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Sunshine Girl - 5.3 Mb
Live @ 12 Bar, Londra

 

 


Cristina Massei

“Nice t-shirt, I’m Danny!”. E’ il concerto degli Yo-Yo’s, il 12 Bar e’ gremito di fans, io sono in un angolo con JD e sigaretta, e il tipo che sorridendo mi tende la mano e’ Danny McCormack. Lo so chi sei dannazione, sono quattro anni che aspetto questo giorno… “Grazie! Piacere, io sono Cristina… Sai che abbiamo un’intervista piu’ tardi?”, “Bene! quando?”
E finalmente siamo tutti nel privee: io, Julia, Danny McCormack, Tom Spencer, Rich Jones (Black Halos, Amen), Craig Herdman (Cherrykicks), e due tecnologicissimi intervistatori giapponesi con tanto di telecamera e una stecca di Marlboro per la band.
E’ ufficiale dunque, gli Yo-Yo’s sono tornati. C’e’ un EP, magliette e un tour in arrivo. Tante domande, ma una sopra a tutte: durera’ questa volta?

Dopo tutti questi anni, da cosa e’ scaturita la decisione di riformare gli Yo-Yo’s?
Danny: Era il 2001 quando la band si e’ sciolta. Da allora, io e Tom ci siamo sentiti diverse volte per telefono, ne abbiamo parlato e sembrava una buona idea, ma non avevamo mai occasione di trovarci insieme. Ma l’anno scorso abbiamo iniziato a parlarne piu’ seriamente, e abbiamo iniziato a registrare “Given up giving up” a casa mia su un 8 track recorder. Ricordo che Tom mi ha guardato e ha detto “Fuck, suona come gli Yo-Yo’s!”, e io “Tom… E’ perche’ SONO gli Yo-Yo’s!”. Il momento era finalmente arrivato, e anche l'eccitazione.
Tom: Poi ci hanno chiesto di fare un tour con i Dogs D’Amour, e ci siamo ritrovati dopo quattro anni sullo stesso tour bus. Abbiamo avuto occasione di suonare di nuovo insieme, di riscoprire la nostra amicizia e di incontrare promoters e organizzare gigs per gli Yo-Yo’s e tornare in pista. E a quel punto c'era solo da rimpiazzare Neil e Bladz.

Danny: ricordo che la prima volta che ho incontrato Tom ho pensato “voglio essere in una band con lui!”, e cosi e’ stato. Quando ho visto Rich suonare la prima volta con i Black Halos ho subito pensato “Cazzo, lo voglio nella mia band!”, cosi quando l’ho incontrato mentre cercavamo un rimpiazzo per Neil gli ho detto che avevo cercato di rintracciarlo, e gli ho chiesto se era interessato: ha detto subito di si.
Tom: ho incontrato Rich dappertutto: Seattle, LA, New York, “ciao Tom”, “ciao Rich” e basta, e poi una volta che ci parliamo… eccoci qui! E poi c’e’ Craig...
Danny: craig l’ho trovato per terra. Sul serio! Sono andato a vedere questa band, i Cherrykicks, poi mi sono svegliato ed era li in terra...

Risate generali, immaginavamo che questa non sarebbe stata un’intervista seria (meno male!), comunque per i (pochi) lettori seri di Slam! vediamo dove effettivamente hanno pescato Craig…
Rich: Io ero buon amico con Dave dei Cherrykicks, e mi disse “credo di conoscere un batterista che fa per voi”. Io l’avevo visto suonare, ma un paio d’anni prima. Ho detto agli altri, “Ho trovato un batterista, si chiama Craig”… Non avevamo assolutamente idea se fosse bravo, ma avevamo prenotato alcuni shows in Germania, e pure non avendolo mai provato, abbiamo incrociato le dita pensando “merda, speriamo bene”.
Danny: Io dovevo prenotare i voli per Berlino, avevamo due nomi in lista e dovevamo decidere, finche’ ci ha chiamato Neil (ex Yo-Yo’s) dicendo “Craig? Lo conosco, e’ un grande, si ubriaca e poi si piscia sotto!”. E a quel punto sapevo che Craig era il batterista per noi!
Rich: Alla fine di quel tour era come se lo conoscessimo da cinque anni, ed erano solo cinque settimane!
Danny: Sai com’e’, come nelle amicizie, ci sono persone con cui ti trovi bene subito, e altre di cui non sei cosi sicuro.

