Allora
Emiliano, partiamo subito con una domandona bella
diretta: come si fa a diventare in così breve
tempo con Bolognarockcity i più attivi tour
promoters italiani in ambito hard rock? Assenza di
reale concorrenza o qualche particolare strategia
vincente?
Beh come stratega mi vedo
piuttosto come la piccola vedetta prussiana delle
Sturmtruppen… a parte le battute posso dire
che i risultati ottenuti da BRC fino ad ora sono dettati
dall’essersi inseriti in un contesto che per
svariati motivi non era coperto da altre agenzie,
a parte i nomi di grandissimo richiamo come possono
essere ad esempio gli Europe. La concorrenza c’è
ed è maestosa, insomma Bologna Rock City è
una piccola realtà che sta cercando di crearsi
un suo piccolo spazio, caratterizzandosi anche nel
portare in Italia anche band che nessuno porterebbe
mai… e questo oltre ad essere una ipotetica
strategia è frutto di un pochino di follia
ma soprattutto di passione, tanta passione per il
rock. BRC è nata per passione, vorrei rimanesse
tale anche in futuro; quando inizierò a ragionare
solo in termini economici allora davvero mi chiederò
se vale la pena andare avanti.
Avresti piacere che iniziative
come la vostra si moltiplicassero in Italia, o sei
geloso dell’attuale momento di leadership nazionale
conseguito da BRC?
La collaborazione con altri soggetti per me è
il punto di forza di cosa fare da oggi in poi; non
mi interessa essere il numero uno o il numero dieci,
mi interessa organizzare eventi, nel modo più
professionale possibile. Chiusa l’esperienza
Kindergarten sono in giro proprio per trovare realtà
interessate a collaborare con BRC, sia nella ricerca
delle location per i concerti, sia in una vera e propria
coproduzione degli eventi. L’importante è
lavorare nel rispetto di tutti e dando il giusto spazio
a tutti. Poi ti ringrazio per questa leadership nazionale
ma davvero rispetto ad altre realtà come Barley
Arts o Live francamente non penso di essere poco più
di una briciola; poi è chiaro che questo stato
delle cose mi permette di pensare a come portare in
Italia band non troppo conosciute, perché non
ho la necessità di riempire palazzetti.
Immagino comunque che prima ancora
di creare la attuale Associazione culturale, avessi
già consolidato una certa esperienza in questo
genere di attività organizzativa. Cosa c’
era prima di Bolognarockcity?
Ah ah quante ore ho per rispondere? Davvero la storia
è lunga ed intricata, provo a riassumerla in
alcuni momenti fondamentali della mia vita. 1978 acquisto
la cassetta di Love Gun e non sarò più
lo stesso bambino di prima! Davvero, i Kiss mi hanno
cambiato l’esistenza. A parte questi ricordi
corrosi dal tempo, per carattere e modo di essere
mi sono spesso trovato ad organizzare, progettare,
inventare nuove realtà e situazioni. E la cosa
incredibile è che trovo sempre qualcuno disponibile
ad ascoltarmi, a darmi fiducia, a credere nei miei
propositi. Ricordo che grande gioia la realizzazione
del cd dei bosniaci Neon Knights oramai una decina
di anni fa; a quei tempi lavoravo per Unicef nella
ex-Jugoslavia, ad un concerto conobbi questa band,
cazzo se erano bravi, dei ragazzini figli della guerra
che suonavano alla grande. Sono stato abbastanza matto
da pensare di potere portarli in Italia ed in Europa
per un tour, produrre un cd (il primo nella storia
di quel paese) ed infine addirittura farli suonare
allo stadio St.Denis di Parigi prima della finale
della coppa del mondo di calcio.
In quel periodo vedevo davvero tantissimi concerti
grazie ad alcune amicizie di quelle che contano, backstage,
incontri, insomma davo una mano. Sfiga volle che la
proposta che questo diventasse un lavoro a tutti gli
effetti arrivò il giorno dopo che avevo firmato
un contratto di lavoro. E sai come sono i genitori…
il lavoro sicuro, ecc. ecc. insomma se avessi rinunciato
per fare a tempo pieno il tour manager probabilmente
ora staremmo parlando del perché non parlo
con i miei da 10 anni! ? Qualche anno fa organizzai
insieme all’amico Frank Simmons l’IKB
(Italian Kiss Better Tour), un tributo ai Kiss in
giro per la penisola. Ed è stata anche in quell’occasione
che ho conosciuto ed apprezzato per la prima volta
i Markonee. Poi la vita mi ha portato a fare altro
ma il voglino c’era. Insomma BRC sulla carta
ha meno di un anno in vita ma nella mia testa è
davvero tanto tempo che esiste.
