Ho appena finito di ascoltare
'Seal the Deal' e devo, devo essere sincero, mi piace
ancora di più di "Lick 'Em and Leave 'Em".
Cosa potete dirci del nuovo lavoro?
Adam: Il nuovo
lavoro è sex-rock power. Grandioso, più
forte, più orgoglioso, è il risultato
di 2 anni di tour, notti insonni e risvegli da barboni
con la sete di fare addosso. C’è stato
un cambio di line-up, ci siamo imbattuti in un gran
cantante, Chad Cherry di Detroit, Michigan, sapevamo
che avremmo dovuto formare una band con lui. Siamo
entrati in studio e abbiamo registrato l’album
senza un attimo di respiro. Il risultato è
quello che ascolterete su "Seal the Deal".
Punk da stadio.
Come è nata l’idea
di intitolare l’album 'Seal the Deal' e da dove
avete tirato fuori l’immagine in copertina?
Adam: Seal the
Deal è un’attitudine, come scivolare
via tra le stronzate e pensare a quello che sta realmente
alla base delle cose…la copertina è la
rappresentazione grafica di questa idea. Frange di
pelle, anti-moda classica, il nuovo punk. È
la fotografia del retro del cappotto del nostro fan
numero 1.
So che è uscita anche
una versione in vinile verde.
Adam: Gregg dei
Get Hip (e Cynics) si era fissato con l’idea
che un album classico dei ’70 dovesse apparire
così. Ci ha suggerito una struttura completamente
colorata e un vinile di 150 grammi in un verde che
si intonasse, più un poster del tour 60x40
all’interno. LP è bellissimo, un gran
disco. Metti “Seal the Deal” nello stereo,
apri la copertina (un collage di foto del tour in
versione “dietro le quinte”), vieni fuori
dal tuo guscio e fai uscire il tuo fottuto rock.
E cosa ci dite invece di "King,
the Red Light"?
Adam: Hmmmm,
ascoltalo la sera tardi con le cuffie tenendo gli
occhi chiusi. È l’ultimo brano di "Seal
the Deal", dura 8 minuti, sembra un trip di acido
e potrebbe essere una canzone che parla di un flirt
con la morte. Prima di scriverlo abbiamo ascoltato
tantissimo i primi Jane’s Addiction.
È La conclusione perfetta per un album.
C’è qualcosa che
dovete assolutamente fare in Italia?
Adam: farci una
scorta di espresso e guardare le ragazze italiane.
Quali sono i pezzi dell’album
che preferite e quale di questi riesce a coinvolgere
maggiormente il pubblico?
John: credo che
la mia preferita in assoluto sia “We'll drink
three”, insieme all’ultima, ma esclusivamente
per un motivo di auto-indulgenza. Sono tutte abbastanza
nuove come proposte dal vivo, ma sembra che “Seal
the deal” sia molto apprezzata, di solito facciamo
cantare al pubblico gli “heys” finali,
ed è fortissimo stare a guardare dal palco.
Grande effetto hanno anche i soli di batteria e chitarra
in “We'll drink three”. Quello che ora
ci serve è una produzione pirotecnica e poi
siamo pronti per affrontare un vero rock in arena,
ahahaha!
I video di "You Wanna Know
How To Love Me" e "She Won't Go" sono
stati trasmessi su MTV, sarà lo stesso anche
"All the Way"?
John: lo spero,
siamo stati fortunati ad avere dei bravi produttori,
il più recente è stato girato da un
amico a Los Angeles. Tutti frammenti tratti da live
e il risultato è stato eccezionale. Ho saputo
che qualche pezzo nuovo viene già usato durante
alcuni show, MTV si è rivelata estremamente
positiva per noi finora. Vedremo cosa succederà.
Siete stati paragonati a gruppi
come Hellacopters, Motorhead, Stooges, Mötley
Crüe, ecc... ma voi come definireste la vostra
musica se qualcuno che non vi ha mai ascoltato ve
lo chiedesse?
John: credo che
sia più in linea con REO Speedwagon mixati
con gli Anthrax, ma questa è solo la mia opinione.
Mi piace molto anche la definizione di Cheap Trick
avvitati nel culo dagli AC/DC intrappolati in vinile.
Questa calza a pennello.
Parliamo di Motley Crue, so
che avete suonato di supporto ad un Vince Neil ubriaco
marcio. C’è qualche episodio divertente
legato ai vostri tour?