Dopo aver suonato con i Dogs D’Amour, gli Yo-Yo’s sono immediatamente ripartiti per il loro primo tour dopo quattro anni. Com’e’ stato l’impatto live dopo tutto questo tempo?
Danny: E’ stata una sensazione bellissima, secondo me gli Yo-Yo’s sono fatti per suonare dal vivo! Secondo me hanno molto piu’ senso su un palco, e’ li che parte tutto, e’ sul palco che davvero una band diventa tale, ed e’ sul palco che nasce l’eccitazione, certo non in studio.
Tom: All’inizio eravamo un po’ nervosi perche’ mancava meta’ della formazione originale. Neil e Bladz erano le persone giuste dall’inizio, e non sapevamo come sarebbe stato con qualcun altro. Abbiamo provato a fare un paio di gigs, e fortunatamente e’ andato tutto bene, l'accoglienza del pubblico e’ stata ottima.
Danny: Neil era importante per la band perche’ la sua voce raggiungeva i toni piu’ alti, e Bladder era importante per la batteria.
Tom: Abbiamo fatto un primo tour con un mio amico, Billy Joe, alla batteria, era bravo ma non quello giusto per noi, aveva uno stile diverso.

Come nasce il nome Yo-Yo’s?
Danny: E’ uno stato mentale. So che suona come un cartone animato, ma uno yo-yo rappresenta la vita, con i suoi su’ e giu’.
Tom: ti e’ venuto in mente in Giappone, no?
Danny: Si, stavamo tornando dal giappone con i Wildhearts, che si erano separati per fottuta cinquantesima volta… Ad un certo punto, Ginger mi fa “Tu cosa vuoi fare allora?” “voglio far parte di una band chiamata Yo-Yo’s, anzi, faro’ una fottuta band chiamata Yo-Yo’s!”; come gli estremi della vita, con I suoi giorni buoni e quelli cattivi. Ho pensato fosse un bel nome per una band. So che suona un po’ fumettistico ma…
Rich: Suona come la band dude, non credi?

Di nuovo tutti a ridere, in una specie di dolceamara approvazione, pensando a questi anni turbolenti di voci, tentativi andati a male, su e giu, yo-yos e Yo-Yo’s, finalmente…
Tom: Anche il titolo del primo album, “Uppers & Downers”, ribadisce lo stesso concetto.

Avete ascoltato bands emergenti di recente?
Danny: Nine Black Alps, li hai mai sentiti? Non sono affatto male. E i Tats sono grandi (mostrandomi un flyer sul tavolo, ndr), lavorano dietro al bar e ci danno da bere gratis!
Tom: Hai mai sentito Johnny and the Poor Boys? Mi piacciono parecchio!
Danny: Ci sono giovani bands in giro che hanno talento, ma nessuna di loro e’ nel mainstream!
Rich (ridendo): The Ramonies! (cover band spagnola dei Ramones, ndr)
Danny: Io comunque tendo ad ascoltare principalmente roba vecchia.
Tom: Io continuo ad ascoltare Johnny Cash!
Danny: Comunque cosi sul momento non mi viene in mente nessuna band che mi abbia veramente fatto impazzire.
Tom: C’e’ una brava band chiamata Holloways, sono grandi! Sono molto giovani, in realta’ sono andato a vederli perche’ sono amico di alcuni dei musicisti, ma mi hanno davvero entusiasmato: sono un po’ punk, un po’ ska, un po’ di tutto! Il nuovo singolo e’ appena uscito, lo hanno suonato giusto l’altra sera su Radio One. Mi ricordano un po’ i Clash, non solo per la musica o il look ma per la scena che stanno attirando intorno a se'.

