Ugly Kid Joe “Uglier Than They Used Ta Be”

Ugly Kid Joe "Uglier Than They Used Ta Be"
Nel 1991 erano sulla bocca di tutti mentre il loro singer Withfield Crane era il desiderio notturno di tutte le femminucce adolescenti e non

Sic transit gloria mundi… ere fa… eoni fa, c’è stato un breve periodo nel quale gli Ugly Kid Joe erano in cima alle classifiche, in heavy rotation su Mtv e sulle copertine di ogni giornale rock sparso dagli Appennini alle Ande e dal Manzanarre al Reno… nel 1991 erano sulla bocca di tutti mentre il loro singer Withfield Crane  era il desiderio notturno di tutte le femminucce adolescenti e non: da quell’EP campione d’incassi  “Ugly as They Wanna Be” ed il susseguente album di debutto “America’s Least Wanted” è passato la bellezza di un quarto di secolo… gli Ugly kid Joe erano il perfetto cordone ombelicale tra l’hard rock anni ’80 e l’alternative figlio dei Black Sabbath che stava invadendo l’etere.

Dopo la sbornia di successo la band veleggiò attraverso gli anni novanta pubblicando altri due album di qualità (prima il più duro “Menace to Sobriety” per finire poi con l’ancora più alternativo “Motel California”) …poi di loro nessuna traccia.

In tempi recenti, dove le reunion sono quasi un passaggio obbligatorio nella storia travagliata di una band, nemmeno loro si sono fatti scappare questa opportunità e dopo un paio d’anni di tour in giro per il mondo e l’anonimo EP “Stairway to Hell” del 2012 ora gli Ugly Kid Joe ritornano con questo nuovo album che fin dal titolo e dalla copertina (al dire il vero veramente brutta!) riporta ai loro tempi aurei, come ad evidenziare che quei ragazzini di una volta in anfibi, shorts e capellino sono ancora qua tra noi.

L’opener “Hell Ain’t Hard to Find” lascia perplessi al primo ascolto e si comincia a guardare sotto il tappeto, dietro la pianta e le tende del soggiorno alla ricerca di “prezzemolino” Dave Grohl… nei crediti non c’è, ma la canzone è più Foo Fighters dei Foo Fighters stessi… gli Ugly Kid Joe non hanno bisogno di essere dei citazionisti di bassa lega… il calcio d’inizio non è promettente pur non essendo affatto una brutta canzone, anzi!!!! La nostra fortuna è la voce di Whitfield Crane che splende un po’ ovunque e l’album procede dritto come un siluro tra reminiscenze e sonorità legate di più agli Ugly Kid Joe di metà anni novanta (la formazione è quella con il fenomenale Shannon Larkin dietro le pelli!).

Dalla stupenda “Let the record play al groove” di Bad Seed, dalle fresche melodie alternative di “Mirror the Man” agli accordi più tenui di “Under the Bottom” Whitfield Crane è sugli scudi impreziosendo i pezzi con la sua voce inconfondibile. Peccato per l’inutile cover di “Ace of Spades” (con ospite proprio Phil Campbell!) che non porta nulla al brano in se mentre molto meglio con la seconda cover ovvero la più dura “Papa was a Rolling Stone” dei Temptations.

L’album del ritorno regala alcuni momenti veramente validi e ci riporta a noi una band in forma e che mostra una sinergia di gruppo che sorprende. I mocciosi combina guai di venticinque anni fa non ci sono più… ora la band ha dalla sua maturità, consapevolezza, esperienza e palle quadrate… non è poco al giorno d’oggi.
Dategli un ascolto e “Uglier Than They Used To Be” vi sorprenderà!

MetalVille Records 2015
www.uglykidjoe.net

MATTEO TREVISINI

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