Questi 4 californiani, dal vistoso look alla Rocky Horrow Picture Show, arrivavano da Orange County, elegante zona residenziale ad una sessantina di chilometri da quella Los Angeles che i Motley Crue, agli inizi degli anni ‘80, erano riusciti ad espugnare con il loro sound aggressivo, ma orecchiabile.
Orange County non può tuttavia vantare lo stesso appeal cosmopolita e permissivo della Città degli Angeli; anzi, è nota soprattutto per essere una storica roccaforte repubblicana (diede tra l’altro i natali al Presidente Richard Nixon) e per l’elevato tenore di vita dei suoi abitanti, caratterialmente poco inclini ad accettare elementi di disturbo di qualsiasi tipo.
Come a volte accade, un contesto fortemente borghese e culturalmente autarchico può generare, all’interno dello stesso tessuto sociale di appartenenza, delle reazioni opposte e contrarie che non di rado si manifestano sotto forma di scelte musicali radicali di cui si fanno portavoce le generazioni più giovani.
Non è quindi un caso se Orange County, da un punto di vista storico-musicale, sia diventata la culla, proprio agli inizi degli anni ’80, di una delle più violente ed energiche avanguardie di rock alternativo.
Notissima la scena punk locale che da questa area geografica ha preso il suo nome: il cosiddetto hardcore di Orange County, per l’appunto.
Vandals, Adolescents, Agent Orange, Social Distorsion sono state soltanto alcune delle band che hanno esportato nel mondo ritmiche velocissime ed un sound con un elevato contenuto melodico.
All’interno di questo contraddittorio contesto, culturalmente e politicamente accentratore, ma musicalmente all’avanguardia, nasceranno, cresceranno e moriranno gli Witch, una delle prime band californiane a catturare gli input trasmessi dai Motley Crue e dagli W.A.S.P., sia in termini di look che di sound.
Il luogo era quindi, paradossalmente, quello giusto ed il momento, immediatamente successivo al boato di Too Fast for Love, anche.
Everyone was into to it; total commitment to the moment, wheter it was banging your head or doing a flip from the balcony into the crowd…you were involved…it was intense
(Punky Peru)
Purtroppo, un ambiente agguerrito ed una scena musicale fertile non bastano, da soli, a determinare il successo di un artista che, evidentemente, deve anche sapersi muovere con destrezza all’interno del contesto che lo circonda.
Oltre a dover avere un pizzico di fortuna e di esperienza.
Le variabili in gioco sono quindi molteplici e riuscire a centrarle tutte si rivela spesso una impresa alla portata di pochi.
Agli Witch, più che l’esperienza, dote che, vista la giovanè età non potevano ancora possedere, mancò forse, un pizzico di buon senso.
Pur trovandosi nel posto giusto al momento giusto, questi 4 ragazzi vedranno sfumare i loro ambiziosi progetti di crescita per via di scelte e collaborazioni che, col senno di poi, si sarebbero rivelate penalizzanti per la loro carriera.
Nati nel 1983 dalle ceneri di band locali come gli Special Forces, i Cirque e gli Ampage, gli Witch, all’epoca Punky Peru (batteria), Peter Wabbit (voce), Ronny Too (chitarra) e Michael Williams (basso), iniziano presto ad incendiare il circuito dei club californiani con le loro pirotecniche performance live.
Uno dei punti di forza di tali esibizioni era rappresentato dall’alto tasso di teatralità che le caratterizzava, simile a quello che stava rendendo popolari, sempre nello stesso periodo, i famigerati show dei colleghi W.A.S.P. e che aveva caratterizzato anche le prime uscite live dei Motley Crue: croci bruciate sul palco, fuochi d’artificio, ghiaccio secco e fiamme a volontà erano il pane quotidiano con cui gli Witch nutrivano l’immaginario del pubblico che accorreva ad assistere ai loro concerti.
La proposta musicale, perfettamente in linea con tali allestimenti scenografici, era esplosiva e dai tratti grossolani, ma non mancava di un primordiale fascino e di una indubbia carica melodica.
Tali caratteristiche la avvicinavano alla formula sonora che aveva lanciato in orbita l’epocale esordio discografico dei Motley Crue che le stesse Streghe non hanno mai nascosto di avere come loro principale punto di riferimento.
Il sound degli Witch era tuttavia sovraccaricato da una energia ancora più metallica e da un’atmosfera più rarefatta e dark rispetto a quanto proposto dai loro colleghi di Los Angeles capitanati da Nikki Sixx.
