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Alessandro Lilli

Giunti alla prova del fuoco del secondo album, gli AORsters iberici 91 Suite superano brillantemente l’esame sfornando un capolavoro del calibro di “Times they change”, che rievoca i fasti dei primi Harem Scarem. L’intervista è inevitabile...

“Times they change”… ma non così tanto!… Sonorità leggermente più heavy (che eccellente guitarwork!!!), una più evidente assonanza con i primi Harem Scarem, ma nel complesso una manciata di grandi canzoni ed un’ ottima performance per il vostro secondo capolavoro… Mi sbaglio?
Hai perfettamente ragione, amico!!! I nostri propositi erano proprio questi. Infatti, cercavamo un suono più heavy. Sai, chitarre dappertutto, melodie dovunque… ma probabilmente la cosa più eclatante qui è il songwriting. Abbiamo prestato molta attenzione alla fase compositiva. Ci siamo presi del tempo per scrivere canzoni solide, alla costante ricerca di qualcosa di nuovo da offrire al pubblico.

Il livello di prima qualità di questa nuova uscita dimostra che l’apporto di Mark Mangold in passato fu importante ma non indispensabile…
Mark Mangold fece un buon lavoro per il nostro primo album. Siamo davvero orgogliosi di essere riusciti a coinvolgerlo in quel progetto. Ma stavolta volevamo qualcosa di leggermente diverso rispetto al primo album. Avevamo a disposizione materiale davvero ottimo, quindi ci siamo semplicemente lasciati andare. Siamo molto soddisfatti del risultato. Abbiamo trascorso tante ore in studio cercando di dare il massimo, ed alla fine l’attesa è valsa la pena…

Sono passati tre anni dal vostro meraviglioso disco di debutto… Cosa avete fatto nel frattempo?
Abbiamo trascorso molto tempo componendo brani ed arrangiandoli al meglio delle nostre capacità. Cominciavamo da zero, dovevamo dimostrare che non siamo una meterora. Ecco perché abbiamo voluto dare il massimo per offrire al pubblico le migliori canzoni che in quel momento siamo stati capaci di realizzare. Non sappiamo se ciò che abbiamo fatto è abbastanza per essere considerati famosi, o una band davvero pregevole, ma non ci interessa più di tanto. Lo abbiamo fatto perché ci piace. Peraltro, siamo accasati con una nuova Etichetta, la Vicious Records, quindi abbaimo anche dovuto gestire quest’ altro aspetto.

“Times they change” è appunto uscito sotto Vicious Records. Cosa è successo con la vecchia Etichetta Vinny Records? C’è stata qualche altra Label che si è proposta per mettervi sotto contratto?
All’epoca avevamo diverse possibilità, ma decidemmo di concedere una possibilità alla Vicious Records. Ci piaceva la considerazione che avevano dei 91 Suite ed i loro progetti per il futuro della band. Con Vicente Corral di Vinny Records è tutto a posto, attualmente egli è il nostro manager. Vicente prese autonomamente quella decisione.

L’album avrà una distribuzione a livello mondiale (incluso Giappone), oppure puntate solo al mercato europeo?
Beh, stiamo portando avanti negoziati proprio in questo momento. Speriamo di essere presenti sul mercato giapponese, così come in qualsiasi altra parte del mondo.

Progetti per un vero e proprio tour?
Dipenderà dalle vendite dell’ album. Noi, naturalmente, speriamo di girare il più possibile, ma al giorno d’oggi non è facile per una band riuscire ad organizzare un tour europeo.

91 Suite hanno un’ottima reputazione come la miglior band AOR spagnola di tutti i tempi. Ma quanto è diffuso l’AOR nel vostro Paese? E sui quale sostegno da parte dei fans può contare una band spagnola? In Italia abbiamo musicisti e gruppi eccellenti (come gli Eva, tanto per fare un nome), ma c’ è una marcata esterofilia. Com’ è la situazione da voi?
Ritengo molto simile... Non è facile poter suonare rock melodico in un Paese come la Spagna o l’Italia... ma forse al giorno d’ oggi in nessuna parte del mondo. La Spagna non è differente in tal senso. Qui abbiamo gruppi davvero brillanti come Nexx, Airless, Eden Lost... ma la gente non presta più tanta attenzione a questo genere di musica. Ci auguriamo che le cose cambino in un prossimo futuro.

Mi risulta che di entrambi i vostri albums esista una versione cantata in spagnolo… Come mai questa scelta?
Non esattamente, è solo che abbiamo registrato la versione in spagnolo di alcune canzoni dell’album. Abbiamo cinque pezzi in questo secondo album, ma non figurano nella edizione internazionale. Il motivo è che lo spagnolo è molto diffuso nel mondo, anche se comunque abbiamo scelto l’ inglese come veicolo linguistico per la musica dei 91 Suite.

Nel corso degli ultimi anni sono apparsi sulla scena parecchi gruppi AOR spagnoli molto promettenti, spesso grazie alla vostra vecchia Casa discografica Vinny Records. Tuttavia parrebbe che molte di queste bands non abbiano raggiunto il traguardo del secondo disco... Qual è la situazione attuale?
Al momento molte bands stanno lavorando sodo, tipo i già citati Nexx, Eden Lost, Airless... Stanno cercando di portare la propria musica agli appassionati del genere. Alcuni gruppi si sono persi per strada, ma in un certo senso ciò è naturale, ciascuno ha anche la propria vita ed i propri problemi a cui dover far fronte. Vinny ha dato a tutti noi l’opportunità di realizzare un sogno; ora tutto dipende da ciascuna band e dalle sue prospettive musicali.

Alcune cominità di appassionati spagnoli si dimostrano tra le più attive fonti di filesharing sul web… Cosa ne pensate su quest’argomento? Mi risulta peraltro che i cd d’ importazione hanno costi proibitivi nel vostro Paese…
Oggigiorno, grazie ad internet, le bands hanno modo di poter promuovere la propria musica senza dover investire capitali. Ma d’ altro canto, manca ogni forma di regolamentazione. E’ ovviamente importante poter godere del potenziale di diffusione offerto da internet, ma riteniamo che possano esserci diversi metodi per proteggere la musica dai downloads illegali o da copie non autorizzate.

So che recentemente siete stati a Barcellona per girare un videoclip: quale pezzo avete scelto per il video, e quando sarà disponibile la relativa clip?
Sarà disponibile in settimana. La canzone è intitolata "Seal It With A Kiss", che sarà il nostro primo singolo estratto dall’ album. Chiunque avrà l’opportunità di scaricarlo dal nostro sito ufficiale www.91suite.com.

Quale obiettivo vi siete prefissati con questo secondo album, e come lo valutate in confronto con l’acclamatissimo debutto?
Diciamo… cercare di raggiungere ancora più gente che con il nostro primo album. Vogliamo che il pubblico ci conosca, provi ad ascoltare la nostra musica e possa decidere se questa piace o meno. Vorremmo anche suonare dal vivo dovunque sia possibile. Naturalmente siamo soddisfatti del nostro primo album, ma forse esso era in un certo senso ancora acerbo. “Times they change” è la logica evoluzione della band ad un livello superiore.

Un’ultima curiosità: che diavolo succedeva in quell’… appartamento 91 che avete scelto come nome per la band????
Davvero nulla... hehehe... beh, o perlomeno nulla più che in qualsiasi altra stanza… No, era solo per come la parola suona. Ci piaceva, dunque l’abbiamo scelta.

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