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Gaetano Fezza

Abbiamo scambiato due chiacchiere con Pier Paolo DeIulis, voce dei Punk capitolini Transex, fondatore della Rave Up records e grande cultore del Rock’n’Roll più sanguigno e viscerale, con un’autentica passione per “l’archeologia musicale” come il sottoscritto. Intervista ricca di spunti interessanti, che spaziano dal Sixties Punk al ‘77, passando per il Glam Rock...

Come, quando e perché nasce la tua passione per il Punk?
Diciamo che la passione per il punk '77 nasce in tempi relativamente recenti ( ! ). Parliamo del 1990. Prima ascoltavo solo '60 garage americano e beat europeo. Sostenevo che la rivoluzione punk fosse quella dei Music Machine e dei Count V, piuttosto che quella compiuta da Pistols e Damned. Grosso modo, la penso ancora cosi'...

Un nome per tutti, considerate anche le evidenti influenze dei Transex: Stiv Bators…
Adoro i Dead Boys. Sono stati il gruppo punk più autentico e disperato del periodo. Per me rappresentano l'anello mancante tra il punk dei '60 e quello dei '70. La cover dei Syndacate of Sound - 'Little Girl'- ne e' la testimonianza più evidente. Grandi, immensi. Stiv Bators, che ho avuto il piacere di conoscere a Parigi nel 1988, era davvero una persona affabile e disponibile. Ci trattenne per ore - eravamo un gruppo di mocciosi 'garagers' in cerca di dischi a casa della sua compagna di allora (Caroline Warren, l'ex moglie del boss della Crypt records) - comunicandoci la sua grande ammirazione per tutti i gruppi '60 punk americani. Lui stesso, nel 1967, aveva iniziato la sua carriera in una di queste bands. Purtroppo la cassetta che ci promise di inviare, contenente le sue registrazioni dei primordi, non ci fu mai recapitata. Peccato, sarebbe stata una testimonianza che avrei custodito con grande devozione.

Tornando ai Transex, per i Punk (e non solo italiani, direi) una band piuttosto nota ed apprezzata, forse ancora poco conosciuta dal lettore medio di Slam, parlacene un po’…
I Transex nascono nel 2001 (Kubrick docet.), dopo varie esperienze personali in gruppi come Bingo, Ufo Diktatorz ed altre formazioni punk rock capitoline. I riferimenti musicali sono le famigerate compilation 'Killed by Death' (contenenti punk bands americane minori fine '70) e qualcos'altro (Glam americano, tipo Five Dollars Shoes, NY Dolls, Imperial Dogs etc...) Su questo impianto 'concettuale' (!), i Transex inseriscono un' po' di sana volgarità ed attitudine da osteria. Il primo lp e' del 2003, per l'etichetta Hangover, il secondo, appena uscito e' per la Tre Accordi records. Bei dischetti… almeno credo…

Ricordo una tua collaborazione alcuni anni or sono sul magazine “Bassa Fedeltà”, collabori ancora con riviste e/o ‘zines del settore?
Raramente, ho davvero pochissimo tempo a disposizione per scrivere. Ultimamente ho tre lavori, quello 'ufficiale' (in un'agenzia pubblicitaria), quello 'passionale' (la Rave Up records) e quello “una tantum” (come autore/collaboratore di documentari musicali televisivi). Poi qualche rara esibizione con i Transex, la mia amatissima ragazza, l'alcool/droghe e il resto. Difficile trovare dell' extra-time! Specie vivendo in una fogna di macchine e cemento come Roma...

Rave Up records: come, quando, dove e perché…
La Rave Up nasce nel 1999, dopo un periodo “di prova”' con un'altra etichetta, la Rev. Moon records (dedicata prioritariamente al punk italiano 'storico'). Durante quel periodo avevo accumulato decine di contatti con vecchie punk bands di tutto il mondo, cosi' decisi di utilizzarli mettendo in moto un progetto più articolato e professionale. A quel punto inaugurai la serie “American Lost Punk Rock Nuggets” (incentrata esclusivamente sul punk americano fine anni '70) che ora e' arrivata al numero 45. Oltre a quel progetto, altri... come la serie 'American High Energy Rock'n'Roll' ( glam punk americano anni '70 ), l'etichetta parallela Backstreet (devota al power pop USA 70/80) etc... Un delirio!