BRC nasce con il dichiarato intento
di riportare l’hard rock che conta a Bologna,
che Gods of Metal a parte, da parecchi anni era esclusa
dalla pianificazione live delle bands straniere. Alla
luce dei risultati sin qui conseguiti, che bilancio
ti senti di tracciare sull’ attività
sinora svolta?
Beh innanzitutto la soddisfazione di avere fatto concerti
in cui pochi credevano o che nessuno voleva fare.
Spinto dalla passione prima di tutto per un genere
musicale che molti ritengono morto da tempo. Quello
che mi piace sottolineare che con i nostri piccoli
mezzi e grazie al lavoro volontario di alcuni ragazzi
ci siamo creati un nome, insomma abbiamo lavorato
bene, le cazzate ci sono state e sono state anche
tante ma le persone hanno saputo apprezzare il nostro
sforzo.
Oltre a bands di consolidata
fama internazionale, hai fatto suonare gruppi eccellenti,
ma di nicchia, che non avrei mai sperato di poter
vedere in Italia, e men che meno a Bologna, come House
of Shakira e Soul Doctor. Col senno di poi, come giudicheresti
queste tue iniziative: frutto di audacia o di incoscienza?
Probabilmente la parola giusta sarebbe “incoscienza”,
perché alla fine è stata una rimessa,
economicamente parlando. Ma se vediamo il tutto sotto
altio punti di vista allora il discorso cambia. Ho
avuto la possibilità di incontrare grandi musicisti
e grandi persone, di una umiltà e professionalità
dalla quale molte band italiane dovrebbero imparare.
Vedi Ale il problema in Italia è che non esiste
una cultura rock, la gente segue la massa e le mode,
si becca quello che vogliono fargli propinare, oppure
si vanno a vedere le cover band perché non
sanno apprezzare chi vuole proporre musica propria
e nemmeno chi questo lavoro lo porta avanti. Tutti
quelli che hanno voluto osare e venirsi a vedere gli
HOS o i SD sono rimasti entusiasti. Per non parlare
della grande soddisfazione di avere anche solo una
persona che ti ringrazia per avergli regalato il sogno
di portare una certa band in Italia.
Bolognarockcity, come Associazione
culturale, è sostenuta esclusivamente da autofinanziamenti
privati o gode di qualche sussidio?
Bologna Rock City è completamente sostenuta
economicamente dal sottoscritto in primis e poi da
altri ragazzi concerto per concerto. Essendo un’associazione
vorrei comunque provare a valutare finanziamenti pubblici,
ma per questo credo sia giusto diventare un pochino
più grandi e magari collegare il tutto ad un
evento specifico. Per i Kiss in piazza Maggiore credo
ci sarà bisogno di tanti finanziamenti! ahahah
Avendo organizzato date in varie
città italiane per molte delle bands che hai
portato nel nostro Paese, hai avuto modo di riscontrare,
in ambito nazionale, delle marcate differenziazioni
nella risposta dei fans di diverse aree geografiche
alle tue iniziative?
Beh in provincia è sicuramente più facile
lavorare che in città; nelle provincie lombarde
davvero c’è un bel movimento di rocker,
così come in alcune zone del Veneto e del Friuli.
In Emilia Romagna meglio sicuramente Modena e Reggio.
La Toscana la conosco poco, ti saprò dare qualche
dato di più dopo il concerto degli House of
Lords al Metarock di Pisa. Poi io ho il pallino di
Roma dove davvero è dura organizzare concerti.
In generale il nome di richiamo va bene quasi ovunque,
per gli altri meglio ambienti piccoli e consolidati
che osare avventurarsi in situazioni differenti..
e questo vale sia per Milano che per Roma.
Non è tutto oro quello
che luccica, e so che anche in seno all’ Associazione
vi sono stati alcuni “franchi tiratori”,
tra presunti partners ed addirittura gruppi musicali
aderenti al progetto. Ce ne vuoi parlare?
Una volta una persona mi disse “chi non ha nemici
non conta un cazzo”. E sono d’accordo,
se porti avanti una determinata attività occupi
comunque spazi di altri (anche se, come detto prima,
magari organizzi eventi che nessuno farebbe mai!).
