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Alessanro Lilli

I Pink Cream 69, meglio e più tempestivamente di tante altre bands, hanno saputo riconvertirsi all’hard rock più tradizionale una volta esaurita la sbornia grunge. Album dopo album, dalla fine degli anni 90, la band sta inanellando una serie implacabile di centri che l’hanno portata ai vertici indiscussi della scena tedesca. Con un cd di valore assoluto da poco nei negozi, il batterista/manager Kosta Zafiriou ci parla volentieri di questa seconda giovinezza dei PC69, usciti indenni dall’ usura del tempo e delle avversità.

"Thunderdome" è di gran lunga il vostro migliore album. Condividi?
Grazie! Anche noi siamo compiaciuti della grossa attenzione che il disco sta ricevendo: sembra che i fans lo apprezzino, e la stampa finora ci ha concesso recensioni lusinghiere.

Gran belle canzoni, seppure di rock non commerciale. Chi ha curato l’aspetto compositivo e qual è la vostra formula?
All’interno della band siamo nella fortunata condizione di poter disporre di tre talentuosi compositori, ciascuno con influenze differenti. Tutti assieme poi lavoriamo sugli arrangiamenti e sulle rifiniture, talvolta addirittura stravolgiamo intere parti della canzone. Direi che essa acquista l’ impronta dei Pink Cream 69 come risultato finale di questo processo.

So che date un grosso peso alle liriche, traendo spunto da argomenti concreti. E’ vero che “Thunderdome” è ispirata a queste competizioni TV che hanno appestato il mondo?
Sì, avendo in line-up un cantante inglese ed un bassista/produttore statunitense, lavoriamo intensamente sui testi. Un pezzo su “Thunderdom”e concerne la mania degli shows televisivi per la scoperta di nuovi talenti, che ultimamente sta dilagando. Tutti i giornalisti con cui ho parlato mi hanno confermato di averne di simili nei rispettivi paesi, ma in Germania la cosa sta diventando davvero eccessiva. Pressochè tutti i canali hanno una loro trasmissione di questo tipo! Noi lo troviamo avvilente, perché ci sembra che non si tratta di scovare talenti musicali, ma piuttosto di speculare sulle lacrime degli sconfitti, quando la loro capacità viene mortificata dalla impietosa stroncatura di un autorevole produttore discografico, e di sguazzare nel fango delle infamie che i concorrenti si gettano reciprocamente addosso. Tutti questi concorrenti buttati allo sbaraglio nel “Thunderdome”, e noi lì a guardare in Tv chi ce la fa e chi no…

Curiosa l’ idea di includere una cover di “My Sharona”, anche se mi sarei aspettato una rivisitazione più personale…
E’ buffo, non mi sarei mai aspettato che qualcuno ci chiedesse di questa canzone, perchè per noi l’idea non rappresentava granchè… La storia è molto semplice: una volta ultimate le sessioni di registrazione del disco, abbiamo ritenuto di incidere qualche ulteriore pezzo per la semplice ragione che dovevamo fornire una bonus track da inserire nell’edizione giapponese, una per il Sudamerica ed una per l’edizione limitata europea. Dave aveva registrato alcuni demo, e tra questi “My Sharona”. Ci sembrava che si adattasse molto bene alla sua voce, e decidemmo di inciderla. Abbiamo accorciato un po’ l’assolo, ciascuno ha imparato singolarmente la propria parte, quindi ci siamo trovati in studio e l’abbiamo suonata. Negli arrangiamenti sembra molto simile all’originale, ma con un’ impronta tipicamente PC69. Nelle intenzioni c’era di farne la bonus track giapponese, ma dopo che il management ed alcuni amici hanno ascoltato la canzone, ci hanno indotto ad inserirla nella tracklist della versione normale;-)

Assieme ai Jaded Heart, siete attualmente la miglior espressione del power melodico tedesco. Ti ritrovi in questo giudizio?
Io non credo si possa parlare di una “band migliore” in assoluto, giacchè il gusto musicale è una cosa del tutto soggettiva. Potresti detestare ciò che a me piace, e viceversa. Noi cerchiamo di realizzare la nostra musica al meglio delle nostre capacità, sperando che incontri i favori di quanta più gente possibile. Nel tuo caso sembra che funzioni (a meraviglia…NdA), dunque ti dico: grazie del complimento!!!

Dall’hard rock americaneggiante degli esordi, al power meno immediato dell’acclamato “Games People Play”, poi il grunge, quindi il ritorno su linee potenti ma molto più melodiche… Pensi che avete raggiunto la vostra giusta dimensione sonora, o dobbiamo attenderci ulteriori cambiamenti?
Considerando le ultime 4 studio releases a partire da “Electrified”, non ci siamo mai soffermati così a lungo su uno stesso schema musicale. Sebbene siamo molto soddisfatti di ciò che stiamo facendo e ci diverta farlo, non ti so dire cosa porterà il futuro. Noi facciamo le cose perché ci piace farle, ma non appena cominciamo ad annoiarci, allora è tempo di cambiare! Ad ogni modo voglio dire a tutti che non abbiamo alcuna intenzione di trasformarci in una band nu-metal, alternative o roba simile, e non porteremo mai sul palco con noi un rapper o uno scratcher…

Guardando al passato, sei orgoglioso di tutti i dischi che i PC 69 hanno inciso o ce n’è qualcuno che preferiresti non aver fatto?
Non arriverei a dire una cosa del genere, in effetti però a nessuno di noi soddisfa il suono di “Change”. Sembra mixato in un garage, e non ha assolutamente il marchio PC69! Parecchie volte abbiamo pensato di prendere il master di questa incisione ed affidarlo a Dennis (Ward N.d.A) per un remixaggio, giusto per dimostrare a tutti che questo album include alcuni pezzi davvero tosti.