Cosa ti spinge a contattare bands misconosciute, magari con un solo singolo all’attivo e dimenticate da tutti? Quali difficoltà ti trovi più spesso ad affrontare con questo tipo di operazione?
La trovo una sfida stimolante e molto più appagante che acquisire le licenze da una major e ristampare classici come New York Dolls, Sex Pistols o altro. Sarebbe un lavoro burocratico, nel quale immettere poco o nulla di passionalità. Certo, questo tipo di operazioni risulterebbero ovviamente più redditizie, ma io preferisco rimanere concentrato sulle migliaia di “garage bands” punk rock e glam rock'n'roll che hanno sputato sangue nelle cantine senza conoscere alcuna gloria! E' una scelta di campo ben definita. Le difficoltà sono evidenti, sia dal punto di vista del reperimento dei brani, sia per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti finiti. Non importa, sono stoico e vado avanti per la mia strada!

Parliamo di quella che sembra essere un’altra tua passione, il Glam Rock dei 70’s, in particolare i gruppi più raw, cosiddetti “GlamPunk”, come e quando nasce …
Diciamo che la mia passione per certo Glam rock nasce parallela a quella per il punk. D'altronde non poteva essere altrimenti, visti i legami presenti tra i due universi. Mi vengono in mente tantissimi nomi che hanno costituito un collegamento inequivocabile fra l'epoca dei “'lustrini” e l'esplosione del '77: Jook, Raped, Slaughter and the Dogs, Hollywood Brats e moltissimi altri in Inghilterra (senza dimenticare Marc Bolan, che tra i giovani punks era considerato un vero e proprio padre putativo). Dall'altra sponda dell'oceano, New York Dolls, Stooges, Brats/Corpse Grinders, Runaways, sino agli Shady Lady e gli Zolar X (il cui chitarrista Ygarr entrerà nella punk band Rock Bottom and the Spys) etc.. Insomma, un vero e proprio “fil-rouge” che lega le esperienze musicali più autentiche di quel decennio eccezionale che furono gli anni '70!

Tornando al discorso Sixties Punk, per quel poco che conosco non posso che essere d’accordo con te, pare che il fermento e la vitalità rock’n’roll di quella decade siano poi scemate gradualmente in quelle successive. Conosco marginalmente quella “scena”, da tempo ho delle mire sul cofanetto “Nuggets”, e ho letto di una diatriba tra Tim Warren e Greg Shaw (RIP) a proposito del “modus operandi” di operazioni di recupero dei gruppi “minori” come le serie “Back from the Grave” e “Teenage Shutdown”. Tu che ne pensi, e cosa mi consiglieresti per introdurmi in questo universo?
Quello del “sixties punk” (nient’altro che Beat “cantinaro” e “pestone”) e' stato un fenomeno che ha avuto i suoi vertici in America (con i vari Sonics, Count V, Seeds, Electric Prunes, Shadows of Knight, Swamprats etc...), ma che ha avuto epigoni anche in Europa (Q65, Outsiders, Troggs...) e addirittura anche nel nostro paese (penso ai Ranger Sound/Ragazzi dai Capelli Verdi ), seppur con tutti i limiti imposti dalla cultura nazionale vigente al tempo.

Credo che sia assolutamente fondamentale per ogni vero amante del ”rock'n'roll” possedere nella propria collezione i classici della serie “Nuggets” o - per i più desiderosi di “emozioni forti” - le mitiche raccolte curate da Tim Warren (Crypt records) chiamate “Back From the Grave”... in assoluto il concentrato più crudo del garage rock “minore” degli anni '60. Per quanto riguarda la polemica (incentrata tutta sulla “metodica” della ricerca di materiale d'archivio) fra Greg Shaw - boss della mitica BOMP! records e filologo del rock'n'roll minore americano anni '60/'70 - e Tim Warren, occorre fare una puntualizzazione essenziale: i due agiscono in un arco temporale completamente differente.