Ciò testimoniava spiccate influenze heavy metal di matrice europea:
we were listening to bands like Motorhead, Saxon, Krokus and Scorpions. I guess I would have to say that the British metal bands were a big influence
Questi punti di riferimento rendono lo stile degli Witch meno anthemico e, quindi, meno carico di elementi festaioli di quanto non ci si aspetterebbe da un gruppo di glam rockers.
Gli Witch inizieranno a fare instancabilmente spola da un club all’altro della California cercando di crearsi un nocciolo duro di fans.
Da Costa Mesa fino ad Anheim; da San Pedro ad Hollywood. Qualsiasi spazio delimitato da 4 mura che avesse un palco, una porta d’ingresso dalla quale far entrare il pubblico ed una uscita di sicurezza attraverso la quale farlo defluire in caso di “complicazioni”, era adatto allo scopo; anche quelli della famosa Bay Area di San Francisco, territorio tradizionalmente ostile a band che, almeno apparentemente, anteponevano il look al sound e che non suonassero quindi come delle copie carbone di Megadeth o Metallica.
Visti i buoni riscontri in termini di affluenza di pubblico, nel luglio 1983, le 4 streghe decidono di non perdere tempo ed entrano in studio per registrare un demo di 3 pezzi (“Damnation”, “Bewitched”, “Nervous Wreck”), finanziato da Dave Richards, patron della Azra Records, piccola etichetta discografica che, un anno prima, aveva collaborato con gli Special Forces di Peter Wabbit pubblicando l’EP Working Man’s Tool.
Gli Witch dimostrano fin da subito una forte professionalità e dedizione al lavoro: basti pensare che il batterista Punky Peru, fondatore del progetto, non esiterà un attimo ad allontanare il bassista Williams, reo, con la sua condotta troppo superficiale, di aver messo a rischio la reputazione della band contravvenendo al divieto di introdurre alcolici in un locale che avrebbe dovuto ospitare la sera stessa una loro esibizione live.
Nel marzo del 1984 gli Witch portano a termine il lavoro iniziato qualche mese prima con l’incisione del demo tape: entrati nei Sunset Sound Studios di Hollywood ne usciranno con le registrazioni dei master tapes che poi andranno a costituire l’ossatura del loro primo EP: The hex is on, una delle pietre miliari del sound glam metal americano.
Nel frattempo, al basso era subentrato Jim Warmon al posto del dimissionario Williams.
Il nuovo acquisto riregistra le parti di basso dei pezzi inclusi nel precedente demo cui vengono aggiunti 3 nuovi brani: Wet n’ Wild, Cinderella in Black Leather e Blond attack (che all’ultimo momento verrà tuttavia scartata dalla track list dell’EP).
Nel frattempo, l’impegno live della band non subisce soste.
Il 7 aprile 1984 gli Witch aprono per gli Steeler di Ron Keel al Perkins Palace di Pasadena, tempio dell’hard rock n’roll californiano, dopo che nei giorni precedenti la stazione radio KLOS di Los Angeles aveva trasmesso a rotazione il brano Damnation per stimolare gli appetiti dei kids locali.
L’intensa attività live inizia a dare i primi frutti facendo guadagnare alla band un sempre maggiore livello di popolarità, al punto che i 4 musicisti, nel maggio 1984, prendono parte, come comparse, alle riprese di un film.
La pellicola, non certo un blockbuster, si intitolava Radioactive Dreams: a fronte di un compenso di 2.000 usd a testa, i 4 rocker avrebbero dovuto interpretare sé stessi nel ruolo di un gruppo heavy metal calato in uno scenario postapocalittico alla Mad Max.
Appena un mese dopo le riprese, gli Witch commettono quello che, a posteriori, potrà esser definito come il loro grande passo falso, ma che inizialmente sembra la decisione più sensata da prendere.
Firmano infatti un contratto con la Tapestry Artist Management Company.
Le clausole del contratto delegavano a questa dinamica agenzia di pubbliche relazioni il compito di procurare ai quattro un contratto discografico, sollevando la band da qualsiasi onere al riguardo.
Fino a qui niente di strano!
Tuttavia, la Tapestry aveva inserito (e gli Witch, purtroppo per loro, accettato) una clausola contrattuale in seguito alla quale l’agenzia otteneva il controllo completo sulle scelte dei 4 musicisti che venivano quindi privati di qualsiasi potere decisionale in fase contrattuale.
