Ho provato a mettermi in contatto con Terry e gli Strangeways prima di andare al Firefest, ma è stata dura, frotunatamente prima dlla partenza per l’Inghilterra mi ha risposto Terry Brock.
Mi scrisse di aver ricevuto il mio messaggio e che mi avrebbe aspettato al suo albergo: una persona simpatica e meravigliosa! Godetevi ora quest’intervista!
Criss: Ok Terry, per iniziare perchè non mi dici come è stato l’inizio della tua carriera?
Terry: Ho iniziato con i Kansas, nel lontano 1980… mi hanno insegnato molto su come diventare un musicista professionista. Ho suonato con Steve Morse e una band chiamata Le Roux. Sono felice di aver avuto l’opportunità di girare con questi ragazzi, soprattutto con i Kansas, perché mi hanno mostrato la strada per diventare un professionista.
Criss: Cosa mi dici sulla tua esperienza con gli Strangeways, di “Native Sons” e “Walk In The Fire”?
Terry: Era la prima volta che stavo fuori dall’America, quando Kevin Elson mi chiamò e mi disse che gli Strangeways erano alla ricerca di un cantante, così ci siamo incontrati e ci siamo trovati subito.
Riguardo quei due dischi, sono ancora i migliori progetti a cui io sia mai stato coinvolto e probabilmente quelli nuovi non suoneranno mai come quelli…
C’è una news, abbiamo un nuovo CD in uscita, probabilmente uscirà tra circa un mese, direi tra novembre e dicembre (l’intervista risale a giorni del Firefest. ndr), si intitola “AOR – Age Of Reason”, suona come un incrocio tra “Walk In The Fire”
e “Native Sons” e… non vediamo l’ora che esca.
Criss: Perchè poi hai lasciato gli Strangeways?
Terry: Non eravamo in grado nemmeno di guadagnarci da vivere. La RCA Records in America non sosteneva la band e praticamente i soldi che avevamo a dispozione li avevamo spesi tutti. Avevo un pò di nostalgia di casa, ormai erano circa tre anni che ero in Inghilterra e sapevo che potevo fare una vita migliore negli Stati Uniti, così mi sono trasferito a New York dove ho cantato per spot televisivi e fatto diverse session per tutti gli anni novanta. E’ andata bene alla fine e così poi sono tornato nel 2000 con i The Sign, ma è stato strano con loro per via delle differenze musicali e di personalità…
Criss: Cosa mi dici su “Blue Diamond”?
Terry: In “Blue Diamond” ho avuto modo di lavorare con Mike Slamer ed è stata un’esperienza incredibile. Lui è uno dei primi cinque produttori al mondo a mio parere. C’è un grande rapporto di lavoro e di grande amicizia, così come con Billy Greer che è stato per me come il mio fratello maggiore… Ho lavorato con amici come FM, Valentine, James Christian e Robin Beck, sono sicuro che me ne dimentico qualcuno, ma da tutti loro ho imparato qualcosa e questo mi piace molto.
Criss: Possiamo dire quindi che “Walk In The Fire” è uno dei tuoi album preferiti?
Terry: Si, probabilmente. Ce ne sarebbero due, anche “Diamond Blue”…
Criss: OK…
Terry: Direi “Walk In The Fire”, “Diamond Blue” e “AOR”.
Criss: OK. Come è stato tornare con gli Strangeways?
Terry: Non eravamo sicuri che tornare insieme fosse davvero la cosa giusta, non ci vedevano da oltre venti anni e sono successe un sacco di altre cose, ma quando Ian è venuto a prendermi alla stazione, dopo che abbiamo parlato al telefono e ci siamo scambiati messaggi su facebook o myspace o qualcosa del genere – grazie a Dio i social media che ci hanno messo di nuovo insieme – dicevo… sono sceso dal treno, ci siamo abbracciati l’un l’altro ed è stato come se non ci fossimo mai lasciati, ed è meglio ora di quanto lo è mai stato. Siamo tutti cresciuti, più maturi, troviamo piacere nello stare insieme, e amiamo suonare insieme più di quanto abbiamo mai fatto.
Criss: Hai qualcosa da aggiungere ai lettori?
Terry: Voglio ringraziare tutti i fan che negli anni hanno sostenuto gli Strangeways, per avermi supportato ed acquistato i CD, consiglio di andare ai concerti, perchè è così che riusciremo a continuare a fare questa musica e rimanete sintonizzati perchè questa volta non ce ne andiamo!