Leggi il DIARIO di Rino DaPonte

 
HANOI ROCKS + ADAM BOMB
European Tour (Barcellona – Pavia – Roncade – Reggio Emilia – Monaco) 2005

Erano esattamente 2 anni e mezzo, da quel novembre 2002, che aspettavamo di rivedere l’unico gruppo al cui concerto ci sono venute le lacrime agli occhi dall’emozione. E visto che stavolta il buon Ranatan Monroe, fiancheggiato da un Andy McCoy nuovamente dotato di mobilità articolare, sono accompagnati da Adam Bomb, beh… il risultato non può che essere quello di presenziare al maggior numero di date possibili.

Detto fatto: Barcellona – Pavia – Roncade – Reggio Emilia – Monaco. Bastano? Come inviati speciali la pagnotta ce la siamo guadagnata. Intanto bisogna dire subito, con un bel po’ di rammarico, che le date italiane sono state le peggiori tra quelle a cui abbiamo assistito, ‘orca eva! Ma andiamo con ordine.

Una Barcellona che assomiglia più che altro a Malibu beach (tanto per non deviare troppo dal tema del presente papiro) a livello di clima, ci regala due giorni spettacolari. Viste le premesse, il concerto non può essere da meno. Raggiungiamo il Razzmatazz e dopo una lunga e sofferta riflessione (oh… nell’altra sala suonano i Dark Tranquillity, boia!) il potere del glam ha la meglio e decidiamo di accodarci agli spagnoli accorsi per gli Hanoi Rocks. Ci imbattiamo subito in Carmen (Ronzoni - Bastet. NdR), seguito a ruota da un Adam Bomb già in ottima forma, manco ci saluta a momenti e via di corsa al bar di fronte al locale… andiamo bene! Convenevoli vari, saluti, baci e abbracci con Carmen e Rino (che, in confidenza ci confessano di aver assoldato un paio di terroristi dell’ETA per rimediare un piatto di spaghetti al pomodoro), facciamo la conoscenza del roadie Roger (persona squisita, nda) e comincia lo show.

C’è da dire che, in tutta sincerità, l’idea che aleggiava riguardo ad Adam Bomb fosse quella del loser per eccellenza. Impressione radicalmente cambiata dopo averlo visto all’opera lo scorso novembre. E anche durante questo tour il trend non cambia, anzi, Bombetta acquista ancora più punti, se possibile. Il repertorio offerto include per la maggior parte brani tratti da "Get Animal I" e II, con qualche divagazione da "Pure Sex" e "Fatal Attraction". Adam parte subito scoppiettante (nel vero senso della parola, con il consueto fuoco d’artificio sparato dal manico della chitarra) e via con I’m On It, DWI On The Info-SuperHighway. E poi Cali, Angry Angry, la divertentissima "Je T’Aime Bebe" (il testo definitivo!), "S.S.T.", "Hey Hey Nothin’", "Shape Of The World", "Pure Sex". È un rock’n’roll delizioso quello di Adam Bomb, potente, con una chitarra così aggressiva e un suono così incisivo che quasi non ti sembra vero che siano solo in tre a suonare.

Beh il Raudo è un mostro delle sei corde, uno di quelli che ti fanno pensar bene di lasciar perdere… "tanto a quel livello non ci arriverò mai…", ma nonostante metta in campo tecnica discretoccia (!!!), vedi la sua personale interpretazione di "Eruption", riesce ad essere estremamente coinvolgente. Anche la risposta del pubblico, entusiasta, dà una bella mano. Menzione d’onore ai due piezz ‘e core Carmen e Rino dei Bastet, sezione ritmica da paura (Adam baciati i gomiti). Va bè, il Ronzoni già si sa quanto sia coreografico, oltre che bravo, ma chi ha impressionato un sacco è stato Rino, molto più sciolto sul palco. Anche perché con un pazzo come Bomb o ti sciogli o non ne esci vivo… bravi fioi!

Ok, tocca agli Hanoi Rocks… tralasciamo un taglio di circa 10 minuti alla scaletta di Bomb, che forse solo il terzo segreto di Fatima svelerà, visto che Monroe ha cominciato a suonare quasi un’ora dopo… boh. Si percepisce giusto un pelo di agitazione. Vediamo il biondone finnico correre verso il backstage mano nella mano con una biondona (sai che fantasia…) al seguito, la morosa-badante, che si occupa personalmente dei cambi d’abito tra un brano e l’altro, come al migliore dei festival di Sanremo. Via con "Obscured", poi "Delirious" e "High School". La formazione vede Lacu alla batteria, Conny Bloom, per gentile concessione degli Electric Boys alla seconda chitarra e Andy Christell al basso.

Sono parecchie le canzoni tratte da "Twelve Shots"… oddio, non che la cosa dispiaccia in fondo, apprezziamo quell’album. Fa meno piacere che la suddetta scelta implichi l’esclusione di brani del calibro di "Motorvatin’" e "Boulevard Of Broken Dreams" per esempio, ma tant’è. Monroe sul palco è assolutamente eccezionale, non c’è niente da fare. Si muove, salta, balla e corre come un ragazzino, e lo fa bene. Il pubblico se ne accorge e gli dà motivo per continuare a farlo, sempre di più. Musicalmente e anche scenograficamente la band del 2002 aveva un impatto maggiore, era piaciuta di più, questo è sicuro, ma per le condizioni attuali i musicisti reclutati per l’occasione non hanno sfigurato per nulla.

