Il tuo ultimo album è
il gradevolissimo “Downtown: a journey of the
heart”. Chi suona su questo disco?
Sono tantissimi i musicisti che
hanno dato il proprio contributo a quest’album.
Io l’ho realizzato tra Nashville e N.Y.C. con
diverse combinazioni di sessionmen. Vi ho suonato
persino io stesso, onde potergli infondere lo spirito
giusto.
Esattamente come il tuo precedente
album “The hard way”, questo nuovo prodotto
offre parecchi brani che erano già stati pubblicati,
con diversi arrangiamenti, in tuoi precedenti albums…Qualcuno
potrebbe pensare che stai attraversando un periodo
di vuoto creativo… ma da quanto mi risulta,
tu hai a disposizione un’ampia gamma di canzoni
inedite, che avresti potuto eventualmente usare su
quest’ album… Dunque, cosa si può
replicare? Non eri soddisfatto dalla precedente veste
di quei brani o cosa?
Quest’album è stato concepito esclusivamente
per il mercato europeo. Non vi era nessuna mia proposta
discografica nei negozi, così ho pensato di
realizzare una raccolta retrospettiva. Se ottenesse
un buon riscontro da parte del pubblico, potrei pensare
di venire da voi ad esibirmi dal vivo.
Hai realizzato covers di vari
brani di Bob Dylan. Cosa trovi di
così speciale in questo artista?
Dylan è indescrivibile. Sono spinto dal gusto
di vedere come come riescono le mie versioni.
Per uno strano paradosso, parecchie
bands americane di AOR si limitano a girare in tour
gli USA, ma hanno contratti discografici con etichette
europee. In questo momento, quanto consistente è
la domanda da parte dei fans americani per questo
genere di musica? E quanto interesse mostrano le majors
verso il mainstream hard rock?
Non me ne frega niente delle grosse etichette…
Da quanto mi risulta, qualche
tempo fa hai portato avanti un tour all’interno
di librerie (the “Booze, Books & Beers tour”).
Ma era così arduo, in un recente passato, riuscire
a pianificare date live in contesti appropriati, per
un Aorster statunitense?
Per la precisione si trattava del "Babes, books
and booze" tour. E’ stato divertentissimo
girare in macchina dappertutto ed alloggiare nei motels.
Ci siamo davvero divertiti tantissimo. Abbiamo anche
avuto qualche serio inconveniente ma, credimi, lo
rifarei domani stesso!!!
Una domanda che probabilmente
ti è già stata fatta mille volte: quanto
ritieni che la tua popolarità sia accresciuta
a seguito della tua militanza nei Bad English?
Credo che il pubblico abbia apprezzato quella formazione,
ma ritengo che al contempo stesse perdendo qualcos’altro.
Io scrivo in prima persona. Le mie composizioni soliste
mi sembrano molto più di sostanza…
I Journey hanno
attraversato diversi cambi di vocalist, ed al momento
stanno girando gli USA con Jeff Scott Soto.
C’è qualche ragione particolare per cui
non ti è mai stato chiesto di unirti alla band
come vocalist?
Non avrei saputo cosa fare. Io
ho un mio stile interpretativo personale...
Pensi di aver mai commesso passi
falsi durante la tua lunga carriera musicale?
Naturalmente ho “scazzato” qua e la, ma
a chi non è capitato? Comunque per me la musica
è sempre venuta prima dei soldi. Non ho mai
puntato al “tutto esaurito”.
Quale ritieni essere stata “the
hardest way” che hai dovuto percorrere durante
la tua esperienza musicale?
E’ successo dopo “When you Were Mine”.....
Attualmente vivi sulla west coast.
Ti trovi a tuo agio nelle tua nuova sede? Come mai
hai lasciato from New York, a cui avevi persino dedicato
una canzone?
New York è la mia casa. Spero di ritornarci
a stare il prossimo anno.
Nel corso dell’ultimo decennio,
il tuo songwriting è diventato più introspettivo.
Ma questa genuina attitudine ad essere intimamente
autentici, quanto è gradita alle etichette
discografiche, secondo te?
La maggior parte delle compagnie discografiche pensa
che il termine “Art” sia semplicemente
il diminutivo del nome Arturo!!! In poche parole non
apprezzano minimamente la vena artistica.
Suppongo che la diffusione del
punk rock fu un serio ostacolo per una più
brillante carriera britannica con i Babys,
così come il grunge è stato una spina
nel fianco per centinaia di bands di hard rock, all’epoca
della tua esperienza nei Bad English. Quale di queste
due tendenze musicali ritieni che ti abbia maggiormente
danneggiato?
Qualsiasi genere musicale che sappia incarnare lo
spirito del rock è ben accetto….
Hai spesso offerto tuoi brani alle colonne sonore
di films. Quale di queste collaborazioni ti ha reso
più fiero?
In Dreams. Fu scritta per “True
Romance” (“Una vita al massimo”-
1993 NdA) .
Con una voce ancora così
“crystal clear”, per quanto tempo ancora
siamo autorizzati a confidare in ulteriori progetti
musicali a firma di John Waite, in futuro?
Il domani sarà bellissimo... Parola di John
Waite... Peace!!!