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www.nashvillepussy.com



 


NASHVILLE PUSSY

"Say Something Nasty"

Axekiller Rec. – 2002

Oh, gioia, un altro disco maleducato da recensire!
I NASHVILLE PUSSY proseguono la svolta più hard rock del secondo capitolo “High As Hell”, e ci sbattono in faccia un molotov cocktail di AC/DC, sudore e essenze intime.
“Say Something Nasty” è unto di olio e puzza di fritto, è volgare come un paio di tette al silicone agitate davanti a una platea di mandriani rubizzi, è doloroso come un morso ai genitali, è, uhh, così fottutamente genuino, così rock’n’roll, che mi viene voglia di mandarvi tutti affanculo se non violentate il vostro cazzo di stereo con questo micidiale concentrato di ignoranza boogie e power chords!!

“Say Something Nasty”, “The Bitch Just Kicked Me Out” sono roba forte, roba che farebbe resuscitare i morti solo per farli morire nuovamente dal godimento. Lubrificate le vostre parti intime e dateci dentro con “Keep On Fuckin’”, buttate via il dentifricio e fate gargarismi col whisky, staccate la marmitta all’auto, spaccate tutti i vinili degli AC/DC dopo “Back In Black”, tanto oramai ci sono i NASHVILLE PUSSY!!

Ingaggiate una danza ubriaca al ritmo di “Here’s To Your Destruction” e innondatela di culattello e vino, cospargetevi di merda e urlate, bestemmiate come dei turchi deflorati furiosamente, e... cazzo, siamo solo a metà disco!! Perdete i sensi con “Beat Me Senseless” e risvegliatevi in un lago di piscio, e se siete come me fortunati possessori della limited edition, trastullatevi con le cover dei TWISTED SISTER “The Kids Are Back” e “The Age Of Paparius” dei TURBONEGRO, ma ricordatevi di pulire col disinfettante tutto ‘sto casino...
It’s all about the pussy...
Simone Pamparius Parato

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www.hellacopters.com



 


THE HELLACOPTERS

"By The Grace Of God"

Universal Music – 2002

Ci va una buona dose di culo ma soprattutto di palle per fare quello che fecero i ‘copters con i loro primi due dischi, ossia uscirsene con dei lavori che se ne infischiavano di trend e magazines e sconvolgere un rockorama ancora affossato dalla depressione di Seattle, riportando l’attenzione dei più e meno distratti sull’essenzialità del rock’n’roll, sulla fisica urgenza del punk, sulla magia dei lustrini dei KISS. Era nato quello che doveva essere subito etichettato come Scan Rock, e che volente o nolente ha dato un bel calcio nel culetto ai fenomenali BACKYARD BABIES che sono riusciti a emergere dalla merda in cui marcivano i “boys without a record deal”, e tuttora fa sbarcare il lunario a gruppetti fotocopia che non hanno una briciola dell’ardore creativo e della classe di Nicke Royale.

I primi tempi low-fi sono sepolti (meno male, francamente non sono mai riuscito ad ascoltare tutto “Supershitty To The Max” di fila!) e prosegue l’avventura in territori 70’s iniziata con il confuso “Grande Rock”, splendidamente riscattata da “High Visibility” e, ora, egregiamente ripresa da “By The Grace of God”. Molti hanno abbaiato che ormai gli svedesi si stanno ripetendo, hanno esaurito la vena creativa, rifanno gli stessi assoli pentatonici... forse qualcosa è vero, ma credete sia facile reinventarsi arrivati al quinto disco? E se anche accadesse, non saremmo tutti ad urlare all’untore, al tradimento, al voltagabbana? Sicuramente.

Per cui, prendete a scatola chiusa questo disco e godetevelo: la formula è sempre la stessa, suoni vintage caldi e suadenti, ottime vocals, tutto funziona perfettamente, e il songwriting è arricchito da un gusto surf che emerge prepotente nel tremolo di “On Time” e in “The Exorcist”, la mia preferita assieme a “Carry Me Home”, “Rainy Days Revisited” (bellissimo quel piano, mi ricorda i primissimi MANIC STREET PREACHERS) e “Go Easy Now”.
Up the ‘COPTERS!
Simone Parato

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www.baddogboogie.com



 


BAD DOG BOOGIE

"Bad Dog Boogie" – ep

Autoproduzione - 2002

L’omonimo ep dei torinesi BAD DOG BOOGIE profuma di diesel “allungato” con l’stp, e non appena si scalda, il V8 dei nostri ruggisce come una puttana bastarda.
Tutte queste parolacce per dire che questo è un ascolto per chi si lava una volta a settimana, mastica chiodi a pressione e ha come migliore amica una sega elettrica.

Ok, parliamo un po’ di musica... questo ep, registrato lo scorso inverno nella clubhouse dei ‘DOG , consiste in 4 songs + 1 cover, e anche se è stato registrato in ottima DIY attitude, si fa ascoltare con sommo gaudio.Immaginate gli AC/DC che jammano con i PANTERA più sudisti e meno metallozzi, il tutto rivisto con un gusto chitarristico molto 70’s che ogni tanto richiama gli HELLACOPTERS (Toni, lo so che li ami, e come darti torto??) e avrete un’idea approssimativa di cosa vi attende al varco. “Inner Voice” ha un groove scuoti budella, e sono testimone che dal vivo si trasforma in una bestia alcolica che di bucolico ha ben poco... uuhh, la mia preferita senza dubbio! “Loaded Guns And Nasty Habits” introduce vocals più blueseggianti e melodiche, e le manca solo una bella armonica negra per essere perfetta, “Highway Of Soul” è incazzosa come un trucker lanciato in folle corsa, ed ha davvero un bel lavoro di chitarre, sorrette da un basso caldo e puntuale e dal drumming secco e fantasioso di “Eight Ball”. “Cum Gets In Your Brain” è un po’ più scan oriented rispetto agli altri pezzi, a tratti mi ricorda gli ultimi HELLACOPTERS e GLUECIFER, ma questo non è necessariamente un male...
Chiude l’ep la cover dei maestri MC5 “Kick Out The Jams”, fedele all’originale e suonata con tanta passione, a conferma della sporca attitudine rock’n’roll dei BDB. Non esitate a contattare la band, life is for real!
Simone Parato

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www.alliancefinland.com



 


ALLIANCE

"Sleep With One Eye Open"

Advance CD single - 2002

Ritorna il quintetto di Helsinki nato alla fine del1999 con un singolo di due pezzi che continua l'evoluzione intrapresa con il precedente ep "In Control" uscito due anni fa.
Siamo molto lontani dalla scena scan, perché qui dominano sonorità prettamente heavy sulla fansa riga di gruppi come QUEENSRYCHE e IRON MAIDEN (sentite la voce di Viiltola e ditemi se non è identica a quella di Bruce Dickinson!) e nell'opener "Sleep With One Eye Open" mi danno l'impressione di trovarmi di fornte ad un ipotetico connubio tra PRETTY MAIDS e MASQUERADE, mentre "No Apologies" ripesca la vecchia scuola heavy metal, ma troppo distante da i miei gusti personali.
Se avete un passato da metallaro o vi piacciono i gruppi sopracitati fateci un pensierino.
Moreno Lissoni

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www.veryhairychristmas.com



 


SCREAMING SANTAS

"Going Insane At Christmas"

Studio 22 Recordings - 2002

Secondo capitolo per questo strano progetto denominato Screaming Santas, nato per scherzo dopo il sorprendente successo della cover di "Let It Snow" che gli ha catapultati alla realizzazione di un concept album, tutto incentrato sul Natale.
Il Cd presenta 17 tracce (più qualche sorpresina...) e di queste, otto sono opera del vocalist Erik Johnson, aiutato in un paio di song dal batterista Sharpe Dunaway e da Stephanie Glover. L'intro ci conduce al primo vero brano che prende il nome dal titolo del lavoro, "Going Insane At Christmas", un bel rockettone a stelle e strisce sorretto dal buon guitar riffing di Darrel Yates e paragonabile ai BLACK N BLUE, segue la prima cover, "Winter Wonderland" che canticchierete dopo il primo ascolto.

