Non molti si aspettavano un disco nuovo dei veterani southern rockers Outlaws dopo la scomparsa di Hughie Thomasson, chitarrista, cantante e menbro fondatore, avvenuta nel settembre del 2007 a soli 55 anni per un attacco di cuore. Eppure come spesso capita nel southern rock la voglia di portare avanti il nome e l’idea legata alla band supera qualsiasi ostacolo. Le redini degli Outlaws oggi sono saldamente nelle mani di Henry Paul che firma molte delle 12 canzoni contenute in questo album, dividendole quasi in parti uguali con l’altro chitarrista Billy Crain, colui che di fatto ha sostituito Thomasson nel 2008. L’album si apre con la doppietta “Tomorrow’s Another Night” e “Hidin’ Out in Tennessee” che ci riconsegna gli Outlaw in ottima forma con il loro southern rock con influenze country che è da sempre il loro marchio di fabbrica. Ma la vera perla del disco è la title track, un vero e proprio atto d’amore verso il southern rock e sorta di autocelebrazione come a dire “siamo tornati”….partenza molto melodica e sofferta e parte finale con cavalcata in cui le tre chitarre di Paul, Crain e di Chris Anderson si inseguono senza sosta…stupenda. Altro pezzo sicuramente riuscito è “Last Ghost Town”, puro southern rock d’annata, mentre “Born to Be Bad” non avrebbe sfigurato nel repertorio degli ZZ Top. Ma tutto il disco risulta ispirato come dimostrano anche le trascinanti “The Flame” e “Trouble Rides a Fast Horse”, altri due tasselli importanti di questo lavoro. Insieme ai nuovi lavori di Lynyrd Skynyrd e Blackberry Smoke una delle migliori uscite southern del 2012, anno che ha confermato il buono stato di salute del genere.