KISSEXY
ROCKIN' DOLL$
COMA
Genova 20
Giugno 2002
E' un caldo afoso che
accompagna la trasferta ligure per seguire il "Rock
Bones Fest". Si parte alle 15.00 da Milano in
compagnia di Mr. Comanducci e lo staff del Cathouse
ed intorno alle 17.00 arriviamo a Genova dove ci accoglie
un bel sole e il traffico serale di fine lavoro.
Giungiamo finalmente al Porto Antico dopo aver sbagliato
strada parecchie volte e aver rischiato di imbarcarci
per Tunisi riusciamo grazie ad un'inversione non troppo
ortodossa a raggiungere il posto destinato allo show.
Il tempo di mangiare qualcosa
ed ecco che finalmente alle 20.45 salgono sul palco
i COMA,
ma ahimè non c'è troppa gente ad accoglierli
anche se sono numerose le t-shirt che raffigurano
la band di Slash & Co.
La band spacca sin dalle prime note proponendo tutti
i classici dei GUNS N ROSES come
"Sweet Child O' Mine", "Nightrain",
"Civil War", ...e le immancabili e distruttive
"Welcome To The Jungle" e "Paradise
City" con un Simone Rossini in splendida forma
e con i ragazzini sorpresi dalla somiglianza della
sua voce con quella di Axl.
Cambio di strumenti ed
ecco che compaiono sul palco i ROCKIN'
DOLL$ con il loro classico show stravagante
ed energico fatto di sudore e coreografie a-là
WARRANT dove riescono a coinvolgere
il pubblico (ora più numeroso) con i brani
di PRETTY BOY FLOYD, POISON, MOTLEY CRUE,
TWISTED SISTER, SEX PISTOLS, ecc...
La gente sembra apprezzare la scaletta del gruppo
lombardo così come un bambino di colore che
si divertiva a spostare il microfono al bassista Daryo...
Sono passati 45 minuti
anche per i Doll$ ed è giunta
l'ora delle KISSEXY!
Orfane della chitarrista Sara, la tribute del "bacio"
confeziona uno show dove presenta i brani più
noti del gruppo, spaziando dalla recente "Psycho
Circus" a "I Was Made For Lovin' You",
e ai più grandi successi della band come "Detroit
Rock City", "Shout It Out Loud", "Love
Gun", "C'Mon And Love Me", "Heaven's
On Fire" con la vocalist Marlena bravissima ad
intrattenere i presenti con la sua voce e le sue movenze
sexy.
In che modo si potrebbe chiudere una serata così!?
...Con una mega jam con tutte e tre le band sul palco
a cantare e ballare "Rock'N'Roll All Nite"!!!
Bella serata, che nonostante
la scarsa affluenza di pubblico (forse dovuto al prezzo
del biglietto?!?!) è riuscita ad infuocare la
già calda giornata genovese!
Moreno Lissoni
PAUL
DI ANNO & KILLERS
DARE
KICKSTART
STRAMONIO
Genova 22
Giugno 2002
REPORTAGE SOGGETTIVO
DI UN CHITARRISTA RINTRONATO
Alcuni di voi già
mi conosceranno: sono Joe, cantante e chitarrista
dei KickStart. Moreno già vi avrà ampiamente
illustrato l’andamento della prima serata del
Rock Your Bones Fest. Di mio vi posso dire che giovedì
da Milano io e il nostro fonico Max siamo scesi in
quel del Porto Antico di Genova (dove troneggiava
il bellissimo galeone pirata usato da Roman
Polanski nel film “Pirati”) per
aiutare Roby Comanducci a organizzare
la serata, visto che – come saprete –
dopo l’esibizione dei vari gruppi di quella
sera ci sarebbe stata la discoteca rock’n’roll
dell’ormai celebre CATHOUSE,
la serata che fa furore il venerdì sera al
Transilvania Live di Milano.