La versione di "Jingle Bells" è decisamente irriconoscibile, così come "Holly Jolly Anarchy", praticamente una song punk n roll, carinissima e la già citata "Let It Snow" in versione DANGER DANGER/FIREHOUSE. Tra i brani scritti dalla band vi segnalo l'hard rock di "Alcoholidaze", "A Letter To Santa" altra song riconducibile all'ex gruppo di Ted Poley, l'irrestibile party rock'n'roll di "Spankin'" e la ballata pianistica "Christmas Time" con tanto di cori alla DEF LEPPARD.
Come nella migliore tradizione natalizia il gruppo ci regala delle belle sorprese come hidden track, infatti stravolgono a modo loro pezzi di Scorpions, Faith No More, e Warrant!
Moreno Lissoni

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www.jeffscottsoto.com



 


JEFF SCOTT SOTO

"Prism"

Frontiers Records 2002

Attendevo con curiosità il ritorno di Mr. Soto (Malmsteen, Talisman, Takara, Humanimal, colonna sonora del film “Rock Star” e tante altre avventure qua e là…ndr) per rendermi conto quale fosse davvero la sua linea di pensiero, la sua capacità di intraprendere e concepire un album solista, carico ed intimista. Viste le diverse collaborazioni fatte con i più grandi artisti della Storia Del Rock, viste le sue apparizioni in nuovi progetti Hard&Heavy ero davvero certo che ormai Jeff fosse solo interessato a ributtarsi in marcia in territori modernisti e per nulla legati al mondo del Rock. E invece mi sbagliavo di grosso e di questo sono assolutamente felice!

Jeff distribuisce in modo capillare la sua vera identità attraverso queste undici tracce scritte, interpretate e suonate proprio da lui, in modo molto chiaro e compatto: lui ama la melodia e lo dimostra in tutte le sue canzoni, rendendole assimilabili sin dalle prime note. La melodia in primo piano dunque, con tastiere e riff pianistici sempre in primis. Le uniche eccezioni di pura energia sono l’opener “Eyes of Love” classica chicca Pomp-AoR che avrebbe raggiunto le hit nei lontani ottanta, dandoci forti emozioni, regalandoci inoltre il video low-budget disponibile come dodicesima bonus track. Altra sorta di energia in ritmo funkeggiante, ci viene data in pasto alla quinta posizione con “I want to take you higher” con l’immancabile “Voice of Rock” Glenn Hughes al microfono che accompagna fedelmente la profonda voce di Jeff.

Amabili porzioni di melodie retrograde (ma è un complimento, eh!) sorgono imponenti in molte tracce che, per evitare di segnalarVi una per una, Vi rimando direttamente al suo lavoro “Prism”, degno di essere apprezzato e tenuto gelosamente nella propria fonoteca. Ottima la produzione.
Che il futuro ci porti sempre sorprese molto belle come queste. “Bella lì, Jeff!”
Marco Paracchini

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www.affair.de



 


AFFAIR

"No substitute"

MTM Music/SPV 2002

Scontati ma duri e fortemente retrò, questi AFFAIR si presentano al mercato discografico con un dischetto niente male, carico di adrenalina e forti tinte ottantiane, legate molto a realtà quali LOUDNESS (quelli con Vescera ndr) e VICTORY.
Neanche una ballata, neanche un minuto di sospiro, neanche un secondo di tranquillità, questo cd nasce per essere ascoltato la mattina presto mentre si va al lavoro o quando si è giù di corda perché la loro energia è pressoché invidiabile e sembra risentire anche di ispirazione portata da note dei rinati SONS OF ANGEL o dei dimenticati (ma non per molto, viste le ristampe…ndr) MILLION!

Registrato e arrangiato completamente a Monaco, questi tedesconi paiono voler ricordare che nella musica c’è ancora spazio alla forza della sei corde e dei ritmi trascinanti che basso, batteria e tastiere possono ancora regalare ai fans di un certo tipo di musica.
Peter DeWint canta e scrive le liriche dell’intero lavoro, dimostrando buona capacità interpretativa e lasciando finalmente l’idea che certe ugole rovinate e dedite ad un certo cliché, non siano state dimenticate del tutto!
Bobby Altvater (ch), Michi Schwager (bt), Thomas Streck (kb) e Uwe Kohler (bs) sono i protagonisti di questo debutto che non passerà certamente inosservato. Ora come ora, questi nomi, non mi ricordano nulla ma mi scuso se, con la mia stanchezza e limitazione mnemonica, abbia omesso involontariamente notizie importanti su questi personaggi maturi e franchi al ligio dovere di mantenere alto il nome dell’Hard Rock, quello vero.
L’ascolto è consigliato, l’acquisto anche ma fate i conti con quanto avete in tasca…magari troverete dei brani sul loro sito:
Marco Paracchini

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www.crazysweeper.com



 


CRAZY SWEEPER

"Backsliders"

Self Produced - 2002

Ritornano gli svizzeri Crazy Sweeper, autori di un buon hard rock che unisce la vecchia scuola class metal a sonorità più attuali (non sto parlando di alternative o nu metal!). Il lavoro ci mostra una band in forma, che cerca bissare il successo dei connazionali GOTTHARD, ma siamo ancora lontani dai livelli della band di Steve Lee anche se Laurent Progin, Pascal Baudin, Dany Peter, Emilio Porras e Serge Peter ce la mettono tutta per dare un tocco di originalità ad un genere ormai iper sfruttato.

Favolosa è l'opener "Back To The Real Life", semplice hard rock europeo, ma sempre ben accetto dal sottoscritto, invece con la successiva "Backslide" si incominciano ad assoporare chitarre e cori più vicini a sonorità di questi ultimi anni, ma sempre con una marcata vena hard rock. Bello anche il class metal di "Surrender" e "Love Pretender" con la buona interpretazione del vocalist Progin.
Disco non indispensabile, ma che si fa ascoltare con piacere!
Moreno Lissoni

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stockholmshowdown.com



 


STOCKHOLM SHOWDOWN

"Last Call To Paradise..."

CCCP Red Records - 2002

Dalle gelide lande svedesi arriva questo quartetto dedito ad un sano street-rock, forse dal gusto un po’ retrò, ma in fin dei conti comunque apprezzabile. “Last Call To Paradise...” si apre con “Wont You Mind Me Leavin’”, brano che mette subito in evidenza i pregi (discreto songwriting) e i limiti (arrangiamenti un po’ approssimativi) della band. Ascoltatevi il brano in questione e poi provate ad immaginare come lo avrebbero suonato i BUCKCHERRY… (io sento già i brividi di godimento al solo pensiero!) Si prosegue con “Prince Of Prophets” e l’ombra dei ROLLING STONES inizia a manifestarsi in maniera neanche troppo velata, mentre “’Bout A Thing Or Two” puzza di BLACK CROWES lontano un miglio.

