SLAM! SUMMER PARTY
14
Agosto 2004 Venezia |
All’insegna di un insonne Ferragosto
circa duecento persone si avviano in macchina, treno
o addirittura in barca verso la romantica baia veneziana.
Di certo c’è un solo, semplicissimo,
esplosivo elemento strettamente legato a questa
suggestiva località (ideata per fare nascere
o rinforzare un amore) e che accomuna tutti i partecipanti
a questo raduno estivo: l’amore per il rock’n’roll!
Stiamo infatti parlando della seconda
edizione dello ‘Slam! Summer Party’
che consiste in una notte trascorsa su un’imbarcazione
-la ‘Desyree’- adeguatamente attrezzata
per ospitare i live show previsti dal programma
e altre decine di persone pronte per un esclusivo
party r’n’r. La ciliegina sulla torta?
Tutto questo avviene esattamente mentre il capitano
della nave guida la selvaggia ciurma per le acque
intorno Venezia.
Protagonisti musicali della serata
sono tre gruppi: i veneti Pink Lizard,
i finlandesi Hybrid Children seguiti
dai compatrioti e giovanissimi Private Line.
E si parte con i coloratissimi Pink
Lizard. Ecco come ci si presenta
la band: con una simpatica icona della fantomatica
‘Lucertola Rosa’ sulla pelle della batteria
gentilmente messa a disposizione per tutta la serata,
chitarra verde glitterata, immagini di cowboy girl
sulle magliette e naturalmente gingilli pitonati
e vestiti di pelle per aumentare l’aspetto
selvaggio e rock’n’roll del gruppo.
Il quartetto ci presenta oggi i pezzi ‘Bastards’,
‘I Hate’, ‘Heartache’, 'Another
Town' e ‘What I Feel’ tratti dal loro
primo lavoro attraverso un’apprezzabile esibizione
dell’aggressivo, energico cantante.
Alle spalle hanno un grande bagaglio
di esperienza nella scena rock finlandese dei 90,
una fama guadagnata grazie ad un ritmo incessante
di concerti in tutta la Scandinavia e persino in
Giappone e una carriera che si protrae ormai da
quindici anni con successi come ‘Drugster’
e ‘Stardom Is Here’.
Sono gli Hybrid
Children che stasera sono qui per
presentarci la loro ultima fatica: di melodico punk
rock. I quattro finlandesi sono in ottima forma
e stavolta l’immagine cambia dove, ad avere
la meglio, sono gli adesivi e le scritte r’n’r
che sono praticamente ovunque: sulle chitarre, sulle
magliette, sulle scarpe e persino tatuate sui loro
corpi.
È da questi stessi particolari
che possiamo già capire cosa ci aspetta nella
prossima ora di concerto: provate a mischiare le
melodie di The 69 Eyes, Guns
N’Roses, Babylon Whores.
Ed ecco a voi la miscela di graffianti chitarre,
riff accompagnati da refrain contagianti a accattivanti,
mentre Jasse ha tenuto alta la sua immagine di frontman
conquistando il pubblico grazie alla sua abilità
di cantante e il suo particolare timbro vocale.
Scorrono via veloci, una dopo l’altra tutte
le canzoni proposte, forse grazie alla facile linea
continua ad alto impatto melodico che caratterizza
lo stile degli stessi Hybrid Children.
Avendo soddisfatto i presenti con
il loro sferragliante r’n’r, band e
ciurma fanno una prima tappa. La Desyree si ferma
e tutti presenti si perdono, si mischiano e si nascondono
nei dintorni di un piccolo parchetto affacciato
sulla laguna. Scorta di gelati, altre birre, altro
cibo, e i due locali ancora aperti vengono affollati
e contagiati dallo spirito, ormai più che
allegro, degli ambigui rocker.
Tornati sull’imbarcazione è
finalmente giunto il momento degli headliner
Private Line che sembrano degli
scolaretti appena usciti dal college a causa della
loro giovane età. Anche loro molto stylish
nella presentazione: glitter anche qui grazie al
chitarrista Jack, cinghie e cinture che penzolano
da ogni capo d’abbigliamento, orecchini grandi
e tondi, mascara e matita per tutti, rigorosamente
neri e gessati questi giovanotti (e se vi chiedete
dove sono finite le maniche della camicia di Sammy
chiedete pure allo slammista che abbiamo immortalato,
probabilmente le ha prese in prestito!)
Come già notato dal loro stand,
i Private Line sono qui per promuovere il loro ultimo
singolo ‘1-800 Out Of Nowhere’ tratto
dal loro album ‘21th Century Pirates’.
Poche ciance ma tanta musica. Sammy
lancia subito la palla infuocata e un’esplosione
di scalpitante rock invade tutto lo spazio attorno.