John: la linea tra il divertente
e il deprimente è veramente sottile. Per fortuna
la maggior parte di quello che ci è capitato
sta al di sotto della linea “triste”.
Questa è probabilmente la cosa più pericolosa
che ci sia successa finora: stiamo viaggiando sul
tour bus con gli Urge Overkill durante
un day off di sera, tutti bevono e per qualche strano
motivo c’è altra gente sul bus. Questo
deficiente che dà indicazioni all’autista
per qualsiasi posto in cui si debba andare striscia
sul pavimento, arriva di fianco all’autista
e all’ultimo momento gli dice di fare inversione.
Nash è
in piedi, sta bevendo una birra e cade all’indietro
verso la parte anteriore del bus, andando a sbattere
contro questo tizio che, a sua volta, cade già
dalle scale, le porte si spalancano e va a finire
in strada, mentre stiamo percorrendo le vie di Philadelphia
con il traffico della sera. Non si fa nulla e non
si sa come non viene investito. Naturalmente Nash
si alza e non ha fatto cadere una goccia di birra.
Ci sono un milione di altri aneddoti e sono sicuro
ne avremo ancora di più dopo questo tour europeo,
con un po’ di aiuto da parte di tutti!
Mi è capitato di sentire
recentemente il cd dei THE STEEPWATER BAND, quali
sono i gruppi più validi della scena di Chicago?
John: i migliori o i più famosi?
I miei preferiti sono i Bible of the devil e i Local
H. Ce ne sono anche tanti altri più famosi,
ma non merita menzionarli. La scena rock di Chicago
occupa decisamente una parte importante. American
Motherload, Knife of Simpson, Imperial Battle Snake.
Quali sono
la miglior città e il miglior locale in cui
suonare negli Stati Uniti?
Adam: Chicago, Illinois. The Double
Door. Bello carico, acustica incredibile, è
il posto in cui tutti i rockers si ritrovano.
Tornerete
in Italia a maggio, che ricordi avete dello scorso
tour italiano?
Adam: Hmmm, un po’ sfocati.
Ma siamo tutti concordi sul fatto che l’Italia
sia al secondo posto per le ragazze.
Conoscete
gruppi italiani?
Adam: ci piacciono molto i The
Nerds da Torino. Marco Monkey Motherfucker
è un figo. La Scarey Records ha fatti uscire
uno split 7 pollici di The Last Vegas e Bible of the
Devil, molto apprezzato dalla critica musicale americana.
Quali sono le maggiori differenze
che avete riscontrato tra il pubblico italiano e quello
americano?
Adam: la gente che viene ad un concerto
dei Last Vegas è più o meno sempre la
stessa, che sia italiana, americana o di un’altra
nazionalità… capelloni, rockers, punk,
tanto nero e eyeliner, ragazze con minigonne di pelle
e tacchi alti. Attiriamo i selvaggi, quelli che non
tornano a casa la sera. Un concerto dei Last Vegas
è un’occasione per sciogliere i freni
inibitori, essere chi ciò che si vuole, muovere
il culo, scolarsi di tutto, far uscire il proprio
rock dalla musica. Affanculo il domani, cattura il
momento, la vita è troppo breve.
Le vostre maggiori influenze
sono Blue Cheer, Guns'N'Roses, Aerosmith degli anni
‘70, Stooges and Muddy Waters... ma cosa ascoltate
oggi?
Adam: Un sacco di Slade, Runaways,
Motorhead, Orange Goblin, Cherry Valence, High on
Fire, LA Guns, Faces, Thin Lizzy ed Elvis. E poi abbiamo
una manciata di canzoni nuove.
Vi lascio le ultime righe
per convincere i lettori di SLAM! a venire a vedervi
suonare dal vivo
John:
se volete un rock’n’roll bollente, sudato,
con volumi a palla, energetico con un qualcosa in
più siamo quello che fa per voi. Per non parlare
di tutte le altre cose divertenti da fare insieme…
bere, leccare, fare casino, ecc… con un po’
di fortuna potrebbe anche succedere che non vediate
Nathan che cerca di ballare. Non vediamo l’ora
di trovarvi tutti ai nostri show, perciò cercate
di esserci e di passare una gran bella serata con
noi in nome del rock’n’roll - TLV