Non si può certo dire che gli STOCKHOLM SHOWDOWN cerchino di nascondere le proprie influenze e così da “All I Wanna Do” alla conclusiva “Vanilla Skies” i richiami al rock dei seventies (e soprattutto ai già citati Stones si sprecano) e anche se in un paio di occasione il gruppo cerca di reinterpretare il copione con un pizzico di modernità, la sostanza non cambia. Due chitarre, basso, batteria, una voce con un timbro a metà strada tra Josh Todd (Buckcherry) e Jesper Binzer (D-A-D), una produzione senza fronzoli (tanto che il disco sembra quasi un live in studio) e una voglia irrefrenabile di suonare rock n’ roll sono gli ingredienti principali di “Last Call To Paradise…”. Intendiamoci, i dischi che marchiano a fuoco le epoche sono altri, però bisogna ammettere che fa sempre piacere ascoltare gente che si diverte ancora a sudare sui propri strumenti.
Cristiano Bianchi

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www.chavisrecords.com



 


CRY HAVOC

"Fuel that Feeds the Fire"

Chavis Records - 2002

Gruppo scozzese nato nel 1994 che dopo una serie di vicessitudini e cambi di monicker raggiunse il sospirato contratto due anni più tardi con la Now And Then, ma solo ora abbiamo l'opportunità di ascoltare il loro debutto grazie alla prolifica Chavis Records.
Il quartetto è dedito ad un hard rock melodico che non presenta nulla di nuovo rischiando così di rimanere un nell'anonimato nonostante i bei pezzi non manchino come l'opener "I'll Be There" dalle sfumature ICON-iane, la ballata pomposa "Rescue Me" o la melodica "Heart Of My Sleeve"... davvero dei bei pezzi, ma originalissimi non lo sono molto.

Quello che ci propongono è già stato fatto milioni di volte negli anni passati e troppo spesso mi danno qulla sensazione di "già sentito"... detto ciò ribadisco che le canzoni non sono male, ma mancano di luce propria.
In conclusione, un cd decisamente acquistabile (anche se non indipensabile!) per chi ama le sonorità summenzionate o gruppi tipo CROWN OF THORNS o JOURNEY.
Moreno Lissoni

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www.babyruth.it



 


BABYRUTH

"Hi Fi Rock N Roll"

Self Produced - 2002

Aspettavo con curiosità il loro full length CD dopo il mini dell'anno scorso intitolato "To Be(lla)" che mi ben mi impressionò. Con questo "Hi Fi Rock N Roll" il quintentto padovano conferma i buoni propositi del passato indirizzandosi verso uno sporco hard rock dalle venature stradaiole e anche se non è arrangiato benissimo dimostra di avere delle potenzialità enormi.

L'iniziale "I Wish You" apre le porte alla bella "Lovely God" e alla festaiola "Honey", due pezzi che vedrei bene dal vivo, seguita da "Right Now" per la sola voce di Max e chitarra acustica, unico episodio "commerciale" del lavoro. "I Wanna" mi piace tantissimo così come "Capitan America" altri due brani di sano hard'n'roll, ma è con "Like Toys" che a mio avviso si tocca l'apice del disco, niente di nuovo, ma fottutamente catchy!

A chiudere il Cd troviamo "Dirty Rockin'" e "Rosieline" quest'ultima con un break raggaeggiante che profuma molto di GUNS N ROSES...
Insomma, un gran bel lavoro che li consacra tra le più promettenti realtà italiane... nell'attesa del ghost album dei cugini Bastet vi consiglio di dare un ascolto a questo gruppo che a mio avviso anche dal vivo spaca il culo! Continuate così!
Moreno Lissoni

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www.adriangale.com



 


ADRIANGALE

"Re:program"

Kivel Records - 2002

Negli ultimi tempi sono stati rari i casi in cui, acquistato un disco, sono saltato dalla poltrona per l’eccesso di sentimentalismo legato al sound degli eighties’ e, dunque, all’arrivo del secondo capitolo degli A.G. non ho potuto far altro che aumentare il livello del volume, accendermi una sigaretta e rinchiudermi in camera per avere il massimo della concentrazione!
Jamie Rowe e Vic Rivera son tornati più in forma che mai, dimostrando ancora una volta che l’Hard Rock melodico non è assolutamente morto. E qui, ancora una volta, non si può non fare i complimenti a John Kivel che, riesumando star del passato e avendo intorno a sé una schiera di personaggi affiatatissimi, rende onore al genere che, senza di lui e pochi altri, sarebbe già stato dimenticato troppo ingiustamente.
Undici pezzi all’insegna del Rock targato anni ottanta. Coerenza al 100% su tutti i fronti: liriche, solos, intro, outro… insomma, tutti cliché di un tempo, riarrangiati, ed interpretati con denso amore e tanta passione. Infatti, il testo della prima canzone, la dice lunga (“Still Burning”), ascoltare per credere.

Se tenete come dei gioielli dischi vecchi con incisi nomi quali DEF LEPPARD, BON JOVI, WARRANT e BB STEAL, non potete allora snobbare questo dischetto.
L’indirizzo artistico e morale è proprio fatto per Voi, per la gente che la melodia dei cori con tremila voci e solos melodici, rappresentano non solo una linea ben definita dei Vostri gusti ma anche della Vostra personalità.
Niente di nuovo, niente di eccentrico ma forse il bello con la “b” maiuscola, sta proprio nascosto qui: niente puttanate o virtuosismi, solo caldo e sudato Hard Rock Melodico con il giusto spazio alla bravura di ognuno. Qui dentro ognuno fa la sua parte, degnamente, senza eccedere in grandi potenzialità ma, ritorno su quanto detto prima, è un prodotto semplice ma dannatamente ottantiano al 100% e, se ai gruppi sopra citati ci aggiungete anche il nome di una certa band chiamata DANGER DANGER, allora il discorso è bello che finito.

Tirate fuori 18 euro e spendeteli senza pensarci su due volte, nel panorama odierno e nelle centinaia di band scalcinate che vengono pubblicizzate come nuove leve del metal poppeggiante, questi, ve lo dico col cuore, sono forse quelli che meritano molta più attenzione, soprattutto se facciamo i conti col calendario: siamo a fine ottobre 2002… non so se mi spiego… dischi fottutamente retrò è difficile trovarli.
Basta, non Vi annoio più… a Voi il giudizio. Spero di essere stato esauriente.
Hard Rock Will Never Die!
Marco Paracchini

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www.madhouserehearsals.com



 


SHY

"Unfinished business"

MadHouse / Z Records - 2002

Dopo otto dischi all’attivo (tra cui un live ed una sorta di bootleg contenente demo e rarità), eccoci al nono album degli inglesi SHY.
Hanno mosso le loro prime mosse nel lontano 1983, riuscendo poi a buttare sul mercato un disco di easy-rock-pop niente male (1984) per poi esplodere in Giappone nel 1985 (col loro secondo album), riscuotendo invece fama mondiale nel 1987 con “Excess All Areas”.
Nati come band rock popolare nel Sud dell’Inghilterra, dopo pochi anni si sono imposti sul mercato discografico come una delle più brillanti band inglese di puro e cristallino Hard Rock Melodico, dando in pasto ai fans, un mix tra TNT, BON JOVI e EUROPE.