In base a cosa decidete chi canta un pezzo?
Danny: Eravamo cosi stufi di essere in bands con un cantante che abbiamo deciso di scrivere una canzone intitolata “the singer is a cunt” (il cantante e’ un coglione) . E a quel punto e’ nato il problema: chi la canta??
Tom: Instrumental! (altra grande risata generale, poi risposta seria, ndr) Tutti negli Yo-Yo's abbiamo un imput in ogni canzone, ma in genere la inizia chi e’ personalmente piu’ vicino a quel pezzo, poi gli altri si uniscono.
Danny: Tom potrebbe essere considerato il lead singer perche’ ricorda le parole ed e’ intonato, io sono piu’ l’anima sensibile del gruppo!
Tom: tutte le canzoni necessitano di tutti gli ingredienti, e ora anche se neil e bladz non contribuiscono piu’ seguiamo la stessa ricetta, perche’ anche Rich e Craig scrivono e cantano. Non abbiamo fatto cantare Craig dall’inizio perche’ preferivamo che imparasse prima la parte di batteria e non c’era molto tempo, ma questo gig sara’ la sua iniziazione come cantante! Craig, fagli sentire!

E Craig ci da’ un assaggio della sua destrezza coi toni alti in un perforante assolo, mentre tra gli applausi Danny e Tom realizzano di aver perso il posto da cunt… ehm, cantanti…
Rich, tu invece sei entrato subito nel ruolo, complimenti per l’esecuzione di “Head over Heels”!

Rich: Nessuno vuole cantare le note alte, era il ruolo di Neil!

Chi scrive i pezzi?
Tom: Tutti. quando uno di noi ha un’idea la sottopone al resto della band e diventa una canzone degli Yo-Yo’s. Non sforniamo canzoni dal nulla, arriviamo con una mezza idea, e passiamo due giorni a mettere insieme il pezzo.

Rich, tu hai suonato con gli Amen per gli ultimi tre anni, come hai sopportato Chasey Chaos?
Rich: E’ tremendo! Un giorno eravamo ad Oxford Street per un signing ed e’ finito a cazzotti! E’ un grande, creativamente credo sia un genio, ma e’ un totale testa di cazzo. Ci sono state grandi cose in questi tre anni a livello di esperienza, ma non ce la facevo piu'.

Hai lasciato i Black Halos per gli Amen? Rimpianti?
Rick: Ho lasciato i Black Halos perche’ ormai non mi davano piu’ niente, ero stato con loro per troppo tempo, ma non ho nessun rimpianto, ho fatto cio’ che sembrava giusto in quel momento ed e’ stata una grande esperienza. E se non avessi fatto cosi' non sarei qui ora!

Com’e’ stato il tour con i 3 Colours Red?
Tom: Fantastico, dieci giorni di festa!! Ci siamo divertiti tantissimo, ci siamo trovati benissimo insieme, tutti buoni amici, noi, i 3 Colours Red, gli Smash Up dall’America e gli Along Came Man.
Rich: Abbiamo rivisto anche Neil in quel tour.
Tom: E siamo stati buttati fuori da un tour bus per la prima volta! A Nottingham, l’autista ci ha lasciato in mezzo al parcheggio con tutta la nostra roba.
Danny: Ha detto che abbiamo trattato il suo bus come un cesso, bevuto vodka tutto il giorno, e che c’erano droghe a bordo...
Rich: “The Yo-Yo's are animals!!” (scimmiottando l’autista, ndr)
Tom: Era lui che aveva un problema, in testa! Voglio dire, affitti un tour bus per avere un party bus, altrimenti useresti il van dell’albergo!
Rich: Era geloso marcio!!