Be’, prima di cominciare il CATHOUSE
mi sono ritrovato in mezzo al palco durante l’esibizione
delle Kissexy: stavano facendo l’ultimo
pezzo (“Rock and Roll All Nite”, of course!)
e la splendida Marlena aveva invitato
tutti i musicisti che avevano partecipato alla serata
a salire sul palco per cantarla tutti insieme, e io
me ne stavo tranquillamente a bordo palco (il mio
momento di gloria sarebbe arrivato due giorni dopo
e in quel momento me ne potevo stare anche in disparte),
quando Barbara, la batterista, mi ha invitato a salire
sul palco… cosa che ho fatto subito e senza
pensarci, ma cos’avranno pensato i ragazzi del
pubblico vedendo sul palco tutta quella gente vestita
in modo sgargiante o di pelle, truccata, coi capelli
cotonati e tutto il resto e in mezzo a loro un tipo
coi jeans corti, scarpe da ginnastica e maglietta
senza maniche degli Aerosmith, che
sembrava uscito da “Wayne’s World”
(anche detto “Fusi di Testa”)? Vabbe’,
l’importante è divertirsi. Tutto sommato
abbiamo fatto parecchio casino su quel palco e ci
siamo divertiti come al solito! Ricordo ancora con
piacere la serata Rockin’ Doll$
n’ Friends al Transilvania di Milano…
ma questa è un’altra storia!
Io e Max avevamo prenotato
una camera in un alberghetto in un vicolo nascosto
di Genova Vecchia, zona nota non certo per la cordialità
e ospitalità dei frequentatori… non so
se mi spiego…
Fatto sta che quella notte ho dormito pochissimo a
causa di una rissa sotto la nostra finestra…
una donna gridava di lasciarla stare e rivendicava
i soldi che qualcuno gli avrebbe dovuto dare in seguito
alle sue prestazioni… tutto questo alle 5:45
del mattino, mentre io pensavo ammazzatevi pure ma
non sotto la mia finestra, e Max quel fetente dormiva
come un ghiro…
Saltiamo la giornata di
venerdì, contrassegnata solo dal fatto che
al ristorante “I Tre Merli” ci hanno mandati
via dicendo che non facevano bar in quel momento…
“E le focacce?” dico io “Non le
facciamo ora” mi risponde il cameriere con uno
sfondo di teglie di focacce appena sfornate. La realtà
è che hanno visto entrare due capelloni con
magliette di gruppi rock e hanno ben pensato che non
fosse gente degna del loro ristorante… se vi
capita di passare dal Porto Antico di Genova andate
al ristorante “I Tre Merli” puzzolenti
come se foste appena usciti dal Gods Of Metal e sporchi
come se foste reduci da Woodstock, sventolando sotto
il naso del cameriere del ristorante il bancomat e
dicendo “bar o ristorante voglio mangiare e
bere!”
Lasciamo perdere…
Passiamo al fatidico sabato.
Alle 13:30 i miei pards, per dirla con Tex
Willer, erano già arrivati al Porto
Antico, ma eravamo gli unici. Poi sono arrivati anche
gli Stramonio, una prog metal band
di Treviso/Belluno che avrebbe suonato prima di noi
e su cui spenderò qualche parola più
tardi.
Per il resto la Debbie della GetSmart!,
ossia l’organizzatrice del festival, i fonici
e chiunque altro non erano ancora arrivati e abbiamo
aspettato fino alle 14:30, quando abbiamo visto finalmente
la Debbie arrivare con Paul Di Anno,
headliner della serata. Per i più giovani che
non dovessero saperlo, Paul Di Anno
è stato l’indimenticato primo cantante
degli Iron Maiden, avendo cantato
nei primi due album “Iron Maiden” dell’80
e “Killers” dell’81. Paul era paonazzo
e sudatissimo. Come arriva gli stringo la mano e lui
mi dice “I’m dead”… “fa
molto caldo” gli dico io, e lui risponde: “non
è per il caldo, sono senza voce!”, ed
effettivamente me lo diceva facendo anche fatica a
parlare. Più tardi qualcuno mi avrebbe detto
che una settimana prima Paul aveva fatto un’operazione
alla gola tipo togliere un nodulo o qualcosa del genere…
Una nota per quanto riguarda Di Anno:
me l’avevano descritto come uno che viene dai
bassifondi, non uno di quelli che sul palco fanno
finta di essere dei cattivoni e poi quando tornano
a casa la mamma li sgrida perché hanno fatto
tardi, ma uno che davvero ha vissuto in modo difficile,
basti ricordare che è stato 6 anni in carcere
a Los Angeles… a questo punto io mi aspettavo
un individuo pericolosissimo, cattivissimo, e invece
era la persona più simpatica e gentile che
si potesse immaginare, sempre sorridente e umile,
senza mai tirarsela per il suo glorioso passato…
Dopo un (bel) po’
sono arrivati tutti: i Killers, ossia
il gruppo che accompagna Paul Di Anno,
e i Dare, il gruppo di Darren
Wharton, ex componente dei gloriosi Thin
Lizzy.