La voce di Tony Mills è dunque anch’essa un’icona fondamentale dell’Hard Rock inglese ed occidentale, tornata dietro ai microfoni qualche tempo fa con l’album solista (pubblicato in tutta Europa solo un anno fa) e ora, finalmente dopo dieci anni, di nuovo con i suoi ex compari.
Nel 1994, Tony rifiutò un contratto e diede spazio a Wardie, promettente ex rock star dei poveri, mai davvero giunto all’apice del successo. Il disco chiuse la loro storia in modo più che discreto ma ormai la rovina era giunta e di SHY non se ne parlò a lungo.
Ecco invece che la Z Records, come da tempo ormai, ha ripreso le sorti di questi “duri a morire”, riproponendoli di nuovo insieme con un bel mix di canzoni degne di nota ed una grinta rinata sotto ogni punto di vista.
Non ho idea di come e cosa abbiano dovuto fare per sopravvivere in questi lunghi anni di assenza ma certo è che pezzi come “Breakaway”, “Change of direction” e “Heaven tonight” riportano a galla le doti indiscusse di questi rockettari ormai vecchiotti ma sempre in grado di trasmettere belle emozioni.

Nulla da segnalare in quanto a particolari novità sonore ed artistiche in quanto, bene o male, sempre nei ranghi melodici a cui gli Shy ci hanno abituati, non vengono meno attimi di pura melodia insieme a tracce energetiche e molto orecchiabili. La sopra citata “Breakaway” varrebbe l’acquisto solo per la potenza e l’effettiva resa benefica che ha portato nel mio cuore di vecchio fan ma, senza dubbio, pane per i Vostri denti, c’è e non c’è modo di annoiarsi per nulla al mondo.
E’ stato davvero un gradito ritorno.
Continuate così, SHY!
Marco Paracchini

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www.hollywoodkillerz.com



 


HOLLYWOOD KILLERZ

"Back To devastion Boulevard"

Lipstick Queen Records - 2002

Finalmente dopo tre anni di attesa abbiamo la possibiltà di ascoltare questo mini Cd dei torinesi Hollywood Killerz, figli di quel glam metal sporco ed incazzato di metà anni ottanta e di tutti quei cliché che contraddistinguono il genere, tenuto vivo dalla band in questi anni con una serie di show e concerti alcolici e sudati.

Il terzetto composto dal chitarrista Snakebite, dal bassista Traxy Blast e dal frontman Harry Kill Kill non eccelle in per tecnica, ma bensì per attitudine e vi posso assicurare che ne ha da vendere: look curato e volgare che porta alla mente band come TIGERTAILZ (sarà un caso il monicker?) o mostri sacri come MOTLEY CRUE, GUNS o FASTER PUSSYCAT proponendoci cinque pezzi energici e sessisti.
"Cruel Game" e "Sikk Like Me" sono i due brani su cui punterei, il primo lo vedrei molto bene come ipotetico singolo, discorso opposto per la conclusiva "Son Of A Gun" che, a mio giudizio fa fatica a catturare l'ascoltatore.
Attualmente la band sta lavorando con un nuovo batterista e dovrebbe uscire entro il 2003 con delle nuove composizioni, percui visitate il loro sito per tenervi aggiornati sull'evoluzione del progetto.
Moreno Lissoni

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fellowshipofthering.
supereva.it



 


FELLOWSHIP OF THE RINGS

"The Legend Of The Elves"

Pec Rec - 2002

Lavoro ben confezionato per essere solo un CD dimostrativo questo "The Legend Of The Elves" del sestetto di Cesena che, ispirato dalla sacra di J.R.R. Tolkien e di tutto quel genere fantasy produce oltre 50 minuti di buona musica.
L'artwork potrebbe trarre in inganno sul sound dell'album, dal momento che qui di epico ci sono solo le (bellissime) illustrazioni e i testi, ma le sonorità si rifanno ad un melodic hard rock molto pomposo dove i tasti d'avorio di Marcello Piccinini hanno un ruolo fondamentale.
Il concept alterna brani strumentali ad altri cantati dai due vocalist, Daniele Pantieri e Annalisa Rattini, con la buona prova della seconda che nella ballata aor di "Journey To Galadar" e nella sognante "Daylight" mi hanno portato alla mente i DANTE FOX e la promessa spagnola NEXX.

Altre due canzoni degne di essere menzionate sono "Red Dragon" e "An Evil Force", entrambe dall'incedere pomposo e melodico.
Il resto dell'album, anche se ben suonato, risulta un pò piattino, ma credo che con un giusto budged, un pizzico di cattiveria in più e un pò di esperienza potranno ottenere dei grandi risultati!
Moreno Lissoni

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www.changesone.co.uk



 


The WiLDHEARTS

"Vanilla Radio (Cd #1, Cd #2, 7”)"

Round Records - 2002

Dieci anni dalla fondazione. Tempo di reunion. I maligni possono dire quello che vogliono, ma per i fans c’è solo la gioia di avere tra le mani (per la prima volta dai tempi di “Endless nameless”) una nuova release targata Wildhearts. La formazione che si ripresenta è quella di “Earth vs the Wildhearts”, anno di grazia 1993: Ginger alla voce e chitarra, Danny McCormack al basso e i ritorni di CJ alla chitarra e di Stidi alla batteria.

In vista di un prossimo album, la band sigla il suo rientro con questo tostissimo singolo dallo stile inconfondibile, fatto di riff potenti sposati ad un coro irresistibile (Where’s my Elvis?). L’atmosfera generale, sin dall’attacco, ci riporta immediatamente al succitato album d’esordio e a pezzi come “TV Tan”, “Loveshit” o “Everlone”, ma c’è anche qualcosa di piacevolmente nuovo in questi Wildhearts, e lo si nota soprattutto nell’ascolto delle b-sides sparse sui tre formati. Ogni membro della band porta in eredità le esperienze accumulate in questi anni di progetti paralleli, e i miglioramenti dei singoli giovano al risultato finale: “Looking for the One” ha i riff e la potenza dei SilverGinger5 e le melodie dei Jellys, “OCD” ricorda maledettamente gli Honeycrack, e “Better than cable” è puro r’n’r alla Yo-Yo’s. Le premesse dunque sono ottime: un grande singolo, una maggiore maturità, la buona volontà di riportare in auge la musica e il nome del gruppo… Per cui speriamo di non dover assitere all’ennesimo scioglimento della band più autodistruttiva e instabile del Regno Unito, quella che tutti i fans considerano con una punta di rimpianto “la band che sarebbe potuta diventare grande”. Una seconda occasione da non sprecare, per loro e per noi.
Giorgio Venturati

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www.backyardbabies.com



 


BACKYARD BABIES

"From Demos To Demons"

Powerline Records – 2002

Dopo i fasti (e le feste) ecco la seconda doppia uscita dei Byb, a breve distanza dalla precedente raccolta. Ok, “Independent Days” raccoglie tutto il meglio (in pratica “Total 13” + bonus prese dai singoli e ep) della band svedese prima del botto di “Making enemies is good”, e fin qua non ci piove, è legittimo il desiderio di fare conoscere ai nuovi fan quanto di buono fatto nel recente passato. Invece, davanti a questo box set non posso che pormi alcuni interrogativi... ma perchè diavolo lo hanno fatto uscire? Ok farsi una risata, ok un po’ di nostalgia per il passato (anche a me scappa un sorriso quando penso che a 15 anni andavo in sala prove in bicicletta e facevo autostop per tornare dai concerti!), ok soddisfare la curiosità dei fan più accanniti... ma ne valeva davvero la pena? Dipende dai punti di vista, adesso vi spiego...