All’inizio tutto sembra andare per il meglio: i master tapes registrati a marzo vengono trasferiti su vinile (di colore rosso) per la O.T.T. (Over The Top) Records, etichetta fondata dalla band stessa e la distribuzione viene curata dalla Important Records Distribution che fa le cose in grande, iniettando sul mercato americano 12.000 copie dell’EP (che andranno tutte esaurite).
Nello stesso mese l’EP verrà stampato in Francia dalla Axe Killer con un artwork diverso (che vede raffigurati i 4 musicisti sulla copertina) e su vinile rosso (la prima stampa) e nero (la seconda stampa).
Una terza ed ultima stampa sarà rilasciata, un anno più tardi, dalla Heavy Metal America Records per il mercato inglese (con una cover simile, ma non identica, a quella americana e con un retro copertina diverso).
Il lavoro è impregnato di una cupa atmosfera claustrofobica, a cominciare, appunto, dalla copertina, dai contenuti sufficientemente e volutamente scandalosi.
La cover ritrae infatti una esile modella (Mitzi Gorder) posizionata di spalle e coperta soltanto da lingerie nera e da una cascata di capelli biondi, con i quattro membri della band aggrappati alle sue gambe in una sorta di feticistica posizione di adorazione/supplica.
Sul retro della cover gli Witch, vestiti di calze a rete strappate, stivali con i tacchi alti e biancheria di pelle nera, ribadiscono la loro immagine pericolosamente glamour ed intimidatoria.
Interrogato su cosa avesse ispirato questo look estremo, Punky Peru conferma influenze neogotiche e le vede come una naturale evoluzione del nome della band:
we wanted something dark and heavy with an energetic flash. When we came up with the name Witch, the name just paved the path
La opening track, Damnation, è introdotta da trame melodiche velenose e lugubri che fanno da sfondo alla potente ed autoritaria voce di Wabbit, il cui timbro mescola l’impeto goliardico di Rocky Shades degli inglesi Wrathchild all’isteria vocale di Blackie Lawless degli W.A.S.P.
La successiva Bewitched decolla veloce con un graffiante riff stile Live Wire dei Motley Crue, mentre Cinderella (in black leather) e Nervous Wreck, scritte da Ronny Too quando militava nei Cirque, ribadiscono la linea dura fatta di cori secchi e fulminei, ritmiche travolgenti e riff affilati sparati come proiettili nelle timpani dell’ascoltatore.
Le liriche non lasciano molto spazio alla fantasia: in Nervous Wreck Wabbit dipinge uno scenario di metropolitana follia: “Welcome to the mess, say hello to the crime; we are gonna sin and we are gonna hide; well, lock your doors, stay inside, we are gonna get you, gonna blow your mind(…). I am nervous wreck”.
La conclusiva Wet n’ Wild rallenta il ritmo e si apre a linee melodiche più rassicuranti enfatizzate da un coro che anticipa i primi lavori dei Poison.
Forse, l’unico vero brano di party rock all’interno di una scaletta dove predomina un approccio duro e metallico.
Anche in questa track, le parole abbaiate da Wabbit sono sufficientemente colorite: “Over there, dressed in black, could be another blond attack; buy me a drink lady, set them up, take you home, I wanna fill you up”.
Per gli Witch sembrava essere arrivato finalmente il momento giusto: il contesto generale all’interno del quale si stavano muovendo era in crescita.
Avevano in mano un EP contenente i loro pezzi migliori che stava andando a ruba; godevano di un’ottima fama a livello locale guadagnata grazie ad una capillare attività concertistica.
Dulcis in fundo, erano gestiti da una agenzia di management che li aveva completamente sollevati dalle incombenze burocratiche legate alla ricerca di un contratto discografico, permettendo alla band di concentrarsi sui soli aspetti stilistici della loro carriera.
Sarà proprio la Tapestry, invece, con una serie di mosse strategicamente inappropriate, ad impedire agli Witch di diventare dei nuovi Motley Crue.
Il primo passo falso, tuttavia, è da imputare agli Witch stessi che tentano di prendere una decisione sul loro futuro in totale autonomia e senza consultare la Tapestry.
The hex is on aveva richiamato l’attenzione di Brian Slagel, proprietario della Metal Blade Records.
Slagel, pur non avendo a disposizione un grosso budget, era intenzionato a mettere sotto contratto i 4 californiani che, durante un incontro informale, cui non prende parte la Tapestry, confermano alla Metal Blade il loro interesse.