Danny: Non solo ci ha lasciato in mezzo ad una strada, ma continuava a dire a tutti gli altri bus di non prenderci su che siamo animali, “Mi hanno distrutto il bus, scopano, pippano cocaina, bevono vodka, e mi hanno tagliato i sedili!”… Noi non gli abbiamo tagliato i sedili!!!
Tom: Massi’, deve avere qualche problema esistenziale, ha visto che ci stavamo divertendo ed e’ diventato geloso, forse dovrebbe guidare un bus per anziani… ma poi s’incazzerebbe comunque se gli macchiano i sedili! Comunque gli abbiamo lasciato un regalo: un calzino puzzolente di Danny e altre cosine nel cesso per dirgli goodbye...
Danny: ho un piede molto, molto, molto, ma molto puzzolente, uno solo…
Rich: un cabbage foot! (piede il cui odore a Roma ti guadagnerebbe l'appellativo “er Caciotta”, ndr)
Danny: abbiamo preso questo calzino indossato per giorni e gliel’abbiamo lasciato nella federa del cuscino!

Tra le risate generali, notiamo che Danny e’ talmente preso dal racconto che sta illustrando l’episodio con una scarpa (logo Misfits, ha gusto il ragazzo) in mano. Prima che arrivi al calzino, cambiamo saggiamente argomento…
Parlateci dell’imminente tour con gli Antiproduct.
Tom: Stavolta saremo headliners, che e’ importante, ma siamo ottimi amici con gli Antiproduct e sara' piu’ come due gruppi di amici che suonano insieme.
Danny: Si, siamo in ottimi rapporti con Alex e gli altri, hanno partecipato anche al nuovo EP.

Danny, tu in realta’ hai gia’ suonato con gli Antiproduct al Marquee, quando sei salito sul palco con loro per un pezzo l’anno scorso…
Danny: Si, e’ vero!! Cosa avevo fatto? Ah si, “Blitzkrieg Bop”! Mi sono troppo divertito quella sera!

Questo nuovo EP dunque, parliamone, in fondo le interviste si fanno per vendere! Pezzi preferiti?
Danny: Nessuno, ci piacciono tutti! “Around the world” parla di essere da qualche altra parte, un posto migliore, insieme alla persona che ami; poi dipende da cosa vuoi vederci, per me e' tornare da un tour e dopo un po’ sentirsi giu’ e non vedere l’ora di ripartire. “AA Holiday” parla di quando esci da un centro di disintossicazione, accendi la televisione per vedere cosa e’ successo nel mondo e ti rendi conto che questo pianeta e’ “fucked up”. Ti mandano in un posto fuori dalla realta' perche' sei "fucked up" ma e' la realta intorno a te che e' "fucked up"!

Tom: “Tattoos don’t last forever” parla di Danny Fry. E’ morto ormai due anni fa, a 30 anni, e non e’ la prima volta che qualcuno che conosco muore, ma e’ stata un’esperienza davvero strana. Io sono diventato un tatuatore dopo gli Yo-Yo’s e ho tatuato il collo di Danny Fry. Quel giorno avevo sentito una voce che era morto, sono andato a controllare sull’internet ed era vero, e ho trovato una sua mail mandata il giorno che e’ morto. Era un’email cosi piena di vita, diceva che dovevamo incontrarci, e mi chiedeva se poteva venire a suonare la chitarra con gli Yo-Yo’s. E il fatto che mi avesse mandato questa email il giorno che e’ morto e’ stata una sensazione fortissima.
Danny: E “Rock’n’Roll Commandments” e’… la Legge!!

Come avete ottenuto la collaborazione di Vince Ray?
Tom: Io ho suonato il basso nella sua band nel buco degli Yo-Yo’s come parte del mio ritorno nella musica, siamo diventati amici e ho avuto l’opportunita’ di avere un artista del suo calibro per fare l’artwork di “Given up giving up”, ovviamente l’ho presa al volo e la copertina e’ brillante.