Mettiamola così, se come me siete vecchi fan della band avrete certamente avuto modo di ascoltare fino alla nausea “Something To Swallow” e “Bite And Chew”, e naturalmente “Diesel And Power”... a questo punto il box set non vi offre molto di più.
Le prime dieci canzoni del CD1 sono registrate su 4 piste dalla prima incarnazione dei BYB, aka TYRANT, vedono alla voce Tobias Fischer e sono francamente delle schifezze, a momenti mi ricordano i riff degli SLAYER di “Show No Mercy”... e non sto scherzando! Con le 6 successive songs il livello generale cresce, e via, potete anche godervi Johan Blomquist alla chitarra e Nicke Borg al basso! In ogni caso, la cosa migliore sono senza dubbio i video di “Bad To The Bone” e “Gods Favouirite”.
Il secondo CD in sostanza ripropone pare pare le songs di “...Swallow” e “Bite...”, alcuni pezzi di “Diesel And Power” e la bellezza (??) di due chicche due, “S.T.M.M.F#6” e “Lonely X-mas”. Però... è sempre bello riascoltare la prima versione di “Strange kind of attitude” o la carica elettrica di “Gods favourite”, un bel tuffo nel passato più street della band!

A questo punto tirate voi le somme... se vi mancano i vecchi lavori (effettivamente difficilmente reperibili) della band fateci un bel pensierino, visto che il CD2 merita, e che il booklet farcito di foto è molto divertente da sfogliare... altrimenti riparmiatevi tranquillamente i soldi, vivrete benissimo lo stesso.
Io questo box set lo regalerei a Jyrki e agli altri 69 EYES, per ricordargli che non bisogna MAI ripudiare i passato e prendere per il culo i propri fans...
Simone Parato

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www.peoplelikeyou.de



 


THE SPOOK

"Some Like It Dead"

People Like You Records - 2002

Benvenuti a Gravelands, provincia di Karloffornia (nome che non lascia dubbi sull’omaggio al primo e inimitabile interprete del Dr. Frankestein), terra di zombie, mostri notturni e gruppi rock dal look horror-vampiresco a metà strada tra Nosferatu e… la famiglia Addams! Benvenuti nel regno degli Spook e di questo “Some Like It Dead”, disco che viene presentato come un concentrato di melodie accattivanti, riff ad alto tasso adrenalinico e cori da cantare a squarciagola. Mah… A mio modesto parere, in questo CD di energia ne traspare ben poca, sarà per la produzione un po’ fiacca, sarà per le canzoni che sembrano non decollare mai, inchiodate nel limbo di un miscuglio non sempre riuscito tra l’eccitante presente (Pennywise su tutti) e il glorioso passato che fu (leggi Misfits).

Il problema é che quando gli Spook provano a fare i cattivi (come nella title-track, in “Woodoo Mummy” o ancora in “Night Without An End”) non riescono ad essere convincenti e soprattutto non riescono a tirar fuori la rabbia e la carica che ci si aspetterebbe da una band le cui radici punk sono abbastanza evidenti. Va un po’ meglio con le atmosfere vagamente N.W.O.B.H.M. di “Almost Alive” e “My Beauty Died”, ma il giudizio complessivo non muta più di tanto: “Some Like It Dead” rimane un lavoro dal gusto un po’ acerbo (cosa assolutamente giustificabile per una band agli esordi), nel quale si fondono spunti interessanti e qualche indecisione sulla direzione da intraprendere. Forse non é un caso che il brano più riuscito sia proprio la conclusiva “The Untold Story Of Gravelands, Karloffornia”, una ballata folk-rock dalla quale i sei musicisti tedeschi potrebbero ripartire per sorprenderci con il prossimo album. Per il momento, se proprio vi piacciono gli zombie, meglio una partitina a Resident Evil…
Cristiano Bianchi

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www.baibang.cjb.net



 


BAI BANG

Single from album "Attitude"

Riverside Records - 2002

Anni fa comprai un Cd di questa band svedese dal titolo "Cop To Con", mi fece così schifo che li lasciai perdere. La scorsa settimana, cazzeggiando online mi sono imbattuto nel loro sito e dopo aver ascoltato qualche loro nuova traccia mi sono deciso a contattarli.
Prima di tutto vi dico chi sono: Diddi Kastenholt, Pelle Eliaz, Guitar, Joacim Sandin, Jonas Langebro e Dave Aydin nella loro carriera hanno aperto per nomi illustri del calibro di Pretty Maids, Saxon, Axel Rudi Pell, Glass Tiger, Richard Marx, Union e recentemente hanno girato la scandinavia con i Glamnation (Eric Singer, Ryan Roxie, Eric Dover, Stefan Adika e Teddy Zig Zag), hanno all'attivo diversi CD tra cui quest'ultimo "Attitude" di cui mi è arrivato un singolo di quattro pezzi che stento ancora a credere che si tratti della band di "Cop To Con"!

Si parte con "Rock'N Roll City"... rimango perplesso, cazzo è il pezzo degli SWEDISH EROTICA!!! La voce di Diddi Kastenholt è identica a quella di Matt Leven... non so cosa dirvi, mi informerò sulla paternità del pezzo, ma se vi piaceva l'originale allora non farete sicuramente fatica ad apprezzare anche questa.
Non ho note di copertina percui mi limito a descrivere i pezzi: "Welcome To The Real World" sembra la versione aor dei BACKYARD BABIES (!), mentre in "X-Rayspecs" rispuntano gli SWEDISH EROTICA. "Desperado" parte con delle atmosfere alla "pulp fiction", ma poi si trasforma in una specie di hard rock... "scandinavo"!
Una bella sorpresa!
Moreno Lissoni

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www.heatslick.com



 


VVAA

“Heat Slick Records Compilation”