Greg Shaw inizia ad indagare a metà degli anni '70 nella totale assenza di informazioni riguardo la storia musicale del decennio precedente. Non esistevano infatti collezionisti e/o archivisti di “garage rock” e l'industria discografica era pesantemente orientata verso criteri di produzione di tipo “mastodontico” che prediligevano grandi produzioni. Non c'era la vitalità dell'industria discografica locale che - tra il 1964 e il 1968 - aveva supportato l'effervescenza vulcanica del “garage rock” con decine di migliaia di piccole realizzazioni in vinile (il mitico 7" ndr). Tim Warren (anagraficamente più giovane ) arriva quindici anni dopo Greg Shaw. In qualche modo le informazioni sui gruppi, anche se frammentarie e spesso inventate, già circolavano all'interno di una pioneristica -ma presente- rete di collezionisti.

C'era stata l'esplosione del punk che aveva portato con sè anche la valorizzazione di tutto ciò che prima era considerato “minore”. Non scordiamoci che negli anni '70 i “grandi gruppi” erano quelli che contavano, con numeri di vendita dei dischi e “sold out” ai concerti...gli altri erano considerati “sfigati” e quindi non degni di attenzione. Il lavoro della Crypt records (caratterizzato da una spiccata cura nelle liner-notes) e' proprio la risultante dell'approccio mutuato dalla rivoluzione punk ( in cui tutti hanno pari dignità e dove vige il principio del “do it yourself” ) e la maggiore presenza di informazioni circolanti alla fine degli '80 (anni nei quali l'etichetta muove i suoi passi).

Quali sono le tue bands preferite, sia “vintage” che moderne?
Dead Boys, New York Dolls, Dictators, Sweet, Slade, Damned... e decine d'altre... Sui gruppi moderni non saprei che dirti, non ascolto nuove produzioni....

Facciamo un giochetto, ti vah? Io dico un nome, tu fai il resto:
Zolar X (per me una delle band più geniali dei 70’s) - Arghhh, ne soffro ancora...dovevo stamparli su Rave Up, ma la mia offerta e' stata “bruciata” da quella di Jello Biafra dell'Alternative Tentacles. SOB!
Shady Lady - Un operazione costosa, ma estremamente positiva, di cui vado orgoglioso. Stefen Shady (cantante della band) mi ha fatto tribolare... ma ne valeva la pena! Enormi!!!

Mi riempie d’orgoglio essere stato il primo a presentarli in Italia (recensione del promo CD che mi inviò Stefen) considerato che il full-lenght CD è tuttora inedito meriteresti una “standing ovation” per il tuo vinile… A proposito, so che Nina Antonia ne ha ordinato una copia, confermi?
Confermo. Nina Antonia (biografa di Johnny Thunders, Ony Ones ed altri) e molti altri importanti giornalisti inglesi e americani mi hanno fatto i loro complimenti per questa produzione.

Berlin Brats - Attendo l'ordine di procedere da parte di Rick Wilder (fusissimo cantante della band). Ho i loro demos del 1976, ma non ho ancora la sua autorizzazione a stamparli. Palle!