Detto questo non sono immune alle stronzate e ne ho
fatte diverse; BRC nasce da una passione ed in questi
mesi ha avuto alcuni cambi di direzione, non potrebbe
essere altrimenti. Anche per me era principalmente
una novità e qualche volta non ho problemi
ad ammettere che sono andato avanti a tentativi. In
questo momento sono davvero molto deluso della risposta
di Bologna a questo progetto. Non c’è
stata la risposta che pensavo e speravo, e soprattutto
mi sono accorto (e me lo hanno pure detto) di quanto
da parte di alcune persone ed alcune band c’è
stato un vero e proprio boicottaggio degli eventi.
Tutti vogliono suonare, tutti si lamentano della mancanza
di spazi e poi non fanno nulla per sostenere chi prova
a fare qualcosa, anzi fanno di tutto per affossarlo.
Ho cercato di costruire un qualcosa che potesse andare
al di là del pub del sabato sera, ma non è
stato capito. I gruppi in Italia peccano di molta
presunzione, vogliono tutto e lo vogliono subito.
Sul fronte della esportazione
in ambito nazionale ed estero delle bands locali,
che pure annoverano nomi storici del calibro di Crying
Steel e Rain, ti reputi soddisfatto dei risultati
sin qui conseguiti?
Questo è uno dei punti su cui vado più
fiero. Dentro a BRC fanno parte le più grandi
band della nostra zona, Crying Steel, Rain, Markonee..
insomma la storia è qui con noi! Ed è
un piacere ed un onore vedere il proprio logo quando
queste band vanno in giro per l’Italia. Il lavoro
fatto poi con le band straniere ha portato anche alla
nascita di belle amicizie e di collaborazioni che
potrebbero portare una o più delle band di
BRC a fare esperienze anche all’estero. Del
resto, inutile negarlo, è uno dei motivi per
il quale porto questi gruppi a suonare in Italia e
faccio suonare di spalla le “mie” band.
Con quali criteri selezioni le
bands straniere da contattare per possibili date in
Italia? La scelta è curata esclusivamente da
te, o viene condivisa con altri consiglieri interni
all’ Associazione?
Bologna Rock City collabora in modo continuativo con
alcune agenzie e quindi anche certi eventi organizzati
sono frutto di proposte esterne, magari che non avevano
riscontrato alcun interesse per altre persone, vedi
il concerto dei Winger. Ma Gotthard, Bonfire, House
of Shakira, Soul Doctor sono farina del mio sacco.
Non esiste un criterio vero e proprio, diciamo che
io sono della filosofia del “tentar non nuoce”
ed oggi, con l’avvento di internet, mandare
una mail ad un determinato gruppo non mi costa davvero
nulla. Gli House of Shakira li seguo dai tempi di
Lint e davvero li ho portati in Italia più
per un piacere personale che per una domanda da parte
dei fan. I Soul Doctor invece ero convinto che potessero
avere anche una certa risposta, essendo una band più
recente e soprattutto avendo alla voce il grande Tommy
Hearth dei Fair Warning.
Che ruolo e che influenza hanno,
sulla tua attività, le Agenzie esterne con
cui BRC è in collegamento?
Con alcune agenzie c’è un rapporto di
lavoro e collaborazione continuo, può succedere
che sono loro a propormi il determinato artista, ma
può anche succedere il contrario, ovvero che
sono io a chiedergli di trovarmi i contatti per una
band. BRC è aperta a collaborare con tutti,
ma in questo frangente ci tengo a sottolineare l’ottima
collaborazione che ho con Eagle Booking, Get Smart,
Hellfire, Get Rocked, Secondo Avvento. Comunque tutti
possono propormi nomi e date, i miei contatti sono
ben visibili sul sito di BRC. Poi capita spesso che
determinati artisti sono contattati attraverso amicizie
personali, il che è il top perché crea
davvero un rapporto quasi familiare con l’artista.
Le future date di House of Lords e non solo nascono
proprio da questi tipi di rapporti.
Con quale metodo ti muovi sul
piano logistico, nella pianificazione del trasporto
e del soggiorno in Italia di una band, dovendo magari
provvedere anche alla sua accoglienza al di fuori
di Bologna?
