Innanzi tutto la più ovvia
delle domande: quando e come si sono formati i THUNDERTRAIN,
quali le influenze principali dei membri della band?
Abbiamo messo insieme la band nel lontano 1974, in
Agosto. Bobby Edwards alla batteria, Ric Provost al
basso, suo fratello Cool Gene Provost alla chitarra
ed io alla voce, tutti innamorati del suono e dell’immagine
eccessiva di glam bands Inglesi come Slade
e Mott The Hoople. Steven Silva si
unì a noi poco dopo alla chitarra solista,
iniettando nel sound con la sua graffiante bottleneck
guitar l’energia del puro rock’n’roll
Americano.
I THUNDERTRAIN on stage, qualcosa
di simile ad una “furia della natura”
con adrenalina a mille soprattutto grazie alle tue
performances, puoi descrivere cosa provavi quando
eri davanti all’audience?
I Thundertrain hanno sempre cercato di suscitare grande
scalpore, dovunque ed in qualsiasi occasione suonassero.
Abbiamo spronato molti ragazzi a fondare bands proprie
e ne abbiamo anche costretti tanti altri a fuggire
dai locali tappandosi le orecchie. La nostra “missione”
notturna on stage era di sbaragliare la concorrenza,
e di farlo “col botto”. Ci vestivamo e
comportavamo in modo oltraggioso e suonavamo a volumi
veramente alti. Il ritmo era fottutamente veloce e
non ce ne fregava un cazzo di cosa dicevano i critici.
Eravamo sempre attorniati da pollastre e irsuti teenagers,
gli stessi casinisti che più avanti (dopo il
1977) si sarebbero chiamati ‘punks’. Ai
nostri shows si accodavano persino gangs di motociclisti
fuorilegge e un mucchio di musicisti. On stage eravamo
come un onda d’alta marea piena di energia che
non poteva essere fermata, stare sul palco ci dava
un grosso feeling, era come una potente droga.
La scena a Boston era particolarmente
florida nei 70’s, secondo me non aveva nulla
da invidiare a New York, cosa rendeva speciale Boston
rispetto a tante altre città, da cosa nasceva
questa “magia”?
Il Boston sound è più facile “sentirlo
dentro” che spiegarlo a parole. Penso sia più
facile spiegare la differenza fra il sound della east
coast (New York) e la west coast (L.A.), ma anche
nella east coast tra Boston e New York ci sono molto
differenze. Boston è la città dei diseredati,
siamo abituati a perdere, la squadra di baseball dei
Red Sox non ha mai vinto il campionato e le nostre
migliori rock bands spesso sono passate inosservate
dal resto del mondo. Di contro, a sole 250 miglia
ad ovest la squadra dei NY Yankees spacca il culo
a tutti e ci sono gli uffici delle Majors discografiche,
così le vite dei procuratori e dei giovani
musicisti si incrociano facilmente. New York è
una città molto ricca, centro del grande business,
penso che il sound di Boston sia più caldo,
con più cuore ed anima.
Uno dei locali più famosi
era il Rat, ed il doppio album “Live at the
Rat” da una buona panoramica di com’era
il periodo. Com’erano i rapporti tra le varie
bands dell’area, dall’esterno sembra ci
fosse una specie di “fratellanza” e spirito
di collaborazione, è un’impressione corretta?
Si, è vero. Questo spirito di fratellanza nei
70’s rese la scena di Boston molto divertente,
quando non suonavamo uscivamo a supportare gli shows
delle altre bands. Io mi mescolavo ai fans e ballavo
divertendomi un casino alle gigs dei miei “concorrenti”.
Bands come i DMZ o i Fox Pass mi chiamavano on stage
per cantare con loro. Ai nostri shows chiamavamo a
nostra volta amici come Willie Loco Alexander, Mono
Man (DMZ), Barb Kitson o Johnny Angel (Thrills) sul
palco. La compilation “Live at the Rat”
cementò questi rapporti, tutte e 10 le bands
viaggiarono insieme a New York per una settimana di
shows al CBGB’s nel 1977 e tutti continuammo
ad essere scritturati insieme per anni a seguire.
Era un grande party tutte le notti.