A questo punto era finalmente il momento del sound
check, che si è svolto con un sacco di gente
che entrava nel tendone del concerto, poiché
non c’erano transenne a chiuderlo, anche se
più tardi sarebbero arrivati gli Hell’s
Angels, incaricati della security, a mandare via tutti
gli abusivi… lo so già cosa stanno pensando
alcuni di voi, ma non preoccupatevi, non c’è
stato nessun accoltellamento in stile concerto di
Altamont nel ’69 dei Rolling Stones…
Era però chiara una cosa durante il sound check:
Paul era senza voce! Che disdetta!
Quando hanno iniziato i Dare a fare
il sound check, Darren Wharton ancora
non era salito sul palco, ma si sentiva provenire
dall’impianto una voce angelica… noi ci
giriamo stupiti chiedendoci chi sia la donna con quella
voce così pulita e armoniosa, scoprendo amaramente
che era del chitarrista ritmico dei Dare (scusate
l’ignoranza ma non so come si chiami)!
Per quanto riguarda il nostro sound check tutto è
andato liscio, probabilmente la gente che era entrata
abusivamente si chiedeva che razza di musicista poteva
essere quel tipo coi pantaloni corti e la canottiera…
be’, ero io. Col caldo che faceva non pretenderete
che mi vesta da figo anche per il soundcheck, no?
Infine è la volta degli Stramonio
che provano “The Immigrant Song” dei Led
Zeppelin dimostrando subito ottime qualità
tecniche, soprattutto il chitarrista aveva un tiro
della madonna. Il cantante però mi sembrava
avesse la voce un po’ troppo pulita per fare
una canzone di quel tipo… ma era solo un sound
check! Chissà noi che schifo abbiamo fatto
durante il sound check!
A questo punto era arrivata
l’ora della cena e siamo andati tutti quanti,
insieme anche a Simone Anaclerio,
giornalista di Metal Force nonché
chitarrista degli SKW, al solito
bar dove abbiamo mangiato ¾ delle volte in
questi tre giorni, a consumare rustichelle in stile
Autogrill e a bere birra.
In quei tre giorni che io e Max siamo stati a Genova
la cosa più vicina a un pranzo che abbiamo
mangiato era una buonissima focaccia coi pomodori
freschi e il tonno, presa al “Pan per focaccia”,
dove abbiamo promesso alla panettiera che saremmo
tornati un giorno che saremmo diventati famosi…
coraggio! Tocca a voi consumatori di musica far diventare
famosi i KickStart! Non vorrete mica
deludere la ragazza del “Pan per focaccia”?
Appena finito di mangiare
tornammo subito nei ranghi. L’esibizione degli
Stramonio
era prevista attorno alle 20:00, ma iniziarono naturalmente
attorno alle 20:30. Noi intanto eravamo nel camerino
a scaldarci la voce e le dita (per modo di dire, vista
la glaciale potenza del condizionatore!). Stando chiusi
lì dentro naturalmente non si poteva capire
più di tanto, ma mi sembrava che avessero capacità
tecniche decisamente elevate. Inizialmente la tastiera
non si sentiva molto ma quando ha cominciato a sentirsi
meglio si notava che, grazie al muro impressionante
della chitarra, riuscivano ad ottenere degli ottimi
arrangiamenti. Molto buona alla fine anche la prova
del cantante che tendeva a emulare come timbro il
solito La Brie. In fondo, che prog
metal band sarebbero stata se non ci fosse un minimo
di emulazione dei Dream Theater?
Scherzi a parte alla fine non disturbava la somiglianza
del cantante degli Stramonio con quella di
La Brie, perché come gruppo almeno
musicalmente erano validi. E’ stata una vera
sorpresa poi quando hanno fatto come ultima la cover
“Ti sento” dei Matia Bazar…
voi adesso storcerete il naso ma vi assicuro che con
l’ottimo arrangiamento prog metal degli Stramonio
la canzone era una vera figata! L’unica loro
pecca, a quanto ci hanno detto Max e Davide, l’altro
nostro roadie, è che erano poco scenici. Noi
naturalmente non potevamo saperlo, visto che eravamo
chiusi in camerino! Comunque sentivamo che il pubblico
rispondeva discretamente, anche se gli Stramonio non
facevano molto casino.
