Cristina
Massei
Captain
Poon, il bel chitarrista di una delle band alfiere
della prolifica scena rock scandinava, e’ al
telefono pronto ad essere interrogato da Slam!
Attenzione: chi di voi ritiene che il rock sia finito
nel ‘94 cambi pagina ora. Il testo che segue
contiene disturbanti affermazioni musical-temporali
e linguaggio esplicito (es. nuovo, sperimentare);
dati i contenuti (quoto: “siamo nel 2004 e vogliamo
portare la musica qualche passo avanti”), consigliamo
la lettura ad un pubblico aperto.
Ciao Poon, e benvenuto
sulle pagine di Slam! Ho passato gli ultimi tre giorni
ad ascoltare “Automatic Thrill”, e visto
che so gia’ che fara’ parte della mia
Top Ten 2004, voglio sapere tutto: parlami di questo
nuovo album.
E’ un album su cui abbiamo
lavorato molto duramente, volevamo dargli direi un
“harder edge” rispetto al precedente “Basement
Apes”. Siamo stati molto concentrati nella registrazione,
sicuri di fare la cosa giusta fino in fondo. Le mie
preferite credo siano la title track, “Shaking
so bad” e “Put me on a plate”.
C’e’ chi pensa che
sia un ritorno alle vostre radici, sei d’accordo?
Quando qualcuno dice che sei tornato
alle radici significa che hai fatto un paio di passi
indietro, mentre noi pensavamo di fare un paio di
passi avanti rispetto a “Basement Apes”…
Penso per “radici”
s’intenda quell’”harder edge”
di cui parlavi prima…
Io penso che suoniamo piu’
duri ma in una maniera molto differente da quella
dei primi tre albums. In realta’ abbiamo preso
i pezzi piu’ duri di “Basement Apes”
e cercato di portare quelli un paio di passi avanti.
Io penso che “Automatic Thrill” abbia
molto piu’ in comune con l’ultimo che
con i primi, ma ovviamente la gente puo’ pensare
cio’ che vuole. Questo e’ stato il nostro
approccio all’album.
“Basement Apes”
ha segnato la fine del vostro rapporto con una cult
indie label come Subpop e l’inizio di un deal
con la piu’ commerciale Epic. Perche’
avete chiuso con Subpop?
Abbiamo avuto un rapporto molto breve con Subpop in
realta’, loro avevano acquisito i diritti per
metter fuori il nostro album negli Stati Uniti, ma
non hanno fatto bene il loro lavoro, era un gran casino
e tutto quello che ci rimaneva da fare era prendere
i soldi e scappare, piu’ lontano possibile da
quella situazione, perche’ non ci stava portando
niente di positivo. In Europa eravamo su White Jazz,
con cui abbiamo fatto i primi tre album, ma anche
li andava sempre peggio. Abbiamo percio’ dovuto
trovare una nuova casa per continuare il nostro lavoro.
“Basement Apes” sembrava
indirizzato a un pubblico piu’ vasto, ed effettivamente
ha avuto risultati migliori in termini di vendite.
Era questo il vostro obiettivo quando l’avete
scritto?
Non ci siamo mai fatti problemi
di vendite, o di cosa la gente possa pensare. Quando
scriviamo e registriamo canzoni la cosa importante
e’ che ci piacciano. Con “Basement Apes”
abbiamo solo voluto sperimentare un po’ di piu’
e fare un paio di cose che non abbiamo mai fatto prima.
Quando scriviamo non ci interessa se e’ una
canzone soft o hard, purche’ ci piaccia. Quando
l’album e’ uscito, molta gente ha pensato
“sono su una major ora” o “vogliono
diventare una band commerciale”: tutte palle,
quando abbiamo registrato quell’album non avevamo
neanche un contratto discografico, in realta’
abbiamo pagato tutto di tasca nostra e abbiamo offerto
alle etichette un prodotto gia’ finito. Poi
abbiamo avuto un buon record deal e siamo stati in
grado di raggiungere un pubblico piu’ ampio,
ma non ci siamo mai posti il problema, cosi come per
“Automatic Thrill”. Ci limitiamo a scrivere
la musica che amiamo, sperando che quando uscira’
piacera’ anche alla gente.
I Gluecifer si sono formati nel
1994, hanno costruito una fan base entusiasta e hanno
accumulato molto materiale di qualita’ nel corso
degli anni, ma non hanno mai trovato quel singolo
che scalasse le classifiche. Pensi che “Automatic
Thrill” potrebbe contenere quel pezzo, e quale
sarebbe?
