Nel corso degli ultimi anni,
gli Shy hanno pubblicato parecchi cd, tra prodotti
nuovi, riedizioni, albums dal vivo e progetti solisti
di qualche membro del gruppo. Che ruolo gioca l’attività
come Shy nelle vostre esistenze, oggigiorno?
Noi cessammo di essere una band
a tempo pieno nel 1995. Successivamente è accaduto
che la Neat Records ha acquistato i diritti del nostro
primo album “Once bitten” e l’ha
ristampato. Ciò ha suscitato un rinnovato interesse
per la band sufficiente ad indurci a pubblicare tre
ulteriori albums di materiale inedito ("Regeneration",
"Let the hammer fall" e "Live in Europe"),
i primi essendo due raccolte di demos incisi tra il
1984 ed il 1990, ed il live album frutto di registrazioni
durante il tour europeo del 1987 con Gary
Moore, oltre a contenere materiale tratto
da alcuni successivi shows nel Regno Unito, senza
alcun overdub. Nel 2000 fummo contattati dalla Z Records
con la prospettiva della realizzazione di un nuovo
album in cui fosse tornato a cantare Tony Mills.
Abbiamo tutti
altre attività al di fuori dell’industria
musicale, così per "Unfinished Business"
e "Sunset and Vine" abbiamo dovuto scrivere
e registrare lungo un certo arco di tempo, giacchè
non è sempre possibile avere tutti nello stesso
posto contemporaneamente. Ciò premesso, ritengo
tuttavia che abbiamo lavorato sodo su questi ultimi
due albums come mai accaduto in precedenza, e ci stamo
godendo la libertà di poter scrivere senza
condizionamenti da parte della Casa discografica.
Il vostro nuovo lavoro segue
le stesse orme musicali del suo eccellente predecessore,
o avete in qualche modo modificato il vostro sound?
Io penso che “Sunset and
vine” sia la logica evoluzione di “Unfinished
business”. Non abbiamo cambiato troppo il nostro
stile, forse ci sono più chitarre, dato che
ora abbiamo un secondo chitarrista, Ian Richardson.
Inoltre su quest’album le canzoni sono più
lunghe, con più assoli, e Tony ha sfruttato
tonalità vocali più basse, senza peraltro
lesinare i suoi acuti laddove necessario. Penso che
chiunque abbia apprezzato “Unfinished Business”
sarà più che soddisfatto di “Sunset
and Vine”. Non stiamo mirando a modernizzare
il nostro sound o a rivolgerci a nuove platee, ma
penso che siamo un po’ progrediti rispetto a
precedente capitolo.
Siete soddisfatti del vostro
attuale contratto discografico?
Alla MTM sono stati brillanti,
non ho nulla da eccepire con loro. Credo che abbiamo
dovuto rincorrerci per realizzare la promozione, a
causa del nostro scarso tempo disponibile per interviste
etc… Ma il loro atteggiamento e la loro dedizione
sono stati rimarchevoli.
C’ è in programma
la pubblicazione di un dvd da parte degli Shy?
Non mi risulta (forse faresti
meglio ad andare a dare un’occhiata alla rubrica
delle recensioni dvd… NdA). Non so esattamente
chi detenga i diritti dei videoclips che filmammo
negli anni 80 per i nostri singoli e, per quanto mi
risulta, non esiste materiale filmato dal vivo in
quell’ epoca di qualità professionale.
Magari se facciamo qualche show quest’anno potremmo
mettere qualcosa assieme…
“Misspenth youth”
avrebbe dovuto rafforzare la vostra notorietà,
dopo un così grosso successo come “Excess
all areas”. Siete davvero soddisfatti di quell’album?
"Misspent Youth" fu
un lavoro molto deludente, tanto per noi che per i
nostri fans. Non posso biasimare nessuno di ciò,
giacchè avevamo un produttore di grido come
Roy Thomas Baker, un budget consistente, incidemmo
a Los Angeles, e nonostante tutto non funzionò.
Parte del problema fu che cercammo di essere più
stradaioli di quanto si adattasse al nostro stile.
L’AOR aveva cominciato a morire, e bands come
i Guns and Roses erano molto popolari.
Penso cha la MCA abbia cercato di spingerci verso
una direzione meno melodica. Alcune delle canzoni
avevano la tradizionale impronta sonora degli Shy,
ma la produzione era scarna, ed oggi quel disco non
è un qualcosa di cui andiamo fieri…
Perchè la decisione di
cambiare il nome in “Shy-England”, per
una band così palesemente american-oriented?