La vostra ascesa è coincisa
con l’esplosione del Punk, ma voi eravate una
Kickin’ass Rock’n’Roll band con
influenze Glam Rock e Stones e chitarre molto Hard
e blueseggianti, la cosa vi ha creato problemi? Che
tipo di audience frequentava i vostri shows?
Giusta osservazione Gaetano. I Thundertrain non sono
mai stati realmente una Punk band, il nostro “underground”
rock, veloce e trascinato dalla chitarra solista si
intersecò con l’esplosione del Punk e
noi ci trovammo inclusi nel movimento... ma i Thundertrain
erano, e continuano ad essere, solamente una gang
di ribelli rock’n’rollers. C’era
stata i effetti una precursoria scena “punk”
Americana intorno al 1966, c’erano bands come
i Music Machine, Count Five
e Seeds, riscoperte da compilations
come “Nuggets”. Queste bands erano più
vicine al Thundertrain sound. Termini come “punk”
o “metal” sono merda, la gente ti supporta
se la musica è buona, noi abbiamo suonato moltissimo
con eroi del “punk” come i Dictators,
David Johansen, Alex Chilton,
Fleshtones, Mink de Ville
ed i Dead Boys ad abbiamo sempre
gremito ogni club.
Vivi ancora a Boston e frequenti
ancora i personaggi di quell’epoca? Capita mai
di avere delle Jam dal vivo con gente come Willie
Loco Alexander o altri?
Si, vivo ancora nell’area di Boston, la scorsa
settimana ho fatto visita a Willie Loco a casa sua
nel porto di Gloucester. Willie mi ha suonato alcuni
pezzi che usciranno tra poco sull’ultimo album
della “Willie Loco Alexander and the Boom Boom
Band”. Sono rimasto stregato nel sentire la
band suonare fresca come 25 anni fa, l’album
è prodotto da David Minehan dei The Neighborhoods.
La scorsa estate ho cantato al Regent Theatre, appena
fuori Boston, ad un incredibile “Live at the
Rat” reunion concert con Willie Loco, Real Kids,
DMZ ed Unnatural Axe. Io ho cantato con i “Rat
All-Stars” insieme a Asa Brebner (Mickey Clean
& the Mezz) e Billy Loosigian (Boom Boom Band)
alle chitarre, e Carl Biancucci (Classic Ruins e Kenne
Highland) al basso e la serata è stata un grosso
successo. Lo stesso promoter (The Boston Rock and
Roll Hall of Fame & Museum ) sta organizzando
un altro “Rat Bands Show” al club Paradise
di Boston il 14 Luglio 2004. Stavolta ci saranno i
Thundertrain con i leggendari Reddy Teddy e Fox Pass
riuniti per la prima volta.
Perchè il vostro disco
(come quello dei REDDY TEDDY) usci
per la piccola Jelly Rec. quando avevate tutte le
carte in regola per un contratto major?
Non l’abbiamo mai capito neppure noi, difficile
da credere ma una cosa apparentemente semplice come
percorrere 250 miglia per venire a Boston e rendersi
conto del clamore suscitato dai Thundertrain era una
cosa sempre “difficoltosa” per i discografici
di New York e noi semplicemente non potevamo aspettare
in eterno di essere “scoperti”, così
abbiamo fatto da soli! I Reddy Teddy erano nel mirino
della Mercury Records ma quando la cosa sfumò
si autoprodussero il singlo nel 1972. Noi, Marc Thor
a Willie Loco seguimmo il loro esempio e nel 1975
facemmo altrettanto con i nostri primi singoli. Nel
1976 la Jelly Records ci mise sotto contratto per
il secondo singolo “Hot for Teacher!”
e lo stesso anno i Reddy Teddy uscirono con il loro
album per la Spoonfed Records. Il nostro “Teenage
Suicide” e la compilation “Live at the
Rat” videro la luce nel 1977.
Mi sembra di aver capito che
eravate in buoni rapporti anche con gli AEROSMITH,
come vi siete conosciuti e continuate a frequentarvi?
Steven Tyler capitava qualche volta
al Rat Club per vederci suonare, ma penso che lo facesse
più che altro per cercare di abbordare una
delle mie donne strafighe! Tyler cita i Thundertrain
in un brano degli Aerosmith... potrebbe
essere “Coney Island Whitefish Boys” ?