Domanda molto difficile, ma buona!
Dunque, il primo singolo da quest’album sara’
“A call from the other side”, questa e’
stata la scelta della casa discografica. In Scandinavia
questo pezzo sta andando benissimo, e’ molto
richiesto sui canali radio e video. Qui abbiamo avuto
singoli in radio che hanno avuto un certo successo,
ma nel resto d’Europa non abbiamo mai avuto
un pezzo da classifica come tu dici. Direi che “Easy
Living” dal nostro precedente album e’
una tipica canzone che avrebbe potuto essere un grosso
hit e noon e’andata cosi, ma queste sono le
cose che non puoi prevedere. Il rock’n’roll
e’ molto popolare in questo periodo e non e’
cosi difficile entrare in classifica se alla gente
piacciono i tuoi pezzi, quindi forse al prossimo singolo,
magari la title-track, o magari “Here Come the
Pigs” che e’ anche abbastanza radiofonica,
il pubblico potrebbe essere pronto per questo tipo
di musica.
Quali erano le vostre principali
influenze quando avete iniziato, e sono cambiate o
se ne sono aggiunte altre, in particolare su quest’ultimo
album?
Penso che le influenze fossero
molto piu’ importanti quando abbiamo iniziato
che ora. Abbiamo sempre ascoltato molta musica degli
anni 70 e 80, personalmente i miei preferiti di tutti
i tempi sono sempre stati e resteranno gli AC/DC,
e siamo stati influenzati anche da cose per esempio
degli anni 60. Pero’ cerchiamo di creare qualcosa
di nuovo. Anche se pensiamo che i Rolling Stones siano
una delle migliori bands mai esistite, non vorremmo
mai suonare esattamente come i Rolling Stones,
siamo nel 2004 e vogliamo portare la musica qualche
passo a
Il look non e’ mai sembrato
essere molto importante per voi, quanto pensi sia
essenziale per il successo di un’artista?
Il look e’ importante secondo
me, ma l’immagine non e’ vitale. Noi non
siamo il tipo di band che usa tonnellate di make up
e tatuaggi, voglio dire, io ho tatuaggi e uso anche
del make-up, ma la band in generale non e’ una
tipica band d’immagine, e’ molto incentrata
sulla musica. Naturalmente cerchiamo di indossare
cose che facciano capire alla gente che siamo entertainers,
certo non sali sul palco con i vestiti di tutti i
giorni, ma non siamo il tipo di band che si basa sull’immagine
e non credo lo saremo mai, principalmente ci preoccupiamo
della musica che facciamo e di metter su un buon live
show, queste sono le cose importanti per noi.
Avete girato un video per “A
call from the other side”, per quell che ne
sai lo vedremo sui maggiori canali video televisivi
o dovremo scaricarcelo da internet?
E’ il video del nostro primo
singolo e la casa discografica cerchera’ di
spingerlo piu’ possibile. In Scandinavia le
cose funzionano differentemente e il video e’
gia’ in giro, ma penso che anche gli altri canali
lo trasmetteranno perche’ e’ davvero un
buon video, e quando il disco uscira’ spero
andra’ ancora meglio. Comunque e’ gia’
disponibile sul nostro sito (www.gluecifer.com), andate
a guardarlo!
Cosa ne pensi della diffusione
di internet per scaricare musica?
Non m’interessa molto perche’
personalmente non lo faccio, preferisco andare in
un negozio e comprare gli album, scoprire li nuove
bands e cose che potrebbero piacermi, perche’
mi piace avere una vasta collezione di dischi da ascoltare
e gli originali hanno una qualita’ superiore
nel suono. Ma se la gente vuole andare su internet
e scaricare non mi da’ nessun fastidio, potrebbe
essere un modo per loro di scoprire nuove bands e
si spera che andranno comunque poi a comprare l’album
se gli piace.
Dopo alcuni anni bui dominati
da grunge e nu metal, il rock’n’roll sembra
fare un ritorno di massa, in Europa prima che in America,
anche nelle charts. Quanto pensi che la scena scandinava
abbia contribuito a questa tendenza?
