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Cristina Massei

In un'epoca in cui si parla, finalmente sul serio, di ritorno del rock, e' d'obbligo spendere due parole con quelle band che ancora pochi conoscono, ma che del rock hanno fatto la loro bandiera in tempi ancora non sospetti. Ulteriore motivo di curiosita' e' la presenza nella band di due rnr ladies, che si cimentano in un genere solitamente considerato territorio maschile, con risultati eccellenti. Parliamo quindi proprio con Emily J. Burton, chitarrista e co-fondatrice dei Fireball Ministry, una voce giovane e gradevole con cui entro immediatamente in sintonia...

Ciao Emily, e benvenuta sulle pagine di Slam!
Leggendo la vostra biografia, ho scoperto che i Fireball Ministry hanno un'intensa storia alle spalle, eppure qui in Italia siete ancora pressoche' sconosciuti. Raccontaci come siete arrivati fin qui...
Io e James (il cantante) ci conoscevamo gia' dai tempi della scuola. Avevamo gli stessi gusti musicali, e una volta a New York abbiamo cominciato a fare musica insieme. La scena locale non ci soddisfaceva pero', e presto ci siamo trasferiti a Los Angeles. Abbiamo inciso un demo di tre pezzi, finche' siamo stati avvicinati dall'etichetta dei Fu Manchu, Bong Load Custom Records, e abbiamo inciso il nostro album di debutto, "Oui est la rock", che ha visto la partecipazione di Nick dei Megadeth su due pezzi. Alla batteria avevamo John Oreshnick, che sarebbe poi diventato il nostro batterista a tempo pieno (a la cosa ha richiesto un po' di tempo perche' John lavorava per l'etichetta all'epoca). In seguito abbiamo perso la nostra bassista, rimpiazzata pero' immediatamente da Janis Tanaka, ex L7, e poi abbiamo inciso un EP su Small Stone Records nel 2001. Non eravamo soddisfatti pero', quindi i pezzi sono stati ripresi e riarrangiati per il nuovo album.

E arriviamo dunque alla vostra nuova uscita su Nuclear Blast, "The second great awakening". Cosa mi dici di quest'album?
"The second great awakening" segna finalmente la nostra unita' come band, e ovviamente i risultati si sentono. Abbiamo voluto tirare fuori un album interamente di qualita', pezzo per pezzo, non uno di quelli dove sei costretto a premere lo skip per continuare a sentire gli stessi tre pezzi buoni. Musicalmente, e' hard rock, potente, diretto e genuino. Alla produzione abbiamo Nick Raskulinecz che e' un nostro amico e ha fatto un ottimo lavoro.

La vostra musica e' molto old skool, non va insomma dietro ai trend del momento. E' difficile rimanere fedeli ai propri gusti e idee quando sono cosi fuori tendenza?
Noi vogliamo suonare cio' che ci piace, non ci interessa quello che va. Pero' devo ammettere che e' frustrante a volte, perche' le mode vanno e vengono e non sembra esserci niente di abbastanza buono da restare. Qui in America ognuno vuole essere la next big thing, ma poi nessuno dura a lungo. E se tu ami la musica, hai voglia di andare a vedere un bel concerto, di veder nascere qualcosa che resti.

In Inghilterra la next big thing sembrano essere i Darkness, ma c'e' chi li vede come i salvatori del rock'n'roll chi come uno scherzo di cattivo gusto. Voi che seriamente professate l'hard rock, li ritenete un bene o un male per questo genere?
Guarda, io amo i Darkness, li ho visti anche live al Roxy e decisamente non sono uno scherzo. Offrono un grande show, si vede che si stanno divertendo, i pezzi sul cd sono ottimi, e penso siano una buona cosa per il rock, spero davvero ce la facciano anche qui. Non so come li prendera' l'America, si sta ancora chiedendo se siano una parodia o facciano sul serio, staremo a vedere.

