Ciao JK e grazie per la tua disponibilità.
Ho molto apprezzato il tuo recente album “Wired
in my skin”. Nella mia recensione per Slamrocks
l’ ho definito una collezione di canzoni di
hard rock molto varie dal punto di vista compositivo
e sonoro, più che un progetto caratterizzato
da una direzione musicale ben precisa. Stai mirando
a catturare in giro l’ attenzione di qualche
band per una possibile proposta di unirti ad essa?
Ciao Alessandro. Grazie per l’
ottima recensione! In effetti, la diversificazione
dell’ album deriva dal fatto che volevo mostrare
ad ampio raggio le mie capacità di chitarrista,
compositore e produttore. Sono davvero stufo di restare
ingabbiato (per modo di dire) nelle cose che ho già
fatto in passato. Sono anche sempre più coinvolto
nelle operazioni di produzione, registrazione, mixaggio
e masterizzazione attraverso la mia Compagnia “Alien
Productions”. Così, in definitiva, sono
sì alla ricerca di altre bands, ma essenzialmente
in veste di produttore o collaboratore. Ma naturalmente,
se domani mi arrivasse una proposta da Robert Plant…
Parliamo di “Perfect imperfection”: è
stato Ted Poley ad influenzare il tuo songwriting
su quel brano, che ha un palese sapore D2, o è
stata la canzone ad indurti alla scelta di Ted come
vocalist?
In tutti i brani di questo nuovo
album prima è stata scritta la musica. Non
avevo alcun nome in mente mentre componevo le canzoni.
Ho mandato a Ted sia “Perfect Imperfection”
che “If I Were James Taylor” ed in breve
lui ci ha steso su le liriche.. Direi che le sonorità
in stile Danger Danger scaturiscono semplicemente
dal fatto che il pezzo è interpretato dalla
voce di Ted!
Potrei farti una domanda analoga
a proposito di Terry Ilous e del brano “Grind
me down”. Ma invece la mia prossima domanda
è: quale particolare capacità di James
Taylor ti manca per poter completare “quella”
canzone (mi riferisco alla traccia conclusiva dell’
album)?
E’ una cosa buffa! E’
una garbata trovata lirica di Ted per una canzone
d’ amore in cui si dice semplicemente che lui
non riesce a trovare le parole adatte per dichiararsi
a lei. Ma James Taylor, che scrive testi fantastici
per canzoni d’ amore, aveva sempre le parole
giuste da dire. Mi è sembrato un pezzo adatto
da inserire a chiusura dell’ album!
Johnny Edwards ha già
militato assieme a te diversi anni fa nei King Kobra.
Quali sensazioni e ricordi porti dentro di te riguardo
a quella tua passata esperienza?
Johnny è uno dei miei cantanti
preferiti di sempre! La nostra parentesi nei King
Kobra durò poco perchè, dopo aver completato
l’ album (KK III N.d.A.), girato un video e
fatto un breve tour, Carmine Appice abbandonò
la band per unirsi ai Blue Murder. Naturalmente sono
stato onorato di aver preso parte a quell’ album.
Johnny ed io siamo tornati a registrare canzoni assieme
come “Northrup”, e quei brani videro successivamente
la luce nel 2001 nel cd denominato “JK Northrup”,
pubblicato da Metal Mayhem.
C’ è qualche ragione
particolare per la quale hai scelto Kelly Keeling
come vocalist in “Big blue sky”, il pezzo
più “modern-oriented” del tuo album?
Kelly è un altro cantante
in gamba! Nel 2005, lui, Terry Ilous, Ron Keel ed
io effettuammo un tour acustico negli USA. All’
epoca Kelly ed io ci ripromettemmo che avremmo fatto
qualcosa assieme, un giorno. Avevo quell’ ultimo
brano da affidare ad un vocalist, e Kelly era in un
periodo di sosta del tour con i “Trans Siberian
Orchestra”. Ecco come mai è stata quella
la canzone che ha interpretato. Ed era perfetta per
lui, in quanto volevo una timbrica Beatlesiana, che
Kelly ha saputo interpretare alla grande!!!
Molte recensioni in giro accostano
i tuoi brani strumentali al sound di Joe Satriani
( personalmente concordo solo riguardo a “Mark
my territory”). Quali sono le tue influenze
tra i chitarristi?
Beh, ogni qualvolta si ottengono
accostamenti ad uno come Satch, è un onore!
Io sono un chitarrista autodidatta. Onestamente non
ascolto parecchi altri chitarristi, ma quando ero
più giovane ed alle prese con l’ apprendimento
delle scale, il mio eroe era Gary Moore! Altri che
ammiravo erano Ronnie Montrose, Ritchie Blackmore,
David Gilmore, Uli Jon Roth ed Ace Frehley.
Ho notato che il tuo vecchio
“socio” Paul Shortino non appare su quest’
album. Come mai?
Adoro Paul!! Un altro dei maestri.
Diciamo che da allora abbiamo intrapreso strade diverse,
senza più incrociarci. Mi fermo qui. Gli auguro
ogni bene : )
Come sei riuscito a coinvolgere
il mio amico Michael T.Ross per le tracce di pianoforte
sulla deliziosa “the Road”?
Michael stava lavorando con Terry Ilous su vari progetti,
così quando chiesi a Terry se conoscesse qualcuno
in grado di suonare le parti di cui avevo bisogno,
egli contattò Michael. E’ stato grande!
Non vedo l’ ora di poter tornare a lavorare
di nuovo con lui.
