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Alessandro Lilli

Una delle maggiori rivelazioni internazionali degli ultimi anni, in ambito A.O.R. sono senz’altro gli italianissimi Eva. Con un brillante disco di esordio già all’ attivo, dal titolo “the One”, accolto molto positivamente dal pubblico e coperto di elogi da tutti i principali “addetti ai lavori”, la band è prossima ad un nuovo capitolo discografico, che si preannuncia quanto di più interessante la scena musicale nostrana sia in grado di offrire nell’ambito dell’hard rock melodico.
Steff Brusa, tastierista e songwriter della band, fa il punto della situazione per i lettori di Slam!

Allora, Steff, ci puoi dare qualche anticipazione riguardo al vostro nuovo progetto discografico, che mi risulta attualmente in fase di sviluppo?
Stiamo appunto lavorando alla produzione di un nuovo disco. L’obiettivo è quello di migliorarsi rispetto al disco precedente, il sound sarà comunque abbastanza in linea con quello di «The One» anche se pian piano stanno uscendo un sacco di influenze musicali non specificamente AOR. Al momento stiamo producendo le demo anche se il lavoro avanza di pari passo alla fase di
costruzione del prodotto finale. Forse parteciperemo con un pezzo ad una compilation della radio web Munich’s Hardest Hits, questi ragazzi sembrano apprezzare molto la nostra musica. Per il disco vedremo, potrebbe essere ancora con AOR Heaven ma è prematuro parlarne.

Al di là delle egregie performances strumentali, sul vostro debut album fui molto colpito dall’ottima fattura del songrwriting: come nasce una canzone degli EVA?
Generalmente sono l’artefice principale delle canzoni degli Eva. Scrivo una canzone o al piano o alla chitarra basandomi quasi sempre sulla melodia vocale o su di un particolare riff strumentale, propongo poi la bozza ad Angelo che compone il testo e modifica di conseguenza anche la melodia. Accade poi che lavoriamo insieme e cambiamo parti, linee di coro ecc. Il resto della band assume poi un ruolo di primo piano nell’arrangiare la canzone, ma a volte nasce qualcosa di nuovo anche jammando. Ci piace molto però lavorare in fase di registrazione e provare soluzioni differenti fino a quando non siamo realmente soddisfatti.

‘The one’ colpisce piacevolmente sin dal primo ascolto, ed a mio avviso è quello che si definisce un ‘istant classic’. Grazie a quella release, a mio personale giudizio, nel 2001 gli EVA si imposero come maggior rivelazione
europea in ambito AOR, assieme agli spagnoli 91 Suite. Ma in quali aspetti si può ulteriormente migliorare, rispetto a quel cd?
Siete soddisfatti dei risultati di vendite di ‘The one’? Quali sono i Paesi dove è andato meglio?
Siamo abbastanza soddisfatti di come The One è stato accolto, nonostante le diffidenze dovute al fatto che siamo italiani il prodotto è stato considerato di buon livello.
Non abbiamo dati precisissimi sulle vendita ma sappiamo che la Germania è il paese dove i risultati sono stati migliori. Siamo però contenti in relazione a tutti i feedback che ci sono giunti praticamente da tutto il mondo Inghilterra, Nuova Zelanda, Australia, Giappone, USA anche laggiù qualcuno ha apprezzato la nostra musica e ce lo ha voluto comunicare. La soddisfazione di ricevere tanti complimenti da qualcuno che giudica solo la tua musica per quello che è, senza conoscerti di persona, senza secondi fini è veramente qualcosa di straordinario, vera linfa vitale per tutti noi.
The One resta comunque un cd autoprodotto, i margini di miglioramento potrebbero essere notevoli se avessimo alle spalle una produzione che investa qualche cosa su di noi, ci piacerebbe migliorare soprattutto dal punto di vista
della qualità sonora.