Il nome fu cambiato esclusivamente
per “Misspenth Youth”, giacchè
quel disco stava ricevendo una massiccia promozione
sul mercato americano dove già esisteva un’altra
band dal nome Shy, che peraltro minacciò azioni
legali se noi non avessimo modificato il nostro nome.
Ritengo sia stata una esigenza stupida, ma gli Shy
americani pretendevano una somma considerevole per
cederci i diritti all’uso del nome. In Europa
non vi fu una analoga necessità, e giacchè
da allora non abbiamo promosso altri albums negli
States non c’è stato più alcun
problema.
Pensi che l’immagine glamour
dei primi anni aiutò gli Shy a riscuotere attenzione,
o ha creato solo diffidenza verso la vostra ben diversa
attitudine musicale reale, molto più prossima
al class ed all’hard rock melodico?
Penso che intendessimo solo combinare
un’immagine attraente con musica molto fine,
e sebbene non penso che somigliassimo ai Motley
Crue o ai Poison, effettivamente
attraversammo un periodo fortemente caratterizzato
dal nostro vestiario! Più diventi vecchio e
più impari a fare a meno di certi vezzi: ora
siamo certamente molto meno ricercati nel modo di
abbigliarci!!! Al di là del “look”,
io credo che noi fossimo molto più vicini musicalmente
a Whitesnake, Europe,
Bon Jovi, Def Leppard,
tutte bands classy che non mi sentirei di definire
Glam!!!
Comunque oggi trovo decisamente buffe alcune nostre
vecchie foto…
So che una volta foste costretti
ad abbandonare il palco, come opening act dei Manowar,
perchè l’audience non gradiva il vostro
aspetto: giacchè è accaduto a Torino,
spero che tu non sia ancora risentito verso il pubblico
italiano…
La cosa curiosa è che io
serbo solo bei ricordi di quello spettacolo a Torino,
e me lo ricordo perchè è stata l’unica
volta che abbiamo suonato in Italia. Venimmo inseriti
in cartellone solo all’ultimo momento e non
ci fu tempo per alcuna pubblicità. Comunque
ricordo che successivamente parecchi nostri fans italiani
vennero a complimentarsi, contenti di averci potuto
ammirare. Manowar e Sabbat
erano ottimi ragazzi, ma probabilmente non erano il
genere di co-protagonisti più adeguato per
una band come gli Shy…
Vuoi parlarci un po’ dei
vostri rapporti con il batterista originario Alan
Kelly ed il tastierista Paddy McKenna, che non fanno
parte di questa reunion?
Alan si trasferì da Birmingham,
dove abbiamo la nostra base, nel 1999, per stabilirsi
nella costa meridionale dell’Inghilterra. Lui
e Tony non hanno mai avuto un buon rapporto, entrambi
hanno personalità dominanti e sarebbe stato
difficile tornare ad incidere insieme per via di passate
acredini. Inoltre Alan ha smesso di suonare dal 1995
ed abita troppo distante per poter essere realisticamente
considerato in questa reunion. So che è la
rifondazione degli Shy gli ha dato fastidio, ma io
gli auguro la migliore delle fortune in qualsiasi
cosa egli stia facendo. Anche Paddy si è ora
trasferito al sud, ma siamo ancora in contatto e probabilmente
avrebbe suonato su quest’ album se non fosse
andato a vivere via. Joe Basketts ha curato le tastiere
sul nuovo album, facendo peraltro un ottimo lavoro.
(Un amareggiato
Alan Kelly, interpellato in merito a queste dichiarazioni,
ha replicato facendo osservare in estrema sintesi
quanto segue: a) dopo l’uscita di Tony Mills
nel 1991 la band reclutò il vocalist John Ward,
all’epoca di stanza a Los Angeles, e ciò
non rappresentò un problema; b) tutta la band,
e non solo lui, ebbe un periodo di inattività
dopo il 1995; c) la condizione posta dalla Casa discografica
per un nuovo contratto agli Shy parrebbe essere stata
il rientro alla voce di Tony Mills, il quale avrebbe
a sua volta imposto ai compagni l’esclusione
di Kelly dal nuovo progetto. Per una approfondimento
delle argomentazioni di Alan Kelly sugli Shy seguite
il link shy-england.4t.com
NdA)
All’indomani del fallimentare
“Misspenth Youth” Tony Mills abbandonò
gli Shy, si disse per seguire inclinazioni verso un
sound decisamente più heavy. Dato che di recente
è tornato ad uno stile molto più melodico,
che giudizio si può dare oggi del suo progetto
musicale come Siam?