Il pubblico è su di giri e praticamente è
un tutt’uno con il gruppo stesso. In prima
fila si nota che la band in questione ha già
i suoi scalmanati fan che cantano, incitati dal
frontman, a squarciagola e in coro perfetto tutti
i pezzi proposti.
Possiamo subito capire perché
i ragazzi stanno suscitando tanto scalpore in Finlandia:
sono aggressivi, contagianti, preparatissimi musicisti,
perfetti intrattenitori. Fondano le radici nel più
crudo e ruvido hard rock di predecessori del calibro
di W.A.S.P, Motley Crue
e Hanoi Rocks. Guardando
Sammy non si può non paragonarlo a cantanti
di grande carisma come Jocke Berg,
Sebastian Bach o Vince
Neil.
Il ritmo è incalzante e selvaggio.
Anche qui i refrain fanno la parte da protagonista
soprattutto nelle canzoni più melodiche come
"Forever and a day". Ma l’urlo delle
chitarre in pezzi come "Already Dead",
"Cheerleaders & Dopedealers", "White-collar
crime" non è caratteristica da sottovalutare.
Seguono "1-800 Out Of Nowhere",
"Little Sister" tratte dell’ultimo
album ma i Private Line ci propongono anche canzoni
più datate risalenti al precedente Ep ‘Six
Songs of Hellcity Trendkill’ come ‘akin
A Mess Till ’77’ che è una di
quelle che riscuote maggior successo.
Delirio puro invece quando, dopo una
breve pausa, gli scalpitanti ometti tornano alle
loro postazioni e attaccano aggressivi i loro strumenti
con le cover di ‘Live Wire’ e ‘Kickstart
My Heart’. Devastazione generale!
Finisce così lo show dello
Slam! Summer Party con rocker mezzi distrutti (non
si capisce se la maggior colpa deve andare all’esplosivo
rock o ai fiumi di birra!) ma soddisfatti della
piacevole esperienza. Un’ultima tappa è
prevista nell’incantevole Piazza San Marco,
dove arriviamo cercando di evitare decine di cinesi
avvolti nei loro sacchi a pelo blu ai margini delle
strade. Ultime foto ricordo e poi si sale di nuovo
in barca a scambiare ancora due parole e fare interessanti
scambi culturali.
Per finire in bellezza la sottoscritta
e altri disperati si sono fiondati giù dalla
Desyree per rincorrere il treno in partenza dalla
stazione di Venezia per poi piacevolmente collassare
nel primo posto libero.
Un grazie particolare e stra meritato
agli organizzatori Moreno, Pacino, Alvise e anche
Ozza!
Laura Delnevo
Ci sono dei giorni in cui ringrazio
un ipotetico dio del rock 'n' roll per la relativa
abbondanza di concerti di cui godiamo da 2 o 3 anni
a 'sta parte, altri in cui mi mangio le mani per
non essere andato alla festa in barca del 2003.
Motivo per cui, quest'anno ho pianificato tutto
intorno al perno del 14 agosto per non mancare e
dire, finalmente, "Io c'ero, ziocan"!!!
Non si tratta infatti solo di un concerto,
per quanto interessante, o solo di una festa, per
quanto divertente, ma a convergere sono questi più
il contesto (in barca a Venezia, mica sull'Idroscalo
di Milano), la compagnia, e l'idea che una cosa
di questo tipo sia e debba rimanere per un bel po',
unica al mondo per intenzioni, mezzi e personalità.
Il rischio era di parteciparvi senza Mr
SLAM! in persona, che dopo meno di mezzora
di auto aveva già esaurito il credito di
cazzate concessogli e stava per essere catapultato
fuori dalla Fuori Uso Machine,
ma la garanzia che, non importa quanto ritardo avremmo
potuto accumulare, la barca non sarebbe mai partita
senza di lui (e di conseguenza, noi) e che "andare
alla SLAM! nite con Moreno, è un po' come
andare a Lourdes con la madonna", sono servite
ad assicurargli la salvezza.
Arrivati al mercato del pesce, puntello
scelto immagino più per questioni logistiche
che per echi californiani, ecco le prime facce note,
e sempre più ne arrivano dal ponte, fino
ad occupare il piazzale ed attirare la curiosità
delle barche di passaggio; l'attesa è lunga,
ma l'impressione è che una parte della festa
si svolga già qui, nonostante il lezzo (che
qualcuno apprezza in chiave sleazy!!) e la fame.
E' infatti qui che si svolge il rito dei saluti,
delle pacche sulle spalle e delle presentazioni,
collante di quella che si vuole presentare come
una delle "scene" più attive del
panorama internazionale. Si sale in barca, e come
da copione ecco preso d'assalto il banco (bancone
è forse un po' eccessivo) del bar! Non credo
di aver mai guardato l'ora, ma saranno passate un
paio d'ore o qualcosa meno di chiacchere prima dell'attacco
della prima live band: e' il turno dei veneti Pink
Lizard, ai quali tocca rompere il
ghiaccio e dimostrare che la suddetta scena non
è fatta solo di eventi, ma in primis di band
che nulla hanno da invidiare alle band straniere.
