Cristina
Massei
Negli
anni ’20, Pretty Boy Floyd era un gangster che
turbava il mondo, soprattutto le donne, con le sue
impunite braverie. Negli anni ’80, quattro ragazzi
di Hollywood ne rubavano il nome e il carisma per
sconvolgere la scena musicale con una breve ma intensa
incursione; e, piu’ tardi, quando grunge e nu
metal sembravano aver messo l’armata glam al
bando, i Pretty Boy Floyd sorprendevano tutti con
il loro ritorno in scena, in barba all’egemonia
di MTV e fregandosene della legge delle vendite e
dei trend, meritando a pieno il titolo di “Rock’n’roll
outlaws”, con gioia e piacere di noi sopravvissuti.
Incontriamo finalmente i nostri eroi a Londra, nel
backstage del celeberrimo Underworld. Steve, Lesli,
Chad e Dish sono pronti a vuotare il sacco, in cambio
di qualche sigaretta!
A chi e’ venuta l’idea
di questo nome?
S: L’ha tirata fuori un nostro manager, ci e’
piaciuta... ed eccoci qui!
Come nascono i Pretty Boy Floyd,
e soprattutto perche’ esplodono cosi velocemente?
S: Perche’ siamo forti! Davvero, credo che avessimo
tutti i requisiti adatti per raggiungere il successo,
tutte le cose giuste al posto e al momento giusto,
e comunque ci abbiamo lavorato su un paio d’anni.
Comunque rimane il fatto che soprattutto siamo dei
grandi!
Si, siamo grandi! E tutta una
questione di grandezza...
L: Grandi misure...
D: Grandi palle...
Ma allora perche’ vi siete
sciolti dopo due anni e un solo album?
S: Le solite storie, l’etichetta
che aveva fatto tante promesse ie poi si e’
ritirata, il nostro A&R man con cui non andavamo
piu’ d’accordo, e anche tra noi non funzionava
piu’, volevamo cose differenti. Gli altri non
pensavano a lunga scadenza, volevano tutto e subito
e se non arrivava basta, mollavano. Per me era diverso,
volevo suonare, guardavo lontano, ero paziente. Non
ci siamo mai davvero separati, la parola fine nessuno
l’ha mai pronunciata, solo che ad un certo punto
ognuno ha preso la sua strada e abbiamo messo la musica
da parte.
E cosa avete fatto in quegli
anni?
S: Niente che nessuno sia interessato
a leggere... (Risata generale). Quando abbiamo registrato
il primo album avevamo 21 anni, quando ci siamo allontanati
23, non e’ che ci fosse molto altro da fare.
Non abbiamo lasciato da parte solo i Pretty Boy Floyd
ma l’intero discorso musicale.
Poi la reunion del ’98,
con una line-up differente...
All’inizio c’erano altri membri della
formazione originale coinvolti nel progetto, ma i
problemi erano sempre gli stessi, il loro atteggiamento
non era cambiato. Erano ancora per il guadagno veloce
e facile, e ancora una volta non ha funzionato con
loro.
Come avete messo insieme l’odierna
line-up?
S: Non e’ stato difficile, sai, noi viviamo
a Hollywood! Li’ conosci tutti gli altri musicisti,
ex musicisti, ex membri di bands del genere e tutto
succede molto semplicemente e rapidamente.
Com’e’ la scena rock
a Hollywood al giorno d’oggi?
S: Niente come gli 80 sicuramente!
L: E le bands che ci sono oggi, con tutti questi computer
e strumenti vari che usano non sono piu’ neanche
in grado di mettere su un buon live show, gente come
Linkin Park per dirne uno... (conato di vomito da
parte mia...)
A proposito di live shows, mi
dicono che il vostro sia ottimo, in fondo ha tenuto
i fans contenti per tutti questi anni con un solo
album all’attivo... Qual’e’ il vostro
segreto?
(In coro): Jack Daniels!!
Si, anche Robin (Black, support
band, ndr) ha citato questo signore come sua maggiore
influenza...
L: Perche’ pensi che andiamo
cosi d’accordo e ci divertiamo talmente tanto
insieme??