Heat Slick Records 2002

Mi fa davvero piacere tenere a battesimo una nuova etichetta discografica californiana, che con questa compilation vuol farsi conoscere da tutti gli appassionati di Rock’n’ Roll.
Nell’arco delle 14 canzoni all’interno del cd troverete bands molto note ed altre molto meno note ma in qualche caso davvero molto interessanti.
Per questo motivo ho deciso di recensire una per una le band presenti in questo debutto discografico, con un occhio di riguardo per le realtà meno conosciute.
THE NEWLYDEADS "Lipstick". Ammetto di non essere un grande fan della band di Taime Down, ma devo dire che il pezzo è forse il migliore del cd di debutto... punto di contatto con i Faster il vizioso coretto...
PRETTY BOY FLOYD "Leather Boys... ( Live )". Un pezzo di storia del Glam in versione live al Pretty Ugly Club dal cd uscito l’anno scorso... che dire di più?
AMERICAN HEARTBREAK "Postcard From Hell". La band dell’ex Jetboy Billy Rowe con la title track dell’ultimo cd... una delle band di punk-glam migliori degli ultimi anni..
JUNKYARD "Waste of Time (Unreleased)". Non mi è chiaro se qusto pezzo risale ai bei tempi della band di David Roach (ci sono decine di pezzi rimasti inediti) o come più probabile è una nuova composizione... ma se come mi disse lo stesso frontman della band più amata dai motociclisti californiani la reunion dell’anno scorso non era estemporanea questo potrebbe essere il preludio ad un grande ritorno... la canzone è Junkyard al 100%, sporca, ruvida, e dannatamente coinvolgente... per chi scrive il pezzo migliore della compilation.
PLAN NINE "Life Does Part (Unreleased)". Unica band non americana di questa raccolta sono gli svedesi Plan Nine di cui avevo sentito parlare un gran bene... e non a torto. Punk’n’Roll sulla scia dei connazionali Backyard Babies... una band da tenere d’occhio.
THE 440’s "Slut Girl Blues". Definiti dalla bio come una sorta di Motorhead with female vocals sono probabilmente invece una rock-blues band con delle buone prospettive... anche se secondo me sono un pochino fuori posto in una compilation che guarda più verso il titpico sound californiano.
MOTORCHRIST "Marc Diamond". Definiti da LA WEEKLY come la migliore band di Los Angeles i Motorchrist picchiano duro, ricordandomi in alcuni frangenti i Beatiful Creatures di Joe Lestè, anche se il sound è decisamente più pesante... ottima song... all’attivo un album che mi riprometto di ascoltare al + presto dal titolo accattivante di 666 Pack.
THE HANGMEN "Bliss". Curiosa la storia di questa band, attiva fin dagli anni ‘80 ma nota per lo più soltanto nella città degli angeli... il pezzo è decisamente bello, potrebbe ricordare i Warrior Soul di Kory Clarke... rock’n’Roll con sapore psichedelico.
CITY GIRLS BOYS "Rockstar". Stooges meeets Cheap Trick? Divertenti, sboccati, moolto glam... uno dei pezzi più divertenti della compilation... bravi !!
NUTRAJET "December Drowning (Unreleased)". Punk-Pop duo proveniente dalla Florida ad un primo ascolto non mi avevano convinto molto , ma devo dire che riascoltando con attenzione il pezzo non è male... da seguire.
THE NARCOTICS "Four Feet Down (Unreleased)". Avevo sentito parlare molto bene del quartetto da Ventura ma sinceramente non è che mi abbiamo fatto una grossa impressione... punk rock con venature Horror..sarà per la voce ma in alcuni momenti mi hanno ricordato il Danzig più Rock’n’Roll.
FASTER PUSSYCAT "Blood". Ok, Ok, poche parole anche perchè il pezzo lo abbiamo già sentito sull’ultimo "Beyond the Valley of Ultra Pussy"... non male anche se le cose vecchie erano decisamente di un altro pianeta.
KILLINGBIRD "Cocaine Tongue". Forti di un album uscito per la 2kSounds/Virgin il quintetto di LA ci spara 2 minuti e mezzo di ottimo R’n’R con un coretto che ti si stampa nella testa...tra i migliori del lotto.
DRAGBEAT "Pure Dirt". Usciti un paio di anni fa su Acetate Records i Dragbeat sono una Rock’n’Roll Blues band guidata dalla voce sensuale di Jacqui Lynn, qui alle prese con un bluesaccio da club fumoso di Downtown... ideali per una serata a base di birra e R’n’R...
Tirando le somme un biglietto da visita più che positivo per la nuova etichetta guidata da Scott Beebe, Junkyard e Plan Nine potrebbero essere il roseo futuro dell’etichetta... Good Luck !!
Federico Martinelli

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sunpoint.net/~hightimes



 


HIGH TIMES

"Ep"

Sugarette Records - 2002

Ecco l'ennesimo prodotto di scan rock nato ad Helsinki... Ormai sta diventando come il fenomeno glam a cavallo tra 80 e 90: gruppi tutti uguali che peccavano di personalità e originalità! Allora c'erano i cloni di Crue, Poison, Guns o Bon Jovi che infestavano le radio, ora è cambiato solo il personaggio che tira: HELLACOPTERS, BACKYARD BABIES o HARDCORE SUPERSTAR!! Non è un male, anzi, meglio che si scimmiotti loro piuttosto che con qualche gruppo nu metal o grunge, ma cazzo, almeno metteteci un pò di inventiva!

Miqu, Marc, Tommy Devil, Cybernicus e Amos N-O-N sono affatto male, "Ghost" è veramente un gran bel pezzo di scan-rock, ma non potrà mai uscire dalla massa. "Stolen Eyes" e "London Rain" si fanno ascoltare con piacere, soprattutto la seconda grazie a quel tocco glammy che non fai mai male, ma come ho già detto serve altro per uscire dall'anonimato.
Detto ciò non voglio ASSOLUTAMENTE dire che questo mini sia brutto, ma solo che non offre niente di più di quello che la scena Finlandese ha prodotto finora.
Spero che chi leggerà queste righe non si farà troppo influenzare dal mio sfogo, perchè questi High Times pur non eccellendo in originalità sono tra i più validi gruppi usciti sulla scia lasciata da "Payin' the Dues" o "Bad Sneakers...".
Moreno Lissoni

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www.shamelessrock.com



 


SHAMELESS

“Splashed”

2002 AOR Heaven

Nel grigio panorama glamster, riecco ritornare il vecchio crucco Alexx Michael che firma e produce tutte le nuove canzoni del terzo disco degli Shameless.
Nulla di nuovo, nulla di esaltante e niente di così trascinante come, a parer mio, lo erano stati invece i primi due capitoli.
Cocktail che piace, non si cambia e così sembra averlo pensato pure Alexx che, col suo ritorno, fa riascoltare ai fans dei PRETTY BOY FLOYD la voce acuta ed effeminata di Steve Summers dando poi spazio all’altro singer ormai rodato nel progetto, Steve Rachelle. Alle pelli c’è il mitico Kari Kane tranne in una traccia in cui si è presentato con le bacchette in mano, il vecchio rocker Mike Fasano.
Keri Kelli e B.C. completano la parte ritmica dando, ovviamente, maggior spazio al basso dello stesso Alexx che non pare esaltare chissà quali doti.

Il dischetto è piacevole bubble-party-rock e il glam vecchio stampo ne esalta le presunte qualità. Undici canzoncine che si assaporano abbastanza bene, solo se si conta di essere nel 2002. Possiamo anche ammettere che quindici anni fa, forse, avrebbero avuto una maggior chance ma oggi, non possiamo non negare che, certi atteggiamenti da rock star e certe sonorità, fanno quasi sorridere. La produzione non è eccelsa ma, si sa, di questi lidi è anche difficile trovare sponsorizzazioni che permettano le registrazioni in luoghi seri ed attrezzati a dovere e non i soliti due garages che Steve e Alexx utilizzano per ricordare ai glamster che loro sono ancora qui a rockare e a far casino!

La semplicità è, come sempre, componente fondamentale del progetto quindi che i tecnici del settore si girino e, mani in tasca, tornino a casa, qui c’è solo spazio per chi non ha ancora dimenticato l’adolescenza di un lustro e mezzo fa con conseguente malinconia di sorta.
Solo per amanti.
Marco Paracchini

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www.scarecrowsrocks.com



 


The SCARECROWS

“The Ep”

Self Produced - 2002

Gli utenti più affezionati di SLAM! avranno già sentito parlare di questo combo svedese che nel 2000 realizzò un Ep su cassetta dal titolo "Class-A-Rock n' Roll" dalle forti tinte HANOI ROCKSiane e ora, dopo un periodo passato a suonare dal vivo, sono ritornati in pista con questo "The Ep" di quattro pezzi dove, a detta loro, omaggiano le loro influenze che vanno appunto dagli HANOI ROCKS ai WILDHEARTS, da ALICE COOPER ai WARRIOR SOUL, dai KISS ai RAMONES e così via...