Cos’è questa storia del nomignolo affibbiato alla band World Cup 66?
Non ne so nulla di un simile soprannome, forse qualcuno se ne uscì con questo appellativo (riferito alla finale del mondiali di calcio di quell’anno… NdA), mentre eravamo in Inghilterra, non saprei spiegarmelo altrimenti…

Il “furto” di un frontman così carismatico come Andi, in un’epoca poco favorevole per il vostro tipo di musica, avrebbe potuto rivelarsi fatale per la band… A chi in particolare va il merito di aver tenuto duro e portato avanti i PC69? In che rapporti siete con Andi e con gli Helloween?
Il tempo lenisce tutte le ferite… Andi sembra contento con gli Helloween, e noi siamo molto felici di David – non c’è più alcun problema tra noi. Ci siamo incontrati alla fine dello scorso anno, in occasione di una jam session cui hanno preso parte entrambe le bands. Chiacchierando, Andi mi ha detto che apprezza molto la voce di David.

Comunque l’attuale vocalist David Readman è bravissimo! Come lo avete ingaggiato?
Siamo stati molto fortunati! Su oltre 400 demos, egli fu uno degli ultimi ad inviare il suo nastro… aveva letto un nostro annuncio sulla rivista inglese Melody Maker. Abbiamo ascoltato la sua voce e lo abbiamo invitato per qualche giorno in Germania. Prima di ripartire per l’Inghilterra, gli abbiamo proposto di unirsi alla band.

Leggevo che Alfred Koffler ha un problema ad una mano diagnosticato come Distonia focale. Come intendete far fronte a questa sua limitazione funzionale, se permanente? I secondo chitarrista Uwe Reitenauer vi aiuta solo in tour o è stabilmente in line-up?
Abbiamo attraversato un periodo buio ed incerto circa 2-3 anni fa: Alfred ebbe un problema serio e non sapeva se avrebbe potuto continuare a suonare la chitarra. Purtroppo non ci sono cure per la sua patologia.
Ad Uwe fu chiesto inizialmente di aiutare la band dal vivo. Dopo aver fatto un tour con Uwe, c’ è stato modo di conoscerlo molto meglio come uomo e come musicista. E’ stata un’ ottima esperienza per tutti noi, e vedremo cosa riserverà il futuro…

Alfred e David sono i principali compositori, Dennis Ward produce i vostri dischi e tu curi l’aspetto manageriale. Dunque i PC 69 sono una band a conduzione familiare? Vi manca solo un’etichetta tutta vostra…
No, per carità, nessuna etichetta! Sarebbe decisamente troppo! Abbiamo la fortuna di poter disporre di queste capacità all’ interno della band. La ripartizione dei compiti non è per questioni di economia! Dennis è un talentuoso produttore anche per altre bands, e parimenti io curo il management anche di altri gruppi- è semplicemente che ognuno si dedica secondo logica a ciò verso cui è portato!

A proposito, siete contenti della vostra nuova etichetta SPV?
Sì, finora siamo molto soddisfatti. SPV ha fatto un eccellente lavoro di promozione dell’album, il tour è stato un successo e le vendite vanno bene. Io penso che entrambi, sia SPV che Pink Cream 69 sono lieti che le proprie strade si siano incrociate.

A me interessa molto l’aspetto video. Da questo punto di vista l’unico prodotto ufficiale mi risulta essere quel “Size it up – live japan 92” che credo non sia mai stato pubblicato in versione europea… Avete progetti sul fronte dvd?
Fu pubblicato da Sony Music nel lontano 1992, ma è ormai fuori catalogo da anni. Non lo avevo più, ne dovetti acquistare una copia su e-bay… Non abbiamo alcun attuale progetto per la realizzazione di un DVD – in molti ne pubblicano oggigiorno, ma nella maggior parte del casi questi prodotti lasciano a desiderare (non lo sapessi, ma ahimè lo so…NdA) La nostra scelta è di non pubblicarne, fintanto che non avremo la possibilità di realizzare un DVD di qualità superlativa.

Quante speranze ci sono di vedervi in Italia dal vivo?
Purtroppo finora non ci sono progetti concreti…magari ci sarà la possibilità per un festival estivo o di supporto ad un grosso nome… Chissà?!?…

Hai qualche messaggio in particolare per i fans italiani dei Pink Cream 69?
Ogniqualvolta siamo venuti in Italia, abbiamo ricevuto un’ottima accoglienza e le persone sono sempre state molto calorose nei nostri confronti – un bel Paese, ottimo cibo e tanti, tanti metallari – speriamo di rivedervi presto!!!

Correte ad accaparrarvi una copia di “Thunderdome”, giacchè si tratta indiscutibilmente di una delle migliori releases di questo primo scorcio del 2004, e sicura candidata alle posizioni di vertice nelle varie playlists di fine anno. A proposito, vi svelo l’arcano: Pink Cream 69 è il nome di un cocktail…

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