Qualche giorno dopo poi ho scaricato dal loro sito
un paio di canzoni e devo dire che sono belle e ben
suonate!
Bene, ora toccava a noi!
Ci siamo caricati l’un l’altro: era arrivato
il nostro momento, era arrivato il momento del rock
and roll!!!
A questo punto, visto che non posso esprimere giudizi
sul mio gruppo, riporto qui di seguito la recensione
del nostro concerto che ha fatto Simone Anaclerio
di Metal Force.
Ottima ed entusiasmante
la prova dei meneghini KickStart
in quel di Genova! Esplosivo più che mai il
trio hard'n'roll ha entusiasmato la platea già
numerosa intrattendendo e "vomitando" sul
pubblico una impeccabile gig dalle increndibili tinte
hard rock come la musica che scorre nelle vene di
Joe e Co. Schitarrate e ritmiche serrate che muovono
i kids presenti in uno sfrenato ballo e divertimento,
tanto è vero che l'abilità del terzetto
si evidenzia anche quando per un problema tecnico
salta la corrente e il drummer continua invece imperterrito
con un assolo di batteria che non distoglie un attimo
il pubblico presente. Esemplari nella loro professionalità,
un'ottima prova. A risentirli presto.
TRACKLIST:
- Beer Drinkers and Hell Raisers
- Pump
- Don’t Stop
- Bass Solo
- Timewarp
- Touch the Sky
- Gotta Get Out
- Devil’s Lonely Nite
- Kickstart
- Born to be Wild / Wrathchild
Ragazzi, è vero!
Che casino durante il blackout! Va bene, andiamo con
calma. Abbiamo iniziato con “Beer Drinkers and
Hell Raisers”, canzone semisconosciuta dei ZZ
Top (è però la mia preferita
dei ZZ Top!). Direttamente attaccata
abbiamo fatto “Pump”, la nostra canzone
più vecchia… risale ai tempi di quando
eravamo in 5 e ci chiamavamo Round’n’Round…
roba di 6 anni fa se non 7! Bene, dopo “Pump”,
in cui già il pubblico mostrava di gradire
e divertirsi, ci presentiamo e partiamo subito con
“Don’t Stop”, e già vedo
qualcuno che canta il ritornello… d’altronde
non è difficile da imparare: dice “don’t
stop”!!! Come finisce la canzone Marco parte
subito con un assolo dei suoi, solo un po’ accorciato.
Dovevate vedere come si sono esaltati i ragazzi durante
il pezzo in tapping! Marco ha fatto il suo show personale
e tocca ora a “Timewarp”, che non è
la famosa canzone che c’è nel “Rocky
Horror Picture Show”, ma è un
pezzo nostro! Inizia con un pezzo di basso in slap
e batteria che fa esaltare un’altra volta il
pubblico. Purtroppo verso ¾ della canzone…
puf! Silenzio: la chitarra, il basso, i microfoni
non emettono un suono! Anche le luci sono scomparse!
In un attimo è tutto chiaro: è partita
la corrente! Molti avrebbero piantato lì e
sarebbero scesi dal palco, ma la nostra esperienza
ci ha insegnato che la cosa più importante
è che il pubblico non risenta dei problemi
tecnici: se è partita la corrente noi avremmo
avuto la scusante, ma non vogliamo mandare tutto in
merda, bisogna salvare la situazione! La batteria
è il solo strumento che non ha bisogno della
corrente perciò l’unica è che
Mike faccia un assolo, e per fortuna ha la presenza
di spirito di non fermarsi neanche un secondo e andare
avanti a suonare (più tardi alcuni mi hanno
detto che molti nel pubblico non si erano nemmeno
accorti che fosse andata via la corrente!). Mike riesce
a mantenere alta l’attenzione della platea,
facendo un botta e risposta tra il rullante e le mani
dei presenti. Però il troppo è troppo:
la corrente non torna e ci fermiamo. Io urlando (naturalmente
non andavano i microfoni), per tenere ancora un attimo
l’attenzione del pubblico chiedo: “a chi
piace la birra?”, scatenando un’ovazione.