Considerando la notevole varietà
di stili musicali che hai suonato sul tuo album, in
quale brano ti sei sentito più a tuo agio nell’
interpretare il guitarplaying?
Come ho già detto, sono
un autodidatta, ed in effetti sono abituato a suonare
molti stili diversi. Ho eseguito in scioltezza tutti
gli assoli sull’ album. I più impegnativi
sono stati gli assoli su “Mark My Territory”,
che ha repentini cambi di tempo. Forse avrai fatto
caso che mi piace suonare anche le slide guitar :
) (sì, nel solo dell’ acustico finale
sembri Jeff LaBar nei Cinderella di Heartbreak Station…N.d.A.)
Terry Ilous appare su molti brani
inclusi in “Wired in my skin”. Ci sono
possibilità di ritrovarvi assieme in un prossimo
disco degli XYZ , dopo l’ esperienza che avete
condiviso nell’ ultimo “Letter to God”?
Le possibilità sono molto
consistenti! Mi tengo costantemente in contatto con
Terry, giacchè lavoriamo parecchio assieme.
Abbiamo parlato proprio di recente della possibilità
di realizzare un nuovo cd!
Qual è il tuo ruolo all’
inteno della neonata Alien Records? Suppongo che essa
sia ben più di una mera etichetta esterna a
cui hai affidato la pubblicazione di “Wired
in my skin” … Ho notato che la faccina
dell’ alieno appare anche nel logo tuo proprio,
e so pure che personalmente tu sei molto interessato
agli argomenti riguardanti gli extraterrestri….
Io possiedo sia la Compagnia di
produzione “Alien Productions” che l’
etichetta “Alien Records”. Oltre a suonare,
incidere, mixare e produrre il nuovo album di Ted
Poley, così come l’ imminente “Best
of” di Terry, sto lavorando con parecchie altre
bands! Alcune usciranno su etichetta “Alien
Records”. Io sono stato affascinato dagli Ufo
e dagli alieni sin da quando ero bambino. Sono fermamente
convinto che da qualche parte ci sia la vita! Ecco
perché ho incorporato il logo con la testa
dell’ alieno in tutte le mie attrezzature.
Quindi mi confermi che anche
Ted Poley e Terry Ilous hanno in programma di pubblicare
I loro prossimi lavori attraverso la Alien Records?…
Cos’ altro puoi anticiparti in merito a queste
voci?
Puntualizziamo bene: l’
album di Ted verrà pubblicato dalla Frontiers
Records, e quello di Terry dalla FYCO Records. Tuttavia
entrambi sono in corso di produzione, mixaggio e registrazione
presso gli studi della Alien Productions.
Molti musicisti della scena del
rock melodico stanno ancora cercando di sopravvivere
nell’ industria musicale, ma la maggior parte
tende a comparire su un ampio numero di progetti altrui,
piuttosto che mettere in piedi una band propria. Pensi
che la ragione principale di questa tendenza “iperattiva”
sia la ridotta possibilità di svolgere un’
estesa attività live, oppure che dipenda dai
margini di guadagno dalle incisioni sempre più
erosi dal dilagare della pirateria musicale?
Molti artisti, come nel mio stesso
caso, stanno diversificando la propria attività,
estendendola ad ogni aspetto dell’ industria
musicale. Le cose sono cambiate in maniera drastica
con tutte le possibilità di download da internet,
compresa la pirateria. Quindi essere impegnato in
più di una band oppure, come nel mio caso,
occuparsi anche degli aspetti manageriali, di sicuro
consente di potersi permettere di pagare più
conti ? Naturalmente esistono delle eccezioni con
alcune bands stabili che stanno conseguendo ottimi
risultati.
Credi davvero che quei musicisti,
così freneticamente coinvolti su più
fronti, siano in grado di esprimere appieno il proprio
potenziale artistico in ogni circostanza? Oppure oggi
un rocker è ridotto alla dura realtà
di dover accettare lo status di sessionman?
Sarebbe auspicabile che, pur essendo
impegnato in parecchi progetti, un musicista desse
sempre il meglio di se. Ma sfortunatamente questo
non è sempre vero. Comunque, anche un musicista
deve campare… Io attualmente sto promuovendo
il mio album, ma allo stesso tempo ne sto producendo
e sto suonando su parecchi altri. Sto dando il meglio
di me su tutti.
Che tipo di futuro vedi negli
U.S.A. per il classico hard rock americano che scorre
nelle tue vene?
Ho una figlia di 19 anni a cui
piacciono le nuove bands di rock moderno, ma al contempo,
al pari dei suoi amici, sta cominciando a riscoprire
le bands rock classiche. Io credo che finchè
viene scritta e pubblicata della buona musica,qualcuno
l’ ascolterà. In America non intravedo
alcuna band emergente, impegnata a proporre del rock
americano classico nello stile degli anni ’80,
che sta riscuotendo un successo significativo. Tuttavia
vedo che c’ è mercato, anche qui negli
States, per le bands realmente in grado di comporre
e suonare grandi canzoni, quale che ne sia il genere!
Un’ ultima curiosità:
per cosa stanno quelle JK, nel tuo nome?
Jeffrey Kevin! Le iniziali dei
miei nomi. Sebbene abbia figurato come Jeff Northrup
sui primi albums nella mia carriera, volevo riesumarli.
Oltretutto, esistono parecchi Jeff, ma non molti JK!!!
Grazie Alessandro! Mi auguro di risentirti presto!