In merito a “The
greatest wonder”, in quale ruolo pensi di aver
conseguito i risultati migliori: come cantante, bassista
oppure dietro al mixer?
DW: Difficile dare una risposta,
non sono mai totalmente soddisfatto delle cose, ma
immagino di dover dire come cantante.
Vi siete incontrati
da qualche parte con i tuoi bandmates nei Khymera
per lavorare assieme nelle sessioni in studio, o “The
greatest wonder” è stato registrato e
poi assemblato attraverso internet?
DW: Io svolgo diversi lavori in
parallelo. Sfortunatamente non ho tempo di fare prove
assieme agli altri. Dunque Daniele ha registrato gli
strumenti e successivamente mi ha mandato le canzoni
su cui cantare. Ho inciso nel mio studio privato.
Il tuo cantato
è gradevole: come mai antecedentemente ai Khymera
non avevi mai coperto questo ruolo di vocalist?
DW: Wow! Mi confondi, grazie!
In effetti, parecchi anni fa ero un cantante. Ero
molto orgoglioso di avere una 3 man band in stile
Rush (ho sempre ritenuto che, per qualche ragione,
le formazioni a tre fossero l’ ottimale) ma
ho capito presto che era un impegno eccessivo per
un indisciplinato come me. In passato mi piaceva parecchio
bere e fumare, e sono certo che avrei rovinato velocemente
la mia voce se fossi andato in giro a cantare dal
vivo.
Chi è
il cantante più dotato tra Andi Deris, David
Readman e…Dennis Ward?
DW: Tutti e 3 ( ? ) hanno talento,
ciascuno a proprio modo. Ognuno ha uno stile molto
diverso dagli altri e la bellezza sta proprio nella
varietà. Così non vi è una vera
risposta per questa tua domanda. Apprezzo e rispetto
molto entrambi gli altri cantanti!
So che tu sei
un grosso fan dei Journey: la tua opinione sul loro
nuovo frontman? E’ davvero in grado di reggere
il raffronto con l’ immenso Steve Perry?
DW: Ad un nuovo cantante non sarà
mai agevole calcare le orme di un grande del calibro
di Steve Perry. Non ha nulla a che vedere con il talento
o l’ abilità. I fans continueranno sempre
ad avvertire la sensazione che la band ha subito una
parziale amputazione in questa situazione, e che non
sarà mai più la stessa cosa, a meno
di una reunion o qualcosa del genere. In questo caso
la vedo come qualunque altro fan.
Come ha potuto
ritrovarsi, un americano di Dallas, Texas, a suonare
e lavorare principalmente con musicisti europei?
DW: Mio padre era un civile impiegato
nell’ esercito americano di stanza in Germania.
Ho finito col restare qui sin dagli inizi della mia
carriera artistica.
Io sono davvero
solito pensare e sostenere che tu abbia una sorta
di tocco da Re Mida, e che ogni progetto che passa
per le tue mani riluce d’ oro. Qual’ è
il segreto di questa tua così efficace impronta?
DW: Se davvero segreto è,
in realtà non dovrebbe esserci. Io affronto
con serietà tutti i miei impegni e do il massimo
a prescindere dal progetto. Semplice, davvero!
Operi qualche
tipo di selezione tra le bands che si rivolgono a
te richiedendo i tuoi servizi professionali?
DW: In effetti no. Deve essere
semplicemente fattibile, e non mi sono capitati molti
lavori che per qualche ragione non lo fossero. Se
ricevessi l’incarico di, diciamo, mixare un
album inciso veramente male e pensassi di non poter
ottenere buoni risultati, declinerei l’ incarico
per correttezza.
Tra gli artisti
con cui ti è capitato di lavorare, chi è
stato il più facile da gestire, e qual’
è finora il progetto di cui vai più
fiero?
DW: Questa è veramente
tosta! Ho trovato affascinante lavorare con Bob Cately
e con Mark Storace dei Krokus. In verità la
lista sarebbe piuttosto lunga. Sono stato parecchio
fortunato. Il lavoro più gratificante? Difficile
rispondere, sto aspettando da anni una autentica soddisfazione!
Sono orgoglioso di ogni cosa su cui ho lavorato, ed
in particolar modo di quelle che hanno ottenuto i
migliori riscontri tra il pubblico. Credo che la cosa
di cui sono stato in assoluto più orgoglioso
è stata la prima canzone che ho inciso su un
registratore a cassette a quattro piste che mia madre
mi aveva acquistato. Suonava di merda, ma era quella
“prima sensazione” che non si dimentica
e non ricapita. Come il primo bacio….