Avete registrato questo album in due settimane, dato che il materiale era gia' testato on the road. Quanto sono importanti i concerti live nell'economia del vostro successo?
Importantissimi. Dai dischi molta gente non ha ben chiaro chi siamo e cosa stiamo facendo, rimane un po' a bocca aperta chiedendosi se facciamo sul serio. E' dal vivo che capiscono davvero i Fireball Ministry, e imparano ad amarne la passione e l'energia.

Avete supportato gruppi totalmente diversi l'uno dall'altro, da Motorhead e Danzig a Datsuns e Fu Manchu. Qual'e' l'esperienza che vi ha entusiasmato di piu', e quale e' stata piu', diciamo, soltanto "lavoro"?
E' senz'altro entusiasmante suonare con artisti a cui hai sempre fatto riferimento, e in questo senso suonare con i Motorhead e' stata un'esperienza che non dimentichero', cosi come Danzig, di cui sono una fan. Suonare con altri e' stato comunque bello, ma l'atmosfera e' diversa. La gente che va a un concerto dei Motorhead va per ascoltare buona musica e divertirsi, mentre con altre bands puoi vedere che parte del pubblico e' li solo perche' "vanno visti", ma non e' altrettanto coinvolta.

Avete date europee in programma?
Per il momento abbiamo fissato solo un tour in Germania con gli Uriah Heep, ma abbiamo in programma di tornare per un tour piu' esteso.

E' raro trovare donne nel rock, specie in questo ramo specifico. Cosa ne pensi, e quali sono state le tue figure femminili di riferimento?
Amo Doro Pesch, e' fantastica ed e' vera, ed e' sempre stata li. Mi piace il country e un'altra mia eroina e' Dolly Parton. In generale, apprezzo coloro che riescono a restare fedeli alla musica che davvero amano e non quella che gli altri vogliono far loro suonare. Ammiro le donne che hanno le palle per fare questo.

Da dove viene il "reverend" nel nome del vostro lead singer?
Beh, noi siamo i predicatori del rock, e lui e' il nostro portavoce!

Cosa ne pensi dell'attuale scena musicale negli Stati Uniti?
E' molto diversa secondo dove ti trovi. Io ad esempio sono originaria dell'Indiana, e la situazione e' totalmente differente qui a Los Angeles. LA e' il posto dove i trend nascono e poi vengono diffusi, l'Indiana e' uno dei posti dove vengono "recapitati". In generale comunque c'e' una saturazione di pop-punk molto easy, e' ovunque sulle radio, e purtroppo e' quello che viene loro imposto di suonare, non si puo' fare molto. E' cosi noioso, suona tutto uguale... Personalmente, tra quello che c'e' disponibile, preferisco ascoltare roba tipo Nickelback piuttosto che queste pop-punk bands.

Qual'e' la situazione dunque con i media musicali?
Con la radio in particolare, almeno parlando di mainstream, purtroppo e' questione di soldi, c'e' molta corruzione. Le stazioni hanno non solo un elenco di bands da passare, ma anche un elenco di brani specifici. Quante canzoni hanno fatto per esempio i Led Zeppelin? Eppure sentirai sempre gli stessi 3-4 pezzi.
Personalmente ascolto molto le college radio, loro sono libere di suonare cio' che vogliono e riusciamo a far passare anche i nostri pezzi, qualche programma metal specifico e le radio satellite. Queste ultime in particolare sono le mie preferite, ce n'e' addirittura una per unsigned bands che ascolto spesso.

Avete girato qualche video?
C'e' in giro quello di "Flatline", che qui trasmettono su "Headbanger's ball", ed e' disponibile sulla release europea del nostro album, e inizieremo tra qualche settimana a girare un video per "King".

Qual'e' il vostro prossimo obiettivo?
Suonare dal vivo piu' possibile. Il nostro ultimo tour ha coperto solo la West Coast, quindi vogliamo ripartire e suonare in tutti gli Stati Uniti e poi in Europa.

C'e' qualcos'altro che vorresti dire ai nostri lettori in Italia?
Stay true! E per quanto riguarda i Fireball Ministry, tenete d'occhio il nostro sito che viene costantemente aggiornato con date e news.

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