Purtroppo ancora niente corrente, e sempre gridando
spiego che appena fosse tornata la corrente saremmo
tornati sul palco. Abbandoniamo gli strumenti e andiamo
dietro il palco, dove esaltati per come abbiamo tenuto
il palco nonostante le avversità, ci raggiungono
Anaclerio di Metal Force
e Noli di Flash,
sommergendoci di complimenti e volendo a tutti i costi
fare delle foto con noi… grazie! Mike va a prendere
delle birre in camerino e le regala ai ragazzi nelle
prime file, che probabilmente poverini stavano andando
in ebollizione, con quel caldo! Marco nel frattempo
corre in camerino per prendere altri biglietti da
visita dei KickStart da lanciare sul pubblico, al
che naturalmente torna la luce! Io e Mike siamo già
sul palco, Max corre a chiamare Marco in camerino.
Un’ovazione dei ragazzi del pubblico mi annuncia
che Marco è tornato sul palco!
Riprendiamo finalmente il nostro show, ed ecco “Touch
the Sky”, cantata da Marco. Dopo questa è
la volta di “Gotta Get Out”, la nostra
canzone più dura, dove i ragazzi sotto il palco
fanno non poco headbanging! A dire il vero anche i
ragazzi sopra il palco (ossia io e Marco) sbattevano
discretamente i loro craponi! Dopo “Gotta Get
Out”, cambio la chitarra ed è il turno
del lentone! E’ intitolato “Devil’s
Lonely Nite” ed è il nostro pezzo lento,
ma ho notato che è stato apprezzato anche dai
più metallari! Ri-cambio di chitarra ed ecco
l’ultimo dei nostri pezzi: “Kickstart”,
il nostro “classico”! E’ il pezzo
più rock’n’roll vecchio stile.
Se volete sentirlo potete scaricarlo da
www.kick-start.it . Siamo ormai alla fine: grido
che voglio sentire le voci di tutti. Attacchiamo con
“Born to Be Wild”, mitico hit degli Steppenwolf,
ed è il tripudio fra il pubblico! E me lo dimostrano
cantando a squarciagola il ritornello! Siamo ormai
al finale di “Born to Be Wild”, con ovazione
generale, ma non è finita qui: ecco il riff
di Wrathchild, una delle canzoni più famose
che Paul Di Anno, headliner del fest,
ha pubblicato con gli Iron Maiden.
Non facciamo tutta la canzone, diamo solo un assaggio
e subito facciamo il finale della canzone, perché
vogliamo solo fare un omaggio al grande Paul, ma ugualmente
i ragazzi in quei pochi secondi di canzone si esaltano
a livelli inimmaginabili! Chiudiamo così in
bellezza la nostra esibizione, sotto il palco si contendono
le bacchette che Mike ha lanciato mentre io se potessi
bacerei tutti! Grazie per l’affetto dimostratoci!
Bene, una volta scesi
riceviamo i complimenti dei Dare,
che erano in procinto di salire sul palco (mi hanno
detto che il loro batterista si è arrampicato
non so dove per farci una foto), e ci buttiamo in
camerino. Ragazzi che sudata! In un attimo abbiamo
scolato tutta la birra di cui la GetSmart! aveva rifornito
il nostro camerino! E vi assicuro che era tanta, anche
se un po’ di lattine erano andate perché
le aveva distribuite Mike tra il pubblico.
Alla fine eravamo stanchi ma contenti: i ragazzi genovesi
ci hanno riservato una bellissima accoglienza e penso
che la città di Genova rimarrà nel nostro
cuore!
Quando esco dal camerino i Dare hanno già iniziato,
ma qualche ragazzo incurante della band che era venuta
dal Canada per suonare lì, ci ha fermati per
conoscerci… io come al mio solito gli ho dato
il bigliettino del nostro sito! Ricordatevelo anche
voi: www.kick-start.it!
Passiamo ai Dare.
Io già cominciavo a perdere un po’ di
lucidità, a causa delle birre scolate dopo
quello sforzo, ma posso comunque dire qualcosa su
di loro. Per chi non li conoscesse sono un gruppo
AOR, rock melodico ma non superficiale, con ottimi
arrangiamenti. Il primo album, “Out of the Silence”
è un bell’album, ma secondo me manca
loro qualcosa: per i miei personalissimi gusti sono
un po’ troppo melodici e “tranquilli”.