Su questo ho una mia strategia personale, perché
viviamo nel paese più bello del mondo e l’ospitalità
è una cosa sacra. Il che significa che almeno
quando sono io in prima personale ad occuparmi del
pernottamento e degli altri aspetti cerco sempre di
mettere a proprio agio le band; trovo che un buon
albergo, una buona cena, un backstage accogliente
renda tutto il resto più sopportabile. Ovvero
che non alimenta tensione davanti a problemi che nell’organizzazione
di un concerto possono capitare. E poi trovo sia fondamentale
trattare le band come persone, avere rispetto per
il loro ruolo e lavoro come mi aspetto loro facciano
altrettanto. In questi mesi davvero mi permetto di
dire che sono rimasti tutti contenti dell’accoglienza
ricevuta.
Tra i gruppi sinora portati in
Italia, quale è stato il più accomodante,
e quale invece il più problematico?
Se per accomodante intendi quello che ha accettato
diversi compromessi allora sicuramente i Soul Doctor.
Gli ho spiegato la situazione, come sia difficile
portare avanti un progetto musicale in Italia e loro
hanno lasciato a casa il tastierista ed il loro fonico
personale proprio per venirmi incontro, perché
se no davvero i costi sarebbero stati troppo alti.
Quelli più problematici sicuramente i White
Lion, convinti di essere ancora negli anni 80…
Onestamente, quante e quali di
queste bands pensi che tornerebbero nuovamente a suonare
in Italia, dopo essere passate per il…Kindergarten?
Al momento del commiato, ti hanno salutato con un
arrivederci o piuttosto con un addio?
Le serate al Kindergarten hanno riscontrato alcuni
malumori legati alla presenza della gabbia intorno
al palco e ad un impianto non proprio dei migliori,
per non parlare dell’impianto luci davvero insufficiente.
Ma come detto prima le band, chi più e chi
più meno, hanno compreso gli sforzi fatti da
BRC ed hanno accettato talvolta anche l’inaccettabile..
Una buona accoglienza, come ti dicevo prima, ha contribuito
appunto a questo. Semmai, sono io che ho detto addio
a certe band, ma non chiedermi di fare nomi…
non sarebbe da gentiluomini!
Avendo toccato una delle note
più dolenti, ti domando se hai già individuato
delle valide alternative logistiche per il futuro,
a livello di locali in cui far esibire le bands (possibilmente
senza allontanarsi troppo da Bologna….)
Questa è un’altra nota dolente di quando
detto prima rispetto a Bologna. Ad essere sinceri
Bologna è ottima perché facile da raggiungere
per tutti, sia che vengano dal nord che dal sud, non
certo per l’affluenza dei bolognesi ai concerti.
Detto questo è la mia città, e continuerò
a lavorare per organizzarci eventi per quanto difficile
se non impossibile (Estragon a parte). Semmai quella
che mi fa ancor più male è vedere che,
dopo avere scritto sul sito che si chiudeva la collaborazione
con il Kindergarten dal 2007, ho ricevuto davvero
tante mail. I modenesi ed i reggiani si sono attivati
per trovare subito delle alternative, così
hanno fatto i toscani e pure i veneti. Dai bolognesi,
e nemmeno dai gruppi aderenti a BRC, non si è
mosso nulla. Sinceramente ti fa passare la voglia
di organizzare qualcosa. Vediamo, nei prossimi mesi
BRC emigra in Toscana, Veneto, Lombardia, Lazio, Marche
e con qualcosa in Emilia ma non a Bologna… vediamo
se BRC mancherà ai bolognesi. Comunque non
mi do per vinto, volenti o dolenti cercheremo di lavorare
ancora su Bologna. Certo è buffo che un’organizzazione
con questo nome lavori principalmente fuori. Ma del
resto è l’ennesimo risultato di questa
città che sta invecchiando, si chiude su se
stessa e non crea spazi per i giovani. Finisce che
mi toccherà candidarmi alle prossime elezioni
amministrative! Ahahah! Primo punto del programma:
i KISS in piazza Maggiore. Tanto con tutti i soldi
che si sputtanano gli enti locali in stronzate, non
vedo perché non si potrebbe spendere qualche
milione di euro per portare questi signori a Bologna…
ahahah
Comunque hai più volte
dichiarato che, nonostante le difficoltà sinora
incontrate, BRC va avanti nel suo progetto, magari
trasferendo fuori da Bologna il suo ambito di attività.
Cosa bolle in pentola per il 2007?