Ho rilevato l’inserimento di ulteriori musicisti nel vostro line up. Vuoi introdurci i nuovi arrivati?
Si, sono cambiati diversi musicisti nel corso di questi ultimi anni.
Adesso gli Eva possono contare su Giovanni Massari, batterista straordinario e di grande personalità ed esperienza. Jacopo Giuliano è un bassista alla Mike Porcaro per intenderci, il massimo per una band come gli Eva. Ora anche
Andrea Brusadelli non fa più parte degli Eva, è stata una separazione consensuale per vari motivi, ma Andrea apparirà nel prossimo disco e noi tutti continuiamo a considerarlo un grande amico nonché ottimo musicista. A sostituirlo è arrivato Paolo Petrini, un musicista eclettico, chitarrista, tastierista, superbo arrangiatore, era proprio l’elemento che ci mancava.
Ora possiamo lavorare bene e dimenticare alcune vicende del passato come la collaborazione con il batterista Paolo Morbini che cito solo per censurare tutte le falsità che ha dichiarato e continua a dichiarare su di noi da quando è stato allontanato dalla band.

Ripercorriamo la carriera degli EVA: puoi descriverci sommariamente i vostri esordi?
La storia degli Eva è molto semplice, dopo varie militanze in band di generi differenti ci siamo trovati con la voglia di suonare rock melodico.
A quel punto abbiamo iniziato a lavorare nella costruzione di un repertorio, avevamo inizialmente un altro cantante ma è solo con l’arrivo di Angelo che il progetto ha preso una direzione precisa, il suo arrivo è coinciso con la vera nascita della band.

Sarei portato ad affermare che gli EVA abbiano raccolto lo scettro dei torinesi Elektradrive in un contesto nazionale assolutamente poco incline all’ AOR. Vi ritrovate nel quadro da me delineato?
Potrebbe essere così. Dieci anni fa mi ricordo di aver sentito dal vivo gli Elektradrive e di essere rimasto molto impressionato, bei pezzi, bei suoni e bei dischi, roba dell’altro mondo per essere italiani. Non so se sono ancora in attività, tuttavia mi piacerebbe tanto, così ci sentiremmo meno soli...

La vostra prima release è apparsa su etichetta tedesca, nonostante il ruolo primario a livello mondiale che qualche label nostrana sta avendo nel riportare in auge il genere rock melodico/AOR/westcoast. C’è qualche particolare
ragione che vi ha impedito di essere ‘profeti in patria’?
Questa domanda è interessante, effettivamente avevamo avuto qualche contatto solo via mail con la Frontiers ma sembra che non abbiano proprio apprezzato il nostro lavoro, mi sono giunte alcune voci secondo le quali risultano avere un "gusto molto esterofilo" ma sinceramente non saprei che dire di più.
Quello che poi fa ridere è che il cd in Italia è stato ridistribuito dalla Frontiers! Mah , sarà per via di qualche accordo con la Point Music o con l'AOR Heaven . Una cosa invece che ci ha dato fastidio di conseguenza è che qulacuno in Italia ha scritto che The One è stato "prodotto" dalla Frontiers, vorrei ribadire ancora che The One è un cd totalmente autoprodotto, magari alla Frontiers sono bravissimi ma io personalmente non li conosco neanche
quindi...

Da qualche anno si assiste ad una rinascita di bands ed artisti americani grazie però al supporto di etichette europee. Come vedi il mercato USA?
Credo che attualmente negli USA il mercato sia effettivamente poco prolifico per il rock melodico o westcoast che sia. Ero in L.A. pochi giorni fa e devo dire che escluse un paio di radio FM di un certo sound non esiste più
neppure l'ombra! E dire che è stata la patria e poi per anni la culla del pop-rock e della westcoast. Se la situazione è quella allora è giocoforza che molte band cerchino in Europa un po' di spazio, non che da noi la situazione sia straordinaria ma rispetto al nulla... speriamo che qualche cosa possa cambiare presto.

Oltre a voi, quali bands reputi più promettenti nel genere, in Italia e all’estero? In particolare, poi, che ne pensi della attuale scena spagnola, che sembrerebbe particolarmente prolifica?
In Italia non conosco sinceramente altre band che suonano AOR ma se ci sono spero siano toste, ne abbiamo bisogno. La scena spagnola ma più in generale quella europea è molto ricca di band talentuose, spesso però è difficile conoscerle bene. Certo se MTV ricominciasse a concedere un po’ di spazio a questo genere, allora... (sottoscrivo pienamente NdA).