E lo fanno egregiamente, con un hard rock stradaiolo
tirato al punto giusto, molto ben suonato e che,
contrariamente alle personali aspettative, non sembra
venir penalizzato dai suoni che la barca può
concedere; ammetto di aver seguito con una cera
incostanza il loro show, ma come non distrarsi quando
si è su una barca che sela gira strafottente
per la laguna di Venezia?!? Come non domandarsi
se arriverà il giorno in cui le band nostrane
saranno invitate da headliner su una barca che se
la gira tra i fiordi scandinavi?!?
Dopo di loro è il turno dei
finlandesi Hybrid
Children, a me sconosciuti e da
me colpevolmente ignorati dopo i primi 3 o 4 pezzi
... l'impressione è più che buona,
l'attitudine "a la WiLDHEARTS"
me li rende particolarmente graditi, le lodi di
Pacino nei loro confronti non fanno
che aumentare la mia curiosità, ma preferisco
privilegiare gli altri aspetti della festa (tra
i quali una stella cadente che sembra passare a
pochi metri dal ponte e tagliare in due il cielo,
che sia un segno del destino...) e rimandare un
parere alla prossima occasione, peccato solo non
abbiano con loro del merchandise per una mini sessione
di shopping.
Piccola sosta a terra (al Lido?!?)
per ricordarsi come ci si tiene in equilibrio in
un ambiente stabile, e quando ripartiamo attaccano
gli headliner
Private Line, anche loro finlandesi,
best new comers in patria; nonostante un EP un tantino
"finlandeseggiante" (6 songs from ...salcazzo),
la band tira fuori in fase live la vena più
sporca e svedese (bando ai cliché), confermata
dall'ultima release "21st Century Pirates",
che ho avuto modo solo successivamente di ascoltare.
Imbarazzante, dalla prima fila, la vicinanza con
Sammy (voce), al quale avrei potuto tranquillamente
contare i peli sulle tonsille! Altro motivo di relativo
imbarazzo, la mia assoluta NON conoscenza dei pezzi
nuovi, che invece tutti gli altri intorno a me cantavano
allegramente nonostante l'album non fosse ancora
disponibile (potenza di Internet?!?). Fatta la mia
parte di cori con "Makin' a mess since '77",
unico pezzo che mi sembrava di ricordare, decido
umilmente di allontanarmi e lasciare l'esigua prima
fila ad altri, comunque soddisfatto di quanto visto
e sentito. Mi è parso in seguito di sentire
anche un paio di cover dei Motley,
ma la barca si stava approsimando a piazza San Marco
ed il panorama ne risentiva talmente tanto, che
ancora una volta il piano superiore ha avuto la
meglio.
Ed eccoci infatti poco dopo sbarcare
proprio in piazza San Marco: nel pomeriggio avevamo
avuto modo di vederla colma di turisti, e ritrovare
la stessa piazza, a distanza di poche ore, occupata
da un'orda di rockers, è quanto di meglio
ci possa essere per rigenerare lo spirito (visto
ormai che il corpo è in fase di degenerazione);
ma è anche l'occasione per vedere Venezia
deserta, per cui io e la Mau decidiamo di infilarci
in un vicolo, poi in un altro, poi in un altro ancora...
per trovare infine due Babyruth
accovacciati su un pozzo in mezzo a una piazza,
per il resto, deserta...
Durante l'ultima tratta che ci porta
al Tronchetto, sembra che le energie se ne siano
definitivamente andate, un tavolo ospita i corpi
apparentemente privi di vita di Max Babyruth
e Carmen Bastet (che dormono testa
contro testa, non immortalati per pudore) a testimoniare
che "it's a long hard way to rock".
Meglio di così, solo una SLAM! Nite su uno
Zeppelin che sorvola le colline di Hollywood ....
mentre suonano i Pink Lizard di
turno con il gotha del rock losangelino a far da
spettatori! L'anno prossimo ...
We are the goverment
We are the goverment
We are the goverment
...and we rock n' roll!
Simone Piva
Erano già 5 mesi che assillavo
il buon Moreno con la solita domanda “Ma quest’anno
la fate la festa in barca eh Moreno? Eh? La fate?”,
così quando ho saputo per vie ufficiali che
si sarebbe tenuta questa seconda edizione non sapevo
se essere felice per la riconferma oppure incazzarmi
irrimediabilmente perché l’Eccezione
che conferma la regola (Moreno ovviamente) che vuole
i tribuni di Dio privi di sesso non mi aveva concesso
l’anteprima.