Torniamo al 1998, parliamo di un EP intitolato “A
tale of sex, designer drugs and the death of rock’n’roll”,
che non penso molti abbiano in Italia...
L: era un EP autoprodotto, fatto solo per vendita
postale e online, per i nostri fans. Non ne son state
stampate molte copie, ormai dovrebbero essere pressoche’
sold-out...
E se non lo e’ portate
le copie rimaste in Italia... Dopo questo EP avete
pubblicato “Pornstar”, che conteneva per
lo piu’ re-release di brani da “Leather
boyz”, perche’?
L: In quel periodo Cleopatra stava
segnando tutte le band di questo genere, ripubblicando
i loro vecchi album nel caso qualcuno non li avesse
acquistati all’epoca... Almeno noi pero’
abbiamo aggiunto alcuni pezzi inediti.
Nel 2001 avete suonato tre sold
out shows in Giappone...
S: Cinque! Cinque shows
Bene! Come spiegate il successo
che questo genere ancora riscuote da quelle parti?
L: Venues piu’ piccoli!
(Risata generale) No, scherzavo...Comunque non e’
che tutte le band vadano bene li. Noi ci avevamo suonato
anche nell’89 e era andata benissimo.
S: Perche’ noi siamo grandi!
Lo scorso anno siete stati in
Inghilterra, come e’ andata?
S/L: Benissimo, ci siamo divertiti
un casino, e poi siamo amici con i ragazzi dei Faster
Pussycat, quindi e’ sempre bello andare
in tour insieme.
Poi la scorsa estate vi siete
uniti all’Hollyweird Tour...
L: Si, ma solo per alcune date
sulla East Coast. C’erano anche i Pussycat.
Pero’ noi eravamo una specie di side stage band,
ce n’erano gia’ abbastanza nel bill. E
ne abbiamo approfittato per suonare un’enormita’
di headlining show in quell’area, macinavamo
chilometri tra un concerto dei Poison e l’altro
per fare i nostri.
Questa settimana suonerete per
la prima volta in Italia, cosa vi aspettate?
S: Una calda accoglienza, so che
abbiamo molti fans la’, anche se non ci abbiamo
mai suonato...
L: E belle donne italiane!
C’e’ qualcosa che
volete dire ai vostri fans italiani?
A presto, stiamo arrivando!!
E ora, volete finalmente dirci qualcosa su questo
nuovo album in preparazione?
L: Torneremo in studio alla fine di questo tour. Ci
sono gia’ dei pezzi pronti, tre sono disponibili
su cd a edizione limitata per collezionisti in vendita
durante gli shows, non dimenticate di assicurarvene
uno! Seguira’ comunque l’album vero e
proprio prima dell’estate.
E come sara’, vecchio Pretty
Boy Floyd style o ci dobbiamo aspettare innovazioni,
alla Taime Downe per dire?
S: No no! Certo, ovviamente ci sara’ qualcosa
di differente, ma e’ancora rock’n’roll
al cento per cento!
L: Noi usiamo chitarra, batteria e basso, e quando
ci metti su la voce di Steve Summers quello che ottieni
e’ Pretty Boy Floyd!
Un’ultima domanda per Leslie:
che ne e’ dei City Girls’ Boys?
L: Chad era con me nei CGB, e ora che noi due siamo
piu’ impegnati sul fronte Pretty Boy Floyd gli
altri due ragazzi l’hanno presa un po’
male, cosi abbiamo lasciato perdere.
Grazie per la chiacchierata
ragazzi, davvero interessante!
Lascio Steve, Lesli, Chad
e Dish a prepararsi “to set the night on fire”,
e vi consiglio di non perdervi questo show per nessuna
ragione... San Valentino?? Hey, sapete quanto avrebbero
dato quelle donne negli anni ’20 per passare
un San Valentino con Pretty Boy Floyd? E se vi fate
convincere per l’ennesima barbosa cenetta al
lume di candela, c***i vostri, io vi ho avvertito,
e non venite a piangere da me quando leggerete la
recensione!