Durante il concerto hanno fatto ottime canzoni, tra
cui la mia preferita “Abandon”, che è
anche la prima di “Out of the silence”.
Però mi sarei aspettato quello che capita spesso
coi gruppi AOR: canzoni molto melodiche che però
dal vivo riscoprono una spinta più hard, più
live. Invece nel caso dei Dare non è così:
mi sarei aspettato canzoni più distorte, mentre
hanno fatto l’esatto contrario, basti sapere
che il chitarrista ritmico (quello con la voce angelica)
ha sempre suonato la chitarra acustica. Ecco, forse
dallo studio al live cambia questo: meno tastiere
e più chitarra acustica. C’è da
dire comunque che Darren Wharton e il suo degno compare
chitarrista ritmico erano molto bravi a creare sublimi
armonie vocali, che forse sono il punto di forza dei
Dare. Una cosa negativa però c’è.
Lo so, è il mio personalissimo punto di vista,
ma tutte quelle canzoni così tranquille vanno
bene se sono 4 o 5, ma dopo un po’ mi rompo
le palle! Infatti, spero mi perdoni Darren, ad un
certo punto sono andato al bar dietro al tendone a
prendere una – l’ennesima – birra
(quelle in camerino erano finite!)!!! I Dare sono
molto bravi, per carità, però secondo
me in un concerto ci vuole qualche episodio più
adrenalinico, se no l’audience dopo un po’
si spegne! Infatti mi hanno detto che la gente ha
fatto più casino coi KickStart che coi Dare!
C’è comunque da dire che i Dare avevano
un ottimo suono, e ogni timbrica era perfetta e cristallina,
cosa che dal vivo, soprattutto in Italia, è
molto rara!
Un’ultima cosa: mi è piaciuto molto il
batterista dei Dare, che non ha fatto chissà
che cosa, ma che rispetto agli altri componenti del
gruppo aveva un ottimo tiro e non avrebbe sfigurato
in qualche band molto più dura.
Nota di cronaca: il bassista era ammalato perciò
hanno usato delle basi per il basso…
Ed ecco l’ora di
Paul di Anno &
Killers. Il batterista, una specie
di gladiatore pelato alto un metro e novanta, si è
accomodato subito alla sua postazione, mentre il resto
del gruppo era ancora in camerino a rimpinzarsi di
birre e ottime focacce genovesi… mmmh genovesi
voi ci prendete per la gola!
Poco dopo ecco che anche gli altri Killers salgono
sul palco mentre Paul, dopo essersi scolato in un
baleno due bicchieri di Jack Daniel’s (lui diceva
che gli servivano per la gola… bella scusa!
Ma alla fine è la stessa scusa che uso anch’io
tutti gli inverni!), era allegro e sorridente e pareva
non aver nessuna voglia di andarsene dal camerino
dove stava facendo bisboccia! Ma il dovere chiama
ed ecco che sale imperioso sul palco.
Per quanto riguarda l’esibizione di Paul Di
Anno & Killers bisogna innanzitutto dire una cosa:
il suono che usciva era terribile. Mi avevano detto
che durante gli Stramonio il suono non era granché,
durante il nostro concerto il suono era buono e durante
i Dare ho potuto constatare che era ottimo…
ma durante i Killers era inascoltabile! Soprattutto
le chitarre sembravano delle zanzare che ruttano!
I riff delle canzoni erano solo vagamente intuibili,
grazie anche al fatto che molte erano canzoni storiche
degli Iron Maiden. Le canzoni invece originali di
Paul Di Anno & Killers erano praticamente incomprensibili,
il che era un peccato, perché nel sound check
mi era parso di capire che non fossero niente male,
molto pesanti e dirette.
A questo aggiungete il fatto che Paul era completamente
senza voce, ma il pubblico dimostrava al suo idolo
la sua ammirazione cantando le canzoni dalla prima
all’ultima nota, senza mai “lasciarlo
solo”. In fin dei conti chi di voi è
stato al Gods of Metal del 2001 avrà notato
come Jon Oliva durante l’esibizione dei Savatage,
pur senza un filo di voce, avesse voluto cantare canzoni
come “Believe”, condividendo una volta
ancora col suo pubblico l’amore immenso per
la musica… decisamente commovente!