Steven è un fuoriclasse ed un buon amico. Tornando
ai 70’s, ero molto geloso dell’enorme
successo che gli Aerosmith stavano ottenendo mentre
i Thundertrain lottavano nell’oscurità.
Fu solo anni dopo che realizzai quanto sia meglio
suonare in locali come il CBGB’s ed il Rat a
contatto con i ragazzi, piuttosto che davanti ad una
massa di intontiti alla Krespee Kreme Arena di Podunk
o allo Stayfree Stadium in Nebraska. Oggi vivo nelle
vicinanze di tre dei membri “superstars”
degli Aerosmith ed occasionalmente vedo qualcuno di
loro all’ufficio postale o ad Halloween. Penso
che 4 dei 5 membri siano persone veramente a posto.
Ad un certo punto della vostra
carriera vi siete trasferiti a New York, con quali
bands avevate rapporti e com’era la scena locale
vista dall’interno? Siete stati acettati come
una band locale o venire dalla provincia vi creò
problemi?
Eravamo così eccitati ( “So Excited”
n.d.a.) di avere ingaggi a New York! Penso che il
nostro primo show nella Grande Mela fu al Max’s
Kansas City nel 1975 o all’inizio del 1976,
me ne stavo seduto tranquillamente nell’area
del ristorante sotto il locale guardando Danny Fields,
Lee Black Childers, Cherry Vanilla, i ragazzi dei
Fast e Lanny Kaye andare e venire sul marciapiede.
Tornando ai primi giorni dei Thundertrain, tutti noi
pensavamo che New York fosse decisamente meglio di
Boston e ci spacciavamo realmente per una New York
band! La realtà era che dal 1977 anche provenire
da Boston diventò un’ottima credenziale.
I nostri migliori alleati a New York furono Stiv
Bators ed tutti i Dead Boys,
suonammo insieme molte volte sia al CBGB’s che
qui a Boston, anche il grande Dee Dee Ramone
fu uno dei primi supporter dei Thundertrain. Una volta
Dee Dee mi disse (mentre stavo pisciando su un cassonetto
fuori dal Rat) che pensava che i Thundertrain fossero
destinati a diventare veramente grandi: “intendo
realmente grandi... come... duh... gli Uriah
Heep!”
Come nasce la tua collaborazione
con JOE PERRY? Siete stati parecchio
on the road insieme, hai aneddoti particolari di quel
periodo? E’ sempre stato tutto facile o ci sono
stati problemi?
I Thundertrain si sciolsero all’inizio del 1980,
dopo 5 anni intensi. Due anni dopo ricevetti una telefonata
dal nuovo manager di Joe Perry che mi chiedeva di
fare un’audizione come cantante del Joe Perry
Project. Joe aveva già inciso due albums con
cantanti diversi per la CBS Records, ma io risposi
al manager di non pensarci nemmeno e riattaccai, francamente
ero molto deluso dopo anni di sogni infranti e non
volevo riaccendere le mie speranze invano. Alcuni
minuti più tardi il telefono squillò
ancora e mi sentii dire che ero uno stronzo se non
approfittavo dell’opportunità di andare
in tour con Joe Perry, di poter scrivere
canzoni con lui e registrare un album per una major
label, così acconsentii. Andai all’audizione
e mi trovai all’istante ad essere il nuovo lead
singer della formazione, era il Febbraio del 1982.
Un mese dopo eravamo on the road e trovarsi con biglietti
di prima classe e tappeti rossi distesi al tuo passaggio,
in posti dove con i Thundertrain faticavi ad ottenere
un ingaggio era come un sogno diventato realtà!
Incontrai molta gente che aveva snobbato i Thundertrain
pochi anni prima ed ora le cose s’erano completamente
invertite, dolce vendetta! Cercai comunque di essere
garbato con tutti... anche se a volte era difficile
mantenere la lucidità. Sono stato in tour in
Canada, Sud America e ovunque negli States col Joe
Perry Project per 3 anni, MTV passava il video “Black
Velvet Pants” e l’album “Once a
Rocker, Always a Rocker” di cui ho contribuito
a scrivere 7 brani, uscì nel 1983 per la MCA.
Recentemente la Raven Records australiana ha stampato
in CD “Let The Music Do The Talking –
The Best of the Joe Perry Project”, una compilation
che attinge a tutti e 3 gli studio albums. Joe Perry
è sempre stato un amico intimo, è impossibile
spiegare quanto fu emozionante l’intera esperienza
con lui.