Un paio di anni fa tutta la stampa
parlava di questa grande esplosione della scena scandinava,
tutto sommato ancora non abbiamo nel resto d’Europa
singoli nelle charts or video in heavy rotation. Ma
tutte le bands scandinave hanno una fan base molto
fedele, moltissima gente che viene ai concerti, abbastanza
per le bands per viverci sopra e concentrarsi sulla
musica. E tanto puo’ ancora accadere. Io credo
che il Nu Metal sia una delle peggiori cose mai capitate
in musica, e spero davvero che il rock puro possa
tornare e che la gente possa ascoltare qualcosa di
bello invece di tutta quella merda che hanno ascoltato
finora.
C’e’ qualche band
scandinava sottovalutata che vorresti raccomandarci?
Direi che ci sono un paio di buone
bands in Finlandia e un paio in Svezia ora come ora
di cui la gente non ha ancora sentito parlare, e spero
che bands come noi, Turbonegro e
Hellacopters facciano si che ci sia
piu’ interesse riguardo a cio’ che succede
qui, bands come Amulet, Cato
Salsa Experience e altre che stanno facendo
molto bene. Se t’interessa quello che succede
in Scandinavia dovresti decisamente informarti su
queste nuove leve.
State per andare in tour con
Monster Magnet e Quill, ma avete suonato con molti
altri artisti significativi in passato. Quali ritieni
siano stati i piu’ divertenti con cui lavorare,
e quali hanno reso tutto “solo lavoro”?
Abbiamo fatto per lo piu’
tours da headliners, e un paio di importanti supporti,
come Motorhead e Nashville
Pussy anni fa. E’ stato molto divertente,
una bella esperienza. Abbiamo fatto alcuni shows con
i Foo Fighters e altri, ma questo
e’ il nostro primo grosso support tour dopo
anni, e non vedo l’ora perche’ sono sempre
stato un grosso fan dei Monster Magnet,
li ho incontrati un paio di volte e sono davvero in
gamba, penso sia un’ottima opportunita’.
Festeggiate quest’anno
il vostro decimo anniversario. Visto che i vostri
live shows sono una delle vostre migliori espressioni,
avete pensato di celebrarlo con un live album/video?
Non so se faremo qualcosa per
festeggiarlo o lo ignoreremo del tutto. Per quanto
riguarda un album live, noi siamo sempre stati una
live band e speriamo in futuro di avere occasione
di registrare un ottimo live album, ma penso che prima
di fare questo sia molto importante avere una grossa
selezione di pezzi, perche’ i live basati principalmente
su un disco sono noiosi. Deve essere qualcosa di speciale,
deve avere qualcosa per cui valga la pena, quindi
penso aspetteremo ancora un paio d’anni.
Come sai quest’intervista
e’ per l’Italia. Cosa pensi del nostro
pubblico?
Penso che sia davvero un gran
pubblico, mi diverto molto in Italia. Prima la Spagna
era il mio Paese preferito in Europa, ma ora e’
l’Italia, e non vedo l’ora di tornarci
e incontrare tutti i fans che abbiamo la’, e
speriamo di riuscire a raggiungere anche gente nuova
con questo disco. E il cibo e’ eccellente!
Dovendo intervistare te stesso,
che domanda ti faresti?
Cosa ci rende speciali. E ti risponderei
che quello che ci rende speciali e’ che facciamo
solo canzoni che ci piacciono e ci divertiamo a fare,
non c’interessa piu’ di tanto il music
business, non c’interessa troppo cosa la gente
pensera’ del nostro lavoro. Abbiamo una nostra
identita’, non siamo una sorta di retro band
che suona esattamente come una band degli anni 70,
cerchiamo di creare qualcosa di nuovo, e spero davvero
che la gente abbia occasione di apprezzarlo perche’
penso questo sia cio’ che rende la band unica.
Una domanda meno seria per chiudere…
Ti sarai accorto che hai un certo successo presso
il pubblico femminile: lo trovi divertente, ti scoccia
o non te ne frega assolutamente niente?
(ridendo, ndr) Io penso che sia
un buon segno per una rock band in generale avere
ragazze che vengono agli shows, perche’ se ci
sono le ragazze arriveranno anche piu’ ragazzi
e ci sara’ piu’ pubblico agli shows! E’
noioso se vai a vedere uno show e il 90% del pubblico
sono maschi, e’ molto meglio quando e’
un mix, perche’ tutta la folla e’ molto
piu’ eccitata e il vibe e’ di gran lunga
migliore. Tutte le ragazze dovrebbero venire ai nostri
show, non saranno mai abbastanza!