L’eco del terremoto glam che aveva attraversato la California agli inizi degli anni ’80, si propagò velocemente in tutti gli Stati Uniti fino ad arrivare a scuotere le fondamenta dell’intero music business americano.
Un esercito di giovani musicisti armati di rossetto, stracci colorati, lacca e chitarre distorte era pronto ad importare quel neonato e potenzialmente vendibile subgenere nelle sale prove di mezza America, a dimostrazione di come quel fenomeno musicale non dovesse restare circoscritto geograficamente al sole ed alle spiagge californiane.
Tra i più agguerriti non californiani a raccogliere il testimone musicale lasciato dai Crue vanno ricordati i Teeze, band tanto valida quanto sfortunata.
Formatosi nel 1983 a Philadelphia, questo quintetto mosse i primi passi nel mondo musicale seguendo lo stesso iter comune a tutti i giovani aspiranti musicisti hard rock e che vedeva la band cimentarsi in quasi obbligate cover di brani di AC/DC, Kiss e Thin Lizzy.
Questi 5 amici, compagni di liceo, erano il cantante Louis Rivera, i chitarristi Brian Stover e Greg Malack, il bassista Dave Weakley ed il batterista Kevin Stover.
La band adottò fin da subito un rags look dai toni particolarmente accesi, fatto di stracci colorati e strappati che, qualche anno dopo, verrà ripreso dai Twisted Sister in occasione del loro “Stay Hungry” e cui si ispireranno anche band minori come i Sin o futuri mostri sacri come i Cinderella, questi ultimi concittadini dei Teeze.
I Teeze, inizialmente, faticarono a trovare una propria identità: Malack infatti avrebbe voluto comporre materiale proprio, mentre gli altri membri della band erano più propensi a proseguire la carriera come cover band, anche perché, in quegli anni, Philadelphia non poteva ancora contare su di una propria scena hard rock o heavy metal a supporto di iniziative del genere ed il timore era quello di puntare su di un cavallo che avrebbe gareggiato in solitudine.
Se siamo qui a parlare di questa band di glam rockers, è ovvio che alla fine prevalse la linea del giovane chitarrista che dovette minacciare di andarsene per convincere i compagni.
I Teeze iniziarono a scrivere materiale proprio fino ad arrivare all’autoproduzione col singolo promozionale “Party Hardy” / “Going Away” (SMC) che fu stampato in edizione limitata nel novembre 1983 in sole 500 copie, da inviare alla stampa, alle stazioni radio ed alle case discografiche.
Fu proprio una di queste stazioni radio, la WYSP del Dj Mark Didia, a credere nelle qualità della band ed a trasmettere, a rotazione, il singolo: l’esposizione radiofonica che ne derivò fece guadagnare al gruppo una buona popolarità, a tal punto che Louis e compagni furono invitati a prender parte alla trasmissione televisiva “Dancin’ on air” di una emittente locale.
L’evento in sé non era particolarmente originale, ma l’occasione di apparire davanti a delle telecamere era ghiotta: ai Teeze venne chiesto di esibirsi davanti ad un pubblico composto da sole ragazze.
Ovviamente era stato il loro look ‘rumoroso’ a richiamare l’attenzione dei responsabili di palinsesto della rete televisiva che videro nell’immagine della band una ideale leva di richiamo per una puntata che sarebbe dovuta andare in onda ad Halloween.
Il livello di popolarità in crescita e gli ottimi riscontri di critica e di pubblico convinsero i Teeze a continuare sulla strada dell’autofinanziamento e, nel febbraio 1984, furono stampate le prime 2.000 copie dell’omonimo esordio di 8 pezzi (sempre per la SMC Records, leggi la recensione).
La tiratura iniziale andò ben presto esaurita e la band fu costretta ad organizzare una serie di concerti per mettere assieme i fondi che le permettessero di stampare altre 5.000 copie del lavoro e far fronte alla domanda in esubero.
Questo successo nel circuito underground spinse una importante casa di distribuzione californiana (già attiva con Slayer, Great White e Keel), la Greenworld Distribution, a stipulare un contratto con la band cui fece seguito un accordo di sub-licenza con la label olandese Road Runner che si sarebbe occupata della distribuzione dell’album al di fuori del territorio americano.
Il lavoro venne ristampato con una copertina a colori e con l’aggiunta del brano “On the run“.
Impreziosito da questa nuova veste grafica e da una distribuzione più capillare “Teeze” si fece notare al di fuori dei confini americani per arrivare in Inghilterra dove riuscì a raggiungere la posizione numero 2 della prestigiosa classifica di Sounds.
Le vendite dell’album, supportate anche da tour promozionali con Kix, Ace Frehley, Blackfoot, Cinderella e Britny Fox, raggiunsero le 40.000 copie in tutto il mondo.
Purtroppo, quando sembra che le cose stiano andando per il verso giusto, il destino si diverte a metterci lo zampino.
La band, dal momento della ristampa dell’album in poi, sarà infatti bersagliata da una lunga serie di eventi sfavorevoli.
I Teeze non fecero in tempo a godersi i primi risultati ottenuti dall’album che una sentenza del tribunale della contea di Los Angeles istituì una procedura concorsuale per la Greenworld, che ben presto venne dichiarata incapace di far fronte ai propri debiti.
Il curatore fallimentare nominato dal tribunale ordinò l’immediato ritiro dai negozi di tutti gli album distribuiti dalla Greenworld, ivi compreso quello dei Teeze.