Quando ci si avvicina al molo del Tronchetto per
l’imbarco si capisce subito chi comanda (Moreno)
e chi è alla stregua di pezze da culo (Noi):
L’Arcangelo vi giunge a bordo
di uno scafo sfrecciante tra i canali veneziani
che reca la scritta “Slam!” ai lati
della chiglia, sorretto da due scagnozzi e 4 squillo
per la discesa sulla terraferma…Noi a piedi
dalla stazione, sotto il solleone ed in mezzo ai
turisti giapponesi. Al che sono sul punto di tornarmene
indietro definitivamente, ma la mia ragazza insiste
nel farmi cambiare idea rassicurandomi: "Dai
che alla fine Moreno vuole bene a tutti nonostante
queste sue volgari ostentazioni di potere”.
Poi ci sono le vie di mezzo, come i proprietari
di etichette discografiche e gli addetti ai lavori,
che invece arrivano guidando comode fuoriserie.
L’attesa per l’imbarco
viene ingannata leccando il culo a Gaetano Fezza,
fresco fresco di una sponsorizzazione da parte degli
Hanoi Rocks, infatti ci mostra
parte del suo equipment griffato : una t-shirt bianca
con rosa rossa (che le malelingue dicevano avesse
comprato al supermercato di Brescia) e uno strumento
tubiforme orientale, anch’esso con rosa e
logo, la cui funzione primaria era quella di consentire
il consumo di oppio, riadattato però dal
buon Fezza per farci fare le bolle di sapone ai
figli.
Ordunque al terminare del caldo meriggio
e al volgersi del tramonto giunge il momento dell’imbarco
e dell’inizio dell’avventura. Devo anticiparvi
che già il giorno dopo capii di non essere
la persona più adatta a narrare le vicende
accadute su tale panfilo, in quanto sono riuscito
a perdermi quella che sembra essere stata l’attrazione
principale di tutta la festa : Barbara Uglydoll
che ha vomitato in ogni dove e quando per circa
9 (nove!) ore consecutive, saziando anche la gola
affamata di un certo ALExxx, che piuttosto che avventarsi
sull’oscena pizza-moquette distribuita al
bar, ha preferito saggiare la consistenza del prodotto
di stomaco della leggiadra fanciulla, coronandosi
così del titolo di Don Chisciotte dello Slam!
Summer 2004 per l’impresa impossibile.
Vi posso raccontare perciò di quello che
ho visto e sentito.
I suoni delle bands erano nettamente
migliori rispetto all’anno scorso, però
–ahimè- la vista era sempre quella,
cioè nulla se si era già in seconda
fila. L’unica band che posso dirvi di aver
visto sono stati i Private
Line, in quanto ho discusso col
loro bassista, mentre ero in coda per pisciare,
sull’oppurtunità di installare un secondo
cesso sulla barca per evitare morti da esplosione
di vescica. Sono quindi reo confesso, ma comunque
fiero, di essermi prodigato in una pisciata dal
ponte della barca in compagnia di un marinaio gay
di nome Thomas, che mi ha ritardato la fuoriuscita
dell’urina siccome continuava a buttare lo
sguardo proprio lì.
Restando in tema di marinai voglio sottolineare
l’invaghimento quasi animalesco riportato
dal capo della barca per la fiancee del proprietario
di etichetta discografica di cui si parlava ad inizio
racconto, mentre la moglie (del marinaio capo) danzava
sulle note di "Bang Bang" dei Danger
Danger come se stesse sgambettando in una
balera con "Romagna Mia".
Nel frattempo il buon Gaetano si dimenticava
delle bolle di sapone, Pacino sposava la professione
di Pr con quella di smaltitore di code davanti alla
porta del cesso, il marinaio gay di cui prima si
trasformava in voyeur spiando una coppietta che
limonava sul ponte, Moreno beveva cocktails fluorescenti
da occlusione istantanea di arterie tanto erano
dolci, Lester aveva la vita dei jeans sempre più
bassa che tra un po’ gli arrivava alle caviglie,
ALExxx digeriva la “cenetta” di prima
bevendo whiskey da un fiaschetto come un perfetto
alcolizzato, Holly si sbronzava a tal punto da rifiutare
una birra offertagli dal sottoscritto per addormentarsi
sul grembo della (simpaticissima) consorte che ormai
gli faceva da mamma e il tutto veniva inframezzato
da una sosta dai propositi culturali in P.zza San
Marco.
Dopo aver trovato il tempo per un
ultimo saluto a Jany James, c’è
solo l’insignificante Odissea del ritorno
a casa con conseguente black out causa crollo sul
sedile del treno.
Tra 8 mesi sarà ancora ora di chiedere a
Moreno: “Uè, ma quella festa sulla
barca… la fate di nuovo quest’anno?”
SweetMauro