Ho atteso davvero con impazienza il come-back dei miei concittadini Seddy Mellory, da quando li ho (tardivamente, mea culpa) “scoperti” nel 2014 me ne sono letteralmente innamorato. Non è una mera questione di campanile, i ragazzi hanno risvegliato col botto il mio interesse per la scena locale, ormai sopito da tempo (e non sono i soli, prima o poi dovrò farvi un bel discorsetto anche su Jet Set Roger, ma questa è un’altra storia).
L’anno scorso ho avuto il privilegio di ascoltare in anteprima l’album “a scatola chiusa” con altri addetti ai lavori e ne sono uscito esaltato, con tanto di brano che continuava a ronzarmi in testa con un ritornello bastardo, che non mi ha più mollato finché non ho messo le mani sul benedetto promo CD. “Ace Frehley” (non devo dirvi chi è, vero?), è presto diventato uno dei miei rock’n’roll preferiti e da solo varrebbe l’acquisto del disco (si, è in vinile, sia bianco che rosso, con allegato CD) ma in effetti sarebbe un torto agli altri brani.
Se il precedente lavoro strizzava l’occhio anche alla scena indie/brit e a certo garage dei 60’s, “Urban Cream Empire” (che titolo e che copertina fantastica, divertitevi ad indovinare quali e quanti personaggi raffigura) si sposta integralmente su coordinate Protopunk/Glam rock, Punk 77 e Detroit sound, attingendo alle fonti cui si abbeverano Imperial State Electric, Backyard Babies ed Hellacopters, ma anche i nostrani Hollywood Killerz e Thee STP.
Rolling Stones, Kiss, MC5, Slade, New York Dolls e Social Distortion dettano legge dalla prima all’ultima nota, barra a dritta e via andare, senza un attimo di tregua, con alcuni dei brani dedicati alle celebrità raffigurate in copertina che hanno segnato in modo indelebile il percorso di vita dei tre musicisti.
Il primo calcio in culo arriva dall’opener “Get In/Get Out”, molto british 77, con un refrain/slogan che incita alla rissa, poi arriva il rock’n’roll dedicato allo Space Ace e non ce n’è per nessuno, roba da Max’s Kansas City degli anni d’oro. “Tuesday”, scelta come primo video ufficiale, è figlia bastarda di Hanoi Rocks periodo “Self Destruction Blues” e primi Kiss, mentre “Punk Rock #1 (Gazza Song)” fresca del nuovo videoclip e dedicata all’indimenticato Paul Gascoigne, è uno stomp in puro stile Junkshop Glam, riportato in auge recentemente dai fuoriclasse Giuda e dagli ottimi Faz Waltz.
Altro punk’n’roll dal ritmo infuocato e ritornello indelebile è “Cheap Johnny Cash”, dedicata al mitico Man In Black, mentre “Catwalk” è un brano “zoccola”, fa muovere il piedino ed alzare la “tensione”, non so se mi spiego… Ce ne sono altri 7 ma se mi dilungo ancora diventa un poema, che ne dite di scoprirli da soli, magari giovedì 25 febbraio al Druso (BG), quando apriranno per i Quireboys? Hey Baby, Rock N’Roll!!!
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