Ma torniamo a Paul. Per capire l’intesa fra
Di Anno e il suo pubblico basti sapere che ad un certo
punto i ragazzi stavano gridando “PAUL-PAUL-PAUL!”,
quando lui ha fermato tutti per spiegare che si sente
molto italiano (suo padre è siciliano e sua
madre milanese, o il contrario, non mi ricordo!) e
ha insistito perché gridassero “PAO-LO-PAO-LO-PAO-LO!”…
non è bello tutto ciò? Già l’avevo
capito quando gli avevo chiesto di firmare un autografo
per un mio amico, su cui ha firmato “Paolo Di
Anno”! Idem quando, alla fine del concerto,
gli ho fatto i complimenti, e lui ha risposto come
al solito che non aveva voce. A quel punto gli ho
detto: “Non importa, comunque ci hai messo tanta
passione!” e lui: “Sono italiano!”.
Per quello che riguarda il concerto devo dire che
anche lì mi sono perso alcune parti perché
andavo sempre più frequentemente al bar a bere
(!), però quello che ho visto, nonostante il
pessimo suono che usciva, era un bel concerto, con
Di Anno che incitava e dialogava col pubblico, come
quando ha spiegato che la canzone che stava per suonare
l’aveva scritta quando era in carcere a L.A.,
e parlava degli americani dicendo “’cuz
americans are… schifoso!”, oppure come
quando ha detto “la prossima canzone è
sulla mia ex-moglie… The Bitch from Hell!!!”
(eheheh…).
In definitiva un concerto faticoso e faticato ma sentito
sia dai musicisti che dal pubblico, che se n’è
andato a casa soddisfatto (almeno credo… avevo
forse troppa birra in corpo per poter giudicare lucidamente!).
Naturalmente un bel po’ di fans dopo il concerto
si sono accalcati vicino ai camerini di Paul Di Anno
per avere gli autografi, e se ne sono andati dopo
almeno un’ora o forse più.
Intanto io, mentre i fonici smontavano tutto, me ne
stavo seduto sul palco con le gambe penzolanti, una
Bud in mano e una Marlboro in bocca, guardando la
platea deserta, i seggiolini abbandonati, il pavimento
costellato di bottigliette schiacciate… in me
soddisfazione, stanchezza, alcol e un pizzico di malinconia,
come nella bellissima “When the Crowds Are Gone”
dei Savatage…
Sapete una cosa? Una delle
cose che mi è piaciuta di più è
il fatto che dopo il concerto mio fratello mi abbia
fatto i complimenti dicendo che erano anni che non
si divertiva così a un concerto rock…
forse per voi non significa niente, ma se aveste un
fratello pluridiplomato in chitarra elettrica con
30 e lode, che da’ lezioni di chitarra, scrive
lezioni via internet, suona in un numero imprecisato
di gruppi, tra cui il gruppo prog rock The
Watch con cui suona in giro per l’Europa
e per l’America… capireste cosa significa
un complimento del genere!
Bene, il mio lunghissimo
reportage è alla fine, voglio ringraziare enormemente
i genovesi che sono stati caldi e accoglienti, poi
Paul Di Anno, i Killers, i Dare, gli Stramonio,
tutti simpaticissimi e gentilissimi, poi Debbie
della GetSmart! che ha organizzato il festival, Marco
Ardemagni e Luca Barigione
di RockHard che hanno cacciato la
grana (ragazzi, ci vuole anche questo, naturalmente!),
Roby Comanducci di CATHOUSE
(Flash Magazine, Radio Lupo Solitario, Transilvania
Live) che ci ha messi in contatto con l’organizzazione
del festival, poi il nostro fonico Max di
Stefano e Davide Giannella
che ci hanno fatto da roadies (Max ha fatto anche
da DJ durante il CATHOUSE in trasferta
del giovedì), Simone Anaclerio
di Metal Force per la recensione
del concerto dei KickStart…
c’è altro? Ah, naturalmente! Mille grazie
a Moreno Lissoni di SLAM!
per avermi concesso tutto questo spazio, e infine
grazie a voi che state leggendo!
Andate su www.kick-start.it
, il sito dei KICKSTART, mi raccomando!
C-ya on stage!
Joe –
KickStart