Il four-pieces è decisamente migliorato e già nell'opener si intuisce la voglia di emergere dalla scena un pò piattina degli ultimi anni, infatti "I Love Girls W/Converse" è un buon episodio di scan-glam con tanto di sax alla Michael Monroe, seguita dalla HARDCORE SUPERSTARiana "Dead And Gone", ma è con la melodica "TV-Screen Daydream" e con la traccia di chiusura "Give Me Your Kicks" che Manx, Peegee, Mike e Thompson danno il meglio di se.
Niente di nuovo, ma decisamente un poker di canzoni valide. Bentornati!
Moreno Lissoni

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www.cherrybang.com



 


CHERRY BANG

“Popped”

Metal Mayhem Music - 2002

Premesso che:
1) non mi pagano per scrivere
2) non mi regalano i dischi
3) la passione è tanta…
ecco che allora le palle iniziano a girare velocemente quando mi capitano sotto le mani questi dischi inutili, scialbi, ignobili e fatti col culo, quando poi, a farne le spese è il mio conto in banca.
Grazie alla fiducia che ho regalato (letteralmente) ad un recensore di una rivista specializzata, mi ritrovo a dover imprecare per aver gettato 18 euro nel cesso con annesso sciacquone!
Questi quattro ragazzi che arrivano dall’Ohio, pensano che il periodo d’oro non sia mai smesso per le glam bands e questo, direte voi, è una bella cosa ma, ahimè, se si davano all’ippica forse forse avrebbero avuto più chances di ricevere due lire.
Gli undici pezzi sono anche abbastanza validi (consentitemi il termine, please!) ma la loro incapacità di trasmettere qualcosa cessa nel momento stesso in cui iniziano a suonare.

Registrato probabilmente in una veloce session-live (in studio) per risparmiare, pare che abbiano fatto il tutto con un otto tracce nella propria cantina, dando il microfono ad un personaggio che se dava il microfono a mio zio, avrebbero forse fatto meglio!
Stonati, noiosi, patetici e inascoltabili… voglio cessare qui la recensione perché, se davvero il futuro del Glam Rock è in mano a questi gruppi, allora raga, è meglio darsi all’hip hop!
Boccio senza pietà il quartetto ma non voglio dar loro cattiva pubblicità, per carità, che girino nei locali dell’Ohio ma che non si cimentino mai più nel fare un cd perché se no organizzo un viaggio-manifestazione sotto le porte della Metal Mayhem Music!
The end.
Marco Paracchini

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lucaditoro@yahoo.it



 


69 CORVETTE

“Demo”

Demo - 2002

Il gruppo nasce alla fine del maggio 2002 dalle ceneri di diverse band locali e iniziano subito a provare dei brani dei Guns N Roses, ma nessuno di loro si sente appagato, così buttano giù le loro idee dove nasce appunto la loro prima composizione, "The First Time".
Il demo CD che ho trovato nella casella della posta diventa così il loro vero biglietto da visita: quattro brani, tra cui la già citata "The First Time" dove miscelano un certo tipo di hard rock dalle venature Seventies ("I Can See") con alcuni richiami al rock scandinavo.

La registrazione non è il massimo e penalizza molto la riuscita di brani molto validi come la divertente "Making The 69 In A 69 Corvette", dalle sonorità stradaiole e con la bel lavoro alla chitarra di Luke. Se devo essere sincero, spero che la band di Pescara continui su questa linea sonora, molto più appetibile per i lettori di SLAM!
Moreno Lissoni

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www.brightonrock.ca



 


BRIGHTON ROCK

“A room for five – Live!”

Z Records / Le energie - 2002

Pensavo di ritrovarmi di fronte ad un classico triste live catturato in qualche remota discoteca del Sussex o in qualche Club di serie c in quel di Los Angeles, almeno una decina d’anni fa ma, sono impallidito leggendo la data del live: dieci settembre duemilauno (tralascio cmq il luogo… poi capirete perché - nda).
E così i B.T. non sono ancora “morti” nel music-biz ma nemmeno sono risorti completamente sebbene, si dica, il disco nuovo, dovrebbe veder la luce molto presto.
Il live tocca nel bene e nel male tutte le songs che hanno rappresentato, dal 1986 al 1992 tutte le loro tappe fondamentali tra singoli, dischi d’oro e palle varie.

La voce di McGhee mi ha sconvolto. Ho addirittura pensato che, se non la smette di cantar così, rischia di quei polipi in gola che nemmeno s’immagina ma, al di là delle battute, sentire “Wild Young and Free” e “Can’t wait for the night” riesumate con un’energia invidiabile… beh, mi hanno letteralmente spiazzato dunque tanto di cappello a questi rockers d’altri tempi che sanno davvero suonare e rivolgersi ad un pubblico di nicchia con un grande repertorio.
“One more try”, “Love machine” e “Barricade” sono alcuni tra i pezzi storici del quintetto anglo-canadese che, in quattordici brani, rifanno e risuonano tutte le note senza intoppi, errori e/o gaffes dovuti alla vecchiaia. Unico punto a sfavore è forse la stridula voce di McGhee che, a volte, ci si rende conto dell’idea malsana di essersi presentato, all’epoca, come nuovo singer à là AC/DC e CINDERELLA; spesso si sente la fatica che fa a stare dietro a tutto.

Non ho molto da dire, in fondo questo disco non dirà nulla ai molti e nemmeno riprenderà le redini della storia (ormai finita?) dei B.T. ma, se tra voi ci sono ancora fans di questa bands, non sarebbe male poter disporre di un “greatest hits” fatto in versione live.
A voi il giudizio finale, buon ascolto!
Marco Paracchini

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www.antiproduct.com



 


ANTIPRODUCT

“Consume And Die… The Rest Is All Fun”

Cargo Records/LiveWire - 2000

Partoriti dalla geniale follia di Alex Kane (chitarrista fondatore della cult-band Life Sex & Death, nonché personaggio di riferimento in una scena perennemente in bilico tra notorietà e anticonformismo) gli AntiProduct si offrono al grande pubblico con un album di debutto (in realtà datato febbraio 2000) che si presenta come degno biglietto da visita per una band al di sopra di ogni facile classificazione. Infatti, fin dalle prime note dell’opener “Psychedelic Girlfriend” risulta difficile inquadrare il gruppo in un genere predefinito e la continua alternanza tra strofe dissonanti e ritornelli di beatlesana memoria non fa altro che accrescere la confusione dell’ascoltatore: quel “pazzoide” di Kane é però tutt’altro che uno stupido e già al secondo ascolto il suo progetto inizia a rivelarsi per quello che é, ossia un disco dall’anima dannatamente pop (nel senso che nel giro di un paio di giorni ti ritrovi a canticchiare “Hey, Let’s Get It On”, “Best Day Of Your Life” o “Bad Girl” senza neanche accorgertene) mascherato da prodotto alternativo con una maestria fuori dal comune.

Chi ha visto gli AntiProduct sul palco dell’ultimo Gods Of Metal monzese probabilmente non ci avrà capito un granchè tra suoni confusi, lanci di bottiglie incessanti e un frontman impegnato più a martoriarsi la fronte con il microfono che a cantare e suonare: memore di quell’esperienza, io stesso mi sono chiesto se valesse la pena di dedicare del tempo ad ascoltare questo “Consume And Die…” e invece, come spesso accade, le sorprese sono dietro l’angolo e oggi mi ritrovo qui a tessere le lodi di un lavoro che per originalità e coraggio ricorda tanto i fenomenali esordi di Jane’s Addiction e Porno For Pyros (guarda caso entrambi partoriti da un altro geniaccio del rock-circus che risponde al nome di Perry Farrell).

