Alessandro
Lilli
Vi dicono
niente nomi del calibro di Chris Squire, Mark Free,
Kelly Hansen, o bands quali Hurricane ed Unruly Child?
Approfondendo i trascorsi musicali del top-drummer
Jay Schellen, mi sono progressivamente reso conto
della sua importanza, per il ruolo avuto affianco
ad artisti di primissimo piano su diversi dischi che
hanno fatto la storia dell’hard rock melodico
americano.
Jay, in piena attività su più fronti,
e con un nuovo sito web (www.jayschellen.com), ha
accettato di rivelarci qualche dettaglio della sua
prestigiosa carriera.
Hai messo su un
nuovo sito ed hai pubblicato un libro dal titolo “Rocking
independence”, nel quale insegni il tuo metodo
di perfezionamento della tecnica batteristica. Durante
questi anni sei sempre stato molto attivo, ma oggi
pare che tu stia persino trovando ulteriori sistemi
per esprimerti musicalmente. Quanto tempo c’è
voluto per sviluppare questo tuo nuovo metodo didattico?
Insegno batteria da quando avevo 18 anni, quindi credo
di poter dire che l’ ho perfezionato nel corso
di 20 anni.Questa tecnica mi fu insegnata a 15 anni
da Alan Dawson. Era un brillante batterista jazz che
insegnava alla Berkley, ma purtroppo egli oggi non
c’ è più. Ne parlavo con la grande
batterista Terry Lynn Carrington, e lei è convinta
come me che il mio è l’unico testo scritto
divulgativo di quell’ eccellente tecnica per
i fondamentali del drum playing. Dopo essermi ritrovato
a scarabocchiare sui libri di ciascun mio studente
per cercare di illustrare questo metodo, alla fine
mi sono deciso a mettermi a tavolino per organizzare
tutte le idee, i beats e le tecniche che lo compongono.
Dovetti ricorrere ad un sistema tridimensionale per
presentarlo, così grazie alla tecnologia “lamitext”
elaborai questo libro, “Rocking independence”.
La sua accoglienza tra il pubblico
sta ripagando le tue aspettative?
Sì, la prima tiratura è andata esaurita
attraverso una grossa catena di negozi di musica statunitense
denominata “The Guitar Centers”. Riguardo
all’ efficacia del metodo per i miei studenti,
ho rilevato risultati apprezzabili a tutti i livelli
di apprendimento, dal novizio all’ avanzato.
Gli studenti esordienti hanno acquisito da subito
i fondamentali della coordinazione dei 4 arti ed un
eccellente senso delle battute, quelli più
esperti che avevano bisogno di migliorare la propria
capacità di tenere il tempo e di sviluppare
una maggiore disinvoltura si sono davvero perfezionati!
Persino i tastieristi stanno acquistando il testo
per utilizzare il metodo nella programmazione dei
drum beats! Adesso il sito web mi consente di raggiungere
ancor più batteristi, ed il libro sta vendendo
bene.
A tuo personale giudizio, c’
è un particolare bassista in giro che si adatta
così bene al tuo stile batteristico da formare
con te la “sezione ritmica definitiva”?
Sto attualmente lavorando con il mio bassista preferito,
Chris Squire degli Yes. Posso affermare
che è questa la “sezione ritmica assoluta”
per me.
Preferisci suonare in studio,
dove puoi sperimentare nuove sonorità e curare
attentamente la tua tecnica, o la dimensione del live
performing?
Amo entrambe le cose. Quando eccedo in una, mi manca
terribilmente l’altra, quindi direi che si equivalgono.
Sul piano discografico, immagino
che tu sia stato ultimamente molto impegnato nella
seconda release dei Conspiracy “the unknown”,
fianco a fianco con altri due musicisti stratosferici
quali Chris Squire e Billy Sherwood. Consideri questa
esperienza la massima vetta artistica sinora da te
raggiunta?
Nutro un enorme rispetto sia per Chris che per Billy.
Devo dire che con un tour alle porte e la prospettiva
per i Conspiracy di realizzare presto
un dvd, questa sarà una vetta artistica davvero
elevata per me.
Quell’ album mi ricorda
molto un vero capolavoro: intendo il debut cd del
1989 dei World Trade (sarebbe troppo
banale l’accostamento a 90125… NdA). Condividi
la mia impressione?
Sì, sono d’accordo. Conspiracy
“the unknown” è il frutto di un
lavoro di gruppo. Tutte le canzoni sono state scritte
e suonate con lo stesso spirito ed intensità
dai medesimi musicisti.