Noto che sei
un produttore molto versatile. Quale tipo di sonorità
è tecnicamente più facile da trattare
tra AOR, powermetal e symphonic metal?
DW: uhhmmm…… più
facile è quando curo io stesso la registrazione….
Tecnicamente non c’è differenza, è
solo la finezza del suono che cambia con la produzione.
Al momento ottengo la miglior resa mixando AOR, ma
sono in grado di lavorare con qualsiasi cosa, e ben
volentieri!
La tua schietta
opinione su una band che personalmente ammiro parecchio,
mi riferisco agli Human Zoo...
DW: Un gruppo di ragazzi molto
simpatici che sembrano suonare davvero per il piacere
della musica, senza accomodamenti. E’ bello
vederli all’ opera. Si ha l’ impressione
che una confortevole simbiosi si sia sviluppata attraverso
l’ amicizia, ed è così raro come
trovare lungo la stessa strada quattro persone che
vogliono suonare la medesima musica. Un qualcosa che
così tante bands sembrano aver dimenticato,
o non aver mai appreso.
Il webmaster del tuo sito è il cantante degli
Eden’s Curse, Paul Logue. Per caso questo accordo
era incluso nel contratto per averti come produttore
sul loro debut album (sto scherzando…)?
DW: Paul è il bassista,
non il cantante (sigh, l’età comincia
a farsi sentire…NdA). E’ anche il compositore.
L’ ho conosciuto attraverso David Readman ed
ho apprezzato le sue qualità umane. Si è
offerto di realizzare una homepage per me, e gli sono
molto grato per il suo aiuto. Da solo non avrei saputo
farlo. Grazie Paul!
Ci parleresti
un pò di Sunstorm, un altro brillante progetto
in cui sei stato coinvolto?
DW: Certo, su questa release ho
registrato e curato la produzione, ma Joe (Lynn Turner
NdA) ha inciso da solo vicino a casa sua e successivamente
mi ha inviato le tracce. Non c’è molto
altro da aggiungere, se non che il materiale mi piace
molto, e che non vedo l’ ora di lavorare sul
prossimo Sunstorm, che è in imminente avvio
di preparazione.
C’ è
qualche disco, tra quelli che hai pubblicato nel corso
degli anni con i Pink Cream 69, in cui non sei coinvolto
nella fase di produzione?
DW: Un EP intitolato Mixery è
stato mixato da Achim Koehler, e naturalmente i primi
quattro albums furono realizzati con un diverso produttore.
Come valuteresti
il recente progetto “Bassinvaders”?
DW: Lo ritengo una figata! Non
è una cosa che ascolteresti alla radio, ma
penso che Markus abbia avuto le palle a fare un album
del genere. Non accade spesso che i musicisti decidano
di realizzare un album per se stessi!
Quali sono le
tue principali influenze artistiche come bassista?
DW: Semmai ce ne fosse una, allora
è Geddy Lee. Comunque ho molta considerazione
per tanti altri.
Che mi dici a
proposito del songwriting? Sei accreditato pressochè
su tutti i dischi dei PC69 e, da quanto ne so, anche
in un altro memorabile lavoro, mi riferisco a Place
Vendome. Per il nuovo disco dei Khymera l’ apporto
compositivo è provenuto dall’ esterno.
Sei soddisfatto di questa scelta, oppure avresti desiderato
offrire il tuo personale contributo?
DW: Talvolta il risultato finale
può essere più interessante quando condividi
il lavoro con altri, ed io sono contento di lavorare
in questo modo con i Khymera. Qualora dovessi insistere
nel voler registrare le mie personali canzoni, farei
un disco solista.
Ultimamente hai
lavorato assieme a Bob Catley. A quale dei tuoi prossimi
progetti ci consigli di prestare particolare attenzione?
DW: Decisamente al nuovo album
di Bob Cately. Qualunque altra cosa è top secret
e se te la dicessi poi dovrei eliminarti…?
C’è
nei tuoi sogni qualche artista/band con cui desidereresti
lavorare?
DW: hmmmm… Rush, Toto, ACDC,
Journey per fare qualche nome…..
Qualche anno
fa Mike Tramp rifiutò una succulenta cena basata
sulla cucina italiana, qui a Bologna, prefererendo
fermarsi a mangiare un cheeseburger per strada…
Di fronte ad trattamento adeguato, verresti a lavorare
con qualche altra band promettente qui in Italia,
oltre ai Khymera?
DW: Beh io non mangio cheeseburgers
ed apprezzo la buona ospitalità, dunque ovviamente
accetterei di venire. Ciao!