Ok, McCoy vive su un altro pianeta, che non è la Terra, sia chiaro, ma la sua porca figura la fa ancora. Il migliore è certamente Lacu, sempre sorridente, sia sul palco, sia fuori dal palco. Avanti con i classici "Malibu Beach Nightmare", "Taxi Driver", "A Day Late And A Dollar Short", "Oriental Beat", sbuca anche fuori una "People Like Me", tanto per gradire. Momento emo: intro di "Cheyenne" e poi attacca una "Don’t You Ever Leave me" da brividi. Bon, l’hai sentita mille volte, ma è sempre splendida. Chiude "Up Around The Bend", durante la quale Monroe dispensa sorrisi e strette di mano al pubblico in adorazione.

Concerto da 10 e lode. Peccato per quello che succede dopo, ovverosia lo sclero ingiustificato del Ranocchio perchè 4 (!!!) persone si sono accalcate (!!!) nel backstage e vorrebbero poter fare una foto e magari anche avere un autografo dal loro idolo. Stendiamo un velo pietoso sul siparietto della checca isterica che scappa via sbraitando e mandando a cagare i fans. Bravo Ranatan, sei un coglione punto. Sul palco sei un genio, ma quando svesti i panni sberluccicanti della rockstar vergognati! Molto meglio andare a farsi una birra al bar e renderti conto che il ragazzo con cui hai cominciato a chiacchierare poco fa è Sweetheart dei The Throbs... fantastico!!! Dopo svariati baci e saluti ci incamminiamo verso la nostra accogliente magione, domani si torna in Italia... ma è solo questione di un paio di giorni di break, perchè giovedì è di nuovo ora di Hanoi Rocks every morning.

Come già anticipato, putroppo le date italiane si rivelano abbastanza anonime, per una serie di ragioni.
Pavia: pubblico scarso... del resto di giovedì sera a Torrazza Coste non è che si possa pretendere chissà cosa. E’ anche vero che i presenti non sembrano essere particolarmente coinvolti. E anche per i musicisti non è serata evidentemente. Si suona poco (un’ora scarsa per gli Hanoi) e nemmeno troppo bene.
Roncade: Hanoi Rocks smonati. Però il pubblico risponde con più entusiasmo.
Reggio Emilia: un Tempo Rock straripante di gente accoglie un’orda di Slammici, presenti in massa come alla migliore Slamnight. Si vede che la nostra presenza si sente nell’aria. Sia Adam Bomb che Monroe & truppa offrono la migliore delle performances italiane.

La settimana successiva, ahinoi, scatta il colpo di testa che cambia le nostre abitudini: per questa volta lo spritz non ce lo facciamo al baretto di Manuel in Via Garibaldi, ma in Marienplatz a Monaco di Baviera. Tanto per chiudere in bellezza, con Ofelia e Olivia che assecondano le nostre idee malsane. Sarà una sorta di esterofilia, ma anche questa data si rivela ben al di sopra dello standard italiano. Escludiamo il gruppo di spalla, che già per chiamarlo gruppo ci vuole coraggio.

Un’accozzaglia di ragazzini tedesci che suonano un punk insopportabile – bocciati! Adam Bomb tira fuori dal cilindro un concerto impeccabile, nonostante il pubblico, poco per la verità, anche perchè si comincia a suonare all’ora di merenda, non sia propriamente scatenato. Da menzionare due vecchie glorie di Miccetta: "I Want My Heavy Metal" (rifatta dai Raudoz come MI VOJO EL METAO PESANTE) e "New York New York". Hanoi particolarmente su di giri e, tornato Lacu figliol prodigo, assente in Italia causa matromonio, suonano con grande grinta e, pur non discostandosi dalla scaletta tipo sembrano più in palla del solito. E finalmente si decidono a regalarci "Motorvatin’", per un finale col botto!

Piccolo aneddoto di fine serata. Dopo i convenevoli di fine tour, i saluti all’Hanoi roadie Rasta Pagliaccio ci incamminiamo verso la macchina. QUALE MACCHINA? E’ con grande gioia che riportiamo un tentavio di truffa dei simpatici crucchi (anzi, crucchi discount, considerato che il più tedesco veniva da Istanbul), non pensando che la truffa è un brevetto italiano. Come si suol dire: non puoi andare a rubare a casa dei ladri.

Riusciamo a guadagnare 7490 anni di purgatorio cadauno per irrilevanti epiosodi di blasfemia nei confronti di qualsiasi santo presente nel calendario e, dopo un’ora e mezza di contrattazioni con il portavoce di Teodosio da Costrantinopoli, imperatore romano d’Oriente, rientriamo in possesso del bolide, augurando ogni bene ai nostri interlocutori. Nuovo record Brennero-Padova 1 ora e 30 minuti e torniamo al campo base. L’indomani mattina ci salutiamo, felici di aver condiviso quest’avventura all’insegna di Hanoi e Bombe.

Claudia Schiavone & Alvise Sclisizzi

 

---- by Slam! Production® 2001/2007 ----