Come se non bastasse i conti bancari della Greenworld vennero congelati ed il pagamento delle royalties verso gli artisti fu sospeso.
Al danno si aggiunse anche una beffa: i master tapes dell’album vennero messi all’asta dal tribunale assieme ad altri beni appartenuti alla Greenworld così da ottenere una veloce monetizzazione che placasse una parte dei creditori.
I Teeze si ritrovarono tutto a un tratto trasformati in unsecured creditors, una brutta accoppiata di parole che, in diritto fallimentare, indica il riconoscimento della facoltà di un creditore ad essere risarcito, ma soltanto dopo i creditori di primaria importanza, ossia quelli secured che, 100 volte su 100 sono le banche.
Tale procedura di risarcimento ha dunque tempistiche di liquidazione incerte e, soprattutto, lunghe ed una volta pagati i creditori primari, generalmente non resta nulla per quelli unsecured.
I Teeze si ritrovarono quindi senza soldi e con poche possibilità di risarcimento future, senza un distributore, senza il loro album nei negozi e senza i master tapes dai quali si sarebbero potute ottenere nuove copie del loro LP.
Per fortuna… la sfortuna, dopo tanto accanimento, decise di prendersi una pausa di riflessione e distolse per un attimo la sua attenzione dalla band che ne approfittò per guardarsi intorno e ricominciare tutto da capo, alla ricerca di un contratto discografico.
Per far ciò, bisognava trovare prima l’appoggio di una agenzia di management.
Dopo un tentativo andato a vuoto con Tim Collins, manager dei redivivi Aerosmith, finalmente i Teeze si accordarono con la Champion Entertainment di Tommy Mottola nell’estate del 1986.
I 5, che nel frattempo avevano sotituito i dimissionari e delusi fratelli Brian e Kevin Stover con Rex Eisen alla chitarra e Mike Natalini alla batteria, registrarono su demo tape del nuovo materiale che, nelle esperte mani di Mottola, si trasformò ben presto in oro.
Nel gennaio 1987 Mottola procurò alla band un contratto discografico per ben 7 album (??) con la Columbia.
Le registrazioni del nuovo album iniziarono nell’inverno del 1988 a Long View Farms, in Massachussetes.
A dirigere le operazioni Max Norman, produttore di grido che aveva già all’attivo altisonanti collaborazioni con i giapponesi Loudness e con Ozzy Osbourne.
Da questo momento in poi la sfortuna si ricordò dell’esistenza dei Teeze.
Le registrazioni furono portate a termine verso la fine del 1988 e subito si presentarono dei problemi di natura tecnica.
Dall’ascolto dei master tapes emerse che Norman aveva sbagliato il missaggio. A risentirne maggiormente erano basso e batteria che suonavano vuoti e privi di mordente.
Questo contrattempo tecnico fece perdere altro tempo in discussioni ed alla fine la Columbia, per tacitare i 5 musicisti decise di far rimixare solamente le 3 canzoni che sarebbero dovute uscire come singoli.
Tutto questo senza informare la band alla quale fu detto che il mixaggio avrebbe interessato tutti i brani dell’album.
Le nuove operazioni furono supervisionate da John Mrvos.
Nel frattempo, un nuovo pacco sorpresa fu recapitato alla band: i legali della Columbia avevano scoperto che una band canadese, già messa sotto contratto da una major, aveva un nome simile a quello dei Teeze ed imposero al gruppo un cambio di nome.
La band fu costretta ad accettare ed il vecchio nome scomparve dalla cartina geografica del mondo musicale per venire rimpiazzato da un nuovo monicker: Roughhouse.
Anni di sforzi per promuovere il nome Teeze presso il pubblico americano furono così spazzati via in un batter d’occhio per evitare potenziali dispute legali.
Bisognava ripartire da zero ed assicurare al nuovo album un supporto promozionale adeguato per colmare l’improvviso vuoto di popolarità creato dal cambio di nome.
Ciò purtroppo non avvenne: la band sperava in una serie di date a supporto di artisti di fama così da potersi esibire davanti ad una audience numerosa.
Invece si ritrovarono a suonare come headliners in locali semivuoti.
Inoltre, ai Roughhouse, la Columbia assegnò il promoter sbagliato, ossia proprio quel John Mrvos che aveva accettato di rimixare con una certa leggerezza i master tapes dell’album e che aveva personalmente messo sotto contratto una giovane band, proveniente anch’essa da Philadelphia: i Britny Fox.
Ironia della sorte, l’album d’esordio di questi ultimi uscì in contemporanea a quello dei Roughhouse.
Inutile dire che Mrvos concentrò tutte le sue risorse sui suoi pupilli e ben presto il singolo Girlschool si ritrovò in cima alle classifiche americane facendo guadagnare ai Britny Fox il disco d’oro.
Nel frattempo, il cambio di nome imposto ai Teeze aveva innescato un prevedibile e spiacevole circolo vizioso.
I potenziali acquirenti non collegavano il nome Roughhouse ai Teeze ed ignoravano l’album; questa mancata promozione frenò ancora di più le vendite, fino a quando la Columbia, insoddisfatta dei risultati, decise di sciogliere il contratto con la band che si sciolse definitivamente nel 1991, anno in cui scoppiò il fenomeno grunge e l’intero movimento hair metal cessò di suscitare interesse nel miusic business.
Franco Brovelli