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Moreno Lissoni
Traduzione by Claudia Schiavone

"Bere, leccare, fare casino, ecc…" ecco cosa fanno i LAST VEGAS oltra a suonare e produrre buona musica. I due chitarristi Johnny Wator e Adam Arling hanno risposto alle nostre domande grazie a Marco della Scarey Records!

Ho appena finito di ascoltare 'Seal the Deal' e devo, devo essere sincero, mi piace ancora di più di "Lick 'Em and Leave 'Em". Cosa potete dirci del nuovo lavoro?
Adam: Il nuovo lavoro è sex-rock power. Grandioso, più forte, più orgoglioso, è il risultato di 2 anni di tour, notti insonni e risvegli da barboni con la sete di fare addosso. C’è stato un cambio di line-up, ci siamo imbattuti in un gran cantante, Chad Cherry di Detroit, Michigan, sapevamo che avremmo dovuto formare una band con lui. Siamo entrati in studio e abbiamo registrato l’album senza un attimo di respiro. Il risultato è quello che ascolterete su "Seal the Deal". Punk da stadio.

Come è nata l’idea di intitolare l’album 'Seal the Deal' e da dove avete tirato fuori l’immagine in copertina?
Adam: Seal the Deal è un’attitudine, come scivolare via tra le stronzate e pensare a quello che sta realmente alla base delle cose…la copertina è la rappresentazione grafica di questa idea. Frange di pelle, anti-moda classica, il nuovo punk. È la fotografia del retro del cappotto del nostro fan numero 1.

So che è uscita anche una versione in vinile verde.
Adam: Gregg dei Get Hip (e Cynics) si era fissato con l’idea che un album classico dei ’70 dovesse apparire così. Ci ha suggerito una struttura completamente colorata e un vinile di 150 grammi in un verde che si intonasse, più un poster del tour 60x40 all’interno. LP è bellissimo, un gran disco. Metti “Seal the Deal” nello stereo, apri la copertina (un collage di foto del tour in versione “dietro le quinte”), vieni fuori dal tuo guscio e fai uscire il tuo fottuto rock.

E cosa ci dite invece di "King, the Red Light"?
Adam: Hmmmm, ascoltalo la sera tardi con le cuffie tenendo gli occhi chiusi. È l’ultimo brano di "Seal the Deal", dura 8 minuti, sembra un trip di acido e potrebbe essere una canzone che parla di un flirt con la morte. Prima di scriverlo abbiamo ascoltato tantissimo i primi Jane’s Addiction. È La conclusione perfetta per un album.

C’è qualcosa che dovete assolutamente fare in Italia?
Adam: farci una scorta di espresso e guardare le ragazze italiane.

Quali sono i pezzi dell’album che preferite e quale di questi riesce a coinvolgere maggiormente il pubblico?
John: credo che la mia preferita in assoluto sia “We'll drink three”, insieme all’ultima, ma esclusivamente per un motivo di auto-indulgenza. Sono tutte abbastanza nuove come proposte dal vivo, ma sembra che “Seal the deal” sia molto apprezzata, di solito facciamo cantare al pubblico gli “heys” finali, ed è fortissimo stare a guardare dal palco. Grande effetto hanno anche i soli di batteria e chitarra in “We'll drink three”. Quello che ora ci serve è una produzione pirotecnica e poi siamo pronti per affrontare un vero rock in arena, ahahaha!

I video di "You Wanna Know How To Love Me" e "She Won't Go" sono stati trasmessi su MTV, sarà lo stesso anche "All the Way"?
John: lo spero, siamo stati fortunati ad avere dei bravi produttori, il più recente è stato girato da un amico a Los Angeles. Tutti frammenti tratti da live e il risultato è stato eccezionale. Ho saputo che qualche pezzo nuovo viene già usato durante alcuni show, MTV si è rivelata estremamente positiva per noi finora. Vedremo cosa succederà.

Siete stati paragonati a gruppi come Hellacopters, Motorhead, Stooges, Mötley Crüe, ecc... ma voi come definireste la vostra musica se qualcuno che non vi ha mai ascoltato ve lo chiedesse?
John: credo che sia più in linea con REO Speedwagon mixati con gli Anthrax, ma questa è solo la mia opinione. Mi piace molto anche la definizione di Cheap Trick avvitati nel culo dagli AC/DC intrappolati in vinile. Questa calza a pennello.