Dopo l’esperienza con J.Perry
hai continuato con altri progetti come WILD
BUNCH e LAST MAN STANDING
puoi parlarci un pò di queste esperienze?
Nel 1984 il Joe Perry Project si sciolse e gli Aerosmith
tornarono con l’originale line-up, e fu anche
l’anno in cui Van Halen entrò nelle charts
con la sua versione di “Hot For Teacher!”,
fu un duro colpo vedere la canzone più famosa
dei Thundertrain riscritta, riarrangiata e fatta decollare
dopo essere stata depredata dal nostro ‘nido’.
Fu allora che io, il bassista del JPP Danny Hargrove
ed il batterista Hirsh Gardner (New England) andammo
on the road con il progetto “Wild Bunch”,
giravamo con un grosso scuolabus blu e suonavamo del
buon rock/metal. Dopo alcuni cambi di formazione la
situazione si fece “bollente” e nel 1986
lasciai per trasferirmi a Los Angeles dove già
viveva Steven Silva, affittai un locale sul Sunset
Strip e cercai di rimettermi in pista, ma il Sunset
Strip non si rivelò il posto giusto per “rimettere
insieme le idee”; tra l’altro nel 1989
fui vittima di un brutto incidente in moto a Santa
Monica Blvd. Finalmente rpresi a suonare nel 1996,
tornato nel Massachusetts incontrai il chitarrista
e produttorte Dave Zolla, cominciammo a lavorare insieme
per un lungo periodo e ne uscì un album intitolato
“Last Man Standing” che venne autoprodotto
in CD nel 2001. Ne seguì un breve tour che
mi aiutò davvero molto a recuperare la mia
voce e riacquistare fiducia in me stesso.
Dal 2002 i THUNDERTRAIN si sono
ufficialmente riformati con la formazione originale,
cosa vi ha spinto a riunirvi e come vanno le cose?
Avete ancora lo spirito ribelle che vi contraddistingueva
nei 70’s?
Mi ha inaspettatamente contattato la Gulcher Records
di Bloomington, Indiana, intenzionata a ristampare
in CD “Teenage Suicide”, ho sempre desiderato
vedere ristampato in Cd il nostro debut album del
1977, e il risultato e’ stato decisamente migliore
dell’originale! La Gulcher ha aggiunto nuove
canzoni, due prese dal nostro primo singolo, due “Live
at the Rat”, un radio ad ed altro materiale
inedito, il libretto di 24 pagine contiene interviste
a tutti e 5 i membri della band e parecchie foto.
Devo dire che Bob Richert della Gulcher ha fatto davvero
un lavoro spettacolare. Si è riacceso così
l’interesse della stampa, abbiamo avuto belle
recensioni un po’ dappertutto (su Slam la trovate
qui...) ed alcuni brani godevano di airplay, tutto
ciò ci ha ispirato a riformare la band dopo
ben 25 anni! Abbiamo fatto un tour di una settimana
nell’area di Boston lo scorso Agosto ed uno
nel sud della Florida lo scorso Novembre. E’
veramente bello essere ancora insieme ai miei “fratelli”
e lo spirito ribelle dei Thundertrain è più
forte che mai. La nostra musica è ancora autentica
e potente, ben poco è cambiato. Due di noi
sono ancora scapoli e casinari, gli altri tre sono
sposati ma continuano anche loro ad essere casinari!
Ho letto alcune recensioni molto
positive della ristampa in CD di “Teenage Suicide”
della Gulcher Rec. ed ho visitato il vostro sito internet,
finalmente potete raggiungere un pubblico più
vasto a raccogliere quanto seminato, i THUNDERTRAIN
sono stati il prototipo delle street rock bands che
dieci anni dopo sono diventate miliardarie, qualche
pensiero.....
Si! I Thundertrain non si sono mai smentiti, si sono
sempre attenuti alla loro formula collaudata... può
darsi che fossimo 10, 20 o 30 anni in anticipo sui
tempi ma siamo ancora pazzi abbastanza da tornare
on the road e reclamare la gloria e la fama che sono
NOSTRE di diritto! “Hell Tonite!” il nostro
nuovo CD che uscirà quest’estate per
la Gulcher, è il “viaggio” definitivo
dei Thundertrain, un live album registrato molto bene
ad una data a Boston, probabilmente il nostro miglior
lavoro e sono impaziente di ascoltarlo. Le 13 killer
tracks comprendono “AfterSchool”, “Readin’Riotin’Rock’n’Roll”,
“Counter Attack” e “Dirty Water”,
più alcuni dei nostri brani preferiti come
“I Gotta Rock” e “Hot For Teacher!”.