E ora le note dolenti: 2001, perche’ e’ finita, perche’ ci avete lasciato ascoltare lo stesso (meraviglioso) album per quattro anni?
Danny: E’ andato tutto a puttane, nessuno di noi aveva soldi, io avevo problemi di droghe e avevamo tutti delle ragazze di merda!!
Tom: e’ l’altro problema e’ che quando fai tours a quel livello, che e’ quello dove ancora devi sfondare ma stai effettivamente girando il mondo e ci si aspetta che sopravviva di birra gratis soltanto, suona figo, ma vai in tour per un mese e mezzo, sei in compagnia l’uno dell’altro sul van, nella stanza, 24 ore al giorno e avendo a che fare con tutto questo la pressione monta. Una delle cose che abbiamo deciso al momento di riprovarci e’ che non parliamo del passato…
Danny: …finche’ qualche fan lo tira fuori! (risate generali)
Tom: Penso che il modo migliore per andare avanti sia ricominciare da capo, abbiamo gente nuova, la stessa energia che avevamo quando abbiamo iniziato gli Yo-Yo’s, e abbiamo deciso di fare proprio cosi.

E pensi che stavolta durera’?
Tom: certo, naturalmente.
Rich: sara’ divertente stavolta, ci faremo un sacco di risate, la prenderemo seriamente ma ce la dovremo anche godere, vivere bene, siamo davvero convinti e siamo felici.
Danny: Io mi sto divertendo gia' molto di piu’ questa volta!

Come va con la nuova etichetta, Undergroove?
Rich: Non abbiamo ancora avuto modo di conoscerli propriamente, ma erano li al momento giusto, volevamo pubblicare l’EP e loro lo hanno pubblicato. Hanno fatto il loro lavoro.

Spiego a Danny che le ultime due domande sono per lui, ma a registratore spento, e puo’ riservarsi il diritto di non rispondere. Non so cosa si aspetta, sembra comunque curioso piu’ che preoccupato.
Come va il discorso droghe?
Danny (sorridendo, sollevato): benissimo!

E’ pulito, glielo leggi in faccia e sulla faccia dei suoi compagni d’avventura. E penso a qualcuno che non ha avuto la stessa forza, o fortuna, o sarebbe qui stasera.
Io e te abbiamo un amico in comune, Geoff Starr
Abbassa gli occhi, sorride malinconico, “grazie per questo pensiero allegro prima di suonare!… Mi manca Geoff, mi manca un casino, eravamo grandi amici. Vorrei andare al suo tribut gig e cantare qualcosa, spero di farcela.. Mi manca tanto”.

Lo lascio andare. Ci sono ancora tante cose che vorrei chiedergli, fuori intervista, davanti a un boccale di birra. Forse un giorno. Per ora mi ringrazia per aver spento il registratore e mi abbraccia.
Quattro anni, ma valeva ben la pena di aspettare, Danny McCormack e gli Yo-Yo’s sono come li immaginavo, o come speravo sarebbero stati: semplici, veri, pieni di vita e di entusiasmo. La musica che raggiunge il cuore puo’ solo venire dal cuore…

Ringrazio i colleghi giapponesi Sayuri e MaZ (www.rockcityrampage.jp) per il video di questa indimenticabile mezzora che attendo con ansia, e un in bocca al lupo per la loro nuova avventura; ringrazio Julia per la collaborazione fisica e il sostegno morale; ringrazio Rich e Tom per aver reso questa intervista possibile, e Moreno per la pubblicazione; soprattutto, ringrazio gli Yo-Yo's per ogni canzone e ogni show passato e futuro, per rendere Londra un po' meno grigia e fredda, e per essere inconsapevolmente stati al mio fianco, passando per le orecchie e il cuore, in tutti gli ups & downs della mia vita sin dal fortunato giorno in cui li ho conosciuti.

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