Senz’altro Tony sarebbe
più qualificato a darti questa risposta, ma
è attualmente molto impegnato con sua figlia
appena nata. Comunque mi risulta che egli vada particolarmente
fiero di ‘Prayer’.
Il progetto solista di Tony realizzato
qualche anno fa, ossia “Cruiser”, era
solo un riempitivo senza seguito in attesa del ritorno
degli Shy o deve far pensare alla coesistenza di più
progetti musicali paralleli?
In effetti credo che "Cruiser"
fosse una raccolta di materiale inedito che Tony registrò
dopo l’uscita dalla band, nel 1991. So comunque
che sta attualmente lavorando ad un secondo progetto
solista, “Freeway to the afterlife” (qui
si rende necessaria una …grattatina “tecnica”….NdA),
che mi dice impregnato di un umore molto gospel. Si
preannuncia interessante!
Vorrei conferma ad alcune piccole
curiosità: è vero che Tony fece i cori
sull’album di esordio dei Cinderella?
Ho anche letto che Don Dokken partecipò
alla stesura del vostro maggior successo “Break
down the walls”…
Se ricordo bene, Tony ha cantato
sul pezzo ’Nothing for Nothing’. Jeff
Paris (con cui stavamo scrivendo assieme
alcune canzoni, all’epoca) condusse Tony in
sala d’incisione. Lì egli incontrò
Tom Keifer ad il produttore
Andy Johns.
Don Dokken effettivamente prese parte
alla stesura di ‘Break down the Walls’,
io e Tony lo incontrammo nei Total Access Studios
e realizzammo una versione demo della canzone. Originariamente
era chiamata ‘Last Chance’ ma noi utilizzammo
solo il riff di apertura che Don aveva composto. Fu
una grande esperienza, ed egli una persona affabile.
Ti prego di esprimere la tua
opinione sulla scena europea (ed in particolare britannica)
del rock melodico: come la giudichi oggi, a confronto
con quella di fine anni ’80? Pensi che i fasti
di questo genere di musica siano ormai tramontati,
oppure oggi il rock melodico può vantare concrete
chances per un successo maggiore di allora?
Non sono del tutto certo che la
Gran Bretagna abbia tuttora un’importante scenario
di bands dedite al rock melodico. Certo, esistono
ancora locali che allestiscono serate all’insegna
della musica rock, ed alcune bands di fine anni ’80
sono ancora in circolazione, ma certamente non si
può più definire “mainstream”
rock.
The
Darkness sono probabilmente il gruppo rock
più importante partorito dal Regno Unito nell’ultima
decade, ma non sembrano aver instaurato una tendenza.
Realisticamente, c’è bisogno di nuove
leve per rendere l’hard rock melodico di nuovo
popolare, e ciò attualmente non si sta verificando
in Inghilterra. Mi sembra che nel resto dell’Europa
le platee invece accolgano meglio la musica di vecchio
stampo. Ritengo che le tendenze musicali abbiano un
andamento ciclico, quindi potremmo attenderci una
nuova esplosione del rock. O perlomeno lo speriamo!…
Le bands più datate stanno ancora realizzando
ottimi dischi, prendi per esempio i TNT,
quindi non si direbbe che ci sia carenza di buona
musica.
Quanto, ed in che modo, pensate
di aver cambiato aspettative ed atteggiamento riguardo
all’industria discografica? Cosa realmente vi
aspettate da questo graditissimo ritorno degli Shy?
Ora non siamo più musicisti
a tempo pieno, e la esigenza di doverci sostenere
attraverso la nostra musica non è più
una preoccupazione. Ciò significa che possiamo
goderci la nostra attività come Shy senza il
timore di fallimenti. In un certo qual modo oramai
lo stiamo facendo come hobby; il che non vuol dire
che non l’abbiamo presa seriamente, tant’è
che ti posso assicurare di non aver mai lavorato con
maggiore impegno prima d’ ora.
Ci auguriamo di poter continuare a realizzare albums
fintanto che i nostri fans lo vorranno.
Siamo stati sinceramente compiaciuti dalla positiva
reazione suscitata da “Sunset and vine”
e ci auguriamo di poter partire a suonare in giro
per l’Europa. Se la cosa decolla, chissà
che potrebbe accadere!!!