamo quelle note... "The Ballad of Jayne", brividi lungo la schiena, forse qualche vecchio ricordo e qualche lacrima, ma niente tristezza, "Rip And Tear" arriva a chiudere con la solita dose di esplosivo. Grazie ragazzi. Pensavo che, specie considerata la defezione dei Faster Pussycat, Nottingham sarebbe stato abbastanza, ma tutti abbiamo le nostre debolezze e le nostre assuefazioni, e piu' tardi, durante i saluti backstage, daro' appuntamento a tutti a Londra un paio di giorni piu' tardi. Ora il Rock City si tinge (sigh!) di Nu Metal, ma ci invita a dirigerci al piano inferiore, dove si sta per svolgere una signing session della band al completo seguita da una full immersion di rock'n'roll. Credeteci o no, il dj suona anche i Samantha 7! Peccato sia troppo pieno... Peccato?! Ma che dico?? Evviva! Il piano di sopra non lo e'... "Solito" Limp Bizkit e Stain'd vari (mio nuovo odio personale, non a caso cantano con Fred Durst): meditate. Fossi in voi, inizierei a mandare curriculum per un lavoro regolare, non avrete vita lunga nella musica, per il semplice motivo che non fate musica. Fred, un consiglio, dopo quel video incredibilmente piu' cretino della canzone stessa: non provarci proprio come autista o parcheggiatore.

Torniamo a cose serie. Londra, Underworld, martedi seguente. Inutile rifarvi tutta la recensione. Mi limitero' a dire che ancora una volta siamo di fronte a un tutto esaurito per due sere di seguito, e ad annotare le piccole differenze. "Beautiful" e' stata spostata come bis. Muddy non fa la cover di Ziggy, ma Tracii ci regala "Red House", e stavolta si risparmia gli intro dei Guns'n'Roses. Durante le presentazioni, mentre a Nottingham Phil ci aveva incitato a chiamare Tracii "Winker" dicendo che lui ne e' contento, stavolta i ruoli si invertono e Tracii ribattezza Phil "Shitbag" con sua enorme gioia. Strano tipo di alchimia, bah. Ma che bello rivederli ridere insieme! Riguardo me, sono ancora una volta nell'area fotografi, che all'Underworld e' una specie di "balcone" laterale al palco, ed e' difficile mantenere l'attenzione a volte: sono rapita dalla vista del pubblico dall'alto, cerco con lo sguardo uno spazio vuoto ma non c'e'. Vorrei sempre riportarvi non solo i brani ma le emozioni, e' il mio modo di "portarveli in Italia" senza avere i mezzi di un promoter, ma stavolta qualunque descrizione non bastera'... E' il bis, "The Ballad Of Jayne": Phil avvicina il microfono al pubblico. Dalla mia posizione, l'Underworld gremito e' una massa uniforme, braccia in alto che ondeggiano sincronizzate, un'unico coro, i ragazzi sorridono, sullo sfondo le bandiere sembrano sventolare e dire "siamo ancora vivi"; tutti coloro che credono sia superficiale dimenticare che c'e' una guerra fuori e andare ad un concerto rock, dovrebbero vedere questo, e capire che le guerre nascono dall'egoismo e l'individualita' di certa gente, e tutto cio' che unisce e' un passo verso la pace, anche questo piccolo insignificante abbraccio globale in un locale di Camden. Spero perdonerete la mia "distrazione umanitaria", ma la mia concezione di "musica" come espressione di arte e pertanto di sensazioni (Limp Bizkit e Stain'd a parte...) mi porta a volte un po' fuori argomento!

L'apertura di mercoledi e' affidata ad una diversa support band, questo non per demerito di Steevi ma perche' la politica dell'Underworld quando ci sono due serate e' di cambiarla, meno noioso e ripetitivo, e anche il pubblico e' in parte diverso. Si tratta stavolta dei Neon Bomb, band dell'underground londinese che ha recentemente recrutato al basso Luca Isabella, veneto, ex componente dei Sonic Boom Boys. I pezzi non sono male, decisamente rock'n'roll. Aprono con "Lookin' At You", poi "Addicted", "I Don't Care", "Ain't Got No Right", "Three Time Loser", "Believe", "Cryin'", "Hate Me", "Didn't U Used" chiude il set. Tutti carini, tutti orecchiabili e ballabili. Un paio di note riguardanti il look: il giovanissimo seppur dotato chitarrista si perde nel tentativo di totale imitazione (fisica) di Slash, farebbe meglio ad acquisire una personalita' propria per essere preso sul serio; dall'altro lato, il cantante dimostra una certa eta' e quella tipica pancetta da birra, che stona un po' con l'immagine molto glam, tipo pantaloni a vita bassa etc, fa piu' pensare ad una vecchia band che ancora fa qualche gig che ad una in ascesa. Con un taglio di capelli al chitarrista e qualche pinta in meno per il cantante, hanno possibilita'.

Stavolta ho deciso di farmela sotto al palco come ai vecchi tempi, pur continuando a scattare foto. Phil mi riconosce e mi sorride, divertito probabilmente dalla mia posizione quasi "a 90 gradi" cercando di evitare il microfono di Muddy in testa, incidenti alla mia fedele macchina fotografica e gomiti vari. Mi sembro piu' che altro un'inviata in Afghanistan al momento, quantomeno il look si addice visto che sono in top e calze "mimetiche". Ancora una volta uno splendido show, nuove emozioni, e da donna vorrei spendere una parola sulla camicia in pizzo viola di Phil che richiama i suoi occhi, incantevole! Stasera c'e' l'occasionale gruppo di pazzi ubriachi che a turno prova a saltare sul palco, finche Phil li prega di smettere per non far male alle ragazze nelle prime file: grazie mille! Va avanti e finisce di nuovo cosi, cantando e ballando, inclusa la crew.
Per l'ultima volta, Tracii, Phil, Steve e Muddy, abbracciati al centro del palco, ringraziano con un inchino la folla urlante, ora come allora, un vero rock show con un vero saluto finale da rock show, niente effetti speciali, niente fuochi d'artificio. Solo e semplicemente musica. Proprio quello che ci mancava.

by Cristina Massei

CRUEL INTENTION Production® 2001