“Times they change”…
ma non così tanto!… Sonorità leggermente
più heavy (che eccellente guitarwork!!!), una
più evidente assonanza con i primi Harem
Scarem, ma nel complesso una manciata di
grandi canzoni ed un’ ottima performance per
il vostro secondo capolavoro… Mi sbaglio?
Hai perfettamente ragione, amico!!!
I nostri propositi erano proprio questi. Infatti,
cercavamo un suono più heavy. Sai, chitarre
dappertutto, melodie dovunque… ma probabilmente
la cosa più eclatante qui è il songwriting.
Abbiamo prestato molta attenzione alla fase compositiva.
Ci siamo presi del tempo per scrivere canzoni solide,
alla costante ricerca di qualcosa di nuovo da offrire
al pubblico.
Il livello di prima qualità
di questa nuova uscita dimostra che l’apporto
di Mark Mangold in passato fu importante
ma non indispensabile…
Mark Mangold
fece un buon lavoro per il nostro primo album. Siamo
davvero orgogliosi di essere riusciti a coinvolgerlo
in quel progetto. Ma stavolta volevamo qualcosa di
leggermente diverso rispetto al primo album. Avevamo
a disposizione materiale davvero ottimo, quindi ci
siamo semplicemente lasciati andare. Siamo molto soddisfatti
del risultato. Abbiamo trascorso tante ore in studio
cercando di dare il massimo, ed alla fine l’attesa
è valsa la pena…
Sono passati tre anni dal vostro
meraviglioso disco di debutto… Cosa avete fatto
nel frattempo?
Abbiamo trascorso molto tempo
componendo brani ed arrangiandoli al meglio delle
nostre capacità. Cominciavamo da zero, dovevamo
dimostrare che non siamo una meterora. Ecco perché
abbiamo voluto dare il massimo per offrire al pubblico
le migliori canzoni che in quel momento siamo stati
capaci di realizzare. Non sappiamo se ciò che
abbiamo fatto è abbastanza per essere considerati
famosi, o una band davvero pregevole, ma non ci interessa
più di tanto. Lo abbiamo fatto perché
ci piace. Peraltro, siamo accasati con una nuova Etichetta,
la Vicious Records, quindi abbaimo anche dovuto gestire
quest’ altro aspetto.
“Times they change”
è appunto uscito sotto Vicious Records. Cosa
è successo con la vecchia Etichetta Vinny Records?
C’è stata qualche altra Label che si
è proposta per mettervi sotto contratto?
All’epoca avevamo diverse
possibilità, ma decidemmo di concedere una
possibilità alla Vicious Records. Ci piaceva
la considerazione che avevano dei 91 Suite ed i loro
progetti per il futuro della band. Con Vicente Corral
di Vinny Records è tutto a posto, attualmente
egli è il nostro manager. Vicente prese autonomamente
quella decisione.
L’album avrà una
distribuzione a livello mondiale (incluso Giappone),
oppure puntate solo al mercato europeo?
Beh, stiamo portando avanti negoziati
proprio in questo momento. Speriamo di essere presenti
sul mercato giapponese, così come in qualsiasi
altra parte del mondo.
Progetti per un vero e proprio
tour?
Dipenderà dalle vendite
dell’ album. Noi, naturalmente, speriamo di
girare il più possibile, ma al giorno d’oggi
non è facile per una band riuscire ad organizzare
un tour europeo.
91 Suite hanno un’ottima
reputazione come la miglior band AOR spagnola di tutti
i tempi. Ma quanto è diffuso l’AOR nel
vostro Paese? E sui quale sostegno da parte dei fans
può contare una band spagnola? In Italia abbiamo
musicisti e gruppi eccellenti (come gli Eva, tanto
per fare un nome), ma c’ è una marcata
esterofilia. Com’ è la situazione da
voi?
Ritengo molto simile... Non è
facile poter suonare rock melodico in un Paese come
la Spagna o l’Italia... ma forse al giorno d’
oggi in nessuna parte del mondo. La Spagna non è
differente in tal senso. Qui abbiamo gruppi davvero
brillanti come Nexx, Airless,
Eden Lost... ma la gente non presta
più tanta attenzione a questo genere di musica.
Ci auguriamo che le cose cambino in un prossimo futuro.
Mi risulta che di entrambi i
vostri albums esista una versione cantata in spagnolo…
Come mai questa scelta?
Non esattamente, è solo
che abbiamo registrato la versione in spagnolo di
alcune canzoni dell’album. Abbiamo cinque pezzi
in questo secondo album, ma non figurano nella edizione
internazionale. Il motivo è che lo spagnolo
è molto diffuso nel mondo, anche se comunque
abbiamo scelto l’ inglese come veicolo linguistico
per la musica dei 91 Suite.
Nel corso degli ultimi anni sono
apparsi sulla scena parecchi gruppi AOR spagnoli molto
promettenti, spesso grazie alla vostra vecchia Casa
discografica Vinny Records. Tuttavia parrebbe che
molte di queste bands non abbiano raggiunto il traguardo
del secondo disco... Qual è la situazione attuale?
Al momento molte bands stanno
lavorando sodo, tipo i già citati Nexx,
Eden Lost, Airless...
Stanno cercando di portare la propria musica agli
appassionati del genere. Alcuni gruppi si sono persi
per strada, ma in un certo senso ciò è
naturale, ciascuno ha anche la propria vita ed i propri
problemi a cui dover far fronte. Vinny ha dato a tutti
noi l’opportunità di realizzare un sogno;
ora tutto dipende da ciascuna band e dalle sue prospettive
musicali.
Alcune cominità di appassionati
spagnoli si dimostrano tra le più attive fonti
di filesharing sul web… Cosa ne pensate su quest’argomento?
Mi risulta peraltro che i cd d’ importazione
hanno costi proibitivi nel vostro Paese…
Oggigiorno, grazie ad internet,
le bands hanno modo di poter promuovere la propria
musica senza dover investire capitali. Ma d’
altro canto, manca ogni forma di regolamentazione.
E’ ovviamente importante poter godere del potenziale
di diffusione offerto da internet, ma riteniamo che
possano esserci diversi metodi per proteggere la musica
dai downloads illegali o da copie non autorizzate.
So che recentemente siete stati
a Barcellona per girare un videoclip: quale pezzo
avete scelto per il video, e quando sarà disponibile
la relativa clip?
Sarà disponibile in settimana.
La canzone è intitolata "Seal It With
A Kiss", che sarà il nostro primo singolo
estratto dall’ album. Chiunque avrà l’opportunità
di scaricarlo dal nostro sito ufficiale www.91suite.com.
Quale obiettivo vi siete prefissati
con questo secondo album, e come lo valutate in confronto
con l’acclamatissimo debutto?
Diciamo… cercare di raggiungere
ancora più gente che con il nostro primo album.
Vogliamo che il pubblico ci conosca, provi ad ascoltare
la nostra musica e possa decidere se questa piace
o meno. Vorremmo anche suonare dal vivo dovunque sia
possibile. Naturalmente siamo soddisfatti del nostro
primo album, ma forse esso era in un certo senso ancora
acerbo. “Times they change” è la
logica evoluzione della band ad un livello superiore.
Un’ultima curiosità:
che diavolo succedeva in quell’… appartamento
91 che avete scelto come nome per la band????
Davvero nulla... hehehe... beh,
o perlomeno nulla più che in qualsiasi altra
stanza… No, era solo per come la parola suona.
Ci piaceva, dunque l’abbiamo scelta.