Parlando un attimo dei World
Trade, tu hai preso parte al loro secondo
album “Euphoria”, che suonava molto più
intimista ed aveva un approccio ben più ostico
rispetto al suo leggendario predecessore. Come giudichi
oggi quel cd?
“Euphoria” era un lavoro molto artistico.
Le melodie erano meravigliose e suonarle molto stimolante.
Non tutte le canzoni furono composte contemporaneamente,
alcune erano state scritte anni addietro, quindi fu
un’ impresa dare a tutte un senso di uniformità,
ma Billy Sherwood è un produttore di talento,
e ritengo che svolse bene quel compito. La canzone
conclusiva “Wheel of life” era la più
nuova, scritta letteralmente durante le registrazioni.
Penso che “Euphoria” regga tuttora bene
come disco peculiare di vero “progressive”
melodico.
Mi risulta che gli Hurricane
stiano per far uscire un live. Mi confermi questa
voce?
Sì, presto gli Hurricane pubblicheranno
un cd live. Fu registrato nel 1991 nel corso di due
shows radiofonici sold-out al Palace di Hollywood.
La registrazione venne realizzata attraverso uno studio
mobile, quindi la qualità è superiore
alla media: l’audio è eccellente!
Mi pare di ricordare che gli
Hurricane ebbero dei problemi di censura per la copertina
del loro eccellente “Slave to the thrill”.
Mi sbaglio?
E’ vero, era una copertina pungente, piuttosto
sexy… Molte delle nostre DJs e alcune direttrici
di programmazione avrebbero voluto fare “un
giro” su quella macchina ;-)…!!! Hey,
la questione ci ha portati sul Rolling Stone magazine!
Da quanto ne so, la versione
incensurata di quella copertina è diventata
un pezzo da collezione, tuttavia mai tanto ambita
quanto il primo EP degli Hurricane “Take what
you want”, un vero cd da culto. Le considerevoli
quotazioni tra i collezionisti di alcuni dei dischi
su cui hai suonato ti procurano orgoglio, oppure questa
speculazione ti infastidisce?
Mi sento molto orgoglioso dello status da culto di
“Take what you want”. Viene quotato oltre
120 dollari, se riesci a reperirlo su e-bay.
All’inizio degli anni 90,
dopo lo scioglimento degli Hurricane,
ti sei unito a Bruce Gowdy nel progetto dei superbi
Unruly Child (realizzando quello
che, a mio modesto parere, è uno dei dieci
migliori albums di hard rock melodico di sempre),
e successivamente hai seguito Bruce nei World
Trade, dove peraltro sei entrato in contatto
con Billy Sherwood. Mi rendo conto che la domanda
è piuttosto imbarazzante, ma mi domando: gli
intimi problemi esistenziali di Mark Free
incisero sul destino degli Unruly Child,
o non ci sarebbe comunque stato modo per la realizzazione
di un secondo album all’ epoca, a causa del
sopravvento della scena musicale di Seattle?
Marcie ebbe una qualche influenza
sull’intento della realizzazione di un follow
up. Ma onestamente incise poco sulla prematura fine
della band. Mentre ci predisponevamo per andare in
tour a supporto del debut cd, la scena musicale cominciò
a cambiare drasticamente e la nostra etichetta, Interscope,
pareva intenta solo a porsi in pole position nella
caccia ad i prossimi Nirvana. Noi
non rientravamo più nei loro piani, così
non ci venne concessa l’opportunità nè
di un tour né di un secondo disco. Non fu colpa
di Marcie, la sua voce ebbe un grosso ruolo nella
riuscita del primo album.
Durante la scorsa decade, sei
apparso in diverse formazioni all star, suonando un
hard rock in qualche modo più heavy e meno
commerciale rispetto ad Hurricane
ed Unruly Child, pur senza scivolare
mai nel grunge. Tra Sircle of Silence,
Stream e Murderer’ s Row,
quali sono la band ed il disco che ricordi con più
piacere?
Decisamente Sirce of Silence.
Era un gruppo di ragazzi molto talentuosi, e suonavamo
ciò che ci piaceva, “fast & loud”!
Sia “Sircle of Silence” che “ Suicide
Candyman” furono registrate in meno di una settimana,
dall’inizio alla fine! Era piacevole lavorare
con Jimbo Burton come produttore.