Oltre ai brani sopra citati, meritano una menzione la punkeggiante “(Be My) Supergirl”, la lunga ed ipnotica “Big News” e i 30 secondi in stile demo-tape di “I Don’t Care”. Cos’altro aggiungere, se non che la band attualmente é composta (oltre che da Mr. A. Product, alias Alex Kane, alla chitarra e voce) da Simon Gonk alla batteria, Clare Pproduct alla seconda chitarra, Milena Yum alle tastiere e, udite udite, dall’italianissima Marina Metallina al basso! Da amare o da odiare, senza vie di mezzo… comunque da “consumare” (almeno una volta).
Cristiano Bianchi

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THE BONES

“Bigger Than Jesus”

People Like You - 2002

Che spettacolo il come-back dei THE BONES che dopo il bellissimo "Screwed, Blued & Tattooed" sono tornati con questo "Bigger Than Jesus" dove la loro formula punk rock and roll rimane pressochè inalterata.
Per chi non li avesse mai sentiti, potrei dire che i punti di riferimento più evidenti arrivano dai SOCIAL DISTORTION e RAMONES per quanto riguarda la parte più punk, ma con igniezioni BAY CITY ROLLERS-iane e rockabilly, regalandoci 14 composizioni furiose ed aggressivecome le superlative "Chrome, Smoke And Thunderroads" e "Hey Baby".

Che dire poi delle travolgenti "Screwed, Blued And Tattooed", "Going Nowhere" e della spassosissima "Casino Knockout"? ...Semplicemente deliziose! E di "Memhis '77" dove sembra riapparso il fantasma di ELVIS? ...Fantastica!
Bah, meglio che finisco qui o il mio diventerebbe un continuo elogio a questo gruppo che, se non l'avevate capito, è attualmente il mio preferito nel settore.
Moreno Lissoni

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www.fatalsmile.nu


 


FATAL SMILE

“Beyond Reality”

GMR - 2002

I Fatal Smile sono un nuovo quartetto svedese che vede nella sua line-up la presenza di Y Unutmaz alla chitarra, il singer H.B Anderson già negli Scudiero, Markus Johansson al basso e Robin Lagerqvist alla batteria, mentre in consolle un'altra personalità celebre dell'ambiente scandinavo, Jonas Ostman (YNGWIE MALMSTEEN).

"Beyod Reality" rivisita in chiave moderna il classico hard rock dei 70's e 80's e ne è subito un chiaro esempio la song d'apertura "Bad Kharma", primo singolo e video dove primeggia un cupo class metal con in evidenza la sei corde di Unutmaz. La seconda composizione è intitolata "The Saviour" ed è il mio pezzo preferito, un bell'hard rock nordeuropeo facilmente accostabile al JOHN NORUM solista o ai TALISMAN.
Un'altro nome a cui potrete fare riferimento per riuscire a capire a quali sonorità si ispirano i nostri è sicuramente quello di RJ DIO (sentite "Circle Of Fire" e "Warfear"), e gli ultimi DOKKEN.
Il four-pieces è sotto contratto con la GMR Music Group che ha tra le sue fila Candlemass e Backyard Babies, i suoni sono ottimi e l'artwork è ben confezionato, percui ora tocca a voi decidere se ne vale la pena o no dare una chance a questa band.
Moreno Lissoni

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MARCELLA CHINNICI

“Cammino di notte”

Sony - 2002

Come molto spesso mi capita sono entrato alle Messaggerie Musicali di corso Vittorio Emanuele a Milano, ma questa volta sapevo cosa cercare.. .il primo singolo di Marcella Chinnici "Cammino di notte".
Questo prodotto dalla SONY non è, come spesso è capitato in questi periodi ,un lavoro per far fare strada ad una ragazza di bella presenza, "Cammino di Notte" è un singolo di 2 canzoni scritte e arrangiate da Marcella.
Il primo pezzo, che dà il titolo al disco, è una canzone con strofe arpeggiate e bridge in crescendo che portano a un chorus a dir poco grintoso. Il testo, ben scritto, è a tratti poetico... "L'aria è pungente, respiro nuvole che volano via..." ...ha veramente qualcosa da dire poichè fa parte del bagaglio di esperienze vissute da una persona.

La track 2 "Hate me, Shock me" è veramente un gran bel pezzo rock che mette in mostra le qualità canore di Marcella. Mi dava di nostalgico al primo ascolto ma ad una più attenta lettura del testo in inglese si ripropone il tema del primo brano e cioè concetti con una vena di tristezza ma anche consapevolezza di se stessi e voglia di rivalsa... "I just don't think someone can tell me what I should do".
Marcella Chinnici è una cantante con molta esperienza alle spalle, vissuta tra locali dell'interland milanese alternata ad alcune apparizioni televisive. Niente da dire,una gran voce accattivante che si fa piacere da subito, inoltre dotata di talento e sensibilità musicali.
A mio parere 2 canzoni molto belle sia per armonia musica/testo sia per l'esecuzione canora che per mordente.
Assolutamente consigliato... Benfatto Marcella!
Marty

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yngwie.org


 


YNGWIE MALMSTEEN'S RISING FORCE

“Attack"

SPV - 2002

Sicuramente dopo il bruttino "Alchemy" prima, e lo scandaloso “War to end all war” poi, per non parlare del volgare concerto per orchestra, il grande, ormai solo fisicamente parlando, Yngwie non poteva che uscire con con qualcosa di meglio degli 2 o 3 lavori, ma se il suo riscatto porta il nome di “Attack” allora non ci siamo proprio...
E' inutile che stia qui a descrivere l'andamento stilistico del cd poiché tutti sapete cosa aspettarvi da un nuovo album di Malmsteen ....
Ho sempre apprezzato la coerenza artistica di certi musicisti, non di tutti sia chiaro, ma a patto che questa coerenza sia una base su cui costruire idee e soluzioni quanto meno piacevoli per chi ascolta. Nel caso di “Attack” invece ci troviamo di fronte a 15 tracce una più brutta
dell'altra, dove le autocitazioni straripano, per usare un eufemismo, e la produzione, sebbene superiore a quella di “wteaw”, risulta abbastanza mediocre.

Particolarmente sguaiato e scomposto è il cantato di Doogie White (Rainbow, Cornerstone, Nostradamus), mentre rimango sempre più perplesso di fronte alla scelta di aver chiamato alle tastiere Derek Sherinian senza dargli il minimo spazio artistico ed esecutivo.
In conclusione state alla larga da “attack”! Sono stato abbastanza cattivo?
Umberto Sartini

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www.madsin.com


 


MAD SIN

“Survival Of The Sickest”

People Like You - 2002

Sempre per la People Like You ecco questi Mad Sin formati dal cantante Big "Koefte" Deville, dai chitarristi Tex Morton e Stein "Dr. Solido" e dal bassista Holly Le Slap che, con questo "Survival Of The Sickest" continuano a tenere alta la bandiera del punk'n'roll.
Le 17 tracce presenti sono davvero un delirio fatto appunto da sonorità punkeggianti, rockabilly, country e blues, rivedute e suonate in chiave decisamente power. Provate ad ascoltare "Sin In Law" che ha quasi un incedere ska o la cover dei Demolition 23 "Nothing Alright" per rendervi conto che ci troviamo di fronte a quattro pazzi che non finiscono mai di stupirmi: "1000 Eyes" ricorda vagamente i primi D.A.D., mentre "She"s So Bad It's Good" è molto catchy.

Il delirio continua, ed infatti nella traccia numero 15, "Dance With The Devil" ho come l'impressione di ascoltare una versione punkabilly di MARYLIN MANSON!!!
Lo so, sto dicendo delle cose assurde, ma se per caso avrete l'oppurtunità di ascoltare questo album vedrete che mi darete ragione. Comunque mi piacciono i loro tentativi di provare ad essere originali perchè nel settore è molto difficile uscire da certi canoni e anche se non sempre raggiungono degli ottimi risultati posso dire che ho passato tre quarti d'ora davvero piacevoli.
Moreno Lissoni

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