Certo che BRC va avanti, semplicemente realizzeremo
eventi mirati invece di avere una programmazione “massiccia”
così come è stata fino ad ora. Poi continuo
la collaborazione con le piccole realtà, questo
al fine di fare suonare il più possibile anche
le band aderenti al progetto. BRC è un’associazione,
quindi organizzare i Gotthard è importante
tanto quanto promuovere il “proprio prodotto”.
Visto comunque gli ultimi eventi, posso dire che ancor
di più sarò selettivo nella scelta delle
band e che arriverò molto presto a chiudere
le adesioni, eliminandone anche alcune attuali che
non hanno saputo capire lo spirito di BRC. Le band
di BRC vorrei fossero band di qualità, che
credono nel rock e nel sudore e nel farsi il culo
per raggiungere dei risultati, piccoli o grandi che
siano. La pappa pronta la lascio ad altri.
Sul cosa bolle in pentola per l’anno nuovo,
posso darti qualche anticipazione, tanto rimane tra
noi, no? Ahahah. Il primo importante evento saranno
gli House of Lords, per i mesi successivi posso dire
che sto lavorando per Jeff Scotto Soto & Talisman,
Esp (Eric Singer, Bruce Kulick, Jon Corabi), Steelheart,
Quireboys, Y&T, Ten.. giusto per dirne alcuni,
poi sono in trattativa con altri soggetti ma non posso
davvero anticipare nulla. Stiamo mettendo le basi
anche per la realizzazione di due eventi estivi (piccoli
alla nostra portata, niente di paragonabile al Gom
o all’Evolution!..). Ma il 2007 sarà
un anno fondamentale perché vedrà l’uscita
dei nuovi lavori di tutte le band più importanti
del progetto, a partire dal nuovo attesissimo album
dei Crying Steel che presenteremo in anteprima nazionale
a Bologna probabilmente sabato 3 marzo, così
da festeggiare anche il primo anno di BRC nel migliore
dei modi, esattamente come l’anno scorso lo
facemmo presentando l’album dei Markonee.
Hai qualche “sogno proibito” (mi riferisco
a bands di hard rock!!!) che vorresti vedere materializzato
su un palco italiano?
Beh il sogno proibito è Paul Stanley, ora in
giro negli Usa con il suo solo tour. Non potrebbe
essere altrimenti!
Raccontaci qualche aneddoto divertente,
curiosità o retroscena di cui sei stato testimone
durante la permanenza in Italia dei gruppi che hai
portato sinora….
Per la calata in Italia dei White Lion avevo organizzato
la cena al Lowenhof, un rock pub con il quale collaboriamo
e che per la serata aveva preparato apposta le lasagne,
un must a Bologna. Tutto deciso, tranne che in viaggio
sul pulmino verso il pub, Mike Tramp & soci vedono
un Burgher King e decidono di fermarsi a mangiare
lì… americani…
Potrei anche parlarti di come i Soul Doctor hanno
perso il volo da Roma a Berlino lunedì scorso,
ma sono oramai amici e non sarebbe carino nei loro
confronti! Ahahah…
A livello personale difficile dimenticare la tipa
che si propose di farmi un pompino per conoscere i
Motley Crue nel backstage del GOM di due anni fa!...
Lascio nel dubbio su quanto sia successo dopo, eheheh…
Per concludere, a te la
parola per un messaggio finale che ti senti di voler
inviare al pubblico interessato agli eventi che BRC
si sforza di organizzare…
Invito tutti ad aprire le proprie menti, a vedere
che nel panorama hard rock ci sono band di grandissimo
valore oltre a Crue, Kiss, ecc. Insomma, contribuiamo
tutti a creare una cultura rock anche in questo paese!
Ne abbiamo da guadagnare tutti, credetemi. Voglio
aproffittare dell’occasione per ringraziare
tutti quelli che in questi mesi hanno creduto in BRC
e l’hanno sostenuta con affetto. Cercherò
piano piano di portare tutte le band che mi sono state
chieste, manco fossi Babbo Natale! ? Non voglio fare
nomi di persone specifiche ma voglio ringraziare anche
le band di BRC che più mi hanno aiutato in
questa avventura: Markonee, Rain, Crying Steel, Statobrado,
Prime Lust, Black Rose, Star Killer, Fire & Water,
Streets of Fire, Medea. Ragazzi, abbiamo appena incominciato
questa incredibile avventura, ROCK ON!