Avete già prospettive di tournee, una volta completato il nuovo capitolo discografico?
Sarebbe un sogno ma bisogna essere realisti, bello o brutto che sia il nostro prossimo disco non sarà facile trovare gli spazi per suonare dal vivo. Noi comunque abbiamo sempre pronto il nostro show e se c'è anche solo una possibilità allora... via! Certo la situazione non è rosea per nessuno, se uno come Jim Peterik quando è recentemente venuto a Milano per promozionare i Pride of Lions ha dovuto accontentarsi di un locale fuori mano e di suonare sulle basi che cosa dovremmo pensare di fare noi allo stato attuale? Speriamo comunque con il nuovo disco di ricevere qualche chiamata dall’estero.

Andy Brusadelli è insegnante di chitarra e mi risulta avere side projects con altre bands. E gli altri membri della band?
Più o meno tutti i musicisti sono coinvolti in varie situazioni, fra di noi c'è chi fa l'arrangiatore a tempo pieno c'è chi segue un po' di cover bands o insegna. Per quanto mi riguarda mi ritengo fortunato, la mia professione si svolge in un contesto nel quale sono giornalmente a contatto con la musica e le nuove tecnologie, ho tempo per studiare, per suonare, comporre e per approfondire le metodologie e le tecniche dello studio di registrazione, aspetto fondamentale per il musicista odierno che deve incarnare sempre di più anche le figure del produttore e del tecnico da studio. Anni fa si poteva essere semplicemente musicisti, adesso per esempio se non sai usare Pro Tools o microfonare uno strumento sei tagliato fuori .Sotto certi aspetti è un peccato, un bravo musicista o compositore dovrebbe pensare a fare solo quello di cui è realmente capace e nel modo migliore, avvalendosi poi per tutto il resto di altre figure professionali di un certo spessore, realisticamente però non è più così, mancano i soldi , i randi studi di registrazione sono in crisi e allora si cerca di fare tutto da soli. Guardando l'altra faccia della medaglia è anche divertente e stimolante, almeno per me.

Pensi che sarà mai possibile in Italia poter vivere solo di musica, suonando questo genere?
Vivere solo di musica è ancora possibile, vivere suonando questo genere attualmente non lo è.

Avete mai dovuto accettare ruoli di comparse come sessionmen, magari suonando con artisti impegnati in altri generi?
Eccome! Per quanto riguarda me ho suonato praticamente di tutto. Ho collaborato con diversi artisti ovviamente italiani e di generi differenti da Jovanotti a Ruggeri da Joe Squillo a Pino Scotto fino ad arrivare a produrre un disco di pura dance music con la Level One lavorando con un team di DJs. Attualmente diversi componenti degli EVA sono impegnati su più fronti e con altri artisti. Un musicista di professione non può mai permettersi di snobbare il lavoro, certo se si potesse vivere solo di EVA allora..
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Alla vigilia del ‘Festivalone nazionale’, mi viene da domandarti: come mai secondo te Sanremo, pur avendo dato recentemente spazio a generi musicali di tendenza, ma molto meno melodici, non ha mai considerato l’AOR, che
invece negli States ha dimostrato con i Journey o i Toto di poter essere molto popolare? E’ solo una questione di cantato in lingua straniera?
Sicuramente il cantato in italiano non ha mai agevolato il sound generale di una canzone AOR, e poi ai tempi in cui l'AOR andava per la maggiore il festival era molto più tradizionalista e non vedeva sicuramente di buon occhio l'idea di "imbastardirsi" con un sound che di italiano non aveva praticamente nulla. Adesso invece si è un po' cercato di rinnovare ma alla fine non è che sia cambiato molto, basta leggere i nomi di chi c'è quest'anno...

Alla faccia della “importante vetrina” di Sanremo, questi ragazzi già meritano i nostri più sinceri elogi per aver saputo realizzare, pur muovendosi in un contesto tutt’ altro che favorevole, un cd d’ esordio, “the One”, che regala all’ ascoltatore tre quarti d’ ora di puro piacere d’ ascolto. Li attendiamo con fiducia al secondo atto, ed il consiglio vivissimo per tutti gli amanti dell’ A.O.R è quello di dare piena fiducia agli Eva e premiarne il coraggio e la perseveranza. Ne vale senz’ altro la pena!!!

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