Elettrizzante come non mai, non perdetelo! I Thundertrain
prenderanno a calci in culo l’area di Boston
con le date dell”Hell Tonite Tour” che
partirà il 13 Luglio 2004 a Worchester, MA,
nella line-up originale! Ci vediamo lì! (...magari...
n.d.a.!!)
So che siete spesso on the road,
com’è il responso di pubblico e che tipo
di audience vi trovate di fronte ora? Ci sono dei
cambiamenti evidenti rispetto agli anni 70?
No, quando siamo on-stage e cominciamo a suonare il
tempo si ferma, si distorce e torniamo ancora nel
1976. Attiriamo grandi folle, facciamo grande musica
ed emaniamo energia al calor bianco!
Pensi sia possibile vedervi on
stage anche in Europa e magari da noi in Italia?
Verso la fine dell’anno uscirà un film
documentario, girato da Woody Bavota ed Escape TV,
intitolato “Thundertrain”: I Gotta Rock”,
potrete vederci dal vivo al Rat di Boston negli anni
70 e durante il tour del 2003, insieme a nostri amici
come Miss Lyn del Boston Groupie News e Willie Loco
Alexander. Speriamo che il film ed il nuovo album
“Hell Tonite” ci aiutino ad aprire la
porte dell’Europa, ci piacerebbe da morire suonare
anche lì!
Hai cambiato il tuo nome per
non essere confuso con Mark Bell (a.k.a.. Marky
Ramone) ma da dove deriva l’appellativo
“Cowboy”?
Mi era giunta voce che c’era un altro Mark Bell
che suonava la batteria a Washington DC con i Dust
e cambiai il mio nome in Mach Bell nel 1976, poi anche
il batterista cambiò il suo in Marky Ramone.
C’è anche un altro omonimo che produce
gli album di Bjork. Il nomignolo
“cowboy” risale ad una cosuccia che facevo
da ragazzino: quando facevo pipì ero solito
dire che facevo la “beeps”, a volte mi
capitava di farla all’esterno, su una roccia
od una pianta, in quel caso dicevo che la stavo facendo
come un cowboy (cowboy beeps – n.d.a.). Un giorno
incontrai un ragazzo, Doc McGrath.
Eravamo ad un party ed il bagno era occupato per cui
saltai fuori dalla finestra della sala da pranzo per
andare a fare una “cowboy beep”. Doc trovò
la cosa alquanto divertente ed io non gli diedi modo
di pensarci su! Anni dopo entrai nel Joe Perry Project
e Joe mi volle presentare il nuovo manager della band
: entrò Doc McGrath, mi diede
un’occhiata e disse: “E’ beeps!
Quello che la fa come un Cowboy!”, da allora
Joe Perry cominciò a chiamarmi Cowboy.
Di ai tuoi fan Italiani ciò
che ti pare.......
Grazie Gaetano. Spero che tu ed i lettori di Slam
possiate venire a Boston un giorno e divertirvi nella
nostra rockin’city. Sono stato abbastanza fortunato
da visitare l’Italia una volta, ho visto la
costiera Amalfitana, l’indimenticabile isola
di Capri e le rovine della fantastica Pompei. Porterò
sempre con me la genuinità della gente che
ho incontrato, le cose che ho visto ed assaporato
in Italia e queste memorie sono entrate a far parte
di un patrimonio unico a cui attingere quando creo
qualcosa per questo potente obiettivo che chiamiamo
Thundertrain... Thanks, dude, We’re gonna raise
some Hell Tonite!
Un grazie a Trashette, Sweetmauro
e Dj69 per il contributo. Besos.
Gulcher Records Store Thundertrain albums: Hell Tonite!
Teenage Suicide www.gulcher.gemm.com
Boston Groupie News Miss Lyn and Blowfish cover The
Rat and the Boston rock scene of the 70’s and
beyond: www.bostongroupienews.com