Parliamo di Motley Crue, so che avete suonato di supporto ad un Vince Neil ubriaco marcio. C’è qualche episodio divertente legato ai vostri tour?
John: la linea tra il divertente e il deprimente è veramente sottile. Per fortuna la maggior parte di quello che ci è capitato sta al di sotto della linea “triste”. Questa è probabilmente la cosa più pericolosa che ci sia successa finora: stiamo viaggiando sul tour bus con gli Urge Overkill durante un day off di sera, tutti bevono e per qualche strano motivo c’è altra gente sul bus. Questo deficiente che dà indicazioni all’autista per qualsiasi posto in cui si debba andare striscia sul pavimento, arriva di fianco all’autista e all’ultimo momento gli dice di fare inversione.

Nash è in piedi, sta bevendo una birra e cade all’indietro verso la parte anteriore del bus, andando a sbattere contro questo tizio che, a sua volta, cade già dalle scale, le porte si spalancano e va a finire in strada, mentre stiamo percorrendo le vie di Philadelphia con il traffico della sera. Non si fa nulla e non si sa come non viene investito. Naturalmente Nash si alza e non ha fatto cadere una goccia di birra. Ci sono un milione di altri aneddoti e sono sicuro ne avremo ancora di più dopo questo tour europeo, con un po’ di aiuto da parte di tutti!

Mi è capitato di sentire recentemente il cd dei THE STEEPWATER BAND, quali sono i gruppi più validi della scena di Chicago?
John: i migliori o i più famosi? I miei preferiti sono i Bible of the devil e i Local H. Ce ne sono anche tanti altri più famosi, ma non merita menzionarli. La scena rock di Chicago occupa decisamente una parte importante. American Motherload, Knife of Simpson, Imperial Battle Snake.

Quali sono la miglior città e il miglior locale in cui suonare negli Stati Uniti?
Adam: Chicago, Illinois. The Double Door. Bello carico, acustica incredibile, è il posto in cui tutti i rockers si ritrovano.

Tornerete in Italia a maggio, che ricordi avete dello scorso tour italiano?
Adam: Hmmm, un po’ sfocati. Ma siamo tutti concordi sul fatto che l’Italia sia al secondo posto per le ragazze.

Conoscete gruppi italiani?
Adam: ci piacciono molto i The Nerds da Torino. Marco Monkey Motherfucker è un figo. La Scarey Records ha fatti uscire uno split 7 pollici di The Last Vegas e Bible of the Devil, molto apprezzato dalla critica musicale americana.

Quali sono le maggiori differenze che avete riscontrato tra il pubblico italiano e quello americano?
Adam: la gente che viene ad un concerto dei Last Vegas è più o meno sempre la stessa, che sia italiana, americana o di un’altra nazionalità… capelloni, rockers, punk, tanto nero e eyeliner, ragazze con minigonne di pelle e tacchi alti. Attiriamo i selvaggi, quelli che non tornano a casa la sera. Un concerto dei Last Vegas è un’occasione per sciogliere i freni inibitori, essere chi ciò che si vuole, muovere il culo, scolarsi di tutto, far uscire il proprio rock dalla musica. Affanculo il domani, cattura il momento, la vita è troppo breve.

Le vostre maggiori influenze sono Blue Cheer, Guns'N'Roses, Aerosmith degli anni ‘70, Stooges and Muddy Waters... ma cosa ascoltate oggi?
Adam: Un sacco di Slade, Runaways, Motorhead, Orange Goblin, Cherry Valence, High on Fire, LA Guns, Faces, Thin Lizzy ed Elvis. E poi abbiamo una manciata di canzoni nuove.

Vi lascio le ultime righe per convincere i lettori di SLAM! a venire a vedervi suonare dal vivo
John: se volete un rock’n’roll bollente, sudato, con volumi a palla, energetico con un qualcosa in più siamo quello che fa per voi. Per non parlare di tutte le altre cose divertenti da fare insieme… bere, leccare, fare casino, ecc… con un po’ di fortuna potrebbe anche succedere che non vediate Nathan che cerca di ballare. Non vediamo l’ora di trovarvi tutti ai nostri show, perciò cercate di esserci e di passare una gran bella serata con noi in nome del rock’n’roll - TLV


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