Sarà una bella “gatta da pelare” a quanto ne so ultimamente sembra volatilizzato… del resto non è un mistero che la “strada” l’abbia sempre vissuta realmente e non come una posa…
Voci recenti lo danno addirittura per morto... spero si tratti solo di leggende metropolitane…

Speriamo, a me piacciono parecchio e la loro “Tropically Hot” è da incorniciare…
(udite, udite..) Harlots of the 42nd Street
Top secret! ssshhhhhhhhh... (E qui qualcuno starà già sbavando….eheheh…Nda)

Thundertrain - Ahi! Non avevo i soldi per produrre l'Lp nei tempi contrattuali previsti e ho dovuto passare l'affare alla Rockin' Bones del mio amico Gualtiero Pagani. Grandissima band (tra l'altro nuovamente in attività). Peccato...
Punks - I fratelli bastardi degli Stooges. Non avevano la potenza di Iggy e soci, ma qualche riff lo azzecavano anche loro. Se solo avessero avuto una produzione decente...
Brats / Corpse Grinders - Rick Rivets (chitarrista della band, nonche' primo fondatore delle NY Dolls) e' stato davvero un grande. Massima disponibilità e gentilezza... davvero una bella persona. Peccato che non abbia avuto la fortuna dei suoi compagni di avventura...
Chainsaw - Grande e misconosciuta glam-punk band di Los Angeles. Il cantante suonava nei Christopher Milk, una band stile Sparks nei primissimi '70. Amatissimi dal famoso dj e talent scout Rodney Bingenheimer, nel 2003 hanno trovato posto su Rave Up records! Non e' stata una grande fine per questi 'prime-movers' californiani!!!

Ho citato di proposito i gruppi che più facilmente rientrano nel “target” di Slam!, ma sono certo ce ne siano molti altri nel tuo rooster che possono risultare appetibili anche a chi è meno avvezzo a certe “ruvidità” del punk…
Purtroppo buona parte del catalogo Rave Up e' oramai “sold out”, in questa lista di titoli irreperibili (e già collezionati) ci sono i Dogs, un gruppo di rednecks davvero micidiali. Poi i 'prime movers' di Minneapolis, i leggendari Suicide Commandos, i deragliatissimi Dennis Most & the Instigators, col loro rock “da strada” fra Detroit e Punk, Tot Rocket and The Twins (la risposta americana ai Clash) ed i Contenders / Backstabbers (fra Heartbreakers e Dead Boys).

Da estimatore della scena di Boston (che ha partorito gruppi come Bonjour Aviators, Reddy Teddy, Marc Thor, Inlfliktors, Third Rail, Thundertrain e molti altri...) vorrei segnalarvi l'imminente raccolta dei La Peste “Better Off Dead”. Pura dinamite rock'n'roll! Poi, in futuro, i Tracks ( Boston proto punk band), Slugs (la terza band di Rick Rivets) e 63 Monroe (una glam punk band canadese dell'81).

So che hai organizzato il “Road to Ruin” festival a Roma il 1° Maggio 2005, cui hanno partecipato i mitici Crime di S.Francisco. A breve ci sarà un altro evento simile con gli Avengers, vuoi parlarcene?
Lo scorso anno, dopo aver sperimentato le mie improbabili qualità di promoter negli anni precedenti (vari concerti tra cui il mini tour dei Dictators nel 2003) ho provato a mettere in piedi un festival di due giorni. Da necrofilo conclamato ho pensato di chiamare per un' unica data in Italia ( e la prima fuori S.Francisco) i mitici Crime.

La band, essenziale per lo sviluppo del punk della west coast americana e non solo negli anni '70, si era appena riformata per effettuare una serie di registrazioni e concerti locali. E' stata una grande serata... Quest' anno sarà il turno degli Avengers di Penelope Houston, altra punk band californiana storica. Oltre a loro, il prossimo 4-5 febbraio 2006 al Circolo degli Artisti di Roma, anche i grandissimi Paul Collins Beat (power poppers leggendari '77-'80), PF Commando (una 'Killed by Death' punk band svedese degli anni '70) ed altro ancora... Saranno due serate “muy calienti”...

Varie ed eventuali…
Tagliatevi i capelli e non esagerate col rossetto!!!!! Ciao!

Hahahahahaha… Non contarci Pier, ci teniamo alla nostra identità di “Rockers Lungocriniti”… Ti ringrazio per la disponibilità, un grosso in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri ed a presto.

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