L’Austria non è certamente una nazione famosa per le rock band, gli unici fino ad ora ad aver avuto un minimo di rilevanza in campo internazionale erano stati gli Schubert, ma adesso anche la nazione centroeuropea può annoverare un gruppo degno di nota anche al di fuori dei propri confini. “Riders Of The Worm” è il terzo album dei Sergeant Steel, ed è decisamente quello della completa maturazione del sestetto austriaco, che già nei precedenti lavori aveva fatto intravedere delle ottime potenzialità.
“Happy Time (Love On Demand)” e “Dirty Habits” aprono il disco come meglio non si potrebbe, in un tripudio di atmosfere festaiole e terribilmente anni ’80, come se il tempo si fosse fermato e avesse trasportato il Sunset Boulevard tra le alpi austriache invece che nella calda e assolata California. “Silver Spoon” ospita alla chitarra Kane Roberts, il chitarrista Rambo già visto alla corte di Alice Cooper in un brano che mischia party rock e AOR alla Journey/Foreigner. Altro ospite illustre è Mark Slaughter che duetta con Phil Vanderkill in “Young And Hungry”, pezzo dal sapore quasi southern.
Rock’n’Roll ad alto voltaggio in “Only Good Girls (Love A Rock’n’Roll Boy) e “Rock’n’Roll Highway”, sempre in bilico tra party rock scanzonato alla Poison e AOR , grazie al sapiente lavoro di Ben Bateman alle tastiere. Più riconducibile a sonorità di stampo scandinavo è invece “Hot Widow”, mentre sul lato più melodico sono ben due le ballate presenti nel disco: “Promised Land”, abbastanza ordinaria, ma soprattutto “Where My Heart Is”, dimostrazione di come la band austriaca sia cresciuta moltissimo anche nella cura degli arrangiamenti. Da non sottovalutare per la buona riuscita dell’intero lavoro il lavoro di produzione del chitarrista Jack Power ma soprattutto quello in fase di mixaggio e mastering del grande Michael Wagener, ancora in grado di fare la differenza e ideale ponte tra le grandi band degli anni ’80 inizio ’90 e le nuove leve come i Sergeant Steel.