La Tapestry, in realtà, aveva in mente piani più ambiziosi per i suoi protetti e quando viene a conoscenza dei termini della proposta, ritenendola inadeguata, fa leva sul contratto che impediva agli Witch di prendere qualsiasi decisione in merito alla loro carriera senza previo consenso dei loro manager.
Questi ultimi erano convinti di poter spuntare un contratto direttamente con la major Capitol Records, con la quale erano appena entrati in contatto, secondo un’azzardata strategia pokeristica di all or nothing.
Ed alla fine è proprio con nulla che si ritrovano in mano gli Witch, poiché l’accordo con la Capitol non sarà mai raggiunto anche perché i manager della nota major avevano già sotto contratto gli WASP, band molto simile, sia per forma che per contenuti, agli Witch.
Ecco come il bassista Jim Warmon ricorda quel difficile momento.
They had us by the balls with their F’n contact that we all regretted signing! They were holding out for a deal they had in the works with Capitol that never materialized. So we had to walk away from Brian… a move we regret to this day! Brian didn’t get what the hell the problem was and has put a ton of resources into signing his new band Witch… I think Brian is still mad to this day! Guess what… So are we!!!
Nel giugno 1985 si verificano due eventi che rappresentano per la band l’inizio della fine.
Il sodalizio tra gli Witch e la Tapestry si interrompe e Punky Peru viene allontanato dagli altri membri della band, istigati da un insofferente Ronny Too che contestava al batterista una scarsa dedizione alla causa.
Punky viene rimpiazzato da Joey Capizola.
Appena un mese dopo, all’indomani di un imbarazzante show al Prado Park di Riverside, anche Peter Wabbit lascerà la band per unirsi al nuovo progetto dell’amico Punky: gli Spoiled Rotten (con Justyn Time al basso e Jenny T alla chitarra).
Nel settembre 1985 gli Witch si sciolgono e Jim e Ronny formano i Circus Circus.
Gli scarsi risultati ottenuti da questi due progetti convincono Punky a scommettere su una reunion della sua vecchia band e a coinvolgere Wabbit e Warnon.
Ronny Too, vittima del più classico dei copioni, per cui la vendetta è un piatto da consumarsi freddo, viene escluso proprio da Punky che lo sostituisce con 2 chitarristi: David St. John (ex Jekill and Hyde) e Scott Rickett (ex Caution).
I primi risultati della reunion non tardano ad arrivare e si materializzano sotto forma di due nuovi brani: la ritmata Can’t take our rock e Victory without pain che finiranno nell’EP Nobody Sleeps, pubblicato nell’aprile 1987 sempre dalla O.T.T. Records.
Nell’agosto del 1988 la band, che nel frattempo era tornata alla formazione originale a quattro con il recupero di Ronnie Too alla chitarra, registra un demo di 4 pezzi (Take me away, Hit the road, Victory without Pain e Can’t take our Rock) che tuttavia non porta alcun risultato concreto.
Gli Witch andranno avanti a suonare dal vivo ancora per un paio d’anni (da segnalare l’ingresso, per un certo periodo, di David Ezrin alle tastiere, figlio del noto produttore Bob), fino al secondo e questa volta definitivo scioglimento datato aprile 1989.
Durante il biennio 1987/1989 la band avrà la possibilità di mettersi in mostra con un paio di showcase per la Atlantic Records che, tuttavia, si concluderanno entrambe le volte con un nulla di fatto, confermando che il triste destino di questa band li condannava a rimanere una delle tante eterne promesse del glam metal underground americano.
Nel 2008 inizia l’opera di ristampa della scarna discografia degli Witch con Damnation, una raccolta su CD per la Old Metal Records (appena 1.000 copie stampate) che raccoglie l’intera produzione in studio della band assieme ad alcuni brani live.
Nel novembre 2011 Punky e Peter pubblicano a loro spese la raccolta The hex is on… and then some e che comprende i primi 2 EP assieme ad alcune demo senza apportare grosse novità a quanto offerto da Damnation.
Gli Witch, assieme ai Motley Crue, ai Seduce, ai London ed ai Sin hanno avuto il merito di essere stati tra le prime band americane a costruire un ponte stilistico ideale tra l’heavy metal ed il glam rock inglese di metà anni ‘70, puntando su una immagine dalle tinte forti che 20 anni dopo avrebbe fatto le fortune di band come gli Wednesday 13 o i Sister.
Solo per questo motivo e per la loro forte carica innovativa meritano sicuramente un ascolto.
Franco Brovelli