La voce ed i testi di David (Reece, ex Accept,
Bangalore Choir N.d.A) sono ancora tra le
cose più toste che abbia mai sentito.
Con gli Air Pavillon,
e gli album solisti di Stuart Smith
e Billy Shewood, hai affrontato una
vasta gamma di stili ulteriormente diversi, ma allora
qual’ è il genere musicale che senti
più vicino alle tue inclinazioni?
Tutti esprimono i miei gusti,
io sono cresciuto suonando hard rock blues, ma ero
anche un devoto ascoltatore di rock progressivo e
jazz. Diversità di influenze, questo sono io.
Se non erro, tra le tue innumerevoli
apparizioni su dischi di artisti di rilievo, ce n’
è pure una su “All I want is everything”
dei Def Leppard, nel 1996. Confermi?
Sì, ho suonato diversi pezzi con Vivian
Campbell e Phil Collen che
credo siano stati inclusi su quel cd.
A fine anni ’90 hai suonato
sul secondo lavoro dei rifondati Unruly Child,
“Waiting for the sun” (portando nel gruppo
Kelly Hansen quale rimpiazzo di Mark Free), ma non
hai preso parte a “III”. Come mai hai
invece preferito riformare gli Hurricane
assieme a Kelly, e pubblicare un album come “Liquifury”?
La vostra è stata una scelta strategica legata
alla maggiore fama degli Hurricane, o fu piuttosto
una scelta stilistica, giacchè “Liquifury”
è molto più heavy rispetto agli Unruly
Child e vicino alle tue precedenti produzioni della
seconda metà degli anni ’90?
Kelly ed io eravamo già
in fase di produzione con “Liquifury”
quando il terzo progetto progetto degli Unruly
Child prese l’avvio. La mia mancata
apparizione su “U.C. III” non fu una mia
scelta, io adoro i ragazzi in quella band, ma talvolta
la pianificazione di più impegni può
rivelarsi problematica, e comunque Bruce (Gowdy) e
Guy (Allison) erano in grado di farvi fronte a tutto
campo, pubblicando il cd senza di me.
La tua attuale militanza nei
Conspiracy significa che gli Hurricane
sono prossimi al capolinea in questa loro
nuova sortita? O la consideri un semplice side-project
transitorio da quella che ancora rimarrebbe la tua
band principale, intendo gli Hurricane?
Conspiracy è la mia band ed
ha priorità per me. Ciononostante, Chris (Squire)
è ancora il membro fondatore di quella…
“piccola” band che tutti conosciamo ed
amiamo, chiamata YES, così Billy Sherwood ed
io abbiamo ancora un po’ di tempo a disposizione
per altri progetti secondari.
Dunque attualmente ti senti più
preso dalle sonorità progressive dei Conspiracy
che dall’ attitudine rocchettara degli Hurricane?
Adoro il sound dei Conspiracy, però
ritengo che pure sul cd degli Hurricane
ci fossero alcuni momenti progressive, pensa a "Give
me an inch", "Ten Thousand Years",
"Baby Snakes", "Spark in My Heart".
E comunque, bada bene,… Conspiracy ROCKS!!!
Per il prossimo futuro, nutri
maggiori aspettative dalle tue attività didattiche
o dalle tue produzioni discografiche?
Suonare ed incidere sono il mio
principale obiettivo, ma mi è sempre piaciuto
l’ insegnamento e continuerò a farlo,
compatibilmente con il tempo a mia disposizione.
Immagino che il libro “Rocking
independence” sia disponibile presso il sito
www.jayschellen.com per quanti vogliano accostarsi
al tuo metodo di apprendimento della batteria. Quali
sono le peculiarità che lo rendono, a tuo avviso,
la scelta migliore per un aspirante batterista?
La cosa migliore è visitare
il mio sito www.jayshellen.com e dare un’ occhiata
al mio volume “Rocking independence”.
E’ un metodo originale ceh insegna a principianti
e batteristi esperti solide tecniche di timekeping,
snare ‘ghosting’ dexterity, battute ed
esercizi pazzeschi e molto stimolanti per la coordinazione
dei quattro arti e, la cosa bella, è ampliabile
attraverso lucidi addizionali ad ulteriori esercizi
e battute. E’ un testo unico nel suo genere,
ed il Modern Drummer Magazine l’ha recensito
con la valutazione massima ****, che consente di ottenere
risultati ed è divertente.
Grazie Alessandro per le
tue domande e ringrazio tutti i lettori per il loro
sostegno e la passione per la musica.